Inizio - VIS Vaticano - Ricevere VIS - Contattaci - Calendario VIS

Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

ultime 5 notizie

VISnews anche in Twitter Anche in YouTube

venerdì 4 giugno 2010

ARRIVO BENEDETTO XVI A CIPRO, CROCEVIA CULTURE E RELIGIONI

CITTA' DEL VATICANO, 4 GIU. 2010 (VIS). Benedetto XVI, primo Pontefice a recarsi a Cipro, è atterrato questa mattina alla 14:00 (ora locale), all’aeroporto di Paphos, dando inizio al sedicesimo suo Viaggio Apostolico fuori d’Italia. All’arrivo il Papa è stato accolto dal Presidente della Repubblica di Cipro, Signor Demetris Christofias e dalla Consorte.
Ad accogliere il Santo Padre anche il Nunzio Apostolico a Cipro, Arcivescovo Antonio Franco, l’Arcivescovo maronita di Cipro, Monsignor Joseph Soueif, il Patriarca di Gerusalemme dei Latini, Sua Beatitudine Monsignor Fouad Twal, il Custode di Terrasanta, Padre Pierbattista Pizzaballa. Era inoltre presente l’Arcivescovo ortodosso di Cipro, Sua Beatitudine Chrysostomos II.
Dopo il saluto del Presidente della Repubblica di Cipro, Benedetto XVI ha pronunciato un breve discorso:
“Cipro si trova all’incrocio di culture e religioni” – ha detto il Papa – “di storie gloriose ed antiche insieme, ma che ancora mantengono un forte e visibile impatto sulla vita del vostro Paese. Essendo entrata recentemente nell’Unione Europea, la Repubblica di Cipro ha iniziato a sentire il beneficio di scambi economici e politici con gli altri Paesi Europei. (...) È grandemente auspicabile che questa appartenenza porti prosperità nel vostro Paese e che gli altri Paesi Europei, a loro volta, vengano arricchiti dalla vostra eredità spirituale e culturale, che riflette il vostro ruolo storico, trovandovi tra l’Europa, l’Asia e l’Africa. Possano l’amore della vostra Patria e delle vostre famiglie e il desiderio di vivere in armonia con i vostri vicini sotto la protezione misericordiosa di Dio onnipotente, ispirarvi a risolvere pazientemente i problemi che ancora condividete con la comunità internazionale per il futuro della vostra Isola”.
“Seguendo le orme dei nostri comuni padri nella fede, i Santi Paolo e Barnaba, sono venuto fra voi come pellegrino e il servo dei servi di Dio. Da quando gli Apostoli hanno portato il messaggio cristiano in queste rive, Cipro è stata benedetta da una forte eredità cristiana. Saluto” – ha detto il Papa – “come un fratello in quella fede, Sua Beatitudine Crisostomo Secondo, Arcivescovo di Nea Giustiniana e di Tutta Cipro, e attendo intensamente di poter incontrare presto molti altri membri della Chiesa Ortodossa di Cipro”.
Benedetto XVI ha esteso il suo saluto agli “altri responsabili religiosi Ciprioti” ed ha auspicato: “Spero di rafforzare i nostri comuni legami e di ribadire la necessità di consolidare la reciproca fiducia e l'amicizia durevole con tutti quelli che adorano l'unico Dio”.
“Quale successore di Pietro vengo in modo speciale a salutare i Cattolici di Cipro per confermarli nella fede ed incoraggiarli ad essere esemplari sia come cristiani che come cittadini, e a vivere pienamente il loro ruolo nella società a beneficio sia della Chiesa, sia dello Stato. Durante la mia permanenza tra di voi consegnerò anche l’’Instrumentum Laboris’, un documento di lavoro in vista della Assemblea Speciale per il Medio Oriente del Sinodo dei Vescovi, che si terrà in seguito, a Roma, quest’anno. Tale Assemblea esaminerà molti aspetti della presenza della Chiesa nella regione e le sfide che i Cattolici devono affrontare, talvolta in circostanze difficili, vivendo la comunione con la Chiesa Cattolica ed offrendo la loro testimonianza a servizio della società e del mondo”.
“Cipro è perciò” – ha concluso il Pontefice – “un luogo appropriato dal quale lanciare la riflessione della nostra Chiesa sul posto della secolare comunità cattolica del Medio Oriente, la nostra solidarietà con tutti i Cristiani della regione e la nostra convinzione che essi hanno un insostituibile ruolo da sostenere nella pace e nella riconciliazione fra i suoi popoli”.
Al termine del discorso il Santo Padre si è diretto alla chiesa di Agia Kiriaki Chrysopolitissa, per assistere ad una celebrazione ecumenica”.
PV-CIPRO/ VIS 20100604 (600)

