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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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lunedì 13 novembre 2006

ALTRI ATTI PONTIFICI

CITTA' DEL VATICANO, 13 NOV. 2006 (VIS). Il Santo Padre ha nominato:

- Il Vescovo Romulo Geolina Valles, finora Vescovo di Kidapawan (Filippine), Arcivescovo di Zamboanaga (superficie: 1.638; popolazione: 668.380; cattolici: 494.601; sacerdoti: 65; religiosi: 128), Filippine. L'Arcivescovo eletto è nato a Maribojoc (Filippine), nel 1951, è stato ordinato sacerdote nel 1976 e Vescovo nel 1997. Succede all'Arcivescovo Carmelo Dominator F. Morelos, del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima Arcidiocesi, presentata per raggiunti limiti d'età.

- Il Vescovo Sergio Lasam Utleg, finora Vescovo di Ilagan (Filippine), Vescovo di Laoag (superficie: 3.386; popolazione: 671.000; cattolici: 450.000; sacerdoti: 48; religiosi: 79), Filippine.

- Il Padre José Alejandro Castaño Arbeláez, O.A.R., Vescovo Ausiliare dell'Arcidiocesi di Cali (superficie: 2.504; popolazione: 2.563.177; cattolici: 2.178.700; sacerdoti: 304; religiosi: 999; diaconi permanenti: 18), Colombia. Il Vescovo eletto, finora Parroco del "Sagrado Corazón" in Manizales (Colombia) e Presidente dell'Accademia Colombiana di Storia Ecclesiastica, è nato a La Ceja (Colombia), nel 1945, ha emesso la Professione Solenne nell'Ordine degli Agostiniani Recolletti nel 1967 ed è stato ordinato sacerdote nel 1971.
NER:RE:NEA/.../...                                   VIS 20061113 (190)


UDIENZE

CITTA' DEL VATICANO, 13 NOV. 2006 (VIS). Questa mattina il Santo Padre ha ricevuto in udienze separate:

- L'Arcivescovo Joseph Powathil, di Changanacherry (India).

- Il Signor Gilton Bazillo Chiwaula, Ambasciatore del Malawi in visita di congedo.

- Nove Presuli della Conferenza Episcopale della Repubblica Federale di Germania, in Visita "ad Limina Apostolorum":

    - Il Cardinale Friedrich Wetter, Arcivescovo di München und Freising, con gli Ausiliari Vescovo Engelbert Siebler, Vescovo Bernhard Hasslberger e Vescovo Franz Dietl.

    - Il Vescovo Walter Mixa, di Augsburg, con gli Ausiliari Vescovo Josef Grünwald e Vescovo Anton Losinger.

    - Il Vescovo Wilhelm Schraml, di Passau.

    - Il Vescovo Gerhard Ludwig Müller, di Regensburg.

  Sabato 11 novembre il Santo Padre ha ricevuto in udienze separate:

- Il Cardinale Walter Kasper, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani.

- Il Vescovo Franz Kamphaus, di Limburg (Repubblica Federale di Germania), in Visita "ad Limina Apostolorum", con l'Ausiliare Vescovo Gerhard Pieschl.

- Il Signor Francisco Alfredo Salazar Alvarado, Ambasciatore dell'Ecuador, in visita di congedo.

- Il Cardinale Giovanni Battista Re, Prefetto della Congregazione per i Vescovi.
AP:AL/.../...                                       VIS 20061113 (190)


IN BREVE

IL SANTO PADRE HA INDIRIZZATO UN MESSAGGIO AL VESCOVO FRANÇOIS MAUPU, di Verdun (Francia), in occasione del 90° anniversario della Battaglia che ivi ebbe luogo nel 1916 e che fu "un momento buio della storia del Continente", ma anche "uno dei simboli della riconciliazione fra due grandi nazioni europee un tempo nemiche (...) Che i nostri contemporanei, in particolare le giovani generazioni" - scrive il Santo Padre - "traggano tutti gli insegnamenti della storia, e ispirandosi alle radici e ai valori cristiani che hanno largamente contribuito a forgiare l'Europa delle nazioni e l'Europa dei popoli, si adoperino a creare legami di fraternità e di carità, per il bene di tutti e lo sviluppo dei paesi, dedicando speciale attenzione ai più poveri e ai più piccoli".

