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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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mercoledì 27 aprile 2011

GIOVEDÌ SANTO: MESSA CRISMALE E NELLA CENA DEL SIGNORE

CITTA' DEL VATICANO, 21 APR. 2011 (VIS). Oggi, Giovedì Santo, il Santo Padre Benedetto XVI ha presieduto, nella Basilica Vaticana, la Santa Messa Crismale, Liturgia che si celebra in questo giorno in tutte le Chiese Cattedrali del mondo. La Messa del Crisma è stata concelebrata dal Santo Padre con i Cardinali, i Vescovi ed i Presbiteri - diocesani e religiosi - presenti a Roma. Dopo l’omelia, ha avuto luogo la rinnovazione delle promesse sacerdotali, la benedizione dell’olio dei catecumeni, l’olio degli infermi e il crisma.

Nell’omelia il Santo Padre ha spiegato che: “Al centro della liturgia di questa mattina sta la benedizione degli oli sacri (...) L’olio dei catecumeni. Quest’olio indica come un primo modo di essere toccati da Cristo e dal suo Spirito – un tocco interiore col quale il Signore attira le persone vicino a sé. (...) Dio ama gli uomini. Egli viene incontro all’inquietudine del nostro cuore (...) Il conoscere Dio non si esaurisce mai. (...) Rimaniamo continuamente in cammino verso di Lui, nella nostalgia di Lui, nell’accoglienza sempre nuova di conoscenza e di amore!”.

“C’è poi l’olio per l’Unzione degli infermi. (...) Il guarire è un incarico primordiale affidato da Gesù alla Chiesa (...) La prima e fondamentale guarigione avviene nell’incontro con Cristo che ci riconcilia con Dio e risana il nostro cuore affranto. Ma oltre questo compito centrale fa parte della missione essenziale della Chiesa anche la guarigione concreta della malattia e della sofferenza”.

“Al terzo posto” – ha proseguito il Pontefice – “c’è infine il più nobile degli oli ecclesiali, il crisma (...). Nella Chiesa quest’olio serve soprattutto per l’unzione nella Confermazione e nelle Ordinazioni sacre. (...) Battesimo e Confermazione costituiscono l’ingresso in questo popolo di Dio, che abbraccia tutto il mondo; l’unzione nel Battesimo e nella Confermazione è un’unzione che introduce in questo ministero sacerdotale per l’umanità. I cristiani sono popolo sacerdotale per il mondo. I cristiani dovrebbero rendere visibile al mondo il Dio vivente, testimoniarLo e condurre a Lui. Quando parliamo di questo nostro comune incarico,
in quanto siamo battezzati, ciò non è una ragione per farne un vanto. È una domanda che, insieme, ci dà gioia e ci inquieta: (...) Apriamo agli uomini l’accesso a Dio o piuttosto lo nascondiamo? (...) Non è forse vero che l’Occidente, i Paesi centrali del cristianesimo sono stanchi della loro fede e, annoiati della propria storia e cultura, non vogliono più conoscere la fede in Gesù Cristo?”

“Nonostante tutta la vergogna per i nostri errori, non dobbiamo, però, dimenticare” – ha concluso il Pontefice – “che anche oggi esistono esempi luminosi di fede; che anche oggi vi sono persone che, mediante la loro fede e il loro amore, danno speranza al mondo. Quando il prossimo 1o maggio verrà beatificato Papa Giovanni Paolo II, penseremo pieni di gratitudine a lui quale grande testimone di Dio e di Gesù Cristo nel nostro tempo, quale uomo colmato di Spirito Santo”.

Alle 17:30, nella Basilica di San Giovanni in Laterano, Benedetto XVI ha presieduto la concelebrazione della Santa Messa nella Cena del Signore. Come il Signore con gli Apostoli, il Papa ha compiuto il rito della lavanda dei piedi a dodici sacerdoti. Al momento della presentazione dei doni è stata affidata al Santo Padre un’offerta per le vittime del terremoto e dello tsunami in Giappone.

Nel commentare nell’omelia le parole di Gesù nell’Ultima Cena, il Papa ha detto Gesù: “Nel suo intimo ha atteso quel momento in cui avrebbe donato se stesso ai suoi sotto le specie del pane e del vino. (...) Gesù ha desiderio di noi, ci attende. E noi, abbiamo veramente desiderio di Lui? (...) Bramiamo la sua vicinanza, il diventare una cosa sola con Lui, di cui Egli ci fa dono nella santa Eucaristia? Oppure siamo indifferenti, distratti, pieni di altro?”.

