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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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martedì 30 giugno 2009

VESCOVI VIÊT NAM: CONTINUARE A TESTIMONIARE DONO FEDE


CITTA' DEL VATICANO, 27 GIU. 2009 (VIS). Questa mattina il Santo Padre ha ricevuto i Presuli della Conferenza Episcopale del Viêt Nam al termine della quinquennale Visita "ad Limina Apostolorum".

  Il Papa ha rievocato la figura del Cardinale Paul Joseph Pham Dinh Tung, mancato nel febbraio scorso, che fu per molti anni Arcivescovo di Hà Nôi. Nel contempo Benedetto XVI ha auspicato che "l'esempio di santità, di umiltà, di semplicità di vita dei grandi pastori del vostro Paese siano per voi uno stimolo nel vostro ministero episcopale al servizio del popolo vietnamita, al quale vorrei manifestare la mia profonda stima".

  Ricordando l'Anno Sacerdotale, inaugurato qualche giorno fa, Benedetto XVI ha sottolineato che: "Per essere una guida autentica e conforme al cuore di Dio e all'insegnamento della Chiesa, il sacerdote deve approfondire la sua vita interiore e anelare alla santità come l'umile Curato d'Ars".

  "Nella vostra Lettera pastorale dell'anno passato avete  dedicato particolare attenzione ai fedeli laici, evidenziando il ruolo della loro vocazione nell'ambito della famiglia. (...) I laici cattolici" - ha ribadito Benedetto XVI - "devono dimostrare con la propria vita fondata sulla carità, l'onestà, l'amore del bene comune, che un buon cattolico è anche un buon cittadino. Perciò curate in particolare la formazione promuovendone la vita di fede ed il livello culturale affinché possano bene servire la Chiesa e la società".

  "Sarebbe auspicabile" - ha proseguito il Papa - "sviluppare una appropriata pastorale per i giovani migranti interni, rafforzando la collaborazione fra le diocesi di origine dei giovani e le diocesi di accoglienza e prodigando consigli etici e direttive pratiche".

  "La Chiesa in Viêt Nam" - ha ricordato inoltre Papa Benedetto XVI - "si prepara a celebrare il 50° anniversario dell'erezione della gerarchia episcopale vietnamita. (...) In questa occasione si inviti il popolo di Dio a rendere grazie per il dono della fede in Gesù-Cristo. Questo dono è stato accolto generosamente, vissuto e testimoniato da numerosi martiri, che hanno voluto proclamare la verità e l'universalità della fede in Dio".

  "Davanti alle numerose sfide che la testimonianza deve attualmente affrontare, è necessaria una più stretta collaborazione fra le diverse Diocesi, fra le Diocesi e le Congregazioni religiose, e fra queste ultime".

  "Voi sapete" - ha aggiunto il Papa - "che una sana collaborazione fra la Chiesa e la comunità politica è possibile. (...) La Chiesa non intende in alcun modo sostituirsi ai responsabili di governo, essa intende soltanto, in uno spirito di dialogo e di rispettosa collaborazione, prendere una giusta parte alla vita della nazione, al servizio di tutto il popolo".

  "Mi sembra importante" - ha detto infine il Papa - "sottolineare che le religioni non rappresentano un pericolo per l'unità della Nazione, perché esse mirano ad aiutare l'individuo a santificarsi e, attraverso le proprie istituzioni, esse desiderano mettersi generosamente e disinteressatamente al servizio del prossimo".
AL/.../VIÊT NAM                                   VIS 20090630 (480)

CATTOLICI E ORTODOSSI CHIAMATI A UNA SOLA SPERANZA


CITTA' DEL VATICANO, 27 GIU. 2009 (VIS). Questa mattina il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto una Delegazione del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli, in occasione della Solennità dei Santi Pietro e Paolo, Apostoli. Come di consueto Sua Santità Bartolomeo I, Patriarca Ecumenico di Costantinopoli, in questa solennità, invia a Roma una Delegazione per ricambiare la visita della Delegazione della Santa Sede al Fanar nella festività di Sant'Andrea, fratello di San Pietro e Patrono della Chiesa di Costantinopoli.