L'ARCIVESCOVO CELESTINO MIGLIORE, OSSERVATORE PERMANENTE della Santa Sede presso l'Organizzazione delle Nazioni Unite, è intervenuto, il 10 novembre scorso, a New York, al Secondo Comitato della 61 Assemblea Generale dell'O.N.U., sullo sradicamento della 'povertà. "I poveri" - ha affermato il Nunzio Apostolico - "hanno diritto alla giustizia, al lavoro dignitoso, ad adeguata alimentazione, cure sanitarie ed istruzione, secondo quanto enunciato dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo. (...) Tuttavia, poiché i poveri sono molte volte, proprio a causa della loro condizione, esclusi dalla società, la loro abilità di garantirsi tali diritti è frequentemente limitata. Il legame fra pace e sviluppo appare oltremodo evidente a coloro che devono confrontarsi con gli ostacoli nella vita dei poveri e che sanno, qualche volta per amara esperienza, che 'lo sviluppo è il nuovo nome della pace'".

ALLA III CONFERENZA DI ESAME DELLA CONVENZIONE SULLA PROIBIZIONE O RESTRIZIONE DELL'USO DI CERTE ARMI CONVENZIONALI (CCW), attualmente in corso a Ginevra (Svizzera), è intervenuto l'Arcivescovo Silvano Maria Tomasi, C.S., Osservatore Permanente presso l'Ufficio delle Nazioni Unite e le Istituzioni Specializzate a Ginevra. "Questa Convenzione" - ha detto il Nunzio Apostolico - "deve conservare il suo carattere dinamico, evolutivo e flessibile. Sarebbe dannoso ed artificiale ridurre tale Convenzione ed i suoi protocolli a ciò che è stato realizzato finora. Ora vengono fabbricate nuove armi. È importante che la riflessione e i negoziati accompagnino la realtà militare al fine di garantire che le nuove armi rispettino i criteri imposti dalla Convenzione e dai suoi protocolli e di esaminare se non sia il caso di negoziare nuovi strumenti laddove gli accordi esistenti non rispondono alle nuove realtà militari".
.../IN BREVE/...                                   VIS 20061113 (400)


RISPETTO IMPEGNO DENUCLEARIZZAZIONE PENISOLA COREANA

CITTA' DEL VATICANO, 13 NOV. 2006 (VIS). Questa mattina, nel ricevere il Signor Kagefumi Ueno, nuovo Ambasciatore del Giappone presso la Santa Sede, in occasione della presentazione delle Lettere Credenziali, il Santo Padre ha affermato che "le ricche tradizioni culturali e spirituali del suo Paese hanno contribuito alla diffusione dei valori umani fondamentali".

  "Il riconoscimento della dimensione spirituale della società" - ha detto ancora Papa Benedetto XVI - "suscitando un autentico dialogo fra le religioni e le culture, non può che promuovere una vita comune fraterna e solidale, che sola permette lo sviluppo integrale dell'uomo".

  "Più che mai la ricerca della pace fra le nazioni deve essere una priorità dei rapporti internazionali" - ha ribadito il Pontefice  - "La violenza non può mai essere una risposta giusta ai problemi delle società, poiché essa distrugge la dignità, la vita e la libertà dell'uomo, che essa pretende di difendere. Per costruire la pace sono importanti le vie di ordine culturale, politico ed economico".

  Il Santo Padre ha invitato il Giappone "a continuare ad adoperarsi risolutamente per contribuire allo instaurarsi di una pace giusta e stabile nel mondo, particolarmente in Estremo Oriente. Di fronte alla crisi nella quale versa attualmente la regione, la Santa Sede incoraggia i negoziati bilaterali o multilaterali, convinta che la soluzione debba essere ricercata con mezzi pacifici e nel rispetto degli impegni presi da tutte le parti presenti per conseguire la denuclearizzazione della penisola coreana".

  Il Santo Padre ha quindi vivamente auspicato che "la comunità internazionale persegua ed intensifichi gli aiuti umanitari alle popolazioni più vulnerabili, in particolare la Corea del Nord, al fine che un'eventuale interruzione non arrechi alle popolazioni civili gravi conseguenze" ed ha sottolineato "il generoso contributo" dato dal Giappone "all'assistenza dei paesi più poveri".

