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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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martedì 31 ottobre 2006

ALTRI ATTI PONTIFICI

CITTA' DEL VATICANO, 31 OTT. 2006 (VIS). Il Santo Padre:

- Ha accolto la rinunzia presentata dal Cardinale Darío Castrillón Hoyos, all'incarico di Prefetto della Congregazione per il Clero, in ossequio a quanto previsto dal canone 354 del Codice di Diritto Canonico.

- Ha nominato il Cardinale Cláudio Hummes, O.F.M., finora Arcivescovo di São Paulo (Brasile), Prefetto della Congregazione per il Clero.

- Ha accettato le dimissioni presentate dal Cardinale Francesco Marchisano,  dall'incarico di Arciprete della Basilica di San Pietro. Nel suddetto incarico gli succede l'Arcivescovo Angelo Comastri, Arcivescovo Prelato emerito di Loreto, Vicario Generale per lo Stato della Città del Vaticano e Presidente della Fabbrica di San Pietro, finora Coadiutore della medesima Basilica di San Pietro.

- Ha accettato la rinuncia, presentata dal Vescovo Robert A. Brucato, all'ufficio di Ausiliare dell'Arcidiocesi di New York (Stati Uniti d'America), per raggiunti limiti di età.

- Ha nominato il Reverendo Thomas Chung An-zu, Vescovo Ausiliare dell'Arcidiocesi di Taipei (superficie: 4.590; popolazione: 6.792.857; cattolici: 84.326; sacerdoti: 272; religiosi: 707), Taiwan. Il Vescovo eletto, finora Cappellano dell'Università Cattolica "Fu Jen" di Taipei (Taiwan), è nato a Yunlin (Taiwan) nel 1952 ed è stato ordinato sacerdote nel 1981.

- Ha nominato il Reverendo Fausto Gaibor García, Vescovo Ausiliare di Riobamba (superficie: 7.014; popolazione: 475.000; cattolici: 330.000; sacerdoti: 67; religiosi: 218; diaconi permanenti: 6), Ecuador. Il Vescovo eletto, finora Cancelliere e Parroco della Cattedrale di Guaranda, è nato nel 1952 nei pressi della città di Guaranda (Ecuador) ed è stato ordinato sacerdote nel 1981.
RE:NA:NEA/.../...                                   VIS 20061031 (250)


INTENZIONI DI PREGHIERA DEL PAPA PER IL MESE DI NOVEMBRE

CITTA' DEL VATICANO, 31 OTT. 2006 (VIS). L'intenzione Generale per l'Apostolato della Preghiera del Santo Padre Benedetto XVI per il mese di novembre è la seguente: "Perchè in ogni parte del mondo si ponga fine a tutte le forme di terrorismo".

  L'intenzione Missionaria è la seguente: "Perchè con lo sforzo dei credenti unito alle forze vive della società si possano spezzare le nuove e vecchie catene che impediscono lo sviluppo del Continente africano".
BXVI-INTENZIONI PREGHIERA/NOVEMBRE/…                     VIS 20061031 (90)


TELEGRAMMA DI CORDOGLIO VITTIME DISASTRO AEREO NIGERIA


CITTA' DEL VATICANO, 31 OTT. 2006 (VIS). Di seguito riportiamo il testo del telegramma di cordoglio che il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, ha inviato, a nome del Santo Padre Benedetto XVI, all'Arcivescovo John Olorunfemi Onaiyekan, di Abuja (Nigeria), per le vittime del disastro aereo di domenica 29 ottobre, che ha causato la morte di più di 100 persone.

  "Profondamente addolorato nell'apprendere la notizia del tragico disastro aereo in Nigeria, che fra le numerose vittime contava anche il Sultano di Sokoto, Sua Santità desidera trasmettere le sue sentite condoglianze alle famiglie in lutto. Nell'offrire fervide preghiere per i defunti, Sua Santità invoca Dio affinché conceda forza e coraggio a tutti coloro che sono nella sofferenza, e in segno di consolazione e di pace, invoca su di essi le abbondanti benedizioni di Dio Onnipotente".
TGR/INCIDENTE:NIGERIA/BERTONE:OLORUNFEMI           VIS 20061031 (150)


lunedì 30 ottobre 2006

UDIENZE

CITTA' DEL VATICANO, 30 OTT. 2006 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienze separate:

- Il Cardinale José Saraiva Martins, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi.

- Tre Presuli della Conferenza Episcopale di Grecia, in Visita "ad Limina Apostolorum":

    - Il Vescovo Franghískos Papamanólis, O.F.M.Cap., di Syros e Milos, Santorini, Thiras ed Amministratore Apostolico di Candia, Creta e La Canea.

    - Il Vescovo Anárghyros Printesis, Esarca Apostolico per i cattolici di rito bizantino residenti in Grecia.

    - L'Arcivescovo Nechan Karakéhéyan, Amministratore Apostolico dell'Ordinariato per i cattolici di rito armeno residenti in Grecia.

  Sabato 28 ottobre il Santo Padre ha ricevuto in udienze separate:

- Tre Presuli della Conferenza Episcopale di Irlanda, in Visita "ad Limina Apostolorum":

    - Il Vescovo Christopher Jones, di Elphin.

    - Il Vescovo Martin Drennan, di Galway and Kilmacduagh.

    - Il Vescovo John Fleming, di Killala.

- Tre Presuli della Conferenza Episcopale di Grecia, in Visita "ad Limina Apostolorum":

    - L'Arcivescovo Nikólaos Fóscolos, di Athenai ed Amministratore Apostolico "sede vacante et ad nutum Sanctae Sedis" di Rhodos.

    - Il Vescovo Yannis Spiteris, O.F.M.Cap., di Corfù, Zante, Cefalonia ed Amministratore Apostolico "ad nutum Sanctae Sedis" del Vicariato Apostolico di Thessaloniki.

    - L'Arcivescovo Nikólaos Printesis, di Naxos, Andros, Tinos e Mykonos ed Amministratore Apostolico  "sede vacante" di Chios.

- Il Cardinale Giovanni Battista Re, Prefetto della Congregazione per i Vescovi.
AL:AP/.../...                                       VIS 20061030 (230)

RINGRAZIAMENTI PRO PETRI SEDE ED ETRENNES PONTIFICALES

CITTA' DEL VATICANO, 30 OTT. 2006 (VIS). Questa mattina, nella Sala Clementina, il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto i Membri delle due Associazioni del Belgio "Pro Petri Sede" e "Etrennes Pontificales", che ogni anno offrono aiuti finanziari per le necessità della Santa Sede.

  Nel suo discorso in lingua francese, il Santo Padre ha affermato che: "Il senso della comunione ecclesiale" che caratterizza le due associazioni, "si esprime ogni anno con un generoso gesto di solidarietà, destinato a soccorrere i nostri fratelli più bisognosi. Già al tempo degli Apostoli, i membri della giovane comunità cristiana 'mettevano tutto in comune' e San Paolo aveva la preoccupazione di organizzare in ogni comunità da lui fondata un servizio di raccolta in favore delle altre chiese".

  Citando l'Enciclica "Deus caritas est", il Papa ha detto: "'La carità non è per la Chiesa una specie di attività di assistenza sociale che si potrebbe anche lasciare ad altri, ma appartiene alla sua natura, è espressione irrinunciabile della sua stessa essenza'".

  "Voi conoscete gli immensi bisogni della solidarietà, perché i nostri fratelli siano rispettati nella loro dignità fondamentale, siano nutriti, siano provvisti di alloggio e ricevano istruzione; ogni anno, voi rispondete con generosità offrendo al Papa il frutto della vostra colletta. Vi ringrazio vivamente a nome di tutte le comunità cristiane che i vostri doni contribuiranno ad aiutare".
AC/.../PRO PETRI SEDE:ETRENNES PONTIFICALES               VIS 20061030 (240)


GRECIA: STATUTO GIURIDICO APPROPRIATO CHIESA

CITTA' DEL VATICANO, 30 OTT. 2006 (VIS). Questa mattina il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto i Presuli della Conferenza Episcopale di Grecia al termine della Visita "ad Limina Apostolorum".

  Il Papa ha iniziato il suo discorso ponendo in rilievo l'afflusso notevole di cattolici provenienti dalle Nazioni circostanti che pone ai Vescovi e al clero greco "nuove esigenze di servizio ministeriale a cui non è facile provvedere".

  Tenendo conto della varietà di lingue e di riti, il Papa ha detto di ritenere che "lo sviluppo di un dialogo costruttivo con gli altri Episcopati sia quanto mai opportuno (...). Dal confronto emergeranno sicuramente provvide decisioni sotto il profilo del reperimento sia dei ministri sacri necessari sia delle risorse su cui contare. Ovviamente il rispetto delle specifiche identità sarà da tenere presente, ma senza sacrificare per questo la vita e i programmi delle Chiese che Cristo vi ha affidato".

  Il Santo Padre ha esortato i Presuli a "perseverare nei vostri sforzi per incentivare la pastorale vocazione (...), si dovranno invitare le comunità cristiane a pregare con più intensità" per "venire incontro ai bisogni spirituali dei tanti immigrati che hanno trovato nel vostro Paese accoglienza dignitosa e cordiale. È questo lo stile proprio della vostra gente, che da sempre ha saputo aprirsi ad un contatto costruttivo con i popoli circostanti".

