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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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mercoledì 30 giugno 2010

IL PAPA CREA DICASTERO PER NUOVA EVANGELIZZAZIONE

CITTA' DEL VATICANO, 28 GIU. 2010 (VIS). Nel pomeriggio di oggi il Santo Padre Benedetto XVI ha presieduto nella Basilica di San Paolo fuori le mura la Celebrazione dei Primi Vespri della Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo.
Alla cerimonia era presente la Delegazione del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli, inviata da Sua Santità Bartolomeo I e composta da Sua Eminenza Gennadios (Limouris), Metropolita di Sassima; Sua Eminenza Bartholomaios (Ioannis Kessidis), Vescovo di Arianzós, Assistente del Metropolita di Germania e il Diacono Theodoros Meimaris, della Sede patriarcale del “Fanar”.
Nell’omelia il Papa ha offerto alcune riflessioni sulla vocazione missionaria della Chiesa ed ha ricordato che il Servo di Dio Giovanni Battista Montini, quando fu eletto Successore di Pietro, nel pieno svolgimento del Concilio Vaticano II, “scelse di portare il nome dell’Apostolo delle genti” e nel 1974 “convocò l’Assemblea del Sinodo dei Vescovi sul tema dell’evangelizzazione nel mondo contemporaneo, e circa un anno dopo pubblicò l’Esortazione apostolica ‘Evangelii nuntiandi’”.
Riferendosi successivamente al Venerabile Giovanni Paolo II, Benedetto XVI ha affermato che egli “ha rappresentato ‘al vivo’ la natura missionaria della Chiesa, con i viaggi apostolici e con l’insistenza del suo Magistero sull’urgenza di una ‘nuova evangelizzazione’: (...) È a tutti evidente che il mio Predecessore ha dato un impulso straordinario alla missione della Chiesa, non solo – ripeto – per le distanze da lui percorse, ma soprattutto per il genuino spirito missionario che lo animava e che ci ha lasciato in eredità all’alba del terzo millennio”.
“Raccogliendo questa eredità” – ha detto il Papa – “ho potuto affermare, all’inizio del mio ministero petrino, che la Chiesa è giovane, aperta al futuro. E lo ripeto oggi, vicino al sepolcro di san Paolo: la Chiesa è nel mondo un’immensa forza rinnovatrice, non certo per le sue forze, ma per la forza del Vangelo”. “Le sfide dell’epoca attuale” – ha sottolineato il Santo Padre – “sono certamente al di sopra delle capacità umane (...). Ma non c’era – e non c’è – solo la fame di cibo materiale: c’è una fame più profonda, che solo Dio può saziare. Anche l’uomo del terzo millennio desidera una vita autentica e piena, ha bisogno di verità, di libertà profonda, di amore gratuito. Anche nei deserti del mondo secolarizzato, l’anima dell’uomo ha sete di Dio, del Dio vivente”.
“Vi sono regioni del mondo” – ha proseguito il Pontefice – “che ancora attendono una prima evangelizzazione; altre che l’hanno ricevuta, ma necessitano di un lavoro più approfondito; altre ancora in cui il Vangelo ha messo da lungo tempo radici, dando luogo ad una vera tradizione cristiana, ma dove negli ultimi secoli – con dinamiche complesse – il processo di secolarizzazione ha prodotto una grave crisi del senso della fede cristiana e dell’appartenenza alla Chiesa”.
“In questa prospettiva” – ha detto ancora il Papa – “ho deciso di creare un nuovo Organismo, nella forma di ‘Pontificio Consiglio’, con il compito precipuo di promuovere una rinnovata evangelizzazione nei Paesi dove è già risuonato il primo annuncio della fede e sono presenti Chiese di antica fondazione, ma che stanno vivendo una progressiva secolarizzazione della società e una sorta di ‘eclissi del senso di Dio’, che costituiscono una sfida a trovare mezzi adeguati per riproporre la perenne verità del Vangelo di Cristo”.
“Cari fratelli e sorelle” – ha concluso il Pontefice – “la sfida della nuova evangelizzazione interpella la Chiesa universale, e ci chiede anche di proseguire con impegno la ricerca della piena unità tra i cristiani. Un eloquente segno di speranza in tal senso è la consuetudine delle visite reciproche tra la Chiesa di Roma e quella di Costantinopoli in occasione delle feste dei rispettivi Santi Patroni. Per questo accogliamo oggi con rinnovata gioia e riconoscenza la Delegazione inviata dal Patriarca Bartolomeo I, al quale indirizziamo il saluto più cordiale”.
HML/ VIS 20100630 (620)