  "È necessario" - ha ribadito il Pontefice - "che i legami di interdipendenza fra i popoli, che si sviluppano sempre più, siano accompagnati da un intenso impegno perché le nefaste conseguenze delle forti disparità che persistono fra paesi sviluppati e paesi in via di sviluppo non si aggravino, ma si trasformino in una autentica solidarietà, stimolando la crescita economica e sociale dei paesi più poveri".

  Infine Papa Benedetto XVI si è rallegrato "per il rispetto di cui gode la Chiesa cattolica in Giappone" e ha salutato calorosamente i Vescovi e tutti i fedeli del Paese, "incoraggiandoli a vivere sempre più fermamente nella comunione della fede e a perseverare nel loro impegno a favore della pace e della riconciliazione fra i popoli della regione, in una collaborazione generosa con i compatrioti".
CD/LETTERE CREDENZIALI/GIAPPONE:UENO               VIS 20061113 (430)


CONVERTIRE MODELLO SVILUPPO GLOBALE LOTTA CONTRO FAME


CITTA' DEL VATICANO, 12 NOV. 2006 (VIS). Alle ore 12:00 di oggi il Santo Padre Benedetto XVI si è affacciato alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l'Angelus con le migliaia di fedeli che gremivano Piazza San Pietro, nonostante la pioggia.

  Il Santo Padre ha ricordato che "Oggi si celebra in Italia l'annuale Giornata del Ringraziamento, che ha per tema: 'La terra: un dono per l'intera famiglia umana'" ed ha affermato: "Nelle nostre famiglie cristiane si insegna ai piccoli a ringraziare sempre il Signore, prima di prendere il cibo, con una breve preghiera e il segno della croce. Questa consuetudine va conservata o riscoperta, perché educa a non dare per scontato il 'pane quotidiano', ma a riconoscere in esso un dono della Provvidenza".

  "Dovremmo abituarci a benedire il Creatore per ogni cosa (...).  Ai suoi discepoli Gesù ha insegnato a pregare chiedendo al Padre celeste non il 'mio', ma il 'nostro' pane quotidiano. Ha voluto così che ogni uomo si senta corresponsabile dei suoi fratelli, perché a nessuno manchi il necessario per vivere. I prodotti della terra sono un dono destinato da Dio 'per l'intera famiglia umana'".

  Al riguardo Benedetto XVI ha affermato: "E qui tocchiamo un punto molto dolente: il dramma della fame che, malgrado anche di recente sia stato affrontato nelle più alte sedi istituzionali, come le Nazioni Unite e in particolare la F.A.O., rimane sempre molto grave. L'ultimo Rapporto annuale della F.A.O. ha confermato quanto la Chiesa sa molto bene dall'esperienza diretta delle comunità e dei missionari: che cioè oltre 800 milioni di persone vivono in stato di sottoalimentazione e troppe persone, specialmente bambini, muoiono di fame".

  "Come far fronte a questa situazione che, pur denunciata ripetutamente, non accenna a risolversi, anzi, per certi versi si va aggravando?" - si è chiesto il Pontefice - "Certamente occorre eliminare le cause strutturali legate al sistema di governo dell'economia mondiale, che destina le maggior parte delle risorse del pianeta a una minoranza della popolazione. Tale ingiustizia è stata stigmatizzata in diverse occasioni dai venerati miei Predecessori, i Servi di Dio Paolo VI e Giovanni Paolo II. Per incidere su larga scala è necessario 'convertire' il modello di sviluppo globale; lo richiedono ormai non solo lo scandalo della fame, ma anche le emergenze ambientali ed energetiche. Tuttavia, ogni persona e ogni famiglia può e deve fare qualcosa per alleviare la fame nel mondo adottando uno stile di vita e di consumo compatibile con la salvaguardia del creato e con criteri di giustizia verso chi coltiva la terra in ogni Paese".

  Il Santo Padre ha concluso le sue riflessioni sottolineando che "L'odierna Giornata del Ringraziamento ci invita, da una parte, a rendere grazie a Dio per i frutti del lavoro agricolo; dall'altra, ci incoraggia a impegnarci concretamente per sconfiggere il flagello della fame. Ci aiuti la Vergine Maria ad essere riconoscenti per i benefici della Provvidenza e a promuovere in ogni parte del globo la giustizia e la solidarietà".
ANG/FAME/...                                   VIS 20061113 (500)


ESSERE CON DIO CI FA SPERIMENTARE GRANDEZZA CRISTIANESIMO


CITTA' DEL VATICANO, 11 NOV. 2006 (VIS). A conclusione dell'Incontro dei Presuli della Conferenza Episcopale della Svizzera con il Papa e con i Capi di alcuni Dicasteri della Curia Romana, il Santo Padre Benedetto XVI ha pronunciato, nel pomeriggio del 9 novembre, un discorso reso pubblico oggi.

