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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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mercoledì 23 aprile 2003

GIOVEDÌ SANTO: MESSA DEL CRISMA E DELLA CENA DEL SIGNORE


CITTA' DEL VATICANO, 17 APR. 2003 (VIS). Alle 9:30 di questa mattina, Giovedì Santo, nella Basilica Vaticana, il Santo Padre Giovanni Paolo II ha presieduto la Santa Messa Crismale. Hanno concelebrato con il Santo Padre, Cardinali, Vescovi e Presbiteri presenti a Roma. Dopo la rinnovazione delle promesse sacerdotali, sono stati benedetti l'olio dei catecumeni, degli infermi e il crisma.

Nell'omelia, il Santo Padre ha confermato che nell'Eucaristia "si rende presente ed efficace il mistero di Cristo unico e sommo Sacerdote della nuova ed eterna Alleanza".

Il Santo Padre ha esortato i sacerdoti affinché "non si spenga in noi l'entusiasmo spirituale dell'Ordinazione presbiterale". Ai fedeli ha detto di pregare "per i sacerdoti perché siano attenti dispensatori dei doni della grazia divina, in modo speciale della misericordia di Dio nel sacramento della Confessione e del Pane di vita nell'Eucaristia, vivo memoriale della morte e risurrezione di Cristo".

"Per sottolineare l'attualità del grande memoriale della redenzione, nella Messa 'in Cena Domini', firmerò l'Enciclica dal titolo: 'Ecclesia de Eucharistia', che ho voluto indirizzare in special modo a voi, cari Sacerdoti, in luogo della consueta Lettera del Giovedì santo. Accoglietela come un dono particolare in occasione del 25° anno del mio ministero petrino e fatela conoscere alle anime affidate alle vostre cure pastorali".

Alle ore 17.30 nella Basilica di San Pietro, Giovanni Paolo II ha presieduto la concelebrazione della Santa Messa nella Cena del Signore, durante la quale ha firmato l'Enciclica 'Ecclesia de Eucharistia'. Il Cardinale Ratzinger e il Cardinale Sodano hanno lavato i piedi a 12 sacerdoti. Al momento della presentazione dei doni è stata affidata al Papa un'offerta destinata alle popolazioni colpite dalla guerra in Iraq.

Il Papa ha sottolineato che "la lavanda dei piedi e il sacramento dell'Eucaristia sono due manifestazioni di uno stesso mistero d'amore affidato ai discepoli, 'perché - dice Gesù - come ho fatto io, facciate anche voi'".

"Mistero veramente grande è l'Eucaristia! Mistero 'incomprensibile' per la ragione umana, ma così luminoso per gli occhi della fede! La Mensa del Signore nella semplicità dei simboli eucaristici - il pane e il vino condivisi - si rivela anche quale mensa della concreta fratellanza. Il messaggio che da essa promana è troppo chiaro perché lo si possa ignorare: quanti prendono parte alla Concelebrazione eucaristica non possono restare insensibili di fronte alle attese dei poveri e dei bisognosi".

"Proprio in questa prospettiva desidero che le offerte raccolte durante questa Celebrazione vadano ad alleviare le urgenti necessità di quanti soffrono in Iraq per le conseguenze della guerra. Un cuore che ha sperimentato l'amore del Signore si apre spontaneamente alla carità verso i fratelli".

Giovanni Paolo II ha concluso con l'affermazione che l'Eucaristia "è dono grande per la Chiesa e per il mondo. Proprio perché sia riservata sempre più profonda attenzione al sacramento dell'Eucaristia, ho voluto offrire all'intera Comunità dei credenti un'Enciclica, il cui tema focale è il Mistero eucaristico".
JPII-SETTIMANA SANTA/GIOVEDÌ SANTO/… VIS 20030423 (490)

TELEGRAMMA PER LA MORTE DEL CARDINALE AURELIO SABATTANI


CITTA' DEL VATICANO, 19 APR. 2003 (VIS). Di seguito riportiamo il testo del telegramma che il Santo Padre Giovanni Paolo II ha fatto pervenire alla Signora Teresa Sabattani, sorella del Cardinale Aurelio Sabattani, scomparso questa mattina nella sua casa in Vaticano, all'età di 90 anni. Il Cardinale Sabattani era Prefetto emerito del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, Arciprete emerito della Patriarcale Basilica Vaticana e Vicario Generale emerito per la Città del Vaticano:

"Nell'apprendere la triste notizia della scomparsa del suo caro fratello Cardinale Aurelio Sabattani desidero esprimere a lei a ai familiari la mia viva partecipazione al lutto che colpisce quanti conobbero e stimarono il compianto Porporato, insigne giurista, per tanti anni solerte collaboratore della Santa Sede, in particolare nel Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica e come Arciprete della Patriarcale Basilica di San Pietro, rendendo ovunque una apprezzata testimonianza di fervoroso zelo sacerdotale e di fedeltà al Vangelo. Mentre elevo fervide preghiere al Signore Gesù affinché auspice la Vergine Maria voglia donare al defunto Cardinale il premio eterno promesso ai suoi fedeli discepoli, invio di cuore a lei e a quanti ne piangono la dipartita, una speciale confortatrice Benedizione Apostolica".
TGR/MORTE SABATTANI/… VIS 20030423 (200)

VENERDÌ SANTO: PASSIONE DEL SIGNORE E VIA CRUCIS


CITTA' DEL VATICANO, 18 APR. 2003 (VIS). Come di consueto oggi, Venerdì Santo, nella Basilica Vaticana, il Santo Padre Giovanni Paolo II ha confessato alcuni fedeli e ha presieduto la celebrazione della Passione del Signore. La sera alle 21:15 ha presieduto il pio esercizio della Via Crucis al Colosseo.

Verso mezzogiorno, il Papa è sceso nella Basilica di San Pietro per confessare dieci persone di diverse nazionalità. Ha poi salutato i numerosi fedeli che a quell'ora si trovavano nella Basilica.

Alle 17.00, ha presieduto la celebrazione della Passione del Signore, durante la quale il Predicatore della Casa Pontificia, Padre Raniero Cantalamessa, O.F.M. Cap., ha pronunciato l'omelia. La liturgia è proseguita con la Preghiera universale, l'adorazione della Santa Croce e la Santa Comunione.

La Via Crucis è iniziata al Colosseo poco dopo le 21.15. Il Papa, seduto su una sedia posta sul Colle Palatino, ha presieduto la celebrazione alla quale hanno partecipato 30.000 persone. I testi delle meditazioni proposte quest'anno sono stati scritti dal Santo Padre.

Durante le prime 13 stazioni, la croce è stata portata dal Cardinale Camillo Ruini, Vicario Generale della Diocesi di Roma, e da fedeli provenienti dalla Colombia, dalla Liberia, dalla Sierra Leone, dall'Egitto, dalla Terra Santa, dall'Italia e dall'Iraq. Durante la quattordicesima ed ultima stazione, la Croce è stata portata da Giovanni Paolo II.

Al termine della celebrazione, invece di leggere il testo preparato, il Santo Padre ha pronunciato alcune parole a braccio: "'Ecce lignum crucis in quo salus mundi pependit. …. Venite adoremus'. Abbiamo sentito questa parola nell'odierna liturgia: ecco il legno della croce. È la parola chiave del Venerdì Santo. (…) E dopodomani canteremo: 'Surrexit de sepulchro … qui pronobis pependi in ligno'".

"Auguro a tutti noi di vivere questo Triduo il più profondamente possibile. Siamo come ogni anno qui, intorno al Colosseo. È un simbolo. (…) È difficile trovare un altro posto dove il Mistero della Croce parli più eloquentemente che qui, davanti a questo Colosseo".

Nel testo preparato per l'occasione, il Papa scrive: "Quanti nostri fratelli e sorelle stanno rivivendo nella loro carne il dramma del Calvario! Quanto numerose sono le 'vie crucis' dimenticate! Penso alle tragiche immagini di violenza, di guerre e di conflitti, che quotidianamente ci giungono da tanti luoghi; all'angoscia e al dolore di individui e di popoli d'ogni Continente; alla morte per fame e per stenti di migliaia di adulti e di bambini innocenti; allo sfregio della dignità umana, purtroppo perpetrato a volte nel nome di Dio. Possiamo restare indifferenti dinanzi a questo lancinante grido di dolore che si leva da tante parti del Pianeta?".

