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giovedì 30 giugno 2011

VICINANZA PATRIARCATO ECUMENICO DI COSTANTINOPOLI

CITTA' DEL VATICANO, 28 GIU. 2011 (VIS). Come di consueto, in occasione della Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, Benedetto XVI ha ricevuto in Vaticano una Delegazione del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli, inviata dal Patriarca Bartolomeo I, nel quadro dello scambio di visite tra la Chiesa di Roma e il Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli, in occasione della festa dei rispettivi Patroni.

La Delegazione che ha consegnato al Santo Padre un Messaggio del Patriarca, era composta da Sua Eminenza Emmanuel (Adamakis), Metropolita di Francia; S.E. Athenagoras (Yves Peckstadt), Vescovo di Sinope, Ausiliare del Metropolita del Belgio; Reverendo Archimandrita Maxime Pothos, Vicario Generale della Metropolia della Svizzera.

“La vostra partecipazione a questa nostra Festa, come la presenza di nostri rappresentanti a Costantinopoli per la Festa dell'Apostolo Andrea, esprime l'amicizia e l'autentica fraternità che unisce la Chiesa di Roma ed il Patriarcato Ecumenico, vincoli che sono solidamente fondati su quella fede ricevuta dalla testimonianza degli Apostoli.” – ha detto il Papa – “L'intima vicinanza spirituale che sperimentiamo ogni volta che ci incontriamo è per me motivo di profonda gioia e di gratitudine a Dio. Al tempo stesso, però, la comunione non completa che già ci unisce deve crescere fino a raggiungere la piena unità visibile”.

“Seguiamo con grande attenzione il lavoro della Commissione mista per il dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa nel suo insieme” – ha proseguito il Pontefice – “Ad uno sguardo puramente umano, si potrebbe essere presi dall'impressione che il dialogo teologico fatichi a procedere. In realtà, il ritmo del dialogo è legato alla complessità dei temi in discussione, che esigono uno straordinario impegno di studio, di riflessione e di apertura reciproca. Siamo chiamati a continuare insieme nella carità questo cammino, invocando dallo Spirito Santo luce e ispirazione, nella certezza che egli vuole condurci al pieno compimento della volontà di Cristo: che tutti siano uno”.

“In un contesto storico di violenze, indifferenza ed egoismo, tanti uomini e donne del nostro tempo si sentono smarriti” – ha detto il Santo Padre - “È proprio con la testimonianza comune della verità del Vangelo che potremo aiutare l'uomo del nostro tempo a ritrovare la strada che lo conduce alla verità. La ricerca della verità, infatti, è sempre anche ricerca della giustizia e della pace, ed è con grande gioia che constato il grande impegno con cui Sua Santità Bartolomeo si prodiga su questi temi”.

“In unione di intenti, e ricordando il bell’esempio del mio predecessore, il Beato Giovanni Paolo II” – ha concluso Benedetto XVI – “ho voluto invitare i fratelli cristiani, gli esponenti delle altre tradizioni religiose del mondo e personalità del mondo della cultura e della scienza, a partecipare il prossimo 27 ottobre nella città di Assisi ad una Giornata di riflessione, dialogo e preghiera per la pace e la giustizia nel mondo, che avrà come tema ‘Pellegrini nella verità, pellegrini nella pace’. Il camminare insieme sulle strade della città di San Francesco sarà il segno della volontà di continuare a percorrere la via del dialogo e della fraternità”.
AP/ VIS 20110630 (510)

60° ANNIVERSARIO ORDINAZIONE PRESBITERALE BENEDETTO XVI

CITTA' DEL VATICANO, 29 GIU. 2011 (VIS). Alle ore 9.30 di oggi, Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, e nella ricorrenza del 60° anniversario della Sua Ordinazione presbiterale, il Santo Padre Benedetto XVI ha presieduto nella Basilica Vaticana la Concelebrazione Eucaristica con 40 Arcivescovi Metropoliti ai quali ha imposto il Sacro Pallio.

"’Non iam dicam servos, sed amicos’ - "Non vi chiamo più servi ma amici" – ha ricordato il Santo Padre citando le parole di Gesù che il Cardinale Faulhaber rivolse ai nuovi sacerdoti al termine della cerimonia di Ordinazione sessanta anni fa.