  "Non dovremmo permettere" - ha affermato il Papa - "che la nostra fede sia resa vana dalle troppe discussioni su molteplici particolari meno importanti, ma aver invece sempre sotto gli occhi in primo luogo la sua grandezza. (...) Perciò ritengo cosa fondamentale mettere sempre di nuovo in rilievo la grandezza della nostra fede - un impegno dal quale non dobbiamo permettere che ci distolgano simili situazioni. (...) È importante soprattutto curare il rapporto personale con Dio, con quel Dio che si è mostrato a noi in Cristo".

  "Dio è 'Spiritus creator', è 'Logos', è ragione. E per questo la nostra fede è una cosa che ha da fare con la ragione, può essere trasmessa mediante la ragione e non deve nascondersi davanti alla ragione, neanche a quella del nostro tempo. (...) Questa ragione, invece, ha un cuore, tanto da poter rinunciare alla propria immensità e farsi carne. E solo in ciò sta, secondo me, l'ultima e vera grandezza della nostra concezione di Dio. Sappiamo: Dio non è un'ipotesi filosofica, non è qualcosa che forse esiste, ma noi Lo conosciamo ed Egli conosce noi. E possiamo conoscerLo sempre meglio, se rimaniamo in colloquio con Lui".

  "Per questo" - ha ribadito il Santo Padre - "è un compito fondamentale della pastorale, insegnare a pregare ed impararlo personalmente sempre di più. Esistono oggi scuole di preghiera, i gruppi di preghiera; si vede che la gente lo desidera. (...) Dobbiamo moltiplicare tali scuole di preghiera, del pregare insieme, dove si può imparare la preghiera personale in tutte le sue dimensioni".

  "Questo intimo essere con Dio e quindi l'esperienza della presenza di Dio è ciò che sempre di nuovo ci fa, per così dire, sperimentare la grandezza del cristianesimo e ci aiuta poi anche ad attraversare tutte le piccolezze, tra le quali, certamente, esso deve poi essere vissuto e - giorno per giorno, soffrendo ed amando, nella gioia e nella tristezza - essere realizzato".

  Secondo tema di riflessione del Santo Padre è stato la morale ed in merito il Papa ha detto: "Sento spesso dire che una nostalgia di Dio, di spiritualità, di religione esiste oggi nelle persone e che si ricomincia anche a vedere nella Chiesa una possibile interlocutrice, dalla quale, a questo riguardo, è possibile ricevere qualcosa. (...) Cresce nuovamente la consapevolezza: la Chiesa è una grande portatrice di esperienza spirituale (...). Quello che invece risulta molto difficile alla gente è la morale che la Chiesa proclama. Su questo ho riflettuto - ci rifletto già da molto tempo - e vedo sempre più chiaramente che, nella nostra epoca, la morale si è come divisa in due parti. La società moderna non è semplicemente senza morale, ma ha, per così dire, 'scoperto' e rivendica un'altra parte della morale che, nell'annuncio della Chiesa negli ultimi decenni e anche di più, forse non è stata abbastanza proposta. Sono i grandi temi della pace, della non violenza, della giustizia per tutti, della sollecitudine per i poveri e del rispetto della creazione".

  "Questo" - ha proseguito il Pontefice - "è diventato un insieme etico che, proprio come forza politica, ha un grande potere e costituisce per molti la sostituzione o la successione della religione. In luogo della religione, che è vista come metafisica e cosa dell'al di là - forse anche come cosa individualistica - entrano i grandi temi morali come l'essenziale che poi conferisce all'uomo dignità e lo impegna".

  "L'altra parte della morale, che non di rado viene colta in modo assai controverso dalla politica, riguarda la vita. Fa parte di essa l'impegno per la vita, dalla concezione fino alla morte, cioè la sua difesa contro l'aborto, contro l'eutanasia, contro la manipolazione e contro l'auto-legittimazione dell'uomo a disporre della vita. Spesso si cerca di giustificare questi interventi con gli scopi apparentemente grandi di poter con ciò essere utili alle generazioni future e così appare addirittura come cosa morale anche il prendere nelle proprie mani la vita stessa dell'uomo e manipolarla".

