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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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lunedì 19 aprile 2010

DOLORE E VERGOGNA DEL PAPA VITTIME ABUSI


CITTA' DEL VATICANO, 18 APR. 2010 (VIS). Al termine della Messa di questa mattina nel Piazzale dei Granai, Floriana, il Santo Padre ha incontrato, nella sede della Nunziatura Apostolica a Malta, un piccolo gruppo di persone che hanno subito abusi sessuali da parte di membri del clero.

  In un Comunicato della Sala Stampa della Santa Sede che riferisce dell'incontro, si legge: "Benedetto XVI era profondamente commosso nell'ascoltare le storie delle vittime ed ha espresso vergogna e dolore per tutto ciò che le vittime e le loro famiglie hanno sofferto.  Il Papa ha pregato con loro ed ha assicurato loro che la Chiesa sta facendo e continuerà a fare tutto ciò che è in suo potere per compiere indagini sulle accuse, per portare davanti alla giustizia i responsabili degli abusi e per adottare misure efficaci per salvaguardare i giovani in futuro".

  "Nello spirito della recente 'Lettera ai Cattolici d'Irlanda', Benedetto XVI ha pregato affinché tutte le vittime di abusi sperimentino guarigione e riconciliazione, per poter andare avanti con rinnovata speranza".
PV-MALTA/                                   VIS 20100419 (180)

DIO SFIDA CIASCUNO DI NOI CAMBIARE E DIVENTARE PERFETTI


CITTA' DEL VATICANO, 18 APR. 2010 (VIS). Lasciata la Nunziatura Apostolica a Rabat, il Santo Padre si è diretto in autovettura panoramica al molo del porto di Kalkara, distante 15 chilometri, dove si è imbarcato per percorrere le tre miglia marine che lo separavano dal porto de La Valletta. Benedetto XVI ha percorso il tratto in un catamarano seguito da una flottiglia di barche tradizionali delle isole maltesi.

  Sbarcato, il Papa si è diretto al podio installato al porto per l'incontro con i giovani dell'isola.

  "Apprezzo il vostro desiderio di cercare e trovare la verità e di conoscere cosa dovete fare per raggiungere la pienezza della vita", ha detto il Papa ricordando l'incontro di San Paolo con Gesù, sulla via di Damasco.

  "Ogni incontro personale con Gesù è un'esperienza travolgente d'amore" - ha affermato il Santo Padre - "Per il resto della sua vita, Paolo ha avuto l'ardente desiderio di portare l'annuncio di questo amore fino ai confini della terra".

  "Forse qualcuno di voi mi dirà che San Paolo è stato spesso severo nei suoi scritti. Come posso affermare che egli ha diffuso un messaggio d'amore? La mia risposta è questa. Dio ama ognuno di noi con una profondità e intensità che non possiamo neppure immaginare. Egli ci conosce intimamente, conosce ogni nostra capacità ed ogni nostro errore.  Poiché egli ci ama così tanto, egli desidera purificarci dai nostri errori e rafforzare le nostre virtù così che possiamo avere vita in abbondanza. Quando ci richiama perché qualche cosa nelle nostre vite dispiace a Lui, non ci rifiuta, ma ci chiede di cambiare e divenire perfetti. Questo è quanto ha chiesto a San Paolo sulla via di Damasco. Dio non rifiuta nessuno. E la Chiesa non rifiuta nessuno. Tuttavia, nel suo grande amore, Dio sfida ciascuno di noi a cambiare e diventare perfetti".

  "San Giovanni" - ha ricordato il Pontefice - "ci dice che questo amore perfetto scaccia il timore" e a tutti coloro che desideravano portare il messaggio del Vangelo nel mondo dice: 'Non abbiate paura!'. (...) Certamente incontrerete opposizione al messaggio del Vangelo. La cultura odierna, come ogni cultura, promuove idee e valori che sono talvolta in contrasto con quelle vissute e predicate da nostro Signore Gesù Cristo. Spesso sono presentate con un grande potere persuasivo, rinforzato dai media e dalla pressione sociale da gruppi ostili alla fede cristiana".