“Egli mi chiama amico. (...) Mi conferisce la facoltà, che quasi mette paura, di fare ciò che solo Egli, il Figlio di Dio, può dire e fare legittimamente: Io ti perdono i tuoi peccati. (...) Egli mi affida le parole della Consacrazione nell’Eucaristia. Egli mi ritiene capace di annunciare la sua Parola, di spiegarla in modo retto e di portarla agli uomini di oggi. Egli si affida a me”.

"’Non più servi ma amici’: in questa parola è racchiuso l’intero programma di una vita sacerdotale. (...) L’amicizia che Egli mi dona può solo significare che anch’io cerchi di conoscere sempre meglio Lui; che io, nella Scrittura, nei Sacramenti, nell’incontro della preghiera, nella comunione dei Santi, nelle persone che si avvicinano a me e che Egli mi manda, cerchi di conoscere sempre di più Lui stesso. (...) Nell’amicizia la mia volontà crescendo si unisce alla sua, la sua volontà diventa la mia, e proprio così divento veramente me stesso”.

“La parola di Gesù sull’amicizia sta nel contesto del discorso sulla vite. Il Signore collega l’immagine della vite con un compito dato ai discepoli: "Vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga. (...) Il Signore ci esorta a superare i confini dell’ambiente in cui viviamo, a portare il Vangelo nel mondo degli altri, affinché pervada il tutto e così il mondo si apra per il Regno di Dio”.

“Dopo la parola sull’incamminarsi, Gesù continua: portate frutto, un frutto che rimanga! Quale frutto Egli attende da noi? Qual è il frutto che rimane? Ebbene, il frutto della vite è l’uva, dalla quale si prepara poi il vino. (...) Non è forse questa già un’immagine della vita umana, e in modo del tutto particolare della nostra vita da sacerdoti? Abbiamo bisogno del sole e della pioggia, della serenità e della difficoltà, delle fasi di purificazione e di prova come anche dei tempi di cammino gioioso con il Vangelo. Volgendo indietro lo sguardo possiamo ringraziare Dio per entrambe le cose: per le difficoltà e per le gioie, per le ore buie e per quelle felici. In entrambe riconosciamo la continua presenza del suo amore, che sempre di nuovo ci porta e ci sopporta”.

“Ora, tuttavia, dobbiamo domandarci: di che genere è il frutto che il Signore attende da noi? Il vino è immagine dell’amore: questo è il vero frutto che rimane, quello che Dio vuole da noi. (...) Nel fondo, l’essenza dell’amore, del vero frutto, corrisponde con la parola sul mettersi in cammino, sull’andare: amore significa abbandonarsi, donarsi; reca in sé il segno della croce”.

Successivamente il Papa ha rivolto: “Nella Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo” il suo “più cordiale saluto al Patriarca Ecumenico Bartolomeo I e alla Delegazione che ha inviato, e che ringrazio vivamente per la gradita visita nella lieta circostanza dei Santi Apostoli Patroni di Roma”.

Nel rivolgersi agli Arcivescovi Metropoliti ai quali ha imposto il Sacro Pallio il Santo Padre ha spiegato che: “Ci ricorda (...) il Pastore diventato Egli stesso Agnello, per amore nostro. (...) Ci ricorda Lui, che ha preso l’agnello, l’umanità – me – sulle sue spalle, per riportarmi a casa. Ci ricorda in questo modo che, come Pastori al suo servizio, dobbiamo anche noi portare gli altri, prendendoli, per così dire, sulle nostre spalle e portarli a Cristo. Ci ricorda che possiamo essere Pastori del suo gregge che rimane sempre suo e non diventa nostro. Infine, il pallio significa molto concretamente anche la comunione dei Pastori della Chiesa con Pietro e con i suoi successori – significa che noi dobbiamo essere Pastori per l’unità e nell’unità e che solo nell’unità di cui Pietro è simbolo guidiamo veramente verso Cristo”.

Al termine dell’omelia Benedetto XVI ha ricordato i suoi sessant’anni di ministero sacerdotale ed ha detto: “In quest’ora mi sono sentito spinto a guardare a ciò che ha caratterizzato i decenni. Mi sono sentito spinto a dire a voi – a tutti i sacerdoti e Vescovi come anche ai fedeli della Chiesa – una parola di speranza e di incoraggiamento; una parola, maturata nell’esperienza, sul fatto che il Signore è buono. Soprattutto, però, questa è un’ora di gratitudine: gratitudine al Signore per l’amicizia che mi ha donato e che vuole donare a tutti noi. Gratitudine alle persone che mi hanno formato ed accompagnato. E in tutto ciò si cela la preghiera che un giorno il Signore nella sua bontà ci accolga e ci faccia contemplare la sua gioia. Amen”.
HML/ VIS 20110630 (840)

ARCIVESCOVI METROPOLITI CHE RICEVONO IL PALLIO

CITTÀ DEL VATICANO, 29 JUN 2011 (VIS). Alle 9:30 di questa mattina, Solennità dei Santi Pietro e Paolo, Apostoli, Benedetto XVI ha presieduto, nella Basilica Vaticana, la concelebrazione dell’Eucaristia con i 40 Arcivescovi Metropoliti ai quali ha imposto il Sacro Pallio.

