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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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venerdì 30 aprile 2004

UDIENZE



CITTA' DEL VATICANO, 30 APR. 2004 (VIS). Oggi, il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienze separate:

- Il Dottor Antonio Maria Costa, Direttore Esecutivo dell'Ufficio dell'Organizzazione delle Nazioni Unite a Vienna contro la droga e il crimine, con la Consorte e Seguito.

- L'Arcivescovo Roland Minnerath, di Dijon (Francia).

- L'Arcivescovo Nikola Eterovic, Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi.
AP:AL/…/… VIS 20040430 (60)

IN BREVE


AI PARTECIPANTI ALLA CONFERENZA INTERNAZIONALE sul tema "Confronting globalization: Global governance and the politics of development", organizzata a Roma dalla Fondazione "Centesimus Annus-Pro Pontifice", il Santo Padre Giovanni Paolo II ha inviato un Messaggio in cui sottolinea la necessità che il processo di globalizzazione "sia animato da valori etici di fondo e finalizzato allo sviluppo integrale di ogni uomo e di tutto l'uomo". Il Papa ha ricordato che la sfida "resta sempre quella di dar vita ad una globalizzazione solidale, individuando le cause degli squilibri economici e sociali, e prospettando scelte operative atte ad assicurare per tutti un avvenire all'insegna della solidarietà e della speranza".

OGGI È STATA RESA PUBBLICA LA LETTERA CON LA QUALE IL SANTO PADRE nomina il Cardinale Achille Silvestrini, Prefetto emerito della Congregazione per le Chiese Orientali, Suo Inviato Speciale alle celebrazioni del IV centenario dell'arrivo in Lituania del Breve "Quae ad sanctorum", di Papa Clemente VIII, che autorizzava la celebrazione della Festa di San Casimiro in Polonia ed in Lituania. Accompagneranno il Cardinale, il 9 maggio prossimo, il Monsignore Gintaras Grusas, Segretario Generale della Conferenza Episcopale Lituana, il Monsignore Charles Daniel Balvo, Consigliere di Nunziatura, ed il Reverendo Robertas Salasevicius, Rettore del Seminario Maggiore San Giuseppe di Vilnius.

PER IL XVII CENTENARIO della morte di Sant'Ambrogio martire, Protettore della Città di Ferentino e Patrono, insieme a Santa Maria Salome, della Diocesi di Frosinone-Veroli-Ferentino, Giovanni Paolo II ha inviato una Lettera al Vescovo Salvatore Boccaccio, di Frosinone-Veroli-Ferentino (Italia), che stabilisce che l'anno giubilare si concluderà il 1° agosto prossimo. Nel Messaggio, datato 27 aprile, il Santo Padre auspica che il ricordo e l'esempio di questo Santo Martire "costituiscano per tutti incoraggiamento e stimolo a seguire Cristo in piena e docile fedeltà."

AL VESCOVO MARIANO DE NICOLÒ, di Rimini (Italia), il Santo Padre Giovanni Paolo II ha inviato un Messaggio per la Convocazione nazionale dei gruppi e delle comunità del Rinnovamento nello Spirito, in corso a Rimini dal 29 aprile al 2 maggio, sul tema: "Ecco io creo nuovi cieli e nuova terra; si gioirà per sempre di quello che sto per creare" (Is 65,17-18). "Auspico di cuore," - scrive il Papa - "che il Rinnovamento nello Spirito Santo susciti sempre più nella Chiesa quella conversione interiore senza la quale difficilmente l'uomo può resistere alle lusinghe della carne e alle concupiscenze del mondo. Il nostro tempo ha grandemente bisogno di uomini e donne che, come raggi di luce, sappiano comunicare il fascino del Vangelo e la bellezza della vita nuova nello Spirito."
…/IN BREVE/… VIS 20040430 (410)

INTENZIONI DI PREGHIERA DEL PAPA PER IL MESE DI MAGGIO

CITTA' DEL VATICANO, 30 APR. 2003 (VIS). L'intenzione Generale per l'Apostolato della Preghiera del Santo Padre Giovanni Paolo II per il mese di maggio è la seguente: "Perché la famiglia, fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna, sia riconosciuta quale cellula fondamentale della società umana."

L'intenzione Missionaria è la seguente: "Perché, attraverso la materna intercessione di Maria Santissima, i cattolici considerino l'Eucaristia come cuore e anima dell'attività missionaria".
GPII-INTENZIONI PREGHIERA/MAGGIO/… VIS 20040430 (80)
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RUOLO DELLA FAMIGLIA NEI RAPPORTI INTER-GENERAZIONALI


CITTA' DEL VATICANO, 30 APR. 2004 (VIS). Questa mattina, Giovanni Paolo II ha dato il benvenuto ai Membri della Pontificia Accademia per le Scienze Sociali, riuniti in Sessione Plenaria annuale, in occasione del decimo anniversario di fondazione nel 1994. Il Santo Padre ha ringraziato il Presidente uscente Edmond Malinvaud ed ha presentato "i suoi più cordiali auguri" al nuovo Presidente, Professoressa Mary Ann Glendon.

Nel Messaggio il Papa ricorda che: "Il tema attualmente in esame - i rapporti tra generazioni - è strettamente legato alla vostra ricerca sulla globalizzazione. In passato, la cura dei genitori da parte dei figli adulti era usuale. La famiglia era il luogo primario della solidarietà inter-generazionale". Esisteva, ha continuato il Pontefice, la solidarietà del matrimonio e della coppia unita che si estendeva ai figli e che "portava ad una solidarietà tra figli grandi e genitori che invecchiano."

Giovanni Paolo II ha sottolineato i notevoli cambiamenti nei rapporti inter-generazionali dovuti all'indebolimento del legame matrimoniale, (…) e alle pressioni da parte della società dei consumi che sposta l'attenzione della famiglia dalla casa al luogo di lavoro o alle molteplici attività sociali. I bambini sono considerati, spesso anche prima della nascita, come un ostacolo alla piena realizzazione dei genitori, o, come oggetti da scegliere fra una molteplicità di altri".

Il Santo Padre ha auspicato che lo studio intrapreso dall'Accademia a tale riguardo "porti ad una maggiore consapevolezza della necessità della solidarietà, che valica le generazioni e unisce gli individui e i gruppi, per l'assistenza e l'arricchimento reciproco".

Il Papa ha inoltre sottolineato la necessità di prestare attenzione "alla situazione precaria di molte persone anziane, (…) molte delle quali hanno insufficienti risorse o pensioni, alcune con malattie fisiche, altre che non si sentono più utili o si vergognano del fatto che hanno bisogno di cure speciali, e per quei tanti che si sentono abbandonati."

"Nell'affrontare questi problemi" - ha detto infine Giovanni Paolo II - "ogni generazione e gruppo sociale ha un ruolo (…) La famiglia, come origine e fondamento della società umana ha un ruolo molto specifico nella creazione di una solidarietà inter-generazionale. Non si cessa mai, a nessuna età, di esser padre o madre, figlio o figlia."
AC/ACAD-SS/GLENDON VIS 20040430 (390)

SUPPLICA DEL PAPA LIBERAZIONE OSTAGGI IN IRAQ


CITTA' DEL VATICANO, 30 APR. 2004 (VIS). Il Santo Padre Giovanni Paolo II, "in nome dell'unico Dio", ha rinnovato "la sua pressante supplica" per la pronta liberazione degli ostaggi in Iraq. L'appello è stato letto, a nome del Santo Padre, dall'Arcivescovo Giovanni Lajolo, Segretario per i Rapporti con gli Stati, al termine del corteo organizzato a Roma per i familiari dei tre sequestrati in Iraq.

La manifestazione è iniziata alle ore 17:00 a Castel Sant'Angelo. I partecipanti hanno percorso Via della Conciliazione diretti in Piazza San Pietro, dove, davanti all'obelisco, l'Arcivescovo Lajolo, insieme con i Vescovi delle Diocesi alle quali appartengono i sequestrati, ha dato lettura di un messaggio del Santo Padre.

"Vi posso comunicare" - ha detto il Segretario per i Rapporti con gli Stati - "che il Santo Padre ha celebrato stamani, festa di Santa Caterina da Siena, Patrona d'Italia, la Santa Messa per la liberazione degli ostaggi detenuti in Iraq, come per tutti quelli che soffrono in quel Paese. Egli li ha affidati alla protezione di Maria, Madre di Cristo e nostra."

"In nome dell'unico Dio" - ha continuato l'Arcivescovo - "che tutti ci giudicherà, Giovanni Paolo II rinnova ai rapitori la sua pressante supplica affinché le persone rapite siano prontamente restituite alle loro famiglie".

"Alle persone prese in ostaggio egli desidera che giunga l'espressione dei suoi sentimenti paterni ed il suo incoraggiamento a continuare a sostenere con coraggio e speranza la loro presente dura prova. Ai familiari ed a quanti sono uniti ai rapiti da vincoli di affetto, assicura la sua particolare vicinanza in questi momenti di apprensione e di angoscia".

"Il Santo Padre" - ha proseguito l'Arcivescovo - "non dubita che si faccia tutto il possibile e nulla si lasci di intentato per garantire l'incolumità degli ostaggi e giungere al più presto alla loro liberazione."

"Allo stesso tempo, Sua Santità Giovanni Paolo II ringrazia quanti operano per ristabilire in Iraq un clima di riconciliazione e di dialogo in vista del recupero della piena sovranità ed indipendenza del Paese, in condizioni di sicurezza per tutta la popolazione."

"Giovanni Paolo II esorta la diletta comunità cattolica in Iraq e tutti i cristiani del Paese a continuare ad operare perché sia ristabilita un'atmosfera di concordia e di collaborazione fra tutte le componenti religiose e sociali del Paese per il bene comune."

"Il Papa invita tutti alla preghiera a Dio, che ama la vita di ogni uomo e non vuole la morte di nessuno, per una positiva conclusione di questa dolorosa vicenda."

"In questo stesso momento" - ha assicurato l'Arcivescovo Lajolo - "egli è raccolto in preghiera nella sua cappella, unito a noi nella comune supplica a Dio."

Al termine della lettura del messaggio, il Presule ha invitato i manifestanti ad un minuto di silenzio, e al termine della recita del Padre Nostro, tutti hanno intonato il Salve Regina.
…/CONCENTRAZIONE/LAJOLO VIS 20040430 (465)

giovedì 29 aprile 2004

UDIENZE


CITTA' DEL VATICANO, 29 APR. 2004 (VIS). Questa mattina il Santo Padre ha ricevuto in udienze separate:
- Quattro Presuli della Conferenza Episcopale degli Stati Uniti d'America (Regione IV), in Visita "ad Limina Apostolorum":

- Il Vescovo Paul Stephen Loverde, di Arlingotn.
- Il Vescovo Bernard William Schmitt, di Wheeling-Charleston.
- Il Vescovo Michael A. Saltarelli, di Wilmington.
- Il Vescovo Walter Francis Sullivan, emerito di Richmond.

- Il Cardinale Crescenzio Sepe, Prefetto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli.
AL:AP/…/… VIS 20040429 (90)

ALTRI ATTI PONTIFICI


CITTA' DEL VATICANO, 29 APR. 2004 (VIS). Il Santo Padre:
- Ha accettato la rinuncia al governo pastorale della Diocesi di Aliwal (Sud Africa), presentata dal Vescovo Fritz Lobinger, per raggiunti limiti d'età.
- Ha nominato l'Arcivescovo Patabendige Don Albert Malcolm Ranjith, Vescovo emerito di Ratnapura (Sri Lanka) e finora Segretario aggiunto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli, Nunzio Apostolico in Indonesia e in Timor Orientale.
- Ha nominato l'Arcivescovo Giovanni Lajolo, che è Segretario della Sezione per i Rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato, Consultore della Congregazione per la Dottrina della Fede.
- Ha nominato il Padre Thomas Michel, S.I., Consultore del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani.
RE:NN:NA/…/… VIS 20040429 (120)

IN BREVE


IL PAPA HA RICEVUTO QUESTA MATTINA LA CITTADINANZA ONORARIA della città di Dubrovnik. In un breve discorso, il Papa ha rivolto parole di ringraziamento ai Membri della Delegazione della città croata ed ha affermato che questo riconoscimento gli è stato conferito "a conferma dei legami profondi e plurisecolari che la uniscono ai Papi e per ricordare la Visita pastorale che ho avuto la gioia di compiere il 6 giugno dell'anno scorso".