  In merito ai contatti con i fedeli ortodossi, che, numericamente, sono la maggioranza dei cittadini, Benedetto XVI ha sottolineato la necessità di "intensificare la preghiera perché si affretti il giorno benedetto in cui ci sarà dato di spezzare insieme il Pane e di bere insieme allo stesso Calice (...). In tale contesto, auspico che si aprano sempre maggiori prospettive di un dialogo costruttivo tra la Chiesa Ortodossa di Grecia e la Chiesa cattolica e si moltiplichino le iniziative comuni di ordine spirituale, culturale e pratico. Mi è grato, altresì, indirizzare un pensiero bene augurante a Sua Beatitudine l'Arcivescovo Christodoulos di Atene e di tutta la Grecia. (...) In lui intendo salutare con vivo affetto il Santo Sinodo della Chiesa Ortodossa di Grecia e tutti i fedeli".

  "Nei colloqui avuti con voi" - ha proseguito il Pontefice - "ho pure raccolto i vostri desideri di vedere definito, da parte dello Stato, il diritto di avere uno statuto giuridico appropriato e riconosciuto. Sulla questione è in atto - come ben sapete - un dialogo che non vede come protagonista primaria la Sede Apostolica. Si tratta infatti di materia interna, alla quale tuttavia la Santa Sede è molto attenta, perchè desiderosa di una adeguata soluzione dei problemi in gioco".

  "Oltre al dialogo, occorre in tale campo la perseveranza. Non è necessario aggiungere che la Chiesa Cattolica non cerca alcun privilegio, ma chiede soltanto di veder riconosciuta la propria identità e missione, così da poter efficacemente recare il proprio contributo al benessere integrale del nobile Popolo greco, di cui voi siete parte integrante. Con pazienza e nel rispetto delle legittime procedure, sarà possibile giungere, grazie all'impegno di tutti, all'auspicata intesa".

  Il Santo Padre ha concluso il suo discorso ricordando il disagio di numerose comunità "per gli spostamenti interni dei fedeli. Molti di loro" - ha affermato - "si trovano in una situazione di dispersione nel territorio, con la conseguenza di gravi difficoltà nei rapporti con i rispettivi Pastori. Anche alla luce di questi fenomeni si rivela tutta l'importanza dell'unità affettiva ed effettiva di voi Vescovi, mediante un coordinamento interno sempre più efficace".
AL/.../GRECIA                                   VIS 20061030 (550)


IL PAPA RICORDA LE PERSONE VITTIME DI SEQUESTRI

CITTA' DEL VATICANO, 29 OTT. 2006 (VIS). Al termine della recita dell'Angelus con le migliaia di fedeli convenuti in Piazza San Pietro, il Papa ha affermato che: "Da più parti mi giungono richieste di intervento in favore di persone che, in diversi Paesi del mondo, sono vittime di sequestri".

  "Mentre ribadisco la più ferma condanna di questo crimine, assicuro il mio ricordo nella preghiera per tutte le vittime e per i loro familiari e amici. In particolare, mi unisco al pressante appello recentemente rivoltomi dall'Arcivescovo e dalla comunità di Sassari in favore del Signor Giovanni Battista Pinna, rapito il 14 settembre scorso, perché sia presto restituito ai suoi cari".

  Successivamente Benedetto XVI si è rivolto ai giovani delegati delle Regioni italiane, riuniti in questi giorni a Roma per "l'attuazione del progetto triennale della Chiesa italiana denominato 'Agorà dei giovani'".

  "Cari amici" - ha detto il Pontefice - "benedico il vostro cammino e vi attendo numerosi al grande incontro dei giovani italiani in programma per l'1 e 2 settembre 2007 a Loreto. Presso quell'amato Santuario mariano vivremo insieme un momento di grazia, nella gioia della fede e nella prospettiva della missione, anche in preparazione alla Giornata Mondiale della Gioventù di Sydney nel 2008".
ANG/VITTIME SEQUESTRI:GIOVANI/...                  VIS 20061030 (220)


ANGELUS: LA FEDE È UN CAMMINO DI ILLUMINAZIONE

CITTA' DEL VATICANO, 29 OTT. 2006 (VIS). Questa mattina, in Piazza San Pietro, migliaia di fedeli hanno partecipato alla recita dell'Angelus con il Santo Padre Benedetto XVI. Commentando il Vangelo di oggi, la guarigione del cieco Bartimeo, il Papa ha spiegato che: "Questo racconto, nell'essenzialità dei suoi passaggi, evoca l'itinerario del catecumeno verso il sacramento del Battesimo, che nella Chiesa antica era chiamato anche 'Illuminazione'".

  "La fede" - ha detto il Santo Padre - "è un cammino di illuminazione: parte dall'umiltà di riconoscersi bisognosi di salvezza e giunge all'incontro personale con Cristo, che chiama a seguirlo sulla via dell'amore. Su questo modello sono impostati nella Chiesa gli itinerari di iniziazione cristiana, che preparano ai sacramenti del Battesimo, della Confermazione (o Cresima) e dell'Eucaristia".

  "Nei luoghi di antica evangelizzazione, dove è diffuso il Battesimo dei bambini, vengono proposte ai giovani e agli adulti esperienze di catechesi e di spiritualità che permettono di percorrere un cammino di riscoperta della fede in modo maturo e consapevole, per assumere poi un coerente impegno di testimonianza".

  Benedetto XVI ha elogiato il lavoro che i Pastori e i catechisti compiono in questo campo ed ha sottolineato che: "La riscoperta del valore del proprio Battesimo è alla base dell'impegno missionario di ogni cristiano, perché vediamo nel Vangelo che chi si lascia affascinare da Cristo non può fare a meno di testimoniare la gioia di seguire le sue orme".

  Ricordando che il mese di ottobre è particolarmente dedicato alla missione, il Papa ha invocato l'intercessione della Vergine Maria "affinché si moltiplichino i missionari del Vangelo" ed "Intimamente unito al Signore, possa ogni battezzato sentire di essere chiamato ad annunciare a tutti l'amore di Dio, con la testimonianza della propria vita".
ANG/FEDE:ILLUMINAZIONE/...                           VIS 20061030 (290)


ALTRI ATTI PONTIFICI

CITTA' DEL VATICANO, 28 OTT. 2006 (VIS).  Il Santo Padre:

- Ha accettato la rinuncia al governo pastorale dell'Arcidiocesi di Lusaka (Zambia), presentata dall'Arcivescovo Medardo Joseph Mazombwe, per raggiunti limiti d'età. Gli succede l'Arcivescovo Telesphore George Mpundu, Coadiutore della medesima Arcidiocesi.

- Ha nominato il Monsignore Daniel E. Flores, Vescovo Ausiliare dell'Arcidiocesi di Detroit (superficie: 10.106; popolazione: 4.486.000; cattolici: 1.457.780; sacerdoti: 710; religiosi: 2.166; diaconi permanenti: 141), Stati Uniti d'America. Il Vescovo eletto è nato nel 1961 a Palacios (Texas) ed è stato ordinato sacerdote nel 1988. È stato finora Rettore della Cattedrale di Corpus Christi (Stati Uniti d'America) e Vice-Rettore del Seminario "Saint Mary" di Houston.

- Ha nominato membro del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani, il Cardinale Ivan Dias, Prefetto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli.
RE:NEA:NA/.../...                                   VIS 20061030 (140)


IRLANDA: SANA CATECHESI E PREGHIERA NUOVE VOCAZIONI

CITTA' DEL VATICANO, 28 OTT. 2006 (VIS). Questa mattina il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto in udienza i Presuli della Conferenza Episcopale Irlandese, al termine della Visita "ad Limina Apostolorum".

  Nel suo discorso il Papa ha sottolineato la costante testimonianza di fede e di fedeltà alla Santa Sede del popolo irlandese, il suo "importante contributo" alla vita della Chiesa e lo "straordinario coraggio dei suoi missionari".

  Benedetto XVI ha invitato i Vescovi ad aiutare i fedeli a "riconoscere l'incapacità della cultura secolare e materialista di portare autentica soddisfazione e gioia" esortandoli a parlare "loro con coraggio della gioia che proviene dalla sequela di Cristo e dal vivere i Suoi comandamenti".

  "Anche se è necessario denunciare con forza i mali che ci minacciano dobbiamo correggere l'idea che il Cattolicesimo sia soltanto 'una raccolta di proibizioni'. Sono necessari una sana catechesi ed un'attenta 'formazione del cuore'" - ha sottolineato Benedetto XVI ricordando che l'Irlanda è stata benedetta dalle "solide risorse di una estesa rete di scuole cattoliche".

  Benedetto XVI ha affermato che dobbiamo "evitare presentazioni superficiali dell'insegnamento cattolico, perché solo la pienezza della fede può comunicare la forze liberatrice del Vangelo. Esercitando grande attenzione sulla qualità dei programmi e dei libri di testo in uso e proclamando la dottrina della Chiesa nella sua interezza, voi portate a compimento la vostra responsabilità di 'annunziare la parola ... in ogni occasione opportuna e non opportuna .... ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e dottrina'".

  Riferendosi ai "molti casi di abusi sessuali sui minori" che si sono verificati negli ultimi anni, il Papa ha detto che "sono ancora più tragici quando in essi è coinvolto un prelato. Le ferite causate da questi atti sono molto profonde e urge la ricostruzione della fiducia e confidenza dove queste sono state danneggiate. Nei vostri continui sforzi di affrontare il problema con efficacia, è importante stabilire la verità di quanto accaduto nel passato, prendere tutte le precauzioni necessarie per impedire che accada nuovamente, assicurare che siano pienamente rispettati i principi di giustizia e, soprattutto, portare aiuto a queste vittime e a tutti coloro che sono stati colpiti da questi gravi crimini. In questo modo, la Chiesa in Irlanda crescerà e sarà capace di dare testimonianza del potere salvifico della Croce di Cristo".

  "L'ottimo lavoro e l'abnegazione della maggior parte dei sacerdoti e dei religiosi in Irlanda non devono essere oscurati dalle trasgressioni di alcuni dei loro fratelli. Sono certo che il popolo comprende ciò e continua a guardare il clero con affetto e stima".