  "In questo contesto si pone poi anche la morale del matrimonio e della famiglia. Il matrimonio viene, per così dire, sempre di più emarginato. Conosciamo l'esempio di alcuni Paesi, dove è stata fatta una modifica legislativa, secondo la quale il matrimonio adesso non è più definito come legame tra uomo e donna, ma come un legame tra persone; con ciò ovviamente è distrutta l'idea di fondo e la società, a partire dalle sue radici, diventa una cosa totalmente diversa".

  "La consapevolezza che sessualità, eros e matrimonio come unione tra uomo e donna vanno insieme - 'I due saranno una sola carne', dice la 'Genesi' - questa consapevolezza s'attenua sempre di più; ogni genere di legame sembra assolutamente normale - il tutto presentato come una specie di moralità della non-discriminazione e un modo di libertà dovuta all'uomo. Con ciò, naturalmente, l'indissolubilità del matrimonio è diventata un'idea quasi utopica che, proprio anche in molte persone della vita pubblica, appare smentita. Cosi anche la famiglia si disfa progressivamente. Certo, per il problema della diminuzione impressionante del tasso di natalità esistono molteplici spiegazioni, ma sicuramente ha in ciò un ruolo decisivo anche il fatto che si vuole avere la vita per se stessi, che ci si fida poco del futuro e che, appunto, si ritiene quasi non più realizzabile la famiglia come comunità durevole, nella quale può poi crescere la generazione futura".

  "In questi ambiti, dunque, il nostro annuncio si scontra con una consapevolezza contraria della società, per cosi dire, con una specie di antimoralità che si appoggia su di una concezione della libertà vista come facoltà di scegliere autonomamente senza orientamenti predefiniti, come non-discriminazione, quindi come approvazione di ogni tipo di possibilità, ponendosi così in modo autonomo come eticamente corretto".

  "Ma l'altra consapevolezza non è scomparsa. Essa esiste, e io penso che noi dobbiamo impegnarci per ricollegare queste due parti della moralità e rendere evidente che esse vanno inseparabilmente unite tra loro. (...) Penso che in ciò abbiamo davanti un grande compito: da una parte, non far apparire il cristianesimo come semplice moralismo, ma come dono nel quale ci è dato l'amore che ci sostiene e ci fornisce poi la forza necessaria per saper 'perdere la propria vita'; dall'altra, in questo contesto di amore donato, progredire anche verso le concretizzazioni, per le quali il fondamento ci è sempre offerto dal Decalogo che, con Cristo e con la Chiesa, dobbiamo leggere in questo tempo in modo progressivo e nuovo".
AC/VESCOVI SVIZZERI/...                             VIS 20061113 (1120)


PROGRAMMA VIAGGIO APOSTOLICO DEL PAPA IN TURCHIA

CITTA' DEL VATICANO, 11 NOV. 2006 (VIS). Oggi è stato reso pubblico il programma del Viaggio Apostolico del Papa in Turchia, in programma dal 28 novembre al 1° dicembre prossimo.

  La partenza del Santo Padre dall'aeroporto romano di Fiumicino è prevista alle ore 9:00 di martedì 28 novembre e, l'arrivo all'aeroporto internazionale Esemboga di Ankara, alle ore 13:00. Alla visita del Papa al Mausoleo di Atatürk seguirà la cerimonia di benvenuto. Dopo la visita di cortesia al Presidente della Repubblica, Benedetto XVI avrà un incontro con il Vice Primo Ministro, con il Presidente per gli Affari Religiosi e con il Corpo Diplomatico.

  Mercoledì 29 novembre, ad Efeso, Benedetto XVI celebrerà la Santa Messa e nel pomeriggio si dirigerà a Istanbul dove è in programma una visita di preghiera alla Chiesa Patriarcale di San Giorgio ed un Incontro privato con Sua Santità Bartolomeo I, Patriarca Ecumenico di Costantinopoli.

  Il giorno seguente, giovedì 30 novembre, il Papa parteciperà ad una Divina Liturgia nella Chiesa Patriarcale di San Giorgio dove Benedetto XVI pronuncerà un discorso e apporrà la firma ad una Dichiarazione Congiunta con Sua Santità Bartolomeo I. Successivamente il Santo Padre si recherà in visita al Museo di Santa Sofia e alla Cattedrale Armena Apostolica, visita seguita da un incontro con Sua Beatitudine il Patriarca Mesrob II.

