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martedì 27 maggio 2014

PAPA FRANCESCO AL MONTE DEGLI ULIVI: STIAMO ACCANTO ALLE TANTE CROCI DOVE GESÙ È ANCORA CROCIFISSO

Città del Vaticano, 27 maggio 2014 (VIS). Alle 11:45, il Santo Padre è arrivato al "Notre Dame Jerusalem Center" dove ha ricevuto in udienza privata Benjamin Netanyahu, Primo Ministro di Israele. Un'ora e mezzo dopo il Pontefice avrebbe dovuto consumare il pranzo con il seguito papale, ma ha cambiato programma e ha deciso di attraversare la strada per pranzare nel refettorio del Convento Francescano di San Salvatore. Alle 14:15, prima di lasciare il "Notre Dame of Jerusalem Center", il Papa ha benedetto nella Cappella del Pontificio Istituto, il Tabernacolo destinato alla chiesa che i Legionari di Cristo hanno costruito in Galilea. Quindi il Santo Padre si è recato alla piccola chiesa greco-ortodossa sul Monte degli Ulivi "Viri Galileai" per la visita privata al Patriarca Ecumenico di Costantinopoli. All'uscita il Papa e il Patriarca Ecumenico hanno benedetto insieme un gruppo di fedeli ortodossi riuniti nel cortile. Il Papa si è poi diretto in auto alla chiesa del Getsemani, affidata alla Custodia di Terra Santa, accanto all'Orto degli Ulivi, All'arrivo il Papa ha venerato per alcuni minuti la santa Roccia, ai piedi dell'Altare, dove Gesù pregò prima del suo arresto. Infine si è svolto l'incontro del Papa con i sacerdoti, i religiosi, le religiose e i seminaristi nella chiesa del Getsemani.

"Quando giunge l’ora segnata da Dio per salvare l’umanità dalla schiavitù del peccato - ha detto il Papa - Gesù si ritira qui, nel Getsemani, ai piedi del monte degli Ulivi. Ci ritroviamo in questo luogo santo, santificato dalla preghiera di Gesù, dalla sua angoscia, dal suo sudore di sangue; santificato soprattutto dal suo 'sì' alla volontà d’amore del Padre. Abbiamo quasi timore di accostarci ai sentimenti che Gesù ha sperimentato in quell’ora; entriamo in punta di piedi in quello spazio interiore dove si è deciso il dramma del mondo. In quell’ora, Gesù ha sentito la necessità di pregare e di avere accanto a sé i suoi discepoli, i suoi amici, che lo avevano seguito e avevano condiviso più da vicino la sua missione. Ma qui, al Getsemani, la sequela si fa difficile e incerta; c’è il sopravvento del dubbio, della stanchezza e del terrore. Nel succedersi incalzante della passione di Gesù, i discepoli assumeranno diversi atteggiamenti nei confronti del Maestro: atteggiamenti di vicinanza, di allontanamento, di incertezza".

"Farà bene a tutti noi, vescovi, sacerdoti, persone consacrate, seminaristi, in questo luogo, domandarci: chi sono io davanti al mio Signore che soffre? - Rivolgendosi ai presenti il Papa ha detto: Sono di quelli che, invitati da Gesù a vegliare con Lui, si addormentano, e invece di pregare cercano di evadere chiudendo gli occhi di fronte alla realtà? O mi riconosco in quelli che sono fuggiti per paura, abbandonando il Maestro nell’ora più tragica della sua vita terrena? C’è forse in me la doppiezza, la falsità di colui che lo ha venduto per trenta monete, che era stato chiamato amico, eppure ha tradito Gesù? Mi riconosco in quelli che sono stati deboli e lo hanno rinnegato, come Pietro? Egli poco prima aveva promesso a Gesù di seguirlo fino alla morte; poi, messo alle strette e assalito dalla paura, giura di non conoscerlo. Assomiglio a quelli che ormai organizzavano la loro vita senza di Lui, come i due discepoli di Emmaus, stolti e lenti di cuore a credere nelle parole dei profeti?".