  Il Santo Padre ha ricordato che l'Irlanda è stata benedetta in passato da una dovizia di vocazioni, ma negli ultimi anni il loro numero è diminuito notevolmente per cui ha esortato i Presuli a "pregare il Padrone della messe che mandi operai nella sua messe!".

  "Sono felice nell'apprendere che molte delle vostre Diocesi hanno adottato la pratica della preghiera silenziosa per le vocazioni di fronte al Santissimo Sacramento. Questa pratica va vivamente incoraggiata. Ma soprattutto, è vostro dovere, di voi Vescovi e del vostro clero, offrire ai giovani una visione attraente ed ispirata del sacerdozio".

  "Anche se l'impegno cristiano" - ha affermato il Pontefice - "è considerato fuori moda in alcuni ambienti,  nei giovani irlandesi esiste una autentica fame spirituale e un desiderio generoso di servire gli altri".

  Il Santo Padre ha concluso il suo discorso riferendosi al futuro dell'Irlanda del Nord ed ha detto in merito: "Malgrado l'arduo cammino, sono stati fatti molti progressi in tempi recenti. Prego affinché l'impegno profuso da tutte le parti coinvolte porti alla creazione di una società contraddistinta da spirito di riconciliazione, rispetto reciproco e cooperazione per il bene comune di tutti".
AL/.../IRLANDA                                       VIS 20061030 (530)


NON SOLTANTO TOLLERANZA MA AUTENTICA LIBERTÀ RELIGIOSA


CITTA' DEL VATICANO, 28 OTT. 2006 (VIS). L'Arcivescovo Celestino Migliore, Osservatore Permanente della Santa Sede presso l'Organizzazione delle Nazioni Unite, è intervenuto il 27 ottobre scorso, alla 61 Sessione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite in merito alle questioni legate alla promozione e alla salvaguardia dei diritti umani.

  Il Nunzio Apostolico ha dedicato particolare attenzione a tre temi connessi al problema: "la coesistenza di diverse religioni e comunità religiose, la propagazione della religione, compresa la delicata questione del proselitismo e del rapporto fra libertà di espressione e religione". Ricordando che mentre si celebra il 25° anniversario dell'adozione della Dichiarazione sull'eliminazione di tutte le forme di intolleranza e di discriminazione fondate sulla religione, l'Arcivescovo Migliore ha sottolineato come "in molte parti del mondo non esiste libertà di religione per i singoli e le comunità, specialmente fra le minoranze religiose".

  "L'alto livello di intolleranza religiosa in alcuni paesi sta portando ad un allarmante grado di polarizzazione e di discriminazione. (...) Mentre la tolleranza religiosa" - ha proseguito il Nunzio Apostolico - "è qualche volta caratterizzata dall'accettazione di quei credi e pratiche religiose che non sono in accordo con le proprie, è venuto il momento di superare questo tipo di tolleranza religiosa e di applicare invece i principi dell'autentica libertà religiosa".

  "La libertà religiosa consiste nel diritto di credere, praticare il culto, proporre e testimoniare la propria fede" ed "include il diritto di cambiare la propria religione e di associarsi liberamente con altri per esprimere le proprie convinzioni religiose. (...) Storicamente, la tolleranza è stato tema controverso fra i credenti di fede diversa, tuttavia viviamo in un momento storico che esige di più da noi, anche un maggior impegno nel dialogo interreligioso".

  In merito l'Arcivescovo Migliore ha fatto riferimento alla "grande importanza della reciprocità, che per sua natura, è atta a garantire il libero esercizio della religione in tutte le società" ed ha sottolineato "la preoccupazione della Santa Sede per il numero di situazioni dove l'esistenza di misure legislative ed amministrative per porre limiti alla pratica, all'osservanza o alla propagazione della religione sono una realtà" e "quelle situazioni dove la religione o la libertà di religione sono usate come pretesto o giustificazione per la violazione di altri diritti umani".

  Esistono ripetuti casi di intolleranza "quando interessi di gruppo o lotte di potere cercano di impedire alle comunità religiose di illuminare le coscienze rendendole capaci di agire liberamente e responsabilmente, secondo le autentiche esigenze della giustizia. Parimenti, un'altra manifestazione di intolleranza è quella di denigrare le comunità religiose ed escluderle dal dibattito pubblico solo perché non concordano con opinioni e non si conformano a pratiche contrarie alla dignità umana".

  "Nel nostro mondo" - ha concluso l'Arcivescovo Migliore - "la religione è più di una questione interna attinente al pensiero e alla coscienza. Essa  può unirci in quanto membri della famiglia umana. (...) Non dobbiamo sottovalutare il potere che ha la religione, specialmente fra i conflitti e le divisioni, di volgere la nostra mente verso pensieri di pace, di permettere ai nemici di parlarsi e (...) di convincere le nazioni a cercare insieme la via della pace".
DELSS/LIBERTÀ RELIGIOSA/MIGLIORE                   VIS 20061030 (510)


venerdì 27 ottobre 2006

SUPERARE LE DIVISIONI PUNTANDO SULL'UNITA IN CRISTO


CITTA' DEL VATICANO, 27 OTT. 2006 (VIS). Questa mattina il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto i partecipanti alla riunione delle "Christian World Communions" (Comunioni Cristiane Mondiali) che esaminano in questi giorni il tema: "Prospettive dell'Unità Cristiana".

  "Per decenni la Conferenza dei Segretari delle Comunioni Cristiane Mondiali" - ha detto il Papa - "ha dato vita ad un forum per contatti proficui tra le varie comunità ecclesiali, dando la possibilità ai suoi rappresentanti di creare la fiducia reciproca, necessaria per porre la ricchezza delle diverse tradizioni cristiane al servizio della nostra missione comune".

  "Tutti noi sappiamo" - ha continuato il Papa - "che il mondo ha bisogno oggi di una nuova evangelizzazione, una coscienza rinnovata da parte dei cristiani della speranza che è in loro. Ma coloro che proclamano che Gesù Cristo è il Signore sono tragicamente divisi e non riescono sempre a dare una testimonianza univoca e comune. Qui sta l'enorme responsabilità di tutti noi".

  Il Papa ha espresso apprezzamento per il tema della riunione che "si incentra su di una questione ecumenica fondamentale" e ha affermato che "i dialoghi teologici delle Comunioni Cristiane Mondiali sono stati caratterizzati dall'impegno di muoversi oltre le cose che dividono, verso l'unità in Cristo da noi ricercata. Per quanto difficile sia il cammino, non dobbiamo mai perdere di vista l'obiettivo finale: la piena e visibile comunione in Cristo e nella Chiesa".

  "Quando il progresso è lento, potremmo sentirci scoraggiati, ma la posta in gioco è troppo alta per tornare indietro. Al contrario, vi sono buone ragioni per andare avanti, come ha indicato il mio Predecessore Papa Giovanni Paolo II nella Lettera Enciclica 'Ut unum sint' (...) quando parla della fratellanza riscoperta e di maggiore solidarietà al servizio dell'umanità".

  "L'Apostolo ci assicura che 'lo Spirito ci aiuta nella nostra debolezza'" - conclude il Santo Padre - "Nonostante i numerosi ostacoli da superare, crediamo fermamente che lo Spirito Santo è sempre presente e ci condurrà sulla giusta via".
AC/UNITA/CHRISTIAN WORLD COMMUNIONS                   VIS 20061027 (350)


UDIENZE

CITTA' DEL VATICANO, 27 OTT. 2006 (VIS). Questa mattina il Santo Padre ha ricevuto in udienze separate:

- Il Signor José Ramos-Horta, Primo Ministro di Timor Orientale, e seguito.

- La Signora Fauzia Mufti Abbas, Ambasciatrice del Pakistan, in visita di congedo.

- Quattro Presuli della Conferenza Episcopale di Irlanda, in Visita "ad Limina Apostolorum":

    - Il Vescovo Laurence Forristal, di Ossory.

    - L'Arcivescovo Michael Neary, di Tuam.

    - Il Vescovo Thomas Flynn, di Achonry.

    - Il Vescovo John Kirby, di Clonfert.

  Nel pomeriggio è in programma che il Papa riceva in udienza il Cardinale William Joseph Levada, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede.
AP:AL/.../...                                               VIS 20061027 (100)

giovedì 26 ottobre 2006

CRISI DI SIGNIFICATO NELLA SOCIETÀ DELL'OPULENZA

CITTA' DEL VATICANO, 26 OTT. 2006 (VIS). Questa mattina il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto il Signor Frank De Coninck, nuovo Ambasciatore del Belgio presso la Santa Sede, in occasione della presentazione delle Lettere Credenziali.

  Ricordando che sin dall'inizio il Belgio fu parte attiva nel "grande progetto della costruzione europea", il Santo Padre ha elogiato gli obiettivi raggiunti negli ultimi cinquanta anni ed ha detto: "Il Continente europeo ritrova poco a poco la sua unità nella pace e l'Unione Europea è divenuta, nel mondo, una forza economica di primo piano, come pure un segno di speranza per molti".

  "Davanti alle esigenze della globalizzazione degli scambi e della solidarietà fra gli esseri umani, l'Europa deve continuare ad aprirsi e ad impegnarsi nei grandi cantieri del pianeta. La prima di tali sfide è la questione della pace e della sicurezza, di fronte ad una situazione internazionale resa fragile dai conflitti (...), in particolare in Medio Oriente con le sempre drammatiche situazioni della Terra Santa, del Libano e dell'Iraq, ma anche in Africa e Asia".