  Quest'anno la Delegazione era formata dal Metropolita Emmanuel, di Francia, Direttore dell'Ufficio della Chiesa Ortodossa presso l'Unione Europea, dal Vescovo Athenagoras, di Sinope e Assistente del Metropolita del Belgio e dal Diacono Ioakim Billis di Fanar.

  Dando loro il benvenuto il Papa ha reso grazie a Dio "per tutti i frutti e i benefici che la celebrazione del bimillenario della nascita di San Paolo ha apportato. Noi celebreremo nella concordia la festa dei Santi Pietro e Paolo, i 'protothroni' degli Apostoli, così come li invoca la tradizione liturgica ortodossa, cioè coloro che occupano il primo posto fra gli Apostoli e sono chiamati 'maestri dell'ecumene".

  "Con la vostra presenza che è segno di fraternità ecclesiale, ci rammentate il nostro comune impegno nella ricerca della piena comunione. Voi già lo sapete, ma ho oggi la gioia di riconfermare che la Chiesa cattolica intende contribuire in tutti i modi possibili al ristabilimento della piena unità, in risposta alla volontà di Cristo per i suoi discepoli e conservando nella memoria l'insegnamento di Paolo che ci ricorda che siamo stati chiamati 'a una sola speranza'".

  "In tale prospettiva" - ha proseguito il Santo Padre - "possiamo considerare con fiducia il buon proseguimento dei lavori della Commissione Mista Internazionale per il dialogo teologico fra ortodossi e cattolici, che si riunirà nell'ottobre prossimo per affrontare una tema cruciale per i rapporti fra Oriente e Occidente, 'il ruolo del Vescovo di Roma nella comunione della Chiesa nel primo millennio".

  "Lo studio di questo aspetto" - ha sottolineato il Pontefice - "è davvero indispensabile per approfondire tale questione in modo globale, nell'attuale ambito della ricerca della piena comunione. La Commissione (...) sarà generosamente accolta dalla Chiesa Ortodossa di Cipro alla quale esprimiamo la nostra gratitudine per l'accoglienza fraterna, e, il clima di preghiera che circonderà i nostri colloqui non potrà che facilitare il nostro compito e la reciproca comprensione".

  "Desidero che i partecipanti al dialogo cattolico-ortodosso sappiano che le mie preghiere li accompagnano e che questo dialogo ha tutto il sostegno della Chiesa cattolica" - ha concluso il Papa - "Di tutto cuore, auguro che le incomprensioni e le tensioni fra i delegati ortodossi nelle ultime sessioni plenarie di questa Commissione, siano superate nell'amore fraterno in modo che tale dialogo sia più ampiamente rappresentativo dell'ortodossia".
AC/DELEGAZIONE COSTANTINOPOLI/EMMANUEL               VIS 20090630 (470)

CARDINALE SODANO LEGATO PONTIFICIO MILLENNIO LITUANIA


CITTA' DEL VATICANO, 27 GIU. 2009 (VIS). Questa mattina è stata resa pubblica la Lettera Pontificia, redatta in latino e datata 23 giugno, con la quale il Santo Padre nomina il Cardinale Angelo Sodano, Decano del Collegio Cardinalizio, Suo Legato Pontificio alla celebrazione del Millennio della Lituania, che si terrà a Vilnius, il 6 luglio 2009.

  La Missione Pontificia che accompagnerà il Cardinale Sodano, è composta dal Monsignore Grintaras Grusas, Segretario della Conferenza Episcopale Lituana; dal Padre Lionginas Virbalas, S.I.; Monsignor Piero Pioppo, Consigliere di Nunziatura in servizio presso la Segreteria di Stato e dal Monsignor Jean-François Lantheaume, Consigliere della Nunziatura Apostolica in Lituania.
BXVI-LETTERA/LEGATO PONTIFICIO/SODANO:VILNIUS VIS 20090630 (120)

UDIENZE


CITTA' DEL VATICANO, 27 GIU. 2009 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienze separate:

  - Quattro Presuli della Conferenza Episcopale del Viétnam, in Visita "ad Limina Apostolorum":

    - L'Arcivescovo Etienne Nguyên Nhu Thê, di Huê, con l'Ausiliare Vescovo François Xavier Lê Van Hông.