“Da Luca e soprattutto da Giovanni sappiamo che Gesù nella sua preghiera durante l’Ultima Cena ha anche rivolto suppliche al Padre. (...) Vorrei in quest’ora scegliere soltanto una supplica che, secondo Giovanni, Gesù ha ripetuto quattro volte nella sua Preghiera sacerdotale. (...) Essa rimane continuamente la sua preghiera al Padre per noi: è la preghiera per l’unità. (...) L’unità dei cristiani può esserci soltanto se i cristiani sono intimamente uniti a Lui, a Gesù”.

“Con l’Eucaristia nasce la Chiesa” – ha ricordato il Pontefice – “L’Eucaristia è Sacramento dell’unità. Essa giunge fin nel mistero trinitario, e crea così al contempo l’unità visibile”.

“E sappiamo che Gesù prega per la fede di Pietro e dei suoi successori. (...) Gesù predice a Pietro la sua caduta e la sua conversione. (...) Tutti noi dobbiamo sempre di nuovo imparare ad accettare Dio e Gesù Cristo così come Egli è, e non come noi vorremmo che fosse. Anche noi stentiamo ad accettare che Egli si sia legato ai limiti della sua Chiesa e dei suoi ministri”.

“Tutti noi abbiamo bisogno di conversione che accoglie Gesù nel suo essere-Dio ed essere-Uomo. Abbiamo bisogno dell’umiltà del discepolo che segue la volontà del Maestro. In quest’ora vogliamo pregarLo di guardare anche a noi come ha guardato Pietro, nel momento opportuno, con i suoi occhi benevoli, e di convertirci”.

“Il servizio dell’unità ha il suo luogo visibile nella celebrazione della santa Eucaristia. Cari amici, per il Papa è un grande conforto sapere che in ogni Celebrazione eucaristica tutti pregano per lui; che la nostra preghiera si unisce alla preghiera del Signore per Pietro. Solo grazie alla preghiera del Signore e della Chiesa” – ha concluso il Santo Padre – “il Papa può corrispondere al suo compito di confermare i fratelli – di pascere il gregge di Gesù e di farsi garante per quell’unità che diventa testimonianza visibile della missione di Gesù da parte del Padre”.
BXVI-SETTIMANA SANTA/ VIS 20110427 (940)

VENERDÌ SANTO: PASSIONE DEL SIGNORE E VIA CRUCIS COLOSSEO

CITTA' DEL VATICANO, 22 APR. 2011 (VIS). Alle ore 17:00 di oggi, Venerdì Santo, il Santo Padre Benedetto XVI ha presieduto, nella Basilica Vaticana, la celebrazione della Passione del Signore. Durante la Liturgia della Parola, è stato riascoltato il racconto della Passione secondo Giovanni; quindi il Predicatore della Casa Pontificia, Padre Raniero Cantalamessa, O.F.M. Cap., ha tenuto l’omelia. La Liturgia della Passione è proseguita con la Preghiera universale e l’adorazione della Santa Croce e si è conclusa con la Santa Comunione.

Alle 21:00 il Santo Padre ha presieduto al Colosseo la Via Crucis. I testi delle meditazioni e delle preghiere proposte quest’anno per le stazioni della Via Crucis sono stati composti da Suor Maria Rita Piccione, dell’Ordine di Sant’Agostino, del Monastero dei Santi Quattro Coronati in Roma.

Benedetto XVI ha seguito la cerimonia dal colle Palatino. La Croce è stata portata nelle diverse Stazioni dal Cardinale Agostino Vallini, Vicario del Papa per la Diocesi di Roma, da una famiglia romana con cinque figli, tre gemelli di sei anni e due gemelli di due anni, una famiglia dell’Etiopia, due Monache agostiniane, un frate francescano egiziano, una ragazza egiziana, un malato in sedia a rotelle accompagnato da un volontario dell’UNITALSI e due frati francescani della Custodia di Terra Santa.

Al termine della Via Crucis, il Santo Padre ha pronunciato le seguenti parole:

“Questa notte abbiamo rivissuto, nel profondo del nostro cuore, il dramma di Gesù, carico del dolore, del male, del peccato dell’uomo”.

