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venerdì 22 ottobre 2004

UDIENZE


CITTA' DEL VATICANO, 22 OTT. 2004 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienze separate sette Presuli della Conferenza Episcopale dell'Angola, in Visita "ad Limina Apostolorum":

- Il Cardinale Alexandre do Nascimento, Arcivescovo emerito di Luanda.

- L'Arcivescovo Damião António Franklin, di Luanda, con gli Ausiliari Vescovo Anastácio Cahango, O.F.M.Cap., e Vescovo Filomeno do Nascimento Vieira Dias.

- Il Vescovo Gabriel Mbilingi, C.S.Sp., di Lwena.

- Il Vescovo Paulino Fernandes Madeca, di Cabinda.

- Il Vescovo Joaquim Ferriera Lopes, O.F.M.Cap., di Dundo.
AL/.../... VIS 20041022 (80)

CLONAZIONE DELL'EMBRIONE PER CELLULE STAMINALI ED ETICA


CITTA' DEL VATICANO, 22 OTT. 2004 (VIS). Ieri a New York, l'Arcivescovo Celestino Migliore, Osservatore Permanente della Santa Sede presso l'Organizzazione delle Nazioni Unite, è intervenuto al Sesto Comitato sull'Articolo 150: "Convenzione Internazionale contro la clonazione riproduttiva dell'essere umano".

Ricordando che già dal 2001 la questione fa parte dell'ordine del giorno delle Nazioni Unite, l'Arcivescovo Migliore ha affermato che: "Sin dall'inizio è apparso chiaro che, nonostante il titolo assegnato alla questione all'ordine del giorno: 'Convenzione Internazionale contro la clonazione riproduttiva dell'essere umano', obiettivo del processo è effettivamente trovare una formula giuridica che consenta ed acceleri il progresso della scienza medica nell'approvvigionamento ed uso delle cellule staminali, e di identificare e bandire pratiche che non rispettano la dignità umana".

"Da un punto di vista eminentemente scientifico" - ha ribadito l'Osservatore Permanente - "il progresso terapeutico raggiunto grazie alle cellule staminali adulte, provenienti dal midollo osseo, dal sangue del cordone ombelicale, e da altri tessuti formati, appare molto promettente. La clonazione dell'embrione è attualmente molto lontana dall'offrire quei progressi che i suoi sostenitori suggeriscono".

Il Nunzio ha proseguito il suo discorso affermando che: "La distinzione che qualche volta si fa fra clonazione riproduttiva e clonazione terapeutica è capziosa. Entrambe implicano lo stesso processo tecnico di clonazione e differiscono solo nell'obiettivo. Entrambe le forme di clonazione non rispettano la dignità dell'essere umano. Infatti, da un punto di vista etico ed antropologico, la clonazione terapeutica, creando embrioni umani con il proposito di distruggerli, anche se intrapresa con l'obiettivo di aiutare i malati, è chiaramente incompatibile con il rispetto per la dignità dell'essere umano, poiché rende la vita umana niente di più che uno strumento da usare a favore di un'altra vita umana".

"Se la ricerca sulle cellule staminali adulte ha già dimostrato che esistono condizioni per il successo senza suscitare problemi morali" - ha ribadito l'Arcivescovo Migliore - "è logico che è da preferirsi, prima che la scienza persegua la clonazione degli embrioni come fonte di cellule staminali, pratica che rimane problematica sia dal punto di vista scientifico che etico".

La Santa Sede ritiene che: "La scelta non è fra scienza ed etica, ma fra scienza eticamente responsabile e scienza che non lo è. Sono state salvate migliaia di vite con le cellule staminali adulte" ed è stato scientificamente provato che "il trapianto di cellule staminali adulte è una tecnica sicura, e i risultati preliminari suggeriscono che tali trapianti potranno giovare ai pazienti sofferenti del morbo di Parkinson, a coloro che hanno subito lesioni della colonna vertebrale, ai sofferenti di malattie cardiache e di molte altre patologie".