  Lo stesso giorno è in programma un Incontro con il Metropolita Siro-Ortodosso e con il Gran Rabbino della Turchia ed in serata è previsto un incontro e una cena con i Membri della Conferenza Episcopale Cattolica.

  Venerdì 1° dicembre, il Papa celebrerà la Santa Messa nella Cattedrale dello Spirito Santo di Istanbul al termine della quale si recherà all'aeroporto. Al termine della cerimonia di congedo, alle 13:15, il Santo Padre ripartirà alla volta di Roma dove l'arrivo è previsto alle 14:45.
BXVI-PROGRAMMA/VIAGGIO TURCHIA/...                   VIS 20061113 (300)


COMUNICARE CONTENUTI DELLA RIVELAZIONE DI GESÙ


CITTA' DEL VATICANO, 11 NOV. 2006 (VIS). Questa mattina il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto i Membri della "Fondazione Sacra Famiglia di Nazareth", istituzione educativa creata nel 1946 dal Cardinale Domenica Tardini ed attualmente presieduta dal Cardinale Achille Silvestrini, Prefetto emerito della Congregazione per le Chiese Orientali.

  Il Santo Padre ha ricordato che Villa Nazareth, che celebra il 60° anniversario di istituzione, "si propone di valorizzare l'intelligenza dei suoi alunni nel rispetto della libertà della persona, orientata a vedere nel servizio degli altri l'autentica espressione dell'amore cristiano. Villa Nazareth vuole formare i suoi giovani al coraggio delle decisioni, in un atteggiamento di apertura al dialogo, con riferimento alla ragione purificata nel crogiuolo della fede. (...) La fede scruta l'invisibile ed è perciò amica della ragione che si pone gli interrogativi essenziali da cui attende senso il nostro cammino quaggiù".

  Successivamente il Papa ha fatto riferimento alla "'diaconia' che la cultura cristiana può svolgere nell'aiutare le persone in ricerca a scoprire Colui che è nascosto nelle pagine della Bibbia come nelle vicende della vita di ciascuno. Ma non si deve dimenticare che il Signore si dice 'sfamato, dissetato, ospitato, vestito, visitato' in ogni persona bisognosa. (...) Nessuna cultura può essere contenta di se stessa finché non scopre che deve farsi attenta alle necessità reali e profonde dell'uomo, di ogni uomo".

  "I contenuti della rivelazione di Gesù sono concreti ed un intellettuale cristianamente ispirato deve sempre essere pronto a comunicarli quando dialoga con coloro che sono alla ricerca di soluzioni capaci di migliorare l'esistenza e di rispondere all'inquietudine che assilla ogni cuore umano. Occorre mostrare soprattutto la corrispondenza profonda che esiste tra le istanze che emergono dalla riflessione sulle vicende umane e il 'Logos' divino che 'si è fatto carne' ed è venuto 'ad abitare in mezzo a noi'. Si crea così una convergenza feconda tra i postulati della ragione e le risposte della Rivelazione e proprio di qui scaturisce una luce che illumina la strada su cui orientare il proprio impegno".
AC/DIACONIA CULTURA/VILLA NAZARETH                   VIS 20061113 (340)


SECOLARIZZAZIONE SFIDA PER LA CHIESA IN GERMANIA

CITTA' DEL VATICANO, 11 NOV. 2006 (VIS). Nel discorso rivolto ieri al primo gruppo di Presuli della Conferenza Episcopale della Germania, il Santo Padre ha sottolineato che la secolarizzazione della società è "una sfida provvidenziale" da affrontare coraggiosamente.

  "La Repubblica Federale di Germania" - ha detto Benedetto XVI - "condivide con tutto il mondo occidentale la situazione di una cultura dominata dalla secolarizzazione, nella quale Dio tende a scomparire sempre più dalla coscienza pubblica, l'unicità dell'immagine di Cristo sbiadisce e i valori formati alla tradizione ecclesiale perdono sempre più efficacia".

  "Non pochi sono stati colti per questo dallo scoraggiamento e dalla rassegnazione, atteggiamenti, questi, che impediscono la testimonianza del Vangelo di Cristo che libera e salva". Di conseguenza il Papa si è posto la domanda: "Ma il Cristianesimo non è forse, alla fine, una proposta tra tante alla stimolazione del senso? (...) Al tempo stesso, però, di fronte alla fragilità e alla caducità della maggior parte di queste offerte, molti tornano ad interrogare e a guardare con speranza al messaggio cristiano e si aspettano da noi risposte convincenti".