OGGI È STATO RESO PUBBLICO IL MESSAGGIO DELL'ARCIVESCOVO MICHAEL FITZGERALD, Presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, ai Buddisti di tutto il mondo in occasione della festività della Vesakh. Tema del Messaggio di questo anno è: "Cristiani e buddisti: guardiamo insieme ai bambini, futuro dell'umanità". L'Arcivescovo Fitzgerald ha sottolineato il dramma di tanti bambini senza una famiglia stabile che subiscono ogni genere di violenza. "Noi, cristiani e buddisti" - scrive l'Arcivescovo Fitzgerald - "non possiamo ignorare queste tragiche situazioni. Come credenti dobbiamo essere attenti alle necessità dei bambini, delle nostre famiglie e della società nel suo complesso".
…/IN BREVE/… VIS 20040429 (180)

X ANNIVERSARIO PONTIFICIA ACCADEMIA DELLE SCIENZE SOCIALI


CITTA' DEL VATICANO, 29 APR. 2004 (VIS). Questa mattina ha inizio la decima Sessione Plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali sul tema: "Solidarietà inter-generazionale, stato sociale ed ecologia". La Sessione Plenaria, presieduta dalla Professoressa Mary Ann Glendon, nominata da Giovanni Paolo II Presidente della Pontificia Accademia, il 9 marzo scorso, si concluderà il 3 maggio, giorno del X anniversario di istituzione.

Alla Sessione parteciperanno la maggior parte dei 33 accademici membri della Pontificia Accademia, provenienti da tutto il mondo, insieme ad invitati esperti di vari aspetti relativamente all'argomento tema della Plenaria. Il 30 aprile è in programma un'Udienza dal Santo Padre.

La Pontificia Accademia è stata fondata nel gennaio 1994 dal Santo Padre Giovanni Paolo II per promuovere lo studio e il progresso delle scienze sociali - principalmente economia, diritto, scienze politiche e sociologia - con l'intento di fornire elementi utili alla Chiesa per approfondire e sviluppare la sua dottrina sociale. Subito dopo la sua fondazione, l'Accademia ha deciso di occuparsi di quattro temi principali: il lavoro e l'occupazione, la democrazia, la globalizzazine e la solidarietà intergenerazionale".

Un Comunicato della Pontificia Accademia annuncia che la presente Sessione Plenaria è la prima dedicata alla solidarietà intergenerazionale, ed intende analizzare gli effetti dei cambiamenti nei rapporti tra generazioni sulle disposizioni dei servizi sociali, sia nei paesi dove è in vigore lo stato assistenziale che in quelli dove esso è minimo o inesistente.

"La Conferenza" - si legge nel Comunicato - "affronterà molti argomenti del pensiero sociale cattolico: la concezione della solidarietà come virtù, l'interesse rivolto verso la famiglia come 'prima e vitale cellula della società', l'attenzione per i membri più deboli e vulnerabili della famiglia umana, l'attenzione verso le generazioni future e il principio di sussidiarietà".
ACAD-SS/PLENARIA/GLENDON VIS 20040429 (300)

MESSAGGIO PER LA GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE 2004


CITTA' DEL VATICANO, 29 APR. 2004 (VIS). Questa mattina è stato pubblicato il Messaggio del Santo Padre Giovanni Paolo II in occasione della 78° Giornata Missionaria Mondiale 2004, sul tema: "Eucaristia e Missione", che si celebrerà domenica 17 ottobre 2004. Il testo è stato diffuso in lingua originale italiana e nelle traduzioni in lingua francese, inglese, tedesca e portoghese.

Di seguito riportiamo alcuni estratti:
"1. L'impegno missionario della Chiesa costituisce, anche in questo inizio del terzo millennio, un'urgenza che a più riprese ho voluto ricordare. La missione, come ebbi a osservare nell'Enciclica 'Redemptoris missio', è ancora ben lontana dal suo compimento e dobbiamo perciò impegnarci con tutte le forze al suo servizio".

"Le sfide sociali e religiose che l'umanità affronta in questi nostri tempi stimolano i credenti a rinnovarsi nel fervore missionario. Sì! E' necessario rilanciare con coraggio la missione 'ad gentes', partendo dall'annuncio di Cristo, Redentore di ogni umana creatura".

"Il Congresso Eucaristico Internazionale, che sarà celebrato a Guadalajara in Messico nel prossimo mese di ottobre, mese missionario, sarà un'occasione straordinaria per questa corale presa di coscienza missionaria intorno alla Mensa del Corpo e del Sangue di Cristo. Raccolta intorno all'altare, la Chiesa comprende meglio la sua origine è il suo mandato missionario. 'Eucaristia e Missione', come ben sottolinea il tema della Giornata Missionaria Mondiale di quest'anno, formano un binomio inscindibile. Alla riflessione sul legame esistente tra il mistero eucaristico e il mistero della Chiesa si unisce quest'anno un eloquente riferimento alla Vergine Santa, grazie alla celebrazione del 150° anniversario della definizione dell'Immacolata Concezione (1854-2004). Contempliamo l'Eucaristia con gli occhi di Maria".

"Attorno a Cristo eucaristico la Chiesa cresce come popolo, tempio e famiglia di Dio: una, santa, cattolica e apostolica. A1 tempo stesso, essa comprende meglio il suo carattere di sacramento universale di salvezza e di realtà visibile gerarchicamente strutturata".

"A1 termine di ogni santa Messa, quando il celebrante congeda l'assemblea con le parole 'Ite, Missa est', tutti debbono sentirsi inviati come "missionari dell'Eucaristia" a diffondere in ogni ambiente il grande dono ricevuto. Chi, infatti, incontra Cristo nell'Eucaristia non può non proclamare con la vita l'amore misericordioso del Redentore".

"Per vivere dell'Eucaristia occorre, inoltre, intrattenersi a lungo in adorazione davanti al Santissimo Sacramento, esperienza che io stesso faccio ogni giorno traendone forza, consolazione e sostegno".

"Potrebbe la Chiesa realizzare la propria vocazione senza coltivare una costante relazione con l'Eucaristia, senza nutrirsi di questo cibo che santifica, senza poggiare su questo sostegno indispensabile alla sua azione missionaria? Per evangelizzare il mondo c'è bisogno di apostoli 'esperti' nella celebrazione, adorazione e contemplazione dell'Eucaristia".

"La Chiesa, Popolo di Dio in cammino lungo i secoli, rinnovando ogni giorno il Sacrificio dell'altare, attende il ritorno glorioso di Cristo. (…) L'Eucaristia è il conforto e il pegno della definitiva vittoria per chi lotta contro il male e il peccato; è il 'pane di vita' che sostiene quanti, a loro volta, si fanno 'pane spezzato' per i fratelli, pagando talora persino con il martirio la loro fedeltà al Vangelo".

"Il mio auspicio" - scrive il Pontefice - "è che la felice coincidenza del Congresso Internazionale Eucaristico con il 150° anniversario della definizione dell'Immacolata offra ai fedeli, alle parrocchie e agli Istituti missionari l'opportunità di rinsaldarsi nell'ardore missionario, perché si mantenga viva in ogni comunità "una vera fame dell'Eucaristia".

"L'occasione è altresì propizia per ricordare il contributo che le benemerite Pontificie Opere Missionarie offrono all'azione apostolica della Chiesa. Esse sono a me molto care e le ringrazio, a nome di tutti, per il prezioso servizio che rendono alla nuova evangelizzazione e alla missione 'ad gentes'. Invito a sostenerle spiritualmente e materialmente, perché anche grazie al loro apporto l'annuncio evangelico possa giungere ad ogni popolo della terra".

Versione integrale del Messaggio per la Giornata Missionaria Mondiale.
MESS/GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE/… VIS 20040429 (620)

SOSTEGNO MISSIONE PONTIFICIE OPERE MISSIONARIE


CITTA' DEL VATICANO, 29 APR. 2004 (VIS). Questa mattina, nella Sala Stampa della Santa Sede, ha avuto luogo la Conferenza Stampa di presentazione del Messaggio del Santo Padre Giovanni Paolo II per la Giornata Missionaria Mondiale 2004, in programma domenica 17 ottobre, sul tema: "Eucaristia e Missione".

Alla Conferenza Stampa sono intervenuti il Cardinale Crescenzio Sepe, Prefetto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli; Padre Massimo Cenci, P.I.M.E., Sotto-Segretario della medesima Congregazione; Padre Fernando Galbiati, P.I.M.E., Segretario Generale a.i. delle Pontificie Opere Missionarie e Padre Tarcisio Agostoni, Missionario comboniano in Uganda.

Il Cardinale Sepe ha commentato l'ultimo punto del Messaggio nel quale il Santo Padre chiede il sostegno materiale e spirituale delle Pontificie Opere Missionarie ed ha ricordato le opere sostenute dal suo Dicastero: 280 Seminari maggiori interdiocesani, per un totale di 65.000 seminaristi maggiori; 110 Seminari Minori, per un totale di 85.000 seminaristi minori; 42.000 scuole; 1.600 ospedali; 6.000 dispensari medici; 780 lebbrosari; 12.000 opere caritative e sociali.

"Queste opere socio-caritative" - ha sottolineato il Cardinale Sepe - "sono destinate non solo ai cattolici ma anche e, in alcuni casi, soprattutto ai non cattolici e ai non cristiani. Qualche esempio: la presenza cattolica in India costituisce il 6,9% della popolazione, mentre le opere caritative cattoliche rappresentano il 27% di quelle esistenti nel Paese. Lo stesso si può dire delle scuole cattoliche in alcuni Paesi arabi: la grande maggioranza degli alunni che le frequentano è di religione islamica".

Padre Agostoni ha ricordato il suo servizio missionario in Uganda durato 43 anni, diviso in due periodi (1951-1969 e 1980-2004) e il periodo dal 1969 al 1979 come Superiore Generale dei Missionari Comboniani di tutto il mondo ed ha precisato che "Il 65% di essi sono in territori cosiddetti di missione".

"Oggi l'Africa si trova ad un bivio" - ha affermato Padre Agostoni - "ritornare alle antiche tradizioni illuminate dai proverbi o lasciarsi dominare, invadere dalla decadente cultura Occidentale? A mio parere l'ideale è un'armoniosa cultura tra tradizioni africane purificate dal lievito evangelico e la vita del Vangelo stesso".
OP/MESSAGGIO GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE/SEPE VIS 20040429 (350)

RICERCA SANTITÀ FONDAMENTO VITA DEL VESCOVO


CITTA' DEL VATICANO, 29 APR. 2004 (VIS). Questa mattina, il Santo Padre Giovanni Paolo II, nel ricevere i Presuli della Conferenza Episcopale delle Provincie Ecclesiastiche di Baltimora e Washington, Stati Uniti d'America, al termine della Visita "ad Limina Apostolorum", ha affermato di volere riflettere, nel corso degli incontri con i Presuli americani, "sul mistero della Chiesa e in particolare sull'esercizio del ministero episcopale".

Il Papa ha dedicato il discorso odierno al "munus sanctificandi", la ricerca della santità alla quale sono chiamati tutti i Vescovi e che "ha origine nella indefettibile santità della Chiesa. Poiché 'Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, per renderla santa', la Chiesa è stata dotata di infallibile santità ed è divenuta essa stessa, 'in Cristo e attraverso Cristo, la fonte e l'origine di tutta la santità'. Questa verità fondamentale della Fede" - ha affermato il Pontefice - "deve essere più chiaramente compresa ed apprezzata da tutti i membri del Corpo di Cristo, poiché è parte essenziale della consapevolezza di sé della Chiesa e fondamento della sua missione universale".

"Allo stesso tempo" - ha detto ancora il Pontefice - "la santità della Chiesa sulla terra rimane reale ma imperfetta. La sua santità è sia dono che vocazione, grazia costitutiva e convocazione alla costante fedeltà alla grazia. Il Concilio Vaticano II (…) ha riaffermato che 'tutti i cristiani di ogni condizione e situazione di vita sono chiamati alla pienezza della vita cristiana e alla perfezione della carità'. Il Papa ha invitato tutti i membri della Chiesa alla sincera ammissione del peccato e alla necessità della conversione costante, lungo il cammino della penitenza e del rinnovamento".

Giovanni Paolo II ha sottolineato che: "La sfida che si presenta a noi Vescovi e a tutta la Chiesa (…) è sempre valida: la vita di ogni cristiano e tutte le strutture della Chiesa devono essere chiaramente volte al perseguimento della santità. (…) Il perseguimento della santità personale deve essere fondamento della vita e dell'identità di ogni Vescovo. Egli deve riconoscere la personale necessità di santificazione mentre si impegna nella santificazione degli altri".

Il Papa ha quindi sottolineato che un Vescovo deve attentamente "ascoltare la Parola di Dio", dedicarsi alla contemplazione e "insegnare la contemplazione". La sua preghiera deve nutrirsi soprattutto dell'Eucaristia, del tempo dedicato all'adorazione davanti al Tabernacolo, del regolare ricorso al Sacramento della penitenza e della celebrazione della Liturgia delle Ore.

Il Papa si è a lungo soffermato sull'importanza dell'adozione di "uno stile di vita ad imitazione della povertà di Cristo" ed ha detto: "Incoraggio voi e i vostri fratelli Vescovi ad intraprendere tale discernimento relativamente all'esercizio pratico del ministero episcopale nel vostro Paese, per garantire che esso sia percepito, sempre più chiaramente, come una forma di servizio sacrificale nel gregge di Cristo".

