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mercoledì 7 gennaio 2009

SAN PAOLO: LA CROCE DI CRISTO TRASFORMA REALTÀ CULTO


CITTA' DEL VATICANO, 7 GEN. 2009 (VIS). Nella prima Udienza Generale del 2009, tenutasi nell'Aula Paolo VI, il Santo Padre si è soffermato sul culto che i cristiani sono chiamati ad esercitare, secondo il pensiero di San Paolo.

"In passato" - ha detto il Pontefice - "si amava parlare di una tendenza anti-cultuale dell'Apostolo, di una 'spiritualizzazione' dell'idea del culto. Oggi si comprende meglio che Paolo vede nelle croce di Cristo una svolta storica, che trasforma e rinnova radicalmente la realtà del culto".

Commentando tre testi della Lettera di Romani, nei quali appare una "nuova visione del culto", Papa Benedetto ha spiegato che nel capitolo terzo l'Apostolo "dopo aver parlato della 'redenzione realizzata da Cristo Gesù', (...) continua con una formula per noi misteriosa così: Dio lo 'ha prestabilito a servire come strumento di espiazione per mezzo della fede, nel suo sangue'. (...) Con la croce di Cristo (...) il vecchio culto con i sacrifici degli animali nel tempio di Gerusalemme è finito. Questo culto simbolico, di desiderio, è adesso sostituito dal culto reale: l'amore di Dio incarnato in Cristo e portato alla sua completezza nella morte sulla croce. Non è una spiritualizzazione di un culto reale, ma il culto reale sostituisce il culto simbolico e provvisorio".

Nel capitolo dodici della Lettera ai Romani, ha spiegato ancora il Pontefice, l'Apostolo esorta i cristiani con queste parole: "Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, ad offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale".

"C'è anche il pericolo di un malinteso" - ha proseguito il Papa - "si può facilmente interpretare questo nuovo culto in un senso moralistico: offrendo la nostra vita facciamo noi il vero culto. In questo modo il culto con gli animali sarebbe sostituto dal moralismo: l'uomo stesso farebbe tutto da sé con il suo sforzo morale. E questa certamente non era l'intenzione di San Paolo".

"Come dobbiamo dunque interpretare questo 'culto spirituale? Paolo suppone" - ha spiegato il Papa - "sempre che noi siamo divenuti 'uno in Cristo Gesù', che siamo morti nel battesimo e viviamo adesso con Cristo, per Cristo, in Cristo. In questa unione - e solo così - possiamo divenire in Lui e con Lui 'sacrificio vivente', offrire il culto vero. (...) Gesù Cristo, nella sua donazione al Padre e a noi, non si sostituisce a noi, ma porta in sé il nostro essere, le nostre colpe ed il nostro desiderio; ci rappresenta, ci assume in sé. Nella comunione con Cristo, realizzata nella fede e nei sacramenti, diventiamo, nonostante tutte le nostre insufficienze, sacrificio vivente: si realizza il 'culto vero'".

La Chiesa, ha detto ancora il Pontefice, "prega che la comunità celebrante sia realmente unita con Cristo, sia trasformata; prega perché noi stessi diventiamo quanto non possiamo essere con le nostre forze: offerta 'rationabile' che piace a Dio, che è gloria di Dio".

Infine, il Papa ha voluto sottolineare due aspetti del Capitolo 15 della Lettera ai Romani: "Innanzitutto San Paolo interpreta la sua azione missionaria tra i popoli del mondo per costruire la Chiesa universale come azione sacerdotale. (...) E il secondo aspetto: la meta dell'azione missionaria è - così possiamo dire - la liturgia cosmica: che i popoli uniti in Cristo, il mondo, diventi come tale gloria di Dio, 'oblazione gradita, santificata nello Spirito Santo'".

"L'autodonazione di Cristo" - ha concluso il Pontefice - "implica la tendenza di attirare tutti alla comunione del suo Corpo, di unire il mondo. Solo in comunione con Cristo, l'Uomo-modello, uno con Dio, il mondo diventa così come tutti noi lo desideriamo: specchio dell'amore divino. Questo dinamismo è presente sempre nell'Eucaristia - questo dinamismo deve ispirare e formare la nostra vita".
AG/SAN PAOLO:CULTO/... VIS 20090107 (610)


ANNUNCIARE CRISTO CON LA PAROLA E TESTIMONIANZA VITA


CITTA' DEL VATICANO, 6 GEN. 2009 (VIS).  Alle ore 10:00 di oggi, Solennità dell'Epifania del Signore, il Santo Padre Benedetto XVI ha celebrato la Santa Messa nella Basilica Vaticana.