  "È facile, quando si è giovani e impressionabili, essere influenzati dai coetanei ad accettare idee e valori che sappiamo non sono ciò che il Signore davvero vuole da noi. Ecco perché dico a voi: non abbiate paura, ma rallegratevi del suo amore per voi; fidatevi di lui, rispondete al suo invito ad essere discepoli, trovate nutrimento e aiuto spirituale nei sacramenti della Chiesa".

  "Qui a Malta vivete in una società che è segnata dalla fede e dai valori cristiani. Dovreste essere orgogliosi che il vostro Paese difenda sia il bambino non ancora nato, come pure promuova la stabilità della vita di famiglia dicendo no all'aborto e al divorzio. Vi esorto a mantenere questa coraggiosa testimonianza alla santità della vita e alla centralità del matrimonio e della vita famigliare per una società sana. (...)
Altre nazioni possono imparare dal vostro esempio cristiano. Nel contesto della società europea, i valori evangelici ancora una volta stanno diventando una contro-cultura, proprio come lo erano al tempo di San Paolo".

  "Come cristiani siamo chiamati a manifestare l'amore di Dio che comprende tutti. (...) Dobbiamo avere una cura speciale per coloro che sono in difficoltà (...); dovremmo prestare attenzione ai bisogni degli immigrati e di coloro che cercano asilo nelle nostre terre; dovremmo tendere la mano con amicizia ai credenti e non. Questa è la nobile vocazione di amore e di servizio che tutti noi abbiamo ricevuto. Lasciate che ciò vi spinga a dedicare le vostre vite a seguire Cristo".
PV-MALTA                                   VIS 20100419 (660)

MALTA SEMPRE PROFONDAMENTE CONSAPEVOLE SUA IDENTIT


CITTA' DEL VATICANO, 18 APR. 2010 (VIS). Concluso l'incontro con i giovani, Benedetto XVI è giunto alle 18:40 all'aeroporto internazionale di Luqa, Malta, dove ha avuto luogo la cerimonia di congedo al termine del XIV Viaggio Apostolico del suo Pontificato.

  Dopo aver ascoltato il discorso del Presidente della Repubblica di Malta, George Abela, il Santo Padre ha preso la parola.

  "Questo viaggio mi ha offerto l'occasione di un più profondo apprezzamento di come il Vangelo predicato da san Paolo ha plasmato l'identità spirituale del popolo maltese. Nel momento in cui mi congedo da voi, permettetemi di incoraggiarvi ancora una volta a coltivare una profonda coscienza della vostra identità ed accogliere le responsabilità che ne discendono, specialmente promuovendo i valori del Vangelo che vi offrono una chiara visione della dignità umana e della comune origine, nonché destino, del genere umano".

  "Tenendo presente la sua posizione geografica nel cuore del Mediterraneo, molti migranti arrivano ai lidi di Malta, alcuni per fuggire da situazioni di violenza e di persecuzione, altri alla ricerca di migliori condizioni di vita. So delle difficoltà che possono causare l'accoglienza di un gran numero di persone, difficoltà che non possono essere risolte da alcun Paese di primo approdo, da solo. Allo stesso tempo, sono anche fiducioso che, contando sulla forza delle radici cristiane e sulla lunga e fiera storia di accoglienza degli stranieri, Malta cercherà, con il sostegno di altri Stati e delle Organizzazioni internazionali, di venire in soccorso di quanti qui arrivano ed assicurarsi il rispetto dei propri diritti".

  "Unità, solidarietà e rispetto reciproco stanno alla base della vostra vita sociale e politica. Ispirati dalla vostra fede cattolica, essi sono la bussola che vi guiderà alla ricerca di un autentico ed integrale sviluppo. Il tesoro dell'insegnamento sociale della Chiesa ispirerà e guiderà tali sforzi. Non lasciate mai" - ha concluso il Santo Padre - "che la vostra vera identità venga compromessa dall'indifferentismo o dal relativismo. Siate sempre fedeli all'insegnamento di san Paolo".

