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mercoledì 22 marzo 2006

EVANGELIZZARE È ENTRARE MISTERO COMUNIONE CON CRISTO


CITTA' DEL VATICANO, 22 MAR. 2006 (VIS). Questa mattina, per l'Udienza Generale del Mercoledì, il Santo Padre Benedetto XVI ha proseguito la catechesi iniziata la settimana passata, dedicata alla chiamata e alla missione degli Apostoli. All'Udienza, tenutasi in Piazza San Pietro, hanno partecipato 35.000 fedeli.

"La lettera di San Paolo agli Efesini" - ha detto il Papa - "ci presenta la Chiesa come una costruzione edificata sul fondamento degli apostoli e dei profeti, avendo come pietra angolare lo stesso Cristo Gesù. (...) I Vangeli concordano nel riferire che la chiamata degli Apostoli segnò i primi passi del ministero di Gesù".

Successivamente il Santo Padre ha spiegato la chiamata degli Apostoli alla luce delle diverse pagine evangeliche ed ha detto: "Stando al racconto di Marco e di Matteo lo scenario della chiamata dei primi Apostoli è il lago di Galilea". Gesù chiama Simone e Andrea, Giacomo e Giovanni ad essere "pescatori di uomini". San Luca narra la pesca miracolosa che "offre il simbolo della missione di pescatori di uomini", affidata agli Apostoli. "Il destino di questi 'chiamati', d'ora in poi, sarà intimamente legato a quello di Gesù. L'apostolo è un inviato, ma, prima ancora, un 'esperto' di Gesù".

Per l'evangelista Giovanni il primo incontro di Gesù con i futuri Apostoli ebbe luogo sulle rive del Giordano. "La presenza dei futuri discepoli, (...) fa luce sul loro mondo spirituale. Erano uomini in attesa del Regno di Dio, desiderosi di conoscere il Messia, la cui venuta era annunciata come imminente. Basta ad essi l'indicazione di Giovanni Battista che addita in Gesù l'Agnello di Dio, perché sorga in loro il desiderio di un incontro personale con il Maestro".

"L'avventura degli Apostoli comincia così, come un incontro di persone che si aprono reciprocamente. Comincia per i discepoli una conoscenza diretta del Maestro. Essi infatti non dovranno essere annunciatori di un'idea, ma testimoni di una persona. Prima di essere mandati ad evangelizzare, dovranno 'stare' con Gesù, stabilendo con lui un rapporto personale. Su questa base, l'evangelizzazione altro non sarà che un annuncio di ciò che si è sperimentato e un invito ad entrare nel mistero della comunione con Cristo".

Il Papa ha quindi spiegato che: "Nel Vangelo Gesù sembra restringere al solo Israele la sua missione: 'Non sono stato inviato che alle pecore perdute della casa d'Israele'". In realtà queste espressioni "vanno comprese alla luce del suo rapporto con Israele, comunità dell'alleanza. Secondo l'attesa messianica le promesse divine sarebbero giunte a compimento quando Dio stesso, attraverso il suo Eletto, avrebbe raccolto il suo popolo come fa un pastore con il gregge".

"Gesù è il pastore escatologico, che raduna le pecore perdute della casa d'Israele e va in cerca di esse, perché le conosce e le ama" - ha concluso il Santo Padre. "Attraverso questa 'raccolta' il Regno di Dio si annuncia a tutte le genti. (...) Dopo la passione e la risurrezione di Cristo (...) il carattere universale della missione degli Apostoli diventerà esplicito. Cristo invierà gli Apostoli 'in tutto il mondo', a 'tutte le nazioni', 'fino agli estremi confini della terra'".
AG/CHIAMATA APOSTOLI/... VIS 20060322 (530)

CHIARIMENTO TITOLO PONTIFICIO "PATRIARCA DI OCCIDENTE"


CITTA' DEL VATICANO, 22 MAR. 2006 (VIS). Riguardo all'assenza del titolo di "Patriarca d'Occidente" nell'Annuario Pontificio 2006, commentata in modi diversi, il Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani ha reso pubblico oggi un Comunicato.