  Benedetto XVI ha affermato nell'omelia che la tradizione latina identifica l'Epifania, "'manifestazione' del nostro Signore Gesù Cristo, con la visita dei Magi al Bambino Gesù a Betlemme, e dunque lo interpreta soprattutto come rivelazione del Messia d'Israele ai popoli pagani".

  "In questo anno 2009, che, nel 4° centenario delle prime osservazioni di Galileo Galilei al telescopio, è stato dedicato in modo speciale all'astronomia, non possiamo non prestare particolare attenzione al simbolo della stella, tanto importante nel racconto evangelico dei Magi (cfr Mt 2,1-12). Essi erano con tutta probabilità degli astronomi".

  "Mentre la teologia pagana divinizzava gli elementi e le forze del cosmo" - ha rilevato il Pontefice - "la fede cristiana, portando a compimento la rivelazione biblica, contempla un unico Dio, Creatore e Signore dell'intero universo".

  "E' l'amore divino, incarnato in Cristo, la legge fondamentale e universale del creato. Ciò va inteso invece in senso non poetico, ma reale. (...) Questo significa che le stelle, i pianeti, l'universo intero non sono governati da una forza cieca, non obbediscono alle dinamiche della sola materia. Non sono, dunque, gli elementi cosmici che vanno divinizzati, bensì, al contrario, in tutto e al di sopra di tutto vi è una volontà personale, lo Spirito di Dio, che in Cristo si è rivelato come Amore. Se è così, allora gli uomini - come scrive San Paolo ai Colossesi - non sono schiavi degli 'elementi del cosmo', ma sono liberi, capaci cioè di relazionarsi alla libertà creatrice di Dio".

  "Egli" - ha proseguito il Pontefice - "è all'origine di tutto e tutto governa non alla maniera di un freddo ed anonimo motore, ma quale Padre, Sposo, Amico, Fratello, quale Logos, 'Parola-Ragione' che si è unita alla nostra carne mortale una volta per sempre ed ha condiviso pienamente la nostra condizione, manifestando la sovrabbondante potenza della sua grazia".

  "Il pensiero cristiano paragona il cosmo ad un 'libro' - così diceva anche lo stesso Galileo -, considerandolo come l'opera di un Autore che si esprime mediante la 'sinfonia' del creato".

  "Non c'è ombra, per quanto tenebrosa, che possa oscurare la luce di Cristo. Per questo nei credenti in Cristo non viene mai meno la speranza, anche oggi, dinanzi alla grande crisi sociale ed economica che travaglia l'umanità, davanti all'odio e alla violenza distruttrice che non cessano di insanguinare molte regioni della terra, dinanzi all'egoismo e alla pretesa dell'uomo di ergersi come dio di se stesso, che conduce talora a pericolosi stravolgimenti del disegno divino circa la vita e la dignità dell'essere umano, circa la famiglia e l'armonia del creato".

  "Il nostro sforzo di liberare la vita umana e il mondo" - ha detto Benedetto XVI - "dagli avvelenamenti e dagli inquinamenti che potrebbero distruggere il presente e il futuro, conserva il suo valore e il suo senso - ho annotato nella già citata Enciclica Spe salvi - anche se apparentemente non abbiamo successo o sembriamo impotenti di fronte al sopravvento di forze ostili, perchè 'è la grande speranza poggiante sulle promesse di Dio che, nei momenti buoni come in quelli cattivi, ci dà coraggio e orienta il nostro agire' (n. 35)".

  "La signoria universale di Cristo si esercita in modo speciale sulla Chiesa. (...) Essa non può vantarsi di nulla se non nel suo Signore: non da lei proviene la luce, non è sua la gloria. Ma proprio questa è la sua gioia, che nessuno potrà toglierle: essere 'segno e strumento' di Colui che è 'lumen gentium', luce dei popoli".

  "La grazia di Dio" - ha sottolineato il Pontefice - " ha fatto di Paolo una 'stella' per le genti", ed ha invitato tutti a pregare per i pastori della Chiesa "affinché, assimilando quotidianamente la Parola di Dio, possiamo trasmetterla fedelmente ai fratelli".