  Successivamente Benedetto XVI ha parlato delle sfide che riguardano "il futuro dell'uomo e la sua identità. Gli immensi progressi della tecnica hanno rivoluzionato molte pratiche nell'ambito della scienza medica, mentre la liberalizzazione dei costumi ha considerevolmente relativizzato norme che sembravano intangibili. (...) Nelle società occidentali caratterizzate inoltre dalla sovrabbondanza dei beni di consumo e dal soggettivismo, l'uomo si confronta con una crisi di significato. In un certo numero di paesi si vedono apparire legislazioni nuove che rimettono in causa il rispetto della vita umana".

  "Fondandosi sulla sua lunga esperienza e sul tesoro della Rivelazione che ha ricevuto in deposito per la sua condivisione, la Chiesa intende ricordare con forza che essa crede nell'uomo e nel suo prodigioso destino"- ha detto Benedetto XVI soggiungendo che: "Quando i Vescovi del Belgio parlano a favore dello sviluppo delle cure palliative, al fine di permettere a tutti coloro che lo desiderano di morire con dignità, o quando intervengono nei dibattiti della società, per ricordare che esiste 'una frontiera morale invisibile davanti alla quale il progresso tecnico deve inchinarsi: la dignità dell'essere umano', essi intendono servire la società intera indicando le condizioni di un autentico futuro di libertà e di dignità per l'uomo. Insieme con loro invito i responsabili politici che devono legiferare per il bene di tutti, a misurare con serietà la propria responsabilità e le sfide poste da questi problemi per l'umanità".

  "Il Regno del Belgio" - ha proseguito il Pontefice - "si è costituito attorno al principio monarchico, rendendo il Re garante dell'unità nazionale e del rispetto delle particolarità linguistiche e culturali di ogni comunità in seno alla Nazione. L'unità di un paese (...) esige da parte di tutti la volontà di servire l'interesse comune e di conoscersi sempre meglio grazie al dialogo e all'arricchimento reciproco. Attualmente, l'accoglienza degli immigrati sempre più numerosi e la moltiplicazione su di uno stesso territorio di comunità diverse per cultura d'origine o per religione, rendono assolutamente necessario, nelle nostre società, il dialogo fra culture e fra religioni".

  "È opportuno approfondire la conoscenza reciproca, rispettando le convinzioni religiose di ognuno e le legittime esigenze della vita sociale, conformemente alle leggi in vigore, e all'accoglienza degli immigrati, in modo da rispettare sempre la loro dignità (...) mediante una politica d'immigrazione che sappia conciliare gli interessi propri del paese che accoglie e il necessario sviluppo dei paesi meno favoriti, politica sostenuta anche da una volontà di integrazione che non permetta che si sviluppino situazioni di rifiuto o di mancanza di diritto, come dimostra il dramma dei "sans papier". Si eviterà così il rischio di ripiegarsi su se stessi, del nazionalismo esacerbato o anche della xenofobia, e si potrà sperare in uno sviluppo armonioso delle nostre società".
CD/BELGIO:CREDENZIALI/DE CONINCK                   VIS 20061026 (630)


ORDINARIATI MILITARI: IL VALORE DELLA PERSONA E DELLA PACE


CITTA' DEL VATICANO, 26 OTT. 2006 (VIS). Questa mattina il Santo Padre ha ricevuto i partecipanti al Quinto Convegno Internazionale degli Ordinariati Militari, in occasione del ventesimo anniversario della Costituzione Apostolica "Spirituali militum curae", promulgata dal Servo di Dio Giovanni Paolo II.

  Benedetto XVI ha ricordato che con questo Documento pontificio "veniva aggiornata la regolamentazione canonica dell'assistenza spirituale dei militari, alla luce del Concilio Vaticano II, tenendo conto delle trasformazioni riguardanti le forze armate e la loro missione sul piano nazionale e internazionale". Con gli ulteriori mutamenti degli ultimi decenni, il Documento pontificio "esige" - ha sottolineato il Papa - "di essere sempre meglio adattato alle necessità del momento presente. È quanto assai opportunamente avete volute fare con questo Convegno, organizzato dalla Congregazione per i Vescovi".

  "Due sono i valori fondamentali che il Documento pone in evidenza: il valore della persona e il valore della pace" - ha sottolineato il Pontefice affermando inoltre che "le persone a cui l'Ordinariato si rivolge non cessano di essere fedeli della Chiesa particolare in cui abitano o al cui rito appartengono. Ciò pone un'esigenza di comunione e di coordinamento tra l'Ordinariato militare e le altre Chiese particolari".

  "Mettere al primo posto le persone significa privilegiare la formazione cristiana del militare, accompagnando lui e i suoi familiari nel percorso dell'iniziazione cristiana, del cammino vocazionale, della maturazione nella fede e nella testimonianza; e contemporaneamente favorire le forme di fraternità e di comunità, come pure di preghiera liturgica e non, che siano appropriate all'ambiente e alle condizioni di vita dei militari".

  Riferendosi al "valore della pace", il Papa ha affermato: "Se dunque il Concilio chiama ministri della pace i militari, quanto più lo saranno i Pastori a cui essi sono affidati! Pertanto, esorto tutti voi a far sì che i Cappellani militari siano autentici esperti e maestri di quanto la Chiesa insegna e pratica in ordine alla costruzione della pace nel mondo".

  Ponendo in rilievo che "Anche nel mondo militare la Chiesa è chiamata ad essere 'sale', 'luce' e 'lievito', (...) affinché le mentalità e le strutture siano sempre più pienamente orientate alla costruzione della pace", Benedetto XVI ha affermato: "Il magistero della Chiesa sul tema della pace costituisce un aspetto essenziale della sua dottrina sociale".

  "Questo insistente richiamo alla pace ha influito sulla cultura occidentale promuovendo l'ideale che le forze armate siano 'a servizio esclusivo di difesa e di sicurezza e della libertà dei popoli'. Purtroppo talora altri interessi - economici e politici - fomentati dalle tensioni internazionali, fanno sì che questa tendenza costruttiva trovi ostacoli e ritardi, come traspare anche dalle difficoltà che incontrano i processi di disarmo".

  Il Santo Padre ha concluso il suo discorso sottolineando che "per offrire alle persone un'adeguata cura pastorale e per adempiere la missione evangelizzatrice, gli Ordinariati militari hanno bisogno di presbiteri e diaconi motivati e formati, come pure di laici che collaborino attivamente e responsabilmente con i Pastori".
AC/.../ORDINARIATI MILITARI                           VIS 20061026 (500)


IN BREVE


IN OCCASIONE DELLA SOLENNITÀ DI TUTTI I SANTI BENEDETTO XVI CELEBERÀ LA SANTA MESSA NELLA BASILICA VATICANA mercoledì 1° novembre, alle ore 10:00.

L'ARCIVESCOVO CELESTINO MIGLIORE, OSSERVATORE PERMANENTE della Santa Sede presso l'O.N.U., è intervenuto ieri alla 61 Sessione dell'Assemblea Generale, dedicata al tema dello sviluppo sostenibile. "La questione ambientale" - ha detto l'Osservatore Permanente - "non è soltanto un importante problema etico e scientifico, ma anche un problema politico ed economico, come pure un oggetto del contendere nel processo di globalizzazione in generale. (...) Il mondo ha bisogno di una conversione ecologica per esaminare criticamente modelli di pensiero correnti e modelli di produzione e di consumo".
.../IN BREVE/...                                   VIS 20061026 (110)


UDIENZE

CITTA' DEL VATICANO, 26 OTT. 2006 (VIS). Questa mattina il Santo Padre ha ricevuto in udienze separate:

- Il Cardinale Jean-Pierre Ricard, Arcivescovo di Bordeaux (Francia).

- Sei Presuli della Conferenza Episcopale di Irlanda, in Visita "ad Limina Apostolorum":

    - L'Arcivescovo Diarmuid Martin, di Dublino con l'Arcivescovo emerito Cardinale Desmond Connell e con gli Ausiliari Vescovo Eamonn Oliver Walsh e Vescovo Raymond W. Field.

    - Il Vescovo Denis Brennan, di Ferns.

    - Il Vescovo James Moriarty, di Kildare and Leighlin.

  Nel pomeriggio è in programma che il Santo Padre riceva il Cardinale James Francis Stafford, Penitenziere Maggiore con il Padre Gianfranco Girotti, O.F.M.Conv., Reggente della Penitenzieria Apostolica.
AP:AL/.../...                                       VIS 20061026 (110)


ALTRI ATTI PONTIFICI

CITTA' DEL VATICANO, 26 OTT. 2006 (VIS). Il Santo Padre ha accettato la rinuncia all'ufficio di Ausiliare dell'Arcidiocesi di Liverpool (Gran Bretagna), presentata dal Vescovo Vincent Malone, per raggiunti limiti d'età.
RE/.../MALONE                                     VIS 20061026 (50)

mercoledì 25 ottobre 2006

PAOLO ANNUNCIA LA SALVEZZA UNIVERSALE DI CRISTO


CITTA' DEL VATICANO, 25 OTT. 2006 (VIS). Nel corso dell'Udienza Generale odierna, tenuta in Piazza San Pietro con la partecipazione di 25.000 persone, il Santo Padre Benedetto XVI - terminata la settimana scorsa la catechesi sui dodici Apostoli - ha annunciato che il prossimo ciclo di catechesi sarà dedicato alle "figure di altri personaggi importanti della Chiesa primitiva", il primo dei quali è Paolo di Tarso, "il tredicesimo Apostolo".

  Tracciando a grandi linee la vita di Paolo di Tarso, il Papa ha ricordato che Luca ci informa che il suo nome originario era Saulo, e che era un giudeo della diaspora, essendo la città di Tarso situata tra l'Anatolia e la Siria. "Ben presto" - ha detto Benedetto XVI - "era andato a Gerusalemme per studiare a fondo la Legge mosaica (...). Aveva imparato anche un mestiere (...), la lavorazione di tende, che in seguito gli avrebbe permesso di provvedere personalmente al proprio sostentamento senza gravare sulle Chiese".