    - Il Vescovo Vincent Nguyên Van Ban, di Ban Mê Thuôt.

    - Il Vescovo Joseph Chau Ngoc Tri, di Dà Nang.

- Il Cardinale Giovanni Battista Re, Prefetto della Congregazione per i Vescovi.
AL:AP/.../...                                       VIS 20090630 (80)

SAN PAOLO ESEMPIO SACERDOTE IDENTIFICATO SUO MINISTERO


CITTA' DEL VATICANO, 28 GIU. 2009 (VIS). Alle ore 12:00 di oggi il Santo Padre Benedetto XVI si è affacciato alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l'Angelus con i fedeli ed i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro.

  Prima della recita dell'Angelus, il Papa ha ricordato: "Con la celebrazione dei Primi Vespri dei Santi Pietro e Paolo, che presiederò questa sera nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, si chiude l'Anno Paolino, indetto nel bimillenario della nascita dell'Apostolo delle genti. E' stato un vero tempo di grazia in cui, mediante i pellegrinaggi, le catechesi, numerose pubblicazioni e diverse iniziative, la figura di San Paolo è stata riproposta in tutta la Chiesa e il suo vibrante messaggio ha ravvivato ovunque, nelle comunità cristiane, la passione per Cristo e per il Vangelo".

  "La divina Provvidenza" - ha proseguito il Pontefice - "ha disposto che proprio pochi giorni fa, il 19 giugno, solennità del Sacro Cuore di Gesù, sia stato inaugurato un altro anno speciale, l'Anno Sacerdotale, in occasione del 150° anniversario della morte - 'dies natalis' - di Giovanni Maria Vianney, il Santo Curato d'Ars. (...) Qual è la finalità dell'Anno Sacerdotale? (...) Esso intende contribuire a promuovere l'impegno di interiore rinnovamento di tutti i sacerdoti per una loro più forte ed incisiva testimonianza evangelica nel mondo di oggi".

  "L'apostolo Paolo costituisce, in proposito, un modello splendido da imitare non tanto nella concretezza della vita - la sua infatti fu davvero straordinaria - ma nell'amore per Cristo, nello zelo per l'annuncio del Vangelo, nella dedizione alle comunità, nella elaborazione di efficaci sintesi di teologia pastorale. San Paolo è esempio di sacerdote totalmente identificato col suo ministero - come sarà anche il Santo Curato d'Ars -, consapevole di portare un tesoro inestimabile, cioè il messaggio della salvezza, ma di portarlo in un 'vaso di creta'".

  "'L'amore del Cristo ci possiede' - scrive l'Apostolo" - ha detto infine il Papa - "e questo può ben essere il motto di ogni sacerdote, che lo Spirito 'avvince' per farne un fedele amministratore dei misteri di Dio".
ANG/SACERDOTI/...                                       VIS 20090630 (350)

CELEBRAZIONE PRIMI VESPRI E CHIUSURA ANNO PAOLINO


CITTA' DEL VATICANO, 28 GIU. 2009 (VIS). Alle ore 18:00 di questo pomeriggio, il Santo Padre Benedetto XVI ha presieduto nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, la Celebrazione dei primi Vespri della Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, in occasione della chiusura dell'Anno Paolino. Era presente la Delegazione del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli, presieduta dal Metropolita Emmanuel di Francia.