  "Ma anche noi preghiamo per voi, fedeli tutti" - ha concluso il Pontefice - "perché ogni cristiano è chiamato per il Battesimo e la Confermazione ad annunciare Cristo luce del mondo, con la parola e la testimonianza della vita".
HML/EPIFANIA SIGNORE/...                           VIS 20090107 (690)


PERCORRERE DECISAMENTE LA VIA DEL BENE


CITTA' DEL VATICANO, 6 GEN. 2009 (VIS). Questa mattina, al termine della Santa Messa celebrata nella Basilica Vaticana nella Solennità dell'Epifania del Signore, il Papa si è affacciato alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l'Angelus con la migliaia di fedeli e pellegrini convenuti in Piazza San Pietro.

  Il Santo Padre, ricordando l'episodio dei Magi narrato da San Matteo, ha affermato: "Ogni volta che ascoltiamo questo racconto, siamo colpiti dal netto contrasto tra l'atteggiamento dei Magi, da una parte, e quello di Erode e dei Giudei, dall'altra. Dice infatti il Vangelo che, all'udire le parole dei Magi, 'il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme'. Una reazione che può avere differenti comprensioni. Erode è allarmato, perché vede in colui che i Magi ricercano un concorrente per sé stesso e per i suoi figli. I capi e gli abitanti di Gerusalemme, invece, sembrano più che altro stupefatti, come risvegliati da un certo torpore, e bisognosi di riflettere".

  "Perché dunque Gerusalemme rimane turbata? Pare che l'Evangelista voglia quasi anticipare quella che sarà poi la posizione dei sommi sacerdoti e del sinedrio, ma anche di parte del popolo, nei confronti di Gesù durante la sua vita pubblica. (…) Viene alla mente che, nell'imminenza della passione, Gesù pianse su Gerusalemme, perché non aveva riconosciuto il tempo in cui era stata visitata. Tocchiamo qui uno dei punti cruciali della teologica della storia: il dramma dell'amore fedele di Dio nella persona di Gesù, che 'venne fra i suoi, / e i suoi non lo hanno accolto' (Gv 1,11)".

  "Alla luce di tutta la Bibbia" - ha sottolineato il Papa - "questo atteggiamento di ostilità, o ambiguità, o superficialità sta a rappresentare quello di ogni uomo e del 'mondo' - in senso spirituale -, quando si chiude al mistero del vero Dio, il quali ci viene incontro nella disarmante mitezza dell'amore. Gesù, il 're dei Giudei', è il Dio della misericordia e della fedeltà; Egli vuole regnare nell'amore e nella verità e ci chiede di convertirci, di abbandonare le opere malvagie e di percorrere decisamente la via del bene".

  "'Gerusalemme', dunque, in questo senso siamo tutti noi!" - ha concluso il Pontefice - "Ci aiuti la Vergine Maria, che ha accolto con fede - Gesù, a non chiudere il nostro cuore al suo Vangelo di salvezza. Lasciamoci piuttosto conquistare e trasformare da Lui, l'Emmanuele', Dio venuto tra noi per farci dono della sua pace e del suo amore".
ANG/EPIFANIA/…                                           VIS 20090107 (410)


APPELLI PACE GAZA, LIBERAZIONE BAMBINI SEQUESTRATI


CITTA' DEL VATICANO, 6 GEN. 2009 (VIS). Questa mattina, al termine della recita dell'Angelus, il Papa ha rivolto fervidi auguri ai fratelli e sorelle delle Chiese Orientali, che, seguendo il Calendario Giuliano, celebreranno domani il Santo Natale.

  "La memoria della nascita del Salvatore" - ha detto il Papa - "accenda sempre più nei loro cuori la gioia di essere amati da Dio. Il ricordo di questi nostri fratelli nella fede mi conduce spiritualmente in Terra Santa e nel Medio Oriente. Continuo a seguire con viva apprensione i violenti scontri armati in atto nella Striscia di Gaza. Mentre ribadisco che l'odio e il rifiuto del dialogo non portano che alla guerra, vorrei oggi incoraggiare le iniziative e gli sforzi di quanti, avendo a cuore la pace, stanno cercando di aiutare israeliani e palestinesi ad accettare di sedersi attorno ad un tavolo e di parlare. Iddio sostenga l'impegno di questi coraggiosi 'costruttori di pace'!".

  "La festa dell'Epifania" - ha detto ancora Benedetto XVI - "in molti Paesi, è anche la festa dei bambini. Un pensiero speciale va quindi a tutti i bambini, che sono la ricchezza e la benedizione del mondo, e soprattutto ai tanti a cui è negata un'infanzia serena".