UNITÀ DELLA CHIESA È RADICATA SUA UNIONE CON CRISTO

CITTA' DEL VATICANO, 29 GIU. 2010 (VIS). Nella Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, Benedetto XVI ha presieduto nella Basilica Vaticana la Concelebrazione dell’Eucaristia con 38 Arcivescovi Metropoliti ai quali, nel corso del Sacro Rito, ha imposto il Sacro Pallio preso dalla Confessione di San Pietro.
Nel commentare i testi biblici della Liturgia odierna, il Papa ha spiegato che essi “mettono in risalto un tema che si potrebbe riassumere così: Dio è vicino ai suoi fedeli servitori e li libera da ogni male, e libera la Chiesa dalle potenze negative. È il tema della libertà della Chiesa, che presenta un aspetto storico e un altro più profondamente spirituale”.
“La promessa di Gesù – ‘le potenze degli inferi non prevarranno’ sulla Chiesa – comprende sì le esperienze storiche di persecuzione subite da Pietro e da Paolo e dagli altri testimoni del Vangelo, ma va oltre, volendo assicurare la protezione soprattutto contro le minacce di ordine spirituale”.
“Se pensiamo ai due millenni di storia della Chiesa” – ha affermato Benedetto XVI – “possiamo osservare che – come aveva preannunciato il Signore Gesù – non sono mai mancate per i cristiani le prove, che in alcuni periodi e luoghi hanno assunto il carattere di vere e proprie persecuzioni. Queste, però, malgrado le sofferenze che provocano, non costituiscono il pericolo più grave per la Chiesa. Il danno maggiore, infatti, essa lo subisce da ciò che inquina la fede e la vita cristiana dei suoi membri e delle sue comunità, intaccando l’integrità del Corpo mistico, indebolendo la sua capacità di profezia e di testimonianza, appannando la bellezza del suo volto”.
Ricordando le parole di San Paolo nella seconda Lettera a Timoteo “’gli uomini che operano il male ‘non andranno molto lontano, perché la loro stoltezza sarà manifesta a tutti’ (3,9)” – il Papa ha affermato: “Vi è dunque una garanzia di libertà assicurata da Dio alla Chiesa, libertà sia dai lacci materiali che cercano di impedirne o coartarne la missione, sia dai mali spirituali e morali, che possono intaccarne l’autenticità e la credibilità”.
“Il tema della libertà della Chiesa, garantita da Cristo a Pietro, ha anche una specifica attinenza con il rito dell’imposizione del Pallio, che oggi rinnoviamo per trentotto Arcivescovi Metropoliti (...). La comunione con Pietro e i suoi successori, infatti, è garanzia di libertà per i Pastori della Chiesa e per le stesse Comunità loro affidate”.
“Sul piano storico” – ha sottolineato il Papa – “l’unione con la Sede Apostolica assicura alle Chiese particolari e alle Conferenze Episcopali la libertà rispetto a poteri locali, nazionali o sovranazionali, che possono in certi casi ostacolare la missione della Chiesa. Inoltre, e più essenzialmente, il ministero petrino è garanzia di libertà nel senso della piena adesione alla verità, all’autentica tradizione, così che il Popolo di Dio sia preservato da errori concernenti la fede e la morale”.
“Il fatto dunque che, ogni anno, i nuovi Metropoliti vengano a Roma a ricevere il Pallio dalle mani del Papa va compreso nel suo significato proprio, come gesto di comunione, e il tema della libertà della Chiesa ce ne offre una chiave di lettura particolarmente importante. Questo appare evidente nel caso di Chiese segnate da persecuzioni, oppure sottoposte a ingerenze politiche o ad altre dure prove. Ma ciò non è meno rilevante nel caso di Comunità che patiscono l’influenza di dottrine fuorvianti, o di tendenze ideologiche e pratiche contrarie al Vangelo. Il Pallio dunque diventa, in questo senso, un pegno di libertà, analogamente al ‘giogo’ di Gesù, che Egli invita a prendere, ciascuno sulle proprie spalle (...) invece di pesare su chi lo porta, lo solleva, così il vincolo con la Sede Apostolica – pur impegnativo – sostiene il Pastore e la porzione di Chiesa affidata alle sue cure, rendendoli più liberi e più forti”.
Benedetto XVI ha sottolineato il valore ecumenico delle parole: “Le potenze degli inferi non prevarranno sulla sua Chiesa. (...) Uno degli effetti tipici dell’azione del Maligno è proprio la divisione all’interno della Comunità ecclesiale. Le divisioni, infatti, sono sintomi della forza del peccato, che continua ad agire nei membri della Chiesa anche dopo la redenzione”.
“L’unità della Chiesa è radicata nella sua unione con Cristo, e la causa della piena unità dei cristiani – sempre da ricercare e da rinnovare, di generazione in generazione – è pure sostenuta dalla sua preghiera e dalla sua promessa”.
Il Papa ha quindi salutato la Delegazione del Patriarcato di Costantinopoli presente alla Celebrazione Eucaristica e ha invitato a rendere insieme grazie a Dio “per i progressi nelle relazioni ecumeniche tra cattolici ed ortodossi, e rinnoviamo l’impegno di corrispondere generosamente alla grazia di Dio, che ci conduce alla piena comunione”.
Al termine della Celebrazione il Santo Padre Benedetto XVI e il Metropolita ortodosso Gennadios sono scesi alla Confessione di San Pietro per una breve preghiera.
HML/ VIS 20100630 (770)