"Oppure, grazie a Dio - ha proseguito il Pontefice - mi ritrovo tra coloro che sono stati fedeli sino alla fine, come la Vergine Maria e l’apostolo Giovanni? Quando sul Golgota tutto diventa buio e ogni speranza sembra finita, solo l’amore è più forte della morte. L’amore della Madre e del discepolo prediletto li spinge a rimanere ai piedi della croce, per condividere fino in fondo il dolore di Gesù. Mi riconosco in quelli che hanno imitato il loro Maestro fino al martirio, testimoniando quanto Egli fosse tutto per loro, la forza incomparabile della loro missione e l’orizzonte ultimo della loro vita? L’amicizia di Gesù nei nostri confronti, la sua fedeltà e la sua misericordia sono il dono inestimabile che ci incoraggia a proseguire con fiducia la nostra sequela di Lui, nonostante le nostre cadute, i nostri errori, anche e i nostri tradimenti".

"Ma questa bontà del Signore - ha ribadito il Papa - non ci esime dalla vigilanza di fronte al tentatore, al peccato, al male e al tradimento che possono attraversare anche la vita sacerdotale e religiosa. Tutti noi siamo esposti al peccato, al male, al tradimento. Avvertiamo la sproporzione tra la grandezza della chiamata di Gesù e la nostra piccolezza, tra la sublimità della missione e la nostra fragilità umana. Ma il Signore, nella sua grande bontà e nella sua infinita misericordia, ci prende sempre per mano, perché non affoghiamo nel mare dello sgomento. Egli è sempre al nostro fianco, non ci lascia mai soli. Dunque, non lasciamoci vincere dalla paura e dallo sconforto, ma con coraggio e fiducia andiamo avanti nel nostro cammino e nella nostra missione".

A tutti i presenti, Papa Francesco ha detto: "Voi, cari fratelli e sorelle, siete chiamati a seguire il Signore con gioia in questa Terra benedetta! È un dono e anche è una responsabilità. La vostra presenza qui è molto importante; tutta la Chiesa vi è grata e vi sostiene con la preghiera. Da questo luogo santo, desidero inoltre rivolgere un affettuoso saluto a tutti i cristiani di Gerusalemme: vorrei assicurare che li ricordo con affetto e che prego per loro, ben conoscendo la difficoltà della loro vita nella città. Li esorto ad essere testimoni coraggiosi della passione del Signore, ma anche della sua Risurrezione, con gioia e nella speranza. Imitiamo la Vergine Maria e San Giovanni - ha detto infine il Pontefice - e stiamo accanto alle tante croci dove Gesù è ancora crocifisso. Questa è la strada nella quale il nostro Redentore ci chiama a seguirlo: non ce n’è un’altra, è questa! 'Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore'".

LA CHIESA È NATA NEL CENACOLO ED È NATA IN USCITA

Città del Vaticano, 27 maggio 2014 (VIS). Il Cenacolo, prima sede della Chiesa nascente, luogo dell'istituzione del Sacerdozio ordinato, e dei sacramenti dell'Eucaristia e della Riconciliazione, è stata l'ultima tappa del Pellegrinaggio del Santo Padre in Terra Santa. Qui, nel pomeriggio di ieri il Santo Padre Francesco ha celebrato la Santa Messa con gli Ordinari di Terra Santi ed il Seguito papale. La celebrazione non è stata aperta al pubblico a causa delle limitate dimensioni del luogo.