  "Desidero, in particolare, attirare l'attenzione sulle decine di bambini e ragazzi che, in questi ulti mesi, compreso il periodo natalizio, nella Provincia orientale della Repubblica Democratica del Congo, sono stati sequestrati da bande armate che hanno attaccato i villaggi e causato anche numerose vittime e feriti. Faccio appello agli autori di tali disumane brutalità, affinché restituiscano i ragazzi alle loro famiglie e al loro futuro di sicurezza e di sviluppo, a cui hanno diritto insieme a quelle care popolazioni. Manifesto al tempo stesso la mia vicinanza spirituale alle Chiese locali, anch'esse colpite nelle persone e nelle opere, mentre esorto i Pastori e i fedeli ad essere forti e saldi nella speranza".

  "Gli episodi di violenza nei confronti dei ragazzi" - ha proseguito il Pontefice - "che purtroppo si registrano pure in altre parti della terra, appaiono ancor più deprecabili considerando che nel 2009 ricorre il 20° anniversario della Convenzione dei Diritti del Fanciullo: un impegno che la comunità internazionale è chiamata a rinnovare a difesa, tutela e promozione dell'infanzia del mondo intero. Il Signore aiuti quanti - e sono innumerevoli! - operano quotidianamente al servizio delle nuove generazioni, aiutandole ad essere protagoniste del loro futuro".

  "Inoltre, la Giornata dell'Infanzia Missionaria" - ha concluso il Santo Padre - "che si celebra nell'odierna festa dell'Epifania, è opportuna occasione per porre in evidenza come i bambini e i ragazzi possano svolgere un ruolo importante nella diffusione del Vangelo e nelle opere di solidarietà verso i loro coetanei più bisognosi. Il Signore li ricompensi!".
ANG/PACE GAZA:BAMBINI/…                           VIS 20090107 (450)


ALTRI ATTI PONTIFICI

CITTA' DEL VATICANO, 7 GEN. 2009 (VIS). Il Santo Padre:

- Ha nominato il Padre João José da Costa, O.Carm., Vescovo di Iguatu (superficie: 21.904; popolazione: 532.000; cattolici: 505.000; sacerdoti: 29; religiosi: 20), Brasile. Il Vescovo eletto, Priore e Formatore nel Convento di São Cristóvão nell'Arcidiocesi di Aracajú (Brasile), è nato nel 1958 a Lagarto (Brasile), ha emesso la professione religiosa nel 1986 ed è stato ordinato sacerdote nel 1992. Succede al Vescovo José Doth de Oliveira, del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima Diocesi, presentata in conformità al canone 401, paragrafo 2, del Codice di Diritto Canonico.

-  Ha accettato la rinuncia al governo pastorale della Diocesi di Kara (Togo), presentata dal Vescovo Inace Baguibassa Sambar-Talkena, in conformità al canone 401, paragrafo 2, del Codice di Diritto Canonico. Gli succede il Vescovo Jacques Danka Longa, Coadiutore della medesima Diocesi.

- Ha nominato il Reverendo José Moreira Bastos Neto, Vescovo di Três Lagoas (superficie: 49.000; popolazione: 236.000; cattolici: 177.000; sacerdoti: 18; religiosi: 45; diaconi permanenti: 10), Brasile. Il Vescovo eletto, finora Coordinatore diocesano della Pastorale ed Amministratore Parrocchiale di Vila Nova (Brasile), è nato nel 1953 a Simonésia (Brasile) ed è stato ordinato sacerdote nel 1979. Succede al Vescovo Izidoro Kosinski, C.M., del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima Diocesi presentata per raggiunti limiti d'età.

- Ha nominato il Reverendo Jorge Alberto Cavazos Arizpe, Vescovo Ausiliare di Monterrey (superficie: 17.886; popolazione: 7.062.000; cattolici: 5.337.000; sacerdoti: 552; religiosi: 1.102, diaconi permanenti: 33), Messico. Il Vescovo eletto, finora Parroco della Parrocchia di "Corpus Christi", è nato a Monterrey nel 1962 ed è stato ordinato sacerdote nel 1989.

  Martedì 6 gennaio il Santo Padre ha nominato il Padre José Javier Travieso Martín, C.F.M., Vescovo Ausiliare di Trujillo (superficie: 15.323; popolazione:  1.321.000; cattolici: 1.105.416; sacerdoti: 117; religiosi: 291), Perù. Il Vescovo eletto è nato a Don Benito (Spagna), nel 1952, ha emesso la professione religiosa ed è stato ordinato sacerdote nel 1976. E' stato finora Collaboratore del Collegio Claretiano di Trujillo e Professore nel Seminario e nell'Università Cattolica di Trujillo.
NER:RE:NEA/.../...                                   VIS 20090107 (360)


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