SAN PIETRO E SAN PAOLO DESIDERIO COMPIERE VOLONTÀ DIVINA

CITTA' DEL VATICANO, 29 GIU. 2010 (VIS). Al termine della Santa Messa celebrata nella Basilica Vaticana nella Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, il Papa si è affacciato alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico e ha guidato la recita dell’Angelus.
Nel ricordare i Patroni di Roma, il Papa ha detto che San Pietro era “un umile pescatore di Galilea” che “è talmente vicino al Signore da diventare egli stesso una roccia di fede e d’amore su cui Gesù ha edificato la sua Chiesa. (...) San Paolo – di cui abbiamo recentemente celebrato il bimillenario della nascita – con la Grazia divina ha diffuso il Vangelo, seminando la Parola di verità e di salvezza in mezzo ai popoli pagani. I due Santi Patroni di Roma, pur avendo ricevuto da Dio carismi diversi e missioni diverse da compiere, sono entrambi fondamenta della Chiesa una, santa, cattolica e apostolica”.
Benedetto XVI ha ricordato inoltre la Messa di questa mattina durante la quale ha consegnato il Sacro Pallio a trentotto Arcivescovi Metropoliti che “simboleggia sia la comunione con il Vescovo di Roma, sia la missione di pascere con amore l’unico gregge di Cristo”.
“L’esempio degli Apostoli Pietro e Paolo” – ha esortato infine il Pontefice – “illumini le menti e accenda nei cuori dei credenti il santo desiderio di compiere la volontà di Dio, affinché la Chiesa pellegrina sulla terra sia sempre fedele al suo Signore”.
Dopo la preghiera mariana, il Santo Padre ha rivolto parole di saluto in particolare agli Arcivescovi Metropoliti provenienti da diverse parti del mondo e ai numerosi pellegrini che li accompagnavano.
ANG/ VIS 20100630 (270)