  "Siamo raccolti presso la tomba dell'Apostolo, il cui sarcofago, conservato sotto l'altare papale, è stato fatto recentemente oggetto di un'attenta analisi scientifica" - ha detto il Santo Padre nell'omelia - "Nel sarcofago, che non è stato mai aperto in tanti secoli, è stata praticata una piccolissima perforazione per introdurre una speciale sonda, mediante la quale sono state rilevate tracce di un prezioso tessuto di lino colorato di porpora, laminato con oro zecchino e di un tessuto di colore azzurro con filamenti di lino. (...) Inoltre, piccolissimi frammenti ossei, sottoposti all'esame del carbonio 14 da parte di esperti ignari della loro provenienza, sono risultati appartenere a persona vissuta tra il I e il II secolo. Ciò sembra confermare l'unanime e incontrastata tradizione che si tratti dei resti mortali dell'apostolo Paolo. Tutto questo riempie il nostro animo di profonda emozione".

  Paolo "rimane il 'maestro delle genti', che vuol portare il messaggio del Risorto a tutti gli uomini, perché Cristo li ha conosciuti ed amati tutti; è morto e risorto per tutti loro. (...) Nella 'Lettera ai Romani', (...) afferma, come cosa fondamentale, che con Cristo è iniziato un nuovo modo di venerare Dio - un nuovo culto. (...) Non sono più le cose ad essere offerte a Dio. È la nostra stessa esistenza che deve diventare lode di Dio".

  "Ma come avviene questo? Nel secondo versetto ci vien data la risposta: 'Non conformatevi a questo mondo, ma lasciatevi trasformare rinnovando il vostro modo di pensare, per poter discernere la volontà di Dio…' (12, 2). Le due parole decisive di questo versetto sono: 'trasformare' e 'rinnovare'. Dobbiamo diventare uomini nuovi, trasformati in un nuovo modo di esistenza. Il mondo è sempre alla ricerca di novità, perché con ragione è sempre scontento della realtà concreta. Paolo ci dice: il mondo non può essere rinnovato senza uomini nuovi. (...) L'Apostolo ci esorta ad un non-conformismo. Nella nostra Lettera si dice: non sottomettersi allo schema dell'epoca attuale".

  "Paolo rende ancora più chiaro questo processo di 'rifusione' dicendo che diventiamo nuovi se trasformiamo il nostro modo di pensare. (...) La nostra ragione deve diventare nuova. (...) Il rinnovamento deve andare fino in fondo. (...) Il pensiero dell'uomo vecchio, il modo di pensare comune è rivolto in genere verso il possesso, il benessere, l'influenza, il successo, la fama e così via. Ma in questo modo ha una portata troppo limitata. Così, in ultima analisi, resta il proprio 'io' il centro del mondo. Dobbiamo imparare a pensare in maniera più profonda. Che cosa ciò significhi, lo dice san Paolo nella seconda parte della frase: bisogna imparare a comprendere la volontà di Dio, così che questa plasmi la nostra volontà. Affinché noi stessi vogliamo ciò che vuole Dio, perché riconosciamo che ciò che Dio vuole è il bello e il buono".

  "Lo stesso pensiero di un necessario rinnovamento del nostro essere persona umana, Paolo lo ha illustrato ulteriormente in due brani della 'Lettera agli Efesini' (...) Nel quarto capitolo della Lettera l'Apostolo ci dice che con Cristo dobbiamo raggiungere l'età adulta, un'umanità matura. (...) Paolo desidera che i cristiani abbiano una fede 'responsabile', una 'fede adulta'. La parola 'fede adulta' negli ultimi decenni è diventata uno slogan diffuso. Lo s'intende spesso nel senso dell'atteggiamento di chi non dà più ascolto alla Chiesa e ai suoi Pastori, ma sceglie autonomamente ciò che vuol credere e non credere - una fede 'fai da te', quindi. E lo si presenta come 'coraggio' di esprimersi contro il Magistero della Chiesa. In realtà, tuttavia, non ci vuole per questo del coraggio, perché si può sempre essere sicuri del pubblico applauso".

