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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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lunedì 13 gennaio 2003

UDIENZE

CITTA' DEL VATICANO, 11 GEN. 2003 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto in udienze separate:

- Due Presuli della Conferenza Episcopale del Brasile (Regione Sul I), in Visita "ad Limina Apostolorum":

- Il Vescovo Nelson José Westrupp, S.C.I., di São José dos Campos.

- Il Vescovo Bruno Gamberini, di Bragança Paulista.

- Il Cardinale Giovanni Battista Re, Prefetto della Congregazione per i Vescovi.
AL:AP/…/… VIS 20030113 (70)

CENTENARIO PONTIFICIO COLLEGIO PORTOGHESE


CITTA' DEL VATICANO, 11 GEN. 2003 (VIS). Questa mattina, nella Sala Clementina, il Santo Padre Giovanni Paolo II ha ricevuto la Comunità del Pontificio Collegio Portoghese di Roma, in occasione del centenario di fondazione.

Il Papa ha rivolto parole di saluto e ringraziamento ai responsabili del Pontificio Collegio "per il servizio e la formazione, la diligenza e la competenza dimostrata; e agli alunni per la serietà e l'entusiasmo nel corrispondere alle aspettative delle rispettive diocesi".

Il Santo Padre ha sottolineato la "grande utilità del Collegio portoghese nell'accogliere degnamente i sacerdoti, che hanno l'opportunità di continuare la loro formazione teologica e pastorale, avvalendosi di tutte le risorse offerte dalla Città Eterna".

"A titolo di omaggio" - ha proseguito il Pontefice - "non posso mancare di ricordare che in questi 100 anni di esistenza sono passati nel Collegio 867 alunni, la gran parte dei sacerdoti sono divenuti pastori insigni e impegnati - fra di essi, si contano tre Cardinali e 64 Vescovi - che in questo Istituto hanno ricevuto una formazione di alto livello".

Auspicando che tutti sappiano "apportare il proprio contributo per approfondire e consolidare l'unità della Chiesa, della quale Roma è segno e centro" - il Santo Padre Giovanni Paolo II ha esortato i presbiteri a "progredire senza stancarsi nella formazione cristiana e sacerdotale, apostolica e culturale che la Chiesa aspetta da voi".

"Questa Istituzione" - ha concluso il Santo Padre - "deve continuare ad essere, come nel passato, vivaio di apostoli, punto di unione fra la Roma cattolica e i vostri Paesi, testimonianza viva dell'impegno e della fedeltà degli stessi alla sede di Pietro".
AC/PONTIFICIO COLLEGIO PORTOGHESE/… VIS 20030113 (280)

SÌ VITA, DIRITTO, SOLIDARIETA: NO MORTE, EGOISMO GUERRA


CITTA' DEL VATICANO, 13 GEN. 2003 (VIS). Questa mattina, il Santo Padre Giovanni Paolo II ha pronunciato il tradizionale discorso d'inizio del nuovo anno ai Membri del Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede, e rivolgendosi ai Rappresentanti Diplomatici di 174 Nazioni ha affermato: "Attraverso di voi e grazie a voi, mi giungono le speranze e le aspirazioni, i successi e gli insuccessi dei vostri Paesi".

Il discorso del Santo Padre è stato pronunciato in lingua francese ed è anche stato reso pubblico in lingua inglese, italiana e spagnola. Di seguito ne riportiamo alcuni estratti:

"Sono impressionato dal sentimento di paura che dimora sovente nel cuore dei nostri contemporanei. Il terrorismo subdolo che può colpire in qualsiasi istante e ovunque; il problema non risolto del Medio Oriente, con la Terra Santa e l'Iraq; gli scossoni che scompigliano il Sud America, particolarmente l'Argentina, la Colombia e il Venezuela; i conflitti che impediscono a numerosi Paesi africani di dedicarsi al proprio sviluppo; le malattie che propagano il contagio e la morte; il problema grave della fame, in modo speciale in Africa; i comportamenti irresponsabili che contribuiscono all'impoverimento delle risorse del pianeta: ecco altrettanti flagelli che minacciano la sopravvivenza dell'umanità, la serenità delle persone e la sicurezza delle società".