SAN GIUSEPPE CAFASSO MODELLO DI DIRETTORE SPIRITUALE

CITTA' DEL VATICANO, 30 GIU. 2010 (VIS). Alla luce della celebrazione dell’Anno Sacerdotale da poco concluso, il Santo Padre Benedetto XVI si è soffermato nella catechesi dell’Udienza Generale odierna sulla figura di San Giuseppe Cafasso (1811-1860), del quale proprio una settimana fa ricorreva il 150° anniversario della morte.
San Giuseppe Cafasso compì gli studi di filosofia e teologia nel Collegio di Chieri e nel Seminario teologico e quattro mesi dopo l’ordinazione sacerdotale, nel 1833, entrò nel “Convitto Ecclesiastico di San Francesco d’Assisi” a Torino, per perfezionarsi nella pastorale.
“Il tipo di prete che il Cafasso incontrò al Convitto e che egli stesso contribuì a rafforzare” - ha detto il Papa – “era quello del vero pastore con una ricca vita interiore e un profondo zelo nella cura pastorale: fedele alla preghiera, impegnato nella predicazione, nella catechesi, dedito alla celebrazione dell’Eucaristia e al ministero della Confessione, secondo il modello incarnato da San Carlo Borromeo, da San Francesco di Sales e promosso dal Concilio di Trento”.
“San Giuseppe Cafasso cercò di realizzare questo modello nella formazione dei giovani sacerdoti, affinché, a loro volta, diventassero formatori di altri preti, religiosi e laici, secondo una speciale ed efficace catena”.
Il Santo che dedicava molte ore alla Confessione “amava in modo totale il Signore, era animato da una fede ben radicata, sostenuto da una profonda e prolungata preghiera, viveva una sincera carità verso tutti. Conosceva la teologia morale, ma conosceva altrettanto le situazioni e il cuore della gente, del cui bene si faceva carico, come il buon pastore”.
Ricordando che San Giovanni Bosco lo ebbe come direttore spirituale dal 1835 al 1860, Benedetto XVI ha precisato che San Giuseppe Cafasso “non cercò mai di formare in Don Bosco un discepolo a ‘ sua immagine e somiglianza’ e Don Bosco non copiò il Cafasso; lo imitò certo nelle virtù umane e sacerdotali – definendolo ‘modello di vita sacerdotale’ -, ma secondo le proprie personali attitudini e la propria peculiare vocazione (...). È questo un insegnamento prezioso per tutti coloro che sono impegnati nella formazione ed educazione delle giovani generazioni”.
“Un altro elemento caratterizza il ministero del nostro Santo: l’attenzione agli ultimi, in particolare ai carcerati, che nella Torino ottocentesca vivevano in luoghi disumani e dusuminizzanti. (...) Nei primi tempi del suo ministero in mezzo ai carcerati, egli ricorreva spesso alle grandi predicazioni che arrivavano a coinvolgere quasi tutta la popolazione carceraria. Con il passare del tempo, privilegiò la catechesi spicciola, fatta nei colloqui e negli incontri personali: rispettoso delle vicende di ciascuno, affrontava i grandi temi della vita cristiana, parlando della confidenza in Dio, dell’adesione alla Sua volontà, dell’utilità della preghiera e dei sacramenti, il cui punto di arrivo è la Confessione, l’incontro con Dio fattosi per noi misericordia infinita”.
San Giuseppe Cafasso morì nel 1860. Nel 1948 Papa Pio XII lo proclamò Patrono delle carceri italiane e nel 1950 “lo propose come modello ai sacerdoti impegnati nella Confessione e nella direzione spirituale”.
Nei saluti in diverse lingue, il Papa si è rivolto in particolare agli Arcivescovi Metropolitani che ieri hanno ricevuto il Sacro Pallio e ai loro familiari.
AG/ VIS 20100630 (520)