  "Fu decisivo per lui" - ha detto il Papa - "conoscere la comunità di coloro che si professavano discepoli di Gesù. Da loro era venuto a sapere di una nuova fede - un nuovo 'cammino', (...) che poneva al proprio centro non tanto la Legge di Dio, quanto piuttosto la persona di Gesù, crocifisso e risorto, a cui veniva ormai collegata la remissione dei peccati. Come giudeo zelante, egli riteneva questo messaggio inaccettabile, anzi scandaloso, e si sentì perciò in dovere di perseguitare i seguaci di Cristo anche fuori di Gerusalemme. Fu proprio sulla strada di Damasco, (...), che Saulo, secondo le sue parole, venne 'ghermito da Cristo'. (...) La luce del Risorto lo ha toccato e ha cambiato fondamentalmente tutta la sua vita".

  Nelle sue Lettere Paolo parla "non solo di visione, ma di illuminazione e soprattutto di rivelazione e di vocazione nell'incontro con il Risorto". Egli si definisce "'apostolo per volontà di Dio'" - ha ricordato il Santo Padre - "come a sottolineare che la sua conversine era non il risultato di uno sviluppo di pensieri, di riflessioni, ma il frutto di un intervento divino, di un'imprevedibile grazia divina. (...) E da quel momento tutte le sue energie furono poste al servizio esclusivo di Gesù Cristo e del suo Vangelo".

  "Da qui deriva per noi una lezione molto importante: ciò che conta è porre al centro della propria vita Gesù Cristo." - ha ribadito Benedetto XVI - "Un'altra fondamentale lezione offerta da Paolo è il respiro universale che caratterizza il suo apostolato. Sentendo acuto il problema dell'accesso dei Gentili, cioè dei pagani, a Dio che in Gesù Cristo crocifisso e risorto offre la salvezza a tutti gli uomini senza eccezioni, dedicò se stesso a rendere noto questo Vangelo, letteralmente 'buona notizia', cioè annuncio di grazia destinato a riconciliare l'uomo con Dio, con se stesso e con gli altri. Dal primo momento egli aveva capito che questa è una realtà che non concerneva solo i giudei o un certo gruppo di uomini, ma che aveva un valore universale e concerneva tutti, perchè Dio è il Dio di tutti".

  Papa Benedetto XVI ha successivamente menzionato i numerosi viaggi che Paolo compì partendo da Antiochia ed il suo proposito di spingersi fino alla Spagna "alle estremità dell'Occidente, per annunciare il Vangelo dappertutto, fino ai confini della terra allora conosciuta". Infine, concludendo la catechesi, il Papa ha ricordato che "l'Apostolo renderà la suprema testimonianza del sangue sotto l'imperatore Nerone qui a Roma, dove conserviamo e veneriamo le sue spoglie mortali".
AG/PAOLO/...                                  VIS 20061025 (590)


martedì 24 ottobre 2006

UNIVERSITÀ PONTIFICIE: IMPORTANTE PRIORITÀ VITA SPIRITUALE

CITTA' DEL VATICANO, 24 OTT. 2006 (VIS). Nel pomeriggio di ieri, al termine della Concelebrazione Eucaristica presieduta dal Cardinale Zenon Grocholewski, Prefetto della Congregazione per l'Educazione Cattolica (dei Seminari e degli Istituti di Studi), il Santo Padre Benedetto XVI è sceso nella Basilica Vaticana per incontrare gli studenti delle Pontificie Università di Roma in occasione dell'apertura dell'Anno Accademico.

  La comunità di studenti e professori, di diverse nazionalità e culture, "manifesta in modo eloquente" - ha detto il Papa - "l'universalità e l'unità della Chiesa cattolica. Una comunità tanto più bella perché si rivolge prevalentemente a giovani, dando loro l'opportunità di entrare in contatto con istituzioni di alto valore teologico e culturale, ed offrendo loro, al tempo stesso, la possibilità di arricchenti esperienze ecclesiali e pastorali".

  Ribadendo "l'importanza prioritaria della vita spirituale e la necessità di curare, accanto alla crescita culturale, un'equilibrata maturazione umana e una profonda formazione ascetica e religiosa", Benedetto XVI ha affermato che: "L'approfondimento delle verità cristiane e lo studio della teologia (...) presuppongono un'educazione al silenzio e alla contemplazione, perché occorre diventare capaci di ascoltare con il cuore di Dio che parla".

  "Il pensiero ha sempre bisogno di purificazione" - ha proseguito il Pontefice - "per poter entrare nella dimensione in cui Dio pronuncia la sua Parola creatrice e redentrice, il suo Verbo 'uscito dal silenzio', per usare la bella espressione di Sant'Ignazio di Antiochia. Solo se provengono dal silenzio della contemplazione le nostre parole possono avere qualche valore e utilità, e non ricadere nell'inflazione dei discorsi del mondo, che ricercano il consenso dell'opinione comune".

  "Chi studia in un Istituto ecclesiastico" - ha sottolineato il Papa - "deve pertanto disporsi all'obbedienza alla verità e quindi coltivare una speciale ascesi del pensiero e della parola".

  "Il vostro apostolato sarà domani ricco e fruttuoso" - ha concluso il Santo Padre - "nella misura in cui, in questi anni, vi preparate studiando con serietà, e soprattutto alimentate il vostro personale rapporto con Lui, tendendo alla santità ed avendo come unico scopo della vostra esistenza la realizzazione del Regno di Dio".
AC/.../UNIVERSITÀ PONTIFICIE                           VIS 20061024 (350)


V CONVEGNO INTERNAZIONALE ORDINARIATI MILITARI


CITTA' DEL VATICANO, 24 OTT. 2006 (VIS). "I militari al servizio della pace" è il tema del V Convegno Internazionale degli Ordinariati Militari in corso in Vaticano, dal 23 al 27 ottobre, nell'Aula Vecchia del Sinodo.

  Il Convegno è presieduto dal Cardinale Giovanni Battista Re, Prefetto della Congregazione per i Vescovi, coadiuvato da Padre Giulio Cerchietti, responsabile dell'Ufficio centrale di coordinamento pastorale degli Ordinariati Militari in seno al Dicastero.

  Il programma del Convegno è articolato in sei punti di riflessione, ciascuno dei quali sarà oggetto di una conferenza che verrà approfondita nei Circoli minori: "La natura degli Ordinariati Militari alla luce della Costituzione Apostolica 'Spirituali Militum Curae' e dei successivi documenti del Magistero'; "La missione degli Ordinariati Militari e la loro priorità alla luce delle nuove situazioni mondiali", "Il ministero ordinato e gli altri ministeri ecclesiali al servizio della missione pastorale degli Ordinariati Militari"; "Il diritto all'assistenza religiosa dei militari inviati in missione di pace e la necessità della formazione al diritto umanitario internazionale"; "L'esperienza di un Ordinario Militare nei suoi rapporti con la Conferenza Episcopale e con i Vescovi diocesani del suo Paese"; "Soldati come servitori della pace". Si discuterà anche su "Il valore giuridico degli statuti negli Ordinariati Militari".

  Il Convegno si è aperto con una prolusione del Cardinale Giovanni Battista Re e si concluderà con la Celebrazione Eucaristica in San Pietro presieduta dal Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato.
.../CONVEGNO ORDINARIATI MILITARI/RE:BERTONE       VIS 20061024 (240)


IV RIUNIONE XI CONSIGLIO ORDINARIO SINODO DEI VESCOVI

CITTA' DEL VATICANO, 24 OTT. 2006 (VIS). Il 10 e l'11 ottobre scorso, si è tenuta la IV Riunione dell'XI Consiglio Ordinario della Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi, presieduta dall'Arcivescovo Nikola Eterovic, Segretario Generale, ed alla quale hanno partecipato sei Cardinali e sei Arcivescovi e Vescovi.

  Un Comunicato della Segreteria Generale del Sinodo rende noto che i partecipanti hanno esaminato diversi aspetti relativi al tema della prossima Assemblea Generale Ordinaria: "La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa", in programma dal 5 al 26 ottobre del 2008. Gli argomenti esaminati sono stati in particolare: la Parola di Dio nella liturgia, nella predicazione, nella catechesi, nella teologia, nella spiritualità, nella Lectio Divina, nella lettura privata, nell'inculturazione, nell'ecumenismo. Nella discussione è stato inoltre posto in grande evidenza il richiamo alla Costituzione Dogmatica del Concilio Vaticano II sulla Divina Rivelazione 'Dei Verbum', documento di riferimento obbligato soprattutto nella fase preparatoria del Sinodo".

  Nel corso dei lavori di gruppo si è approntata la redazione di due progetti di schema di 'Lineamenta' (vale a dire la prima bozza sul tema dell'Assemblea Generale). Nella prossima quinta riunione, fissata nei giorni 24 e 25 gennaio 2007, il Consiglio Ordinario procederà all'esame e all'approvazione del testo definitivo dei 'Lineamenta'.
SE/ASSEMBLEA GENERALE ORDINARIA/ETEROVIC         VIS 20061024 (220)


INAUGURAZIONE MOSTRA 145 ANNI L'OSSERVATORE ROMANO


CITTA' DEL VATICANO, 24 OTT. 2006 (VIS). Questa mattina il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, ha pronunciato a Palazzo Valentini a Roma, un breve discorso in occasione della cerimonia di inaugurazione della Mostra "L'Osservatore Romano: da Roma al mondo 145 anni di storia attraverso le pagine del giornale del Papa".

  Alla cerimonia di inaugurazione hanno partecipato il Dottpr Enrico Gasbarra, Presidente della Provincia di Roma e i rappresentanti della Giunta e del Consiglio Provinciale e diverse Autorità civili e religiose.