“Guardiamo bene quell’uomo crocifisso tra la terra e il Cielo, contempliamolo con uno sguardo più profondo, e scopriremo che la Croce non è il segno della vittoria della morte, del peccato, del male ma è il segno luminoso dell’amore, anzi della vastità dell’amore di Dio, di ciò che non avremmo mai potuto chiedere, immaginare o sperare: Dio si è piegato su di noi, si è abbassato fino a giungere nell’angolo più buio della nostra vita per tenderci la mano e tirarci a sé, portarci fino a Lui. La Croce ci parla dell’amore supremo di Dio e ci invita a rinnovare, oggi, la nostra fede nella potenza di questo amore, a credere che in ogni situazione della nostra vita, della storia, del mondo, Dio è capace di vincere la morte, il peccato, il male, e di donarci una vita nuova, risorta. Nella morte in croce del Figlio di Dio, c’è il germe di una nuova speranza di vita, come il chicco che muore dentro la terra”.

“Fissiamo il nostro sguardo su Gesù Crocifisso e chiediamo nella preghiera: Illumina, Signore, il nostro cuore, perché possiamo seguirti sul cammino della Croce, fa’ morire in noi l’’uomo vecchio’, legato all’egoismo, al male, al peccato, rendici ‘uomini nuovi’, uomini e donne santi, trasformati e animati dal tuo amore”.
BXVI-SETTIMANA SANTA/ VIS 20110427 (460)

SABATO SANTO: RAGIONE CREATRICE PRINCIPIO DI TUTTE LE COSE

CITTA' DEL VATICANO, 23 APR. 2011 (VIS). Alle 21:00 il Santo Padre Benedetto XVI ha presieduto, nella Basilica Vaticana, la solenne Veglia nella Notte Santa di Pasqua. La Veglia ha avuto inizio nell’atrio della Basilica di San Pietro con la benedizione del fuoco e l’accensione del cero pasquale. Alla processione verso l’Altare con il cero pasquale e il canto dell’Exsultet, sono seguite la Liturgia della Parola, la Liturgia Battesimale e la Liturgia Eucaristica, concelebrata con i Cardinali. Nel corso della Liturgia Battesimale il Papa ha amministrato i Sacramenti dell’iniziazione cristiana a sei catecumeni provenienti da diversi Paesi.

“Due grandi segni” – ha detto il Papa nell’omelia – “caratterizzano la celebrazione liturgica della Veglia Pasquale. C’è innanzitutto il fuoco che diventa luce. (...) Il secondo segno è l’acqua. (...) Caratteristica del tutto essenziale della Veglia è anche il fatto che essa ci conduce ad un ampio incontro con la parola della Sacra Scrittura”.

“La Chiesa vuole condurci, attraverso una grande visione panoramica” – ha spiegato il Papa – “lungo la via della storia della salvezza, dalla creazione attraverso l’elezione e la liberazione di Israele fino alle testimonianze profetiche, con le quali tutta questa storia si dirige sempre più chiaramente verso Gesù Cristo”.

“Il cammino attraverso le vie della Sacra Scrittura comincia, nella Veglia Pasquale, con il racconto della creazione” – ha proseguito il Pontefice – “Con ciò la liturgia vuole dirci che anche il racconto della creazione è una profezia. Non è un’informazione sullo svolgimento esteriore del divenire del cosmo e dell’uomo. (...) Ora, ci si può chiedere: ma è veramente importante nella Veglia Pasquale parlare anche della creazione? (...) Omettere la creazione significherebbe fraintendere la stessa storia di Dio con gli uomini, sminuirla, non vedere più il suo vero ordine di grandezza”.

“La Chiesa non è una qualsiasi associazione che si occupa dei bisogni religiosi degli uomini, ma che ha, appunto, lo scopo limitato di tale associazione. No, essa porta l’uomo in contatto con Dio e quindi con il principio di ogni cosa. Per questo Dio ci riguarda come Creatore, e per questo abbiamo una responsabilità per la creazione”.

“Il racconto della creazione ci dice, dunque, che il mondo è un prodotto della Ragione creatrice. E con ciò esso ci dice che all’origine di tutte le cose non stava ciò che è senza ragione, senza libertà, bensì il principio di tutte le cose è la Ragione creatrice, è l’amore, è la libertà”.