  Al termine del suo discorso Benedetto XVI è ripartito per Roma, dove è atterrato all'aeroporto di Campino alle 21:40 ed in elicottero ha raggiunto il Vaticano.. 
PV-MALTA/                                 VIS 20100419 (320)

BENEDETTO XVI CELEBRA QUINTO ANNO DI PONTIFICATO


CITTA' DEL VATICANO, 19 APR. 2010 (VIS). Benedetto XVI celebra oggi il quinto anniversario di elezione al Pontificato il 19 aprile 2005. Il Cardinale Joseph Ratzinger, succeduto a Papa Giovanni Paolo II, è il 264 Successore di Pietro.

  Il Conclave che ha portato all'elezione di Benedetto XVI iniziò lunedì 18 aprile 2005, nella Cappella Sistina del Palazzo Apostolico Vaticano, con l"extra omnes" intimato alle 17:25 dal Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie, Arcivescovo Piero Marini, dopo il giuramento prestato dai 115 Cardinali Elettori.   La prima fumata nera si è avuta alle ore 20:04 dello stesso giorno. Martedì 19 aprile fumata nera alle ore 11:52. Martedì 19 aprile, fumata bianca alla ore 17:50.
  Alle ore 18:48, il Santo Padre Benedetto XVI, preceduto dalla Croce, si affacciò alla Loggia esterna della Benedizione della Basilica Vaticana per salutare il popolo e impartire la Benedizione Apostolica "Urbi et Orbi".

  Prima della Benedizione il nuovo Pontefice rivolse ai fedeli le parole che seguono:

  "Cari fratelli e sorelle, dopo il grande Papa Giovanni Paolo II, i signori cardinali hanno eletto me, un semplice e umile lavoratore nella vigna del Signore. Mi consola il fatto che il Signore sa lavorare ed agire anche con strumenti insufficienti e soprattutto mi affido alle vostre preghiere. Nella gioia del Signore risorto, fiduciosi nel suo aiuto permanente, andiamo avanti. Il Signore ci aiuterà e Maria sua Santissima Madre starà dalla nostra parte. Grazie".

  Benedetto XVI celebrò la sua prima Messa per l'inizio ufficiale del suo ministero petrino, sul sagrato della Basilica Vaticana, il 24 aprile 2005, con la partecipazione di mezzo milione di fedeli. La Santa Messa fu concelebrata da 150 Cardinali.

  Nella sua prima omelia il Papaaffermò: "Una delle caratteristiche fondamentali del pastore deve essere quella di amare gli uomini che gli sono stati affidati, così come ama Cristo, al cui servizio si trova. 'Pasci le mie pecore', dice Cristo a Pietro, ed a me, in questo momento. Pascere vuol dire amare, e amare vuol dire anche essere pronti a soffrire. Amare significa: dare alle pecore il vero bene, il nutrimento della verità di Dio, della parola di Dio, il nutrimento della sua presenza, che egli ci dona nel Santissimo Sacramento".

  "Cari amici - in questo momento io posso dire soltanto: pregate per me, perché io impari sempre più ad amare il Signore. Pregate per me, perché io impari ad amare sempre più il suo gregge - voi, la Santa Chiesa, ciascuno di voi singolarmente e voi tutti insieme. Pregate per me, perché io non fugga, per paura, davanti ai lupi. Preghiamo gli uni per gli altri, perché il Signore ci porti e noi impariamo a portarci gli uni gli altri".

  In questi cinque anni di Pontificato Benedetto XVI ha pubblicato tre Encicliche: "Deus caritas est" (25 dicembre 2005); "Spe Salvi" (27 novembre 2007) e "Caritas in veritate" (30 giugno 2009), l'Esortazione Apostolica sull'Eucaristia; la Costituzione Apostolica "Anglicanorum coetibus"; il volume "Gesù di Nazaret"; nove "motu proprio", fra cui "Summorum Pontificum" sulla Messa Tridentina,  e cento fra discorsi, omelie, lettere e messaggi. Ha effettuato quattordici Viaggi Apostolici internazionali e sedici visite pastorali in Italia. Fra gli avvenimenti più significativi del suo Pontificato sono da notare la visita ad Auschwitz (2006); alla Moschea Blu di Istanbul, Turchia (2006); il discorso alle Nazioni Unite (2008); la visita alla Sinagoga di Roma (2010). Benedetto XVI ha convocato tre Sinodi, il primo sulla Parola di Dio (2008); il secondo sull'Africa (2009), e il terzo sul Medio Oriente che si terrà nell'autunno 2010.