  "Creato per difendere la Religione Cattolica e il Pontefice Romano, il quotidiano" - ha ricordato il Cardinale Bertone - "divenne poi l'organo ufficioso della Sede Apostolica, che, compresone il valore, lo rese strumento per la diffusione degli insegnamenti del Successore di Pietro e per l'informazione circa gli avvenimenti della Chiesa".

  "Non si può inoltre non sottolineare" - ha proseguito il Cardinale Segretario di Stato - "che si deve ad alcuni fedeli laici, animati da forte motivazione missionaria, se esso poté muovere i primi passi e avviare con coraggio la sua attività presentando il volto genuino della Chiesa e gli ideali di libertà che essa propone ed incarna" In questi 145 anni "il susseguirsi degli eventi storici mostra che la Chiesa, nel passato come al presente, per diffondere il messaggio evangelico (...) ha bisogno dell'operosità, dell'inventiva e del carisma dei laici".

  Il Porporato ha poi precisato che la Mostra ci fa "familiarizzare con l'azione pastorale di ben undici Pontefici. Il beato Pio IX, che concesse l'assenso alla nascita del 'L'Osservatore Romano'; il lungo e complesso Pontificato di Leone XIII, con i profondi mutamenti sociali di quegli anni; San Pio X, il parroco del mondo, il Papa delle grandi riforme operate in seno alla Chiesa; Benedetto XV, colui che promulgò la più grande raccolta di leggi ecclesiastiche, e che proprio sul giornale vaticano pubblicò l'accorata 'Nota ai Capi dei popoli belligeranti'; Pio XI che condannò i totalitarismi di ogni colore politico, come fece anche il suo Successore, il Servo di Dio Pio XII. Non dimentichiamo che proprio durante la seconda guerra mondiale 'L'Osservatore Romano' fu una delle poche voci libere (specialmente con i famosi "Acta diurna") (...) L'Osservatore Romano descrisse poi la primavera fiorita nella Chiesa con l'opera Bel beato Giovanni XXIII e il soffio del Concilio Vaticano II". Il quotidiano della Sede Apostolica si fece fedele interprete pure "della saggia e provvidenziale azione del Servo di Dio Paolo VI", del breve Pontificato del "Servo di Dio Giovanni Paolo I e, (...) del rinnovato dialogo della Santa Sede con il mondo, che ha caratterizzato il lungo il pontificato del Servo di Dio Giovanni Paolo II" per giungere infine "alle vicende di questi nostri giorni, nei quali la Chiesa cammina guidata con sapienza da Benedetto XVI".

  Il Cardinale ha concluso il suo discorso auspicando che questa iniziativa possa "dalla gloriosa memoria del passato rilanciare e riprogettare con spirito profetico uno strumento di comunicazione della Chiesa universale efficace e convincente, affinché cresca il popolo degli uomini e delle donne di buona volontà, decisi a lavorare insieme per costruire un futuro di speranza per tutti, per la nostra città e il mondo intero".
SS/OSSERVATORE ROMANO/BERTONE                   VIS 20061024 (530)


lunedì 23 ottobre 2006

CARDINALE POMPEDDA: TUTTA LA VITA HA SPESO SERVIZIO CHIESA


CITTA' DEL VATICANO, 21 OTT. 2006 (VIS). Alle 17:00 di ieri pomeriggio, il Santo Padre Benedetto XVI ha presieduto all'Altare della Cattedra della Basilica Vaticana, la Liturgia Esequiale del Cardinale Mario Francesco Pompedda, mancato il 18 ottobre scorso, all'età di 77 anni.

  Nell'omelia il Santo Padre ha sottolineato: "Tutta la vita egli ha speso al servizio della Santa Sede da quando, nel 1955, iniziò a lavorare presso il Tribunale della Rota Romana" del quale divenne Decano nel 1993 e Presidente della Corte d'Appello dello Stato della Città del Vaticano. La sua preparazione teologica, biblica e specialmente giuridica lo rese competente collaboratore di diversi Dicasteri della Curia Romana, sino ad assumere l'alta responsabilità di Prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica e di Presidente della Corte di Cassazione dello Stato della Città del Vaticano".

  "Al quotidiano lavoro nella Rota Romana e poi nella Segnatura Apostolica, all'insegnamento presso la Facoltà di Diritto Canonico della Pontificia Università Gregoriana e dell'Ateneo Romano della Santa Croce" - ha proseguito il Pontefice - "il Cardinale Pompedda ha unito l'attività pastorale, esercitando il ministero sacerdotale per una trentina d'anni nella parrocchia di Nostra Signora di Guadalupe a Monte Mario. Comunicava a quanti lo incontravano la solidità della sua fede ed illuminava le coscienze con i principi e gli insegnamenti della dottrina cattolica".

  "L'ultimo tratto del suo cammino terreno è stato segnato da una malattia, che gli ha praticamente impedito di svolgere qualsiasi attività. Assimilato così alla passione di Cristo, questo nostro amico e fratello si è dovuto progressivamente distaccare da tutto per abbandonarsi senza riserve alla volontà divina. (...) La fiducia in Cristo ha guidato sempre, ma in particolar modo negli ultimi mesi, l'esistenza del Cardinale Pompedda, la cui anima ora affidiamo alla misericordia del Padre".

  "Con la certezza che Cristo è il vincitore della morte e con la speranza di essere da Lui risuscitato nell'ultimo giorno, si è spento il Cardinale Mario Francesco Pompedda. Nel suo esodo da questo mondo lo accompagniamo con la nostra fraterna preghiera, affidandolo alla celeste protezione di Maria".
HML/ESEQUIE/POMPEDDA                           VIS 20061023 (350)


VISITA BENEDETTO XVI PONTIFICIA UNIVERSITÀ LATERANENSE

CITTA' DEL VATICANO, 21 OTT. 2006 (VIS).  Questa mattina, il Santo Padre Benedetto XVI si è recato in visita alla Pontificia Università Lateranense in occasione dell'inizio dell'Anno Accademico. Prima della cerimonia, il Papa ha benedetto la nuova Biblioteca "Beato Pio IX", la sala di lettura "Giovanni Paolo II" e l'Aula Magna "Benedetto XVI" recentemente ristrutturata.

  Dopo le parole di saluto al Cardinale Camillo Ruini, Gran Cancelliere dell'Università, al Rettore Magnifico, Vescovo Rino Fisichella, ai Cardinali, Arcivescovi e Vescovi ad alle Autorità accademiche, Benedetto XVI si è rivolto a tutti i presenti.

  "Un contesto come quello accademico" - ha detto il Papa - "invita in modo del tutto peculiare ad entrare di nuovo nel tema della crisi di cultura e di identità, che questi decenni pongono non senza drammaticità sotto i nostri occhi. L'Università è uno dei luoghi più qualificati per tentare di trovare le strade opportune per uscire da questa situazione. Nell'Università, infatti, si custodisce la ricchezza della tradizione che permane viva nei secoli; in essa può essere illustrata la fecondità della verità quando viene accolta nella sua autenticità con animo semplice ed aperto. Nell'Università si formano le nuove generazioni, che attendono una proposta seria, impegnativa e capace di rispondere alla perenne domanda sul senso della propria esistenza. Questa attesa non dev'essere delusa".

  "Il contesto contemporaneo" - ha proseguito il Pontefice - "sembra dare il primato a un'intelligenza artificiale che diventa sempre più succube della tecnica sperimentale e dimentica in questo modo che ogni scienza deve pur sempre salvaguardare l'uomo e promuovere la sua tensione verso il bene autentico. Sopravvalutare il 'fare' oscurando l''essere' non aiuta a ricomporre l'equilibrio fondamentale di cui ognuno ha bisogno per dare alla propria esistenza un solido fondamento e una valida finalità".

  "Ogni uomo, infatti, è chiamato a dare senso al proprio agire soprattutto quando questo si pone nell'orizzonte di una scoperta scientifica che inficia l'essenza stessa della vita personale." - ha ribadito il Santo Padre - "Lasciarsi prendere dal gusto della scoperta senza salvaguardare i criteri che vengono da una visione più profonda farebbe cadere facilmente nel dramma di cui parlava il mito antico: il giovane Icaro, preso dal gusto del volo verso la libertà assoluta e incurante dei richiami del vecchio padre Dedalo, si avvicina sempre di più al sole, dimenticando che le ali con cui si è alzato verso il cielo sono di cera. La caduta rovinosa e la morte sono lo scotto che egli paga a questa sua illusione. La favola antica ha una sua lezione di valore perenne. Nella vita vi sono altre illusioni a cui non ci si può affidare, senza rischiare conseguenze disastrose per la propria ed altrui esistenza".

  Rivolgendosi quindi ai professori, Benedetto XVI ha ricordato che: "Il docente universitario ha il compito non solo di indagare la verità e di suscitarne perenne stupore, ma anche di promuoverne la conoscenza in ogni sfaccettatura e di difenderla da interpretazioni riduttive e distorte. Porre al centro il tema della verità non è un atto meramente speculativo, ristretto a una piccola cerchia di pensatori; al contrario, è una questione vitale per dare profonda identità alla vita personale e suscitare la responsabilità nelle relazioni sociali".

  "Apprendere la vera essenza delle cose, anche se si tratta di cose di minima importanza" - ha detto Benedetto XVI citando Erasmo da Rotterdam - "costa una grande fatica" ('Elogio della follia', XL VII). È questa fatica che l'Università deve impegnarsi a compiere; essa passa attraverso lo studio e la ricerca, in spirito di paziente perseveranza".