  "Coraggio ci vuole piuttosto per aderire alla fede della Chiesa, anche se questa contraddice lo 'schema' del mondo contemporaneo. È questo non-conformismo della fede che Paolo chiama una 'fede adulta'. Qualifica invece come infantile il correre dietro ai venti e alle correnti del tempo".

  "Così fa parte della fede adulta, ad esempio, impegnarsi per l'inviolabilità della vita umana fin dal primo momento, opponendosi con ciò radicalmente al principio della violenza, proprio anche nella difesa delle creature umane più inermi. Fa parte della fede adulta riconoscere il matrimonio tra un uomo e una donna per tutta la vita come ordinamento del Creatore, ristabilito nuovamente da Cristo. La fede adulta non si lascia trasportare qua e là da qualsiasi corrente".

  "Tuttavia, anche qui Paolo non si ferma alla negazione, ma ci conduce al grande 'sì'. (...) Il nuovo modo di pensare, donatoci dalla fede, si volge prima di tutto verso la verità. Il potere del male è la menzogna. Il potere della fede, il potere di Dio è la verità. (...) E Dio si rende visibile a noi nel volto di Gesù Cristo. Guardando a Cristo riconosciamo un'ulteriore cosa: verità e carità sono inseparabili".

  "L'Apostolo ci dice che, agendo secondo verità nella carità, noi contribuiamo a far sì che il tutto - l'universo - cresca tendendo a Cristo. Paolo, in base alla sua fede, non s'interessa soltanto della nostra personale rettitudine e non semplicemente della crescita della Chiesa. (...) Lo scopo ultimo dell'opera di Cristo è l'universo - la trasformazione dell'universo, di tutto il mondo umano, dell'intera creazione. Chi insieme con Cristo serve la verità nella carità, contribuisce al vero progresso del mondo".

  "Nel terzo capitolo della 'Lettera agli Efesini'" - ha detto infine il Pontefice - "egli ci parla della necessità di essere 'rafforzati nell'uomo interiore'. (...) Il vuoto interiore - la debolezza dell'uomo interiore - è uno dei grandi problemi del nostro tempo. Deve essere rafforzata l'interiorità - la percettività del cuore; la capacità di vedere e comprendere il mondo e l'uomo dal di dentro, con il cuore. Noi abbiamo bisogno di una ragione illuminata dal cuore, per imparare ad agire secondo la verità nella carità".
HML/CHIUSURA ANNO PAOLINO/...                    VIS 20090630 (1020)

ESSERE PASTORI SIGNIFICA ESSERE A DISPOSIZIONE DEGLI UOMINI


CITTA' DEL VATICANO, 29 GIU. 2009 (VIS). Alle ore 9:30 di oggi, Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, il Santo Padre Benedetto XVI ha presieduto nella Basilica Vaticana la Concelebrazione dell'Eucaristia con 34 Arcivescovi Metropoliti ai quali, nel corso del Sacro Rito, ha imposto il Sacro Pallio.

  All'inizio dell'omelia il Santo Padre ha salutato in particolare i Membri della Delegazione del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli, guidata da Sua Eminenza Emmanuel, Direttore dell'Ufficio della Chiesa Ortodossa presso l'Unione Europea.

  Nel commentare la Prima Lettera di San Pietro, Benedetto XVI ha affermato: "Questa Lettera è un testo ricchissimo, che proviene dal cuore e tocca il cuore. Il suo centro è - come potrebbe essere diversamente? - la figura di Cristo, che viene illustrato come Colui che soffre e che ama, come Crocifisso e Risorto". Pietro "chiama Cristo il 'pastore e custode delle … anime' (2,25). Dove la traduzione italiana parla di 'custode', il testo greco ha la parola 'epíscopos' (vescovo)".

