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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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lunedì 29 ottobre 2007

UDIENZE


CITTA' DEL VATICANO, 29 OTT. 2007 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienze separate:

- Il Cardinale Friedrich Wetter, Arcivescovo emerito di München und Fresing  (Repubblica Federale di Germania).

- Il Cardinale Salvatore De Giorgi, Arcivescovo emerito di Palermo (Italia).

- Il Signor Nicanor Duarte Frutos, Presidente del Paraguay, con la Consorte, e Seguito.

  Sabato 27 ottobre il Santo Padre ha ricevuto in udienze separate:

- Il Signor Günther Beckstein, Ministro Presidente della Baviera, con la Consorte, e Seguito.

- L'Arcivescovo Edward Joseph Adams, Nunzio Apostolico nelle Filippine.

- Il Vescovo Wilhelm Schraml, di Passau (Repubblica Federale di Germania).

- Il Signor Miroslav Palameta, Ambasciatore di Bosnia ed Erzegovina, in visita di congedo.
AP/.../...                                               VIS 20071029 (120)



RISPETTO NORME ETICHE E SPERIMENTAZIONI TERAPEUTICHE

 
CITTA' DEL VATICANO, 29 OTT. 2007 (VIS). "Le nuove frontiere dell'azione farmaceutica" è stato il tema del XXV Congresso Internazionale dei Farmacisti Cattolici, in corso in questi giorni a Roma, ed i cui partecipanti sono stati ricevuti questa mattina dal Santo Padre Benedetto XVI.

  Nel suo breve discorso, il Santo Padre ha richiamato l'attenzione sull'attuale sviluppo dell'arsenale farmacologico e sulle possibilità terapeutiche che ne derivano che fa sorgere l'esigenza che i farmacisti "riflettano sulle funzioni sempre più estese che essi hanno, in particolare in qualità di intermediari fra medico e paziente; sul loro ruolo educativo presso i pazienti per un uso giusto dei farmaci e soprattutto per far conoscere le implicazioni etiche dell'uso di certi medicamenti".

  "In tale ambito" - ha proseguito il Pontefice - "non è possibile anestetizzare le coscienze, per esempio sugli effetti delle molecole che hanno lo scopo di evitare l'impianto di un embrione o di abbreviare la vita di una persona. Il farmacista deve invitare ognuno alla consapevolezza, perché ogni essere umano sia protetto dal suo concepimento fino alla morte naturale, e perché i farmaci svolgano effettivamente la loro funzione terapeutica".

  "D'altra parte, nessuna persona può essere usata, sconsideratamente, come un oggetto, per effettuare sperimentazioni terapeutiche; queste ultime devono svolgersi secondo protocolli rispettosi delle norme etiche fondamentali".

  "Ogni tentativo di terapia o di sperimentazione" - ha ribadito il Pontefice - "deve avere come finalità il benessere della persona, e non solamente la ricerca di progressi scientifici. Il perseguimento del bene dell'umanità non può essere realizzato a detrimento delle persone che vengono curate".

  "In ambito morale, la Federazione dei Farmacisti" - ha detto ancora il Papa - "è invitata ad affrontare la questione dell'obiezione di coscienza, diritto che deve essere riconosciuto alla vostra professione, permettendovi di non collaborare, direttamente o indirettamente, alla fornitura di prodotti che hanno il fine di compiere scelte chiaramente immorali, come l'aborto e l'eutanasia".

  "E' opportuno che le diverse strutture farmaceutiche (...) si preoccupino della solidarietà in ambito terapeutico, per permettere l'accesso alle cure e ai farmaci di prima necessità di tutti gli strati della popolazione ed in tutti i paesi, in particolare per le persone più povere".

  "Le scienze biomediche sono al servizio dell'uomo" - ha concluso il Pontefice - "se così non è, esse assumono un carattere freddo e disumano. Ogni sapere scientifico nell'ambito sanitario (...) è al servizio del malato, considerato nell'integrità del suo essere, che deve essere soggetto attivo di tali cure e rispettato nella sua autonomia".
AC/MEDICINA:MORALE/FARMACISTI CATTOLICI               VIS 20071029 (420)


ESEMPIO MARTIRI CI ESORTA ADOPERARCI PER RICONCILIAZIONE


CITTA' DEL VATICANO, 28 OTT. 2007 (VIS). Alle 12:00 di questa mattina il Santo Padre Benedetto XVI si è affacciato alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano, per recitare l'Angelus con le migliaia di pellegrini, provenienti in maggioranza dalla Spagna, che avevano assistito alla Cerimonia di Beatificazione di 498 martiri del XX secolo in Spagna, presieduta in Piazza San Pietro dal Cardinale José Saraiva Martins, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi.