Giovanni Paolo II ha concluso il suo discorso ribadendo "il rapporto indivisibile fra la santità e la missione della Chiesa. Parte essenziale della nuova evangelizzazione deve essere, perciò, un nuovo anelito alla santità, che ispiri tutte le nostre iniziative e trovi pratica espressione in un rinnovamento della fede e della vita cristiana".
AL/MUNUS SANCTIFICANDI/USA VIS 20040429 (490)

mercoledì 28 aprile 2004

SANTA SEDE SU TRATTATO NON PROLIFERAZIONE NUCLEARE


CITTA' DEL VATICANO, 28 APR. 2004 (VIS). L'Arcivescovo Celestino Migliore, Osservatore Permanente della Santa Sede presso l'Organizzazione delle Nazioni Unite, è intervenuto ieri a New York alla Terza Sessione (New York 26 aprile - 7 maggio), del Comitato Preparatorio della Conferenza di Revisione del Trattato di Non-Proliferazione Nucleare (NPT), in programma nel 2005.

Benché il Trattato, ha affermato l'Arcivescovo Migliore, "abbia contribuito alla pace e alla sicurezza internazionale, ancora molto rimane da fare", in particolare riguardo alla sua integrità e alla buona fede nella sua applicazione. "Il Trattato di Non-Proliferazione Nucleare prometteva l'eliminazione delle armi nucleari e lo sviluppo della cooperazione tecnologica e nucleare a favore del progresso".

"Il contesto geo-politico attuale" - ha affermato il Nunzio - "alla luce della minaccia delle reti terroristiche globali dotate di armi di distruzione di massa, richiede il rafforzamento del nostro impegno. Allo stesso tempo, è evidente che il commercio delle armi nucleari non può continuare".

Il Nunzio Apostolico ha successivamente elencato tre punti che suscitano preoccupazione: 1) Gli Stati dotati di armi nucleari non danno prova di rispettare gli obblighi riguardanti l'eliminazione degli arsenali nucleari; 2) Gli Stati non dotati di armi nucleari non ottemperano agli obblighi previsti all'Articolo II: divieto di ricevere, trasferire, fabbricare e acquistare armi nucleari. È evidente che l'uso pacifico dell'energia nucleare può facilmente tramutarsi in uso ai fini di armamento nucleare"; 3) "Un terzo problema deriva da quegli Stati che non aderiscono o si ritirino dal Trattato di Non-Proliferazione Nucleare".

L'Arcivescovo Migliore ha ricordato la posizione della Santa Sede secondo la quale "una 'pace' fondata sulle armi nucleari non è la pace alla quale aspiriamo nel XXI secolo. (…) È necessario un dialogo globale e multilaterale, che tenga conto della pubblica opinione e di quella degli esperti". L'Osservatore Permanente ha infine rinnovato l'appoggio della Santa Sede al progetto di "una conferenza internazionale che individui i modi per eliminare la minaccia nucleare, ai quali fa esplicito riferimento la Dichiarazione del Millennio delle Nazioni Unite".
DELSS/TRATTATO NON-PROLIFERAZIONE/MIGLIORE VIS 20040428 (360)

NELLA LITURGIA E ORAZIONE POSSIAMO INTUIRE VOLTO DI CRISTO


CITTA' DEL VATICANO, 28 APR. 2004 (VIS). Tema della catechesi del Santo Padre Giovanni Paolo II per l'Udienza Generale di oggi, tenutasi in Piazza San Pietro, è stato la seconda parte del Salmo 26: "Preghiera dell'innocente perseguitato", "canto di fiducia che si leva al Signore nel giorno tenebroso dell'assalto del male".

"Ma anche ora" - ha detto il Pontefice - "come nella prima parte del Salmo, l'elemento decisivo è la fiducia dell'orante nel Signore, che salva nella prova e sostiene durante la bufera".

Il Santo Padre ha precisato che nel Salmo 26 vi sono tre elementi simbolici: "Il primo è quello negativo dell'incubo dei nemici (…) tratteggiati come una belva che 'brama' la sua preda" e "come 'falsi testimoni' che sembrano soffiare dalle loro narici violenza (…). C'è, dunque, nel mondo un male aggressivo, che ha in Satana la guida e l'ispiratore".

"La seconda immagine" - ha proseguito il Papa - "illustra in modo chiaro la fiducia serena del fedele, nonostante l'abbandono perfino da parte dei genitori. (…) A tutte le persone anziane, malate, dimenticate da tutti, alle quali nessuno farà mai una carezza, ricordiamo queste parole del Salmista e del profeta, perché sentano la mano paterna e materna del Signore toccare silenziosamente e con amore i loro volti sofferenti e forse rigati dalle lacrime".

Del terzo simbolo, reiterato più volte nel Salmo: "'Cercate il suo volto; il tuo volto, Signore, io cerco. Non nascondermi il tuo volto'", il Santo Padre ha detto: "È, dunque, il volto di Dio la meta della ricerca spirituale dell'orante. (…) Nel linguaggio dei Salmi 'cercare il volto del Signore' è spesso sinonimo dell'ingresso nel tempio per celebrare e sperimentare la comunione col Dio di Sion. (…) Nella liturgia, dunque, e nell'orazione personale ci è concessa la grazia di intuire quel volto che non potremo mai direttamente vedere durante la nostra esistenza terrena".

Nelle parole di saluto rivolte ai pellegrini, al termine dell'Udienza, Giovanni Paolo II ha ricordato che domani si celebra la festa di Santa Caterina da Siena, Patrona d'Italia e d'Europa ed ha detto: "L'esempio di questa grande santa aiuti ciascuno di voi ad essere perseveranti nella fede, e in ogni situazione a rendere generosa testimonianza a Cristo e al suo Vangelo".
AG/SALMO 26/… VIS 20040428 (390)

martedì 27 aprile 2004

UDIENZE

CITTA' DEL VATICANO, 27 APR. 2004 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienze separate:

- L'Arcivescovo Pietro Sambi, Nunzio Apostolico in Israele e in Cipro e Delegato Apostolico in Gerusalemme e Palestina.

- L'Arcivescovo Francesco Canalini, Nunzio Apostolico in Australia.
AP/…/… VIS 20040427 (50)

ALTRI ATTI PONTIFICI

CITTA' DEL VATICANO, 27 APR. 2004 (VIS). Il Santo Padre ha nominato il Monsignore Mario Giordana, finora Consigliere della Nunziatura Apostolica in Italia, Nunzio Apostolico in Haiti, elevandolo in pari tempo alla dignità di Arcivescovo. L'Arcivescovo eletto è nato a Barge (Cuneo) nel 1942 ed è stato ordinato sacerdote nel 1967.
NN/…/GIORDANA VIS 20040427 (60)

PRESENTAZIONE MESSAGGIO GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE


CITTA' DEL VATICANO, 27 APR. 2004 (VIS). Giovedì 29 aprile, alle ore 11:30, presso la Sala Stampa della Santa Sede avrà luogo la Conferenza Stampa di presentazione del Messaggio del Santo Padre per la Giornata Missionaria Mondiale 2004 "Eucaristia e Missione".

Interverranno il Cardinale Crescenzio Sepe, Prefetto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli; Padre Massimo Cenci, P.I.M.E., Sotto-Segretario della medesima Congregazione; Padre Fernando Galbiati, P.I.M.E., Segretario Generale a.i. delle Pontificie Opere Missionarie e Padre Tarcisio Agostoni, Missionario Comboniano in Uganda.
OP/GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE/SEPE VIS 20040427 (90)

CONSULTAZIONE COMPENDIO CATECHISMO SI CONCLUDE 30 APRILE


CITTA' DEL VATICANO, 27 APR. 2004 (VIS). Il Dottor Joaquín Navarro-Valls, Direttore della Sala Stampa della Santa Sede, ha rilasciato questa mattina la dichiarazione che segue, relativa al progetto di un Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica:

"Il 30 aprile p.v. si conclude la consultazione di tutti i Cardinali e dei Presidenti delle Conferenze Episcopali circa il progetto di 'Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica', preparato dalla Speciale Commissione Cardinalizia, coadiuvata dal Comitato di Redazione".

"Nel preparare tale progetto, si è cercato di attuare quanto richiesto dal Santo Padre nella lettera indirizzata il 2 febbraio 2003 al Cardinale Joseph Ratzinger: 'Il Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica dovrà contenere, in modo conciso, i contenuti essenziali e fondamentali della fede della Chiesa, rispettandone la completezza e l'integrità dottrinale, sì da costituire una sorta di 'vademecum', che consenta alle persone, credenti e non, di abbracciare, in uno sguardo d'insieme, l'intero panorama della fede cattolica. Esso avrà come fonte, modello e punto di riferimento costante l'attuale Catechismo della Chiesa Cattolica, che, mantenendo intatta la sua autorevolezza e importanza, potrà trovare, in tale sintesi, uno stimolo ad essere meglio approfondito, e, più in generale, un ulteriore strumento di educazione alla fede'".

"Il progetto del Compendio, pertanto, cerca di rispecchiare fedelmente il Catechismo della Chiesa Cattolica sia nella struttura sia nell'articolazione dei contenuti sia nel linguaggio, dovendo essere non un qualunque Compendio della fede cattolica, ma un Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica".

"Il progetto inviato per la consultazione è, quanto alla lunghezza, circa un settimo del suddetto Catechismo ed è redatto in forma dialogica, con domande seguite da risposte sintetiche. Si è preferito questo genere letterario, in quanto si ritiene che inviti maggiormente alla lettura, instaurando un ideale dialogo tra il testo e il lettore".

"Alla fine del progetto, sono state collocate, come appendice, alcune principali e comuni preghiere del cristiano e alcune formule di dottrina cattolica".
OP/COMPENDIO CATECHISMO/NAVARRO-VALLS VIS 20040427 (330)

DOMENICA 2 MAGGIO ORDINAZIONE PRESBITERALE 26 DIACONI


CITTA' DEL VATICANO, 27 APR. 2004 (VIS). Un Comunicato dell'Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice annuncia che domenica 2 maggio, IV Domenica di Pasqua, alle ore 9:00, il Santo Padre Giovanni Paolo II presiederà la Santa Messa nella Basilica Vaticana e conferirà l'Ordinazione presbiterale a 26 diaconi della Diocesi di Roma. Concelebreranno con il Santo Padre il Cardinale Camillo Ruini, Vicario Generale di Sua Santità per la Diocesi di Roma, l'Arcivescovo Luigi Moretti, Vicegerente, i Vescovi Ausiliari, i Superiori dei Seminari interessati e i Parroci degli Ordinandi.
OCL/ORDINAZIONI PRESBITERALI/… VIS 20040427 (100)

RICONGIUNGERE MONDO SCIENZA E CULTURA VERITÀ FEDE


CITTA' DEL VATICANO, 27 APR. 2004 (VIS). Il Santo Padre Giovanni Paolo II ha ricevuto questa mattina gli Officiali della Congregazione per l'Educazione Cattolica, in occasione del XXV anniversario della Costituzione Apostolica "Sapientia christiana", firmata quasi all'inizio del suo Pontificato e relativa all'esercizio del "munus docendi" della Chiesa.

Giovanni Paolo II ha ricordato "l'alta vocazione che distingue le Università e Facoltà ecclesiastiche: adoperarsi con tutta la loro forza a ricongiungere ed unire il mondo della scienza e della cultura alla verità della fede, per far riscoprire l'ordine salvifico del piano divino nella realtà di questo mondo".

Esprimendo il suo apprezzamento per l'attenzione dedicata negli ultimi anni "alla bioetica, agli studi islamistici, alla mobilità umana", il Papa ha incoraggiato le iniziative che mirano "ad approfondire i legami che esistono tra la Rivelazione divina e le aree sempre nuove del sapere nella realtà odierna".

Il Santo Padre ha successivamente fatto riferimento alla missione delle Università e Facoltà ecclesiastiche di coltivare l'interesse per i temi connessi alla "tutela della dignità della persona, la difesa dei deboli e degli emarginati, il rispetto della natura, il rifiuto della violenza, la solidarietà mondiale".

"È necessario che le istituzioni culturali ecclesiastiche accolgano", ha proseguito il Pontefice, studino, applichino e sviluppino le conseguenze degli insegnamenti contenuti nelle diverse Encicliche relativamente alla riconciliazione tra fede e ragione ("Fides et Ratio"), tra il bene e il vero ("Veritatis splendor"), tra fede e cultura ("Redemptoris missio"), tra leggi civili e legge morale ("Evangelium vitae"), tra Occidente e Oriente ("Slavorum apostoli"), tra Nord e Sud ("Centesimus annus").

