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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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lunedì 23 settembre 2013

IL PAPA IN SARDEGNA: NON LASCIATEVI RUBARE LA SPERANZA, LOTTATE PER IL LAVORO

Città del Vaticano, 22 settembre 2013 (VIS). Questa mattina Papa Francesco si è recato in visita pastorale a Cagliari. È la seconda Visita pastorale in Italia, dopo quella a Lampedusa, l'8 luglio scorso. Entrambe le isole vivono grandi difficoltà: Lampedusa, meta di emigranti che fuggono da paesi in conflitto, la Sardegna colpita dalla mancanza di lavoro per la chiusura di molte fabbriche.

Il Papa si è trasferito dall'aeroporto di Cagliari a Largo Carlo Felice, dove con le Autorità religiose e civili, era ad attenderlo una grande folla che issava striscioni chiedendo lavoro. Prima di tenere il suo discorso, Papa Francesco ha ascoltato le parole di un giovane disoccupato, di una imprenditrice e di un sindacalista. Papa Francesco ha lasciato da parte il testo preparato e si è rivolto ai presenti improvvisando.

"Con questo incontro - ha detto il Papa - desidero soprattutto esprimervi la mia vicinanza, specialmente alle situazioni di sofferenza: a tanti giovani disoccupati, alle persone in cassa-integrazione o precarie, agli imprenditori e commercianti che fanno fatica ad andare avanti. È una realtà che conosco bene per l’esperienza avuta in Argentina. Io non l’ho conosciuta, ma la mia famiglia sì: mio papà, giovane, è andato in Argentina pieno di illusioni a 'farsi l’America'. E ha sofferto la terribile crisi degli anni trenta. Hanno perso tutto! Non c’era lavoro! E io ho sentito, nella mia infanzia, parlare di questo tempo, a casa… Io non l’ho visto, non ero ancora nato, ma ho sentito dentro casa questa sofferenza, parlare di questa sofferenza. Conosco bene questo! Ma devo dirvi: 'Coraggio!'. Ma anche sono cosciente che devo fare tutto da parte mia, perché questa parola 'coraggio' non sia una bella parola di passaggio! Non sia soltanto un sorriso di impiegato cordiale, un impiegato della Chiesa che viene e vi dice: 'Coraggio!'. No! Questo non lo voglio! Io vorrei che questo coraggio venga da dentro e mi spinga a fare di tutto come Pastore, come uomo. Dobbiamo affrontare con solidarietà, fra voi - anche fra noi -, tutti con solidarietà e intelligenza questa sfida storica".

"Questa è la seconda città che visito in Italia. È curioso: tutte e due - la prima e questa - sono isole. Nella prima ho visto la sofferenza di tanta gente che cerca, rischiando la vita, dignità, pane, salute: il mondo dei rifugiati. E ho visto la risposta di quella città, che - essendo isola - non ha voluto isolarsi e riceve quello, lo fa suo; ci dà un esempio di accoglienza: sofferenza e risposta positiva. Qui, in questa seconda città, isola che visito, anche qui trovo sofferenza. Una sofferenza che uno di voi ha detto che 'ti indebolisce e finisce per rubarti la speranza'. Una sofferenza - la mancanza di lavoro - che ti porta - scusatemi se sono un po’ forte, ma dico la verità - a sentirti senza dignità! Dove non c’è lavoro, manca la dignità! E questo non è un problema della Sardegna soltanto - ma c’è forte qui! - non è un problema soltanto dell’Italia o di alcuni Paesi di Europa, è la conseguenza di una scelta mondiale, di un sistema economico che porta a questa tragedia; un sistema economico che ha al centro un idolo, che si chiama denaro".

"Dio ha voluto che al centro del mondo non sia un idolo, sia l’uomo, l’uomo e la donna, che portino avanti, col proprio lavoro, il mondo. Ma adesso, in questo sistema senza etica, al centro c’è un idolo e il mondo è diventato idolatra di questo 'dio-denaro'. Comandano i soldi! Comanda il denaro! Comandano tutte queste cose che servono a lui, a questo idolo. E cosa succede? Per difendere questo idolo si ammucchiano tutti al centro e cadono gli estremi, cadono gli anziani perché in questo mondo non c’è posto per loro! Alcuni parlano di questa abitudine di 'eutanasia nascosta', di non curarli, di non averli in conto… (...) E cadono i giovani che non trovano il lavoro e la loro dignità. Ma pensa, in un mondo dove i giovani - due generazioni di giovani - non hanno lavoro. Non ha futuro questo mondo. Perché? Perché loro non hanno dignità! È difficile avere dignità senza lavorare".