  "Dio è la verità ultima a cui ogni ragione naturalmente tende, sollecitata dal desiderio di compiere fino in fondo il percorso assegnatole" - ha concluso il Papa -"Dio non è una parola vuota né un'ipotesi astratta; al contrario, è il fondamento su cui costruire la propria vita. Vivere nel mondo 'veluti si Deus daretur' comporta l'assunzione di una responsabilità che sa farsi carico di indagare ogni percorso fattibile pur di avvicinarsi il più possibile a Lui, che è il fine verso cui tutto tende (cfr 1 Cor 15,24). Il credente sa che questo Dio ha un volto e che, una volta per sempre, con Gesù Cristo si è fatto vicino ad ogni uomo. (...). Conoscere Lui è conoscere la verità piena, grazie alla quale si trova la libertà: 'Conoscerete la verità e la verità vi farà liberi' (Gv 8,32)".
BXVI-VISITA/UNIVERSITÀ LATERANENSE/...               VIS 20061023 (740)


LA MISSIONE: CANTIERE NEL QUALE C'È POSTO PER TUTTI

CITTA' DEL VATICANO, 22 OTT. 2006 (VIS). La Giornata Missionaria Mondiale è stato il tema centrale delle riflessioni di Papa Benedetto XVI che hanno preceduto la recita dell'Angelus con le migliaia di fedeli presenti in Piazza San Pietro.

  Benedetto XVI ha ricordato che la Giornata Missionaria fu istituita da Papa Pio XI il quale, nel Giubileo del 1925, promosse una grandiosa esposizione diventata poi l'attuale Collezione Etnologico-missionaria dei Musei Vaticani. "Quest'anno" - ha detto Benedetto XVI - "nel consueto Messaggio per tale ricorrenza, ho proposto come tema 'La carità, anima della missione'. In effetti la missione, se non è animata dall'amore, si riduce ad attività filantropica e sociale. Per i cristiani, invece, valgono le parole dell'apostolo Paolo: 'L'amore del Cristo ci spinge.".

  "Ogni battezzato" - ha detto il Santo Padre - "come tralcio unito alla vite, può così cooperare alla missione di Gesù, che si riassume in questo: recare ad ogni persona la buona notizia che 'Dio è amore' e, proprio per questo, vuole salvare il mondo. La missione parte dal cuore, quando ci si ferma a pregare davanti al Crocifisso, con lo sguardo rivolto a quel costato trafitto, non si può non sperimentare dentro di sé la gioia di sapersi amati e il desiderio di amare e di farsi strumenti di misericordia e di riconciliazione. Così accadde, proprio 800 anni or sono, al giovane Francesco di Assisi, nella chiesetta di San Damiano, che era allora diroccata. Dall'alto della Croce, (...) Francesco sentì Gesù dirgli: 'Va', ripara la mia casa che, come vedi, è tutta in rovina".

  Benedetto XVI ha sottolineato che: "Quella 'casa' era prima di tutto la sua stessa vita, da 'riparare' mediante una vera conversione; era la Chiesa, non quella fatta di mattoni, ma di persone vive, bisognosa sempre di purificazione; era anche l'umanità tutta, nella quale Dio ama abitare".

 "La missione è dunque un cantiere" - ha concluso il Pontefice - "nel quale c'è posto per tutti; per chi si impegna a realizzare nella propria famiglia il Regno di Dio; per chi vive con spirito cristiano il lavoro professionale; per chi si consacra totalmente al Signore; (...) per chi, in modo specifico, parte per annunciare Cristo a quanti ancora non lo conoscono. Ci aiuti Maria Santissima a vivere con rinnovato slancio, ciascuno nella situazione in cui la Provvidenza lo ha posto, la gioia e il coraggio della missione".
ANG/MISSIONI/...                                   VIS 20061023 (400)


APPELLO DEL PAPA PER LA PACE IN IRAQ

CITTA' DEL VATICANO, 22 OTT. 2006 (VIS). Al termine della recita dell'Angelus davanti a migliaia di fedeli convenuti in Piazza San Pietro, il Papa ha detto: "Sono lieto di inviare un cordiale saluto ai musulmani del mondo intero, che, in questi giorni, celebrano la conclusione del mese di digiuno del Ramadan. A tutti rivolgo l'augurio di serenità e di pace!".

  "Contrastano drammaticamente con questo clima gioioso le notizie che provengono dall'Iraq sulla gravissima situazione di insicurezza e sulle efferate violenze a cui sono esposti moltissimi innocenti solo perché sciiti, sunniti o cristiani".

  "Percepisco la viva preoccupazione" - ha proseguito il Pontefice - "che attraversa la comunità cristiana e desidero assicurare che sono vicino ad essa, come pure a tutte le vittime, e per tutti chiedo forza e consolazione".

  "Vi invito" - ha concluso Benedetto XVI - "inoltre, ad unirvi alla mia supplica all'Onnipotente affinché doni la fede e il coraggio necessari ai responsabili religiosi e ai leaders politici, locali e del mondo intero, per sostenere quel popolo sulla strada della ricostruzione della Patria, nella ricerca di equilibri condivisi, nel rispetto reciproco, nella consapevolezza che la molteplicità della sue componenti è parte integrante della sua ricchezza".
ANG/RAMADAN:IRAQ/...                               VIS 20061023 (210)


MANIFESTARE RICCHEZZA MESSAGGIO GIOVANNI PAOLO II

CITTA' DEL VATICANO, 23 OTT. 2006 (VIS). Questa mattina il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto i Membri della Fondazione Giovanni Paolo II, guidati dal Cardinale Stanislaw Dziwisz, Arcivescovo di Cracovia (Polonia), a Roma per celebrare il venticinquesimo anniversario della sua istituzione.

  "Sono lieto" - ha detto il Santo Padre - "di poter ospitare oggi i rappresentanti di coloro che in tutto il mondo si impegnano per mantenere viva la memoria di Giovanni Paolo II, del suo insegnamento e dell'opera apostolica da Lui svolta nel corso del Pontificato. E bisogna dire che questo è un impegno veramente promettente, perché non si riferisce soltanto all'archivistica o alla ricerca, ma ormai tocca il mistero della santità del Servo di Dio".

  Sottolineato che l'impegno della Fondazione "assume un nuovo significato dopo la scomparsa del Pontefice" - Benedetto XVI ha affermato che: "La raccolta degli scritti pontifici e della ricca documentazione dell'attività della Santa Sede, nonché delle opere letterarie e dei commenti presentati nei mezzi di comunicazione sociale, sicuramente è un archivio completo, ben organizzato, e costituisce una base per lo studio accurato e approfondito del patrimonio spirituale di Giovanni Paolo II".

  "Proprio questa dimensione dell'attività della Fondazione vorrei oggi sottolineare" - scrive ancora Papa Benedetto XVI - "perché di primaria importanza: lo studio del Pontificato. Giovanni Paolo II, filosofo e teologo, grande pastore della Chiesa, ha lasciato una ricchezza di scritti e di gesti che esprimono il suo desiderio di diffondere il Vangelo di Cristo nel mondo, adoperando i metodi indicati dal Concilio Vaticano II e di tracciare le linee di sviluppo della vita della Chiesa nel nuovo millennio. Questi doni preziosi non possono essere dimenticati. Oggi affido a voi, cari membri e amici della Fondazione Giovanni Paolo II, il compito di approfondire e manifestare alle future generazioni la ricchezza del suo messaggio".
AC/FONDAZIONE GIOVANNI PAOLO II/...                   VIS 061023 (310)


IL PAPA AUSPICA PER UNGHERIA FUTURO LIBERO OPPRESSIONE


CITTA' DEL VATICANO, 23 OTT. 2006 (VIS). Oggi è stato reso pubblico il testo del Messaggio che il Santo Padre Benedetto XVI ha indirizzato al Signor Lászlo Sólyom, Presidente della Repubblica di Ungheria, in occasione del 50° anniversario dell'insurrezione di Budapest contro il regime comunista che in quegli anni governava il Paese. L'insurrezione originata da una manifestazione popolare il 23 ottobre 1956, fu repressa il 4 novembre dai carri armati sovietici, che da quel giorno resero l'Ungheria un paese satellite di Mosca, fino alla caduta della "Cortina di Ferro", nel 1989.

  Il Papa scrive che in quella occasione "il coraggioso popolo di Budapest dovette confrontarsi con il proprio desiderio di libertà, a fronte di un regime che perseguiva fini difformi dai valori della Nazione ungherese. È ancor vivo nella memoria il ricordo dei tragici eventi che provocarono, nel giro di pochi giorni, migliaia di vittime e di feriti, destando nel mondo grave turbamento". Benedetto XVI ricorda inoltre i "quattro vibranti interventi pubblici" con i quali Papa Pio XII chiese alla Comunità Internazionale "il riconoscimento dei diritti dell'Ungheria all'autodeterminazione"-

  "Volentieri aderisco" - scrive ancora Benedetto XVI - "alle varie iniziative programmate per commemorare un così significativo evento, quanto mai importante per la storia del Popolo ungherese e per l'Europa" e precisa che il Cardinale Angelo Sodano, Decano del Collegio Cardinalizio e sino a poco tempo fa, Suo Segretario di Stato, parteciperà in veste di Legato Pontificio alle celebrazioni del 50° anniversario dell'insurrezione.

  "Al tempo stesso, mi piace rilevare come il Suo Popolo, signor Presidente, nonostante le oppressioni subite lungo i secoli, e da ultimo quella sovietico-comunista, abbia sempre tenuto nella giusta valutazione il rapporto fra Stato e cittadini, al di là di ogni ideologia. Secondo la visione cristiana, a cui si sono ispirate le popolazioni che hanno dato vita alla Nazione ungherese, la persona con le sue legittime aspirazioni morali, etiche e sociali precede lo Stato. La struttura legale dello Stato e la sua giusta laicità sono sempre state concepite nel rispetto della legge naturale tradotta negli autentici valori nazionali e, per i credenti, arricchita dalla Rivelazione".