COMUNIONE ECCLESIALE È DONO E CHIAMATA ALLA MISSIONE

CITTA' DEL VATICANO, 4 GIU. 2010 (VIS). Alle 15:15 (ora locale), il Santo Padre è giunto alla Chiesa di Agia Kiriaki Chrysopolitissa (Santa Ciriaca Chrysopolitissa), luogo di culto ortodosso, aperto anche ai Cattolici ed agli Anglicani dal 1987, per volere dell’allora Vescovo Ortodosso di Paphos, l’attuale Arcivescovo di Cipro Sua Beatitudine Chrysostomos II. La Chiesa si affaccia sul sito archeologico dove si trovano le vestigia della basilica paleocristiana del IV secolo. Nei pressi della chiesa si trova la “Colonna di San Paolo”, oggetto di devozione popolare e riconducibile secondo la tradizione orale al soggiorno dell’Apostolo nell’isola.
Al suo arrivo il Papa è stato accolto dal parroco della comunità latina Padre Elias. All’interno della chiesa il Papa si è raccolto in preghiera silenziosa e successivamente è uscito dall’antica porta centrale della chiesa per salutare i fedeli raccolti nel sito archeologico. L’Arcivescovo ortodosso di Cipro, Sua Beatitudine Chrysostomos II ha rivolto il suo saluto a Benedetto XVI e dopo la lettura del primo viaggio di Bárnaba e Paolo a Cipro, il Santo Padre ha pronunciato il suo discorso.
“Fu (...) da questo posto” – ha detto Benedetto XVI – “che il messaggio del Vangelo cominciò a diffondersi in tutto l’impero e la Chiesa, fondata sulla predicazione apostolica, fu capace di piantare radici in tutto il mondo allora conosciuto”.
“La Chiesa a Cipro può giustamente andare fiera del proprio collegamento diretto con la predicazione di Paolo, Barnaba e Marco e della comunione nella fede apostolica, che la lega a tutte quelle Chiese che custodiscono la stessa regola della fede. Questa è la comunione, reale, benché imperfetta, che già ora ci unisce, e che ci sospinge a superare le nostre divisioni e a lottare per ripristinare quella piena unione visibile, che è voluta dal Signore per tutti i suoi seguaci”.
“La comunione ecclesiale nella fede apostolica è sia un dono, sia un appello alla missione” – ha sottolineato il Papa - “Come Paolo e Barnaba, ogni cristiano mediante il battesimo, è ‘riservato’ perché porti testimonianza profetica al Signore risorto ed al suo vangelo di riconciliazione, di misericordia e di pace. In tale contesto, l’Assemblea Speciale per il Medio Oriente del Sinodo dei Vescovi, che si riunirà a Roma nel prossimo ottobre, rifletterà sul ruolo vitale dei cristiani nella regione, li incoraggerà nella loro testimonianza al Vangelo e li aiuterà a promuovere maggior dialogo e cooperazione fra cristiani in tutta la regione. Significativamente, i lavori del Sinodo saranno arricchiti dalla presenza di delegati fraterni di altre Chiese e Comunità cristiane dell’area, quale segno del comune impegno al servizio della parola di Dio e della nostra apertura alla potenza della sua Grazia che riconcilia”.
“L’unità di tutti i discepoli di Cristo è un dono da implorare dal Padre, nella speranza che esso rafforzi la testimonianza del Vangelo nel mondo d’oggi. (...) Giusto cento anni orsono, alla Conferenza Missionaria di Edimburgo, l’acuta consapevolezza che le divisioni fra cristiani erano un ostacolo alla diffusione del Vangelo diede origine al movimento ecumenico moderno. Oggi dobbiamo essere grati al Signore, il quale, mediante il suo Spirito, ci ha condotto – specie negli ultimi decenni –a riscoprire la ricca eredità apostolica condivisa da Oriente e da Occidente, e, mediante un dialogo paziente e sincero, a trovare le vie per riavvicinarci l’un l’altro, superando le controversie del passato e guardando ad un futuro migliore”.
“La Chiesa in Cipro, che si dimostra essere come un ponte fra l’Oriente e l’Occidente, ha contribuito molto a questo processo di riconciliazione. La via che conduce all’obiettivo della piena comunione non sarà certamente priva di difficoltà, ma la Chiesa Cattolica e la Chiesa Ortodossa di Cipro sono impegnate a progredire sul cammino del dialogo e della cooperazione fraterna”.
“Possa lo Spirito Santo” – ha concluso il Pontefice – “illuminare le nostre menti e irrobustire la nostra determinazione, così che insieme possiamo recare il messaggio della salvezza agli uomini e alle donne del nostro tempo, i quali sono assetati di quella verità che porta libertà autentica e salvezza, la verità il cui nome è Gesù Cristo!”.
Dopo la recita del Padre Nostro e l’ascolto di un canto bizantino, il Papa è rientrato per alcuni minuti nella Sagrestia ed ha benedetto una targa inaugurale per una nuova “Casa per anziani” realizzata dalla Comunità cattolica latina a Paphos. Infine si è recato in autovettura a Nicosia, capitale dell’Isola.
PV-CIPRO/ VIS 20100604 (720)

