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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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mercoledì 7 febbraio 2007

ALTRI ATTI PONTIFICI


CITTA' DEL VATICANO, 7 FEB. 2007 (VIS). Il Santo Padre:

- Ha nominato il Vescovo Josè Alberto Moura, C.S.S., finora Vescovo di Uberlândia (Brasile), Arcivescovo Metropolita di Montes Claros (superficie: 45.520; popolazione: 732.679; cattolici: 549.509; sacerdoti: 62; religiosi: 122; diaconi permanenti: 9), Brasile. L'Arcivescovo eletto è nato a Ituiutaba (Brasile), nel 1943, ha emesso la professione religiosa nella Congregazione delle Santissime Stimmate nel 1964, è stato ordinato sacerdote nel 1971 ed ha ricevuto l'ordinazione episcopale nel 1990. Succede all'Arcivescovo Geraldo Majela de Castro, O.Praem., del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima Arcidiocesi, presentata per raggiunti limiti d'età.

- Ha nominato il Padre Chacko Aerath, O.I.C., finora Maestro dei Novizi della Provincia di Navajyothy della Congregazione dell'Imitazione di Cristo (India), Visitatore Apostolico per i fedeli Siro-Malankaresi dell'India, fuori dal "territorium proprium", elevandolo in pari tempo alla dignità episcopale. Il Vescovo eletto è nato a Karikulam (India) nel 1960, è stato ordinato sacerdote nel 1986.
NER:RE:NA/.../MOURA:MAJELA:AERATH                              VIS 20070207 (170)


SOSTEGNO SANTA SEDE INIZIATIVE CONTRO LA PENA DI MORTE


CITTA' DEL VATICANO, 7 FEB. 2007 (VIS). Oggi è stata resa pubblica la dichiarazione della Santa Sede al Congresso Mondiale sulla pena di morte, che ha avuto luogo a Parigi (Francia), dall'1 al 3 febbraio scorso.

  "Il Congresso di Parigi" - si legge nel testo - "ha luogo  in un momento in cui la campagna per l'abolizione della pena di morte ha dovuto far fronte alle inquietanti sfide in ragione delle recenti esecuzioni. Le coscienze sono state risvegliate dalla preoccupazione di un maggiore riconoscimento della dignità inalienabile degli esseri umani e dell'universalità e integralità dei diritti umani, cominciando dal diritto alla vita".

  Come negli ultimi due congressi sul medesimo tema "la Santa Sede coglie questa occasione per accogliere e riaffermare il suo sostegno a tutte le iniziative volte a difendere il valore implicito e l'inviolabilità di ogni vita umana dal concepimento fino alla morte naturale. In tale prospettiva, la Santa Sede richiama l'attenzione sul fatto che l'uso della pena di  morte è non soltanto rifiuto del diritto alla vita ma anche un affronto alla dignità umana".

  "Mentre la Chiesa cattolica continua a sostenere che le autorità legittime dello Stato hanno il dovere di proteggere la società dagli aggressori, e che certi stati hanno tradizionalmente incluso la pena capitale fra i mezzi utilizzati per conseguire tale fine, difficilmente si può giustificare oggi la scelta di una tale opzione. Gli stati hanno a loro disposizione nuovi mezzi  'di prevenire efficacemente i crimini, rendendo colui che ha commesso un'offesa incapace di fare del male - senza togliere definitivamente al reo la possibilità di emendarsi'. 'Se i mezzi incruenti sono sufficienti per difendere le vite umane dall'aggressore e per proteggere l'ordine pubblico e la sicurezza delle persone, l'autorità si limiterà a questi mezzi, poiché essi sono meglio rispondenti alle condizioni concrete del bene comune e sono più conformi alla dignità della persona umana'".

  "Ogni decisione di pena capitale comporta numerosi rischi: il pericolo di punire persone innocenti; la tentazione di promuovere forme violente di vendetta più che un vero senso di giustizia sociale; un'offesa evidente contro l'inviolabilità della vita umana (...) e, per i cristiani, si tratta anche del disprezzo dell'insegnamento evangelico sul perdono".

  "La Santa Sede " - conclude il testo - "rinnova il suo apprezzamento per gli organizzatori del Convegno e per i governi, per i gruppi che lavorano (...) all'abolizione della pena capitale e per porre una moratoria universale alla sua applicazione".
DELSS/PENA DI MORTE/PARIGI                           VIS 20070207 (420)


DIFENDERE CULTURA DELLA VITA E DELLA LEGALITÀ


CITTA' DEL VATICANO, 7 FEB. 2007 (VIS). Questa mattina, nella Basilica Vaticana, il Santo Padre Benedetto XVI ha incontrato i Presuli della Conferenza Episcopale della Lombardia, in occasione della Visita "ad Limina Apostolorum" accompagnati dai fedeli in pellegrinaggio dalle diocesi lombarde.

  Papa Benedetto XVI ha affermato nel suo discorso, che la Chiesa di Lombardia "ha un ruolo importante da continuare a svolgere nella società lombarda: annunciare e testimoniare il Vangelo in ogni suo ambito, specialmente dove emergono i tratti negativi di una cultura consumistica ed edonistica, del secolarismo e dell'individualismo, dove si registrano antiche e nuove forme di povertà con segnali preoccupanti del disagio giovanile e fenomeni di violenza e di criminalità. Se le Istituzioni e le varie agenzie educative sembrano talora attraversare momenti di difficoltà, non mancano, però, grandi risorse ideali e morali nel vostro popolo, ricco di nobili tradizioni familiari e religiose".