La tradizione cristiana sull'antichità del Cenacolo è antichissima e risale alla fine del III secolo. Nel IV secolo, viene costruita presso il Cenacolo la nuova chiesa chiamata "Santa Sion". Distrutta dai persiani nel 614, restaurata, e poi distrutta di nuovo dai musulmani, era in rovina, ad eccezione della cappella a due piani del Cenacolo, quando giunsero in Terra Santa i Crociati che costrurono una basilica a tre navate. Nel 1187, caduta Gerusalemme nelle mani di Saladino, l'accesso è permesso ai pellegrini, e i sacerdoti possono celebrare l'Eucaristia. All'arrivo dei Francescani in Terra Santa nel 1335, la Basilica era quasi interamente distrutta. L'edificio viene ricostruito dai frati minori che fondano anche un convento. Da allora il Superiore della Custodia di Terra Santa assume il titolo di "Guardiano del Monte Sion". Nel 1524 i musulmani si appropriano delle sale sottostanti il Cenacolo, ritenendole "Tomba del Profeta Davide". In seguito, un decreto ottomano priva i Francescani anche della "Sala superiore", costretti ad abbandonare anche il monastero attiguo. Il Cenacolo (sala superiore) viene convertito in moschea con divieto di accesso ai cristiani. L'edificio del Cenacolo è attualmente proprietà dello Stato israeliano (dal 1948), ma rimane sotto la giurisdizione del "Waqf" (Custodia dei luoghi santi islamici) della Giordania, esclusivamente per l'utilizzazione a fini religiosi. Il capo supremo del "Waqf" è il sovrano giordano, re Abdullah II.

"È un grande dono che il Signore ci fa, di riunirci qui, nel Cenacolo, per celebrare l’Eucaristia. - ha detto il Papa nell'omelia - Mentre vi saluto con fraterna gioia, desidero rivolgere un pensiero affettuoso ai Patriarchi Orientali Cattolici che hanno preso parte, in questi giorni, al mio pellegrinaggio. Desidero ringraziarli per la loro significativa presenza, a me particolarmente preziosa, e assicuro che hanno un posto speciale nel mio cuore e nella mia preghiera. Qui, dove Gesù consumò l’Ultima Cena con gli Apostoli; dove, risorto, apparve in mezzo a loro; dove lo Spirito Santo scese con potenza su Maria e i discepoli, qui è nata la Chiesa, ed è nata in uscita. Da qui è partita, con il Pane spezzato tra le mani, le piaghe di Gesù negli occhi, e lo Spirito d’amore nel cuore. Gesù risorto, inviato dal Padre, nel Cenacolo comunicò agli Apostoli il suo stesso Spirito e con la sua forza li inviò a rinnovare la faccia della terra. Uscire, partire, non vuol dire dimenticare. La Chiesa in uscita custodisce la memoria di ciò che qui è accaduto; lo Spirito Paraclito le ricorda ogni parola, ogni gesto, e ne rivela il senso".

"Il Cenacolo ci ricorda il servizio, la lavanda dei piedi che Gesù ha compiuto, come esempio per i suoi discepoli. Lavarsi i piedi gli uni gli altri significa accogliersi, accettarsi, amarsi, servirsi a vicenda. Vuol dire servire il povero, il malato, l’escluso, quello che mi è antipatico, quello che mi dà fastidio. Il Cenacolo ci ricorda, con l’Eucaristia, il sacrificio. In ogni celebrazione eucaristica Gesù si offre per noi al Padre, perché anche noi possiamo unirci a Lui, offrendo a Dio la nostra vita, il nostro lavoro, le nostre gioie e i nostri dolori…, offrire tutto in sacrificio spirituale. E il Cenacolo ci ricorda anche l’amicizia. 'Non vi chiamo più servi – disse Gesù ai Dodici – … ma vi ho chiamato amici'. Il Signore ci rende suoi amici, ci confida la volontà del Padre e ci dona Sé stesso. È questa l’esperienza più bella del cristiano, e in modo particolare del sacerdote: diventare amico del Signore Gesù, e scoprire nel suo cuore che Lui è amico. Il Cenacolo ci ricorda il congedo del Maestro e la promessa di ritrovarsi con i suoi amici: 'Quando sarò andato, … verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi'. Gesù non ci lascia, non ci abbandona mai, ci precede nella casa del Padre e là ci vuole portare con Sé".

"Ma il Cenacolo ricorda anche la meschinità, la curiosità – 'chi è colui che tradisce?' - il tradimento. E può essere ciascuno di noi, non solo e sempre gli altri, a rivivere questi atteggiamenti, quando guardiamo con sufficienza il fratello, lo giudichiamo; quando con i nostri peccati tradiamo Gesù. Il Cenacolo ci ricorda la condivisione, la fraternità, l’armonia, la pace tra di noi. Quanto amore, quanto bene è scaturito dal Cenacolo! Quanta carità è uscita da qui, come un fiume dalla fonte, che all’inizio è un ruscello e poi si allarga e diventa grande… Tutti i santi hanno attinto da qui; il grande fiume della santità della Chiesa sempre prende origine da qui, sempre di nuovo, dal Cuore di Cristo, dall’Eucaristia, dal suo Santo Spirito".