"Questa è la vostra sofferenza qui. Questa è la preghiera che voi di là gridavate: 'Lavoro', 'Lavoro', 'Lavoro'. È una preghiera necessaria. Lavoro vuol dire dignità, lavoro vuol dire portare il pane a casa, lavoro vuol dire amare! Per difendere questo sistema economico idolatrico si instaura la 'cultura dello scarto': si scartano i nonni e si scartano i giovani. E noi dobbiamo dire 'no' a questa 'cultura dello scarto'. Noi dobbiamo dire: 'Vogliamo un sistema giusto! un sistema che ci faccia andare avanti tutti'. Dobbiamo dire: 'Noi non vogliamo questo sistema economico globalizzato, che ci fa tanto male!'. Al centro ci deve essere l’uomo e la donna, come Dio vuole, e non il denaro!".

"Io avevo scritto alcune cose per voi, ma, guardandovi, sono venute queste parole. (...) Ma ho preferito dirvi quello che mi viene dal cuore guardandovi in questo momento! Guardate è facile dire non perdere la speranza. Ma a tutti, a tutti voi, quelli che avete lavoro e quelli che non avete lavoro, dico: 'Non lasciatevi rubare la speranza! (...) Forse la speranza è come le braci sotto la cenere; aiutiamoci con la solidarietà, soffiando sulle ceneri, perché il fuoco venga un’altra volta. Ma la speranza ci porta avanti. Quello non è ottimismo, è un’altra cosa. Ma la speranza non è di uno, la speranza la facciamo tutti! La speranza dobbiamo sostenerla fra tutti, tutti voi e tutti noi che siamo lontani. (...) Per questo vi dico: 'Non lasciatevi rubare la speranza!'. Ma siamo furbi, perché il Signore ci dice che gli idoli sono più furbi di noi. Il Signore ci invita ad avere la furbizia del serpente, con la bontà della colomba. Abbiamo questa furbizia e diciamo le cose col proprio nome. In questo momento, nel nostro sistema economico, nel nostro sistema proposto globalizzato di vita, al centro c’è un idolo e questo non si può fare! Lottiamo tutti insieme perché al centro, almeno della nostra vita, sia l’uomo e la donna, la famiglia, tutti noi, perché la speranza possa andare avanti…”.

"Adesso vorrei finire - ha detto infine Papa Francesco - pregando con tutti voi, in silenzio, (...) Io dirò quello che mi viene dal cuore e voi, in silenzio, pregate con me. 'Signore Dio guardaci! Guarda questa città, questa isola. Guarda le nostre famiglie. Signore, a Te, non è mancato il lavoro, hai fatto il falegname, Eri felice. Signore, ci manca il lavoro. Gli idoli vogliono rubarci la dignità. I sistemi ingiusti vogliono rubarci la speranza. Signore, non ci lasciare soli. Aiutaci ad aiutarci fra noi; che dimentichiamo un po’ l’egoismo e sentiamo nel cuore il 'noi', noi popolo che vuole andare avanti. Signore Gesù, a Te non mancò il lavoro, dacci lavoro e insegnaci a lottare per il lavoro e benedici tutti noi'".


MANTENETE SEMPRE ACCESA LA LUCE DELLA SPERANZA

Città del Vaticano, 22 settembre 2013 (VIS). Alle 10:00 di questa mattina, dopo il saluto alle Autorità che lo attendevano nel Santuario di Nostra Signora di Bonaria, il Santo Padre ha salutato un gruppo di malati. Alle 10:45 si è diretto al piazzale antistante il Santuario per presiedere la celebrazione della Santa Messa con l'Arcivescovo di Cagliari S.E.Monsignor Arrigo Miglio. Nell'omelia il Papa si è soffermato nuovamente sulla mancanza di lavoro, sulla precarietà e sull'incertezza del futuro sperimentate dagli abitanti della Sardegna. necessaria - ha detto - la collaborazione leale di tutti, con l’impegno dei responsabili delle istituzioni - anche la Chiesa - per assicurare alle persone e alle famiglie i diritti fondamentali, e far crescere una società più fraterna e solidale. Assicurare il diritto al lavoro, il diritto a portare pane a casa, pane guadagnato col lavoro!".