1. Arcivescovo Zbignev Stankevics, di Riga (Lituania).

2. Arcivescovo Rubén Salazar Gómez, di Bogotá (Colombia).

3. Arcivescovo Antoine Ganyé Jude, di Cotonou (Benin).

4. Arcivescovo Fausto Gabriel Trávez Trávez, O.F.M., di Quito (Ecuador).

5. Arcivescovo James Peter Sartain, di Seattle (Stati Uniti d’America).

6. Arcivescovo Oscar Julio Vian Morales, S.D.B., di Guatemala (Guatemala).

7. Arcivescovo Gonzalo Restrepo Restrepo, Arcivescovo di Manizales (Colombia).

8. Arcivescovo Cesare Nosiglia, di Toríno (Italia).

9. Arcivescovo Gustavo Garcia-Siller, M.S.P.S., di San Antonio (Stati Uniti d’America).

10. Arcivescovo José Serofia Palma, di Cebú (Filippine).

11. Arcivescovo Pedro Brito Guimarães, di Palmas (Brasile).

12. Arcivescovo Juan Alberto Puiggari, di Paraná (Argentina).

13. Arcivescovo Thaddeus Cho Hwan-kil, Arzobispo di Daegu (Corea).

14. Arcivescovo Jude Thaddaeus Ruwatchi, O.F.M.Cap., di Mwanza (Tanzania).
15. Arcivescovo Jairo Jaramillo Monsalve, di Barranquilla (Colombia).

16. Arcivescovo Paul Yembuado Ouédraogo, di Bobo-Dioulasso (Burkina Faso).

17. Arcivescovo William Slattery, O.F.M., di Pretoria (Sudafrica).

18. Arcivescovo Ricardo Ezzati Andrello, S.D.B., di Santiago de Chile (Cile).

19. Arcivescovo Paul Stagg Coakley, di Oklahoma City (Stati Uniti d’America).

20. Arcivescovo Murilo Sabastião Ramos Krieger, di San Salvador da Bahía (Brasile).

21. Arcivescovo Marjan Turnsek, di Maribor (Slovenia).

22. Arcivescovo Rémi Joseph Gustave Sainte-Marie, M.Afr., di Lilongwe (Malawi).

23. Arcivescovo Gerard Cyprien Lacroix, di Québec (Canadá).

24. Arcivescovo José Horacio GÓMEZ, di Los Ángeles (Stati Uniti d’America).

25. Arcivescovo Thumma Bala, di Hyderabad (India).

26. Arcivescovo Augustine Obiora Akubeze, di Benin City (Nigeria).

27. Arcivescovo Vincenzo Bertolone, S.d.P., di Catanzaro-Squillace (Italia).

28. Arcivescovo Luis María Pérez De Onraita Aguirre, di Malanje (Angola).

29. Arcivescovo José Manuel Imbamba, di Saurimo (Angola).

30. Arcivescovo Jacinto Bergmann, di Pelotas (Brasile).

31. Arcivescovo. Hélio Adelar Rubert, di Santa María (Brasile).

32. Arcivescovo Pedro Ercílio Simon, de Passo Fundo (Brasile).

33. Arcivescovo Charles Henry Dufour, di Kingston in Jamaica (Giamaica).

34. Arcivescovo George Stack, di Cardiff (Galles).

35. Arcivescovo Fernando Natalio Chomali Garib, di Concepción (Cile).

36. Arcivescovo Dimas Lara Barbosa, di Campo Grande (Brasile).

37. Arcivescovo Dario de Jesús Monsalve Mejia, di Cali (Colombia).

38. Arcivescovo Pierre Marie Carré, de Montpellier (Francia).

39. Arcivescovo Sergio Da Rocha, di Brasilia (Brasile).

40. Arcivescovo Sergio Lasam Utleg, di Tuguegarao (Filippine).

Il Palio sarà consegnato nelle medesime sedi metropolitane, ai seguenti Presuli:

41. Arcivescovo Johannes Maria Trilaksyanta Pujasumarta, di Semarang (Indonesia).

42. Arcivescovo Guire Poulard, di Port-Au-Prince (Haití).

43. Arcivescovo John Barwa, S.V.D., di Cuttack-Bhubaneshwar (India).

44. Arcivescovo Lewis Zeigler, di Monrovia (Liberia).

45. Arcivescovo Pascal N'Koué, di Parakou (Benin).
OCL/ VIS 20110630 (460)

GRAZIE DEL PAPA 60° ANNIVERSARIO ORDINAZIONE SACERDOTALE

CITTA' DEL VATICANO, 29 GIU. 2011 (VIS). Al termine della Santa Messa, il Papa si è affacciato alla finestra del suo studio per la recita dell’Angelus con i fedeli convenuti in Piazza San Pietro.

“Cari fratelli e sorelle! Scusate il lungo ritardo” – ha detto il Papa prima della recita della preghiera mariana – “La Messa in onore dei Santi Pietro e Paolo è stata lunga e bella. E abbiamo pensato anche a quel bell’inno della Chiesa di Roma che comincia: ‘O Roma felix!’. Oggi nella solennità dei Santi Pietro e Paolo, Patroni di questa Città, cantiamo così: ‘Felice Roma, perché fosti imporporata dal prezioso sangue di così grandi Principi. Non per tua lode, ma per i loro meriti ogni bellezza superi!”.

“La testimonianza di amore e di fedeltà dei Santi Pietro e Paolo illumina i Pastori della Chiesa, per condurre gli uomini alla verità, formandoli alla fede in Cristo. San Pietro, in particolare” – ha spiegato il Pontefice – “rappresenta l’unità del collegio apostolico. Per tale motivo, durante la liturgia celebrata questa mattina nella Basilica Vaticana, ho imposto a 40 Arcivescovi Metropoliti il pallio, che manifesta la comunione con il Vescovo di Roma nella missione di guidare il popolo di Dio alla salvezza”.

“È la fede professata da Pietro a costituire il fondamento della Chiesa” – ha sottolineato il Papa – “Il primato di Pietro è predilezione divina, come lo è anche la vocazione sacerdotale: ‘Né la carne né il sangue te lo hanno rivelato – dice Gesù – ma il Padre mio che è nei cieli’. Così accade a chi decide di rispondere alla chiamata di Dio con la totalità della propria vita. Lo ricordo volentieri in questo giorno, nel quale si compie per me il sessantesimo anniversario di Ordinazione sacerdotale”.

“Grazie per la vostra presenza, per le vostre preghiere!” – ha detto Benedetto XVI rivolgendosi a tutti i fedeli – “Sono grato a voi, sono grato soprattutto al Signore per la sua chiamata e per il ministero affidatomi, e ringrazio coloro che, in questa circostanza, mi hanno manifestato la loro vicinanza e sostengono la mia missione con la preghiera, che da ogni comunità ecclesiale sale incessantemente a Dio, traducendosi in adorazione a Cristo Eucaristia per accrescere la forza e la libertà di annunciare il Vangelo”.

“In questo clima” – ha concluso Benedetto XVI – “sono lieto di salutare cordialmente la Delegazione del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli, presente oggi a Roma, secondo la significativa consuetudine, per venerare i Santi Pietro e Paolo e condividere con me l’auspicio dell’unità dei cristiani voluta dal Signore. Invochiamo con fiducia la Vergine Maria, Regina degli Apostoli, affinché ogni battezzato diventi sempre più una ‘pietra viva’ che costruisce il Regno di Dio”.
ANG/ VIS 20110630 (450)

LA FEDE RETTA ORIENTA LA RAGIONE AD APRIRSI AL DIVINO

CITTA' DEL VATICANO, 30 GIU. 2011 (VIS). Nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico, il Santo Padre Benedetto XVI ha conferito per la prima volta il “Premio Ratzinger” istituito dalla “Fondazione Vaticana Joseph Ratzinger – Benedetto XVI – al Professore Manlio Simonetti, italiano, studioso di Letteratura cristiana antica e Patrologia; al Professor Olegario González de Cardedal, spagnolo, sacerdote, docente di Teologia sistematica e al Professor Padre Maximilian Heim, tedesco, cistercense, Abate del Monastero di Heiligenkreuz in Austria e docente di Teologia fondamentale e dogmatica.