  Riferendosi ai rapporti con i tanti musulmani che vivono in Germania, il Papa ha rilevato che: "Proprio loro, che con tanta serietà rimangono attaccati alle loro convinzioni ed ai loro riti, hanno il diritto alla nostra umile e determinata testimonianza di Gesù Cristo. Per rendere questa testimonianza in maniera credibile, ovviamente, è necessario un grande impegno. Per questo" - ha soggiunto il Pontefice - "sarebbe necessario che in quei luoghi in cui esiste una numerosa popolazione musulmana, siano a disposizione interlocutori cattolici con le indispensabili conoscenze linguistiche e di storia religiosa, che li mettano in grado di affrontare un dialogo con i musulmani. È chiaro che un tale dialogo presuppone, innanzitutto, una profonda conoscenza della propria fede cattolica".

  Successivamente il Papa, affrontando l'argomento dell'insegnamento della religione, delle scuole cattoliche e della formazione dei cattolici adulti, ha affermato che i "'curricula' per l'insegnamento della religione, (...) devono essere orientati al Catechismo della Chiesa cattolica, affinché nell'intero percorso scolastico possa essere trasmessa l'interezza della fede e della vita della Chiesa" ed ha sottolineato: "Nelle scuole cattoliche, poi, è fondamentale che l'introduzione nella visione cattolica del mondo e nella pratica della fede, nonché la formazione unitaria della personalità non siano trasmesse soltanto nel corso della lezione di religione, ma in maniera convincente nell'intera quotidianità scolastica, non ultimo mediante la testimonianza personale degli insegnanti". In merito alle molteplici istituzioni ed attività nell'ambito della formazione adulta, il Santo Padre ha segnalato che: "Un'attenzione speciale andrebbe riservata alla scelta degli argomenti e dei relatori, affinché i contenuti centrali della fede e del modo di vita cristiano non scivolino in secondo piano rispetto alle questioni attuali o marginali che sono in primo piano".

  "La fedeltà al 'depositum fidei', come presentato dal Magistero della Chiesa, rappresenta il presupposto imprescindibile per una ricerca ed un insegnamento teologici seri".

  A proposito della formazione nei seminari, il Santo Padre ha ricordato che: "Il Concilio Vaticano II ha emesso, nel decreto 'Optatam totius', norme importanti che purtroppo non sono ancora del tutto applicate. Ciò vale soprattutto per l'istituzione del cosiddetto corso d'introduzione prima dell'inizio vero e proprio dello studio.  In considerazione del numero crescente di interessati e candidati che non vengono più da un ambiente tradizionale cattolico, un tale anno introduttivo è assolutamente necessario. Al di là di questo, lo studente potrà in questo anno chiarire maggiormente la sua vocazione al sacerdozio. D'altro canto, le persone responsabili della formazione dei sacerdoti avranno la possibilità di farsi un'idea dei candidati, della loro maturità umana e della loro vita di fede. Per contro, i dinamismi di gruppo del gioco delle parti, i gruppi di auto-esperienza ed altri esperimenti psicologici sono meno indicati e possono piuttosto ingenerare conduzione e insicurezza".

  Infine Papa Benedetto XVI ha affrontato "un problema urgente: il rapporto tra sacerdoti e laici nel compimento della missione della Chiesa". Ringraziando "tutti quei laici che, con la forza viva derivante dal Battesimo, contribuiscono a sostenere la Chiesa", il Papa ha ricordato che: "Proprio perché la testimonianza attiva dei laici è così importante è anche importante che i ruoli specifici dei diversi carismi non siano confusi. La predica nel corso della Santa Messa è un incarico legato al ministero consacrato; laddove sia presente un numero sufficiente di sacerdoti e diaconi, la distribuzione della Comunione è compito loro".

  "Solo il Sacramento dell'ordinazione abilita il beneficiario a parlare ed agire 'in persona Christi'. E questo, miei cari confratelli, è necessario continuare ad imprimerlo con tutta la pazienza e la saggezza possibili, e a trarne le necessarie conseguenze".
AL/.../GERMANIA                                           VIS 20061113 (770)


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