"Quando gli esseri umani tacciono impotenti dinanzi a queste inquietanti domande, la risposta è offerta dalla fede. È una risposta racchiusa nell'evento stesso che quest'oggi commemoriamo: la morte di Cristo. (…) La vittoria definitiva non è della morte. L'ultima parola è di Dio, che risusciterà, il terzo giorno, il Figlio unigenito immolato per noi".
JPII-SETTIMANA SANTA/VENERDÌ SANTO/… VIS 20030423 (490)

ALTRI ATTI PONTIFICI


CITTA' DEL VATICANO, 17 APR. 2003 (VIS). Il Santo Padre:

- Ha nominato il Vescovo Jerzy Mazur, S.V.D., finora Vescovo di San Giuseppe a Irkutsk (Federazione Russa), Vescovo di Elk (superficie: 11.000; popolazione: 470.000; cattolici: 440.000; sacerdoti: 297; religiosi: 176), Polonia.

- Ha nominato il Vescovo Cyryl Klimowicz, finora Vescovo Ausiliare di Minsk-Mohilev (Bielorussia), Vescovo di San Giuseppe a Irkutsk (superficie: 9.960.000; popolazione: 15.500.000; cattolici: 49.000; sacerdoti: 42; religiosi: 80), Federazione Russa).
NER/…/MAZUR:KLIMOWICZ/… VIS 20030423 (80)

IL CRISTO RISORTO APRE I CUORI ALLA GIOIA E ALLA SPERANZA


CITTA' DEL VATICANO, 21 APR. 2003 (VIS). Questa mattina alle 12.00, il Papa si è affacciato alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare il 'Regina Coeli', preghiera che sostituisce l'Angelus durante il tempo di Pasqua. Prima della recita della preghiera, il Santo Padre ha rivolto alcune parole ai numerosi fedeli riuniti nella Piazza sottostante.

Il Papa ha fatto notare che "il lunedì di Pasqua viene chiamato 'Lunedì dell'Angelo' a ricordo di quanto avvenne all'alba di quel primo giorno dopo il sabato. Fu un Angelo, infatti, a rincuorare le donne che, accorse al sepolcro, erano smarrite e preoccupate avendo trovato la tomba vuota. 'Non abbiate paura!' disse loro. 'È risorto non è qui'. E aggiunse: 'Ora andate' ad annunciare questa notizia agli Apostoli".

Il Santo Padre ha detto: "Anche per noi hanno grande valore queste parole dell'Angelo, che riascoltiamo sempre con intima emozione. Se infatti Cristo è risorto, tutto cambia e acquistano senso nuovo la vita e la storia".

Il Papa ha proseguito le sue riflessioni affermando: "Con semplicità e chiarezza, Pietro afferma che il Cristo crocifisso è vivo, è risorto e 'tutti noi ne siamo testimoni'. Da allora la Chiesa non ha cessato di proclamare questa stessa 'buona novella'. È urgente che tutti gli uomini conoscano e incontrino Cristo, crocifisso e risorto, e da Lui si lascino conquistare. A quanti l'accolgono Egli apre il cuore a quella gioia vera che rende nuova, bella e ricca di speranza l'umana esistenza".
ANG/LUNEDÌ DI PASQUA/… VIS 20030423 (250)

MESSAGGIO PASQUALE: APPELLO PER LA PACE


CITTA' DEL VATICANO, 20 APR. 2003 (VIS). In una Piazza San Pietro gremita di migliaia di fedeli, il Santo Padre Giovanni Paolo II ha celebrato, sotto una pioggia battente, la Santa Messa del giorno nella Pasqua di Risurrezione, la venticinquesima del suo Pontificato. Al termine della celebrazione, il Papa ha pronunciato il Messaggio Pasquale; ha quindi impartito la benedizione 'Urbi et Orbi', e rivolto parole di saluto ai fedeli in 62 lingue.