Al termine del suo discorso l'Arcivescovo Migliore ha affermato che la Santa Sede è "convinta che la questione della clonazione dell'embrione dell'essere umano può essere meglio affrontata da uno strumento giuridico, poiché la disciplina giuridica è essenziale nella promozione e protezione della vita umana".
DELSS/CLONAZIONE:CELLULE STAMINALI/MIGLIORE VIS 20041022 (480)

ANGOLA NECESSITA PACE NELLA GIUSTIZIA E RICONCILIAZIONE


CITTA' DEL VATICANO, 22 OTT. 2004 (VIS). Oggi, XXVI anniversario dell'inizio del ministero di Pastore supremo della Chiesa, il Santo Padre Giovanni Paolo II ha ricevuto i Vescovi dell'Angola e di Sao Tomé e Príncipe, al termine della Visita "ad Limina Apostolorum".

Il Papa ha sottolineato quanto sia importante che fra i membri della Conferenza Episcopale vi sia "uno scambio fraterno di idee e di collaborazione, che dia vita ad una distribuzione di risorse materiali e spirituali fra le diocesi che hanno maggiori necessità. (...) In tal modo, sarete in grado di ricostituire le comunità distrutte dalla guerra, consolare i cuori feriti ed aiutare le persone che vi sono affidate a progredire nel cammino evangelico".

"Oggi più che mai" - ha proseguito il Pontefice - "l'Angola necessita di pace nella giustizia; di una vera riconciliazione, che respinga la tentazione di ricorrere alla violenza. (...) È ora di una profonda riconciliazione nazionale; occorre adoperarsi incessantemente per offrire alle future generazioni un paese dove convivano e collaborino fraternamente tutti i membri della società. (...) Vi esorto ad operare instancabilmente per la riconciliazione e a dare autentica testimonianza di unità attraverso gesti di solidarietà e di sostegno alle vittime di decenni di violenza".

Giovanni Paolo II ha parlato inoltre della necessità di difendere la famiglia proclamando "il messaggio liberatore dell'amore cristiano autentico" ed ha auspicato che i programmai educativi sottolineino che: "l'amore vero è un amore casto, e la castità ci offre una solida speranza per superare le forze che minacciano l'istituzione familiare, e allo stesso tempo, per liberare l'umanità dal flagello devastatore dell'Aids".

A proposito dei giovani, il Santo Padre ha auspicato che "attraverso una vita di preghiera e una vita sacramentale solida rimangano uniti a Cristo per trasmettere i valori del Vangelo nel loro ambiente di vita ed assumano generosamente il proprio ruolo nella trasformazione della società".

Ribadendo che le scuole cattoliche sono "un mezzo particolarmente efficace per assicurare" la formazione dei giovani, il Papa ha detto che occorre "promuovere l'insegnamento morale e religioso, anche nelle scuole pubbliche, per creare nell'opinione pubblica un consenso sull'importanza di questo tipo di formazione. Tale servizio, che può tramutarsi in una più stretta collaborazione con il governo, è una forma importante di partecipazione cattolica attiva nella vita sociale dei vostri paesi".

Giovanni Paolo II ha esortato i Presuli a non trascurare la formazione dei catechisti e degli agenti di evangelizzazione ed ha aggiunto che: "i candidati al sacerdozio devono essere attentamente selezionati e formati" e i professori, devono avere "una maturità umana e sacerdotale a tutta prova". I presbiteri, ha detto ancora, "sono chiamati a distaccarsi dai beni materiali e a dedicarsi al servizio dei fratelli attraverso il dono totale e personale del celibato. I comportamenti scandalosi devono essere sempre analizzati, identificati e corretti".

Al termine del suo discorso, il Santo Padre ha sottolineato che: "il fiorire delle vocazioni alla vita consacrata, specialmente alla vita religiosa femminile, è un dono magnifico del cielo alla Chiesa di Sao Tomé e Príncipe e dell'Angola".
AL/.../ANGOLA VIS 20041022 (500)
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