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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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venerdì 4 aprile 2008

UDIENZE

CITTA' DEL VATICANO, 4 APR. 2008 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienze separate cinque Presuli della Conferenza Episcopale delle Antille, in Visita "ad Limina Apostolorum":

    - L'Arcivescovo Patrick  Christopher Pinder, di Nassau (Bahamas).

    - Il Vescovo Robert J. Kurtz, C.R., di Hamilton in Bermuda (Bermuda).

    - L'Arcivescovo Edward Joseph Gilbert, C.SS.R., di Port of Spain (Trinidad e Tobago).

    - Il Vescovo Francis Alleyne, O.S.B., di Georgetown (Repubblica Cooperativistica della Guyana).

    Il Vescovo Wilhelmus de Bekker, di Paramaribo (Suriname).

  Nel pomeriggio il Santo Padre riceverà il Cardinale William Joseph Levada, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede.
AL:AP/.../...                                    VIS 20080404 (110)


ARCIVESCOVO TOMASI: DIRITTI DELL'UOMO E RAZZISMO

CITTA' DEL VATICANO, 4 APR. 2008 (VIS). L'Arcivescovo Silvano Tomasi, Osservatore Permanente della Santa Sede presso l'Ufficio delle Nazioni Unite ed Istituzioni Specializzate a Ginevra, è intervenuto alla VII Sessione Ordinaria del Consiglio dei Diritti dell'Uomo, svoltasi a Ginevra dal 3 al 28 marzo.

  Il 18 marzo scorso, l'Arcivescovo Tomasi ha pronunciato un discorso nel corso di una Tavola Rotonda sul dialogo interculturale e i diritti umani, ed ha affermato: "Ad ogni diritto corrisponde un dovere. In tale interazione di diritti e doveri e nel perseguimento del bene comune, le comunità si formano e si salvaguardano".

  "Nostro compito perciò" - ha detto ancora l'Arcivescovo Tomasi - "è quello di offrire un ambiente favorevole dove la persona possa prosperare senza ingiuste discriminazioni. La libertà religiosa, in molti modi, è un simbolo di questo tipo di ambiente che sostiene i singoli individui e la comunità".

  In un secondo discorso pronunciato il 19 marzo, nel corso della VII Sessione Ordinaria del Consiglio dei Diritti dell'Uomo, riguardante il razzismo, l'Osservatore Permanente della Santa Sede ha affermato che: "La questione del pluralismo nella società contemporanea e la lotta contro il razzismo possono trovare una soluzione in un ambiente dove le persone godano di tutti di diritti umani, civili e politici, sociali, culturali ed economici".

  "La tolleranza da sola" - ha proseguito l'Arcivescovo - "non basta; ognuno deve riconoscere la differenza e l'uguaglianza con l'altra persona e ricercare soluzioni ai problemi pratici della convivenza".

  L'Arcivescovo Tomasi ha ribadito infine che: "Occorre contrastare il razzismo e l'intolleranza mediante misure pratiche concertate. L'istruzione che promuove la conoscenza reciproca, che edifica la fiducia e sostiene la realizzazione dei diritti umani, può fungere da veicolante fondamentale nella promozione di un dialogo efficace. Altri modi concreti" - ha concluso l'Arcivescovo Tomasi - "sono  il potenziamento delle misure adottate in passato dalle Nazioni Unite relative a tale problema".
DELSS/DIRITTI UMANI/TOMASI                           VIS 20080404 (310)


PRECISAZIONI RELATIVE "OREMUS ET PRO IUDAEIS"

CITTA' DEL VATICANO, 4 APR. 2008 (VIS). Di seguito viene riportato il testo di un Comunicato diffuso questa mattina dalla Sala Stampa della Santa Sede, relativo alla pubblicazione del nuovo "Oremus et pro Iudaeis", per l'edizione del "Missale Romanum" del 1962.

  "Dopo la pubblicazione del nuovo 'Oremus et pro Iudaeis' per l'edizione del Missale Romanum del 1962, da alcuni settori del mondo ebraico è stato espresso dispiacere nel considerare che tale testo non risulterebbe in armonia con le dichiarazioni ed i pronunciamenti ufficiali della Santa Sede, riguardanti il popolo ebreo e la sua fede, che hanno segnato il progresso nelle relazioni di amicizia tra gli Ebrei e la Chiesa Cattolica in questi quarant'anni".