SACERDOZIO PROFETICO DI GESÙ ED EUCARISTIA

CITTA' DEL VATICANO, 3 GIU. 2010 (VIS). Alle 19:00 di oggi, Solennità del Corpus Domini, il Santo Padre Benedetto XVI ha celebrato l’Eucaristia nella Basilica di San Giovanni in Laterano. Successivamente, a causa dell’inclemenza del tempo, l’Adorazione Eucaristica si è svolta all’interno della Basilica e non si è svolta la consueta processione fino alla Basilica di Santa Maria Maggiore.
Nell’omelia il Papa ha invitato “a meditare sul rapporto tra l’Eucaristia e il Sacerdozio di Cristo”, alla luce dei testi biblici.
“La prima cosa che occorre sempre ricordare è che Gesù non era un sacerdote secondo la tradizione giudaica” – ha detto Benedetto XVI – “(...) Non apparteneva alla discendenza di Aronne, bensì a quella di Giuda, e quindi legalmente gli era preclusa la via del sacerdozio. La persona e l’attività di Gesù di Nazaret non si collocano nella scia dei sacerdoti antichi, ma piuttosto in quella dei profeti. E in questa linea, Gesù prese le distanze da una concezione rituale della religione, criticando l’impostazione che dava valore ai precetti umani legati alla purità rituale piuttosto che all’osservanza dei comandamenti di Dio, cioè all’amore per Dio e per il prossimo, che, come dice il Signore, ‘vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici’. (...) Dunque, Gesù non viene riconosciuto come un Messia sacerdotale, ma profetico e regale. Anche la sua morte, che noi cristiani giustamente chiamiamo ‘sacrificio’, non aveva nulla dei sacrifici antichi, anzi, era tutto l’opposto: l’esecuzione di una condanna a morte, per crocifissione, la più infamante, avvenuta fuori dalle mura di Gerusalemme”.
“Allora, in che senso Gesù è sacerdote?” – si è chiesto il Pontefice – ed ha affermato che nella Lettera agli Ebrei “la passione di Cristo è presentata come una preghiera e come un’offerta. Gesù affronta la sua ‘ora’, che lo conduce alla morte di croce, immerso in una profonda preghiera, che consiste nell’unione della sua propria volontà con quella del Padre. Questa duplice ed unica volontà è una volontà d’amore. Vissuta in questa preghiera, la tragica prova che Gesù affronta viene trasformata in offerta, in sacrificio vivente”.
Gesù “avendo obbedito fino all’estremo della morte in croce, è diventato ‘causa di salvezza’ per tutti coloro che obbediscono a Lui. È diventato cioè sommo Sacerdote per avere Egli stesso preso su di sé tutto il peccato del mondo, come ‘Agnello di Dio’. È il Padre che gli conferisce questo sacerdozio nel momento stesso in cui Gesù attraversa il passaggio della sua morte e risurrezione. Non è un sacerdozio secondo l’ordinamento della legge mosaica, ma ‘secondo l’ordine di Melchisedek’, secondo un ordine profetico, dipendente soltanto dalla sua singolare relazione con Dio”.
“Il sacerdozio di Cristo comporta la sofferenza. Gesù ha veramente sofferto, e lo ha fatto per noi. Egli era il Figlio e non aveva bisogno di imparare l’obbedienza, ma noi sì, ne avevamo e ne abbiamo sempre bisogno. Perciò il Figlio ha assunto la nostra umanità e per noi si è lasciato ‘educare’ nel crogiuolo della sofferenza, si è lasciato trasformare da essa, come il chicco di grano che per portare frutto deve morire nella terra. Attraverso questo processo Gesù è stato ‘reso perfetto’, in greco ‘teleiotheis’”. che “appartiene ad una radice verbale che, nella versione greca del Pentateuco, cioè i primi cinque libri della Bibbia, viene sempre usata per indicare la consacrazione degli antichi sacerdoti. Questa scoperta è assai preziosa, perché ci dice che la passione è stata per Gesù come una consacrazione sacerdotale”.
Nell’Eucaristia, “Gesù ha anticipato il suo Sacrificio, un Sacrificio non rituale, ma personale. Nell’Ultima Cena Egli agisce mosso da quello ‘spirito eterno’ con il quale si offrirà poi sulla Croce. Ringraziando e benedicendo, Gesù trasforma il pane e il vino. È l’amore divino che trasforma: l’amore con cui Gesù accetta in anticipo di dare tutto se stesso per noi. Questo amore non è altro che lo Spirito Santo, lo Spirito del Padre e del Figlio, che consacra il pane e il vino e muta la loro sostanza nel Corpo e nel Sangue del Signore, rendendo presente nel Sacramento lo stesso Sacrificio che si compie poi in modo cruento sulla Croce”.
“È questa forza divina, la stessa che realizzò l’Incarnazione del Verbo, a trasformare l’estrema violenza e l’estrema ingiustizia in atto supremo d’amore e di giustizia. Questa è l’opera del sacerdozio di Cristo, che la Chiesa ha ereditato e prolunga nella storia, nella duplice forma del sacerdozio comune dei battezzati e di quello ordinato dei ministri, per trasformare il mondo con l’amore di Dio”.
HML/ VIS 20100604 (750)