MESSAGGIO PER LA GIORNATA MONDIALE DEL TURISMO

CITTA' DEL VATICANO, 30 GIU. 2010 (VIS). È stato pubblicato oggi il Messaggio del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti in occasione della Giornata Mondiale del Turismo 2010 che come sempre sarà celebrata il 27 settembre, quest’anno sul tema "Turismo e biodiversità". Il Messaggio di cui pubblichiamo ampi estratti, porta la firma dall’Arcivescovo Antonio Maria Vegliò, Presidente del Dicastero e dell’Arcivescovo Agostino Marchetto, Segretario del medesimo Dicastero.
“Biodiversità si riferisce alla grande ricchezza di esseri che vivono sulla Terra, come pure al delicato equilibrio di interdipendenza e interazione esistente tra di loro e con l’ambiente fisico che li accoglie e li condiziona”
“Su di loro incombono tre gravi pericoli, che esigono una soluzione urgente: il cambiamento climatico, la desertificazione e la perdita di biodiversità. Negli ultimi anni quest’ultima è cresciuta ad un ritmo senza precedenti. Studi recenti indicano che, a livello mondiale, sono minacciati o a rischio di estinzione il 22% dei mammiferi, il 31% degli anfibi, il 13.6% degli uccelli o il 27% delle barriere coralline”.
“A questi cambiamenti contribuiscono, in grande misura, numerosi settori dell’attività umana, tra i quali senza dubbio c’è il turismo, che si colloca tra quelli che hanno conosciuto una crescita più elevata e rapida. Al riguardo, possiamo ricordare le cifre fornite dall’Organizzazione Mondiale del Turismo (OMT). Se gli arrivi internazionali di turisti sono stati 534 milioni nel 1995, e 682 milioni nel 2000, le previsioni che appaiono nel rapporto ‘Tourism 2020 Vision’ sono di 1006 milioni per il 2010, e potranno raggiungere i 1561 milioni nel 2020, con una crescita media annuale del 4.1%. (...) Tutto ciò mostra la forte crescita di questo settore economico, che comporta alcuni effetti importanti per la conservazione e l’uso sostenibile della biodiversità, con il conseguente pericolo che si trasformi in un serio impatto ambientale, specialmente per quanto riguarda il consumo smisurato di risorse limitate (come l’acqua potabile e il territorio) e per la grande produzione di residui contaminati, che superano la quantità che una determinata zona può assorbire”.
“La situazione è aggravata dal fatto che la domanda turistica si rivolge sempre più a destinazioni della natura, attratta dalle sue innumerevoli bellezze, il che presuppone un impatto importante sulle popolazioni visitate, sulla loro economia, sull’ambiente e sul patrimonio culturale”.
“In considerazione di tutto ciò, possiamo affermare che il turismo non può sottrarsi alla sua responsabilità nella difesa della biodiversità”.
“Lo sviluppo di questo comparto economico deve essere inevitabilmente accompagnato dai principi di sostenibilità e rispetto della diversità biologica”.
“La Chiesa vuole unirvi la sua voce, nel ruolo che le è proprio, partendo dalla convinzione che essa stessa ‘ha una responsabilità per il creato’ e deve far valere questa responsabilità anche nella sfera pubblica. (...) Il Magistero ribadisce ripetutamente la responsabilità dell’essere umano nella preservazione di un ambiente integro e sano per tutti, partendo dal convincimento che ‘la tutela dell’ambiente costituisce una sfida per l’umanità intera: si tratta del dovere, comune e universale, di rispettare un bene collettivo’"
“C’è un elemento che rende ancor più esigente, se possibile, questo sforzo. Nella propria ricerca di Dio, l’essere umano scopre alcune vie per avvicinarsi al Mistero, che hanno come punto di partenza il creato. (...) Il turismo, perciò, avvicinandosi al creato in tutta la sua varietà e ricchezza, può essere occasione per promuovere o accrescere l’esperienza religiosa”.
“Gli sforzi per proteggere e promuovere la biodiversità nella sua relazione con il turismo passano, in primo luogo, per lo sviluppo di strategie partecipative e condivise, in cui siano coinvolti i settori interessati. La maggior parte dei Governi, istituzioni internazionali, associazioni professionali del settore turistico e organizzazioni non governative devono difendere, in una visione di ampio raggio, la necessità di un turismo sostenibile come unica forma possibile affinché il suo sviluppo sia, al tempo stesso, economicamente redditizio, protegga le risorse naturali e culturali, e sia aiuto reale nella lotta contro la povertà”.
“Le autorità pubbliche, poi, devono offrire una legislazione chiara, che protegga e potenzi la biodiversità, rafforzando i benefici e riducendo i costi del turismo, nella vigilanza del rispetto delle regole. (...) Gli sforzi governativi dovranno essere più consistenti nei luoghi maggiormente vulnerabili e in cui il degrado è stato più intenso. Probabilmente in alcuni di essi il turismo dovrà essere limitato o addirittura evitato”. “Si richiede, invece, alle imprese turistiche di ‘concepire e sviluppare la propria attività riducendo al minimo gli effetti negativi sulla protezione degli ecosistemi sensibili e dell’ambiente in generale contribuendo attivamente alla loro protezione e facendone beneficiare le comunità locali’".
“Infine, i turisti devono essere consapevoli del fatto che la loro presenza in un luogo non sempre è positiva. A questo scopo, essi devono essere informati sui benefici reali che comporta la conservazione della biodiversità ed educati al turismo sostenibile. (...) In nessun caso il territorio o il patrimonio storico-culturale delle destinazioni devono essere pregiudicati a favore del turista, adattandosi ai suoi gusti o desideri. Uno sforzo importante, che in modo particolare deve realizzare la pastorale del turismo, è l’educazione alla contemplazione, che aiuti i turisti a scoprire la traccia di Dio nella grande ricchezza della biodiversità”.
CON-SM/ VIS 20100630 (850)