  "La contemporanea iscrizione nell'albo dei Beati di un così gran numero di Martiri dimostra che la suprema testimonianza del sangue non è un'eccezione riservata soltanto ad alcuni individui, ma un'eventualità realistica per l'intero Popolo cristiano. Si tratta, infatti, di uomini e donne diversi per età, vocazione e condizione sociale, che hanno pagato con la vita la loro fedeltà a Cristo e alla sua Chiesa".

  "Il mese di ottobre" - ha proseguito il Pontefice - "dedicato in modo particolare all'impegno missionario, si chiude così con la luminosa testimonianza dei martiri spagnoli, che vanno ad aggiungersi ai martiri Albertina Berkenbrock, Manuel Gómez González e Adilio Daronch, e Franz Jägerstätter, proclamati Beati nei giorni scorsi in Brasile e in Austria. Il loro esempio sta a testimoniare che il Battesimo impegna i cristiani a partecipare con coraggio alla diffusione del Regno di Dio, cooperandovi se necessario col sacrificio della stessa vita".

  "Non tutti, certo, sono chiamati al martirio cruento. C'è però un 'martirio' incruento, che non è meno significativo, come quello di Celina Chludzi?ska, sposa, madre di famiglia, vedova e religiosa, beatificata ieri a Roma: è la testimonianza silenziosa ed eroica di tanti cristiani che vivono il Vangelo senza compromessi, compiendo il loro dovere e dedicandosi generosamente al servizio dei poveri".

  "Questo martirio della vita ordinaria" - ha concluso il Santo Padre - "è una testimonianza quanto mai importante nelle società secolarizzate del nostro tempo. È la pacifica battaglia dell'amore che ogni cristiano, come Paolo, deve instancabilmente combattere; la corsa per diffondere il Vangelo che ci impegna sino alla morte. Ci aiuti e ci assista, nella nostra quotidiana testimonianza, la Vergine Maria, Regina dei Martiri e Stella dell'Evangelizzazione".

  Al termine della recita dell'Angelus, il Santo Padre si è rivolto ai 40.000 fedeli spagnoli - vescovi, sacerdoti, religiosi, religiose, seminaristi e laici - che hanno partecipato alla cerimonia di Beatificazione di questa mattina.

  "Ringraziamo Dio" - ha detto il Papa in lingua spagnola - per il grande dono di questi eroici testimoni della fede che, mossi soltanto dal loro amore di Dio, hanno pagato con il sangue la fedeltà a Cristo e alla Chiesa. Con la loro testimonianza hanno illuminato il nostro cammino spirituale fino alla santità e ci incoraggiano a donare la nostra vita come offerta di amore a Dio e ai fratelli".

  "Nel contempo, con le loro parole e gesti di perdono nei confronti dei persecutori, i martiri ci esortano ad adoperarci instancabilmente a favore della misericordia, della riconciliazione e della convivenza pacifica".

  "Vi invito di cuore" - ha detto ancora il Santo Padre - "a rafforzare ogni giorno di più la comunione ecclesiale, ad essere testimoni fedeli del Vangelo nel mondo, sentendo la gioia di essere membri vivi della Chiesa, vera sposa di Cristo".

  Il Santo Padre Benedetto XVI ha concluso pregando i Nuovi Martiri affinché, per intercessione della Vergine Maria, Regina dei Martiri, intercedano per la Chiesa in Spagna e nel mondo, ed ha auspicato: "Che la fecondità del loro martirio produca frutti abbondanti di vita cristiana nei fedeli e nelle famiglie; che il sangue sparso sia seme di sante e numerose vocazioni sacerdotali, religiose e missionarie".
ANG/MARTIRI/...                                   VIS 20071029 (590)


LETTERA DEL PAPA NUOVO DIRETTORE OSSERVATORE ROMANO


CITTA' DEL VATICANO, 27 OTT. 2007 (VIS). Il Santo Padre Benedetto XVI ha indirizzato una Lettera al Professor Giovanni Maria Vian, in occasione della sua nomina a Direttore de "L'Osservatore Romano", "un incarico di grande responsabilità a motivo della natura peculiare del giornale Vaticano".

  Il Papa ha parole di encomio per la "profonda formazione culturale come storico del cristianesimo" e per la "conoscenza della storia del papato contemporaneo" del nuovo Direttore e ricorda che sin dal 1861 "L'Osservatore Romano" "ha sempre diffuso gli insegnamenti dei Romani Pontefici e gli interventi dei loro più stretti collaboratori sui problemi cruciali che l'umanità incontra nel suo cammino".

  Successivamente Papa Benedetto traccia una breve storia del "giornale del Papa" e sottolinea "la scelta di imparzialità che caratterizzò l'informazione del giornale vaticano durante la prima guerra mondiale", e ricorda come "durante la seconda tragedia bellica del Novecento (...) 'L'Osservatore Romano' (...) accrebbe ulteriormente il suo prestigio e la sua diffusione, grazie anche alla possibilità che il giornale aveva di attingere a fonti di informazione che in quel periodo solo l'indipendenza vaticana poteva garantire".