Dopo il saluto del Presidente della Fondazione, Monsignor Giuseppe Antonio Scotti, il Santo Padre ha tenuto un discorso.

“La teologia è scienza della fede, ci dice la tradizione” – ha detto il Papa – “(...) ma se il fondamento della teologia, la fede, non diviene contemporaneamente oggetto del pensiero, se la prassi è riferita solo a se stessa, oppure vive unicamente dei prestiti delle scienze umane, allora la prassi diventa vuota e priva di fondamento”.

“Nella teologia è in gioco la questione circa la verità; essa è il suo fondamento ultimo ed essenziale. Un’espressione di Tertulliano può qui farci fare un passo avanti: Cristo non ha detto: Io sono la consuetudine, ma: Io sono la verità” – ha proseguito il Santo Padre spiegando che “Christian Gnilka ha mostrato che il concetto ‘consuetudo’ può significare le religioni pagane che, secondo la loro natura, erano ‘consuetudine’: si fa ciò che si è fatto sempre; si osservano le tradizionali forme cultuali e si spera di rimanere così nel giusto rapporto con l’ambito misterioso del divino. L’aspetto rivoluzionario del cristianesimo nell’antichità fu proprio la rottura con la ‘consuetudine’ per amore della verità. Tertulliano parla qui soprattutto in base al Vangelo di san Giovanni, in cui si trova anche l’altra interpretazione fondamentale della fede cristiana, che s’esprime nella designazione di Cristo come Logos. Se Cristo è il Logos, la verità, l’uomo deve corrispondere a Lui con il suo proprio logos, con la sua ragione”.

“Da qui si capisce che la fede cristiana, per la sua stessa natura, deve suscitare la teologia, doveva interrogarsi sulla ragionevolezza della fede (...) Per quanto si presenti dunque chiara nel cristianesimo il nesso fondamentale tra Logos, verità e fede – la forma concreta di tale nesso ha suscitato e suscita sempre nuove domande. (...) San Bonaventura, nel prologo al suo ‘Commento alle Sentenze’ ha parlato di un duplice uso della ragione – di un uso che è inconciliabile con la natura della fede e di uno che invece appartiene proprio alla natura della fede”.

“Esiste” – per San Bonaventura- “la ‘violentia rationis’, il dispotismo della ragione, che si fa giudice supremo di tutto. Questo genere di uso della ragione è certamente impossibile nell’ambito della fede”, perché si vuole sottomettere Dio “ad un procedimento di prova sperimentale” – ha detto ancora il Santo Padre spiegando che nell’età moderna “La ragione sperimentale appare oggi ampiamente come l’unica forma di razionalità dichiarata scientifica. (...) Con questa impostazione sono state realizzate opere grandiose; che essa sia giusta e necessaria nell’ambito della conoscenza della natura e delle sue leggi nessuno vorrà seriamente porlo in dubbio. Esiste tuttavia un limite a tale uso della ragione: Dio non è un oggetto della sperimentazione umana. Egli è Soggetto e si manifesta soltanto nel rapporto da persona a persona: ciò fa parte dell’essenza della persona”.

“In questa prospettiva Bonaventura fa cenno ad un secondo uso della ragione, che vale per l’ambito del ‘personale’, per le grandi questioni dello stesso essere uomini. L’amore vuole conoscere meglio colui che ama. L’amore, l’amore vero, non rende ciechi, ma vedenti. Di esso fa parte proprio la sete di conoscenza, di una vera conoscenza dell’altro. Per questo, i Padri della Chiesa hanno trovato i precursori e gli antesignani del cristianesimo – al di fuori del mondo della rivelazione di Israele – non nell’ambito della religione consuetudinaria, bensì negli uomini in ricerca di Dio, nei ‘filosofi’: in persone che erano assetate di verità ed erano quindi sulla strada verso Dio. Quando non c’è questo uso della ragione, allora le grandi questioni dell’umanità cadono fuori dell’ambito della ragione e vengono lasciate all’irrazionalità. Per questo un’autentica teologia è così importante. La fede retta orienta la ragione ad aprirsi al divino, affinché essa, guidata dall’amore per la verità, possa conoscere Dio più da vicino”.
AP/ VIS 20110630 (710)

PALLIO VINCOLO DI UNITÀ CON LA SEDE DI PIETRO



CITTA' DEL VATICANO, 30 GIU. 2011 (VIS). Questa mattina il Santo Padre ha ricevuto gli Arcivescovi Metropoliti nominati nel corso dell’ultimo anno, accompagnati dai familiari, che ieri hanno ricevuto il Sacro Pallio, nella Solennità dei Santi Pietro e San Paolo, Apostoli.