NOTA SU CONGREGAZIONE PER L’EVANGELIZZAZIONE DEI POPOLI

CITTA' DEL VATICANO, 30 GIU. 2010 (VIS). La Sala Stampa della Santa Sede ha diffuso nel pomeriggio del 28 giugno il seguente Comunicato:
“Davanti alle notizie che da tempo si continuano a diffondere sul conto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli (anticamente detta "De Propaganda Fide"), si ritiene necessario richiamare alcuni dati oggettivi a tutela della buona fama di tale importante organismo della Santa Sede e della Chiesa Cattolica”.
“La Congregazione è l’organo che ha il compito di dirigere e coordinare in tutto il mondo l’opera dell’evangelizzazione e la cooperazione missionaria (cfr. Cost. ap. Pastor Bonus, 85)”.
“Il primo e fondamentale scopo è dunque quello di guidare e sostenere le giovani Chiese, situate in territori di recente o scarsa evangelizzazione, territori che per lunga tradizione sono soggetti alla competenza del Dicastero per tutti gli aspetti della vita ecclesiale. Per tale motivo esso coordina la presenza e l’azione dei missionari nel mondo, sottopone al Santo Padre i candidati all’Episcopato, ha la responsabilità per la formazione del clero locale, dei catechisti, degli operatori pastorali”.
“Tale funzione di indirizzo viene esercitata al più alto livello dai Membri della Congregazione, in maggioranza Cardinali, molti dei quali provenienti dagli stessi Paesi di missione, che si riuniscono periodicamente. Nella gestione ordinaria il Dicastero è diretto dal Cardinale Prefetto e dagli altri Superiori, secondo le rispettive funzioni”.
“Al fine di assolvere al proprio compito, la Congregazione dirige e mantiene in Roma una vasta serie di strutture a servizio della formazione, tra cui spiccano la Pontificia Università Urbaniana (circa 1.400 alunni nel corrente anno accademico) e diversi Collegi, nei quali studiano attualmente circa 150 seminaristi, 360 sacerdoti, 150 tra religiose e laici inviati dai cinque continenti”.
“Tale vasta opera, che richiede una quantità non indifferente di risorse finanziarie, costituisce solo una parte dell’impegno della Congregazione. È noto infatti che essa elargisce ogni anno alle Chiese dei territori ad essa soggetti (1.080 circoscrizioni) un sussidio finanziario ordinario, che in molti casi rappresenta la principale o una delle principali fonti di introito per le diocesi, i vicariati apostolici, le prefetture, le missioni ‘sui iuris’ ecc. Accanto a ciò la Congregazione invia annualmente sussidi per la formazione del clero locale, che per la Santa Sede è strumento imprescindibile per la crescita e la maturazione di queste Chiese, che sono tra le realtà più vitali e promettenti per il futuro della Chiesa Cattolica. Grazie all’aiuto della Congregazione e di altre innumerevoli opere di sostegno alle missioni da parte dei cattolici di tutto il mondo un notevole numero di sacerdoti, seminaristi e altri operatori pastorali può studiare a Roma, accanto al Successore di Pietro”.