"Dal punto di vista storico, gli Antichi Patriarchi dell'Oriente fissati dai Concili di Costantinopoli (381) e di Calcedonia (451), erano relativi ad un territorio abbastanza chiaramente circoscritto, allorché il territorio della Sede del Vescovo di Roma rimaneva vago. In Oriente, nell'ambito del sistema ecclesiastico imperiale di Giustiniano (527-565), accanto ai quattro Patriarcati Orientali (Costantinopoli, Alessandria, Antiochia e Gerusalemme), il Papa ero compreso come Patriarca d'Occidente. Inversamente, Roma privilegiò l'idea delle tre sede episcopali petrine: Roma, Alessandria ed Antiochia. Senza usare il titolo di 'Patriarca d'Occidente', il IV Concilio di Costantinopoli (869-870), il IV Concilio del Laterano (1215) ed il Concilio di Firenze (1439), elencarono il Papa come il primo degli allora cinque Patriarchi".

"Il titolo di 'Patriarca d'Occidente' fu adoperato nell'anno 642 da Papa Teodoro I. La sua fioritura avvenne nel XVI e XVII secolo, nel quadro del moltiplicarsi dei titoli del Papa; ne l'Annuario Pontificio esso apparve per la prima volta nel 1863".

"Attualmente il significato del termine 'Occidente' richiama un contesto culturale che non si riferisce soltanto all'Europa Occidentale, ma si estende dagli Stati Uniti d'America fino all'Australia e alla Nuova Zelanda, differenziandosi così da altri contesti culturali. (...) Se si vuole dare al termine 'Occidente' un significato applicabile al linguaggio giuridico ecclesiale, potrebbe essere compreso soltanto in riferimento alla Chiesa latina. Pertanto, il titolo 'Patriarca d'Occidente' descriverebbe la speciale relazione del Vescovo di Roma a quest'ultima, e potrebbe esprimere la giurisdizione particolare del Vescovo di Roma per la Chiesa latina".

"Di conseguenza, il titolo 'Patriarca d'Occidente', sin dall'inizio poco chiaro, nell'evolversi della storia diventava obsoleto e praticamente non più utilizzabile. Appare dunque privo di senso insistere a trascinarselo dietro. Ciò tanto più che la Chiesa cattolica con il Concilio Vaticano II ha trovato per la Chiesa latina nella forma delle Conferenze Episcopali e delle loro riunioni internazionali di Conferenze Episcopali, l'ordinamento canonico adeguato alle necessità di oggi".

Tralasciare il titolo di "Patriarca d'Occidente" - conclude il Comunicato - "non cambia nulla al riconoscimento, tanto solennemente dichiarato dal Concilio Vaticano II, delle antiche Chiese patriarcali. (...) La rinuncia a detto titolo vuole esprimere un realismo storico e teologico e allo stesso tempo (...) potrebbe essere di giovamento al dialogo ecumenico".
CON-UC/PATRIARCA OCCIDENTE/... VIS 20060322 (410)

ASSISTENZA E SOLIDARIETÀ NEI CONFRONTI MALATI TUBERCOLOSI


CITTA' DEL VATICANO, 22 MAR. 2006 (VIS). Al termine dell'Udienza Generale di oggi, tenutasi in Piazza San Pietro, il Santo Padre ha ricordato che venerdì 24 marzo ricorre la Giornata Mondiale per la lotta contro la Tubercolosi, promossa dall'Organizzazione delle Nazioni Unite.

La Giornata "è un'occasione propizia per sollecitare un rinnovato impegno a livello globale" - ha detto Papa Benedetto XVI - "affinché siano rese disponibili le risorse necessarie per curare questi nostri fratelli ammalati, che spesso vivono anche in situazione di grande povertà. Incoraggio le iniziative di assistenza e di solidarietà nei loro confronti, auspicando che ad essi siano sempre assicurate dignitose condizioni di vita".
AG/GIORNATA MONDIALE TUBERCOLOSI/... VIS 20060322 (120)
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