"Ma tutto può cambiare. Dipende da ciascuno di noi. (…) Dipende chiaramente anche dai responsabili politici chiamati a servire il bene comune. Non vi sorprenda il fatto che, di fronte ad una platea di diplomatici, io proponga al riguardo alcuni imperativi, ai quali mi sembra necessario ottemperare, se si vuole evitare che popoli interi, forse addirittura l'umanità stessa, precipitino nell'abisso".

"Anzitutto un 'SÌ ALLA VITA'! Rispettare la vita e le vite: tutto comincia da qui, poiché il più fondamentale diritto umano è il diritto alla vita. L'aborto, l'eutanasia o la clonazione umana, ad esempio, rischiano di ridurre la persona umana ad un semplice oggetto: in qualche modo, la vita e la morte a comando! Quando sono prive di ogni criterio morale, le ricerche scientifiche che manipolano le sorgenti della vita, sono una negazione dell'essere e della dignità della persona. Anche la stessa guerra attenta alla vita umana, perché reca con sé sofferenza e morte. La lotta per la pace è sempre una lotta per la vita!"

"Poi, il RISPETTO DEL DIRITTO. La vita in società - in particolare la vita internazionale - suppone dei principi comuni intangibili, il cui scopo è di garantire la sicurezza e la libertà dei cittadini e delle Nazioni. Tali regole di condotta sono alla base della stabilità nazionale e internazionale. Oggi, i responsabili politici hanno a disposizione testi appropriati e pertinenti istituzioni. Basta metterli in pratica. Il mondo sarebbe totalmente diverso se si cominciasse ad applicare, in maniera sincera, gli accordi sottoscritti!"

"Infine il DOVERE DELLA SOLIDARIETÀ. In un mondo inondato da informazioni, ma che paradossalmente comunica con tanta difficoltà, e dove le condizioni di esistenza sono scandalosamente ineguali, è importante non lasciare nulla di intentato perché tutti si sentano responsabili della crescita e della felicità di tutti. Ne va del nostro avvenire".

"Si impongono pertanto alcune scelte affinché l'uomo abbia ancora un avvenire: i popoli della terra e i loro dirigenti devono avere talvolta il coraggio di dire 'no'.

"'NO ALLA MORTE'! Cioè, 'no' a tutto ciò che attenta all'incomparabile dignità di ogni essere umano, a cominciare da quella dei bambini non ancora nati. Se la vita è davvero un tesoro, bisogna saperlo conservare e farlo fruttificare senza snaturarlo. 'No' a tutto ciò che indebolisce la famiglia, cellula fondamentale della società".

"'NO ALL'EGOISMO'! Cioè, 'no' a tutto ciò che spinge l'uomo a rifugiarsi nel bozzolo di una classe sociale privilegiata o di una cultura di comodo che esclude l'altro. Il modo di vivere di quanti usufruiscono del benessere, il loro modo di consumare, debbono essere rivisti alla luce delle ripercussioni che hanno sugli altri Paesi. (…) Egoismo è anche l'indifferenza delle Nazioni opulente nei confronti dei Paesi abbandonati a se stessi. Tutti i popoli hanno il diritto di ricevere una parte equa dei beni di questo mondo, e della conoscenza scientifica e tecnologica dei Paesi più capaci. Come, ad esempio, non pensare all'accesso per tutti ai medicinali generici, necessari per sostenere la lotta contro le epidemie attuali? Questo accesso è spesso impedito da considerazioni economiche a corto termine".