Rivolgendosi agli Arcivescovi – rappresentanti di 25 paesi - nelle diverse lingue, il Santo Padre ha sottolineato che “se il Pallio vi ricorda la particolare responsabilità nei confronti della Chiese suffraganee e il vostro speciale vincolo di unità con la Sede di Pietro, ciò che comporta che tutti voi siate accompagnati da una maggiore vicinanza nella preghiera e dalla collaborazione nel ministero a voi affidato”.
AC/ VIS 20110630 (110)

L’OSSERVATORE ROMANO COMMEMORA 150 ANNI DI FONDAZIONE

CITTA' DEL VATICANO, 30 GIU. 2011 (VIS). Oggi è stato reso pubblico un Messaggio del Santo Padre indirizzato al Professor Giovanni Maria Vian, Direttore de “L’Osservatore Romano”, nella ricorrenza del 150° di fondazione. Il primo numero uscì il 1° luglio 1861.

Nel ricordare le fasi più significative che hanno caratterizzato il quotidiano, chiamato abitualmente “il giornale del Papa”, Benedetto XVI scrive che “in questo secolo e mezzo, ha innanzitutto dato conto del servizio reso alla verità e alla comunione cattolica da parte della Sede del Successore di Pietro”.

“In questo tempo – segnato spesso dalla mancanza di punti di riferimento e dalla rimozione di Dio dall’orizzonte di molte società, anche di antica tradizione cristiana – il quotidiano della Santa Sede si presente come un ‘giornale di idee’, come un organo di formazione e non solo di informazione. Perciò deve sapere mantenere fedelmente il compito svolto in questo secolo e mezzo, con attenzione anche all’Oriente cristiano, all’irreversibile impegno ecumenico delle diverse Chiese e Comunità ecclesiali, alla ricerca costante di amicizia e collaborazione con l’Ebraismo e con le altre religioni, al dibattito e al confronto culturale, alla voce delle donne, ai temi di bioetica che pongono questioni per tutti decisive”.
MESS/ VIS 20110630 (210)

INTENZIONI DI PREGHIERA DEL SANTO PADRE MESE DI LUGLIO



CITTA' DEL VATICANO, 31 MAG. L’intenzione Generale per l'Apostolato della Preghiera del Santo Padre Benedetto XVI per il mese di luglio è la seguente: “Perché i cristiani contribuiscano ad alleviare, specialmente nei Paesi più poveri, la sofferenza materiale e spirituale degli ammalati di Aids”.

L'intenzione Missionaria è la seguente: “Per le religiose che operano nei territori di missione, affinché siano testimoni della gioia del Vangelo e segno vivente dell’amore di Cristo”.
BXVI-INTENZIONI PREGHIERA/ VIS 20110630 (80)

ALTRI ATTI PONTIFICI

CITTA' DEL VATICANO, 30 GIU. 2011 (VIS). Il Santo Padre:

- Ha nominato l’Arcivescovo Tadeusz Kondrusiewicz, di Minsk-Mohilev (Bielorussia), Amministratore Apostolico “ad nutum Sanctae Sedis” della Diocesi di Pinsk (superficie: 72.700; popolazione: 3.146.000; cattolici: 50.620; sacerdoti: 47; religiosi: 81), Bielorussia.

- Ha accettato la rinuncia al governo pastorale della Diocesi di Santa Rosa (Stati Uniti d’America), presentata dal Vescovo Daniel F. Walsh, in conformità al canone 401, paragrafo 2, del Codice di Diritto Canonico. Gli succede il Vescovo Robert F. Vasa, finora Coadiutore della medesima Diocesi.

- Ha nominato il Sacerdote John Sherrington, Vescovo Ausiliare dell’Arcidiocesi di Westminster (superficie: 3.634; popolazione: 4.726.206; cattolici: 476.647; sacerdoti: 629; religiosi: 1.465; diaconi permanenti: 10), Gran Bretagna. Il Vescovo eletto è nato a Leicester (Gran Bretagna) nel 1958 ed è stato ordinato sacerdote nel 1987. È stato finora Parroco della Parrocchia di “Good Shepherd” ad Arnold.
NA:RE:NEA VIS 20110630 (150)
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