  "Sorprende che Pietro chiami Cristo stesso vescovo - vescovo delle anime. (...) Egli ci vede nella prospettiva di Dio. Guardando a partire da Dio, si ha una visione d'insieme, si vedono i pericoli come anche le speranze e le possibilità. Nella prospettiva di Dio si vede l'essenza, si vede l'uomo interiore. Se Cristo è il vescovo delle anime, l'obiettivo è quello di evitare che l'anima nell'uomo s'immiserisca, è di far sì che l'uomo non perda la sua essenza, la capacità per la verità e per l'amore. Far sì che egli venga a conoscere Dio; che non si smarrisca in vicoli ciechi; che non si perda nell'isolamento, ma rimanga aperto per l'insieme. Gesù, il 'vescovo delle anime', è il prototipo di ogni ministero episcopale e sacerdotale. Essere vescovo, essere sacerdote significa in questa prospettiva: assumere la posizione di Cristo. Pensare, vedere ed agire a partire dalla sua posizione elevata. A partire da Lui essere a disposizione degli uomini, affinché trovino la vita".

  "Così la parola 'vescovo' s'avvicina molto al termine 'pastore'" - ha rilevato il Papa affermando che il pastore "deve anche saper resistere ai nemici, ai lupi. Deve precedere, indicare la via, conservare l'unità del gregge. (...) Questo significa essere pastore - modello del gregge: vivere la Parola ora, nella grande comunità della santa Chiesa".

  "Come Pastori del nostro tempo" - ha proseguito il Pontefice - "abbiamo il compito di comprendere noi per primi la ragione della fede. Il compito di non lasciarla rimanere semplicemente una tradizione, ma di riconoscerla come risposta alle nostre domande. (...) Fa parte dei nostri doveri come Pastori di penetrare la fede col pensiero per essere in grado di mostrare la ragione della nostra speranza nella disputa del nostro tempo. (...) La fede non deve rimanere teoria: deve essere vita. (...) Da una tale certezza vissuta deriva poi la capacità di comunicare la fede agli altri in modo credibile".

  "Alla fine vorrei far notare ancora una piccola, ma importante parola di san Pietro. Subito all'inizio della Lettera egli ci dice che la mèta della nostra fede è la salvezza delle anime (cfr 1,9). (...) Resta vero che l'incuria per le anime, l'immiserirsi dell'uomo interiore non distrugge soltanto il singolo, ma minaccia il destino dell'umanità nel suo insieme. Senza risanamento delle anime, senza risanamento dell'uomo dal di dentro, non può esserci una salvezza per l'umanità. La vera malattia delle anime, san Pietro la qualifica come ignoranza - cioè come non conoscenza di Dio. Chi non conosce Dio, chi almeno non lo cerca sinceramente, resta fuori della vera vita".

  "È l'obbedienza alla verità che rende pura l'anima. Ed è il convivere con la menzogna che la inquina. L'obbedienza alla verità comincia con le piccole verità del quotidiano, che spesso possono essere faticose e dolorose. Questa obbedienza si estende poi fino all'obbedienza senza riserve di fronte alla Verità stessa che è Cristo. Tale obbedienza ci rende non solo puri, ma soprattutto anche liberi per il servizio a Cristo e così alla salvezza del mondo".

  Infine rivolgendosi agli Arcivescovi che stavano per ricevere dalle sue mani il Sacro Pallio, Benedetto XVI ha detto che esso: "Ricorda il gregge di Gesù Cristo, che voi, cari Fratelli, dovete pascere in comunione con Pietro. Ci ricorda Cristo stesso, che come Buon Pastore ha preso sulle sue spalle la pecorella smarrita, l'umanità, per riportarla a casa. Ci ricorda il fatto che Egli, il Pastore supremo, ha voluto farsi Lui stesso Agnello, per farsi carico dal di dentro del destino di tutti noi; per portarci e risanarci dall'interno".
HML/SAN PIETRO/...                               VIS 20090630 (750)

PROSSIMA PUBBLICAZIONE III ENCICLICA: "CARITAS IN VERITATE"


CITTA' DEL VATICANO, 29 GIU. 2009 (VIS). Questa mattina il Papa si è affacciato alla finestra del suo studio privato per la recita dell'Angelus con le migliaia di pellegrini convenuti in Piazza San Pietro.