"'NO ALLA GUERRA'! La guerra non è mai una fatalità; essa è sempre una sconfitta dell'umanità. Il diritto internazionale, il dialogo leale, la solidarietà fra Stati, l'esercizio nobile della diplomazia, sono mezzi degni dell'uomo e delle Nazioni per risolvere i loro contenziosi. Dico questo pensando a coloro che ripongono ancora la loro fiducia nell'arma nucleare e ai troppi conflitti che tengono ancora in ostaggio nostri fratelli in umanità. (…) Mi accontenterò oggi di aggiungere, davanti al costante aggravarsi della crisi mediorientale, che la sua soluzione non potrà mai essere imposta ricorrendo al terrorismo o ai conflitti armati, ritenendo addirittura che vittorie militari possano essere la soluzione. E che dire delle minacce di una guerra che potrebbe abbattersi sulle popolazioni dell'Iraq, terra dei profeti, popolazioni già estenuate da più di dodici anni di embargo? Mai la guerra può essere considerata un mezzo come un altro, da utilizzare per regolare i contenziosi fra le Nazioni".

"L'Europa di oggi, contemporaneamente unita e allargata. Essa ha saputo abbattere i muri che la sfiguravano. Si è impegnata nell'elaborazione e nella costruzione di una realtà capace di coniugare unità e diversità, sovranità nazionale e azione comune, progresso economico e giustizia sociale. Questa Europa nuova porta in sé i valori che hanno fecondato, per due millenni, un'arte di pensare e di vivere di cui il mondo intero ha beneficiato. Fra questi valori, il cristianesimo occupa un posto privilegiato avendo dato origine a un umanesimo che ha impregnato la sua storia e le sue istituzioni. Ricordando tale patrimonio, la Santa Sede e l'insieme delle Chiese cristiane hanno insistito presso i redattori del futuro Trattato costituzionale dell'Unione Europea affinché in esso figuri un riferimento alle Chiese e alle istituzioni religiose. Infatti, sembra augurabile che, nel pieno rispetto della laicità, siano riconosciuti tre elementi complementari: la libertà religiosa nella sua dimensione non solo individuale e cultuale, ma pure sociale e comunitaria; l'opportunità di un dialogo e di una consultazione strutturati fra i Governi e le comunità dei credenti; il rispetto dello statuto giuridico di cui le Chiese e le istituzioni religiose già godono negli Stati membri dell'Unione. Un'Europa che rinnegasse il proprio passato, che negasse il fatto religioso e non tenesse in conto alcuna dimensione spirituale, risulterebbe fortemente sminuita di fronte al progetto ambizioso che mobilita le sue energie: costruire l'Europa di tutti!"

"Anche l'Africa ci offre oggi l'occasione di rallegrarci: l'Angola ha cominciato l'opera di ricostruzione; il Burundi ha intrapreso il cammino che potrebbe condurre alla pace, ed attende dalla comunità internazionale comprensione e aiuti finanziari; la Repubblica Democratica del Congo si è impegnata seriamente in un dialogo nazionale che dovrebbe condurre alla democrazia. Il Sudan ha ugualmente dato prova di buona volontà, anche se il cammino verso la pace è lungo e arduo. (…) Non si possono non deplorare i gravi avvenimenti che scuotono la Costa d'Avorio e la Repubblica Centroafricana, invitando gli abitanti dei rispettivi Paesi a deporre le armi, a rispettare le loro Costituzioni e a gettare le basi di un dialogo nazionale. Sarà, così, facile coinvolgere le varie componenti della comunità nazionale nell'elaborazione di un progetto di società in cui tutti possano ritrovarsi. Inoltre, sempre di più, è bene ricordarlo, gli Africani tentano di trovare le soluzioni più adatte ai loro problemi, grazie all'azione dell'Unione Africana e ad efficaci mediazioni regionali".

"Una constatazione si impone: ormai l'indipendenza degli Stati non può più essere concepita, se non nell'interdipendenza. (…) Per evitare di precipitare nel caos, mi sembra che si impongano due esigenze. Anzitutto recuperare in seno agli Stati e fra gli Stati il valore primordiale della legge naturale. Inoltre, l'azione senza sosta di uomini di Stato probi e disinteressati. In effetti, l'indispensabile competenza professionale dei responsabili politici non può essere legittimata che da un saldo riferimento a forti convinzioni etiche".

"Il benessere materiale e spirituale dell'umanità, la tutela delle libertà e dei diritti della persona umana, il servizio pubblico disinteressato, la vicinanza alle situazioni concrete, precedono qualsiasi programma politico e costituiscono un'esigenza etica che è quanto di meglio possa assicurare la pace interna delle Nazioni e la pace fra gli Stati".