Papa Francesco ha assicurato i presenti della sua vicinanza incoraggiandoli "a perseverare nella testimonianza dei valori umani e cristiani così profondamente radicati nella fede e nella storia di questo territorio e della sua popolazione. Mantenete sempre accesa la luce della speranza!". "Maria - ha proseguito il Pontefice - ci insegna ad avere piena fiducia in Dio, nella sua misericordia. (...) Oggi sono venuto in mezzo a voi, anzi siamo venuti tutti insieme per incontrare lo sguardo di Maria, perché lì è come riflesso lo sguardo del Padre, che la fece Madre di Dio, e lo sguardo del Figlio dalla croce, che la fece Madre nostra. E con quello sguardo oggi Maria ci guarda. Abbiamo bisogno del suo sguardo di tenerezza, del suo sguardo materno che ci conosce meglio di chiunque altro, del suo sguardo pieno di compassione e di cura".

Papa Francesco ha incoraggiato la popolazione della Sardegna affermando che nonostante le difficoltà, non deve dimenticare che: "Non siamo soli, siamo in tanti, siamo un popolo, e lo sguardo della Madonna ci aiuta a guardarci tra noi in modo fraterno". Maria "ci invita ad essere veri fratelli. E non permettiamo che qualcosa o qualcuno si frapponga tra noi e lo sguardo della Madonna. Madre, donaci il tuo sguardo! Nessuno ce lo nasconda!".

Al termine della Celebrazione Eucaristica il Santo Padre ha recitato l'Angelus con i fedeli e i pellegrini presenti che ha raccomandato a Maria, Nostra Signora di Bonaria. Nel ricordare i numerosi santuari mariani della Sardegna e il forte legame con Maria del popolo sardo "un legame che esprimete nella vostra devozione e nella vostra cultura", Papa Francesco ha avuto parole di esortazione ed ha detto: "Siate sempre veri figli di Maria e della Chiesa, e dimostratelo con la vostra vita, seguendo l'esempio dei santi!". A questo proposito il Papa ha ricordato che sabato 21 settembre, a Bergamo, è stato proclamato Beato il frate cappuccino Tommaso Acerbis da Olera.


PAPA FRANCESCO AI DETENUTI: TUTTI SIAMO UGUALI DAVANTI AL PADRE

Città del Vaticano, 23 settembre 2013 (VIS). "Grazie a tutti per essere qui, oggi. Nei vostri volti vedo fatica, ma vedo anche speranza. Sentitevi amati dal Signore, e anche da tante persone buone, che con le loro preghiere e con le loro opere aiutano ad alleviare le sofferenze del prossimo. Io mi sento a casa in mezzo a voi. (...) Qui sentiamo in modo forte e concreto che siamo tutti fratelli. Qui l’unico Padre è il Padre nostro celeste, e l’unico Maestro è Gesù Cristo. Allora la prima cosa che volevo condividere con voi è proprio questa gioia di avere Gesù come Maestro, come modello di vita. Guardiamo a Lui! Tutti noi abbiamo difficoltà, tutti. (...) Tutti noi che siamo qui - tutti - abbiamo miserie (...) fragilità. Nessuno qui è migliore dell'altro. Tutti siamo uguali davanti al Padre, tutti!".

Con queste parole Papa Francesco si è rivolto ai detenuti ed ai bisognosi assistiti dalla Caritas, riuniti, nel pomeriggio di ieri, nella Cattedrale di Cagliari.

"E guardando Gesù noi vediamo che Lui ha scelto la via dell’umiltà e del servizio. (...) Gesù non è stato indeciso, non è stato 'qualunquista': ha fatto una scelta e l’ha portata avanti fino in fondo. Ha scelto di farsi uomo, e come uomo di farsi servo, fino alla morte di croce. Questa è la via dell’amore: non c’è un’altra. Perciò vediamo che la carità non è un semplice assistenzialismo, e meno un assistenzialismo per tranquillizzare le coscienze. No, quello non è amore, quello è negozio (...). L’amore è gratuito. La carità, l’amore è una scelta di vita (...) Non c’è un’altra via per questo amore: essere umili e solidali. Questa parola, 'solidarietà', in questa cultura dello scarto - quello che non serve si butta fuori - per rimanere soltanto quelli che si sentono giusti, che si sentono puri, che si sentono puliti. Poveretti! Questa parola, 'solidarietà', rischia di essere cancellata dal dizionario, perché è una parola che dà fastidio (...). Perché? Perché ti obbliga a guardare all’altro e darti all’altro con amore".