"Sono ben note" - ha sottolineato il Santo Padre - "le attuali insidie dell'individualismo, del pragmatismo, del razionalismo, che si estendono persino negli ambiti che hanno il compito della formazione. (…) I docenti non devono dimenticare che l'attività dell'insegnamento è inseparabile dall'impegno dell'approfondimento della verità, in particolare della verità rivelata. Essi, pertanto, non devono dissociare il rigore della loro attività universitaria dall'apertura umile e disponibile alla Parola di Dio, scritta o trasmessa, sempre ricordando che l'interpretazione autentica della Rivelazione è stata affidata 'al solo Magistero vivo della Chiesa', il quale esercita tale compito nel nome di Gesù Cristo".
AC/SAPIENTIA CHRISTIANA/… VIS 20040427 (370)

lunedì 26 aprile 2004

"PONETEVI GENEROSAMENTE AL SERVIZIO VOSTRE COMUNITÀ"

CITTA' DEL VATICANO, 26 APR. 2004 (VIS). Questa mattina il Santo Padre Giovanni Paolo II ha ricevuto i rappresentanti dell'Associazione Nazionale Comuni Italiani in occasione del centenario della nascita del Professor Giorgio La Pira, Sindaco di Firenze, "figura eminente della politica, della cultura e della spiritualità del secolo appena trascorso".

Il Papa, ricordando il servizio reso da Giorgio La Pira "alla causa della fraterna convivenza tra le nazioni" e "il suo sforzo teso a favorire l'amicizia tra i popoli che si richiamano ad Abramo - ebrei, cristiani e islamici", ha ringraziato i rappresentanti dell'Associazione per "l'aiuto concreto" offerto al "Caritas Baby Hospital" di Betlemme", in memoria del Professor La Pira.

"Davanti ai potenti della Terra" - ha affermato Giovanni Paolo II, il Professor La Pira - "espose con fermezza le sue idee di credente e di uomo amante della pace, invitando gli interlocutori a uno sforzo comune per promuovere tale bene fondamentale nei vari ambiti: nella società, nella politica, nell'economia, nelle culture e tra le religioni". Il Santo Padre ha continuato il suo discorso ricordando che in una lettera dell'ottobre 1964 all'amico Amintore Fanfani, il Professor La Pira "scriveva parole di una sorprendente attualità: 'I politici sono guide civili, cui il Signore affida, attraverso le tecniche mutevoli dei tempi, il mandato di guidare i popoli verso la pace, l'unità, la promozione spirituale e civile di ciascun popolo e di tutti insieme".

Al termine del suo discorso, il Santo Padre ha esortato i Sindaci a seguire l'esempio di Giorgio La Pira con queste parole: "Ponetevi generosamente al servizio delle vostre comunità, con una speciale attenzione alle fasce giovanili, favorendone anche il progresso spirituale. (…) Grazie al contributo di tutti, il sogno di un mondo migliore può divenire realtà".
AC/CENTENARIO LA PIRA/… VIS 20040426 (290)

BEATIFICAZIONE UN SACERDOTE, QUATTRO RELIGIOSE E UNA LAICA


CITTA' DEL VATICANO, 25 APR. 2004 (VIS). Questa mattina, III Domenica di Pasqua, il Santo Padre Giovanni Paolo II ha presieduto, sul sagrato della Basilica Vaticana, la Celebrazione Eucaristica nel corso della quale ha proclamato sei nuovi Beati, un sacerdote, quattro religiose e una laica, i Servi di Dio: Augusto Czartoryski (1858-1893), Laura Montoya (1874-1949), María Guadalupe García Zavala (1878-1963), Nemesia Valle (1847-1916), Eusebia Palomino Yenes (1899-1935) e la laica Alexandrina María da Costa (1904-1955).

Del Beato Augusto Czartoryski, giovane principe polacco, quindi Presbitero della Società Salesiana di San Giovanni Bosco, il Papa ha ricordato che: "elaborò un efficace metodo di discernimento dei disegni divini. Presentava a Dio nella preghiera tutte le domande e le perplessità di fondo e poi nello spirito di obbedienza seguiva i consigli delle sue guide spirituali. Così ha compreso la sua vocazione di vivere una vita di povertà per servire i più piccoli". Il Santo Padre ha detto di voler lasciare l'esempio della sua santità soprattutto ai giovani esortandoli, in particolare, ad imparare dal Beato Augusto: "a chiedere ardentemente nella preghiera la luce dello Spirito Santo e guide sagge" per la propria vita.

Della Beata colombiana Madre Laura Montoya il Santo Padre ha detto che: "Vedendo come tanti indigeni, lontani dai centri urbani, vivessero senza conoscere Dio, decise di fondare la Congregazione delle Suore Missionarie di Maria Immacolata e di Santa Caterina da Siena per portare la luce del Vangelo agli abitanti della foresta amazzonica. (…) Ispirandosi al suo messaggio pacificatore, la invochiamo oggi affinché la cara Nazione colombiana possa presto realizzare la pace, la giustizia e il progresso".

Riferendosi alla pagina evangelica di oggi, e alla triplice domanda di Gesù a Pietro "Mi ami tu?", il Santo Padre ha ricordato che la medesima domanda Cristo rivolge agli uomini e alle donne di tutte le epoche. La nuova Beata messicana Guadalupe García Zavala rispose con prontezza a tale invito e "rinunciò al matrimonio per dedicarsi al servizio dei più poveri, dei bisognosi e degli infermi, fondando a tale scopo la Congregazione delle Ancelle di Santa Margherita Maria e dei Poveri. Con fede profonda, speranza illimitata ed un grande amore per Cristo, Madre Lupita cercò la propria santificazione nell'amore al Cuore di Gesù e nella fedeltà alla Chiesa".

Successivamente, evocando la missione della Beata italiana Nemesia Valle, Vergine, della Congregazione delle Suore della Carità di Santa Giovanna Antida Thouret, il Papa ha ricordato che: "'Manifestare l'amore di Dio ai piccoli, ai poveri, ad ogni uomo, in ogni parte della terra': questo è stato l'impegno della Beata Nemesia Valle nel corso di tutta la sua esistenza. (…) È l'esempio di una santità luminosa, protesa alle alte vette della perfezione evangelica, e che si traduce nei semplici gesti della vita quotidiana interamente spesa per Dio".

Della spagnola Suor Eusebia Palomino Yenes, dell'Istituto Figlie di Maria Ausiliatrice, il Santo Padre ha ricordato come la nuova Beata fosse "animata dall'amore dell'Eucaristia e della Vergine. L'amore e il servizio erano importanti per lei, il resto non contava (…). Con la radicalità e la coerenza delle sue scelte, Suor Eusebia Palomino Yenes traccia un cammino esemplare ed esigente di santità per tutti noi e più specialmente per i giovani del nostro tempo".

Il Santo Padre ha concluso l'omelia tracciando il ritratto della nuova Beata portoghese Alejandrina María da Costa, laica dell'Unione dei Cooperatori Salesiani, della quale ha sottolineato la "forte volontà che accettava tutto per dimostrare il suo amore per Dio. (…) Ella rivisse misticamente la passione di Cristo e si offrì come vittima per i peccatori, ricevendo la forza dall'Eucaristia, unico alimento dei suoi ultimi tredici anni di vita".

Al termine della Messa e prima della recita del Regina Coeli, Giovanni Paolo II ha rivolto parole di saluto, nelle rispettive lingue, ai pellegrini venuti da vari Paesi per rendere omaggio ai nuovi Beati. Parlando in polacco del Beato Czartoryski, il Santo Padre ha detto: "È per me una gioia personale potere in questa occasione accogliere in Vaticano la famiglia del Beato, così benemerita per la Polonia. Sono stato ad essa strettamente legato come Vescovo di Cracovia, soprattutto con il Prelato mitrato Stanislao Czartoryski".
HML/BEATIFICAZIONE/… VIS 20040426 (690)

DEDICARE TEMPO PREGHIERA E MEDITAZIONE VANGELO


CITTA' DEL VATICANO, 24 APR. 2004 (VIS). Questa mattina il Santo Padre ha ricevuto 210 giovani dell'Arcidiocesi di Rouen (Francia), accompagnati dall'Amministratore Diocesano, Don Christian Nourrichard.

"Siete venuti a Roma" - ha detto il Papa rivolgendosi ai sacerdoti, seminaristi, religiosi e laici - "per vivere una settimana di ritiro e di vita fraterna. Prego in particolare per tutti coloro che riceveranno il Sacramento della Confermazione lunedì prossimo. Vi invito a fare del vostro pellegrinaggio un tempo di rinnovamento spirituale. Potrete comprendere la volontà del Signore che vuole aiutarvi a condurre un'esistenza bella; la vostra vita interiore avrà un soffio nuovo. Non abbiate paura di aprire il vostro cuore e di lasciare che Cristo vi parli. Imparate a dedicare regolarmente tempo alla preghiera e alla meditazione del Vangelo".
AC/…/PELLEGRINI ROUEN VIS 20040426 (140)

ALTRI ATTI PONTIFICI


CITTA' DEL VATICANO, 26 APR. 2004 (VIS). Il Santo Padre:

- Ha accettato la rinuncia al governo pastorale dell'Arcidiocesi di Dublin (Irlanda), presentata dal Cardinale Desmond Connell, per raggiunti limiti d'età. Gli succede l'Arcivescovo Diarmuid Martin, finora Coadiutore della medesima Arcidiocesi.

- Ha nominato il Vescovo Claudio Stagni, finora Ausiliare dell'Arcidiocesi di Bologna (Italia), Vescovo di Faenza-Modigliana (superficie: 1.044; popolazione: 121.000; cattolici: 116.000; sacerdoti: 134; religiosi: 219; diaconi permanenti: 3), Italia.

Sabato 24 aprile è stato reso noto che il Santo Padre:

- Ha elevato alla dignità episcopale il Monsignor Jan Kocis, che è Protosincello dell'Esarcato Apostolico per i cattolici di rito bizantino residenti nella Repubblica Ceca.

- Ha nominato Suor Enrica Rosanna, F.M.A., della Pontificia Facoltà di Scienze dell'Educazione "Auxilium" delle Figlie di Maria Ausiliatrice, Sotto-Segretario della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica.
RE:NER:NA/…/… VIS 20040426 (140)

"PONETEVI GENEROSAMENTE AL SERVIZIO VOSTRE COMUNITÀ"


CITTA' DEL VATICANO, 26 APR. 2004 (VIS). Questa mattina il Santo Padre Giovanni Paolo II ha ricevuto i rappresentanti dell'Associazione Nazionale Comuni Italiani in occasione del centenario della nascita del Professor Giorgio La Pira, Sindaco di Firenze, "figura eminente della politica, della cultura e della spiritualità del secolo appena trascorso".

Il Papa, ricordando il servizio reso da Giorgio La Pira "alla causa della fraterna convivenza tra le nazioni" e "il suo sforzo teso a favorire l'amicizia tra i popoli che si richiamano ad Abramo - ebrei, cristiani e islamici", ha ringraziato i rappresentanti dell'Associazione per "l'aiuto concreto" offerto al "Caritas Baby Hospital" di Betlemme", in memoria del Professor La Pira.

"Davanti ai potenti della Terra" - ha affermato Giovanni Paolo II, il Professor La Pira - "espose con fermezza le sue idee di credente e di uomo amante della pace, invitando gli interlocutori a uno sforzo comune per promuovere tale bene fondamentale nei vari ambiti: nella società, nella politica, nell'economia, nelle culture e tra le religioni". Il Santo Padre ha continuato il suo discorso ricordando che in una lettera dell'ottobre 1964 all'amico Amintore Fanfani, il Professor La Pira "scriveva parole di una sorprendente attualità: 'I politici sono guide civili, cui il Signore affida, attraverso le tecniche mutevoli dei tempi, il mandato di guidare i popoli verso la pace, l'unità, la promozione spirituale e civile di ciascun popolo e di tutti insieme".

Al termine del suo discorso, il Santo Padre ha esortato i Sindaci a seguire l'esempio di Giorgio La Pira con queste parole: "Ponetevi generosamente al servizio delle vostre comunità, con una speciale attenzione alle fasce giovanili, favorendone anche il progresso spirituale. (…) Grazie al contributo di tutti, il sogno di un mondo migliore può divenire realtà".
AC/CENTENARIO LA PIRA/… VIS 20040426 (290)

UDIENZE


CITTA' DEL VATICANO, 26 APR. 2004 (VIS). Questa mattina il Santo Padre ha ricevuto in udienza nove Presuli della Conferenza Episcopale degli Stati Uniti d'America (Regione IV), in Visita "ad Limina Apostolorum":

- Il Cardinale Theodore Edgar McCarrick, Arcivescovo di Washington con gli Ausiliari, Vescovo Leonard James Olivier, S.V.D.; Vescovo Kevin Joseph Farrell e Vescovo Francisco González Valer, S.F.

- Il Cardinale William Henry Keeler, Arcivescovo di Baltimore, con gli Ausiliari, Vescovo Gordon Dunlap Bennett, S.I. e Vescovo William Francis Malooly ed il Vescovo William Clifford Newman, già Ausiliare della medesima Arcidiocesi.

- Il Vescovo George Vance Murry, S.I., di Saint Thomas (Virgin Islands).