"È evidente che per un credente a simili motivazioni si aggiungono quelle che offre la fede in Dio creatore e padre di tutti gli uomini (…) Tenendo conto di ciò, lo Stato ha tutto l'interesse a vigilare perché la libertà religiosa, diritto naturale - individuale e sociale - sia effettivamente garantita a tutti. Come ho già avuto occasione di affermare, quando i credenti si sentono rispettati nella propria fede, e vedono le proprie comunità giuridicamente riconosciute, collaborano con tanta più convinzione al progetto comune della società civile di cui sono membri".

"Il dialogo ecumenico fra cristiani, e i contatti rispettosi con le altre religioni, in particolare con l'Islam, costituiscono il miglior antidoto alle derive settarie, al fanatismo o al terrorismo religioso. Per quanto concerne la Chiesa cattolica, non citerò che un caso per me motivo di grande sofferenza: la sorte riservata alle comunità cattoliche nella Federazione Russa, che da diversi mesi vedono alcuni dei loro pastori impediti di raggiungerle, per ragioni amministrative. La Santa Sede si attende dalle autorità governative decisioni concrete che mettano fine a questa crisi, decisioni che siano conformi agli impegni internazionali sottoscritti dalla Russia moderna e democratica. I cattolici russi vogliono vivere come i loro fratelli del resto del mondo, con la stessa libertà e la medesima dignità".

Attualmente sono 174 le Nazioni che intrattengono rapporti diplomatici pieni con la Santa Sede. Nel 2002 sono stati stabiliti rapporti diplomatici con la Repubblica di Timor Est (20 maggio) e con lo Stato del Quatar (18 novembre). A queste Nazioni sono da aggiungere l'Unione Europea e il Sovrano Militare Ordine di Malta e due Missioni a carattere speciale: la Missione della Federazione Russa e l'Ufficio dell'Organizzazione per le Liberazione della Palestina (OLP).
AC/CORPO DIPLOMATICO/… VIS 20030113 (1680)

BATTESIMO DEL SIGNORE ESPRIME SOLIDARIETÀ ALL'UMANITÀ


CITTA' DEL VATICANO, 12 GEN. 2003 (VIS). Oggi, Festa del Battesimo del Signore, conclusa la Santa Messa con l'amministrazione del Battesimo ad un gruppo di bambini nella Cappella Sistina, a mezzogiorno, il Santo Padre Giovanni Paolo II si è affacciato alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l'Angelus con i fedeli ed i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro.

Il Santo Padre ha ricordato che: "Confuso tra le folle penitenti, Gesù aveva chiesto a Giovanni Battista di essere battezzato lasciando sconcertato lo stesso Precursore. Ma proprio tale gesto rivela la singolarità del messianismo di Gesù: esso consiste nel compiere la volontà del Padre, facendosi 'vittima di espiazione per i nostri peccati'. L'umile solidarietà con i peccatori lo condurrà alla morte sulla Croce".

"Immergersi nella morte e nella risurrezione di Cristo" - ha proseguito il Pontefice - "libera radicalmente l'uomo dal peccato e dalla morte e realizza una nuova nascita secondo lo Spirito, per una vita che non avrà mai fine. Ecco il Battesimo che il Risorto affida agli Apostoli inviandoli nel mondo intero. Questo stesso Battesimo stamani, secondo la consuetudine, ho avuto la gioia di amministrare ad alcuni neonati".

"Il Battesimo dei bambini" - ha affermato il Santo Padre - "tanto caro alla tradizione cristiana, fa comprendere con immediata eloquenza la vera natura della salvezza. Essa è grazia, cioè dono gratuito del Signore. (…) Per questo è bene che i genitori cristiani siano solleciti nel portare i loro figli al fonte battesimale, affinché ricevano, in forza della fede della Chiesa, il grande dono della vita divina".
ANG/BATTESIMO/… VIS 20030113 (270)

ACCOMPAGNATE BAMBINI BATTEZZATI CAMMINO SANTITÀ


CITTA' DEL VATICANO, 12 GEN. 2003 (VIS). Alle ore 10:00 di oggi, Festa del Battesimo del Signore, il Santo Padre Giovanni Paolo II ha presieduto nella Cappella Sistina la Celebrazione Eucaristica nel corso della quale ha amministrato il Sacramento del Battesimo a ventidue bambini, provenienti dall'Italia, dalla Polonia e dal Libano.