"E noi no, noi diciamo: questa è la via, l’umiltà e la solidarietà. Perché? L’abbiamo inventata noi preti? No! È di Gesù: Lui l’ha detto! (...) L’umiltà di Cristo non è un moralismo, un sentimento. L’umiltà di Cristo è reale, è la scelta di essere piccolo, di stare con i piccoli, con gli esclusi, di stare fra noi, peccatori tutti. Attenzione, non è un’ideologia! È un modo di essere e di vivere che parte dall’amore, parte dal cuore di Dio".

"Ma non basta guardare, bisogna seguire! (...). Gesù non è venuto nel mondo a fare una sfilata, per farsi vedere. (...) Gesù è la via, e una via serve per camminare, per percorrerla. Allora io voglio anzitutto ringraziare il Signore per il vostro impegno nel seguirlo, anche nella fatica, nella sofferenza, tra le mura di un carcere. (...) Voglio ringraziarlo per tutti voi che vi dedicate generosamente, qui a Cagliari e in tutta la Sardegna, alle opere di misericordia. Desidero incoraggiarvi a continuare su questa strada, ad andare avanti insieme, cercando di conservare anzitutto la carità tra di voi. (...) Dobbiamo fare le opere di misericordia, ma con misericordia! (...) Le opere di carità con carità, con tenerezza, e sempre con umiltà!".

"A volte - ha affermato il Papa - si trova anche l’arroganza nel servizio ai poveri! Sono sicuro che voi l’avete vista. (...) Alcuni si fanno belli, si riempiono la bocca con i poveri; alcuni strumentalizzano i poveri per interessi personali o del proprio gruppo. Lo so, questo è umano, ma non va bene! Non è di Gesù, questo. E dico di più: questo è peccato! È peccato grave, perché è 'usare' i bisognosi, quelli che hanno bisogno, che sono la carne di Gesù, per la mia vanità. Uso Gesù per la mia vanità, e questo è peccato grave! Sarebbe meglio che queste persone rimanessero a casa!".
Per seguire Gesù sulla via della carità è necessario "andare con Lui alle periferie esistenziali. (...) Per il buon Pastore ciò che (...) è sperduto e disprezzato è oggetto di una cura maggiore, e la Chiesa non può che far sua questa predilezione e questa attenzione. Nella Chiesa, i primi sono quelli che hanno più necessità, umana, spirituale, materiale, più necessità".

"E seguendo Cristo sulla via della carità, noi seminiamo speranza. (...) Chi ha responsabilità politiche e civili ha il proprio compito, che come cittadini bisogna sostenere in modo attivo. Alcuni membri della comunità cristiana sono chiamati ad impegnarsi in questo campo della politica, che è una forma alta di carità, come diceva Paolo VI. Ma come Chiesa abbiamo tutti una responsabilità forte che è quella di seminare la speranza con opere di solidarietà, sempre cercando di collaborare nel modo migliore con le pubbliche istituzioni, nel rispetto delle rispettive competenze. La Caritas è espressione della comunità, e la forza della comunità cristiana è far crescere la società dall’interno, come il lievito. (...) Non lasciatevi rubare la speranza e andate avanti! (...) Al contrario: seminare speranza!".

Al termine dell'incontro Papa Francesco ha salutato le suore di clausura della città di Cagliari incoraggiandole ad andare avanti con la certezza che "il Signore vi ha chiamate per sostenere la Chiesa con la preghiera".