  Nella Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, il Santo Padre ha detto: "In occasione di questa festa vorrei rivolgere un caloroso e speciale saluto, unito a fervidi voti augurali, alla Comunità diocesana di Roma che la Provvidenza divina ha affidato alle mie cure, quale successore dell'apostolo Pietro. (...) Prego costantemente affinché Roma mantenga viva la sua vocazione cristiana non solo conservando inalterato il suo immenso patrimonio spirituale e culturale, ma anche perché i suoi abitanti possano tradurre la bellezza della fede ricevuta in modi concreti di pensare e di agire, ed offrano così a quanti, per varie ragioni vengono in questa Città, un'atmosfera carica di umanità e di valori evangelici".

  "L'odierna solennità" - ha proseguito il Pontefice - "riveste anche un carattere universale: esprime l'unità e la cattolicità della Chiesa. Ecco perché ogni anno, in questa data, vengono a Roma i nuovi Arcivescovi Metropoliti a ricevere il Pallio, simbolo di comunione con il Successore di Pietro".

  "La comune venerazione di questi Martiri sia pegno di comunione sempre più piena e sentita fra i cristiani di ogni parte del mondo".

  Dopo l'Angelus, il Papa ha affermato: "È ormai prossima la pubblicazione della mia terza Enciclica che ha per titolo 'Caritas in veritate'. Riprendendo la tematiche sociali contenute nella 'Populorum progressio', scritta dal Servo di Dio Paolo VI nel 1967, questo documento - che porta la data proprio di oggi, 29 giugno, solennità dei santi Apostoli Pietro e Paolo - intende approfondire alcuni aspetti dello sviluppo integrale nella nostra epoca, alla luce della carità nella verità".

  "Affido la vostra preghiera" - ha detto infine il Papa - "questo ulteriore contributo che la Chiesa offre all'umanità nel suo impegno per un progresso sostenibile, nel pieno rispetto della dignità umana e delle reali esigenze di tutti".
ANG/SAN PIETRO:ENCICLICA/...                       VIS 20090630 (330)

SIATE SEMPRE SEGNI DI UNITÀ FRA I FEDELI


CITTA' DEL VATICANO, 30 GIU. 2009 (VIS). Questa mattina il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto i 34 Arcivescovo Metropoliti, con i familiari, che ieri hanno ricevuto dalle sue mani il Sacro Pallio, nella Solennità dei Santi Pietro e Paolo, Apostoli.

  Rivolgendosi ai Presuli nelle diverse lingue, il Papa ha detto agli Arcivescovi italiani: "Siamo all'inizio dell'Anno Sacerdotale: sia pertanto vostra cura essere pastori esemplari, zelanti e ricchi di amore per il Signore e per le vostre comunità. Potrete così guidare e sostenere saldamente i sacerdoti, vostri primi collaboratori nel ministero pastorale, e cooperare in modo efficace alla diffusione del Regno di Dio nell'amata terra d'Italia".

  Agli Arcivescovi Metropoliti di lingua spagnola, Benedetto XVI ha detto: "Seguendo le orme di Gesù, il Buon Pastore, siate sempre segni di unità fra i vostri fedeli, rinsaldando i vostri legami di comunione con il Successore di Pietro, con i Vescovi suffraganei e con tutti coloro che collaborano alla vostra missione evangelizzatrice. In questo anno Sacerdotale appena iniziato, portate nel cuore i vostri presbiteri, che attendono da voi amabilità, come padri e fratelli che li accolgano, ascoltino e si preoccupino di loro".