Nell'omelia il Santo Padre ha detto: "Con il Battesimo ogni cristiano incontra Cristo in maniera personale: viene inserito nel mistero della sua morte e della sua resurrezione, e riceve una vita nuova, che è la stessa vita di Dio. Quale grande dono e quale grande responsabilità!".

Rivolgendosi ai genitori, ai padrini e alle madrine dei neonati, Giovanni Paolo II ha detto: "Il Signore vi affida, quali custodi responsabili, le loro vite così preziose ai suoi occhi. Impegnatevi amorevolmente perché crescano 'in sapienza, età, e grazia'; aiutateli ad essere fedeli alla loro vocazione. Tra poco, anche a nome loro, rinnoverete la promessa di lottare contro il male e di aderire pienamente a Cristo. Che la vostra esistenza sia sempre segnata da questo impegno generoso!".

"Siate altresì coscienti" - ha concluso il Pontefice - "che il Signore chiede a voi una nuova e più profonda collaborazione: vi affida cioè il compito quotidiano di accompagnarli nel cammino della santità. Sforzatevi di essere voi stessi santi per guidare i vostri figli verso questa alta meta della vita cristiana. Non dimenticate che, per essere santi, 'c'è bisogno di un cristianesimo che si distingua innanzitutto nell'arte della preghiera'".
HML/BATTESIMO NEONATI/CAPPELLA SISTINA VIS 20030113 (250)

ALTRI ATTI PONTIFICI


CITTA' DEL VATICANO, 11 GEN. 2003 (VIS). Il Santo Padre ha nominato Membri del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti: l'Arcivescovo Leonardo Sandri, Sostituto della Segreteria di Stato per gli Affari Generali; l'Arcivescovo Robert Sarah, emerito di Conakry (Guinea) e Segretario della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli; l'Arcivescovo Csaba Ternyák, Segretario della Congregazione per il Clero; l'Arcivescovo Piergiorgio Silvano Nesti, emerito di Camerino-San Severino Marche (Italia) e Segretario della Congregazione per gli Istituto di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica; l'Arcivescovo Giuseppe Pittau, Segretario della Congregazione per l'Educazione Cattolica.
NA/…/… VIS 20030113 (110)

TELEGRAMMA PER INCIDENTE AEREO IN PERÙ


CITTA' DEL VATICANO, 13 GEN. 2003 (VIS). Di seguito riportiamo il testo del telegramma inviato dal Cardinale Angelo Sodano, Segretario di Stato, a nome del Santo Padre Giovanni Paolo II, al Vescovo Emiliano Cisneros Martínez, O.A.R., di Chachapoyas (Perù), per l'incidente aereo del 9 gennaio scorso, verificatosi nei pressi della capitale del Paese:

"Sua Santità Giovanni Paolo II nell'apprendere con profondo cordoglio la triste notizia dell'incidente aereo avvenuto nei pressi della Capitale, che ha gettato numerose famiglie nel lutto, offre suffragi per l'eterno riposo delle vittime ed eleva le sue preghiere al Signore perché conceda consolazione e serenità spirituale a quanti piangono la perdita dei loro cari".

"Chiedo a Vostra Eccellenza di trasmettere le sentite condoglianze del Santo Padre alle famiglie delle vittime, esprimendo la sua paterna sollecitudine e i suoi sentimenti di vicinanza spirituale, e, nel contempo, il Santo Padre impartisce a tutti di cuore la confortante Benedizione Apostolica in segno di speranza nel Cristo Risorto".
TGR/INCIDENTE AEREO/PERÙ:CISNEROS VIS 20030113 (170)
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