“Se l’uomo fosse soltanto un tale prodotto casuale dell’evoluzione in qualche posto al margine dell’universo, allora la sua vita sarebbe priva di senso o addirittura un disturbo della natura. Invece no: la Ragione è all’inizio, la Ragione creatrice, divina”.

“Il Sabato è il settimo giorno della settimana” – ha proseguito il Pontefice – “Dopo sei giorni, in cui l’uomo partecipa, in un certo senso, al lavoro della creazione di Dio, il Sabato è il giorno del riposo. Ma nella Chiesa nascente è successo qualcosa di inaudito: al posto del Sabato, del settimo giorno, subentra il primo giorno. Come giorno dell’assemblea liturgica, esso è il giorno dell’incontro con Dio mediante Gesù Cristo, il quale nel primo giorno, la Domenica, ha incontrato i suoi come Risorto dopo che essi avevano trovato vuoto il sepolcro”.

“Questo incontro avviene sempre nuovamente nella celebrazione dell’Eucaristia, in cui il Signore entra di nuovo in mezzo ai suoi e si dona a loro, si lascia, per così dire, toccare da loro, si mette a tavola con loro. Questo cambiamento è un fatto straordinario, se si considera che il Sabato, il settimo giorno come giorno dell’incontro con Dio, è profondamente radicato nell’Antico Testamento”.

“Il primo giorno” – ha detto ancora il Papa – “secondo il racconto della Genesi, è il giorno in cui prende inizio la creazione. Ora esso era diventato in un modo nuovo il giorno della creazione, era diventato il giorno della nuova creazione. Noi celebriamo il primo giorno. Con ciò celebriamo Dio, il Creatore, e la sua creazione. Sì, credo in Dio, Creatore del cielo e della terra. E celebriamo il Dio che si è fatto uomo, ha patito, è morto ed è stato sepolto ed è risorto”.

“Celebriamo la vittoria definitiva del Creatore e della sua creazione” – ha concluso il Pontefice – “Celebriamo questo giorno come origine e, al tempo stesso, come meta della nostra vita. Lo celebriamo perché ora, grazie al Risorto, vale in modo definitivo che la ragione è più forte dell’irrazionalità, la verità più forte della menzogna, l’amore più forte della morte. Celebriamo il primo giorno, perché sappiamo che la linea oscura che attraversa la creazione non rimane per sempre”.
BXVI-SETTIMANA SANTA/ VIS 20110427 (770)

PASQUA: RISURREZIONE DÀ FORZA AD OGNI SPERANZA UMANA

CITTA' DEL VATICANO, 24 APR. 2011 (VIS). Questa mattina, Benedetto XVI ha celebrato la Santa Messa della Pasqua di Risurrezione del Signore in Piazza San Pietro. Alle 12:00 dalla loggia centrale della Basilica Vaticana, il Papa ha rivolto ai fedeli presenti in Piazza San Pietro ed a quanti lo avevano ascoltato attraverso la radio e la televisione il Messaggio del quale riportiamo ampi estratti:

“Cristo è risorto! L’eco di questo avvenimento, partita da Gerusalemme venti secoli fa, continua a risuonare nella Chiesa, che porta viva nel cuore la fede vibrante di Maria, la Madre di Gesù, la fede di Maddalena e delle altre donne, che per prime videro il sepolcro vuoto, la fede di Pietro e degli altri Apostoli”.

“Come i raggi del sole, a primavera, fanno spuntare e schiudere le gemme sui rami degli alberi, così l’irradiazione che promana dalla Risurrezione di Cristo dà forza e significato ad ogni speranza umana, ad ogni attesa, desiderio, progetto. Per questo il cosmo intero oggi gioisce, coinvolto nella primavera dell’umanità, che si fa interprete del muto inno di lode del creato. L’alleluia pasquale, che risuona nella Chiesa pellegrina nel mondo, esprime l’esultanza silenziosa dell’universo, e soprattutto l’anelito di ogni anima umana sinceramente aperta a Dio, anzi, riconoscente per la sua infinita bontà, bellezza e verità”.
Giustifica
"’Nella tua risurrezione, o Cristo, gioiscano i cieli e la terra’. A questo invito alla lode, che si leva oggi dal cuore della Chiesa, i ‘cieli’ rispondono pienamente (...) In Cielo tutto è pace e letizia. Ma non è così, purtroppo, sulla terra! Qui, in questo nostro mondo, l’alleluia pasquale contrasta ancora con i lamenti e le grida che provengono da tante situazioni dolorose: miseria, fame, malattie, guerre, violenze. Eppure, proprio per questo Cristo è morto ed è risorto! È morto anche a causa dei nostri peccati di oggi, ed è risorto anche per la redenzione della nostra storia di oggi. Perciò, questo mio messaggio vuole raggiungere tutti e, come annuncio profetico, soprattutto i popoli e le comunità che stanno soffrendo un’ora di passione, perché Cristo Risorto apra loro la via della libertà, della giustizia e della pace”.