IN TEMPI DI CRISI L'UNIVERSITÀ ALIMENTA LA SPERANZA

Città del Vaticano, 23 settembre 2013 (VIS). Nel pomeriggio di ieri, nell'Aula Magna della Pontificia Facoltà Teologica Regionale di Cagliari, diretta dalla Comunità religiosa dei Gesuiti, il Papa ha incontrato il mondo della cultura. Papa Francesco ha parlato della necessità di trovare cammini di speranza, che aprano orizzonti nuovi nella nostra società. Della solidarietà come modo di fare la storia, come ambito vitale nel quale i conflitti, le tensioni e le contrapposizioni raggiungano un'armonia che genera vita. E dell'Università, punto di incontro fra chi crede e chi non crede, impegnandosi affinché la fede dia il suo contributo, senza mai ridurre lo spazio della ragione.

Il Santo Padre ha ricordato il brano del Vangelo dei discepoli di Emmaus ed ha offerto alcune riflessioni scegliendo tre parole chiave: disillusione, rassegnazione, speranza, che contraddistinguono anche gli uomini della società attuale. "Quando parliamo di crisi - ha sottolineato il Papa - parliamo di pericoli, ma anche di opportunità. (...) Certo, ogni epoca della storia porta in sé elementi critici, ma, almeno negli ultimi quattro secoli, non si sono viste così scosse le certezze fondamentali che costituiscono la vita degli esseri umani come nella nostra epoca".

"Di fronte alla crisi ci può essere la rassegnazione, il pessimismo verso ogni possibilità di efficace intervento. (...) La crisi può diventare momento di purificazione e di ripensamento dei nostri modelli economico-sociali e di una certa concezione del progresso che ha alimentato illusioni, per recuperare l’umano in tutte le sue dimensioni. Il discernimento non è cieco, né improvvisato: si realizza sulla base di criteri etici e spirituali, implica l’interrogarsi su ciò che è buono, il riferimento ai valori propri di una visione dell’uomo e del mondo, una visione della persona in tutte le sue dimensioni, soprattutto in quella spirituale, trascendente; non si può considerare mai la persona come 'materiale umano'! Questa è forse la proposta nascosta del funzionalismo". Papa Francesco ha sottolineato l'importanza della funzione dell'Università, come luogo di "sapienza" che forma al discernimento per alimentare la speranza. L'Università "come luogo in cui si elabora la cultura della prossimità" e come "luogo di formazione alla solidarietà".

"Pensando a questa realtà dell’incontro nella crisi, ho trovato nei politici giovani - ha detto il Papa - un’altra maniera di pensare la politica. Non dico migliore o non migliore ma un’altra maniera. Parlano diversamente, stanno cercando… la musica loro è diversa dalla musica nostra. Non abbiamo paura! Sentiamoli, parliamo con loro. Loro hanno un’intuizione: apriamoci alla loro intuizione. È l’intuizione della vita giovane. Dico i politici giovani perché è quello che ho sentito, ma i giovani in genere cercano questa chiave diversa. Per aiutarci all’incontro, ci aiuterà sentire la musica di questi politici, 'scientifici', pensatori giovani".

AI GIOVANI DELLA SARDEGNA: NON VENDETE LA VOSTRA GIOVENTÙ AI MERCENTI DI MORTE!

Città del Vaticano, 23 settembre 2013 (VIS). L'ultimo incontro della Visita Pastorale del Papa a Cagliari è stato quello con i giovani che, alle 17:00, lo attendevano a Largo Carlo Felice, dove, nella mattinata, si era svolto l'incontro con il mondo del lavoro.