ALTRI ATTI PONTIFICI

CITTA' DEL VATICANO, 4 GIU. 2010 (VIS). Il Santo Padre:
- Ha nominato il Vescovo Bernard Bober, Arcivescovo Metropolita di Kosice (superficie: 10.403; popolazione: 1.111.132; cattolici: 678.170; sacerdoti: 451; religiosi: 439, diaconi permanenti: 3), Slovacchia. L’Arcivescovo eletto è nato nel 1950 a Zbudské Dlhe (Slovacchia), è stato ordinato sacerdote nel 1974 ed ha ricevuto la consacrazione episcopale nel 1993. Finora Vescovo Ausiliare della medesima Arcidiocesi, succede all’Arcivescovo Alojz Tkác, del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima arcidiocesi presentata per raggiunti limiti d’età.
- Ha nominato il Padre David M. O’Connell, C.M., Vescovo Coadiutore di Trenton (superficie: 5.580; popolazione: 2.048.000; cattolici: 822.000; sacerdoti: 314; religiosi: 510; diaconi permanenti: 320), Stati Uniti d’America. Il Vescovo eletto è nato a Philadelphia (Stati Uniti d’America) nel 1955, è stato ordinato sacerdote nel 1982 ed è stato finora Presidente dell’Università Cattolica d’America a Washington, D.C.
- Ha nominato il Reverendo Joseph Son Sam-seok, Vescovo Ausiliare della Diocesi di Pusan (superficie: 3.267; popolazione: 5.452.710; cattolici: 409.587; sacerdoti: 289; religiosi: 877), Corea. Il Vescovo eletto è nato nel 1955 a Pusan (Corea), è stato ordinato sacerdote nel 1982 ed è stato finora Decano della Facoltà di Teologia al Seminario Maggiore di Pusan.
Il 3 giugno il Santo Padre Benedetto XVI ha nominato il Vescovo Darío de Jesús Monsalve Mejía, finora Vescovo di Málaga – Soatá (Colombia), Arcivescovo Coadiutore di Cali (superficie: 2.504; popolazione: 2.692.000; cattolici: 2.287.000; sacerdoti: 325; religiosi: 908; diaconi permanenti: 17), Colombia. L’Arcivescovo eletto è nato a Jericó (Colombia), nel 1948, è stato ordinato sacerdote nel 1976, ed ha ricevuto la consacrazione episcopale nel 1993.
NER:RE:NEC:NEA/ VIS 20100604 (270)
Copyright © VIS - Vatican Information Service