"Il Cenacolo infine ci ricorda la nascita della nuova famiglia, la Chiesa, la nostra santa madre Chiesa gerarchica, costituita da Gesù risorto. Una famiglia che ha una Madre, la Vergine Maria. Le famiglie cristiane appartengono a questa grande famiglia, e in essa trovano luce e forza per camminare e rinnovarsi, attraverso le fatiche e le prove della vita. A questa grande famiglia sono invitati e chiamati tutti i figli di Dio di ogni popolo e lingua, tutti fratelli e figli dell’unico Padre che è nei cieli".

"Questo è l’orizzonte del Cenacolo - ha concluso il Pontefice - l’orizzonte del Risorto e della Chiesa. Da qui parte la Chiesa, in uscita, animata dal soffio vitale dello Spirito. Raccolta in preghiera con la Madre di Gesù, essa sempre rivive l’attesa di una rinnovata effusione dello Spirito San to: Scenda il tuo Spirito, Signore, e rinnovi la faccia della terra".

Al termine della Celebrazione Eucaristica, il Santo Padre è ripartito dall'aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv, alle 19:15, per rientrare a Roma, dove l'aereo papale è atterrato alle 23.00.

IL TERRORISMO È MALE NELLA SUA ORIGINE ED È MALE NEI SUOI RISULTATI

Città del Vaticano, 27 maggio 2014 (VIS). “Voglio dire, con grande umiltà, che il terrorismo è male! È male nella sua origine ed è male nei suoi risultati. È male perché nasce dall’odio, è male nei suoi risultati perché non costruisce, distrugge! Che tutte le persone capiscano che il cammino del terrorismo non aiuta! Il cammino del terrorismo è fondamentalmente criminale! Prego per tutte queste vittime e per tutte le vittime del terrorismo nel mondo. Per favore, non più terrorismo! È una strada senza uscita!”.

Queste le parole che Papa Francesco ha pronunciato ieri davanti alla lapide che ricorda le vittime del terrorismo in Israele.

DI RITORNO DALLA TERRA SANTA IL PAPA RISPONDE DOMANDE GIORNALISTI SUL VOLO PAPALE

Città del Vaticano, 27 maggio 2014 (VIS). Al termine del suo Viaggio, nel volo da Tel Aviv a Roma, Papa Francesco si è intrattenuto per più di 40 minuti con i giornalisti presenti nell'aereo papale, rispondendo a domande relative non soltanto al Pellegrinaggio in Terra Santa, ma anche sui casi di abusi su minori, sul tema dei divorziati risposati, su i suoi prossimi viaggi, sul celibato dei sacerdoti. Riportiamo di seguito una sintesi di alcune delle risposte del Papa.

Terra Santa e l'incontro di preghiera in Vaticano con Shimon Perez e Mahmud Abbas.

Alcune cose, per esempio l'invito ai due Presidenti alla preghiera, questo era pensato un po' di farlo là, ma c'erano tanti problemi logistici, tanti, perché loro devono anche tenere conto del territorio, dove si fa, e non è facile. Per questo, si pensava ad una riunione ... ma alla fine è uscito questo invito, che spero che venga bene. (...) Sarà un incontro di preghiera, non non sarà per fare una mediazione o cercare soluzioni, no. Ci riuniremo a pregare, soltanto. E poi, ognuno torna a casa. (...) Sarà un incontro di preghiera: ci sarà un rabbino, ci sarà un islamico e ci sarò io.