Fedeli di tutto il mondo hanno potuto seguire l'evento in televisione e alla radio. Cinquantaquattro paesi e ottanta reti televisive hanno trasmesso le celebrazioni con commenti in lingua locale. I fiori, le piante e gli alberi che adornavano Piazza San Pietro il giorno di Pasqua, molti dei quali nei colori pontifici di giallo e bianco, sono stati forniti da floricoltori olandesi, consuetudine degli ultimi diciotto anni. I fiori, ordinati ad ottobre, sono arrivati in Vaticano tra Giovedì Santo e Sabato Santo. Il Papa ha voluto rivolgere un saluto speciale ai floricoltori olandesi.

Di seguito riportiamo alcuni estratti del Messaggio Pasquale del Santo Padre:

"E' risorto dal sepolcro il Signore, che per noi fu appeso alla croce. Alleluia!".

"Questo annuncio è il fondamento della speranza dell'umanità. Se infatti Cristo non fosse risorto, non solo sarebbe vana la nostra fede, ma vana sarebbe anche la nostra speranza, perché il male e la morte ci terrebbero tutti in ostaggio".

"'Pace a voi!' Questo è il primo saluto del Risorto ai discepoli; saluto che quest'oggi ripete al mondo intero. O Buona Novella tanto attesa e desiderata! O annuncio consolante per chi è oppresso sotto il peso del peccato e delle sue molteplici strutture! Per tutti, specialmente per i piccoli e i poveri, proclamiamo oggi la speranza della pace, della pace vera, fondata sui solidi pilastri dell'amore e della giustizia, della verità e della libertà".

"'Pacem in terris. La pace sulla terra, anelito profondo degli esseri umani di tutti i tempi può essere instaurata e consolidata solo nel pieno rispetto dell'ordine stabilito da Dio'. Con queste parole inizia la storica Enciclica, con la quale quarant'anni or sono il Beato Papa Giovanni XXIII indicò al mondo la via della pace. Sono parole quanto mai attuali all'alba del terzo millennio, tristemente oscurata da violenze e conflitti".

"Pace in Iraq! Con il sostegno della Comunità internazionale, gli Iracheni diventino protagonisti di una solidale ricostruzione del loro Paese. Pace nelle altre regioni del mondo, dove guerre dimenticate e conflitti striscianti provocano morti e feriti tra il silenzio e l'oblio di non poca parte della pubblica opinione. Con profonda pena penso alla scia di violenza e di sangue che non accenna a finire in Terra Santa. Penso alla tragica situazione di non pochi Paesi del Continente africano, che non può essere abbandonato a se stesso. Ho ben presenti i focolai di tensione E gli attentati alla libertà dell'uomo nel Caucaso, in Asia ed in America Latina, regioni del mondo a me ugualmente care".

"Si spezzi la catena dell'odio, che minaccia l'ordinato sviluppo della famiglia umana. Ci conceda Iddio di essere liberati dal pericolo di un drammatico scontro tra le culture e le religioni. La fede e l'amore verso Dio rendano i credenti di ogni religione artefici coraggiosi di comprensione e di perdono, pazienti tessitori di un proficuo dialogo interreligioso, che inauguri un'era nuova di giustizia e di pace".

"Per quanto buio possa apparire l'orizzonte dell'umanità, oggi celebriamo il trionfo sfolgorante della gioia pasquale. Se un vento contrario ostacola il cammino dei popoli, se si fa burrascoso il mare della storia, nessuno ceda allo sgomento e alla sfiducia! Cristo è risorto; Cristo è vivo tra noi, realmente presente nel sacramento dell'Eucaristia, Egli si offre quale Pane di salvezza, Pane dei poveri, Cibo dei pellegrini".
JPII-PASQUA/MESSAGGIO:URBI ET ORBI/… VIS 20030423 (640)

SABATO SANTO: BATTESIMO E CONFERMAZIONE DI CATECUMENI


CITTA' DEL VATICANO, 19 APR. 2003 (VIS). Alle ore 20.00, nella Basilica di San Pietro, il Papa ha presieduto la solenne Veglia della Notte Santa di Pasqua durante la quale ha amministrato i Sacramenti del Battesimo, della Confermazione e dell'Eucaristia a sette catecumeni provenienti da Stati Uniti, Italia, Nigeria, Burkina Faso, Tunisia, Burundi e Giappone.