  Oggi, i Cardinali offriranno al Papa un pranzo nella Sala Ducale del Palazzo Apostolico per celebrare il quinto anniversario della sua elezione.
BXVI-ANNIVERSARIO/                                       VIS 20100418 (610)

IL PAPA INVITA TUTTI I SACERDOTI CHIUSURA ANNO SACERDOTALE


CITTA' DEL VATICANO, 19 ABR. 2010 (VIS). Il Cardinale Cláudio Hummes, O.F.M., Arcivescovo Emerito di São Paulo, Prefetto della Congregazione per il Clero, ha scritto una lettera a tutti i sacerdoti del mondo in occasione della chiusura dell'Anno Sacerdotale, che si concluderà l'11 giugno 2010, Solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù.

  Di seguito riportiamo estratti della lettera, datata 12 aprile:

  "La Chiesa è senz'altro molto lieta per l'Anno Sacerdotale e ringrazia il Signore per aver ispirato il Santo Padre ad indirlo".

  "È vero che alcuni, ma proporzionalmente molto pochi, presbiteri hanno commesso orribili e gravissimi delitti di abusi sessuali contro minorenni, fatti che dobbiamo in modo assoluto e intransigente rifiutare e condannare. Loro devono rispondere davanti a Dio e davanti ai tribunali, anche civili. Nondimeno preghiamo che arrivino alla conversione spirituale e al perdono di Dio. La Chiesa intanto è decisa a non nascondere o minimizzare tali crimini. Ma soprattutto siamo da parte delle vittime e loro vogliamo sostenere nel recupero e nei loro diritti offesi".

  "D'altra parte, i delitti di alcuni non possono assolutamente essere usati per infangare l'intero corpo ecclesiale dei presbiteri. Chi lo fa, commette una clamorosa ingiustizia. La Chiesa, in quest'Anno Sacerdotale, cerca di dire ciò alla società umana. Qualsiasi persona di buon senso e di buona volontà lo capisce".

  "Cari presbiteri (...) la Chiesa vi ama, vi ammira e vi rispetta. Siete anche una gioia per la nostra gente cattolica nel mondo, che vi accoglie ed appoggia, soprattutto in questi tempi di sofferenze".

  "Il Papa, cari sacerdoti,  vi invita di cuore a venire da tutto il mondo  a Roma per questa conclusione il 9, 10 e 11 giugno prossimo. Da tutti i paesi del mondo. (...) Il Papa vorrà confermare i presbiteri della Chiesa. La loro presenza numerosa in Piazza San Pietro costituirà anche una forma propositiva e responsabile dei presbiteri a presentarsi pronti e non intimiditi per il servizio all'umanità loro affidato da Gesù Cristo".

  "Trattasi di offrire al nostro amato Papa Benedetto XVI la nostra solidarietà, il nostro appoggio, la nostra fiducia e la nostra comunione incondizionata, dinanzi agli attacchi frequenti che Gli sono rivolti, nel momento attuale, nell'ambito delle sue decisioni riguardo ai chierici incorsi nei delitti di abusi sessuali su minorenni. Le accuse contro di Lui sono evidentemente ingiuste e è stato dimostrato che nessuno ha fatto tanto quanto Benedetto XVI  per condannare e per combattere correttamente tali crimini. Allora, la presenza massiva dei presbiteri in piazza con Lui sarà un segno forte del nostro deciso rifiuto  degli attacchi  ingiusti di cui è vittima. Allora, venite anche per appoggiare pubblicamente il Santo Padre".

  "La conclusione dell'Anno Sacerdotale non costituirà propriamente una conclusione, ma un nuovo inizio. Noi, il popolo di Dio e i pastori, vogliamo ringraziare il Signore per questo periodo privilegiato di preghiera e di riflessione sul sacerdozio. Al contempo, ci proponiamo di essere sempre attenti a ciò che lo Spirito Santo vuol dirci. Intanto, torneremo all'esercizio della nostra missione nella Chiesa e nel mondo con gioia rinnovata e con la convinzione che Dio, il Signore della storia, resta con noi, sia nelle crisi sia nei nuovi tempi".
CPC/                                       VIS 20100419 (530)
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