  Nel corso del Novecento, la pubblicazione in edizioni periodiche in diverse lingue, assicurò al quotidiano "una diffusione realmente internazionale. Questa dimensione mondiale" - scrive ancora il Pontefice - "risulta quanto mai importante per esprimere davvero la realtà della Chiesa universale, la comunione di tutte le Chiese locali e il loro radicamento nelle diverse situazioni, in un contesto di sincera amicizia verso le donne e gli uomini del nostro tempo".

  "Cercando e creando occasioni di confronto, 'L'Osservatore Romano' potrà servire sempre meglio la Santa Sede, mostrando la fecondità dell'incontro tra fede e ragione, grazie al quale si rende possibile anche una cordiale collaborazione tra credenti e non credenti".

  "Suo compito fondamentale resta ovviamente quello di favorire nelle culture del nostro tempo quell'apertura fiduciosa e, nello stesso tempo, profondamente ragionevole al Trascendente su cui in una ultima istanza si fonda il rispetto della dignità e dell'autentica libertà di ogni essere umano".
BXVI-LETTERA/OSSERVATORE ROMANO/VIAN               VIS 20071029 (340)



ECUADOR: NUOVA COSTITUZIONE GARANTISCA LIBERTÀ RELIGIOSA


CITTA' DEL VATICANO, 27 OTT. 2007 (VIS). Il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina il Signor Fausto Cordovez Chiriboga, nuovo Ambasciatore della Repubblica dell'Ecuador, in occasione della presentazione delle Lettere Credenziali.

  All'inizio del suo discorso il Papa ha posto l'accento sul patrimonio "secolare del Paese, che con diverse espressioni di pietà popolare ed artistiche, insieme con i valori morali, civili e sociali, fa parte dell'identità della Nazione Ecuadoriana".

  Rievocando i "nuovi scenari di libertà e di speranza, turbati a volte da situazioni politiche instabili e dalle conseguenze di strutture sociali deboli", il Santo Padre ha ribadito che "è necessario e urgente adoperarsi per la costruzione di un ordine interno e internazionale che promuova la convivenza pacifica, la cooperazione, il rispetto dei diritti umani e soprattutto il riconoscimento del ruolo centrale della persona e della sua dignità inviolabile".

  Ricordando "i numerosi ecuadoriani che emigrano in altri paesi in condizioni difficili, alla ricerca di un futuro migliore per sé e per le loro famiglie", il Santo Padre Benedetto XVI ha sottolineato che non bisogna "dimenticare che l'amore - caritas - è sempre e comunque necessario, anche nella società più giusta. Non vi è ordine statale  per quanto giusto, che ritenga superfluo il servizio dell'amore. (...) La carità è, poi, quella che, come generoso dono di se stessi all'altro, ha generato e continua a generare tale complesso di opere educative, assistenziali, di promozione e sviluppo, che onorano la Chiesa e la società ecuadoriana".

  "La Chiesa cattolica, con il suo ministero pastorale" - ha ricordato il Pontefice - "offre un importante contributo al bene comune del Paese. Da ciò deriva la necessità di promuovere e rinforzare l'ambito di libertà riconosciutole dai testi costituzionali e giuridici dell'Ecuador. Per questo è da auspicare che il nuovo ordinamento costituzionale contempli le più ampie garanzie per la libertà religiosa del popolo ecuadoriano, in modo tale che la Nazione si fondi su di un complesso giuridico conforme al contesto e agli accordi internazionali".

  Il Papa ha posto l'accento sul fatto che "la libertà d'azione della Chiesa, oltre che essere un diritto inalienabile, è condizione primaria per realizzare la sua missione a favore del popolo, anche in circostanze difficili" e, riprendendo l'Enciclica "Deus caritas est", Papa Benedetto XVI ha ricordato che coloro che "disconoscono l'amore disattendono l'uomo in quanto uomo", per cui, "Ciò che occorre è uno Stato che generosamente riconosca e sostenga, in accordo con il principio di sussidiarietà, le iniziative che sorgono dalle forze sociali".

  "Un governo democratico" - ha spiegato il Pontefice - "deve alimentare una cultura di rispetto e uguaglianza davanti alla legge ed un esercizio esemplare dell'autorità, orientata a servire tutto il popolo. Per tutto ciò, il governo dell'Ecuador ha manifestato la sua decisa volontà di rispondere alle necessità dei più poveri, ispirandosi alla Dottrina Sociale della Chiesa".

  Il Santo Padre ha concluso il suo discorso esprimendo l'auspicio che "i cittadini possano godere di tutti i diritti, con i relativi doveri, ottenendo migliori condizioni di vita e un più facile accesso a degne abitazioni, al lavoro, all'educazione e alla salute, nel pieno rispetto della vita, dal suo concepimento fino al suo termine naturale".
CD/CREDENZIALI/ECUADOR:CORDOVEZ                   VIS 20071029 (540)


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