“Possa gioire la Terra che, per prima, è stata inondata dalla luce del Risorto. Il fulgore di Cristo raggiunga anche i Popoli del Medio Oriente, affinché la luce della pace e della dignità umana vinca le tenebre della divisione, dell’odio e delle violenze. In Libia la diplomazia ed il dialogo prendano il posto delle armi e si favorisca, nell’attuale situazione conflittuale, l’accesso dei soccorsi umanitari a quanti soffrono le conseguenze dello scontro. Nei Paesi dell’Africa settentrionale e del Medio Oriente, tutti i cittadini - ed in particolare i giovani - si adoperino per promuovere il bene comune e per costruire società, dove la povertà sia sconfitta ed ogni scelta politica risulti ispirata dal rispetto per la persona umana”.

“Ai tanti profughi e ai rifugiati, che provengono da vari Paesi africani e sono stati costretti a lasciare gli affetti più cari arrivi la solidarietà di tutti; gli uomini di buona volontà siano illuminati ad aprire il cuore all’accoglienza, affinché in modo solidale e concertato si possa venire incontro alle necessità impellenti di tanti fratelli; a quanti si prodigano in generosi sforzi e offrono esemplari testimonianze in questa direzione giunga il nostro conforto e apprezzamento”.

“Possa ricomporsi la civile convivenza tra le popolazioni della Costa d’Avorio, dove è urgente intraprendere un cammino di riconciliazione e di perdono per curare le profonde ferite provocate dalle recenti violenze. Possano trovare consolazione e speranza la terra del Giappone, mentre affronta le drammatiche conseguenze del recente terremoto, e i Paesi che nei mesi scorsi sono stati provati da calamità naturali che hanno seminato dolore e angoscia”.

“Gioiscano i cieli e la terra per la testimonianza di quanti soffrono contraddizioni, o addirittura persecuzioni per la propria fede nel Signore Gesù. L’annuncio della sua vittoriosa risurrezione infonda in loro coraggio e fiducia”.

Al termine del Messaggio e prima della Benedizione Urbi et Orbi, il Papa ha rivolto gli auguri di Buona Pasqua in 65 lingue.
BXVI-SETTIMANA SANTA/ VIS 20110427 (680)

REGINA COELI: ESSERE TESTIMONI DEL SIGNORE RISORTO

CITTA' DEL VATICANO, 25 APR. 2011 (VIS). Benedetto XVI, che nel pomeriggio di ieri ha raggiunto la residenza pontificia di Castel Gandolfo, alle 12:00 di questa mattina si è affacciato al balcone centrale del Palazzo Apostolico ed ha guidato la recita del Regina Coeli con i fedeli presenti. La preghiera è stata trasmessa in collegamento audio-video con Piazza San Pietro.

“La Risurrezione del Signore segna il rinnovamento della nostra condizione umana. Cristo ha sconfitto la morte, causata dal nostro peccato, e ci riporta alla vita immortale. Da tale evento promana l’intera vita della Chiesa e l’esistenza stessa dei cristiani. Lo leggiamo proprio oggi, Lunedì dell’Angelo, nel primo discorso missionario della Chiesa nascente: ‘Questo Gesù – proclama l’Apostolo Pietro – Dio lo ha risuscitato e noi tutti ne siamo testimoni’”.

“In che modo possiamo incontrare il Signore e diventare sempre più suoi autentici testimoni? San Massimo di Torino afferma: ‘Chiunque vuole raggiungere il Salvatore, per prima cosa lo deve porre con la propria fede alla destra della divinità e collocarlo con la persuasione del cuore nei cieli’, deve cioè imparare a rivolgere costantemente lo sguardo della mente e del cuore verso l’altezza di Dio, dove è il Cristo risorto. Nella preghiera, nell’adorazione, dunque, Dio incontra l’uomo. (...) Solo se sappiamo rivolgerci a Dio, pregarLo, noi possiamo scoprire il significato più profondo della nostra vita, e il cammino quotidiano viene illuminato dalla luce del Risorto”.