“Oltre a ciò, viene distribuita annualmente una quantità di aiuti per progetti in favore della costruzione di nuove chiese, istituzioni pastorali, opere di alfabetizzazione, strutture ospedaliere e sanitarie, in particolare a favore dell’infanzia, nonché educative, spesso in regioni che sono tra le più povere della terra. Tutta questa serie di iniziative, e numerose altre, sono promosse e coordinate dalle Pontificie Opere Missionarie, in seno al Dicastero. Se si considera il rapporto tra la quantità del personale impiegato e le risorse distribuite, si potrà verificare con facilità che i costi di gestione sono di gran lunga inferiori a qualsiasi organizzazione internazionale impegnata nel campo della cooperazione”.
“La Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli ricava le sue risorse principalmente dalla colletta della Giornata Missionaria Mondiale, interamente distribuita tramite le Pontificie Opere Missionarie nazionali, e, in secondo luogo, dai redditi del proprio patrimonio finanziario ed immobiliare. Il patrimonio si è formato nel corso dei decenni grazie a numerose donazioni di benefattori di ogni ceto, che hanno inteso lasciare parte dei loro beni a servizio della causa dell’Evangelizzazione”.
“La valorizzazione di tale patrimonio è naturalmente un compito impegnativo e complesso, che si deve avvalere della consulenza di persone esperte sotto diversi profili professionali e che, come tutte le operazioni finanziarie, può essere esposto anche ad errori di valutazione e alle fluttuazioni del mercato internazionale”.
“Ciò non di meno, a testimonianza dello sforzo per una corretta gestione amministrativa e della crescente generosità dei cattolici, tale patrimonio ha continuato ad incrementarsi. Al tempo stesso, nel corso degli ultimi anni, si è progressivamente fatta strada la consapevolezza della necessità di migliorarne la redditività e, a tale fine, sono state istituite strutture e procedure tese a garantirne una gestione professionale e in linea con gli standard più avanzati”.
“Con la presente nota si intende richiamare a tutti l’identità, il valore e il profondo significato di un’istituzione vitale per la Santa Sede e per l’intera Chiesa Cattolica, che risponde al comandamento di Gesù: ‘Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura’ (Mc 16,15). Essa ha meritato e merita il sostegno di tutti i cattolici e di quanti hanno a cuore il bene dell’uomo e il suo sviluppo integrale”.
OP/ VIS 20100630 (800)ù

NOTA DI PADRE LOMBARDI SU PROPAGANDA FIDE

CITTA' DEL VATICANO, 30 GIU. 2010 (VIS). Interpellato da alcuni giornalisti, in ordine alla Nota pubblicata lunedì mattina sui compiti e le funzioni della Congregazione per l’Evangelizzazione dei popoli, il Direttore della Sala Stampa, ha fornito la seguente precisazione: “Il riferimento alle operazioni finanziarie per le quali – affermava la Nota - possono essersi verificati anche ‘errori di valutazioni’ va considerato come un dato generale, senza riferimento a nessuna gestione in particolare. Nei confronti dell’arcivescovo di Napoli, Cardinale Sepe, alla guida della Congregazione dal 2001 al 2006, si ribadisce ‘stima e solidarietà’, nella certezza che il suo corretto operato possa condurre a un completo e rapido chiarimento della vicenda giudiziaria”.
OP/ VIS 20100630 (150)

