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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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lunedì 15 settembre 2014

In Albania Papa Francesco renderà omaggio ai martiri per la fede

Città del Vaticano, 15 settembre 2014 (VIS). Questa mattina, nel corso di un incontro con i giornalisti, Padre Federico Lombardi, S.I., Direttore della Sala Stampa della Santa Sede, ha precisato che le motivazioni più importanti del prossimo Viaggio in Albania del Santo Padre Francesco, domenica 21 settembre, saranno l'omaggio ai martiri per la fede vittime del regime comunista, l'importanza del dialogo con l'Islam - in un Paese a maggioranza musulmana, ma con una notevole presenza di cattolici (circa 15%) ed ortodossi - ed il ricordo della Beata Madre Teresa di Calcutta, nata in Albania. Padre Lombardi ha inoltre ricordato che l'Albania - oggi uno stato democratico - per decenni sotto una feroce dittatura, è stato il primo Stato a prevedere l'ateismo nella sua Costituzione.

Il Viaggio Apostolico in Albania di Papa Francesco è il quarto del suo Pontificato ed il primo in Europa fuori dell'Italia.

Sesta riunione del Santo Padre con il Consiglio di Cardinali

Città del Vaticano, 15 settembre 2014 (VIS). Ha avuto inizio questa mattina la sesta riunione del Santo Padre con il “Consiglio di Cardinali”, voluto da Papa Francesco per aiutarLo nel governo della Chiesa universale e per studiare un progetto di revisione della Costituzione Apostolica Pastor bonus sulla Curia Romana. I lavori proseguiranno domani e mercoledì 17 settembre.

Papa Francesco unisce in matrimonio venti coppie della Diocesi di Roma

Città del Vaticano, 14 settembre 2014 (VIS). Questa mattina, nella Basilica Vaticana, il Santo Padre Francesco ha presieduto la Santa Messa nel corso della quale ha unito in matrimonio venti coppie della Diocesi di Roma. Hanno concelebrato con il Papa, il Cardinale Vicario Agostino Vallini e l'Arcivescovo Filippo Iannone, Vicegerente e Direttore del Centro per la pastorale familiare della diocesi di Roma.

In un comunicato del Vicariato di Roma si legge che le coppie unite in matrimonio "sono coppie come tante, con storie di fidanzamenti più o meno lunghi: c'è chi è già convivente, chi ha già figli, chi si è conosciuto in parrocchia". Gli sposi più giovani erano rispettivamente dell'86 e dell'89 e i coniugi più maturi del '58 e del '65.

Nell'omelia, riferendosi alla prima Lettura della Liturgia di oggi, che parla della fatica del cammino del popolo di Israele nel deserto, il Santo Padre ha definito il matrimonio un cammino sulle strade della vita con le sue luci e ombre, durante il quale Dio, con la sua misericordia, dona "la forza di una grazia che rigenera e rimette in cammino sulla strada della vita coniugale e familiare".

"La prima Lettura - ha detto il Pontefice - ci parla del cammino del popolo nel deserto. Pensiamo a quella gente in marcia, guidata da Mosè; erano soprattutto famiglie: padri, madri, figli, nonni; uomini e donne di ogni età, tanti bambini, con i vecchi che facevano fatica… Questo popolo fa pensare alla Chiesa in cammino nel deserto del mondo di oggi, fa pensare al Popolo di Dio, che è composto in maggior parte da famiglie".

"Questo fa pensare alle famiglie, le nostre famiglie, in cammino sulle strade della vita, nella storia di ogni giorno… È incalcolabile la forza, la carica di umanità contenuta in una famiglia: l’aiuto reciproco, l’accompagnamento educativo, le relazioni che crescono con il crescere delle persone, la condivisione delle gioie e delle difficoltà… Le famiglie sono il primo luogo in cui noi ci formiamo come persone e nello stesso tempo sono i 'mattoni' per la costruzione della società".

"Ritorniamo al racconto biblico. A un certo punto 'il popolo non sopportò il viaggio'. Sono stanchi, manca l’acqua e mangiano solo la 'manna', un cibo prodigioso, donato da Dio, ma che in quel momento di crisi sembra troppo poco. Allora si lamentano e protestano contro Dio e contro Mosè: 'Perché ci avete fatto partire?...'. C’è la tentazione di tornare indietro, di abbandonare il cammino".

"Viene da pensare alle coppie di sposi che 'non sopportano il viaggio', il viaggio della vita coniugale e familiare. La fatica del cammino diventa una stanchezza interiore; perdono il gusto del Matrimonio, non attingono più l’acqua dalla fonte del Sacramento. La vita quotidiana diventa pesante e, tante volte, 'nauseante'. In quel momento di smarrimento - dice la Bibbia - arrivano i serpenti velenosi che mordono la gente, e tanti muoiono. Questo fatto provoca il pentimento del popolo, che chiede perdono a Mosè e gli domanda di pregare il Signore perché allontani i serpenti. Mosè supplica il Signore ed Egli dà il rimedio: un serpente di bronzo, appeso ad un’asta; chiunque lo guarda, viene guarito dal veleno mortale dei serpenti".