Abusi sui minori

In questo momento ci sono tre vescovi sotto indagine: (...) e uno è già condannato e si sta valutando la pena da comminare. Non ci sono privilegi. (...) Un sacerdote che fa questo, tradisce il Corpo del Signore, perché questo sacerdote deve portare questo bambino, questa bambina, questo ragazzo, questa ragazza alla santità, abusa di loro. E questo è gravissimo! E proprio come ... farò un paragone soltanto: è come fare una Messa nera, per esempio. Tu devi portarlo alla sanità e lo porti a un problema che durerà tutta la vita. Prossimamente ci sarà una Messa con alcune persone che hanno subito abusi, a Santa Marta, e poi una riunione con loro: io e loro, con il Cardinale O'Malley che è della commissione. Ma su questo si deve andare avanti, avanti: tolleranza zero.

Contraddizione fra la Chiesa povera e austera e scandali finanziari al suo interno.

Il Signore Gesù una volta ha detto ai suoi discepoli - è nei Vangelo, - 'È inevitabile che si siano gli scandali'. Siamo umani, peccatori tutti. E ci saranno, ci saranno. Il problema è evitare che ci siano in più! Nell'amministrazione economica, onestà e trasparenza. Le due commissioni, quella che ha studiato lo IOR e la commissione che ha studiato tutto il Vaticano, hanno fatto le loro conclusioni, hanno dato piani e adesso, con il ministero, diciamo così, con la Segreteria dell'Economia diretta dal Cardinale Pell, si porteranno avanti le riforme che queste commissioni hanno consigliato. (...) Per esempio, nello IOR credo che a questo punto sono stati chiusi più o meno 1.600 conti, di persone che non avevano diritto ad avere un conto allo IOR. Lo IOR è per l'aiuto alla Chiesa. hanno diritto i Vescovi delle diocesi, i dipendenti del Vaticano, le loro vedove o i vedovi per prendere la pensione... (...) Ma non hanno diritto altri privati... Le ambasciate, mentre dura l'ambasciata, e niente di più. Non è una cosa aperta.

Elezioni europee e populismo

Lei mi ha detto una parola chiave: disoccupazione. Questo è grave. È grave perché io lo interpreto così, semplificando. Noi siamo in un sistema economico mondiale dove al centro è il denaro, non è la persona umana. In un vero sistema economico, al centro devono essere l'uomo e la donna, la persona umana. E oggi, al centro c'è il denaro. Per mantenersi, per equilibrarsi, questo sistema deve andare avanti con alcune misure 'di scarto'. E si scartano i bambini - il livello di nascita in Europa non è tanto alto! (...). Si scartano gli anziani.

Pace stabile e duratura a Gerusalemme

La Chiesa cattolica (...) ha la sua posizione dal punto di vista religioso: sarà la città della pace delle tre religioni. (...) Le misure concrete per la pace devono uscire dal negoziato. Si deve negoziare. Io sarò d'accordo che dal negoziato forse venga questa parte: sarà capitale di uno Stato, dell'altro... Ma queste sono ipotesi. Io non dico. 'deve essere così', no, sono ipotesi che loro devono negoziare. Davvero, io non mi sento competente per dire: 'si faccia questo o questo o questo', perché sarebbe una pazzia, da parte mia. Ma credo che si debba entrare con onestà, fratellanza, mutua fiducia sulla strada del negoziato. E lì si negozia tutto: tutto il territorio, anche i rapporti. Serve coraggio, per fare questo, e io prego tanto il Signore perché questi due Leaders, questi due Governi abbiano il coraggio di andare avanti. Questa è l'unica strada per la pace.

Celibato sacerdotale

Ma la Chiesa cattolica ha preti sposati, no? I cattolici greci, cattolici copti...no? Ci sono, nel rito orientale, ci sono preti sposati. Perché il celibato non è un dogma di fede, è una regola di vita che io apprezzo tanto e credo che sia un dono per la Chiesa. Non essendo un dogma di fede, sempre c'è la porta aperta.