UDIENZE

CITTA' DEL VATICANO, 30 GIU. 2010 (VIS). Al termine dell’Udienza Generale, il Santo Padre ha ricevuto l’Arcivescovo André-Joseph Léonard, di Malines-Bruxelles (Belgio), Presidente della Conferenza Episcopale Belga.
AP/ VIS 20100630 (30)

ALTRI ATTI PONTIFICI

CITTA' DEL VATICANO, 30 GIU. 2010 (VIS). Il Santo Padre:

- Ha nominato il Vescovo Blase J. Cupich, Vescovo di Spokane (superficie: 63.325; popolazione: 741.000; cattolici: 101.700; sacerdoti: 152; religiosi: 303; diaconi permanenti 55), Stati Uniti d’America. Finora Vescovo di Rapid City (Stati Uniti d’America), il Vescovo Cupich succede al Vescovo William S. Skylstad, del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima Diocesi, presentata per raggiunti limiti d’età.

- Ha accettato la rinuncia all’ufficio di Ausiliare dell’Arcidiocesi di Boston (Stati Uniti d’America), presentata dal Vescovo Emilio S. Allué, per raggiunti limiti d’età.

- Ha nominato il Reverendo Arthur L. Kennedy, Vescovo Ausiliare dell’Arcidiocesi di Boston (superficie: 6.386; popolazione: 4.112.000; cattolici: 1.874.000; sacerdoti: 1.286; religiosi: 2.712; diaconi permanenti: 257), Stati Uniti d’America. Il Vescovo eletto è nato a Boston (Stati Uniti d’America) nel 1942 ed è stato ordinato sacerdote nel 1966. È stato finora Rettore del “St. John Seminary” a Brighton (Stati Uniti d’America).

- Ha nominato il Reverendo Peter J. Uglietto, Vescovo Ausiliare dell’Arcidiocesi di Boston, (superficie: 6.386; popolazione: 4.112.000; cattolici: 1.874.000; sacerdoti: 1.286; religiosi: 2.712; diaconi permanenti: 257), Stati Uniti d’America. Il Vescovo eletto è nato a Cambridge (Stati Uniti d’America), nel 1951 ed è stato ordinato sacerdote nel 1977. È stato finora Rettore del “Blessed John XXIII National Seminary” a Weston (Stati Uniti d’America).

- Ha accettato la rinuncia all’ufficio di Ausiliare dell’Arcidiocesi di Hartford (Stati Uniti d’America), presentata dal Vescovo Peter A. Rosazza, per raggiunti limiti d’età.

- Ha accolto la rinuncia del Cardinale Giovanni Battista Re, P.S.S., agli incarichi di Prefetto della Congregazione per i Vescovi e di Presidente della Pontificia Commissione per l’America Latina, presentata per raggiunti limiti d’età.

- Ha nominato il Cardinale Marc Ouellet, finora Arcivescovo di Québec (Canada), Prefetto della Congregazione per i Vescovi e Presidente della Pontificia Commissione per l’America Latina.

- Ha nominato l’Arcivescovo Salvatore Fisichella, Presidente dell’annunciato Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione.

- Ha nominato Don Enrico dal Covolo, S.D.B., Rettore Magnifico della Pontificia Università Lateranense, finora Docente Ordinario di Letteratura cristiana antica greca presso la Pontificia Università Salesiana e Membro Ordinario della Pontificia Accademia di Teologia.

- Ha nominato il Monsignore Ignacio Carrasco de Paula, Presidente della Pontificia Accademia per la Vita, finora Cancelliere della medesima Accademica.

- Ha nominato l’Arcivescovo Celestino Migliore, Nunzio Apostolico in Polonia, finora Osservatore Permanente della Santa Sede presso l’Organizzazione delle Nazioni Unite.

- Ha nominato il Sacerdote John Richard Cihak, Cerimoniere Pontificio.
NER:RE:NEA:NA:NN/ VIS 20100630 (390)
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