"Che cosa significa questo simbolo? Dio non elimina i serpenti, ma offre un 'antidoto': attraverso quel serpente di bronzo, fatto da Mosè, Dio trasmette la sua forza di guarigione che è la sua misericordia, più forte del veleno del tentatore. Gesù, come abbiamo ascoltato nel Vangelo, si è identificato con questo simbolo: il Padre, infatti, per amore ha 'dato' Lui, il Figlio Unigenito, agli uomini perché abbiano la vita; e questo amore immenso del Padre spinge il Figlio, Gesù, a farsi uomo, a farsi servo, a morire per noi e a morire su una croce; per questo il Padre lo ha risuscitato e gli ha dato la signoria su tutto l’universo. Così si esprime l’inno della Lettera di san Paolo ai Filippesi. Chi si affida a Gesù crocifisso riceve la misericordia di Dio che guarisce dal veleno mortale del peccato".

"Il rimedio che Dio offre al popolo - ha detto infine il Santo Padre - vale anche, in particolare, per gli sposi che 'non sopportano il cammino' e vengono morsi dalle tentazioni dello scoraggiamento, dell’infedeltà, della regressione, dell’abbandono... Anche a loro Dio Padre dona il suo Figlio Gesù, non per condannarli, ma per salvarli: se si affidano a Lui, li guarisce con l’amore misericordioso che sgorga dalla sua Croce, con la forza di una grazia che rigenera e rimette in cammino sulla strada della vita coniugale e familiare".

"L’amore di Gesù, che ha benedetto e consacrato l’unione degli sposi, è in grado di mantenere il loro amore e di rinnovarlo quando umanamente si perde, si lacera, si esaurisce. L’amore di Cristo può restituire agli sposi la gioia di camminare insieme; perché questo è il matrimonio: il cammino insieme di un uomo e di una donna, in cui l’uomo ha il compito di aiutare la moglie ad essere più donna, e la donna ha il compito di aiutare il marito ad essere più uomo. Questo è il compito che avete tra voi. 'Ti amo, e per questo ti faccio più donna' – 'Ti amo, e per questo ti faccio più uomo'. È la reciprocità delle differenze. Non è un cammino liscio, senza conflitti: no, non sarebbe umano. È un viaggio impegnativo, a volte difficile, a volte anche conflittuale, ma questa è la vita! E in mezzo a questa teologia che ci dà la Parola di Dio sul popolo in cammino, anche sulle famiglie in cammino, sugli sposi in cammino, un piccolo consiglio. È normale che gli sposi litighino, è normale. Sempre si fa. Ma vi consiglio: mai finire la giornata senza fare la pace. Mai. È sufficiente un piccolo gesto. E così si continua a camminare. Il matrimonio è simbolo della vita, della vita reale, non è una 'fiction'! È sacramento dell’amore di Cristo e della Chiesa, un amore che trova nella Croce la sua verifica e la sua garanzia. Auguro a tutto voi un bel cammino: un cammino fecondo; che l’amore cresca. Vi auguro felicità. Ci saranno le croci, ci saranno. Ma sempre il Signore è lì per aiutarci ad andare avanti. Che il Signore vi benedica!".

Angelus: Per mezzo della Croce di Cristo ci è restituita la speranza

Città del Vaticano, 14 settembre 2014 (VIS). Alle 12:00 di questa mattina, conclusa nella Basilica Vaticana la Santa Messa, nel corso della quale ha unito in matrimonio venti coppie di sposi della diocesi di Roma, il Santo Padre Francesco si è affacciato alla finestra del suo studio per recitare l’Angelus domenicale con i fedeli ed i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro.

Ricordando che oggi, 14 settembre, la Chiesa celebra la festa dell’Esaltazione della Santa Croce, il Santo Padre ha detto: "Qualche persona non cristiana potrebbe domandarci: perché 'esaltare' la croce? Possiamo rispondere che noi non esaltiamo una croce qualsiasi, o tutte le croci: esaltiamo la Croce di Gesù, perché in essa si è rivelato al massimo l’amore di Dio per l’umanità. (...). Il Padre ha 'dato' il Figlio per salvarci, e questo ha comportato la morte di Gesù, e la morte in croce. Perché? Perché è stata necessaria la Croce? A causa della gravità del male che ci teneva schiavi. La Croce di Gesù esprime tutt’e due le cose: tutta la forza negativa del male, e tutta la mite onnipotenza della misericordia di Dio. La Croce sembra decretare il fallimento di Gesù, ma in realtà segna la sua vittoria. (...) E proprio per questo Dio ha 'esaltato' Gesù, conferendogli una regalità universale".