  Rivolgendosi infine all'Arcivescovo Mieczyslaw Morkrzycki, di Lviv dei Latini (Ucraina), il Papa ha detto: "Le sono grato per il servizio che ha reso alla Chiesa, quale collaboratore mio, e, prima, del mio venerato predecessore Giovanni Paolo II".
AC/.../ARCIVESCOVI METROPOLITI                       VIS 20090630 (240)

TELEGRAMMA INCIDENTE FERROVIARIO VIAREGGIO


CITTA' DEL VATICANO, 30 GIU. 2009 (VIS). Di seguito viene riportato il testo del telegramma che il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato ha fatto pervenire, a nome del Santo Padre Benedetto XVI, all'Arcivescovo Benvenuto Italo Castellani di Lucca (Italia), a motivo dell'esplosione della notte scorsa di un treno merci nella Stazione di Viareggio, che ha causato finora 13 morti e numerosi feriti, alcuni molto gravi.

  "Appresa la notizia del grave incidente presso la Stazione di Viareggio, il Sommo Pontefice esprime profonda partecipazione al dolore che colpisce l'intera città e mentre assicura fervide preghiere di suffragio per quanti sono tragicamente morti, invoca dal Signore la pronta guarigione dei feriti e, affidando alla materna protezione della Vergine Santa quanti sono colpiti dal drammatico evento, invia una speciale confortatrice Benedizione Apostolica".
TGR/INCIDENTE FERROVIARIO/VIAREGGIO                   VIS 20090630 (130)

ALTRI ATTI PONTIFICI


CITTA' DEL VATICANO, 30 GIU. 2009 (VIS). Il Santo Padre:

- Ha nominato il Padre Gerard Tlali Lerotholi, O.M.I., Arcivescovo Metropolita di Maseru (superficie: 7.739; popolazione: 813.362; cattolici: 364.858: sacerdoti: 87; religiosi: 386), Lesotho. L'Arcivescovo eletto è nato nel 1954 nella missione di St. James (Lesotho), ha emesso i voti perpetui nel 1981 ed è stato ordinato sacerdote nel 1982. Finora Professore all'Università nazionale del Lesotho e al Seminario "St. Augustine's", succede all'Arcivescovo Bernard Mohlalisi, O.M.I., del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima Arcidiocesi, presentata per raggiunti limiti d'età.

- Ha nominato il Padre Augustinus Tumaole Bane, O.M.I., Vescovo di Leribe (superficie: 5.129; popolazione: 424.400; cattolici: 230.639; sacerdoti: 39; religiosi: 226), Lesotho. Il Vescovo eletto è nato nel 1947 a Motsistseng, Mokhotlong (Lesotho), ha emesso i primi voti nella Congregazione degli Oblati nel 1971 ed è stato ordinato sacerdote nel 1977. Finora Superiore del "Mater Jesu Scholasticate", Roma (Maseru), succede al Vescovo Paul Khoarai, del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima Diocesi, presentata per raggiunti limiti d'età.

  Sabato 27 giugno il Santo Padre ha nominato:

- Il Sacerdote Manuel da Silva Rodrigues Linda, Vescovo Ausiliare di Braga (superficie: 2.857; popolazione: 959.000; cattolici: 881.900; sacerdoti: 524; religiosi: 733; diaconi permanenti: 8), Portogallo. Il Vescovo eletto è nato nel 1956 a Paus (Portogallo) ed è stato ordinato sacerdote nel 1981. E' stato finora Rettore del Seminario della Diocesi di Vila Real (Portogallo) e Vicario Episcopale per la Cultura.

- Il Reverendo Fernando José Castro Aguayo, del clero della Prelatura Personale dell'Opus Dei, Vescovo Ausiliare dell'Arcidiocesi di Caracas (superficie: 790; popolazione: 4.292.000; cattolici: 3.649.000; sacerdoti: 560; religiosi: 1.769; diaconi permanenti: 8), Venezuela. Il Vescovo eletto è nato a Caracas (Venezuela), nel 1951 ed ha ricevuto l'ordinazione sacerdotale nel 1984. E' stato finora Vicario Episcopale per la Pastorale dell'Arcidiocesi di Caracas (Venezuela).

- Il Dottor Stefano Fralleoni, Ragioniere Generale della Prefettura degli Affari Economici della Santa Sede, finora Officiale del medesimo Dicastero.
NEA:NA/.../...                                               VIS 20090630 (340)
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