“Cari amici, la Chiesa, in Oriente e in Occidente, oggi festeggia san Marco evangelista” – ha ricordato infine Benedetto XVI – “sapiente annunciatore del Verbo e scrittore delle dottrine di Cristo – come in antico veniva definito. Egli è anche il Patrono della città di Venezia, dove, a Dio piacendo, mi recherò in visita pastorale il 7 e 8 maggio prossimo”.

Dopo la recita del Regina Coeli il Papa ha salutato i rappresentanti dell’Associazione ‘Meter’, promotrice della Giornata nazionale per i bambini vittime della violenza, dello sfruttamento e dell’indifferenza, ed ha detto: “Li incoraggio a proseguire la loro opera di prevenzione e di sensibilizzazione delle coscienze al fianco delle varie agenzie educative: penso in particolare alle parrocchie, agli oratori e alle altre realtà ecclesiali che si dedicano con generosità alla formazione delle nuove generazioni”.
ANG/ VIS 20110427 (370)

RELIQUIA DEL BEATO GIOVANNI PAOLO II

CITTA' DEL VATICANO, 26 APR. 2011 (VIS). Di seguito riportiamo i Comunicato della Sala Stampa della Santa Sede a proposito della reliquia del Beato Giovanni Paolo II che sarà esposta nella cerimonia di Beatificazione, il 1° maggio prossimo.

“La reliquia che verrà esposta alla venerazione dei fedeli in occasione della Beatificazione del Papa Giovanni Paolo II è una piccola ampolla di sangue, inserita nel prezioso reliquiario fatto preparare appositamente dall’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice. È opportuno spiegare brevemente, ma con precisione, l’origine di tale reliquia”.

“Negli ultimi giorni della malattia del Santo Padre, il personale medico addetto compì prelievi di sangue, da mettere a disposizione del Centro Emotrasfusionale dell’Ospedale Bambino Gesù in vista di un’eventuale trasfusione. Tale Centro, diretto dal professor Isacchi, era infatti incaricato di questo servizio medico per il Papa”.

“Tuttavia non ebbe poi luogo alcuna trasfusione, e il sangue prelevato rimase conservato in quattro piccoli contenitori. Due di questi sono rimasti a disposizione del Segretario particolare del Papa Giovanni Paolo II, il Cardinale Dziwisz; gli altri due sono rimasti presso l’Ospedale Bambino Gesù, devotamente custoditi dalle Suore dell’Ospedale. In occasione della Beatificazione questi due contenitori sono stati collocati in due reliquiari”.

“Il primo verrà presentato alla venerazione dei fedeli in occasione della cerimonia di Beatificazione del 1° maggio, e poi sarà conservato nel ‘Sacrario’ a cura dell’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice, insieme ad altre importanti reliquie. Il secondo verrà riconsegnato all’Ospedale Bambino Gesù, le cui suore avevano già fedelmente custodito la preziosa reliquia negli anni trascorsi”.

“Il sangue si trova allo stato liquido, circostanza che si spiega per la presenza di una sostanza anticoagulante che era presente nelle provette al momento del prelievo”.
OP/ VIS 20110427 (290)

CRISTIANI: TESTIMONI DEL CAMMINO NUOVO DI PASQUA

CITTA' DEL VATICANO, 27 APR. 2011 (VIS). Il Papa ha raggiunto questa mattina il Vaticano proveniente da Castel Gandolfo, per l’Udienza Generale tenutasi in Piazza San Pietro con la partecipazione di 20.000 persone.

“Cristo risorto dai morti è il fondamento della nostra fede.” – ha affermato il Santo Padre – “Dalla Pasqua si irradia, (...) tutta la liturgia della Chiesa, traendo da essa contenuto e significato. (...) La risurrezione di Cristo è l’approdo verso una vita non più sottomessa alla caducità del tempo, una vita immersa nell’eternità di Dio. Nella risurrezione di Gesù inizia una nuova condizione dell’essere uomini, che illumina e trasforma il nostro cammino di ogni giorno e apre un futuro qualitativamente diverso e nuovo per l’intera umanità”.