Sabato 24 aprile il Santo Padre ha ricevuto in udienze separate:

- Il Signor Carlos Abella y Ramallo, Ambasciatore di Spagna, con la Consorte, in visita di congedo.

- Il Vescovo Velasio De Paolis, Segretario del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, con i Familiari.

- L'Arcivescovo Jósef Michalik, di Przemysl (Polonia).
AL:AP/…/… VIS 20040426 (150)

BEATIFICAZIONE UN SACERDOTE, QUATTRO RELIGIOSE E UNA LAICA


CITTA' DEL VATICANO, 25 APR. 2004 (VIS). Questa mattina, III Domenica di Pasqua, il Santo Padre Giovanni Paolo II ha presieduto, sul sagrato della Basilica Vaticana, la Celebrazione Eucaristica nel corso della quale ha proclamato sei nuovi Beati, un sacerdote, quattro religiose e una laica, i Servi di Dio: Augusto Czartoryski (1858-1893), Laura Montoya (1874-1949), María Guadalupe García Zavala (1878-1963), Nemesia Valle (1847-1916), Eusebia Palomino Yenes (1899-1935) e la laica Alexandrina María da Costa (1904-1955).

Del Beato Augusto Czartoryski, giovane principe polacco, quindi Presbitero della Società Salesiana di San Giovanni Bosco, il Papa ha ricordato che: "elaborò un efficace metodo di discernimento dei disegni divini. Presentava a Dio nella preghiera tutte le domande e le perplessità di fondo e poi nello spirito di obbedienza seguiva i consigli delle sue guide spirituali. Così ha compreso la sua vocazione di vivere una vita di povertà per servire i più piccoli". Il Santo Padre ha detto di voler lasciare l'esempio della sua santità soprattutto ai giovani esortandoli, in particolare, ad imparare dal Beato Augusto: "a chiedere ardentemente nella preghiera la luce dello Spirito Santo e guide sagge" per la propria vita.

Della Beata colombiana Madre Laura Montoya il Santo Padre ha detto che: "Vedendo come tanti indigeni, lontani dai centri urbani, vivessero senza conoscere Dio, decise di fondare la Congregazione delle Suore Missionarie di Maria Immacolata e di Santa Caterina da Siena per portare la luce del Vangelo agli abitanti della foresta amazzonica. (…) Ispirandosi al suo messaggio pacificatore, la invochiamo oggi affinché la cara Nazione colombiana possa presto realizzare la pace, la giustizia e il progresso".

Riferendosi alla pagina evangelica di oggi, e alla triplice domanda di Gesù a Pietro "Mi ami tu?", il Santo Padre ha ricordato che la medesima domanda Cristo rivolge agli uomini e alle donne di tutte le epoche. La nuova Beata messicana Guadalupe García Zavala rispose con prontezza a tale invito e "rinunciò al matrimonio per dedicarsi al servizio dei più poveri, dei bisognosi e degli infermi, fondando a tale scopo la Congregazione delle Ancelle di Santa Margherita Maria e dei Poveri. Con fede profonda, speranza illimitata ed un grande amore per Cristo, Madre Lupita cercò la propria santificazione nell'amore al Cuore di Gesù e nella fedeltà alla Chiesa".

Successivamente, evocando la missione della Beata italiana Nemesia Valle, Vergine, della Congregazione delle Suore della Carità di Santa Giovanna Antida Thouret, il Papa ha ricordato che: "'Manifestare l'amore di Dio ai piccoli, ai poveri, ad ogni uomo, in ogni parte della terra': questo è stato l'impegno della Beata Nemesia Valle nel corso di tutta la sua esistenza. (…) È l'esempio di una santità luminosa, protesa alle alte vette della perfezione evangelica, e che si traduce nei semplici gesti della vita quotidiana interamente spesa per Dio".

Della spagnola Suor Eusebia Palomino Yenes, dell'Istituto Figlie di Maria Ausiliatrice, il Santo Padre ha ricordato come la nuova Beata fosse "animata dall'amore dell'Eucaristia e della Vergine. L'amore e il servizio erano importanti per lei, il resto non contava (…). Con la radicalità e la coerenza delle sue scelte, Suor Eusebia Palomino Yenes traccia un cammino esemplare ed esigente di santità per tutti noi e più specialmente per i giovani del nostro tempo".

Il Santo Padre ha concluso l'omelia tracciando il ritratto della nuova Beata portoghese Alejandrina María da Costa, laica dell'Unione dei Cooperatori Salesiani, della quale ha sottolineato la "forte volontà che accettava tutto per dimostrare il suo amore per Dio. (…) Ella rivisse misticamente la passione di Cristo e si offrì come vittima per i peccatori, ricevendo la forza dall'Eucaristia, unico alimento dei suoi ultimi tredici anni di vita".

Al termine della Messa e prima della recita del Regina Coeli, Giovanni Paolo II ha rivolto parole di saluto, nelle rispettive lingue, ai pellegrini venuti da vari Paesi per rendere omaggio ai nuovi Beati. Parlando in polacco del Beato Czartoryski, il Santo Padre ha detto: "È per me una gioia personale potere in questa occasione accogliere in Vaticano la famiglia del Beato, così benemerita per la Polonia. Sono stato ad essa strettamente legato come Vescovo di Cracovia, soprattutto con il Prelato mitrato Stanislao Czartoryski".
HML/BEATIFICAZIONE/… VIS 20040426 (690)

DEDICARE TEMPO PREGHIERA E MEDITAZIONE VANGELO C

ITTA' DEL VATICANO, 24 APR. 2004 (VIS). Questa mattina il Santo Padre ha ricevuto 210 giovani dell'Arcidiocesi di Rouen (Francia), accompagnati dall'Amministratore Diocesano, Don Christian Nourrichard.

"Siete venuti a Roma" - ha detto il Papa rivolgendosi ai sacerdoti, seminaristi, religiosi e laici - "per vivere una settimana di ritiro e di vita fraterna. Prego in particolare per tutti coloro che riceveranno il Sacramento della Confermazione lunedì prossimo. Vi invito a fare del vostro pellegrinaggio un tempo di rinnovamento spirituale. Potrete comprendere la volontà del Signore che vuole aiutarvi a condurre un'esistenza bella; la vostra vita interiore avrà un soffio nuovo. Non abbiate paura di aprire il vostro cuore e di lasciare che Cristo vi parli. Imparate a dedicare regolarmente tempo alla preghiera e alla meditazione del Vangelo".
AC/…/PELLEGRINI ROUEN VIS 20040426 (140)

venerdì 23 aprile 2004

UDIENZE

CITTA' DEL VATICANO, 23 APR. 2004 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto oggi in udienza il Cardinale Giovanni Battista Re, Prefetto della Congregazione per i Vescovi.
AP/…/… VIS 20040423 (30)

CITTA' DEL VATICANO, 23 APR. 2004 (VIS). Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della Diocesi di Rancagua (Cile), presentata dal Vescovo Francisco Javier Prado Aránguiz, SS.CC, presentata per raggiunti limiti d'età. Gli succede il Vescovo Alejandro Goic Karmelic, finora Coadiutore della medesima Diocesi.
RE:NER/…/ARÁNGUIZ:KARMELIC VIS 20040423 (50)

ISTRUZIONE "REDEMPTIONIS SACRAMENTUM" LITURGIA EUCARISTIA


CITTA' DEL VATICANO, 23 APR. 2004 (VIS). L'Istruzione "Redemptionis Sacramentum "Redemptionis Sacramentus su alcune cose che si devono osservare ed evitare circa la Santissima Eucaristia", è il Documento della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti presentato oggi nella Sala Stampa della Santa Sede dal Cardinale Francis Arinze, Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, dall'Arcivescovo Domenico Sorrentino, Segretario della medesima Congregazione e dall'Arcivescovo Angelo Amato, S.D.B., Segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede. Alla Conferenza Stampa di presentazione è intervenuto anche il Cardinale Julián Herranz, Presidente del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi.

L'Istruzione consta di una Introduzione, 8 Capitolo ed una Conclusione, ed il testo è suddiviso in 186 paragrafi.

Il Capitolo I: "La Regolamentazione della Sacra Liturgia" tratta del ruolo della Sede Apostolica, del Vescovo diocesano, della Conferenza Episcopale, dei sacerdoti e diaconi nella regolamentazione della liturgia, con particolare attenzione al Vescovo Diocesano. Al Paragrafo 22 si legge: "Il Vescovo regge la Chiesa particolare a lui affidata ed è suo compito regolamentare, dirigere, spronare, talvolta anche riprendere, adempiendo il sacro ufficio che egli ha ricevuto mediante l'ordinazione episcopale per l'edificazione del suo gregge nella verità e nella santità".

Nel Paragrafo 24 si legge: "Da parte sua, il popolo cristiano ha il diritto che il Vescovo diocesano vigili affinché non si insinuino abusi nella disciplina ecclesiastica, specialmente riguardo al ministero della parola, alla celebrazione dei sacramenti e dei sacramentali, al culto di Dio e dei santi".

Relativamente alle Conferenze Episcopali al Paragrafo 28 si legge: "Tutte le norme attinenti alla materia liturgica, stabilite a norma del diritto da una Conferenza dei Vescovi per il proprio territorio, vanno sottoposte alla 'recognitio' della Congregazione per Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, senza la quale non posseggono alcuna forza obbligante".

Nel Paragrafo 31 si esortano i Sacerdoti con queste parole: " (…) Non svuotino il significato profondo del proprio ministero, deformando la celebrazione liturgica con cambiamenti, riduzioni o aggiunte arbitrarie".

Il Capitolo II s'intitola "La partecipazione dei fedeli laici alla celebrazione dell'Eucaristia". Al paragrafo 36 si legge: "Il sacerdozio comune dei fedeli e il sacerdozio ministeriale o gerarchico, quantunque differiscano essenzialmente e non solo di grado, sono tuttavia ordinati l'uno all'altro, poiché l'uno e l'altro, ognuno a suo modo, partecipano dell'unico sacerdozio di Cristo".

Il Paragrafo 42 precisa che: "Il sacrificio eucaristico non va poi ritenuto come 'concelebrazione' in senso univoco del Sacerdote insieme con il popolo presente. Al contrario, l'Eucaristia celebrata dai Sacerdoti è un dono 'che supera radicalmente il potere dell'assemblea (…). La comunità che si riunisce per la celebrazione dell'Eucaristia necessita assolutamente di un Sacerdote ordinato che la presieda per poter essere veramente assemblea eucaristica. D'altra parte, la comunità non è in grado di darsi da sola il ministro ordinato'. È assolutamente necessaria la volontà comune di evitare ogni ambiguità in materia e portare rimedio alle difficoltà insorte negli ultimi anni. Pertanto, si usino soltanto con cautela locuzioni quali 'comunità celebrante' o 'assemblea celebrante', o in altre lingue moderne 'celebrating assemby, 'asamblea celebrante', 'assembléé célébrante', e simili".

Riguardo ai ministranti, nel Paragrafo 47 si legge: "È veramente ammirevole che persista la nota consuetudine che siano presenti dei fanciulli o dei giovani, chiamati di solito 'ministranti', che prestino servizio all'altare alla maniera dell'accolito, e abbiano ricevuto, secondo le loro capacità, una opportuna catechesi riguardo al loro compito. Non si deve dimenticare che dal novero di questi fanciulli è scaturito nel corso dei secoli un cospicuo numero di ministri sacri. Si istituiscano o promuovano per essi delle associazioni, anche con la partecipazione e l'aiuto dei genitori, con le quali si provveda più efficacemente alla cura pastorale dei ministranti. Quando tali associazioni assumono carattere internazionale, spetta alla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti erigerle o esaminare e approvare i loro statuti. A tale servizio dell'altare si possono ammettere fanciulle o donne a giudizio del Vescovo diocesano e nel rispetto delle norme stabilite".

Il Capitolo III: "La retta celebrazione della Santa Messa" ribadisce al Paragrafo 48 "La materia della Santissima Eucaristia": "Il pane utilizzato nella celebrazione del santo Sacrificio eucaristico deve essere azimo, esclusivamente di frumento e preparato di recente, in modo che non ci sia alcun rischio di decomposizione" e al Paragrafo 50 si legge: "Il vino utilizzato nella celebrazione del santo sacrificio eucaristico deve essere naturale, del frutto della vite, genuino, non alterato, né commisto a sostanze estranee".

Il Paragrafo 52 sottolinea che: "La recita della Preghiera eucaristica, che per sua stessa natura è come il culmine dell'intera celebrazione, è propria del Sacerdote, in forza della sua ordinazione".

Nel Paragrafo 59 si legge: "Si ponga fine al riprovevole uso con il quale i Sacerdoti, i Diaconi o anche i fedeli mutano e alterano a proprio arbitrio qua e là i testi della sacra Liturgia da essi pronunciati. Così facendo, infatti, rendono instabile la celebrazione della sacra Liturgia e non di rado ne alterano il senso autentico".

