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giovedì 23 gennaio 2003

UDIENZE

CITTA' DEL VATICANO, 23 GEN. 2003 (VIS). Questa mattina il Santo Padre ha ricevuto in udienze separate:

- L'Arcivescovo Péter Erdö, di Esztergom-Budapest (Ungheria).

- Sette Presuli della Conferenza Episcopale del Brasile (Regione Sul I), in Visita "ad Limina Apostolorum":

- Il Vescovo Fernando Antônio Figueiredo, O.F.M., di Santo Amaro.

- Il Vescovo Jacyr Francisco Braido, C.S., di Santos, con il Vescovo emerito David Picão.

- Il Vescovo Joviano de Lima Júnior, S.S.S., di São Carlos.

- Il Vescovo José Moreira de Melo, di Itapeva.

- Il Vescovo Carmo João Rhoden, S.C.I., di Taubaté.

- Il Vescovo David Dias Pimentel, di São João da Boa Vista.

Il Santo Padre ha ricevuto ieri, 22 gennaio, in udienze separate:

- L'Arcivescovo Tarcisio Bertone, S.D.B., di Genova (Italia).

- L'Arcivescovo Alfio Rapisarda, Nunzio Apostolico in Portogallo.
AP:AL/…/… VIS 20030123 (140)

BRASILE: SETTE, EVANGELIZZAZIONE, INCULTURAZIONE, LITURGIA


CITTA' DEL VATICANO, 23 GEN. 2003 (VIS). Questa mattina, il Santo Padre Giovanni Paolo II ha ricevuto un gruppo di Presuli della Conferenza Episcopale del Brasile, Regione Sul I, al termine dello quinquennale Visita "ad Limina Apostolorum". Il Santo Padre ha dedicato il suo discorso a temi quali le devozioni popolari, l'Eucaristia, la liturgia autentica e l'inculturazione nella società multietnica brasiliana, nel contesto della società moderna che è "drammatica e affascinante" ed è contraddistinta dal materialismo e dal secolarismo, tuttavia anche protesa verso i valori spirituali.

Il Santo Padre ha ricordato che i popoli del Brasile "sono tradizionalmente ancorati ai principi perenni del Cristianesimo ma ad esso hanno sottomesso influenze negative di vario genere, che comprendono le sette, diffuse in tutto il Paese e molto forti in alcune aree". Il Santo Padre si è chiesto: "Non è forse ciò segno concreto di una inappagata aspirazione al soprannaturale?" ed ha proseguito affermando che questa è "un'autentica sfida" per i parroci che devono "rinnovare lo stile di accoglienza nell'ambito delle comunità ecclesiali e rivitalizzare lo slancio verso una nuova e coraggiosa evangelizzazione".

Molte volte, ha aggiunto il Pontefice "vi è una grande carenza di formazione religiosa con una conseguente indecisione circa la necessità della fede in Cristo e l'adesione alla Chiesa da Lui istituita. Esiste la tendenza a rappresentare le religioni e varie esperienze spirituali riducendole ad un minimo comune denominatore, così da sembrare quasi equivalenti, con il risultato che ogni individuo si sente libero di seguire indifferentemente uno dei numerosi cammini proposti per la salvezza.". Anche questo aspetto richiede una evangelizzazione nuova, coraggiosa e di vasto respiro.

Successivamente, facendo riferimento al XIV Congresso Eucaristico Nazionale svoltosi in Brasile, il Santo Padre ha ribadito l'importanza dell'Eucaristia nella vita di tutti i cristiani ed ha detto: "L'Eucaristia è il bene spirituale supremo della Chiesa e deve essere al centro del ministero pastorale per diffondere la sua forza soprannaturale in tutte le sfere della vita cristiana, quali l'evangelizzazione, la catechesi e le molteplici attività caritative, come pure l'impegno al rinnovamento sociale e la giustizia a favore di tutti, il rispetto per la vita e per i diritti di ogni individuo e l'impegno a favore della famiglia".

Tuttavia, ha proseguito il Pontefice, "per dare la sua piena efficacia al sacrificio eucaristico, esso deve essere sempre contraddistinto dalla degna ed autentica celebrazione del mistero, secondo la dottrina e le direttive della Chiesa, come ho ricordato in diverse occasioni". Parlando della Celebrazione Eucaristica - la proclamazione della Parola, le preghiere, i riti e tutto il simbolismo ecclesiale della liturgia - il Santo Padre ha affermato che "qualunque manipolazione di questi elementi ha effetti negativi sulla pedagogia della fede", mentre una liturgia autentica e corretta "edifica le fondamenta della fede e la vita dei fedeli".

Il Santo Padre Giovanni Paolo II ha continuato il suo discorso sottolineando la necessità di osservare il Giorno del Signore, l'importanza della preghiera collettiva e soprattutto personale e la liturgia, ha detto, che deve essere "un dialogo fra Dio e il Suo popolo".

La Liturgia, ha ribadito ancora il Papa "deve essere disciplinata solo dalle autorità competenti, chiedendo ad ognuno una grande e rispettosa fedeltà ai riti e ai testi autentici. Un'applicazione erronea del valore della creatività e spontaneità nelle celebrazioni, anche se tipiche delle molte manifestazioni di vita del vostro popolo, non devono mai alterare i riti e i testi e soprattutto il sentimento di mistero che viene celebrato nella Liturgia".

Il Santo Padre ha ricordato che il Brasile è una società multietnica, multiculturale e che ogni gruppo etnico, ogni cultura, ha un ruolo importante da ricoprire e un grande contributo da offrire alla Nazione come alla Chiesa e alla sua missione "ad gentes". Parlando della cultura afro-brasiliana il Papa ha detto che essa ci porta "alla delicata questione dell'inculturazione, specialmente nei riti liturgici, nella terminologia e nelle espressioni musicali e corporali tipiche della cultura afro-brasiliana". Se l'inculturazione comprende l'abbigliamento, i canti, il linguaggio, le cerimonie o gli oggetti liturgici, ci deve essere "una rigorosa applicazione di un serio e profondo discernimento circa la sua compatibilità con la Verità rivelata da Gesù Cristo".

L'autentica liturgica cattolica, ha affermato il Papa, non deve essere trasformata o confusa con "il pantheon di spiriti e divinità dei culti africani. (…) La Chiesa vede questi culti con interesse, ma considera nocivo il relativismo concreto di una pratica comune di entrambi i riti o di una mescolanza di entrambi come se avessero lo stesso valore, e vede in tutto ciò un pericolo per l'identità della fede cattolica".
AL/…/BRASILE VIS 20030123 (750)
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