La Veglia è iniziata nell'atrio della Basilica con la benedizione del fuoco e l'accensione del cero pasquale. Alla processione verso l'altare con il cero e il canto dell'Exulet, sono seguite la Liturgia della Parola, la Liturgia Battesimale e la Liturgia Eucaristica.

Nell'omelia, il Papa ha parlato delle donne che vanno al sepolcro dove è stato deposto il corpo di Gesù, ma non lo trovano perché è risorto. "Questa sconvolgente notizia, destinata a cambiare le sorti della storia, continua da allora ad echeggiare di generazione in generazione: annuncio antico e sempre nuovo. È risuonata ancora una volta durante questa Veglia pasquale, madre di tutte le Veglie, e si sta diffondendo in queste ore per tutta la Terra".

"O sublime mistero di questa Notte Santa! Notte nella quale riviviamo l'evento straordinario della Resurrezione! Se Cristo fosse rimasto prigioniero del sepolcro, l'umanità e l'intero creato, in un certo modo, avrebbero perduto il loro senso. Ma tu, Cristo, sei veramente risorto!".

Dopo aver ricordato che mediante il Battesimo, "si entra a far parte del popolo dei redenti", il Santo Padre si è rivolto ai sette catecumeni che dovevano ricevere i Sacramenti dell'iniziazione cristiana: il Battesimo, la Confermazione, l'Eucaristia: "Entrate così nella Casa del Signore, venite consacrati con olio di letizia e potete cibarvi del Pane del cielo. Sorretti dalla potenza dello Spirito Santo, perseverate nella vostra fedeltà a Cristo, e proclamate con coraggio il suo Vangelo".
JPII-SETTIMANA SANTA/SABATO SANTO/… VIS 20030423 (300)

PASQUA: VITTORIA DI CRISTO SUL PECCATO E SUL MALE


CITTA' DEL VATICANO, 23 APR. 2003 (VIS). Il Santo Padre Giovanni Paolo II ha dedicato l'Udienza Generale di oggi, tenutasi in Piazza San Pietro, all'Ottava di Pasqua: i giorni che seguono la Domenica di Pasqua quando la Chiesa gioiosamente proclama con cantico di lode e di ringraziamento che con la sua morte, Gesù ha "liberato l'uomo dalla schiavitù del male e del peccato".

Il Papa ha indicato che "dopo la sua risurrezione, il Signore appare più volte ai discepoli" e che Giovanni l'Evangelista "in particolare, pone in evidenza le prime parole rivolte dal Maestro risorto ai discepoli. 'Pace a voi'. (…) Quest'espressione, 'pace a voi', in ebraico 'shalom', contiene e sintetizza, in un certo modo, tutto il messaggio pasquale".

Il Santo Padre ha spiegato che la pace "nasce da un profondo rinnovamento del cuore dell'uomo. Non è dunque il risultato di sforzi umani né può essere raggiunta soltanto grazie ad accordi fra persone e istituzioni. È piuttosto un dono da accogliere con generosità, da custodire con cura, e da far fruttificare con maturità e con responsabilità. Per quanto travagliate siano le situazioni e forti le tensioni e i conflitti, nulla può resistere all'efficace rinnovamento portato dal Cristo risorto. È Lui la nostra pace".

Giovanni Paolo II ha indicato che l'Ottava di Pasqua concluderà domenica prossima, chiamata anche domenica della Divina Misericordia. "Con la morte in Croce, Cristo ci ha riconciliato con Dio e ha posto le basi nel mondo di una fraterna convivenza fra tutti. (…) Il sangue del Redentore ha lavato i nostri peccati. Abbiamo così sperimentato la potenza rinnovatrice del suo perdono. La misericordia divina apre il cuore verso i fratelli, ed è con il perdono offerto e ricevuto che si costruisce la pace nelle famiglie e in ogni altro ambiente di vita".
AG/OTTAVA DI PASQUA:PACE/… VIS 20030423 (310)
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