Nel Paragrafo 62 si legge ancora: "Non è permesso omettere o sostituire di propria iniziativa le letture bibliche prescritte né sostituire specialmente 'le letture e il salmo responsoriale, che contengono la parola di Dio, con altri testi non biblici".

L'Istruzione stabilisce al Paragrafo 64 che: "L'omelia, (…) 'di solito è tenuta dallo stesso Sacerdote celebrante o da lui affidata ad un Sacerdote concelebrante, o talvolta, secondo l'opportunità, anche al Diacono, mai però a un laico'".

Al Paragrafo 72, relativamente dello scambio del segno di pace, si legge: "Conviene 'che ciascuno dia la pace soltanto a coloro che gli stanno più vicino, in modo sobrio'. 'Il Sacerdote può dare la pace ai ministri, rimanendo tuttavia sempre nel presbiterio, per non disturbare la celebrazione'".

Il Capitolo si conclude al Paragrafo 79 nel quale si legge: "Infine, va considerato nel modo più severo l'abuso di introdurre nella celebrazione della Santa Messa elementi contrastanti con le prescrizioni dei libri liturgici, desumendoli dai riti di altre religioni".

Il Capitolo IV: "La Santa Comunione" tratta delle "Disposizioni per ricevere la Santa Comunione". Al Paragrafo 81 si legge: "La consuetudine della Chiesa afferma, inoltre, la necessità che ognuno esamini molto a fondo se stesso, affinché chi sia conscio di essere in peccato grave non celebri la Messa né comunichi al Corpo del Signore senza avere premesso la confessione sacramentale, a meno che non vi sia una ragione grave e manchi l'opportunità di confessarsi; nel qual caso si ricordi che è tenuto a porre un atto di contrizione perfetta, che include il proposito di confessarsi quanto prima".

Riguardo alla Prima Comunione dei bambini al Paragrafo 87 si legge: "Si premetta sempre alla Prima Comunione dei bambini la confessione sacramentale e l'assoluzione. La Prima Comunione, inoltre, sia sempre amministrata da un Sacrrdote e mai al di fuori della celebrazione della Messa".

In merito alla distribuzione della Sacra Comunione, il documento ricorda il diritto di tutti i fedeli a scegliere di ricevere la Santa Comunione in bocca o in mano e in quest'ultimo caso, si legge al Paragrafo 92: "Se un comunicando, nelle regioni in cui la Conferenza dei Vescovi, con la conferma da parte della Sede Apostolica, lo abbia permesso, vuole ricevere il Sacramento sulla mano, gli sia distribuita la sacra ostia. Si badi, tuttavia, con particolare attenzione che il comunicando assuma subito l'ostia davanti al ministro, di modo che nessuno si allontani portando in mano le specie eucaristiche".

"Per amministrare la santa Comunione ai fedeli laici sotto le due specie si dovrà tenere appropriatamente conto delle circostanze," - si legge al paragrafo 101 - "sulle quali spetta anzitutto ai Vescovi diocesani dare una valutazione".

Nel Capitolo V: "Altri aspetti riguardanti l'Eucaristia", viene ribadito che: "Non è mai consentito a un Sacerdote celebrare nel tempio o luogo sacro di una religione non cristiana. Salvo le celebrazioni della Messa che devono essere svolte nella lingua del popolo secondo gli orari e i tempi stabiliti dall'autorità ecclesiastica, è consentito sempre e ovunque ai Sacerdoti celebrare in latino".

Al Paragrafo 124 si legge: "Nel Messale Romano si dà facoltà ai Sacerdoti che concelebrano la Messa accanto al celebrante principale, il quale indossi sempre la casula del colore prescritto, di poter omettere, in presenza di una giusta causa, come ad esempio il numero piuttosto elevato di concelebranti e la mancanza di paramenti, 'la casula o la pianeta, facendo uso della stola sopra il camice'. Qualora tuttavia fosse possibile prevedere tale situazione, si provveda in merito per quanto possibile".

Titolo del VI Capitolo è: "La conservazione della Santissima Eucaristia e il suo culto fuori della Messa". Al paragrafo 130 si legge: "Il Santissimo Sacramento sia conservato nel tabernacolo in una parte della chiesa di particolare dignità, elevata, ben visibile e decorosamente ornata', nonché, in virtù della tranquillità del luogo, dello spazio davanti al tabernacolo e della presenza di panche o sedie e inginocchiatoi, 'adatta alla preghiera'. (…) 132. Nessuno porti a casa o in un altro luogo la Santissima Eucaristia, contrariamente alla norma del diritto. Si tenga, inoltre, presente che il sottrarre o ritenere a fine sacrilego o il gettar via le specie consacrate sono atti che rientrano in quei 'graviora delicta', la cui assoluzione è riservata alla Congregazione per la Dottrina della Fede".

L'Istruzione raccomanda al Paragrafo 134: "(…) si promuova con impegno la pietà sia pubblica sia privata verso la Santissima Eucaristia anche al di fuori della Messa, affinché dai fedeli sia reso culto di adorazione a Cristo veramente e realmente presente".

Il Capitolo VII: "I compiti straordinari dei fedeli laici" ricorda al Paragrafo 151 che: "Soltanto in caso di vera necessità si dovrà ricorrere all'aiuto dei ministri straordinari nella celebrazione della Liturgia. (…) 153. Inoltre, non è consentito ai laici assumere le funzioni o i paramenti del Diacono o del Sacerdote, né altre vesti simili ad essi".

Al Paragrafo 158 si legge: "Il ministro straordinario della santa Comunione, infatti, potrà amministrare la Comunione soltanto quando mancano il Sacerdote o i Diaconi, quando il Sacerdote è impedito da malattia, vecchiaia o altro serio motivo o quando il numero dei fedeli che accedono alla Comunione è tanto grande che la celebrazione stessa della Messa si protrarrebbe troppo a lungo".

Relativamente all'omelia, l'Istruzione precisa al paragrafo 161 che: "L'omelia è per la sua importanza e natura riservata al Sacerdote o al Diacono durante la Messa. per quanto attiene ad altre forme di predicazione (…) si possono a norma del diritto ammettere a predicare in chiesa o in un oratorio al di fuori della Messa, i fedeli laici. Ciò può avvenire soltanto per l'esiguità del numero di ministri sacri in alcuni luoghi al fine di supplire ad essi e non lo si può mutare da caso di assoluta eccezionalità a fatto ordinario (…)" Al Paragrafo 162 di legge ancora: "Se, (…) di domenica in una parrocchia o altra comunità di fedeli è difficile avere la celebrazione della Messa, il Vescovo diocesano valuti insieme con il presbiterio gli opportuni rimedi. Tra queste soluzioni, le principali saranno quelle di chiamare altri Sacerdoti allo scopo o che i fedeli vadano nella chiesa di un luogo vicino per prendervi parte al mistero eucaristico".

"164. 'Se per la mancanza del ministro sacro o per altra grave causa diventa impossibile la partecipazione alla celebrazione eucaristica', il popolo cristiano ha il diritto che il Vescovo diocesano provveda, secondo le possibilità, che sia compiuta una celebrazione per la comunità stessa la domenica sotto la propria autorità e secondo le norme stabilite dalla Chiesa. Tali celebrazioni domenicali, tuttavia, vanno sempre considerate del tutto straordinarie. (…) 165. Occorre evitare con cura ogni forma di confusione tra questo tipo di riunioni e la celebrazione eucaristica".

Al Paragrafo 167 viene ribadito che: "'Similmente, non si può pensare di sostituire la santa Messa domenicale con celebrazioni ecumeniche della Parola e con incontri di preghiera in comune con cristiani appartenenti alle (…) Comunità ecclesiali, oppure con la partecipazione ai loro riti liturgici'".

Riguardo allo stato clericale viene stabilito come si legge al Paragrafo 168 che: "Al 'chierico che a norma del diritto perde lo stato clericale (…) è proibito esercitare la potestà di ordine'. A costui, pertanto, non è consentito celebrare sotto alcun pretesto i sacramenti, salvo esclusivamente il caso di eccezionalità previsto dal diritto, né è consentito ai fedeli ricorrere a lui per la celebrazione, quando non vi è giusta causa che permetta ciò a norma del canone 1335".

Nel Capitolo VIII: "I rimedi", si ricorda al paragrafo 171 che: "Tra i vari abusi vi sono quelli che costituiscono obiettivamente 'graviora delicta', gli atti gravi e altri che vanno nondimeno evitati e attentamente corretti".

"172. I 'graviora delicta' contro la santità del Santissimo Sacrificio e sacramento dell'Eucaristia vanno trattati seguendo le 'Norme relative ai 'graviora delicta' riservati alla Congregazione per la Dottrina della Fede', vale a dire:
a) sottrazione o ritenzione a fine sacrilego o il gettar via le specie consacrate;
b) tentata azione liturgica del Sacrificio eucaristico o sua simulazione;
c) concelebrazione proibita del Sacrificio eucaristico insieme a ministri di Comunità ecclesiali i quali non hanno la successione apostolica, né riconoscono la dignità sacramentale dell'ordinazione sacerdotale;
d) consacrazione a fine sacrilego di una materia senza l'altra nella celebrazione eucaristica o anche di entrambe al di fuori della celebrazione eucaristica".

Al Paragrafo 175 viene sottolineato che: "Quanto esposto nella presente Istruzione, come risulta chiaro, non riporta tutte le violazioni contro la Chiesa e la sua disciplina, quali sono definite nei canoni, nelle leggi liturgiche e nelle altre norme della Chiesa secondo la dottrina del Magistero o la sana tradizione. Se qualche errore viene commesso, andrà corretto a norma del diritto".

Nel Documento si sottolinea inoltre, al Paragrafo 177 che: "'Poiché deve difendere l'unità della Chiesa universale, il Vescovo è tenuto a promuovere la disciplina comune a tutta la Chiesa e perciò a urgere l'osservanza di tutte le leggi ecclesiastiche. Vigili che non si insinuino abusi nella disciplina ecclesiastica, soprattutto nel ministero della parola, nella celebrazione dei sacramenti e dei sacramentali, nel culto di Dio e dei Santi'".

Infine si ribadisce al Paragrafo 179 che: "I delitti contro la fede e i 'graviora delicta' commessi durante la celebrazione dell'Eucaristia e degli altri sacramenti siano segnalati senza indugio alla Congregazione per la Dottrina della Fede". Al punto 181 si legge: "Ogni qualvolta la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti ha notizia, quanto meno verosimile, di un delitto o abuso relativo alla Santissima Eucaristia, ne informa l'Ordinario, affinché indaghi sul fatto".

"184. Ogni cattolico, sia Sacerdote sia Diacono sia fedele laico, ha il diritto di sporgere querela su un abuso liturgico presso il Vescovo diocesano o l'Ordinario competente a quegli equiparato dal diritto o alla Sede Apostolica in virtù del primato del Romano Pontefice. È bene, tuttavia, che la segnalazione o la querela sia, per quanto possibile, presentata dapprima al Vescovo diocesano. Ciò avvenga sempre con spirito di verità e carità".

Nella Conclusione dell'Istruzione, il Cardinale Arinze e l'Arcivescovo Sorrentino, firmatari del Documento, scrivono; "185. (…) Pertanto, questa Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti si augura che, anche mediante l'attenta applicazione di quanto richiamato alla mente nella presente Istruzione, l'umana fragilità intralci in misura minore l'azione del Santissimo Sacramento dell'Eucaristia e, rimossa ogni irregolarità, bandito ogni uso riprovato, per intercessione della Beata Vergine Maria, 'donna eucaristica', la presenza salvifica di Cristo nel Sacramento del suo Corpo e del suo Sangue risplenda su tutti gli uomini".

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…/REDEMPTIONIS SACRAMENTUM/ARINZE:SORRENTINO VIS 20040423 (2450)

PRESENTAZIONE DEL DOCUMENTO SULLA LITURGIA EUCARISTICA


CITTA' DEL VATICANO, 23 APR. 2004 (VIS). Il Cardinale Francis Arinze, Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti e l'Arcivescovo Domenico Sorrentino, Segretario della medesima Congregazione, hanno presentato oggi, nella Sala Stampa della Santa Sede, l'Istruzione "Redemptionis Sacramentus su alcune cose che si devono osservare ed evitare circa la Santissima Eucaristia", elaborato dal Dicastero. alla Conferenza Stampa è intervenuto anche l'Arcivescovo Angelo Amato, S.D.B., Segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede che ha collaborato alla redazione del Documento.

Il Cardinale Arinze ha affermato che dopo il Concilio Vaticano II, elementi positivi e negativi si sono sviluppati nella celebrazione del culto e che "gli abusi sono stati un motivo di sofferenza per molti. C'è una tentazione" - ha ribadito - "alla quale si deve resistere: cioè quella di pensare che sia una perdita di tempo prestare attenzione agli abusi liturgici. Si è scritto che gli abusi sono sempre esistiti e che esisteranno sempre; dunque, dovremmo piuttosto preoccuparci di formazione e di celebrazioni liturgiche positive. Questa obiezione, parzialmente vera, può indurci in errore. Gli abusi a proposito della Santa Eucaristia non hanno tutti lo stesso peso. Alcuni minacciano di rendere il sacramento invalido. Altri manifestano una mancanza di fede eucaristica. Altri contribuiscono ancora a seminare confusione tra il popolo di Dio e tendono a dissacrare le celebrazioni eucaristiche. Gli abusi non sono da prendersi alla leggera".