  "L'auspicio che di cuore rinnovo è che l'Ungheria possa costruire un futuro libero da ogni oppressione e condizionamento ideologico", conclude il Pontefice auspicando parimenti che tale storico evento "sia motivo di provvida riflessione sugli ideali e sui valori morali, etici e spirituali che hanno costruito l'Europa, di cui l'Ungheria è parte. Possa il Suo Paese, Signor Presidente, continuare a farsi paladino di una proposta di civiltà basata sul rispetto della persona umana e sul primato dei suoi alti destini".
MESS/INSURREZIONE UNGHERIA/SÓLYOM:SODANO       VIS 20061023 (440)


IN BREVE


Il 20 NOVEMBRE PROISSMO, IL PAPA RICEVERÀ IN VISITA UFFICIALE il Presidente della Repubblica Italiana, Signor Giorgio Napolitano.

MONSIGNOR FRANCESCO FOLLO, OSSERVATORE PERMANENTE della Santa Sede presso l'U.N.E.S.C.O., è intervenuto l'11 ottobre scorso, alla 175 Sessione del Consiglio Esecutivo di detta Organizzazione, in merito al dibattito circa "L'opportunità di elaborare una dichiarazione internazionale sull'etica scientifica".

IL 2 E 3 OTTOBRE SI è TENUTA LA XI RIUNIONE DEL CONSIGLIO SPECIALE per l'America della Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi, durante la quale sono stati esposti due temi: la pastorale vocazionale e la promozione della vita umana dal momento del concepimento fino alla morte naturale. "La situazione sociale ed ecclesiale nel Continente" - si legge nel Comunicato della Segreteria del Sinodo - "mostra segni di speranza, ma anche di preoccupazione". Se da una parte è aumentato del 17,66% il numero di sacerdoti diocesani fra il 1978 e il 2004, "la crisi delle strutture democratiche favorisce forme populiste e demagogiche di governo, spesso di segno neomarxista e tendenti a manipolare, per motivi ideologici, la promozione sociale".
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UDIENZE

CITTA' DEL VATICANO, 23 OTT. 2006 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienze separate:

- Il Cardinale Jean-Marie Lustiger, Arcivescovo emerito di Paris (Francia).

- Quattro Presuli della Conferenza Episcopale di Irlanda, in Visita "ad Limina Apostolorum":

    - Il Vescovo William Murphy, di Kerry.

    - Il Vescovo William Walsh, di Killaloe.

    - Il Vescovo Donal Brendan Murray, di Limerick.

    - Il Vescovo William Lee, di Waterford and Lismore.

  Sabato 21 ottobre il Santo Padre ha ricevuto in udienza il Cardinale Giovanni Battista Re, Prefetto della Congregazione per i Vescovi.
AP/.../...                                 VIS 20061023 (30)

ALTRI ATTI PONTIFICI

CITTA' DEL VATICANO, 23 OTT. 2006 (VIS). Il Santo Padre ha nominato il Sacerdote Marco Antonio Órdenes Fernández, Vescovo di Iquique (superficie: 41.799; popolazione: 241.000; cattolici: 125.400; sacerdoti: 32; religiosi: 57; diaconi permanenti: 11), Cile. Il Vescovo eletto, finora Amministratore diocesano della medesima sede, è nato a Iquique (Cile) nel 1964 ed ha ricevuto l'ordinazione sacerdotale nel 1996.

  Sabato 21 ottobre è stato reso noto che il Santo Padre:

- Ha accettato la rinuncia al governo pastorale dell'Arcidiocesi di Arequipa (Perù), presentata dall'Arcivescovo José Paulino Ríos Reynoso, in conformità al canone 401, paragrafo 2, del Codice di Diritto Canonico. Gli succede il Vescovo Javier Del Río Alba, finora Vescovo Coadiutore della medesima sede.

- Ha eretto l'Eparchia caldea di Oceania con il titolo di "San Tommaso Apostolo di Sidney dei Caldei" ed ha nominato il Vescovo Djibrail Kassab, primo Vescovo della nuova Eparchia, trasferendolo dalla Sede di Bassorah, e conservando al Presule il titolo di Arcivescovo "ad personam".

- Ha nominato il Vescovo Edward Ozorowski, Arcivescovo di Bialystok (superficie: 5.550; popolazione: 421.426; cattolici: 352.041; sacerdoti: 435; religiosi: 220), Polonia. L'Arcivescovo eletto, finora Ausiliare della medesima sede, è nato nel 1941 a Wólka Przedmiescie (Polonia) ed ha ricevuto l'ordinazione sacerdotale nel 1964.

- Ha nominato il Reverendo Jan Niemiec, Vescovo Ausiliare della Diocesi di Kamyanets-Podilskyi dei Latini (superficie: 47.100; popolazione: 4.020.000; cattolici: 255.000; sacerdoti: 153; religiosi: 266), Ucraina. Il Vescovo eletto, è nato nel 1958 a Rzeszów (Polonia) ed è stato ordinato sacerdote nel 1987. È stato finora Rettore del Seminario Maggiore Vescovile della medesima circoscrizione ecclesiastica.

- Ha nominato il Dottor Architetto Giuseppe Facchini, Vice Direttore dei Servizi Tecnici del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, che è stato finora Capo Ufficio nella medesima Direzione dei Servizi Tecnici.
RE:NER:ECE:NEA:NA/.../...                           VIS 20061023 (300)


venerdì 20 ottobre 2006

SOLO CRISTO PIENAMENTE PUÒ SODDISFARE ATTESE CUORE UOMO


CITTA' DEL VATICANO, 20 OTT. 2006 (VIS). Alle 16:00 di ieri, allo Stadio Comunale "Bentegodi" di Verona, il Santo Padre Benedetto XVI ha presieduto una Concelebrazione Eucaristica alla quale hanno assistito oltre 40.000 persone. Il discorso pronunciato ieri mattina alla Fiera e la Concelebrazione Eucaristica del pomeriggio, sono stati i due momenti culminanti della Visita Pastorale del Papa a Verona in occasione del IV Convegno Ecclesiale Italiano - che si conclude oggi - sul tema: "Testimoni di Gesù Risorto, speranza del mondo". 

  Nel pronunciare l'omelia, seguita da più di 60.000 persone sugli schermi giganti collocati in varie parti della città, il Santo Padre ha detto: "La certezza che Cristo è risorto ci assicura che nessuna forza avversa potrà mai distruggere la Chiesa. Ci anima anche la consapevolezza che soltanto Cristo può pienamente soddisfare le attese profonde del cuore umano e rispondere agli interrogativi più inquietanti sul dolore, l'ingiustizia e il male, sulla morte e l'aldilà".

  "Dunque, la nostra fede è fondata," - ha proseguito il Pontefice - "ma occorre che questa fede diventi vita in ciascuno di noi. C'è allora un vasto e capillare sforzo da compiere perché ogni cristiano si trasformi in 'testimone' capace e pronto ad assumere l'impegno di rendere conto a tutti e sempre della speranza che lo anima".

  "Per questo occorre tornare ad annunciare con vigore e gioia l'evento della morte e risurrezione di Cristo, cuore del Cristianesimo, fulcro portante della nostra fede, leva potente delle nostre certezze, vento impetuoso che spazza ogni paura e indecisione, ogni dubbio e calcolo umano. Solo da Dio può venire il cambiamento decisivo del mondo. Soltanto a partire dalla Risurrezione si comprende la vera natura della Chiesa e della sua testimonianza, che non è qualcosa di staccato dal mistero pasquale, bensì ne è frutto, manifestazione e attuazione da parte di quanti, ricevendo lo Spirito Santo, sono inviati da Cristo a proseguire la sua stessa missione".

  Benedetto XVI ha espresso l'augurio che la Chiesa in Italia "possa ripartire da questo Convegno come sospinta dalla parola del Signore risorto che ripete a tutti e a ciascuno: siate nel mondo di oggi testimoni della mia passione e della mia risurrezione. In un mondo che cambia, il Vangelo non muta. La Buona Notizia resta sempre la stessa: Cristo è morto ed è risorto per la nostra salvezza! Nel suo nome recate a tutti l'annuncio della conversione e del perdono dei peccati, ma date voi per primi testimonianza di una vita convertita e perdonata. Sappiamo bene che questo non è possibile senza essere 'rivestiti di potenza dall'alto' (Lc 24,49), cioè senza la forza interiore dello Spirito del Risorto".

  Consacrati dalla 'unzione' dello Spirito Santo - ha esortato il Pontefice - "andate! Portate il lieto annuncio ai poveri, fasciate le piaghe dei cuori spezzati, proclamate la libertà degli schiavi, la scarcerazione dei prigionieri, promulgate l'anno di misericordia del Signore. Ricostruite le antiche rovine, rialzate gli antichi ruderi, restaurate le città desolate. Sono tante le situazioni difficili che attendono un intervento risolutore! Portate nel mondo la speranza di Dio, che è Cristo Signore, il quale è risorto dai morti, e vive e regna nei secoli dei secoli. Amen".

  Al termine della Celebrazione Eucaristica, il Santo Padre si è trasferito all'aeroporto di Verona-Villafranca per far ritorno a Roma.
PV-ITALIA/MESSA/VERONA                                   VIS 20061020 (540)


PRESENTAZIONE DEL MESSAGGIO PER LA FINE DEL RAMADAN


CITTA' DEL VATICANO, 20 OTT. 2006 (VIS). Questa mattina, nella Sala Stampa della Santa Sede, ha avuto luogo la presentazione del Messaggio del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso per la fine del Ramadan.

  Alla presentazione sono intervenuti il Cardinale Paul Poupard, Presidente del Dicastero, l'Arcivescovo Pier Luigi Celata, