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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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giovedì 30 novembre 2006

ALTRI ATTI PONTIFICI

CITTA' DEL VATICANO, 30 NOV. 2006 (VIS). Il Santo Padre:

- Ha nominato il Padre Gerard Pettipas, C.Ss.R., Arcivescovo di Grouard-McLennan (superficie. 224.596; popolazione: 120.530; cattolici: 47.028; sacerdoti: 14; religiosi: 23; diaconi permanenti: 2), Canada. L'Arcivescovo eletto, finora Parroco di St. Joseph in Grand Praire (Canada), è nato ad Halifax (Canada), nel 1950, ha emesso la sua prima professione nella Congregazione dei Redentoristi nel 1973 ed è stato ordinato sacerdote nel 1977. Succede all'Arcivescovo Arthé Guimond, del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima Arcidiocesi, presentata per raggiunti limiti d'età.

- Ha nominato il Reverendo Joseph Chusak Sirisut, Vescovo di Nakhon Ratchasima (superficie: 41.148; popolazione: 5.220.430; cattolici: 5.429; sacerdoti: 27; religiosi: 35), Thailandia. Il Vescovo eletto, finora Professore al Seminario Maggiore Nazionale e Direttore del Centro di Ricerca Culturale e Religiosa a Sampran, è nato a Bang Nok Kwek (Thailandia), nel 1956 ed è stato ordinato sacerdote nel 1984. Succede al Vescovo Joachim Phayao Mansap, del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima Diocesi, presentata per raggiunti limiti d'età.

- Ha nominato il Vescovo Emmanuel Bushu, Vescovo di Buéa (superficie: 13.410; popolazione: 957.000; cattolici: 295.630; sacerdoti: 59; religiosi: 72), Camerun. Finora Vescovo di Yagoua (Camerun), il Vescovo Bushu succede al Vescovo Pius Suh Awa del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima Diocesi, presentata per raggiunti limiti d'età.

- Ha nominato il Reverendo Christophe Zoa, Vescovo Ausiliare dell'Arcidiocesi di Yaoundé (superficie: 4.964; popolazione: 1.591.960; cattolici: 700.700; sacerdoti: 307; religiosi:794), Camerun. Il Vescovo eletto, finora Cancelliere della medesima Arcidiocesi, è nato nel 1961 a Yaoundé (Camerun) ed è stato ordinato sacerdote nel 1991.
NER:RE:NEA/.../...                                   VIS 20061130 (230)


DICHIARAZIONE CONGIUNTA BENEDETTO XVI E BARTOLOMEO I

CITTA' DEL VATICANO, 30 NOV. 2006 (VIS). Al termine della Divina Liturgia, celebrata questa mattina nella Chiesa Patriarcale di San Giorgio, il Santo Padre Benedetto XVI e Sua Santità Bartolomeo I hanno proceduto alla firma di una Dichiarazione Congiunta nel Patriarcato Ecumenico ad Istanbul.

  Nella Dichiarazione il Papa e il Patriarca Ecumenico di Costantinopoli ricordano gli incontri dei Predecessori che "hanno mostrato al mondo l'urgenza dell'unità e hanno tracciato sentieri sicuri per giungere ad essa, nel dialogo, nella preghiera e nella vita ecclesiale quotidiana".

  "Come Pastori" - scrivono nella Dichiarazione - "abbiamo innanzitutto riflettuto sulla missione di annunciare il Vangelo nel mondo di oggi. (...) Inoltre, non possiamo ignorare la crescita della secolarizzazione, del relativismo e perfino del nichilismo, soprattutto nel mondo occidentale. Tutto ciò esige un rinnovato e potente annuncio del Vangelo, adatto alle culture del nostro tempo. Le nostre tradizioni rappresentano un patrimonio che deve essere continuamente condiviso, proposto e attualizzato. Per questo motivo,  dobbiamo rafforzare le collaborazioni e la nostra testimonianza comune davanti a tutte le nazioni".

  "Abbiamo valutato positivamente il cammino verso la formazione dell'Unione Europea. Gli attori di questa grande iniziativa non mancheranno di prendere in considerazione tutti gli aspetti che riguardano la persona umana ed i suoi inalienabili diritti, soprattutto la libertà religiosa, testimone e garante del rispetto di ogni altra libertà. In ogni iniziativa di unificazione, le minoranze debbono essere protette, con le loro tradizioni culturali e le loro specificità religiose".

  Il Papa e il Patriarca ricordano anche le difficoltà che devono affrontare i cristiani in alcune parti del mondo "in particolare la povertà, le guerre e il terrorismo, ma anche le diverse forme di sfruttamento dei poveri, degli emigrati, delle donne e dei bambini. Siamo chiamati ad intraprendere insieme azioni a favore del rispetto dei diritti dell'uomo, di ogni essere umano, creato ad immagine e somiglianza di Dio, come pure per lo sviluppo economico, sociale e culturale".

  "Le nostre tradizioni teologiche ed etiche" - si legge ancora nel Documento - "possono offrire una solida base alla predicazione e all'azione comuni. Innanzitutto, vogliamo affermare che l'uccisione di innocenti nel nome di Dio è un'offesa a Lui e alla dignità umana. Tutti dobbiamo impegnarci per un rinnovato servizio all'uomo e per la difesa della vita umana, di ogni vita umana".

  Benedetto XVI e Bartolomeo I scrivono ancora: "Abbiamo profondamente a cuore la pace in Medio Oriente, dove nostro Signore ha vissuto, ha sofferto, è morto ed è risorto, e dove vive, da tanti secoli, una moltitudine di fratelli cristiani. Desideriamo ardentemente che la pace sia ristabilita su quella terra, che si rafforzi la coesistenza cordiale tra le sue diverse popolazioni, tra le Chiese e le diverse religioni che vi si trovano. A questo fine, incoraggiamo a stabilire rapporti più stretti tra i cristiani e un dialogo interreligioso autentico e leale, per combattere ogni forma di violenza e di discriminazione".

  "Nell'epoca attuale, davanti ai grandi pericoli per l'ambiente naturale, vogliamo esprimere la nostra preoccupazione per le conseguenze negative che possono derivare per l'umanità e per tutta la creazione da un progresso economico e tecnologico che non riconosce i propri limiti. Come capi religiosi, consideriamo come uno dei nostri doveri incoraggiare e sostenere gli sforzi compiuti per proteggere la creazione di Dio e per lasciare alle generazioni future una terra sulla quale potranno vivere".

  Al termine il Papa e il Patriarca hanno consumato la seconda colazione nella sede del Patriarcato Ecumenico ad Istanbul.

  Nel pomeriggio il Santo Padre si recherà in visita al Museo di Santa Sofia ed alla Moschea Blu, la più grande di Istanbul. Successivamente, nella sede del Patriarcato Armeno Apostolico di Istanbul, il Papa incontrerà Sua Beatitudine il Patriarca Mesrob II Mutafian, e, nella Rappresentanza Pontificia di Istanbul, il Metropolita Siro-Ortodosso, Sua Eccellenza Filuksinos Yusuf Cetin, ed il Gran Rabbino di Turchia, Sua Eccellenza Isak Haleva. Infine è in programma un incontro e la cena con i Membri della Conferenza Episcopale cattolica turca, nella sede della Rappresentanza Pontificia di Istanbul.
PV-TURCHIA/DICHIARAZIONE/BARTOLOMEO I                  VIS 20061130 (670)


ROMA E COSTANTINOPOLI CONDIVIDONO CHIAMATA APOSTOLICA


CITTA' DEL VATICANO, 30 NOV. 2006 (VIS). Questa mattina il Santo Padre Benedetto XVI ha assistito alla Divina Liturgia celebrata nella Chiesa Patriarcale di San Giorgio nel Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli, che festeggia oggi il Santo Patrono, Andrea Apostolo. Il Papa è stato accolto dal Patriarca Ecumenico Bartolomeo I, che dopo le letture, ha tenuto un discorso al quale è seguito l'intervento del Santo Padre.

  "Oggi, in questa Chiesa Patriarcale di San Giorgio" - ha detto Papa Benedetto XVI - "siamo in grado di sperimentare ancora una volta la comunione e la chiamata dei due fratelli, Simon Pietro e Andrea, nell'incontro fra il Successore di Pietro e il suo Fratello nel ministero episcopale, il capo di questa Chiesa, fondata secondo la tradizione dall'Apostolo Andrea. Il nostro incontro fraterno sottolinea la relazione speciale che unisce le Chiese di Roma e di Costantinopoli quali Chiese Sorelle".

  "Con gioia cordiale ringraziamo Dio" - ha proseguito il Pontefice - "perché dà nuova vitalità alla relazione sviluppatasi sin dal memorabile incontro a Gerusalemme, nel dicembre del 1964, fra i nostri Predecessori, il Papa Paolo VI e il Patriarca Atenagora", i quali, "alla vigila della sessione finale del Concilio Vaticano II, (...) intrapresero un passo unico e indimenticabile rispettivamente nella Chiesa Patriarcale di San Giorgio e nella Basilica di San Pietro in Vaticano: essi rimossero dalla memoria della Chiesa le tragiche scomuniche del 1054. In tal modo essi confermarono un cambiamento decisivo nei nostri rapporti".

  "In quello stesso spirito, la mia presenza qui oggi è destinata a rinnovare il comune impegno per proseguire sulla strada verso il ristabilimento - con la grazia di Dio - della piena comunione fra la Chiesa di Roma e la Chiesa di Costantinopoli" - ha esclamato Benedetto XVI - "Posso assicurarvi che la Chiesa Cattolica è pronta a fare tutto il possibile per superare gli ostacoli e per ricercare, insieme con i nostri fratelli e sorelle ortodossi, mezzi sempre più efficaci di collaborazione pastorale a tale scopo".

  Gesù affidò agli Apostoli Pietro e Andrea "la missione di fare discepole tutte le nazioni, battezzandole e proclamando i suoi insegnamenti" - ha spiegato il Papa ricordando che tale incarico è oggi "ancora più urgente e necessario. Esso infatti riguarda  non soltanto le culture toccate marginalmente dal messaggio del Vangelo, ma anche le culture europee da lunga data profondamente radicate nella tradizione cristiana".

  "Il processo di secolarizzazione ha indebolito la tenuta di quella tradizione; essa anzi è posta in questione e persino rigettata. Di fronte a questa realtà, siamo chiamati, insieme con tutte le altre comunità cristiane, a rinnovare la consapevolezza dell'Europa circa le proprie radici, tradizioni e valori cristiani, ridando loro nuova vitalità. I nostri sforzi per edificare legami più stretti fra la Chiesa Cattolica e le Chiese Ortodosse sono parte di questo compito missionario. Le divisioni esistenti fra i cristiani sono uno scandalo per il mondo ed un ostacolo per la proclamazione del Vangelo".

  Benedetto XVI ha ribadito che Simon Pietro e Andrea furono chiamati a diventare pescatori di uomini, ma "lo stesso impegno prese forme differenti per ciascuno dei due fratelli. Simone, nonostante la sua personale fragilità, fu chiamato 'Pietro', la 'roccia' sulla quale sarebbe stata edificata la Chiesa; a lui in maniera particolare furono affidate le chiavi del Regno dei Cieli. Il suo itinerario lo avrebbe condotto da Gerusalemme ad Antiochia, e da Antiochia a Roma, così che in quella città egli potesse esercitare una responsabilità universale".

  "Il tema del servizio universale di Pietro e dei suoi Successori" - ha spiegato ancora il Papa - "ha sfortunatamente dato origine alle nostre differenze di opinione, che speriamo di superare, grazie anche al dialogo teologico, ripreso di recente". Al riguardo Benedetto XVI ha ricordato le parole di Giovanni Paolo II sulla "misericordia che caratterizza il servizio all'unità di Pietro" invitando su questa base "ad entrare in dialogo fraterno, con lo scopo di identificare vie nelle quali il ministero petrino potrebbe essere oggi esercitato, pur rispettandone la natura e l'essenza, così da 'realizzare un servizio di amore riconosciuto dagli uni e dagli altri'".

   La missione che Andrea, in grado di parlare greco, ricevette dal Signore fu quella di divenire insieme a Filippo "l'Apostolo dell'incontro con i Greci". Andrea rappresenta così "l'incontro fra la cristianità primitiva e la cultura greca. Questo incontro, particolarmente nell'Asia Minore, divenne possibile grazie specialmente ai grandi Padri della Cappadocia, che arricchirono la liturgia, la teologia e la spiritualità sia delle Chiese Orientali sia di quelle Occidentali".

  "Il messaggio cristiano, come il chicco di grano, è caduto su questa terra e ha portato molto frutto" - ha affermato Benedetto XVI, ribadendo che: "Dobbiamo essere profondamente grati per l'eredità che è derivata dal fruttuoso incontro fra il messaggio cristiano e la cultura ellenica. Ciò ha avuto un impatto duraturo sulle Chiese dell'Oriente e dell'Occidente".

  "Nel corso della storia, entrambe le Chiese di Roma e di Costantinopoli hanno spesso sperimentato la lezione del chicco di grano. Insieme noi veneriamo molti dei medesimi martiri (...). Con loro, condividiamo la stessa speranza che obbliga la Chiesa a proseguire il suo pellegrinaggio fra le persecuzioni del mondo e le consolazioni di Dio'. Per parte sua, anche il secolo appena trascorso ha visto coraggiosi testimoni della fede, sia in Oriente sia in Occidente. Anche oggi vi sono molti di tali testimoni in diverse parti del mondo. Li ricordiamo nella nostra preghiera e, in ogni modo possibile, offriamo loro il nostro sostegno, mentre chiediamo con insistenza a tutti i leader del mondo di rispettare la libertà religiosa come diritto umano fondamentale".

  "La Divina Liturgia alla quale abbiamo partecipato è stata celebrata secondo il rito di San Giovanni Crisostomo. La croce e la risurrezione di Gesù Cristo sono state rese misticamente presenti. (...) Questa fede nella morte redentrice di Gesù sulla croce e questa speranza che Cristo risorto offre all'intera famiglia umana, sono da noi tutti condivise, Ortodossi e Cattolici. Che la nostra preghiera ed attività quotidiane" - ha concluso il Pontefice - "siano ispirate dal fervente desiderio non soltanto di essere presenti alla Divina Liturgia, ma di essere in grado di celebrarla insieme, per prendere parte all'unica mensa del Signore, condividendo il medesimo pane e lo stesso calice".

  Conclusa la Divina Liturgia, il Papa e il Patriarca Ecumenico hanno impartito insieme la Benedizione finale.
PV-TURCHIA/DIVINA LITURGIA/ISTANBUL                 VIS 20061130 (1040)


VISITA CHIESA PATRIARCALE DI SAN GIORGIO


CITTA' DEL VATICANO, 29 NOV. 2006 (VIS). Giunto nel pomeriggio ad Istanbul, proveniente da Izmir, il Santo Padre Benedetto XVI si è recato in automobile al Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli, centro dell'Ortodossia in tutto il mondo, dove era ad accoglierlo Sua Santità Bartolomeo I.

  Il Patriarca Ecumenico è "primus inter pares" rispetto agli altri Patriarchi dell'Ortodossia ed il primato di Costantinopoli incarna canonicamente l'unità dell'Ortodossia e ne coordina le attività. La sua giurisdizione ecclesiastica comprende, oltre a Istanbul, quattro diocesi turche, il Monte Athos, Creta, Patmos e le isole del Dodecanneso e, in seguito ad emigrazioni, Diocesi nell'Europa Centrale, Occidentale, nelle Americhe, in Pakistan e Giappone. Infine, fanno capo al Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli gli ortodossi di tutto il mondo, in quei territori non soggetti alla diretta giurisdizione degli altri Patriarcati ortodossi.

  La sede del Patriarcato è stata per secoli accanto alla Cattedrale di Santa Sofia. Dopo la caduta di Costantinopoli nel 1453, è stata trasferita in altri quartieri di Istanbul, e si trova dal 1601 nel quartiere di Fanar.

  La Chiesa Patriarcale di San Giorgio, del 1720, sorge accanto al Patriarcato. L'edificio sacro sprovvisto di cupola, secondo la regola stabilita dagli Ottomani dopo la conquista della Città, essendo la cupola ritenuta appannaggio esclusivo delle moschee e degli edifici legati alla tradizione islamica, custodisce le reliquie di alcune della più venerate sante dell'Antica Costantinopoli, come Eufemia di Calcedonia e parte delle reliquie dei Santi Gregorio il Teologo e Giovanni Crisostomo consegnate da Giovanni Paolo II al Patriarca Bartolomeo I nel novembre 2004.

  Alle 19:30, il Santo Padre Benedetto XVI e Sua Santità Bartolomeo I hanno partecipato ad un servizio di preghiera nella Chiesa patriarcale.

  Dopo un discorso del Patriarca Ecumenico di Costantinopoli, Benedetto XVI ha detto alcune parole.

  "Mi è di grande gioia essere fra di voi, fratelli in Cristo, in questa Chiesa Cattedrale" - ha detto Papa Benedetto XVI - "mentre preghiamo insieme il Signore e ricordiamo gli importanti eventi che hanno sostenuto il nostro impegno per lavorare alla piena unità di cattolici e ortodossi. Desidero, anzitutto, ricordare la coraggiosa decisione di rimuovere la memoria degli anatemi del 1054".

  Sottolineando che "le nuove relazioni fra le Chiese di Roma e  Costantinopoli si sono sviluppate sul fondamento del reciproco amore", il Santo Padre ha affermato: "Segni di questo amore sono stati evidenti in numerose dichiarazioni di impegno condiviso e di molti gesti colmi di significato".

  "Mi rallegro, inoltre" - ha proseguito il Pontefice - "di essere in questa terra così strettamente collegata con la fede cristiana, dove molte Chiese fiorirono nei tempi antichi. Penso alle esortazioni di San Pietro alle primitive comunità cristiane 'nel Ponto, nella Galazia, nella Cappadocia, nell'Asia e nella Bitinia', e la ricca messe di martiri, di teologi, di pastori, di monaci, e di santi uomini e donne che queste Chiese hanno generato attraverso i secoli".

  San Gregorio di Nazianzo e San Giovanni Crisostomo, ha aggiunto il Papa, le cui reliquie riposano nella Basilica di San Pietro in Vaticano, e parte nella Cattedrale di San Giorgio, "sono degni intercessori per noi davanti al Signore".

  "In questa parte del mondo orientale si sono tenuti i sette Concili Ecumenici che Ortodossi e Cattolici riconoscono come autorevoli per la fede e la disciplina della Chiesa. Essi costituiscono permanenti pietre miliari e guide lungo il cammino verso la piena unità".

  Il Papa ha concluso il suo breve discorso con l'auspicio: "Che questo incontro rafforzi il nostro mutuo affetto e rinnovi il nostro comune impegno a perseverare nell'itinerario che porta alla riconciliazione e alla pace delle Chiese".

  Al termine della cerimonia, Benedetto XVI si è diretto alla "Casa Roncalli", residenza e sede della Delegazione Apostolica in Turchia, dove il Delegato Apostolico Angelo Roncalli, futuro Papa Giovanni XXIII, soggiornò dal 1935 al 1944.
PV-TURCHIA/PATRIARCATO ECUMENICO/ISTANBUL      VIS 20061130 (630)


mercoledì 29 novembre 2006

ALTRI ATTI PONTIFICI

CITTA' DEL VATICANO, 29 NOV. 2006 (VIS). Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della Diocesi di Franca (Brasile), presentata dal Vescovo Diógenes Silva Matthes, per raggiunti limiti d'età. Gli succede il Vescovo Caetano Ferrari, O.F.M., finora Coadiutore della medesima Diocesi.
RE:NER/.../MATTHES:FERRARI                     VIS 20061129 (50)

INCORAGGIAMENTO PAPA "PICCOLO GREGGE" DI CRISTO


CITTA' DEL VATICANO, 29 NOV. 2006 (VIS). Alle 8:00 di questa mattina il Santo Padre è partito in aereo da Ankara alla volta di Izmir da dove, in automobile, ha raggiunto Efeso.

  Antica città sulla costa dell'Asia Minore, Efeso è una delle più note località archeologiche del Mediterraneo ed attualmente conta 18.000 abitanti. Fra i suoi insigni monumenti il Tempio di Artemide, una delle sette meraviglie del mondo antico. Fu anche uno dei centri del nascente cristianesimo e qui trascorse tre anni l'Apostolo Paolo. La presenza e la morte di San Giovanni Evangelista ad Efeso ispirò la costruzione di una grande Basilica, voluta da Giustiniano, che attirò folle di pellegrini. Infine, Efeso è nota per il Concilio Ecumenico che nel 431 solennemente proclamò la divina maternità di Maria.

  Il Santuario di Meryem Ana Eví (Casa della Madre Maria), dista 4 chilometri da Efeso, dove il Papa ha incontrato la comunità cattolica residente in Turchia. La città è un centro di culto mariano unico al mondo, sebbene non esistano prove archeologiche che Maria abbia effettivamente vissuto ad Efeso, tranne una notizia del I secolo secondo la quale vi abitò con Giovanni Evangelista e una testimonianza siriana del XIII secolo. Il Santuario è frequentato non soltanto da cristiani, ma anche da fedeli musulmani che qui si recano per venerare "Meryem Ana", la Madre Maria, prima di recarsi in pellegrinaggio alla vicina Moschea di Isa Bey.

  Alle 11:30 il Santo Padre Benedetto XVI è giunto al Convento dei Frati Cappuccini del Santuario e dopo una breve sosta nella Cappella del Convento, si è recato nella Sacrestia, allestita all'interno della Casa della Madonna. Alle 12:00 ha avuto inizio la Santa Messa. Nell'omelia il Papa ha reso grazie a Dio per la "divina maternità di Maria" ed ha affermato che: "In questo luogo, uno dei più cari alla Comunità cristiana, sono venuti in pellegrinaggio i miei venerati predecessori i Servi di Dio Paolo VI e Giovanni Paolo II" e "un altro mio Predecessore che in questo Paese non è stato da Papa", il Beato Giovanni XXIII, Rappresentante Pontificio in Turchia dal 1935 al 1944.

  Giovanni XXIII, ha detto Benedetto XVI, "ha lasciato in dono alla Chiesa e al mondo un atteggiamento spirituale di ottimismo cristiano, fondato su una fede profonda e una costante unione con Dio. Animato da tale spirito, mi rivolgo a questa nazione e, in modo particolare, al 'piccolo gregge' di Cristo che vive in mezzo ad essa, per incoraggiarlo e manifestargli l'affetto della Chiesa intera".

  Ricordando la Lettera di San Paolo agli Efesini, testo che contiene l'espressione scelta quale motto del Viaggio Apostolico in Turchia, 'Egli, Cristo, è la nostra pace', Papa Benedetto XVI ha affermato: "L'Apostolo spiega in quale senso, veramente  imprevedibile, la pace messianica si sia realizzata nella Persona stessa di Cristo e nel suo mistero salvifico. Lo spiega scrivendo, mentre si trova prigioniero, alla comunità cristiana che abitava qui, a Efeso: (...) L'Apostolo augura 'grazia e pace da Dio, Padre nostro, e dal Signore Gesù Cristo' . 'Grazia' è la forza che trasforma l'uomo e il mondo; 'pace' è il frutto maturo di tale trasformazione. Cristo è la grazia; Cristo è la pace".

  Benedetto XVI precisa che San Paolo scrive, riguardo al rapporto tra Giudei e Gentili, che Cristo "'ha fatto dei due un popolo solo': affermazione, questa, che si riferisce (...) in ordine al mistero della salvezza eterna; affermazione, però, che può anche estendersi, su piano analogico, alle relazioni tra popoli e civiltà presenti nel mondo. Cristo 'è venuto ad annunziare pace',  non solo tra ebrei e non ebrei, bensì tra tutte le nazioni, perché tutte provengono dallo stesso Dio, unico Creatore e Signore dell'universo".

  "Da questo lembo della Penisola anatolica, ponte naturale tra continenti, invochiamo" - ha esclamato il Papa - "pace e riconciliazione anzitutto per coloro che abitano nella Terra che chiamiamo 'santa', e che tale è ritenuta sia dai cristiani, che dagli ebrei e dai musulmani: è la terra di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, destinata ad ospitare un popolo che diventasse benedizione per tutte le genti. Pace per l'intera umanità! Possa presto realizzarsi la profezia di Isaia: 'Forgeranno le loro spade in vomeri, / le loro lance in falci; / un popolo non alzerà più la spada contro un altro popolo, / non si eserciteranno più nell'arte della guerra'".

  "Di questa pace universale abbiamo tutti bisogno; di questa pace la Chiesa è chiamata ad essere non solo annunciatrice profetica ma, più ancora, 'segno e strumento'" - ha proseguito il Pontefice - "Proprio in questa prospettiva di universale pacificazione, più profondo ed intenso si fa l'anelito verso la piena comunione e concordia fra tutti i cristiani".

  "All'odierna celebrazione sono presenti fedeli cattolici di diversi Riti, e questo è motivo di gioia e di lode a Dio. Tali Riti, infatti, sono espressione di quella mirabile varietà di cui è adornata la Sposa di Cristo, purché sappiano convergere nell'unità e nella comune testimonianza".

  "Cari fratelli e sorelle" - ha concluso il Pontefice - "con questa visita ho voluto far sentire l'amore e la vicinanza spirituale non solo miei, ma della Chiesa universale alla comunità cristiana che qui, in Turchia, è davvero una piccola minoranza ed affronta ogni giorno non poche sfide e difficoltà. Con salda fiducia cantiamo, insieme a Maria, il 'magnificat' della lode e del ringraziamento a Dio, che guarda l'umiltà della sua serva. Cantiamolo con gioia anche quando siamo provati da difficoltà e pericoli, come attesta la bella testimonianza del sacerdote romano Don Andrea Santoro, (assassinato nel febbraio scorso mentre era raccolto in preghiera nella Chiesa di Trebisonda, n.d.r.), che mi piace ricordare anche in questa nostra celebrazione".

  Nel pomeriggio il Papa lascerà Izmir diretto a Istanbul dove incontrerà il Patriarca Ecumenico Bartolomeo I.
PV-TURCHIA/COMUNITÀ CATTOLICA/EFESO               VIS 20061129 (920)


RELIGIONI RINUNCINO GIUSTIFICARE RICORSO VIOLENZA


CITTA' DEL VATICANO, 28 NOV. 2006 (VIS). Alle 17:30 di oggi, presso la sede della Nunziatura Apostolica di Ankara, ha avuto luogo l'incontro del Santo Padre Benedetto XVI con i Membri del Corpo Diplomatico accreditati in Turchia.

  Affermando di essere giunto in Turchia "come amico e come apostolo del dialogo e della pace", il Papa ha sottolineato che: "La vera pace ha bisogno della giustizia, per correggere le disuguaglianze economiche e i disordini politici che sono sempre dei fattori di tensioni e minacce in tutta la società".

  È insufficiente rispettare e sostenere "le decisioni delle Istituzioni internazionali (...) per prevenire i conflitti e per mantenere, grazie a forze di interposizione, zone di neutralità fra i belligeranti" - ha ribadito il Papa - "se non si giunge al vero dialogo, cioè alla concertazione tra le esigenze delle parti coinvolte, al fine di giungere a soluzioni politiche accettabili e durature, rispettose delle persone e dei popoli. Penso, in modo particolare, al conflitto del Medio Oriente, che perdura in modo inquietante pesando su tutta la vita internazionale, con il rischio di veder espandersi conflitti periferici e diffondersi le azioni terroristiche; saluto gli sforzi di numerosi Paesi che si sono impegnati oggi nella ricostruzione della pace in Libano, e fra di essi la Turchia".

  "Faccio appello ancora una volta, davanti a voi, Signore e Signori Ambasciatori, alla vigilanza della comunità internazionale perché non si sottragga alle sue responsabilità e dispieghi tutti gli sforzi necessari per promuovere, tra tutte le parti in causa, il dialogo, che solo permette di assicurare il rispetto verso gli altri, pur salvaguardando gli interessi legittimi e rifiutando il ricorso alla violenza".

  Benedetto XVI ha posto in rilievo inoltre che: "La Costituzione turca riconosce ad ogni cittadino i diritti alla libertà di culto e alla libertà di coscienza. È compito delle Autorità civili in ogni Paese democratico garantire la libertà effettiva di tutti i credenti e permettere loro di organizzare liberamente la vita della propria comunità religiosa. Ovviamente, mi auguro che i credenti, a qualsiasi comunità religiosa appartengano, continuino a beneficiare di tali diritti, nella certezza che la libertà religiosa è una espressione fondamentale della libertà umana e che la presenza attiva delle religioni nella società è un fattore di progresso e di arricchimento per tutti. Ciò implica, certo, che le religioni per parte loro non cerchino di esercitare direttamente un potere politico, poiché a questo non sono chiamate e, in particolare, che rinuncino assolutamente a giustificare il ricorso alla violenza come espressione legittima della pratica religiosa".

  "Saluto a questo proposito la comunità cattolica di questo Paese" - ha proseguito il Pontefice - "poco numerosa ma molto desiderosa di partecipare nel modo migliore allo sviluppo del Paese, specialmente attraverso l'educazione dei giovani, l'edificazione della pace e l'armonia tra tutti i cittadini".

  Riferendosi all'importanza del dialogo, il Papa ha affermato: "Abbiamo assolutamente bisogno di un dialogo autentico tra le religioni e tra le culture" che "deve permettere alle diverse religioni di conoscersi meglio e di rispettarsi reciprocamente, al fine di agire sempre più al servizio delle aspirazioni più nobili dell'uomo, che è alla ricerca di Dio e della felicità".

  "Desidero, per parte mia, di poter dire nuovamente durante questo viaggio in Turchia tutta la mia stima per i musulmani, invitandoli a continuare ad impegnarsi insieme, grazie al reciproco rispetto, in favore della dignità di ogni essere umano e per la crescita di una società dove la libertà personale e l'attenzione nei confronti dell'altro permettano a ciascuno di vivere nella pace e nella serenità".

  "Sicuramente, il riconoscimento del ruolo positivo che svolgono le religioni in seno al corpo sociale può e deve spingere le nostre società ad approfondire sempre di più la loro conoscenza dell'uomo e a rispettarne sempre meglio la dignità, ponendolo al centro dell'azione politica, economica, culturale e sociale. Il nostro mondo deve prendere coscienza sempre più del fatto che tutti gli uomini sono profondamente solidali ed invitarli a porre in risalto le loro differenze storiche e culturali non per scontrarsi ma per rispettarsi reciprocamente".

  Papa Benedetto XVI ha sottolineato anche che: "La voce della Chiesa sulla scena diplomatica si caratterizza sempre per la volontà, contenuta nel Vangelo, di servire la causa dell'uomo, ed io mancherei a questo obbligo fondamentale se non richiamassi di fronte a voi la necessità di porre la dignità umana sempre più al centro delle nostre preoccupazioni. Lo sviluppo straordinario delle scienze e delle tecniche che il mondo oggi conosce, con le conseguenze quasi immediate per la medicina, l'agricoltura e la produzione di risorse alimentari, ma ugualmente per la comunicazione del sapere, non deve essere perseguito senza finalità e senza riferimenti, dato che si tratta della nascita dell'uomo, della sua educazione, della sua maniera di vivere e di lavorare, della sua vecchiaia e della sua morte".

  "Formulo voti" - ha concluso il Pontefice - "affinché l'intesa fra le nazioni, da voi rispettivamente servite, contribuisca sempre di più a far crescere l'umanità dell'uomo, creato ad immagine di Dio. Un così nobile obiettivo richiede il concorso di tutti. È per questo che la Chiesa cattolica intende rafforzare la collaborazione con la Chiesa ortodossa e io auspico vivamente che il mio prossimo incontro con il Patriarca Bartolomeo I al Fanar vi contribuisca efficacemente".
PV-TURCHIA/CORPO DIPLOMATICO/ANKARA               VIS 20061129 (860)


martedì 28 novembre 2006

PROSEGUIRE DIALOGO FRA CRISTIANI E MUSULMANI

CITTA' DEL VATICANO, 28 NOV. 2006 (VIS). Alle 16:30 (ora locale) di oggi pomeriggio, il Santo Padre Benedetto XVI, giunto alla Presidenza per gli Affari Religiosi - "Diyanet", ha avuto un incontro con il Signor Ali Bardakoglu, Presidente per gli Affari Religiosi e con diverse personalità della comunità islamica turca, fra i quali il Gran Mufti di Ankara e il Gran Mufti di Istanbul.

  Il Papa ha salutato "tutti i musulmani della Turchia con particolare stima ed affettuosa considerazione" e, ricordando che il Paese "è molto caro ai cristiani: molte delle primitive comunità della Chiesa furono fondate qui e vi raggiunsero la maturità, ispirate dalla predicazione degli Apostoli, particolarmente di San Paolo e di San Giovanni", ha affermato: "Questa nobile terra ha visto, inoltre, una ragguardevole fioritura della civiltà islamica nei più svariati campi, inclusa la letteratura e l'arte, come pure le istituzioni. Vi sono tantissimi monumenti cristiani e musulmani che testimoniano il glorioso passato della Turchia. Voi ne andate giustamente fieri".

  Benedetto XVI ha sottolineato di essersi preparato alla visita in Turchia "con i medesimi sentimenti espressi" dal Predecessore Beato Giovanni XXIII, "quando giunse qui come Arcivescovo Angelo Giuseppe Roncalli, per adempiere l'incarico di Rappresentante Pontificio ad Istanbul" ed "apprezzò le qualità naturali di questo Popolo, che ha pure il suo posto preparato nel cammino della civilizzazione" ed ha anche ripetuto le parole di Giovanni Paolo II che, in occasione della sua visita in Turchia, nel 1979, disse: "Mi domando se non sia urgente, proprio oggi in cui i cristiani e i musulmani sono entrati in un nuovo periodo della storia, riconoscere e sviluppare i vincoli spirituali che ci uniscono, al fine di promuovere e difendere insieme i valori morali, la pace e la libertà".

  "Tali questioni" che hanno continuato a presentarsi negli anni successivi, ha proseguito il Pontefice - "ci sospingono a portare avanti il nostro dialogo come un sincero scambio tra amici. (...) I cristiani e i musulmani, seguendo le loro rispettive religioni, richiamano l'attenzione sulla verità del carattere sacro e della dignità della persona. È questa la base del nostro reciproco rispetto e stima, questa è la base per la collaborazione al servizio della pace fra nazioni e popoli".

  "I cristiani e i musulmani appartengono alla famiglia di quanti credono nell'unico Dio e che, secondo le rispettive tradizioni, fanno riferimento ad Abramo. (...) Questa unità umana e spirituale nelle nostre origini e nei nostri destini ci sospinge a cercare un comune itinerario mentre facciamo la nostra parte in quella ricerca di lavori fondamentali che è così caratteristica delle persone del nostro tempo. Come uomini e donne di religione, siamo posti di fronte alla sfida della diffusa aspirazione alla giustizia, allo sviluppo, alla solidarietà, alla libertà, alla sicurezza, alla pace, alla difesa dell'ambiente e delle risorse della terra. Ciò perchè anche noi, mentre rispettiamo la legittima autonomia delle cose temporali, abbiamo un contributo specifico da offrire nella ricerca di soluzioni adatte a tali pressanti questioni".

  "In particolare, possiamo offrire una risposta credibile alla questione che emerge chiaramente dalla società odierna, (...) riguardante il significato e lo scopo della vita, per ogni individuo e per l'intera umanità" - ha proseguito il Pontefice. - "Siamo chiamati ad operare insieme, così da aiutare la società ad aprirsi al trascendente, riconoscendo a Dio Onnipotente il posto che Gli spetta. Il modo migliore per andare avanti è quello di un dialogo autentico fra cristiani e musulmani, basato sulla verità ed ispirato dal sincero desiderio di conoscerci meglio l'un l'altro, rispettando le differenze e riconoscendo quanto abbiamo in comune".

  Il Papa ha citato "Come esempio del rispetto fraterno" di tale collaborazione, le parole di encomio rivolte da Papa Gregorio VII, nel 1076, ad un principe musulmano che aveva agito con grande benevolenza verso i cristiani sotto la sua giurisdizione. Papa Gregorio VII parlò della "speciale carità che cristiani e musulmani si devono reciprocamente poiché 'noi crediamo e confessiamo un solo Dio, anche se in modo diverso, ogni giorno lo lodiamo e veneriamo come Creatore dei secoli e governatore di questo mondo'".

  "La libertà di religione" - ha detto ancora il Pontefice - "garantita istituzionalmente ed effettivamente rispettata, sia per gli individui come per le comunità, costituisce per tutti i credenti la condizione necessaria per il loro leale contributo all'edificazione della società, in atteggiamento di autentico servizio, specialmente nei confronti dei più vulnerabili e dei poveri".

  Infine il Papa ha concluso il suo discorso dando lode "all'Onnipotente e Misericordioso Iddio per questa felice occasione che ci consente di trovarci insieme nel suo nome" ed auspicando che "possiamo giungere a conoscerci meglio rafforzando i vincoli di affetto fra di noi, nel comune desiderio di vivere insieme in armonia, in pace nella vicendevole fiducia".
PV-TURCHIA/INCONTRO AFFARI RELIGIOSI/ANKARA     VIS 20061128 (780)


ALTRI ATTI PONTIFICI

CITTA' DEL VATICANO, 28 NOV. 2006 (VIS). Il Santo Padre ha nominato il Vescovo Bernard Housset, finora Vescovo di Montauban (Francia), Vescovo di La Rochelle (superficie. 6.863; popolazione: 559.600; cattolici: 381.700; sacerdoti: 130; religiosi: 234; diaconi permanenti: 15), Francia.
NER/.../HOUSSET                             VIS 20061128 (50)

PRIMI VESPRI DELLA PRIMA DOMENICA DI AVVENTO


CITTA' DEL VATICANO, 28 NOV. 2006 (VIS). Una Nota dell'Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice annuncia che sabato 2 dicembre, alle 17:00, nella Basilica Vaticana, il Santo Padre Benedetto XVI presiederà la Celebrazione dei Primi Vespri della Prima Domenica di Avvento.
OCL/VESPRI AVVENTO/...                             VIS 20061128 (50)


BENEDETTO XVI: NON È UN VIAGGIO POLITICO MA PASTORALE

CITTA' DEL VATICANO, 28 NOV . 2006 (VIS). Alle 9:20 di questa mattina, il Santo Padre Benedetto XVI è partito dall'aeroporto internazionale Leonardo da Vinci di Fiumicino per la Turchia, meta del suo Quinto Viaggio Apostolico fuori d'Italia. L'aereo papale è atterrato all'aeroporto Esemboga di Ankara alle 13.00, ora locale.

  A bordo dell'aereo papale, il Papa ha detto ai giornalisti che lo accompagnavano che il suo Viaggio in Turchia "non è un viaggio politico ma un viaggio pastorale ed ha come sua determinazione il dialogo e l'impegno comune per la pace".

  All'arrivo ad Ankara il Papa è stato accolto dal Primo Ministro della Turchia Signor Recep Tayyip Erdo?an, dal Governatore della regione, dal Comandante militare e dal Sindaco di Ankara, capitale politica del Paese che conta più di 5 milioni di abitanti. Ad accogliere il Papa c'era anche l'Arcivescovo cattolico di Izmir, Monsignor Ruggero Franceschini, O.F.M.Cap., Presidente della Conferenza Episcopale Cattolica di Turchia.

  Successivamente, in una saletta dell'aeroporto, Papa Benedetto si è intrattenuto con il Primo Ministro Erdogan.

  Al termine del colloquio, durato venti minuti, il Papa ha raggiunto in automobile il Mausoleo di Atatürk, a 45 chilometri dalla capitale. Edificato fra il 1944 e il 1953, il monumento custodisce le spoglie di Mustafa Kemal "Atatürk" (Padre del popolo turco), Fondatore e Primo Presidente della Repubblica Turca (1923-1938). All'edificio che ricorda un tempio greco, si accede con una scalinata. Le pareti sono di marmo verde ed il tetto è decorato di mosaici in oro. Il cenotafio è un blocco unico di marmo del peso di 40 tonnellate.

  Alle 15:00 ora locale (alle 14:00 ora di Roma), il Santo Padre Benedetto XVI è stato ricevuto dal Presidente della Repubblica, Signor Ahmet Necdet Sezer, nel Palazzo Presidenziale e successivamente nella "Guest House" il Papa si è intrattenuto con uno dei due Vice-Primi Ministri.

  Nel pomeriggio il Papa incontrerà il Presidente per gli Affari Religiosi, Signor Ali Bardakoglu, alla "Diyanet", sede del Dipartimento.

  La Turchia conta 72 milioni di abitanti, dei quali il 99,8% di religione musulmana e lo 0,20% di religione cristiana - greco-ortodossi, siro-ortodossi, armeno-ortodossi, protestanti e cattolici. Vi è anche una piccola comunità di religione ebraica.

  I cattolici sono 32.000, cioè lo 0,04 del totale della popolazione. La Conferenza Episcopale di Turchia conta sei Vescovi. La Chiesa Cattolica nel Paese ha 47 parrocchie, 68 sacerdoti, 98 religiosi e religiose, 4 diaconi permanenti, 5 seminaristi maggiori e 28 catechisti.
PV-TURCHIA/INCONTRO AUTORITÀ/ANKARA               VIS 20061128 (400)


lunedì 27 novembre 2006

ALTRI ATTI PONTIFICI


CITTA' DEL VATICANO, 27 NOV. 2006 (VIS). Il Santo Padre ha nominato il Sacerdote Sarat Chandra Nayak, Vescovo di Berhampur (superficie: 51.289; popolazione: 7.761.600; cattolici: 103.800; sacerdoti: 119; religiosi: 207), India. Il Vescovo eletto, finora Cancelliere dell'Arcidiocesi di Cuttack-Bhubaneshwar (India), è nato nel 1957 a Kerubadi (India) ed ha ricevuto l'ordinazione sacerdotale nel 1990. Succede al Vescovo Joseph Das, del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima Diocesi presentata per raggiunti limiti d'età.

  Sabato 25 novembre è stato reso noto che il Santo Padre:

- Ha creato la nuova Provincia Ecclesiastica di Bujumbura, dividendola dall'unica Provincia Ecclesiastica di Gitega (Burundi). La nuova Provincia Ecclesiastica comprenderà le Diocesi suffraganee di Bubanza e Bururi.

- Ha nominato il Vescovo Evariste Ngoyagoye, primo Arcivescovo Metropolita di Bujmbura, finora Vescovo della medesima sede.

- Ha creato la nuova Provincia Ecclesiastica di Goa e Damão (India), finora Arcidiocesi immediatamente soggetta alla Santa Sede. La nuova Provincia Ecclesiastica comprenderà la Diocesi suffraganea di Sindhudurg.

- Ha nominato l'Arcivescovo Felipe Neri Antônio Sebastiâo do Rosario Ferrão, finora Arcivescovo della medesima sede, primo Arcivescovo Metropolita di Goa e Damão (superficie: 25.293; popolazione: 7.092.068; cattolici: 645.194; sacerdoti: 644; religiosi: 959), India.

- Ha eretto la Provincia ecclesiastica di Baja California, elevando a Chiesa metropolitana la sede di Tijuana, assegnandole come suffraganee le diocesi di La Paz e Mexicali, e nominando Arcivescovo metropolita di Tijuana il Vescovo Rafael Romo Muñoz.

- Ha eretto la Provincia Ecclesiastica di Bajío, elevando a Chiesa metropolitana la sede di León, assegnandole come suffragannee le Diocesi di Celaya, Irapuato e Querétaro, e nominando Arcivescovo Metropolita di León il Vescovo José Guadalupe Martín Rábago.
- Ha eretto la Provincia Ecclesiastica di Hidalgo, elevando a Chiesa metropolitana di Tulancingo, assegnandole le diocesi di Huejutla e Tula, e nominando Arcivescovo Metropolita di Tulancingo, il Vescovo Pedro Aranda Díaz-Muñoz.

- Ha eretto la Provincia Ecclesiastica di Chiapas, elevando a Chiesa metropolitana la sede di Tuxtla Gutierrez, assegnandole come suffraganee le Diocesi di San Cristóbal de las Casas e Tapachula, e nominando Arcivescovo Metropolita di Tuxtla Gutierrez il Vescovo Rogelio Cabrera López.

- Ha assegnato come suffraganea alla Chiesa metropolitana di Hermosillo, le diocesi di Ciudad Obregón e Culiacán.

- Ha assegnato come suffraganea alla Chiesa metropolitana di Durango, le diocesi di Mazatlán, Torreón e la Prelatura Territoriale di El Salto.

- Ha assegnato alla Chiesa metropolitana di Monterrey, le diocesi di Ciudad Victoria, Linares, Matamoros, Nuevo Laredo, Saltillo, Piedras Negras e Tampico.

- Ha assegnato alla Chiesa metropolitana di San Luis Potosí, le diocesi di Ciudad Valles, Matehuala e Zacatecas;

- Ha assegnato alla Chiesa metropolitana di Guadalajara, le Diocesi di Aguascalientes, Autlán, Ciudad Guzmán, Colima, San Juan de los lagos e Tepic e la Prelatura territoriale di Jesús María.

- Ha assegnato alla Chiesa metropolitana di Morelia, le diocesi di Apatzingán, Ciudad Lázaro Cárdenas, Tacámbaro e Zamora.

- Ha assegnato alla Chiesa metropolitana di México, le diocesi di Atlacomulco, Cuernavaca e Toluca.

- Ha assegnato alla Chiesa metropolitana di Acapulco, le diocesi di Chilpancingo-Chilapa, Ciudad Altamirano e Tlapa.

- Ha assegnato alla Chiesa metropolitana di Puebla de los Ángeles, Puebla, le diocesi di Huajuapan de León, Tehuacán e Tlaxcala.

- Ha assegnato alla Chiesa metropolitana di Antequera, Oaxaca, le diocesi di Puerto Escondido, Tehuantepec, Tuxtepec e le Prelature territoriali di Huautla e Mixes.

- Ha confermato come suffraganee alla Chiesa metropolitana di Chihuahua, le diocesi di Ciudad Juárez, Cuauhtémoc-Madrea, Nuevo Casas Grandes, Parral e Tarahumara.

- Ha confermato come suffraganee alla Chiesa metropolitana di Tlalnepantla, le diocesi di Cuautitlán, Ecatepec, Netzahualcóyotl, Texcoco e Valle de Chalco.

- Ha confermato come suffraganee alla Chiesa metropolitana di Jalapa, le diocesi di Coatzacoalcos, Córdoba, Orizaba, Papantla, San Andrés Tuxtla, Tuxpan e Veracruz.

- Ha confermato come suffraganee alla Chiesa metropolitana di Yucatán, le diocesi di Campeche e Tabasco e la Prelatura territoriale di Cancún-Chetumal.

- Ha nominato il Vescovo Peter Kihara Kariuki, I.M.C., Vescovo di Marsabit (superficie: 78.078; popolazione: 205.291; cattolici: 22.914; sacerdoti: 23; religiosi: 56), Kenya. Il Vescovo Kariuki, finora Vescovo di Muranga (Kenya), succede al Vescovo Ambrogio Ravasi, I.M.C., del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima Diocesi, presentata per raggiunti limiti d'età.

- Ha nominato il Vescovo Paul R. Ruzoka, finora Vescovo di Kigoma (Tanzania), Arcivescovo di Tabora (superficie: 76.151; popolazione: 1.534.314; cattolici: 269.956; sacerdoti: 55; religiosi: 243), Tanzania.

- Ha nominato il Monsignor Joseph Karikassery, Vescovo Ausiliare dell'Arcidiocesi di Verapoly (superficie: 1.500; popolazione: 2.804.307; cattolici: 270.188; sacerdoti: 359; religiosi: 1.484), India. Il Vescovo eletto, finora Vicario Generale della medesima Arcidiocesi, è nato nel 1946 a Karthedom (India) ed è stato ordinato sacerdote nel 1973.

- Ha nominato Membri del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali: il Cardinale Antonio María Rouco Varela, Arcivescovo di Madrid (Spagna); il Cardinale Ivan Dias, Prefetto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli; l'Arcivescovo Simon-Victor Tonyé Bakot, di Yaoundé (Camerun), l'Arcivescovo George Hugh Niederauer, di San Francisco (Stati Uniti d'America).

- Ha nominato Consultori del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali: il Monsignor Owen F. Campion, della Diocesi di Nashville, Direttore del "Our Sunday Visitor", Huntington (Stati Uniti d'America); il Monsignor Claudio Giuliodori, Direttore dell'Ufficio Nazionale per le Comunicazioni Sociali della Conferenza Episcopale Italiana (Italia); Monsignor Stanislas Lalanne, Segretario Generale della Conferenza Episcopale Francese; Don José Maria Gil Tamayo, Direttore del Segretariato della Commissione Episcopale per i Mezzi di Comunicazione Sociale della Conferenza Episcopale Spagnola; Don David Gutiérrez Gutiérrez, dell'Arcidiocesi di Coro (Venezuela), Direttore dell'Ufficio Stampa del Consiglio Episcopale Latinoamericano (C.E.L.A.M.), Bogotá (Colombia); Canonico António Pereira Rego, Coordinatore dei programmi religiosi della Televisione Portoghese, Lisboa (Portogallo); Padre Federico Lombardi, S.I., Direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Direttore Generale della Radio Vaticana e del Centro Televisivo Vaticano; Padre Silvio Sassi, S.S.P., Superiore Generale della Società San Paolo; Padre Jacob Srampickal, S.I., Direttore del Centro interdisciplinare di Comunicazioni Sociali della Pontificia Università Gregoriana, Roma; Suor Maria Antonietta Bruscato, F.S.P., Superiora Generale della Pia Società Figlie di San Paolo; il Professor Carl Albert Anderson, Cavaliere Supremo dei Cavalieri di Colombo (Stati Uniti d'America); il Signor Benedict Assornow, Direttore del CEPACS, Simposio delle Conferenze Episcopali dell'Africa e del Madagascar (S.E.C.A.M.), Accra (Ghana); il Dottor Ettore Bernabei, Roma; il Dottor Jesús Colina (Spagna), Direttore dell'Agenzia Zenit, Roma; il Signor Ignatius Handoko, Presidente di Indosiar, Giacarta (Indonesia); Dottor Giancarlo Leone, Roma; Dottor Albert Scharf, già Direttore del "Bayerischer Rundfunk" (Germania); Anthony Spence, Direttore del "Catholic News Service", Washington (Stati Uniti d'America); il Dottor Dirk H.Voss, Direttore del "St. Ulrich Verlag", Augsburg (Germania).
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UDIENZE

CITTA' DEL VATICANO, 27 NOV. 2006 (VIS). Questa mattina il Santo Padre ha ricevuto in udienze separate nove Presuli della Conferenza Episcopale Italiana, in Visita "ad Limina Apostolorum":

    - L'Arcivescovo Agostino Superbo, di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo, con l'Arcivescovo emerito Ennio Appignanesi.

    - L'Arcivescovo Giovanni Ricchiuti, di Acerenza, con l'Arcivescovo emerito Michele Scandiffio.

    - L'Arcivescovo Salvatore Ligorio, di Matera-Irsina.

    - Il Vescovo Gianfranco Todisco, P.O.C.R., di Melfi-Rapolla-Venosa, con il Vescovo emerito Vincenzo Cozzi.

    - Il Vescovo Vincenzo Carmine Orofino, di Tricarico.

    - Il Vescovo Francescantonio Nolè, O.F.M.Conv., di Tursi-Lagonegro.

- Il Cardinale Agostino Cacciavillan, Presidente emerito dell'Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica.

  Sabato 25 novembre il Santo Padre ha ricevuto in udienze separate:

- Il Cardinale Giovanni Battista Re, Prefetto della Congregazione per i Vescovi.

- Due Presuli della Conferenza Episcopale Italiana in Visita "ad Limina Apostolorum":

    - L'Arcivescovo Tommaso Valentinetti, di Pescara-Penne.

    - Il Vescovo Michele Seccia, di Teramo-Atri.
AP:AL/.../...                                       VIS 20061127 (150)

IN BREVE

PUBBLICAZIONE OGGI DELLA LETTERA DI PAPA BENEDETTO XVI al Cardinale Paul Poupard, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura e del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, in occasione del Meeting Pan-Asiatico dei Membri e dei Consultori del Pontificio Consiglio della Cultura con i Presidenti della Commissioni Nazionali Episcopali della Cultura, in corso a Denpasar, Bali, (26-30 novembre). "È stato in Asia che Dio sin dall'inizio rivelò e portò a compimento il suo progetto salvifico. Nella pienezza del tempo, Egli inviò l'Unigenito Suo Figlio, Gesù Cristo il Nostro Salvatore". - scrive il Papa - "Prego così che questo Continente, dove i grandi avvenimenti della storia della salvezza ebbero luogo, possa incontrare nuovamente il Signore vivente, la Parola fatta carne, nel contesto della sua ricca varietà di culture".

Il PAPA HA INDIRIZZATO UNA LETTERA AL CARDINALE ANDREA CORDERO LANZA DI MONTEZEMOLO, Arciprete della Basilica di San Paolo fuori le Mura, in occasione della solennità di Cristo Re. Nel pomeriggio di sabato, vigilia della festa, è stato aperto il Gran Portone della Basilica "nel corso di una speciale processione" - scrive il Santo Padre - "durante la quale sono state proposte alla meditazione dei fedeli elementi di musica sacra e d'arte basilicale, che richiamano la 'Basilica domus', la casa del Re. (...) Cristo, che si è dichiarato Re, ma non di questo mondo (...), vince il male con il bene, l'odio e la violenza con il perdono e l'amore. Il trono di questo Re, che noi oggi adoriamo, è la Croce ed il suo trionfo è la vittoria dell'Amore, di un amore onnipotente che effonde dalla Croce i suoi doni sull'umanità di tutti i tempi e di tutti i luoghi".

IL CARDINALE GIOVANNI BATTISTA RE, Prefetto della Congregazione per i Vescovi, è stato designato dal Santo Padre Benedetto XVI, con Lettera Pontificia redatta in latino e datata 6 ottobre, Suo Inviato Speciale alla solenne celebrazione conclusiva del IX Centenario della dedicazione della Cattedrale di Parma (Italia), il 3 dicembre prossimo.

L'ARCIVESCOVO SILVANO MARIA TOMASI, OSSERVATORE PERMANENTE della Santa Sede presso l'Organizzazione delle Nazioni Unite e le Istituzioni Specializzate a Ginevra, ha preso la parola,  il 20 novembre scorso, alla VI Conferenza d'esame degli Stati Parte alla "Convenzione sulla proibizione dello sviluppo, della produzione e dello stoccaggio delle armi batteriologiche (biologiche) e tossiche e sulla loro distruzione". Il Nunzio Apostolico ha affermato che: "L'universalizzazione della Convenzione deve essere una priorità. Nessuno Stato deve restarne al di fuori adducendo qualsivoglia ragione. Ciò deve, di conseguenza, tradursi in una cooperazione onesta e senza incrinature, al di là degli interessi economici e commerciali degli uni e degli altri".
.../IN BREVE/...                                   VIS 20061127 (310)


IL PAPA CHIEDE PREGHIERE PELLEGRINAGGIO TURCHIA

CITTA' DEL VATICANO, 26 NOV. 2006 (VIS). Al termine della recita dell'Angelus con le migliaia di pellegrini convenuti in Piazza San Pietro, il Papa ha ricordato che nei prossimi giorni ha inizio il suo Viaggio Apostolico in Turchia, (28 novembre-1° dicembre), comprendente tappe ad Ankara, Efeso ed Istanbul.

  "Fin d'ora" - ha detto il Papa - "desidero inviare un saluto cordiale al caro Popolo turco, ricco di storia e di cultura; a tale Popolo e ai suoi rappresentanti esprimo sentimenti di stima e di sincera amicizia".

  "Con viva emozione attendo di incontrare la piccola Comunità cattolica, che mi è sempre presente nel cuore, e di unirmi fraternamente alla Chiesa Ortodossa, in occasione della festa dell'Apostolo Sant'Andrea", il 30 novembre prossimo.

  "Con fiducia mi pongo sulle orme dei miei venerati predecessori Paolo VI e Giovanni Paolo II; ed invoco la celeste protezione del beato Giovanni XXIII, che fu per dieci anni Delegato Apostolico in Turchia e nutrì per quella Nazione affetto e stima".

  "A tutti voi" - ha concluso il Pontefice - "domando di accompagnarmi con la preghiera, perché questo pellegrinaggio possa portare tutti i frutti che Dio desidera".

  Infine il Papa ha ricordato che il 1° dicembre prossimo ricorre la Giornata Mondiale contro l'AIDS ed ha detto: "Auspico vivamente che tale circostanza favorisca un'accresciuta responsabilità nella cura della malattia, insieme all'impegno di evitare ogni discriminazione nei confronti di quanti ne sono colpiti. Mentre invoco sui malati e sulle loro famiglie il conforto del Signore, incoraggio le molteplici iniziative che la Chiesa sostiene in tale campo".
ANG/TURCHIA:AIDS/...                               VIS 20061127 (270)


AMORE E VERITÀ NON SI IMPONGONO: ENTRANO CUORE E MENTE


CITTA' DEL VATICANO, 26 NOV. 2006 (VIS). Nell'ultima domenica dell'anno liturgico, Solennità di Cristo Re, il Santo Padre Benedetto XVI ha ricordato, durante la recita dell'Angelus, la pagina del Vangelo di oggi che ci ripropone l'interrogatorio a cui Ponzio Pilato sottopose Gesù.

  "Alle domande del governatore romano" - ha detto il Papa - "Gesù rispose affermando di essere sì re, ma non di questo mondo. Egli non è venuto a dominare su popoli e territori, ma a liberare gli uomini dalla schiavitù del peccato e riconciliarli con Dio. Ed aggiunse: 'Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce'".

  "Ma qual è la 'verità' che Cristo è venuto a testimoniare nel mondo?" - ha proseguito il Pontefice - "L'intera sua esistenza rivela che Dio è amore: è questa dunque la verità a cui Egli ha reso piena testimonianza con il sacrificio della sua stessa vita sul Calvario. La Croce è il 'trono' dal quale ha manifestato la sublime regalità di Dio Amore: offrendosi in espiazione del peccato del mondo, Egli ha sconfitto il dominio del 'principe di questo mondo' e ha instaurato definitivamente il Regno di Dio. Regno che si manifesterà in pienezza alla fine dei tempi, dopo che tutti i nemici, e per ultimo la morte, saranno stati sottomessi. Allora il Figlio consegnerà il Regno al Padre e finalmente Dio sarà 'tutto in tutti'".

  "La via per giungere a questa meta è lunga e non ammette scorciatoie: occorre infatti che ogni persona liberamente accolga la verità dell'amore di Dio. Egli è Amore e Verità, e sia l'amore che la verità non si impongono mai: bussano alla porta del cuore e della mente e, dove possono entrare, apportano pace e gioia. Questo è il modo di regnare di Dio; questo il suo progetto di salvezza, un 'mistero' nel senso biblico del termine, cioè un disegno che si rivela a poco a poco nella storia".

  Papa Benedetto XVI ha concluso le sue meditazioni sottolineando che: "Alla regalità di Cristo è stata associata in modo singolarissimo la Vergine Maria. A Lei, umile ragazza di Nazaret, Dio chiese di diventare Madre del Messia, e Maria corrispose a questa chiamata con tutta se stessa, unendo il suo 'sì' incondizionato a quello del Figlio Gesù e facendosi con Lui obbediente fino al sacrificio. Per questo Dio l'ha esaltata al di sopra di ogni creatura e Cristo l'ha coronata Regina del Cielo e della terra. Alla sua intercessione affidiamo la Chiesa e l'intera umanità, affinché l'amore di Dio possa regnare in tutti i cuori e si compia il suo disegno di giustizia e di pace".
ANG/CRISTO RE/...                                   VIS 20061127 (460)


SETTIMANALI CATTOLICI DANNO VOCE COMUNITÀ LOCALI

CITTA' DEL VATICANO, 25 NOV. 2006 (VIS). Questa mattina il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto in Vaticano i rappresentanti della Federazione Italiana Settimanali Cattolici al termine del Convegno sul tema: "Cattolici in politica. Liberi o dispersi?".

  Il Papa, rivolgendo il suo cordiale saluto al Vescovo Giuseppe Betori, Segretario della Conferenza Episcopale Italiana, a Don Giorgio Zucchelli, Presidente della FISC, ed ai Direttori di più di 160 periodici diocesani e ai tanti collaboratori, ha ricordato che la FISC "celebra in questi giorni quarant'anni dalla sua nascita".

  L'iniziativa di creare una federazione di settimanali cattolici "scaturì" - ha detto il Santo Padre - "dal desiderio di dare maggiore visibilità e incisività alla presenza e all'azione pastorale della Chiesa".

  "Sfogliando i vostri settimanali dei trascorsi quattro decenni" - ha proseguito il Pontefice - "è possibile ripercorrere la vita della Chiesa e della società in Italia. (...) Di fronte ad una multiforme azione tesa a scardinare le radici cristiane della civiltà occidentale, la peculiare funzione degli strumenti di comunicazione sociale di ispirazione cristiana è quella di educare l'intelligenza e formare l'opinione pubblica secondo lo spirito del Vangelo".

  "Loro compito è di servire con coraggio la verità, aiutando l'opinione pubblica a guardare, a leggere e a vivere la realtà con gli occhi di Dio. Obiettivo del giornale diocesano è di offrire a tutti un messaggio di verità e di speranza, sottolineando fatti e realtà dove il Vangelo è vissuto, il bene e la verità trionfano, l'uomo con operosità e fantasia costruisce e ricostruisce il tessuto umano delle piccole realtà comunitarie".

  "Il rapido evolversi dei mezzi di comunicazione sociale e l'avvento di molteplici ed avanzate tecnologie nel campo dei media non hanno reso vana la vostra funzione; anzi" - ha sottolineato il Papa - "per taluni versi, essa è diventata ancor più significativa ed importante, perché dà voce alle comunità locali che non possono trovare eco adeguata nei grandi organi di informazione. (...) Voi potete giungere anche là dove non si riesce ad incidere con i tradizionali strumenti della pastorale".

  "I vostri settimanali sono poi definiti giustamente 'giornali del popolo', perché restano legati ai fatti e alla vita della gente del territorio e tramandano le tradizioni popolari e il ricco patrimonio culturale e religioso dei vostri paesi e città".

  "Continuate, cari amici, a fare delle vostre testate una rete di collegamento che faciliti le relazioni e l'incontro tra i singoli cittadini e le istituzioni, tra le associazioni, i diversi gruppi sociali, le parrocchie e i movimenti ecclesiali". - ha concluso il Santo Padre - "È un servizio questo che voi potete svolgere anche in campo sociale e politico. Se infatti, come avete ribadito nel vostro Convegno, il legittimo pluralismo delle scelte politiche non ha nulla a che fare con una diaspora culturale dei cattolici, i vostri settimanali possono rappresentare alcuni significativi 'luoghi' d'incontro e di attento discernimento per i fedeli laici impegnati in campo sociale e politico, al fine di dialogare e trovare convergenze ed obiettivi di azione condivisa al servizio del Vangelo e del bene comune".
AC/FISC/BETORI:ZUCCHELLI                           VIS 20061127 (510)


venerdì 24 novembre 2006

ALTRI ATTI PONTIFICI

CITTA' DEL VATICANO, 24 NOV. 2006 (VIS). Il Santo Padre ha nominato il Reverendo Matthias Kobena Nketsiah, Vescovo Ausiliare di Cape Coast (superficie: 9.788; popolazione: 1.689.908; cattolici: 292.685; sacerdoti; 113; religiosi: 135), Ghana. Il Vescovo eletto, finora Parroco della Parrocchia di "St. John the Baptist", è nato nel 1942 a Kakomdo (Ghana) ed è stato ordinato sacerdote nel 1970.
NEA/.../NKETSIAH                                             VIS 20061124 (70)

UDIENZE

CITTA' DEL VATICANO, 24 NOV. 2006 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienze separate:

- Il Signor José Manuel Zelaya Rosales, Presidente di Honduras con la Consorte e Seguito.

- Tre Presuli della Conferenza Episcopale Italiana, in Visita "ad Limina Apostolorum":

    - L'Arcivescovo Giuseppe Molinari, di L'Aquila.

    - Il Vescovo Giuseppe di Falco, di Sulmona-Valva.

    - Il Monsignore Domenico Ramelli, Amministratore Diocesano di Avezzano.

  Nel pomeriggio di oggi è in programma che il Santo Padre riceva tre Presuli della Conferenza Episcopale Italiana, in Visita "ad Limina Apostolorum":

    - L'Arcivescovo Armando Dini, di Campobasso-Boiano e Amministratore Apostolico di Isernia-Venafro.

    - L'Arcivescovo Bruno Forte, di Chieti-Vasto.

    - L'Arcivescovo Carlo Ghidelli, di Lanciano-Ortona.
AP:AL/.../...                                       VIS 20061124 (120)

URGENTE PROIBIZIONE E RESTRIZIONE USO ARMI E MINE

CITTA' DEL VATICANO, 24 NOV. 2006 (VIS). L'Arcivescovo Silvano Maria Tomasi, C.S., Osservatore Permanente della Santa Sede presso l'Ufficio delle Nazioni Unite e le Istituzioni specializzate a Ginevra, è intervenuto, il 17 novembre scorso, alla sessione conclusiva della III Conferenza di esame degli Stati Parte alla 'Convenzione sulla proibizione o restrizione dell'uso di certe armi convenzionali che possono essere considerate eccessivamente dannose o avere effetti indiscriminati" (CCW).

  L'Arcivescovo ha deplorato il fatto che non si sia trovato un consenso per avviare negoziati "su di uno strumento legalmente vincolante in tema di Mine diverse dalle Mine anti-uomo (MOTAPM)" ed ha sottolineato che tale fallimento "ha grandemente deluso le aspettative di tutti coloro che ritengono che esso avrebbe potuto offrire una risposta adeguata alle preoccupazioni umanitarie poste dall'uso di tali armi. Ora, gli Stati devono adottare misure valide e specifiche a livello nazionale (...) fin quando non si raggiunga un consenso internazionale".

  Il Presule ha ricordato che sin dall'inizio la Delegazione della Santa Sede ha sostenuto "i negoziati a favore di uno strumento legalmente vincolante riguardo alle munizioni a grappolo e, nel frattempo, ha optato per una moratoria, dettata dall'evidenza schiacciante dei disastri umanitari causati da tali armi, specialmente sulla popolazione civile".

  "Data la gravità della dimensione umanitaria di tale problema, che esige una risposta urgente" - ha concluso il Nunzio Apostolico - "è oltremodo necessario ed opportuno promuovere tutte le iniziative possibili che favoriscano il raggiungimento di un accordo internazionale".
DELSS/ARMI/TOMASI:GINEVRA                       VIS 20061124 (250)


TRIBUTO CHIESA CATTOLICA SVILUPPO AMERICA LATINA


CITTA' DEL VATICANO, 24 NOV. 2006 (VIS). Nella tarda mattinata di oggi, la Sala Stampa della Santa Sede ha rilasciato un Comunicato relativo alla visita che il Presidente della Repubblica di Honduras, Signor José Manuel Zelaya Rosales, ha reso oggi al Santo Padre Benedetto XVI e al successivo incontro con il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato. Il Capo di Stato era accompagnato dal Ministro degli Affari Esteri, Signor Milton Danilo Jiménez Puerto.

  "Durante i colloqui, svoltisi in un clima di cordialità, ci si è soffermati sul tema dello sviluppo dell'America Latina ed è stato rilevato in particolare il contributo della Chiesa Cattolica in tale ambito, come pure il suo impegno nell'educazione e nella formazione, soprattutto delle giovani generazioni, ai valori morali, che sono la base per combattere la corruzione e favorire la trasparenza in ogni campo della vita nazionale".
OP/UDIENZA PRESIDENTE HONDURAS/ZELAYA               VIS 20061124 (150)


PROSSIMITÀ AL MALATO COLPITO DA MALATTIE INFETTIVE

CITTA' DEL VATICANO, 24 NOV. 2006 (VIS). Questa mattina Papa Benedetto XVI ha ricevuto i partecipanti alla XXI Conferenza Internazionale, promossa dal Pontificio Consiglio per la Pastorale della Salute, (23- 25 novembre), sul tema: "Gli aspetti pastorali della cura delle malattie infettive".

  Il Papa ha affermato che alle tante lodevoli iniziative ed ai "generosi gesti di amore" nei confronti dei malati colpiti da malattie infettive, si contrappongono non poche ingiustizie. "Come dimenticare i tanti malati infettivi costretti a vivere segregati, e talora segnati da uno stigma che li umilia? Tali deprecabili situazioni appaiono con maggiore gravità nella disparità delle condizioni sociali ed economiche tra il Nord e il Sud del mondo. Ad esse è importante rispondere con interventi concreti, che favoriscano la prossimità all'ammalato, rendano più viva l'evangelizzazione della cultura e propongano motivi ispiratori dei programmi economici e politici dei governi".

  Riferendosi alla prossimità al malato colpito da malattia infettiva, Papa Benedetto XVI ha ricordato la "ricca tradizione della Chiesa cattolica" che "va tenuta viva perché, attraverso l'esercizio della carità verso chi soffre, siano resi visibili i valori ispirati ad autentica umanità e al Vangelo: la dignità della persona, la misericordia, l'identificazione di Cristo al malato. Ogni intervento resta insufficiente, se in esso non si rende percepibile l'amore per l'uomo, un amore che si nutre dell'incontro con Cristo".

  "All'insostituibile prossimità nei confronti del malato va unita l'evangelizzazione dell'ambiente culturale in cui viviamo. Tra i pregiudizi che ostacolano o limitano un aiuto efficace alle vittime di malattie infettive c'è l'atteggiamento di indifferenza e persino di esclusione e rigetto nei loro confronti, che emerge a volte nella società del benessere. Questo atteggiamento" - ha affermato il Pontefice - "è favorito anche dall'immagine veicolata attraverso i media di uomo e donna preoccupati prevalentemente della bellezza fisica, della salute e della vitalità biologica. È una pericolosa tendenza culturale che porta a porre se stessi al centro, a chiudersi nel proprio piccolo mondo, a rifuggire dall'impegnarsi nel servire chi è nel bisogno".

  "Occorre allora"- ha ribadito il Pontefice - "una pastorale capace di sostenere i malati nell'affrontare la sofferenza, aiutandoli a trasformare la propria condizione in un momento di grazia per sé e per gli altri, attraverso una viva partecipazione al mistero di Cristo".

  "Infine, vorrei ribadire" - ha concluso il Papa - "quanto sia importante la collaborazione con le varie istanze pubbliche, perché venga attuata la giustizia sociale in un delicato settore come quello della cura e dell'assistenza ai malati infettivi. Vorrei accennare, ad esempio, alla equa distribuzione delle risorse per la ricerca e la terapia, come pure alla promozione di condizioni di vita che frenino l'insorgere e l'espandersi delle malattie infettive".
AC/MALATTIE INFETTIVE/...                           VIS 20061124 (460)


MUSEI VATICANI: INTRECCIO CONTINUO TRA FEDE E ARTE

CITTA' DEL VATICANO, 24 NOV. 2006 (VIS). Nel pomeriggio di ieri, nell'Aula delle Benedizioni del Palazzo Apostolico Vaticano, il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto in udienza i Dirigenti e i Dipendenti dei Musei Vaticani, di cui quest'anno ricorre il quinto centenario.

  Ricordando che nel 2006 il numero dei visitatori dei Musei ha già superato i 4 milioni, 200.000 unità in più rispetto al 2005, il Papa ha precisato: "Tra di loro molti non sono cattolici, tanti non sono cristiani e forse neppure credenti".

  "L'approccio alla verità cristiana mediato attraverso l'espressione artistica o storico-culturale" - ha detto il Papa - "ha una chance in più per parlare all'intelligenza e alla sensibilità di persone che non appartengono alla chiesa cattolica e talvolta possono nutrire verso di essa pregiudizi e diffidenza. Coloro che visitano i Musei Vaticani hanno modo di 'immergersi' in un concentrato di 'teologia per immagini', sostando in questo santuario di arte e di fede".

  "Permettetemi ora di evidenziare una verità che sta scritta nel 'codice genetico' dei Musei Vaticani" - ha proseguito il Papa - "che cioè la grande civiltà classica e quella ebraico-cristiana non si oppongono tra loro, ma convergono nell'unico piano di Dio. Lo dimostra il fatto che l'origine remota di questa istituzione risale ad un'opera che ben possiamo qualificare 'profana' - il magnifico gruppo scultoreo del Lacoonte -, ma che, in realtà, inserita nel contesto vaticano, acquista la sua piena e più autentica luce. È la luce della creatura umana plasmata da Dio, della libertà nel dramma della sua redenzione, protesa tra terra e cielo, tra carne e spirito. È la luce di una bellezza che irradia dall'interno dell'opera artistica e conduce lo spirito ad aprirsi al sublime, là dove il Creatore incontra la creatura fatta a sua immagine e somiglianza".

  "Il Museo" - ha sottolineato il Santo Padre - "mostra veramente un intreccio continuo tra Cristianesimo e cultura, tra fede e arte, tra divino e umano. La Cappella Sistina costituisce, al riguardo, un vertice insuperabile".

  "Molti di voi" - ha concluso il Pontefice rivolgendosi ai Dirigenti e Dipendenti dei Musei - "sono a contatto diretto con i visitatori: quanto è importante allora il vostro tratto e il vostro esempio per offrire a tutti una semplice, ma incisiva testimonianza di fede. Un tempio di arte e di cultura come i Musei Vaticani chiede che alla bellezza delle opere si accompagni quella delle persone che vi lavorano: bellezza spirituale, che rende davvero ecclesiale l'ambiente, impregnandolo di spirito cristiano".
AC/MUSEI VATICANI/...                               VIS 20061124 (420)


giovedì 23 novembre 2006

ALTRI ATTI PONTIFICI

CITTA' DEL VATICANO, 23 NOV. 2006 (VIS). Il Santo Padre ha nominato Consigliere della Pontificia Commissione per l'America Latina, il Cardinale Ivan Dias, Prefetto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli.
NA/.../DIAS                                         VIS 20061123 (40)

UDIENZE

CITTA' DEL VATICANO, 23 NOV. 2006 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienze separate:

  - Due Presuli della Conferenza Episcopale Italiana, in Visita "ad Limina Apostolorum":

    - Il Vescovo Gianfranco De Luca, di Termoli-Larino (Italia).

    - Il Vescovo Domenico Scotti, di Trivento (Italia).

  Nel pomeriggio è in programma che il Santo Padre riceva i Dirigenti e i Dipendenti dei Musei Vaticani.
AL:AP/.../...                                         VIS 20061123 (70)

CORDOGLIO VITTIME CATASTROFE MINIERA POLONIA


CITTA' DEL VATICANO, 23 NOV. 2006 (VIS). Il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, ha fatto pervenire un telegramma di cordoglio, a nome del Santo Padre, all'Arcivescovo Damian Zimon, Metropolita di Katowice (Polonia), per le vittime della catastrofe, avvenuta martedì scorso, nelle miniera di carbone di Halemba, nella quale hanno perso la vita 23 persone.

  "Il Santo Padre" - scrive il Cardinale Bertone - "affida le anime dei defunti alla misericordia di Dio, chiedendo di accogliere l'offerta della loro fatica e della loro vita e di introdurli nella sua gloria. (...) Con una cordiale preghiera abbraccia le famiglie delle vittime e tutti coloro che piangono la loro improvvisa scomparsa. Imparte loro la Benedizione Apostolica che estende a tutta l'Arcidiocesi di Katowice".
TGR/INCIDENTE MINIERA/HALEMBA:ZIMON               VIS 20061123 (130)


DICHIARAZIONE COMUNE PAPA ED ARCIVESCOVO CANTERBURY

CITTA' DEL VATICANO, 23 NOV. 2006 (VIS). Al termine dell'incontro privato e dello scambio di discorsi di questa mattina, il Santo Padre Benedetto XVI e Sua Grazia Dr. Rowan Williams, Arcivescovo di Canterbury, Primate della Comunione Anglicana, hanno firmato una Dichiarazione Comune in presenza dei Membri della Delegazione anglicana e dei Rappresentanti cattolici, questi ultimi guidati dal Cardinale Cormac Murphy-O'Connor, Arcivescovo di Westminster, che ha accompagnato a Roma il Primate della Comunione Anglicana.

  Il Santo Padre Benedetto XVI e Sua Grazia l'Arcivescovo Rowan Williams ricordano nel Documento che 40 anni orsono i Predecessori Papa Paolo VI e l'Arcivescovo Michael Ramsey vollero "instaurare un dialogo in cui questioni che erano state motivo di divergenza nel passato fossero affrontate in una nuova prospettiva di verità e amore".

  "L'autentico ecumenismo" - scrivono nella Dichiarazione comune - "va oltre il dialogo teologico; esso tocca la nostra vita spirituale e la nostra comune testimonianza. Lo sviluppo del dialogo ha permesso a molti cattolici ed anglicani di trovare l'uno nell'altro un amore per Cristo che ci invita ad una collaborazione e ad un servizio pratico".

  "La Commissione Anglicana-Romano Cattolica Internazionale per l'Unità e la Missione (IARCCUM) si è impegnata nell'analisi dei modi più appropriati nei quali la missione condivisa di proclamare al mondo una nuova vita in Cristo possa progredire e svilupparsi. Il loro rapporto (...) recentemente completato è stato sottoposto per una revisione all'Ufficio della Comunione Anglicana e al Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani e noi esprimiamo la nostra gratitudine per il loro lavoro".

  Sottolineando che "in questo incontro fraterno celebriamo il bene derivato da questi anni di dialogo", il Santo Padre e l'Arcivescovo Williams affermano che: "È urgente pertanto che nel rinnovare il nostro impegno di seguire la via verso la comunione piena e visibile nella verità e nell'amore di Cristo, noi ci impegniamo parimenti a continuare il nostro dialogo e ad affrontare le importanti questioni inerenti all'emergere di fattori ecclesiologici ed etici che rendono quel viaggio più difficile ed arduo".

  "Di fronte alle sfide del nuovo millennio, noi riaffermiamo il nostro impegno pubblico ad annunciare la Rivelazione della vita divina unicamente manifestata da Dio nella divinità ed umanità di Nostro Signore Gesù Cristo. Noi crediamo che è attraverso Cristo e i mezzi di salvezza che noi troviamo in Lui che la salvezza e la riconciliazione sono offerti a noi e al mondo intero".

  Benedetto XVI e il Primate della Comunione Anglicana riconoscono che: "Vi sono molte ambiti di testimonianza e di servizio (...) che esigono una nostra più stretta collaborazione: il perseguimento della pace in Terra Santa e in altre parti del mondo colpite da conflitti e dalla minaccia del terrorismo; la promozione del rispetto della vita dal concepimento fino alla morte naturale; la protezione della santità del matrimonio e il benessere dei bambini nel contesto di una sana vita familiare; l'assistenza dei poveri, degli oppressi e dei più vulnerabili, specialmente coloro che sono perseguitati a causa della loro fede; l'affrontare gli effetti negativi del materialismo; e la difesa della creazione e dell'ambiente. Noi ci impegniamo anche nel dialogo interreligioso mediante il quale possiamo insieme raggiungere i nostri fratelli e sorelle non cristiani".

  Al termine della Dichiarazione Comune, il Santo Padre Benedetto XVI ha presieduto, nella Cappella "Redemptoris Mater", la Celebrazione dell'Ora Media alla quale ha partecipato Sua Grazia il Dr. Rowan Williams, con la Delegazione al Seguito.
AC/DICHIARAZIONE COMUNE/WILLIAMS                   VIS 20061123 (560)


PROSEGUIRE DIALOGO TEOLOGICO NONOSTANTE DIFFICOLTÀ

CITTA' DEL VATICANO, 23 NOV. 2006 (VIS). Questa mattina il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto in udienza Sua Grazia il Dr. Rowan Williams, Arcivescovo di Canterbury e Primate della Comunione Anglicana, la cui visita in Vaticano coincide con il quarantesimo anniversario dell'incontro di Papa Paolo VI e dell'Arcivescovo Michael Ramsey (22-24 marzo 1966).

  Il Santo Padre ha ricordato la lunga storia delle relazioni fra la Sede di Roma e la Sede di Canterbury, risalente a più di 1.400 anni orsono ed ha ringraziato l'Arcivescovo Williams e gli altri Rappresentanti della Comunione Anglicana per la loro presenza alla Liturgia esequiale di Giovanni Paolo II e per la partecipazione all'inaugurazione del suo Pontificato. 

  "Molte cose vi sono in questi ultimi quaranta anni nei quali si sono sviluppati i nostri rapporti per le quali dobbiamo essere grati" - ha detto il Pontefice citando "il lavoro della Commissione del dialogo teologico", "l'amicizia ed i rapporti positivi esistenti in molti luoghi fra Anglicani e Cattolici che hanno contribuito a creare un nuovo contesto nella nostra testimonianza condivisa al Vangelo di Gesù". Benedetto XVI ha ricordato anche le visite dei Primati Anglicani alla Santa Sede e la riunione dell'Episcopato anglicano e cattolico a Mississauga (Canada), nel maggio 2000, durante la quale si concordò la costituzione di una Commissione Episcopale Mista  per discernere i modi più appropriati di esprimere i progressi compiuti nella vita ecclesiale".

  "Nel contesto attuale, tuttavia, e specialmente nel mondo occidentale secolarizzato" - ha proseguito il Pontefice - "molte sono le influenze negative e le pressioni che interessano i cristiani e le comunità cristiane. (...) Recenti sviluppi, specialmente quelli concernenti il ministero ordinato e certi insegnamenti morali, hanno colpito non solo i rapporti interni alla Comunione Anglicana ma anche le relazioni fra la Comunione Anglicana e la Chiesa Cattolica".

  "Crediamo che tali questioni, attualmente all'esame della Comunione Anglicana" - ha proseguito Papa Benedetto XVI - "siano di vitale importanza per la predicazione del Vangelo nella sua integrità e che le nostre attuali discussioni prefigurano il futuro dei nostri rapporti. È da auspicare che il dialogo teologico, che ha registrato non insignificanti gradi di accordo su queste ed altri importanti questioni teologiche, proceda con serietà".

  "Il mondo ha bisogno della nostra testimonianza e della forza che proviene da una proclamazione unitaria del Vangelo" - ha concluso il Santo Padre - "Per questo motivo, ed anche fra le attuali difficoltà, è importante che noi continuiamo il nostro dialogo teologico".
AC/COMUNIONE ANGLICANA/WILLIAMS                   VIS 20061123 (410)


mercoledì 22 novembre 2006

ALTRI ATTI PONTIFICI


CITTA' DEL VATICANO, 22 NOV. 2006 (VIS). Il Santo Padre:

- Ha nominato il Vescovo Antônio Muniz Fernandes, O.Carm., Arcivescovo di Maceió (superficie: 8.545; popolazione: 1.469.000; cattolici: 955.000; sacerdoti: 61; religiosi: 240; diaconi permanenti: 24), Brasile. L'Arcivescovo eletto, finora Vescovo di Guarabira (Brasile), è nato a Princesa Isabel (Brasile), nel 1952, ha emesso i voti perpetui nell'Ordine Carmelitano nel 1976, è stato ordinato sacerdote nel 1980 e ha ricevuto la consacrazione episcopale nel 1998. Succede all'Arcivescovo José Carlos Melo, C.M., del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima Arcidiocesi, presentata per raggiunti limiti d'età.

- Ha nominato il Vescovo Paulo Sérgio Machado, finora Vescovo di Ituiutaba (Brasile), Vescovo di São Carlos (superficie: 13.056; popolazione: 1.029.854; cattolici: 751.793; sacerdoti: 119; religiosi: 171; diaconi permanenti: 22), Brasile.
NER:RE/.../MUNIZ:MELO:MACHADO                       VIS 20061122 (140)


NOTA DI PADRE LOMBARDI SUL LIBRO DI BENEDETTO XVI


CITTA' DEL VATICANO, 22 NOV. 2006 (VIS). Il Direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Padre Federico Lombardi, S.I., ha redatto una Nota in merito alla pubblicazione, prevista nella primavera del 2007, del Libro del Santo Padre Benedetto XVI intitolato: "Gesù di Nazareth. Dal Battesimo nel Giordano alla Trasfigurazione".

  La Libreria Editrice Vaticana, che detiene i diritti d'autore su tutti gli scritti del Papa, ha ceduto alla Casa Editrice Rizzoli i diritti di traduzione, diffusione e commercializzazione dell'opera in tutto il mondo.

  Così scrive Padre Lombardi nella Nota: "Il fatto che Benedetto XVI sia riuscito a portare a termine la prima parte della sua grande opera su Gesù e fra pochi mesi sarà nelle nostre mani è una bella, bellissima notizia. Trovo straordinario che nonostante gli impegni e le preoccupazioni del pontificato egli abbia potuto portare a maturazione un'opera di grande impegno scientifico oltre che spirituale. Dice che ha dedicato ad essa tutti i momenti liberi delle sue giornate. Già questo è un messaggio molto significativo sulla importanza e l'urgenza che ha per lui quest'opera".

  "Il Papa dice chiaramente, con la sua abituale semplicità e umiltà" - scrive ancora il Direttore della Sala Stampa della Santa Sede - "che non si tratta di un 'atto magisteriale' ma di un frutto della sua ricerca personale e come tale potrà essere liberamente discusso e criticato. Questa è una osservazione molto importante, perché mette in chiaro che quanto lui scrive nel libro non vincola la ricerca di esegeti e teologi. Non si tratta di una lunga enciclica su Gesù, ma della personale presentazione della figura di Gesù del teologo Joseph Ratzinger, che è stato eletto Vescovo di Roma".

  Riguardo alla lunga Prefazione, il Padre Lombardi scrive che il Santo Padre "spiega efficacemente che nella situazione culturale attuale e in molte presentazioni della figura di Gesù, la distanza fra il 'Gesù storico' e 'il Cristo della fede' è diventata sempre più grande. (...) Joseph Ratzinger, tenendo conto di tutti i risultati della ricerca moderna, intende ripresentarci il Gesù dei Vangeli come il vero 'Gesù storico', come una figura sensata e convincente a cui possiamo e dobbiamo fare riferimento con fiducia e su cui abbiamo ben motivo di poggiare la nostra fede e la nostra vita cristiana. Con il suo libro, il Papa intende quindi svolgere un servizio fondamentale per sostenere la fede dei suoi fratelli, e lo fa sul punto centrale della fede, cioè Gesù Cristo".

  "Da quanto leggiamo nei brani resi noti della Introduzione" - scrive ancora Padre Lombardi - "Gesù ci viene presentato come il nuovo Mosé, il nuovo profeta, che parla con 'Dio faccia a faccia', che è il Figlio, profondamente unito con il Padre. Se si lascia da parte questo aspetto centrale la figura di Gesù diventa contraddittoria e incomprensibile. Joseph Ratzinger ci parla dunque con passione della intima unione di Gesù con il Padre e vuole coinvolgere il discepolo che segue Gesù in questa comunione. Leggeremo dunque una grande opera di esegesi e di teologia ma anche una grande opera di spiritualità".

  "Se penso alla grande impressione e al frutto spirituale che quando ero giovane ricavai dalla lettura della prima grande opera divulgativa di Ratzinger - 'Introduzione al cristianesimo' - sono sicuro che anche questa volta non resteremo delusi, ma sia i credenti, sia tutte le persone veramente disposte a comprendere più profondamente la figura di Gesù, saremo immensamente grati al Papa della sua grande testimonianza di pensatore, di studioso e di uomo di fede sul punto più essenziale di tutta la fede cristiana".
OP/LIBRO BENEDETTO XVI/LOMBARDI                   VIS 20061122 (600)


INVITO DEL PAPA AI LIBANESI A NON LASCIARSI VINCERE ODIO


CITTA' DEL VATICANO, 22 NOV. 2006 (VIS). Al termine dell'Udienza Generale odierna, il Santo Padre Benedetto XVI ha ricordato l'attentato di martedì in Libano nel quale ha perso la vita il Ministro dell'Industria del Governo Libanese Onorevole Pierre Gemayel.

  "Nel condannare fermamente tale brutale attentato" - ha detto il Santo Padre - "assicuro la mia preghiera e la mia vicinanza spirituale alla famiglia in lutto e all'amato popolo libanese. Di fronte alle forze oscure che cercano di distruggere il Paese, invito tutti i Libanesi a non lasciarsi vincere dall'odio bensì a rinsaldare l'unità nazionale, la giustizia e la riconciliazione, e a lavorare insieme per costruire un futuro di pace. Invito infine i Responsabili dei Paesi che hanno a cuore le sorti di quella Regione a contribuire ad una soluzione globale e negoziata delle diverse situazioni di ingiustizia che la segnano da ormai troppi anni".
AG/APPELLO:LIBANO/GEMAYEL                       VIS 20061122 (160)


"PAOLO - LA VITA NELLA CHIESA"

CITTA' DEL VATICANO, 22 NOV. 2006 (VIS). Completando il ciclo delle sue riflessioni sull'Apostolo Paolo, il Santo Padre Benedetto XVI ha dedicato la catechesi dell'Udienza Generale di oggi, tenutasi in Piazza San Pietro con la partecipazione di circa 50.000 fedeli, alla realtà della Chiesa nella vita e nel pensiero di San Paolo.

  "Dobbiamo anzitutto constatare che il primo contatto di Paolo con la persona di Gesù" - ha affermato il Papa - "avvenne attraverso la testimonianza della comunità cristiana di Gerusalemme. Fu un contatto burrascoso. Conosciuto il nuovo gruppo di credenti, egli ne divenne immediatamente un fiero persecutore. (...) Questo ci dà modo di fare subito una prima, importante osservazione: a Gesù si arriva normalmente, per accoglierlo o rifiutarlo, attraverso la mediazione della comunità credente".

  "In un certo senso, questo si avverò, dicevamo, anche per Paolo, il quale incontrò la Chiesa prima di incontrare Gesù. (...) Per Paolo, l'adesione alla Chiesa fu propiziata da un diretto intervento di Cristo, il quale, rivelandoglisi sulla via di Damasco, si immedesimò con la Chiesa e gli fece capire che perseguitare la Chiesa era perseguitare Lui, il Signore. (...) Di qui si comprende perché la Chiesa sia stata poi così presente nei pensieri, nel cuore e nell'attività di Paolo".

  "In primo luogo, lo fu in quanto egli letteralmente fondò parecchie Chiese nelle varie città in cui si recò come evangelizzatore. (...) Nelle sue Lettere Paolo ci illustra anche la sua dottrina sulla Chiesa in quanto tale. Così è ben nota la sua originale definizione della Chiesa come 'corpo di Cristo', che non troviamo in altri autori cristiani del I° secolo".

  "La radice più profonda di questa sorprendente designazione della Chiesa" - ha spiegato il Santo Padre - "la troviamo nel Sacramento del corpo di Cristo. (...). Nella stessa Eucaristia Cristo ci dà il suo Corpo e ci fa suo Corpo. (...)  Con tutto ciò Paolo ci fa capire che esiste non solo un'appartenenza della Chiesa a Cristo, ma anche una certa forma di equiparazione e di immedesimazione della Chiesa con Cristo stesso. È da qui, dunque, che deriva la grandezza e la nobiltà della Chiesa, cioè di tutti noi che ne facciamo parte: dall'essere noi membra di Cristo, quasi una estensione della sua personale presenza nel mondo".

  "Da qui derivano anche le esortazioni di Paolo a proposito dei vari carismi che animano e strutturano la comunità cristiana" - ha proseguito il Pontefice sottolineando che: "Importante, però, è che tutti i carismi cooperino insieme per l'edificazione della comunità e non diventino invece motivo di lacerazione".

  "Ovviamente, sottolineare l'esigenza dell'unità non significa sostenere che si debba uniformare o appiattire la vita ecclesiale secondo un unico modo di operare. Altrove Paolo insegna a 'non spegnere lo Spirito', cioè a fare generosamente spazio al dinamismo imprevedibile delle manifestazioni carismatiche dello Spirito, il quale è fonte di energia e di vitalità sempre nuova. Ma se c'è un criterio a cui Paolo tiene molto è la mutua edificazione: 'Tutto si faccia per l'edificazione'. (...) C'è poi anche una Lettera paolina che giunge a presentare la Chiesa come sposa di Cristo (...): questo per dire quanto intimi siano i rapporti tra Cristo e la sua Chiesa, sia nel senso che essa è oggetto del più tenero amore da parte del suo Signore, sia anche nel senso che l'amore dev'essere scambievole e che quindi noi pure, in quanto membra della Chiesa, dobbiamo dimostrare appassionata fedeltà nei confronti di Lui".

  "In definitiva dunque," - ha concluso Papa Benedetto XVI - "è in gioco un rapporto di comunione: quello per così dire verticale tra Gesù Cristo e tutti noi, ma anche quello orizzontale tra tutti coloro che si distinguono nel mondo per il fatto di 'invocare il nome del Signore nostro Gesù Cristo'".

  Nei saluti nelle diverse lingue che sono seguiti alla catechesi, il Papa ha ricordato che oggi si celebra il 25° anniversario della promulgazione dell'Esortazione Apostolica "Familiaris Consortio" di Giovanni Paolo II che "diede grande impulso alla pastorale familiare nella Chiesa".
AG/SAN PAOLO/...                                   VIS 20061122 (670)


martedì 21 novembre 2006

ALTRI ATTI PONTIFICI


CITTA' DEL VATICANO, 21 NOV. 2006 (VIS). Il Santo Padre:

- Ha accettato la rinuncia al governo pastorale dell'Arcidiocesi di Benin City (Nigeria), presentata dall'Arcivescovo Patrick Ebosele Ekpu, per raggiunti limiti d'età.

- Ha nominato il Vescovo Domenico Graziani, Arcivescovo di Crotone-Santa Severina (superficie: 1.885; popolazione: 202.600; cattolici: 201.400; sacerdoti: 116; religiosi: 166; diaconi permanenti: 18), Italia. L'Arcivescovo eletto, finora Vescovo di Cassano all'Jonio, è nato a Calopezzati (Cosenza), nel 1944, ha ricevuto l'ordinazione sacerdotale nel 1968 e la consacrazione episcopale nel 1999.

- Ha nominato il Sacerdote Anton Leichtfried, Vescovo Ausiliare di Sankt Pölten (superficie: 10.450; popolazione: 629.227; cattolici: 561.007; sacerdoti: 546; religiosi: 485; diaconi permanenti. 48), Austria. Il Vescovo eletto, finora Rettore del Seminario Maggiore della medesima Diocesi, è nato a Scheibbs (Austria), nel 1967 ed è stato ordinato sacerdote nel 1991.
RE:NER:NEA/.../EKPU:GRAZIANI:LEICHTFRIED                   VIS 20061121 (140)


AFFRONTARE SFIDE METTENDO DA PARTE INTERESSI BASSO PROFILO


CITTA' DEL VATICANO, 21 NOV. 2006 (VIS). L'Arcivescovo Silvano M. Tomasi, C.S.,  Osservatore Permanente della Santa Sede presso l'Ufficio della Nazioni Unite e le Organizzazioni Specializzate a Ginevra, è intervenuto, il 15 novembre scorso, alla Terza Sessione Speciale del Consiglio dei Diritti dell'Uomo dell'O.N.U., dedicata alla situazione di Gaza.

  "Nella sua breve storia, il Consiglio dei Diritti Umani" - ha detto il Presule - "ha affrontato difficili sfide che, date le persistenti violazioni dei diritti umani in diverse aree del mondo, non è stato sempre in grado di affrontare con equità e coerenza a causa di miopi interessi politici ed economici. Ma un Consiglio dei Diritti Umani che non contribuisca a cambiare la qualità della vita delle persone, (...) rischia la perdita della credibilità".

  L'Arcivescovo ha rilevato che una priorità del Consiglio è "l'adozione di un coraggioso metodo di reale dialogo che consenta di porre sul tappeto i veri problemi che esigono una soluzione, non importa quanto diversi sono i punti di partenza iniziali" di un parte e dell'altra ed ha sottolineato che, in tale ambito, la Sessione Speciale corrente rappresenta una "occasione costruttiva".

  "Il conflitto israelo-palestinese è intrappolato in una spirale di violenza che, come l'esperienza dimostra, non porta da nessuna parte. Occorre rompere questa tragica spirale di sofferenza. (...) I due popoli coinvolti devono riconoscere l'umanità e l'uguaglianza reciproca e dare inizio ad un processo di reciproco riconoscimento sulla base della giustizia e del rispetto dei diritti umani fondamentali e del diritto umanitario internazionale".

  "La comunità internazionale ha la responsabilità morale di promuovere una mentalità di pace, di collaborare con misure pratiche all'eliminazione delle profonde radici culturali, sociali ed economiche della violenza e di aiutare le parti coinvolte a realizzare una proficua collaborazione".

  "Tale responsabilità deve essere assunta prima di tutto a favore della popolazione civile, delle donne e dei bambini colpiti da violenze ingiustificate, e delle tante giovani vite di militari stroncate senza aver potuto realizzare i propri sogni (...) Il rispetto dei diritti umani fondamentali, soprattutto il diritto alla vita, non è una considerazione astratta, ma un approccio che paga un ricco dividendo nelle sue conseguenze politiche: rende possibile la maturazione e il godimento dei frutti della pace".

  "Il conflitto israelo-palestinese, come fonte principale di instabilità in Medio Oriente, è la catena di un circolo vizioso che produce instabilità nell'intera regione  peggiorando enormemente la situazione della popolazione di Palestina e di Israele e rendendo più difficile la realizzazione di obiettivi pacifici".

  "Se i paesi della regione impegnati a individuare una soluzione onorevole e giusta al conflitto, riusciranno nel loro intento" - ha concluso l'Arcivescovo Tomasi - "renderanno un importante servizio al mondo intero e mostreranno ancora una volta come il rispetto dei diritti umani promuova la pace e la pace renda possibile il rispetto dei diritti umani".
DELSS/ISRAELE:PALESTINA/TOMASI:GINEVRA               VIS 20061121 (460)


VISITA UFFICIALE ARCIVESCOVO CANTERBURY AL SANTO PADRE

CITTA' DEL VATICANO, 21 NOV. 2006 (VIS). Un Comunicato del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani rende noto che l'Arcivescovo di Canterbury e Primate della Comunione Anglicana, S.G. Dottor Rowan Williams, compirà una visita ufficiale al Santo Padre dal 21 al 26 novembre.

  S.G. l'Arcivescovo Williams, accompagnato dalla consorte e dal figlio, guida una Delegazione composta di otto persone, e, la sua visita a Roma coincide con "il quarantesimo anniversario dell'incontro di Papa Paolo VI e dell'Arcivescovo Michael Ramsey (22-24 marzo 1966)" ed intende "esprimere l'importanza che la Comunione Anglicana attribuisce alle relazioni con la Chiesa Cattolica e al dialogo teologico intrapreso con la creazione, annunciata da Paolo VI e da Michael Ramsey della 'Anglican - Roman Catholic International Commission' (ARCIC)".

  Momento più saliente della visita dell'Arcivescovo di Canterbury sarà l'incontro privato con il Santo Padre, giovedì 23 novembre, che sarà poi esteso ai membri della Delegazione e ai rappresentanti cattolici, guidati dal Cardinale Cormac Murphy-O'Connor, Arcivescovo di Westminster, che accompagnano l'Arcivescovo Williams a Roma.

 Dopo l'udienza, Papa Benedetto XVI e il Primate Williams si recheranno insieme nella Cappella 'Redemptoris Mater' del Palazzo Apostolico per la Recita dell'Ora Media.

  Il 22 novembre, l'Arcivescovo Williams e il Cardinale Walter Kasper, si recheranno nella Cappella Sistina, per un momento di raccoglimento e preghiera e per ricordare l'incontro avvenuto in quel luogo, quarant'anni fa, tra Paolo VI e Michael Ramsey.

  Il 24 novembre nella Basilica di Santa Maria sopra Minerva avrà luogo una celebrazione ecumenica dei Vespri.

  Durante la visita l'Arcivescovo ed il Cardinale Kasper avranno modo di intrattenersi ampiamente sui nuovi sviluppi nelle relazioni cattoliche-anglicane, sulla programmazione ed i contenuti del nuovo ciclo di dialogo dell'ARCIC, dopo la pubblicazione dell'ultimo documento della Commissione "Mary: Grace and Hope in Christ" (maggio 2005), sui lavori della Commissione istituita nel 2000 "International Anglican - Roman Commission for Unity and Mission" (IARCCUM) e sulla situazione ecumenica in generale.

  In occasione della visita si terranno anche le "Informal Talks", un incontro annuale di reciproca informazione, coordinamento delle iniziative di dialogo e scambio.

  La visita dell'Arcivescovo coincide anche con la celebrazione del quarantesimo anniversario di fondazione dello "Anglican Centre" a Roma, che svolge una benemerita attività per favorire l'incontro e la reciproca conoscenza tra cattolici ed anglicani. L'attuale Direttore, il Vescovo John Flack, rappresentante della Comunione Anglicana presso la Santa Sede, fa parte del seguito che accompagna l'Arcivescovo Rowan Williams nella sua visita.

  Prima di lasciare Roma, domenica 26 novembre, S.G. l'Arcivescovo Williams presiederà nel pomeriggio di quel giorno una Liturgia anglicana nella Basilica di Santa Sabina all'Aventino.
OP/VISITA ARCIVESCOVO CANTERBURY/WILLIAMS       VIS 20061121 (460)


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