L'Arcivescovo Sorrentino ha precisato che l'Istruzione: "Non fa che ribadire la normativa liturgica vigente". La richiesta di osservanza di tali norme "non comporta alcun divieto di approfondire e proporre, come accadde nella storia del 'movimento liturgico' e anche oggi normalmente avviene nell'ambito degli studi teologici, liturgici e pastorali. Quello che è assolutamente escluso è fare della liturgia una zona franca di sperimentazioni e di arbitri personali, non giustificati da nessuna buona intenzione".

L'Arcivescovo Amato ha fatto riferimento al significato dottrinale dell'Istruzione: "Le norme liturgiche" - ha detto - "sono espressione concreta dell'ecclesialità dell'Eucaristia. L'unicità e indivisibilità del Corpo eucaristico del Signore implica l'unicità del suo Corpo mistico, che è la Chiesa una ed indivisibile".

"L'Istruzione" - ha concluso l'Arcivescovo Amato - "dovrebbe suscitare nella Chiesa sana curiosità e generosa accoglienza, per contemplare con rinnovato stupore questo grande mistero della nostra fede e incentivare comportamenti e atteggiamenti eucaristici appropriati".
OP/ISTRUZIONE EUCARISTICA/… VIS 20040423 (390)

SOCCORSO POVERI, MALATI, SOFFERENTI TESTIMONIANZA CARITÀ


CITTA' DEL VATICANO, 23 APR. 2004 (VIS). Questa mattina, nel ricevere i Soci del Circolo San Pietro, il Santo Padre Giovanni Paolo II ha detto: "Preziosa è la missione che compite con ammirevole zelo apostolico. Andando incontro ai poveri, recando sollievo ai malati e ai sofferenti, testimoniate in maniera concreta quella 'fantasia della carità', a cui ho invitato nella Lettera Apostolica 'Novo millennio ineunte'".

Ringraziando i membri del Circolo San Pietro per la consegna dell'obolo di San Pietro, il Santo Padre ha affermato che esso "costituisce un ulteriore segno di questa apertura ai fratelli in difficoltà. Esso è, al tempo stesso, una concreta partecipazione all'impegno della Sede Apostolica di rispondere alle crescenti urgenze della Chiesa specialmente nei Paesi più poveri".

Esprimendo il suo apprezzamento per l'impegno dei Soci del Circolo San Pietro che è anche "animato da convinta fedeltà e adesione al Successore di Pietro", il Santo Padre ha concluso affermando: "Voi lo alimentate sostando ogni giorno in preghiera e in ascolto della Parola di Dio. È importante soprattutto che la vostra esistenza sia centrata sul mistero dell'Eucaristia. Il segreto dell'efficacia di ogni nostro progetto è la fedeltà a Cristo".
AC/CIRCOLO SAN PIETRO/… VIS 20040423 (200)

ALTRI ATTI PONTIFICI


CITTA' DEL VATICANO, 23 APR. 2004 (VIS). Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della Diocesi di Rancagua (Cile), presentata dal Vescovo Francisco Javier Prado Aránguiz, SS.CC, presentata per raggiunti limiti d'età. Gli succede il Vescovo Alejandro Goic Karmelic, finora Coadiutore della medesima Diocesi.
RE:NER/…/ARÁNGUIZ:KARMELIC VIS 20040423 (50)

UDIENZE

UDIENZE
CITTA' DEL VATICANO, 23 APR. 2004 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto oggi in udienza il Cardinale Giovanni Battista Re, Prefetto della Congregazione per i Vescovi.
AP/…/… VIS 20040423 (30)

ISTRUZIONE "REDEMPTIONIS SACRAMENTUM" LITURGIA EUCARISTIA


CITTA' DEL VATICANO, 23 APR. 2004 (VIS). L'Istruzione "Redemptionis Sacramentum "Redemptionis Sacramentus su alcune cose che si devono osservare ed evitare circa la Santissima Eucaristia", è il Documento della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti presentato oggi nella Sala Stampa della Santa Sede dal Cardinale Francis Arinze, Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, dall'Arcivescovo Domenico Sorrentino, Segretario della medesima Congregazione e dall'Arcivescovo Angelo Amato, S.D.B., Segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede. Alla Conferenza Stampa di presentazione è intervenuto anche il Cardinale Julián Herranz, Presidente del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi.

L'Istruzione consta di una Introduzione, 8 Capitolo ed una Conclusione, ed il testo è suddiviso in 186 paragrafi.

Il Capitolo I: "La Regolamentazione della Sacra Liturgia" tratta del ruolo della Sede Apostolica, del Vescovo diocesano, della Conferenza Episcopale, dei sacerdoti e diaconi nella regolamentazione della liturgia, con particolare attenzione al Vescovo Diocesano. Al Paragrafo 22 si legge: "Il Vescovo regge la Chiesa particolare a lui affidata ed è suo compito regolamentare, dirigere, spronare, talvolta anche riprendere, adempiendo il sacro ufficio che egli ha ricevuto mediante l'ordinazione episcopale per l'edificazione del suo gregge nella verità e nella santità".

Nel Paragrafo 24 si legge: "Da parte sua, il popolo cristiano ha il diritto che il Vescovo diocesano vigili affinché non si insinuino abusi nella disciplina ecclesiastica, specialmente riguardo al ministero della parola, alla celebrazione dei sacramenti e dei sacramentali, al culto di Dio e dei santi".

Relativamente alle Conferenze Episcopali al Paragrafo 28 si legge: "Tutte le norme attinenti alla materia liturgica, stabilite a norma del diritto da una Conferenza dei Vescovi per il proprio territorio, vanno sottoposte alla 'recognitio' della Congregazione per Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, senza la quale non posseggono alcuna forza obbligante".

Nel Paragrafo 31 si esortano i Sacerdoti con queste parole: " (…) Non svuotino il significato profondo del proprio ministero, deformando la celebrazione liturgica con cambiamenti, riduzioni o aggiunte arbitrarie".

Il Capitolo II s'intitola "La partecipazione dei fedeli laici alla celebrazione dell'Eucaristia". Al paragrafo 36 si legge: "Il sacerdozio comune dei fedeli e il sacerdozio ministeriale o gerarchico, quantunque differiscano essenzialmente e non solo di grado, sono tuttavia ordinati l'uno all'altro, poiché l'uno e l'altro, ognuno a suo modo, partecipano dell'unico sacerdozio di Cristo".

Il Paragrafo 42 precisa che: "Il sacrificio eucaristico non va poi ritenuto come 'concelebrazione' in senso univoco del Sacerdote insieme con il popolo presente. Al contrario, l'Eucaristia celebrata dai Sacerdoti è un dono 'che supera radicalmente il potere dell'assemblea (…). La comunità che si riunisce per la celebrazione dell'Eucaristia necessita assolutamente di un Sacerdote ordinato che la presieda per poter essere veramente assemblea eucaristica. D'altra parte, la comunità non è in grado di darsi da sola il ministro ordinato'. È assolutamente necessaria la volontà comune di evitare ogni ambiguità in materia e portare rimedio alle difficoltà insorte negli ultimi anni. Pertanto, si usino soltanto con cautela locuzioni quali 'comunità celebrante' o 'assemblea celebrante', o in altre lingue moderne 'celebrating assemby, 'asamblea celebrante', 'assembléé célébrante', e simili".

Riguardo ai ministranti, nel Paragrafo 47 si legge: "È veramente ammirevole che persista la nota consuetudine che siano presenti dei fanciulli o dei giovani, chiamati di solito 'ministranti', che prestino servizio all'altare alla maniera dell'accolito, e abbiano ricevuto, secondo le loro capacità, una opportuna catechesi riguardo al loro compito. Non si deve dimenticare che dal novero di questi fanciulli è scaturito nel corso dei secoli un cospicuo numero di ministri sacri. Si istituiscano o promuovano per essi delle associazioni, anche con la partecipazione e l'aiuto dei genitori, con le quali si provveda più efficacemente alla cura pastorale dei ministranti. Quando tali associazioni assumono carattere internazionale, spetta alla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti erigerle o esaminare e approvare i loro statuti. A tale servizio dell'altare si possono ammettere fanciulle o donne a giudizio del Vescovo diocesano e nel rispetto delle norme stabilite".

Il Capitolo III: "La retta celebrazione della Santa Messa" ribadisce al Paragrafo 48 "La materia della Santissima Eucaristia": "Il pane utilizzato nella celebrazione del santo Sacrificio eucaristico deve essere azimo, esclusivamente di frumento e preparato di recente, in modo che non ci sia alcun rischio di decomposizione" e al Paragrafo 50 si legge: "Il vino utilizzato nella celebrazione del santo sacrificio eucaristico deve essere naturale, del frutto della vite, genuino, non alterato, né commisto a sostanze estranee".

Il Paragrafo 52 sottolinea che: "La recita della Preghiera eucaristica, che per sua stessa natura è come il culmine dell'intera celebrazione, è propria del Sacerdote, in forza della sua ordinazione".

Nel Paragrafo 59 si legge: "Si ponga fine al riprovevole uso con il quale i Sacerdoti, i Diaconi o anche i fedeli mutano e alterano a proprio arbitrio qua e là i testi della sacra Liturgia da essi pronunciati. Così facendo, infatti, rendono instabile la celebrazione della sacra Liturgia e non di rado ne alterano il senso autentico".

Nel Paragrafo 62 si legge ancora: "Non è permesso omettere o sostituire di propria iniziativa le letture bibliche prescritte né sostituire specialmente 'le letture e il salmo responsoriale, che contengono la parola di Dio, con altri testi non biblici".

L'Istruzione stabilisce al Paragrafo 64 che: "L'omelia, (…) 'di solito è tenuta dallo stesso Sacerdote celebrante o da lui affidata ad un Sacerdote concelebrante, o talvolta, secondo l'opportunità, anche al Diacono, mai però a un laico'".

Al Paragrafo 72, relativamente dello scambio del segno di pace, si legge: "Conviene 'che ciascuno dia la pace soltanto a coloro che gli stanno più vicino, in modo sobrio'. 'Il Sacerdote può dare la pace ai ministri, rimanendo tuttavia sempre nel presbiterio, per non disturbare la celebrazione'".

Il Capitolo si conclude al Paragrafo 79 nel quale si legge: "Infine, va considerato nel modo più severo l'abuso di introdurre nella celebrazione della Santa Messa elementi contrastanti con le prescrizioni dei libri liturgici, desumendoli dai riti di altre religioni".

Il Capitolo IV: "La Santa Comunione" tratta delle "Disposizioni per ricevere la Santa Comunione". Al Paragrafo 81 si legge: "La consuetudine della Chiesa afferma, inoltre, la necessità che ognuno esamini molto a fondo se stesso, affinché chi sia conscio di essere in peccato grave non celebri la Messa né comunichi al Corpo del Signore senza avere premesso la confessione sacramentale, a meno che non vi sia una ragione grave e manchi l'opportunità di confessarsi; nel qual caso si ricordi che è tenuto a porre un atto di contrizione perfetta, che include il proposito di confessarsi quanto prima".

Riguardo alla Prima Comunione dei bambini al Paragrafo 87 si legge: "Si premetta sempre alla Prima Comunione dei bambini la confessione sacramentale e l'assoluzione. La Prima Comunione, inoltre, sia sempre amministrata da un Sacrrdote e mai al di fuori della celebrazione della Messa".

In merito alla distribuzione della Sacra Comunione, il documento ricorda il diritto di tutti i fedeli a scegliere di ricevere la Santa Comunione in bocca o in mano e in quest'ultimo caso, si legge al Paragrafo 92: "Se un comunicando, nelle regioni in cui la Conferenza dei Vescovi, con la conferma da parte della Sede Apostolica, lo abbia permesso, vuole ricevere il Sacramento sulla mano, gli sia distribuita la sacra ostia. Si badi, tuttavia, con particolare attenzione che il comunicando assuma subito l'ostia davanti al ministro, di modo che nessuno si allontani portando in mano le specie eucaristiche".

"Per amministrare la santa Comunione ai fedeli laici sotto le due specie si dovrà tenere appropriatamente conto delle circostanze," - si legge al paragrafo 101 - "sulle quali spetta anzitutto ai Vescovi diocesani dare una valutazione".

Nel Capitolo V: "Altri aspetti riguardanti l'Eucaristia", viene ribadito che: "Non è mai consentito a un Sacerdote celebrare nel tempio o luogo sacro di una religione non cristiana. Salvo le celebrazioni della Messa che devono essere svolte nella lingua del popolo secondo gli orari e i tempi stabiliti dall'autorità ecclesiastica, è consentito sempre e ovunque ai Sacerdoti celebrare in latino".