Nella “Lettera ai Colossesi” San Paolo dice: “‘Se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo seduto alla destra di Dio, rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra’”. Però l’Apostolo, ha sottolineato Benedetto XVI “è ben lontano dall'invitare i cristiani, ciascuno di noi, ad evadere dal mondo nel quale Dio ci ha posti. È vero che noi siamo cittadini di un'altra ‘città’, dove si trova la nostra vera patria, ma il cammino verso questa meta dobbiamo percorrerlo quotidianamente su questa terra. Partecipando fin d'ora alla vita del Cristo risorto dobbiamo vivere da uomini nuovi in questo mondo, nel cuore della città terrena”.

“E questa è la via non solo per trasformare noi stessi, ma per trasformare il mondo, per dare alla città terrena un volto nuovo che favorisca lo sviluppo dell'uomo e della società secondo la logica della solidarietà, della bontà, nel profondo rispetto della dignità propria di ciascuno. (...) La Pasqua, quindi, porta la novità di un passaggio profondo e totale da una vita soggetta alla schiavitù del peccato ad una vita di libertà, animata dall’amore, forza che abbatte ogni barriera e costruisce una nuova armonia nel proprio cuore e nel rapporto con gli altri e con le cose”.

“Ogni cristiano, così come ogni comunità, se vive l’esperienza di questo passaggio di Risurrezione, non può non essere fermento nuovo nel mondo, donandosi senza riserve per le cause più urgenti e più giuste, come dimostrano le testimonianze dei Santi in ogni epoca e in ogni luogo. Sono tante anche le attese del nostro tempo: noi cristiani, credendo fermamente che la risurrezione di Cristo ha rinnovato l’uomo senza toglierlo dal mondo in cui costruisce la sua storia, dobbiamo essere i testimoni luminosi di questa vita nuova che la Pasqua ha portato”.

“La Pasqua è dunque” – ha concluso il Pontefice – “dono da accogliere sempre più profondamente nella fede, per poter operare in ogni situazione, con la grazia di Cristo, secondo la logica di Dio, la logica dell’amore”.
AG/ VIS 20110427 (450)

ALTRI ATTI PONTIFICI

CITTA' DEL VATICANO, 27 APR. 2011 (VIS). Il Santo Padre:

- Ha nominato il Vescovo Dario Campos, O.F.M., finora Vescovo di Leopoldina (Brasile), Vescovo di Cachoeiro de Itapemirim (superficie: 10.073; popolazione: 661.000; cattolici: 395.000; sacerdoti: 71; religiosi: 73; diaconi permanenti: 41), Brasile.

- Ha nominato il Vescovo Felipe de Jesús Estévez, Vescovo di Saint Augustine (superficie: 28.575; popolazione: 1.966.314; cattolici: 171.000; sacerdoti: 136; religiosi: 118; diaconi permanenti: 62), Stati Uniti d’America. Finora Ausiliare dell’Arcidiocesi di Miami (Stati Uniti d’America), succede al Vescovo Victor B. Galeone del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima Diocesi, presentata per raggiunti limiti d’età.

Martedì 26 aprile il Santo Padre ha nominato il Monsignore Charles C. Thompson, Vescovo di Evansville (superficie: 12.971; popolazione: 501.000; cattolici: 87.800; sacerdoti: 75; religiosi: 255; diaconi permanenti: 52), Stati Uniti d’America. Il Vescovo eletto è nato a Louisville (Stati Uniti d’America) nel 1961 ed è stato ordinato sacerdote nel 1987. Finora Vicario Generale e Parroco della “Holy Trinity Parish” a Louisville (Stati Uniti d’America), succede al Vescovo Gerald Andrew Gettelfinger, del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima Diocesi, presentata per raggiunti limiti d’età.

Giovedì 21 aprile il Santo Padre ha nominato il Vescovo Mosè Marcia, Vescovo di Nuoro (superficie: 2.806; popolazione: 124.708; cattolici: 122.447; sacerdoti: 94; religiosi: 125; diaconi permanenti: 8), Italia. Finora Ausiliare dell’Arcidiocesi di Cagliari (Italia), succede al Vescovo Pietro Meloni, del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima Diocesi, presentata per raggiunti limiti d’età.
NER:RE/ VIS 20110427 (260)
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