  Il campo d'azione dei cattolici è vasto, ha proseguito il Pontefice, affermando: "Si tratta, da una parte, di difendere e promuovere la cultura della vita umana e della legalità, dall'altra è necessaria una sempre più coerente conversione a Cristo personale e comunitaria. Per crescere infatti nella fedeltà all'uomo, creato a immagine e somiglianza del Creatore, occorre con coerenza penetrare più intimamente nel mistero di Cristo e diffonderne il messaggio di salvezza. Dobbiamo fare di tutto per conoscere sempre meglio la figura di Gesù, per avere di Lui una conoscenza non soltanto 'di seconda mano', ma una conoscenza attraverso l'incontro nella preghiera, nella liturgia, nell'amore per il prossimo. È un impegno certamente difficile, ma sono di conforto le parole del Signore: 'Ecco, io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo'".

  "Si intensifichi, pertanto," - ha esortato il Papa - "la vostra testimonianza evangelica perché in ogni ambiente i cristiani, guidati dallo Spirito Santo che dimora nella Chiesa e nei cuori dei fedeli come in un tempio, siano segni vivi della speranza soprannaturale. Vi incoraggio, cari Vescovi, a guidare l'alacre popolo lombardo su tale cammino, contando in ogni situazione sull'indefettibile assistenza divina".
AG/CULTURA VITA:LEGALITÀ/VESCOVI LOMBARDIA     VIS 20070207 (350)


NASCITA DELLA REALTÀ DELLA CHIESA NELLE CASE DEI CREDENTI


CITTA' DEL VATICANO, 7 FEB. 2007 (VIS). Il Santo Padre Benedetto XVI ha dedicato la catechesi dell'Udienza Generale odierna ai primi testimoni della fede cristiana, i coniugi romani Priscilla e Aquila, collaboratori di San Paolo a Corinto. Espulsi da Roma a seguito della decisione dell'imperatore Claudio di cacciare i Giudei residenti nell'Urbe per i tumulti attribuiti ai seguaci di Cristo, giunsero a Corinto all'inizio degli anni '50, dove conobbero Paolo, che, come loro, esercitava lo stesso mestiere di fabbricatore di tende.

  Priscilla fu "una persona attiva e di molto valore nella storia del cristianesimo romano" e con il marito Aquila, ha spiegato il Papa, ebbe un ruolo importantissimo  "nell'ambito della Chiesa primitiva: quello cioè di accogliere nella propria casa il gruppo dei cristiani locali, quando essi si radunavano per ascoltare la Parola di Dio e per celebrare l'Eucaristia. È proprio quel tipo di adunanza che è detto in greco 'ekklesìa' - la parola latina è 'ecclesia', quella italiana 'chiesa' - che vuol dire convocazione, assemblea, adunanza. Nella casa di Aquila e Priscilla, quindi, si riunisce la Chiesa, la convocazione di Cristo, che celebra qui i sacri Misteri. E così possiamo vedere la nascita proprio della realtà della Chiesa nelle case dei credenti".

  "I cristiani, infatti, fin verso il secolo III° non avevano propri luoghi di culto" - ha ricordato il Pontefice, sottolineando che: "Nella prima metà del I secolo e nel II secolo, le case dei cristiani diventano vera e propria 'chiesa'. (...)  Una cosa è certa: insieme alla gratitudine di quelle prime Chiese, di cui parla San Paolo, ci deve essere anche la nostra, poiché grazie alla fede e all'impegno apostolico di fedeli laici, di famiglie, di sposi come Priscilla e Aquila il cristianesimo è giunto alla nostra generazione. Poteva crescere non solo grazie agli Apostoli che lo annunciavano. Per radicarsi nella terra del popolo, per svilupparsi vivamente, era necessario l'impegno di queste famiglie, di questi sposi, di queste comunità cristiane, di fedeli laici che hanno offerto l''humus' alla crescita della fede".

  "E sempre, solo così cresce la Chiesa" - ha esclamato il Pontefice - "In particolare, questa coppia dimostra quanto sia importante l'azione degli sposi cristiani. Quando essi sono sorretti dalla fede e da una forte spiritualità, diventa naturale un loro impegno coraggioso per la Chiesa e nella Chiesa. (...) Un'ulteriore lezione non trascurabile possiamo trarre dal loro esempio: ogni casa può trasformarsi in una piccola chiesa".

  "Non a caso" - ha proseguito il Pontefice - "nella 'Lettera agli Efesini' Paolo paragona il rapporto matrimoniale alla comunione sponsale che intercorre tra Cristo e la Chiesa. Anzi, potremmo ritenere che l'Apostolo indirettamente moduli la vita della Chiesa intera su quella della famiglia. E la Chiesa, in realtà, è la famiglia di Dio".

  "Onoriamo perciò Aquila e Priscilla come modelli di una vita coniugale responsabilmente impegnata a servizio di tutta la comunità cristiana" - ha concluso il Pontefice - "E troviamo in loro il modello della Chiesa, famiglia di Dio per tutti i tempi".
AG/PRISCILLA:AQUILA/...                           VIS 20070207 (520)


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