Papa Francesco ha commentato il brano evangelico della pesca miracolosa, di cui era stata data lettura, invitando i presenti a non lasciarsi mai vincere dal pessimismo e dalla sfiducia. "Quando un giovane sente la sfiducia della vita, quando un giovane perde la speranza, dove va a trovare un po' di tranquillità, un po' di pace? Senza fiducia, senza speranza, senza gioia? Voi sapete, questi mercanti di morte, quelli che vendono morte ti offrono una strada per quando voi siete tristi, senza speranza, senza fiducia, senza coraggio! Per favore, non vendere la tua gioventù a questi che vendono morte! Voi mi capite di che cosa sto parlando!".
"Fidarsi di Gesù, - ha proseguito il Pontefice - E quando dico questa cosa, io voglio essere sincero e dirvi: io non vengo qui a vendervi un’illusione. Io vengo qui a dire: c’è una Persona che può portarti avanti: fidati di Lui! È Gesù! (...) E Gesù non è un’illusione! (...) Le difficoltà non devono spaventarvi (...) Prendete il largo e calate le reti (...). Siate sempre più docili alla Parola del Signore: è Lui, è la sua Parola, è il seguirlo che rende fruttuoso il vostro impegno di testimonianza. quando gli sforzi per risvegliare la fede tra i vostri amici sembrano inutili, (...) Ricordatevi che con Gesù tutto cambia. La Parola del Signore ha riempito le reti, e la Parola del Signore rende efficace il lavoro missionario dei discepoli. Seguire Gesù è impegnativo, vuol dire non accontentarsi di piccole mete, del piccolo cabotaggio, ma puntare in alto con coraggio! (...) Quando tutto sembra fermo e stagnante, quando i problemi personali ci inquietano, i disagi sociali non trovano le dovute risposte, non è buono darsi per vinti. La strada è Gesù: farlo salire sulla nostra 'barca' e prendere il largo con Lui! (...). La fede in Gesù conduce a una speranza che va oltre, a una certezza fondata non soltanto sulle nostre qualità e abilità, ma sulla Parola di Dio, sull’invito che viene da Lui. Senza fare troppi calcoli umani e non preoccuparsi di verificare se la realtà che vi circonda coincide con le vostre sicurezze. Prendete il largo, uscite da voi stessi; uscire dal nostro piccolo mondo e aprirci a Dio, per aprirci sempre più anche ai fratelli".

"Io voglio raccontarvi un’esperienza personale. Ieri ho fatto il 60° anniversario del giorno in cui ho sentito la voce di Gesù nel mio cuore. (...) Il Signore mi ha fatto sentire fortemente che dovevo andare per quella strada. Avevo 17 anni. (...) Soltanto vi dico questo: non mi sono pentito! Non mi sono pentito! (...) perché sempre, anche nei momenti più bui, nei momenti del peccato, nei momenti della fragilità, nei momenti di fallimento, ho guardato Gesù e mi sono fidato di Lui, e Lui non mi ha lasciato da solo".

Prima della Benedizione il Santo Padre ha ricordato l'attentato suicida di oggi, all'uscita da una Chiesa a Peshawar (Pakistan) ed ha detto: "Ci sono scelte sbagliate, scelte sbagliate, perché ci sono scelte di distruzione. Oggi, in Pakistan, per una scelta sbagliata, di odio, di guerra, è stato fatto un attentato e sono morte 70 persone. Questa strada non va, non serve. Soltanto la strada della pace, che costruisce un mondo migliore! Ma se non lo fate voi, se non lo fate voi - ha detto Papa Francesco ai giovani - non lo farà un altro! Questo è il problema, e questa è la domanda che io vi lascio: 'Sono disposto, sono disposta a prendere una strada per costruire un mondo migliore?'. Soltanto questo. E preghiamo un Padre Nostro per tutte queste persone che sono morte in questo attentato del Pakistan. (...) Che la Madonna ci aiuti sempre a lavorare per un mondo migliore, a prendere la strada della costruzione, la strada della pace, e mai la strada della distruzione e la strada della guerra".

Al termine dell’incontro con i giovani, il Santo Padre Francesco si è trasferito in auto all’aeroporto di Cagliari-Elmas per rientrare in Vaticano, dove è giunto poco dopo le 20:00.

COMUNICARE IL VOLTO DI UNA CHIESA CHE SIA LA "CASA PER TUTTI"

Città del Vaticano, 21 settembre 2013 (VIS). Dal 19 al 21 settembre si è tenuta l'Assemblea Plenaria del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali sul tema: "La rete e la Chiesa". Questa mattina nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico Vaticano, l'Arcivescovo Claudio Maria Celli, Presidente del Dicastero e i partecipanti all'Assemblea Plenaria, sono stati ricevuti in udienza dal Papa che nel suo discorso ha presentato tre riflessioni: l'importanza della comunicazione per la Chiesa; che ruolo deve avere la Chiesa con le sue realtà operative e comunicative; siamo capaci, nel contesto comunicativo, di portare Cristo, di portare all’incontro con Cristo.

Relativamente al primo punto Papa Francesco, nel ricordare che quest'anno ricorrono i 50 anni dell'approvazione del Decreto Conciliare Inter mirifica, ha sottolineato che: "Non si tratta solo di un ricordo; quel Documento esprime l’attenzione della Chiesa alla comunicazione e ai suoi strumenti, importanti anche in una dimensione evangelizzatrice. Negli ultimi decenni i mezzi di comunicazione si sono molto evoluti, ma questa sollecitudine rimane, assumendo nuove sensibilità e forme. Il panorama comunicativo è diventato a poco a poco per molti un 'ambiente di vita', una rete dove le persone comunicano, dilatano i confini delle proprie conoscenze e delle proprie relazioni".