Rapporti con gli ortodossi

Con Bartolomeo (...) abbiamo parlato dell'unità: ma l'unità si fa lungo la strada, l'unità è un cammino. Noi non possiamo mai fare l'unità in un congresso di teologia. E lui mi ha detto che è vero quello che io sapevo, che Atenagora ha detto a Paolo VI: 'Noi andiamo insieme, tranquilli, e tutti i teologi li mettiamo in un'isola, che discutano tra loro, e noi camminiamo nella vita!'. (...) Me l'ha detto in questi giorni Bartolomeo. Camminare insieme, pregare insieme, lavorare insieme in tante cose che possiamo fare insieme, aiutarci insieme. Per esempio, con le chiese. A Roma, e in tante città, tanti ortodossi usano chiese cattoliche al tale orario o al tal altro, come un aiuto per questo andare insieme. Un'altra cosa di cui abbiamo parlato, che forse nel Consiglio pan-ortodosso si faccia qualcosa, è la data della Pasqua, perché è un po' ridicolo: 'Dimmi, il tuo Cristo quando resuscita? - La settimana prossima - Il mio è resuscitato la scorsa'.... Sì, la data della Pasqua è un segno di unità. (...) E, una cosa di cui abbiamo parlato abbastanza è il problema dell'ecologia (...) abbiamo parlato abbastanza di fare insieme un lavoro congiunto su questo problema.

Prossimi viaggi e problemi dei cristiani in Asia

Rispetto all'Asia, ci sono in programma due viaggi: questo in Corea del Sud, per l'incontro dei giovani asiatici, e poi, a gennaio prossimo, un viaggio di due giorni in Sri Lanka e poi nelle Filippine, nella zona che ha subito il tifone. Il problema della non libertà di praticare la religione non è soltanto in alcuni Paesi asiatici: in alcuni, sì, ma anche in altri Paesi del mondo. La libertà religiosa è una cosa che non tutti i Paesi hanno. Alcuni hanno un controllo più o meno leggero, tranquillo, altri adottano misure che finiscono in una vera persecuzione dei credenti. Ci sono martiri! Ci sono martiri, oggi, martiri cristiani. Cattolici e non cattolici, ma martiri. E in alcuni luoghi non si può portare il crocifisso o non puoi avere una Bibbia. Non puoi insegnare il catechismo ai bambini, oggi!"

Rinuncia al pontificato in caso di mancanza di forze e la questione dei pontefici emeriti.

Io farò quello che il Signore mi dirà di fare. Pregare, cercare la volontà di Dio. Ma io credo che Benedetto XVI non sia un caso unico. È successo che non aveva le forze e onestamente - è un uomo di fede, tanto umile - ha preso questa decisione. Io credo che lui sia un'istituzione. Settant'anni fa, i vescovi emeriti non esistevano, quasi. E adesso, ce ne sono tanti. Cosa succederà con i Papi emeriti? Io credo che dobbiamo guardare a lui come a un'istituzione. Lui ha aperto una porta, la porta dei Papi emeriti. Ce ne saranno altri, o no? Dio lo sa. Ma questa porta è aperta: io credo che un Vescovo di Roma, un Papa che sente che le sue forze vengono meno - perché adesso si vive tanto tempo - deve farsi le stesse domande che si è posto Papa Benedetto.

Beatificazione di Pio XII

La causa di Pio XII è aperta. Io mi sono informato: ancora non c'è nessun miracolo e se non ci sono miracoli non può andare avanti.

Sinodo sulla famiglia e divorziati risposati

Il Sinodo sarà sulla famiglia, sui problema della famiglia, sulle ricchezze della famiglia, sulla situazione attuale della famiglia. (...) E a me non è piaciuto che tante persone - anche di Chiesa, preti - hanno detto: 'Ah, il Sinodo per dare la comunione ai divorziati', e sono andati proprio a quel punto. Io ho sentito come se tutto si riducesse ad una casistica. No, la cosa è più ampia (...) Oggi, tutti lo sappiamo, la famiglia è in crisi: è in crisi mondiale. I giovani non vogliono sposarsi o non si sposano o convivono, il matrimonio è in crisi, e così la famiglia. E io non vorrei che noi cadessimo in questa casistica: si potrà, non potrà? (...) Il problema pastorale della famiglia è molto, molto ampio, molto ampio. E si deve studiare caso per caso. Una cosa che Papa Benedetto ha detto tre volte sui divorziati (...) di studiare le procedure di nullità matrimoniale, studiare la fede con la quale una persona va al matrimonio e chiarire che i divorziati non sono scomunicati, e tante volte sono trattati come scomunicati.