  "La Santa Sede assicura che la nuova formulazione dell''Oremus', con la quale sono state modificate alcune espressioni del Messale del 1962, non ha inteso, nel modo più assoluto, manifestare un cambio nell'atteggiamento che la Chiesa Cattolica ha sviluppato verso gli Ebrei, soprattutto a partire dalla dottrina del Concilio Vaticano II, in particolare nella Dichiarazione 'Nostra aetate', la quale, secondo le parole pronunciate dal Papa Benedetto XVI proprio nell'Udienza ai Rabbini Capo di Israele del 15 settembre 2005, ha segnato 'una pietra miliare sulla via della riconciliazione dei cristiani verso il popolo ebraico'. Il permanere dell'atteggiamento presente nella Dichiarazione 'Nostra aetate' è evidenziato, del resto, dal fatto che l'Oremus per gli Ebrei contenuto nel Messale Romano del 1970 resta in pieno vigore, ed è la forma ordinaria della Preghiera dei Cattolici".

  "Il Documento conciliare, nel contesto di altre affermazioni - sulle Sacre Scritture ("Dei Verbum" 14) e sulla Chiesa ("Lumen gentium" 16) -, espone i principi fondamentali che hanno sostenuto e sostengono anche oggi le relazioni fraterne di stima, di dialogo, di amore, di solidarietà e di collaborazione fra Cattolici ed Ebrei. Proprio scrutando il mistero della Chiesa, la 'Nostra aetate' ricorda il vincolo del tutto particolare con cui il Popolo del Nuovo Testamento è spiritualmente legato alla stirpe di Abramo e respinge ogni atteggiamento di disprezzo e di discriminazione verso gli Ebrei, ripudiando con fermezza qualunque forma di antisemitismo".

  "La Santa Sede auspica che le precisazioni contenute nel presente Comunicato contribuiscano a chiarire i malintesi, e ribadisce il fermo desiderio che i progressi verificatisi nella reciproca comprensione e stima tra Ebrei e Cristiani durante questi anni crescano ulteriormente".
OP/OREMUS ET PRO IUDAEIS/…                       VIS 20080404 (390)


RINGRAZIAMENTO DEL PAPA CONTRIBUTO "PAPAL FOUNDATION"

CITTA' DEL VATICANO, 4 APR. 2008 (VIS). Il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina in Vaticano 150 membri della "The Papal Foundation", Fondazione con sede negli Stati Uniti d'America, istituita per dotare la Santa Sede di una fonte stabile di entrate, presieduta dal Cardinale Theodore Edgar Mc Carrick. Ogni anno, in occasione dell'annuale pellegrinaggio a Roma, la Fondazione consegna al Pontefice un assegno corrispondete all'importo degli interessi maturati nel corso dell'anno.

  Il Santo Padre ha espresso la sua riconoscenza per "il generoso contributo offerto dalla Fondazione con progetti di assistenza e borse di studio che sono di grande aiuto al Pontefice nel compimento del suo ministero apostolico a servizio della Chiesa universale".

  Ricordando l'episodio dei discepoli di Emmaus, Papa Benedetto ha sottolineato che l'incontro con il Risorto "convertì il loro dolore in gioia, la loro delusione in speranza. La loro testimonianza di fede fa sorgere in noi la ferma convinzione che Cristo vive in mezzo a noi, offrendoci doni che ci rendono messaggeri di speranza nel mondo di oggi".

  "La fonte del servizio di amore della Chiesa, mentre si adopera per alleviare le sofferenze dei poveri e dei deboli, è nella fede senza cedimenti che il Signore ha definitivamente vinto il peccato e la morte; e che nel servizio ai fratelli e sorelle, la Chiesa serve il Signore stesso fino a quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria".

  Nel corso dell'Udienza, i Membri della Fondazione hanno donato al Santo Padre il primo esemplare della "Saint John's Bible", Bibbia manoscritta e illustrata, commissionata dall'Abbazia Benedettina di Saint John del Minnesota (Stati Uniti d'America), all'artista Donald Jackson.

  Dalla sua istituzione, nel 1990, la "Papal Foundation" ha consegnato al Papa oltre 41 milioni di US dollari.
AC/PAPAL FOUNDATION/...                           VIS 20080404 (290)


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