"In ogni situazione, al di là delle tecnologie - ha detto il Papa riferendosi al ruolo della Chiesa e dei mezzi di comunicazione - , credo che l’obiettivo sia quello di sapersi inserire nel dialogo con gli uomini e le donne di oggi, per comprenderne le attese, i dubbi, le speranze. Sono uomini e donne a volte un po’ delusi da un cristianesimo che a loro sembra sterile, in difficoltà proprio nel comunicare in modo incisivo il senso profondo che dona la fede. In effetti, noi assistiamo, proprio oggi, nell’era della globalizzazione, ad una crescita del disorientamento (...). È importante, allora, saper dialogare, entrando, con discernimento, anche negli ambiti creati dalle nuove tecnologie, nelle reti sociali, per far emergere una presenza, una presenza che ascolta, dialoga, incoraggia. Non abbiate timore di essere questa presenza, portando la vostra identità cristiana nel farvi cittadini di questo ambiente. Una Chiesa che accompagna il cammino, sa mettersi in cammino con tutti!".

una sfida quella che tutti noi affrontiamo insieme, in questo contesto comunicativo, e la problematica non è principalmente tecnologica. Ci dobbiamo domandare - e qui vengo al terzo passaggio -: siamo capaci, anche in questo campo, di portare Cristo, di portare all’incontro con Cristo? Siamo capaci di comunicare il volto di una Chiesa che sia la 'casa' per tutti? (...) Anche nel contesto della comunicazione serve una Chiesa che riesca a portare calore, ad accendere il cuore. (...) Abbiamo un tesoro prezioso da trasmettere, un tesoro che porta luce e speranza. (...) Il grande continente digitale non è semplicemente tecnologia, ma è formato da uomini e donne reali che portano con sé ciò che hanno dentro, le proprie speranze, le proprie sofferenze, le proprie ansie, la ricerca del vero, del bello e del buono. C’è bisogno di saper indicare e portare Cristo, condividendo queste gioie e speranze, come Maria che ha portato Cristo al cuore dell’uomo; c’è bisogno di saper entrare nella nebbia dell’indifferenza senza perdersi; c’è bisogno di scendere anche nella notte più buia senza essere invasi dal buio e smarrirsi; di ascoltare le illusioni di tanti, senza lasciarsi sedurre; di accogliere le delusioni, senza cadere nell’amarezza; di toccare la disintegrazione altrui, senza lasciarsi sciogliere e scomporsi nella propria identità".

"È importante l’attenzione e la presenza della Chiesa nel mondo della comunicazione, per dialogare con l’uomo d’oggi e portarlo all’incontro con Cristo, nella consapevolezza, però, che noi siamo mezzi e che il problema di fondo non è l’acquisizione di sofisticate tecnologie, anche se necessarie ad una presenza attuale e valida. Sia sempre ben chiaro in noi - ha concluso Papa Francesco - che il Dio in cui crediamo, un Dio appassionato per l’uomo, vuole manifestarsi attraverso i nostri mezzi, anche se sono poveri, perché è Lui che opera, è Lui che trasforma, è Lui che salva la vita dell’uomo. Preghiamo perché il Signore riscaldi il nostro cuore e ci sostenga nell’affascinante missione di portarlo al mondo".


CONCISTORO CANONIZZAZIONE GIOVANNI XXIII E GIOVANNI PAOLO II

Città del Vaticano, 21 settembre 2013 (VIS). L'Ufficio delle celebrazioni liturgiche rende noto che lunedì 30 settembre 2013, alle ore 10.00, nella Sala del Concistoro del Palazzo Apostolico Vaticano, avrà luogo, durante la celebrazione dell’Ora Terza, il Concistoro Ordinario Pubblico per la Canonizzazione dei Beati Giovanni XXIII, Papa e Giovanni Paolo II, Papa.


UDIENZE

Città del Vaticano, 23 settembre 2013 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza:

- Il Signor Juan Carlos Gamarra, Ambasciatore del Perù, in occasione della presentazione delle Lettere Credenziali.