"E quando volgiamo lo sguardo alla Croce dove Gesù è stato inchiodato - ha proseguito il Pontefice - contempliamo il segno (...) dell’amore infinito di Dio per ciascuno di noi e la radice della nostra salvezza. Da quella Croce scaturisce la misericordia del Padre che abbraccia il mondo intero. Per mezzo della Croce di Cristo è vinto il maligno, è sconfitta la morte, ci è donata la vita, restituita la speranza. Questo è importante: per mezzo della Croce di Cristo ci è restituita la speranza. (...) La Croce di Gesù è la nostra unica vera speranza! Ecco perché la Chiesa 'esalta' (...) la Croce gloriosa di Gesù, segno dell’amore immenso di Dio, segno della nostra salvezza e cammino verso la Risurrezione. E questa è la nostra speranza".

"Mentre contempliamo e celebriamo la santa Croce - ha concluso il Pontefice - pensiamo con commozione a tanti nostri fratelli e sorelle che sono perseguitati e uccisi a causa della loro fedeltà a Cristo. Questo accade specialmente là dove la libertà religiosa non è ancora garantita o pienamente realizzata. Accade però anche in Paesi e ambienti che in linea di principio tutelano la libertà e i diritti umani, ma dove concretamente i credenti, e specialmente i cristiani, incontrano limitazioni e discriminazioni. Perciò oggi li ricordiamo e preghiamo in modo particolare per loro".

La guerra è una follia dalla quale l'umanità non ha ancora imparato la lezione

Città del Vaticano, 14 settembre 2014 (VIS). Al termine della recita dell'Angelus, il Santo Padre ha ricordato: "Domani, nella Repubblica Centroafricana, avrà inizio ufficialmente la Missione voluta dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per favorire la pacificazione del Paese e proteggere la popolazione civile, che sta gravemente soffrendo le conseguenze del conflitto in corso".

"Mentre assicuro l’impegno e la preghiera della Chiesa cattolica, incoraggio lo sforzo della Comunità internazionale, che viene in aiuto dei Centroafricani di buona volontà. Quanto prima la violenza ceda il passo al dialogo; gli opposti schieramenti lascino da parte gli interessi particolari e si adoperino perché ogni cittadino, a qualsiasi etnia e religione appartenga, possa collaborare per l’edificazione del bene comune. Che il Signore accompagni questo lavoro per la pace!", ha esclamato Papa Francesco.

Nel ricordare la visita di sabato scorso al Cimitero Austro-Ungarico e al Sacrario Militare di Redipuglia (Italia), dove ha pregato per i caduti della Grande Guerra, il Santo Padre ha detto: "I numeri sono spaventosi: si parla di circa 8 milioni di giovani soldati caduti e di circa 7 milioni di persone civili. Questo ci fa capire quanto la guerra sia una pazzia! Una pazzia dalla quale l’umanità non ha ancora imparato la lezione, perché dopo di essa ce n’è stata una seconda mondiale e tante altre che ancora oggi sono in corso. Ma quando impareremo, noi, questa lezione? Invito tutti a guardare Gesù Crocifisso per capire che l’odio e il male vengono sconfitti con il perdono e il bene, per capire che la risposta della guerra fa solo aumentare il male e la morte!".

Il Cardinale Fernando Sebastián Aguilar prende possesso del Titolo di Sant'Angela Merici

Città del Vaticano, 15 settembre 2014 (VIS). L'Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice ha reso noto che domenica 21 settembre 2014, alle ore 11:00, il Cardinale Fernando Sebastiàn Aguilar, Arcivescovo emerito di Pamplona y Tudela (Spagna), prenderà possesso del Titolo di Sant'Angela Merici, Via di Sant'Angela Merici, 57.

Udienze

Città del Vaticano, 15 settembre 2014 (VIS). Questa mattina, nella Casa Santa Marta, il Santo Padre ha ricevuto in udienza il Signor Daniel Rubén Herrera Piedrabuena, Giudice Federale di La Rioja, con la Consorte e seguito.

Altri atti pontifici

Città del Vaticano, 15 settembre 2014 (VIS). Il Santo Padre ha nominato il Monsignor Marcus Stock, Vescovo di Leeds (superficie: 5.033; popolazione: 2.068.000; cattolici: 157.766; sacerdoti: 182; religiosi: 149; diaconi permanenti: 24), Inghilterra, Gran Bretagna. Il Vescovo eletto è nato a Londra (Gran Bretagna), nel 1961 ed è stato ordinato sacerdote nel 1988. Dopo essere stato Assistente parrocchiale presso la parrocchia di Our Lady and St. Brigid's, Northfield, dal 1991 al 1994 è stato Parroco di St. Birinus, Dochester-on-Thames e, dal 1994 al 1999, di St. Peter's, Bloxwich. Dal 1999 al 2009 è stato Direttore delle scuole cattoliche dell'arcidiocesi di Birmingham e contemporaneamente Parroco a Coleshill, vicino Birmingham. Dal 2011 al 2013 ha svolto il compito di Direttore del Servizio Educativo Cattolico. Dal 2009 è Segretario Generale della Conferenza Episcopale d'Inghilterra e Galles e consigliere della Facoltà di Teologia Heythrop College, Londra.
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