Al Paragrafo 124 si legge: "Nel Messale Romano si dà facoltà ai Sacerdoti che concelebrano la Messa accanto al celebrante principale, il quale indossi sempre la casula del colore prescritto, di poter omettere, in presenza di una giusta causa, come ad esempio il numero piuttosto elevato di concelebranti e la mancanza di paramenti, 'la casula o la pianeta, facendo uso della stola sopra il camice'. Qualora tuttavia fosse possibile prevedere tale situazione, si provveda in merito per quanto possibile".

Titolo del VI Capitolo è: "La conservazione della Santissima Eucaristia e il suo culto fuori della Messa". Al paragrafo 130 si legge: "Il Santissimo Sacramento sia conservato nel tabernacolo in una parte della chiesa di particolare dignità, elevata, ben visibile e decorosamente ornata', nonché, in virtù della tranquillità del luogo, dello spazio davanti al tabernacolo e della presenza di panche o sedie e inginocchiatoi, 'adatta alla preghiera'. (…) 132. Nessuno porti a casa o in un altro luogo la Santissima Eucaristia, contrariamente alla norma del diritto. Si tenga, inoltre, presente che il sottrarre o ritenere a fine sacrilego o il gettar via le specie consacrate sono atti che rientrano in quei 'graviora delicta', la cui assoluzione è riservata alla Congregazione per la Dottrina della Fede".

L'Istruzione raccomanda al Paragrafo 134: "(…) si promuova con impegno la pietà sia pubblica sia privata verso la Santissima Eucaristia anche al di fuori della Messa, affinché dai fedeli sia reso culto di adorazione a Cristo veramente e realmente presente".

Il Capitolo VII: "I compiti straordinari dei fedeli laici" ricorda al Paragrafo 151 che: "Soltanto in caso di vera necessità si dovrà ricorrere all'aiuto dei ministri straordinari nella celebrazione della Liturgia. (…) 153. Inoltre, non è consentito ai laici assumere le funzioni o i paramenti del Diacono o del Sacerdote, né altre vesti simili ad essi".

Al Paragrafo 158 si legge: "Il ministro straordinario della santa Comunione, infatti, potrà amministrare la Comunione soltanto quando mancano il Sacerdote o i Diaconi, quando il Sacerdote è impedito da malattia, vecchiaia o altro serio motivo o quando il numero dei fedeli che accedono alla Comunione è tanto grande che la celebrazione stessa della Messa si protrarrebbe troppo a lungo".

Relativamente all'omelia, l'Istruzione precisa al paragrafo 161 che: "L'omelia è per la sua importanza e natura riservata al Sacerdote o al Diacono durante la Messa. per quanto attiene ad altre forme di predicazione (…) si possono a norma del diritto ammettere a predicare in chiesa o in un oratorio al di fuori della Messa, i fedeli laici. Ciò può avvenire soltanto per l'esiguità del numero di ministri sacri in alcuni luoghi al fine di supplire ad essi e non lo si può mutare da caso di assoluta eccezionalità a fatto ordinario (…)" Al Paragrafo 162 di legge ancora: "Se, (…) di domenica in una parrocchia o altra comunità di fedeli è difficile avere la celebrazione della Messa, il Vescovo diocesano valuti insieme con il presbiterio gli opportuni rimedi. Tra queste soluzioni, le principali saranno quelle di chiamare altri Sacerdoti allo scopo o che i fedeli vadano nella chiesa di un luogo vicino per prendervi parte al mistero eucaristico".

"164. 'Se per la mancanza del ministro sacro o per altra grave causa diventa impossibile la partecipazione alla celebrazione eucaristica', il popolo cristiano ha il diritto che il Vescovo diocesano provveda, secondo le possibilità, che sia compiuta una celebrazione per la comunità stessa la domenica sotto la propria autorità e secondo le norme stabilite dalla Chiesa. Tali celebrazioni domenicali, tuttavia, vanno sempre considerate del tutto straordinarie. (…) 165. Occorre evitare con cura ogni forma di confusione tra questo tipo di riunioni e la celebrazione eucaristica".

Al Paragrafo 167 viene ribadito che: "'Similmente, non si può pensare di sostituire la santa Messa domenicale con celebrazioni ecumeniche della Parola e con incontri di preghiera in comune con cristiani appartenenti alle (…) Comunità ecclesiali, oppure con la partecipazione ai loro riti liturgici'".

Riguardo allo stato clericale viene stabilito come si legge al Paragrafo 168 che: "Al 'chierico che a norma del diritto perde lo stato clericale (…) è proibito esercitare la potestà di ordine'. A costui, pertanto, non è consentito celebrare sotto alcun pretesto i sacramenti, salvo esclusivamente il caso di eccezionalità previsto dal diritto, né è consentito ai fedeli ricorrere a lui per la celebrazione, quando non vi è giusta causa che permetta ciò a norma del canone 1335".

Nel Capitolo VIII: "I rimedi", si ricorda al paragrafo 171 che: "Tra i vari abusi vi sono quelli che costituiscono obiettivamente 'graviora delicta', gli atti gravi e altri che vanno nondimeno evitati e attentamente corretti".

"172. I 'graviora delicta' contro la santità del Santissimo Sacrificio e sacramento dell'Eucaristia vanno trattati seguendo le 'Norme relative ai 'graviora delicta' riservati alla Congregazione per la Dottrina della Fede', vale a dire:
a) sottrazione o ritenzione a fine sacrilego o il gettar via le specie consacrate;
b) tentata azione liturgica del Sacrificio eucaristico o sua simulazione;
c) concelebrazione proibita del Sacrificio eucaristico insieme a ministri di Comunità ecclesiali i quali non hanno la successione apostolica, né riconoscono la dignità sacramentale dell'ordinazione sacerdotale;
d) consacrazione a fine sacrilego di una materia senza l'altra nella celebrazione eucaristica o anche di entrambe al di fuori della celebrazione eucaristica".

Al Paragrafo 175 viene sottolineato che: "Quanto esposto nella presente Istruzione, come risulta chiaro, non riporta tutte le violazioni contro la Chiesa e la sua disciplina, quali sono definite nei canoni, nelle leggi liturgiche e nelle altre norme della Chiesa secondo la dottrina del Magistero o la sana tradizione. Se qualche errore viene commesso, andrà corretto a norma del diritto".

Nel Documento si sottolinea inoltre, al Paragrafo 177 che: "'Poiché deve difendere l'unità della Chiesa universale, il Vescovo è tenuto a promuovere la disciplina comune a tutta la Chiesa e perciò a urgere l'osservanza di tutte le leggi ecclesiastiche. Vigili che non si insinuino abusi nella disciplina ecclesiastica, soprattutto nel ministero della parola, nella celebrazione dei sacramenti e dei sacramentali, nel culto di Dio e dei Santi'".

Infine si ribadisce al Paragrafo 179 che: "I delitti contro la fede e i 'graviora delicta' commessi durante la celebrazione dell'Eucaristia e degli altri sacramenti siano segnalati senza indugio alla Congregazione per la Dottrina della Fede". Al punto 181 si legge: "Ogni qualvolta la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti ha notizia, quanto meno verosimile, di un delitto o abuso relativo alla Santissima Eucaristia, ne informa l'Ordinario, affinché indaghi sul fatto".

"184. Ogni cattolico, sia Sacerdote sia Diacono sia fedele laico, ha il diritto di sporgere querela su un abuso liturgico presso il Vescovo diocesano o l'Ordinario competente a quegli equiparato dal diritto o alla Sede Apostolica in virtù del primato del Romano Pontefice. È bene, tuttavia, che la segnalazione o la querela sia, per quanto possibile, presentata dapprima al Vescovo diocesano. Ciò avvenga sempre con spirito di verità e carità".

Nella Conclusione dell'Istruzione, il Cardinale Arinze e l'Arcivescovo Sorrentino, firmatari del Documento, scrivono; "185. (…) Pertanto, questa Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti si augura che, anche mediante l'attenta applicazione di quanto richiamato alla mente nella presente Istruzione, l'umana fragilità intralci in misura minore l'azione del Santissimo Sacramento dell'Eucaristia e, rimossa ogni irregolarità, bandito ogni uso riprovato, per intercessione della Beata Vergine Maria, 'donna eucaristica', la presenza salvifica di Cristo nel Sacramento del suo Corpo e del suo Sangue risplenda su tutti gli uomini".

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…/REDEMPTIONIS SACRAMENTUM/ARINZE:SORRENTINO VIS 20040423 (2450)

SOCCORSO POVERI, MALATI, SOFFERENTI TESTIMONIANZA CARITÀ


CITTA' DEL VATICANO, 23 APR. 2004 (VIS). Questa mattina, nel ricevere i Soci del Circolo San Pietro, il Santo Padre Giovanni Paolo II ha detto: "Preziosa è la missione che compite con ammirevole zelo apostolico. Andando incontro ai poveri, recando sollievo ai malati e ai sofferenti, testimoniate in maniera concreta quella 'fantasia della carità', a cui ho invitato nella Lettera Apostolica 'Novo millennio ineunte'".

Ringraziando i membri del Circolo San Pietro per la consegna dell'obolo di San Pietro, il Santo Padre ha affermato che esso "costituisce un ulteriore segno di questa apertura ai fratelli in difficoltà. Esso è, al tempo stesso, una concreta partecipazione all'impegno della Sede Apostolica di rispondere alle crescenti urgenze della Chiesa specialmente nei Paesi più poveri".

Esprimendo il suo apprezzamento per l'impegno dei Soci del Circolo San Pietro che è anche "animato da convinta fedeltà e adesione al Successore di Pietro", il Santo Padre ha concluso affermando: "Voi lo alimentate sostando ogni giorno in preghiera e in ascolto della Parola di Dio. È importante soprattutto che la vostra esistenza sia centrata sul mistero dell'Eucaristia. Il segreto dell'efficacia di ogni nostro progetto è la fedeltà a Cristo".
AC/CIRCOLO SAN PIETRO/… VIS 20040423 (200)

PRESENTAZIONE DEL DOCUMENTO SULLA LITURGIA EUCARISTICA


CITTA' DEL VATICANO, 23 APR. 2004 (VIS). Il Cardinale Francis Arinze, Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti e l'Arcivescovo Domenico Sorrentino, Segretario della medesima Congregazione, hanno presentato oggi, nella Sala Stampa della Santa Sede, l'Istruzione "Redemptionis Sacramentus su alcune cose che si devono osservare ed evitare circa la Santissima Eucaristia", elaborato dal Dicastero. alla Conferenza Stampa è intervenuto anche l'Arcivescovo Angelo Amato, S.D.B., Segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede che ha collaborato alla redazione del Documento.

Il Cardinale Arinze ha affermato che dopo il Concilio Vaticano II, elementi positivi e negativi si sono sviluppati nella celebrazione del culto e che "gli abusi sono stati un motivo di sofferenza per molti. C'è una tentazione" - ha ribadito - "alla quale si deve resistere: cioè quella di pensare che sia una perdita di tempo prestare attenzione agli abusi liturgici. Si è scritto che gli abusi sono sempre esistiti e che esisteranno sempre; dunque, dovremmo piuttosto preoccuparci di formazione e di celebrazioni liturgiche positive. Questa obiezione, parzialmente vera, può indurci in errore. Gli abusi a proposito della Santa Eucaristia non hanno tutti lo stesso peso. Alcuni minacciano di rendere il sacramento invalido. Altri manifestano una mancanza di fede eucaristica. Altri contribuiscono ancora a seminare confusione tra il popolo di Dio e tendono a dissacrare le celebrazioni eucaristiche. Gli abusi non sono da prendersi alla leggera".

L'Arcivescovo Sorrentino ha precisato che l'Istruzione: "Non fa che ribadire la normativa liturgica vigente". La richiesta di osservanza di tali norme "non comporta alcun divieto di approfondire e proporre, come accadde nella storia del 'movimento liturgico' e anche oggi normalmente avviene nell'ambito degli studi teologici, liturgici e pastorali. Quello che è assolutamente escluso è fare della liturgia una zona franca di sperimentazioni e di arbitri personali, non giustificati da nessuna buona intenzione".

L'Arcivescovo Amato ha fatto riferimento al significato dottrinale dell'Istruzione: "Le norme liturgiche" - ha detto - "sono espressione concreta dell'ecclesialità dell'Eucaristia. L'unicità e indivisibilità del Corpo eucaristico del Signore implica l'unicità del suo Corpo mistico, che è la Chiesa una ed indivisibile".

"L'Istruzione" - ha concluso l'Arcivescovo Amato - "dovrebbe suscitare nella Chiesa sana curiosità e generosa accoglienza, per contemplare con rinnovato stupore questo grande mistero della nostra fede e incentivare comportamenti e atteggiamenti eucaristici appropriati".
OP/ISTRUZIONE EUCARISTICA/… VIS 20040423 (390)
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