- Il Cardinale George Alencherry, Arcivescovo Maggiore di Ernakulam-Angamaly dei Siro Malabaresi (India).

- Il Cardinale Juan Luis Cipriani Thorne, Arcivescovo di Lima (Perù).

- Il Vescovo Francesco Guido Ravinale, Vescovo di Asti (Italia), e Seguito.

- Il Signor Camilo Rey.

- L'Arcivescovo Cyprian Kizito Lwanga, di Kampala (Uganda).

Sabato 21 settembre il Santo Padre ha ricevuto in udienza il Cardinale Marc Oullet, P.S.S., Prefetto della Congregazione per i Vescovi.



ALTRI ATTI PONTIFICI

Città del Vaticano, 23 settembre 2013 (VIS). Il Santo Padre:

- Ha nominato il Vescovo Shelton J. Fabre, Vescovo di Houma-Thibodaux (superficie: 9.062; popolazione: 221.500; cattolici: 126.000; sacerdoti: 79; religiosi: 36; diaconi permanenti: 40), Stati Uniti d'America. Finora Vescovo Ausiliare dell'Arcidiocesi di New Orleans (Stati Uniti d'America), succede al Vescovo Sam G. Jacobs, del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima Diocesi, presentata per raggiunti limiti d'età.

- Ha nominato l'Arcivescovo Martin Krebs Nunzio Apostolico in Fiji, Samoa e Vanuatu, attualmente Nunzio Apostolico in Nuova Zelanda, Isole Cook, Kiribati, Palau, Stati Federati di Micronesia e Delegato Apostolico nell'Oceano Pacifico.

Sabato 21 settembre il Santo Padre:

- Ha accolto la rinunzia presentata, per raggiunti limiti d'età, dal Cardinale Manuel Monteiro de Castro, all'incarico di Penitenziere Maggiore.

- Ha nominato il Cardinale Mauro Piacenza, Penitenziere Maggiore, finora Prefetto della Congregazione per il Clero.

- Nella Congregazione per la Dottrina della Fede: ha confermato Prefetto l'Arcivescovo-Vescovo Gerhard Ludwig Müller, emerito di Regensburg (Germania); Segretario l'Arcivescovo Luis Francisco Ladaria Ferrer; ha nominato Segretario Aggiunto l'Arcivescovo Joseph Augustine Di Noia, finora Vice Presidente della Pontificia Commissione "Ecclesia Dei"; ha confermato i Membri ed i Consultori; ha nominato Consultore il Vescovo Giuseppe Sciacca, Segretario Aggiunto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica.

- Nella Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli: ha confermato Prefetto il Cardinale Fernando Filoni; Segretario l'Arcivescovo Savio Hon Tai-Fai; Segretario Aggiunto l'Arcivescovo-Vescovo Protase Rugambwa, emerito di Kigoma (Tanzania), ha inoltre confermato i Membri ed i Consultori.

- Nella Congregazione per il Clero: ha nominato Prefetto l'Arcivescovo Beniamino Stella, finora Presidente della Pontificia Accademia Ecclesiastica; ha confermato Segretario l'Arcivescovo Celso Morga Iruzubieta; ha nominato Segretario per i Seminari il Vescovo Jorge Carlos Patrón Wong, finora Vescovo di Papantla (Messico), elevandolo in pari tempo alla dignità di Arcivescovo.

- Nell'Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica: ha nominato il Monsignor Mauro Rivella, Delegato della Sezione Ordinaria.

- Ha nominato l'Arcivescovo Nikola Eterovic, Nunzio Apostolico in Germania, finora Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi.

- Ha nominato l'Arcivescovo Lorenzo Baldisseri, Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi, finora Segretario della Congregazione per i Vescovi.
- Ha nominato l'Arcivescovo Miroslaw Adamczyk, Nunzio Apostolico in Sierra Leone, attualmente Nunzio Apostolico in Liberia e in Gambia.

- Ha nominato il Monsignor Giampiero Gloder, Nunzio Apostolico e Presidente della Pontificia Accademia Ecclesiastica, finora Consigliere di Nunziatura e Capo Ufficio con incarichi speciali nella Segreteria di Stato, elevandolo in pari tempo alla dignità di Arcivescovo.
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