Riforma della Curia Romana

Il Consiglio degli otto Cardinali studia tutta la Costituzione 'Pastor Bonus' e la Curia Romana. Ha fatto consultazioni con tutto il mondo, con tutta la Curia e incomincia a studiare alcune cose. (...) Accorpare alcuni dicasteri, per esempio, per alleggerire un po' l'organizzazione.... Uno dei punti chiave è stato quello economico, e quel dicastero dell'economia aiuterà tanto. Deve lavorare insieme con la Segreteria di Stato, perché le cose sono collegate (...) Gli ostacoli sono gli ostacoli normali di tutto il processo. Studiare la strada... La persuasione è tanto importante. (...) Ci sono alcune persone che non ci vedono chiaro, ma ogni riforma comporta queste cose. Ma io sono contento: davvero, sono contento. Si è lavorato abbastanza e questa commissione ci aiuta tanto.

CALENDARIO ATTIVITÀ SANTO PADRE GIUGNO, LUGLIO, AGOSTO

Città del Vaticano, 27 maggio 2014 (VIS). Di seguito riportiamo il calendario delle celebrazioni presiedute del Santo Padre nei mesi di giugno, luglio ed agosto 2014:

GIUGNO

Domenica 8: Domenica di Pentecoste. Alle ore 10:00, nella Basilica Vaticana, Santa Messa.

Giovedì 12: Alle ore 10:00, nella Sala del Concistoro, Concistoro per alcune Cause di Canonizzazione.

Giovedì 19: Solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo. Alle ore 19:00, in Piazza San Giovanni in Laterano, Santa Messa e Processione a Santa Maria Maggiore e Benedizione Eucaristica.

Sabato 21: Visita Pastorale a Cassano allo Jonio (Italia).

Domenica 29: Solennità dei Santi Pietro e Paolo. Alle ore 9:30, nella Basilica Vaticana, Santa Messa e imposizione del Pallio ai nuovi Metropoliti.

LUGLIO

Sabato 5: Visita Pastorale a Campobasso e Isernia (Italia).

AGOSTO

Mercoledì 13-Lunedì 18: Viaggio Apostolico nella Repubblica di Corea in occasione della Sesta Giornata della Gioventù Asiatica.

ALTRI ATTI PONTIFICI

Città del Vaticano, 27 maggio 2014 (VIS). Il Santo Padre:

- Ha accettato per raggiunti limiti d'età la rinuncia presentata dal Vescovo Adam Lepa, all’ufficio di Ausiliare dell’arcidiocesi di Łódź (Polonia).

- Ha concesso il Suo Assenso all’elezione canonicamente fatta dal Sinodo della Chiesa greco-cattolica ucraina del Sacerdote Yosafat Moshchych, Miss.St.André, all'ufficio di Vescovo Ausiliare dell’Arcieparchia di Ivano-Frankivsk degli Ucraini (superficie: 6.700; popolazione: 782.375; cattolici: 603.808; sacerdoti: 499; religiosi: 172), Ucraina). Il Vescovo eletto è nato nel 1976 a Stariy Rozdil (Ucraina), è stato ordinato sacerdote nel 1999 e nel 2002 ha emesso i voti perpetui nella Congregazione missionaria di Sant’Andrea Apostolo, di diritto eparchiale. Dal 2003 è Superiore Generale della Congregazione Missionaria di Sant'Andrea Apostolo e, da alcuni anni, responsabile per le attività di evangelizzazione e della pastorale per i migranti nellArcieparchia di Ivano-Frankivsk. Dal 2011 è anche Sincello per le aggregazioni laicali della medesima circoscrizione ecclesiastica.

- Ha accettato per raggiunti limiti d'età la rinuncia presentata dal Vescovo Francisco González Valer, S.F.,a l’ufficio di Ausiliare dell’Arcidiocesi di Washington (Stati Uniti d'America).
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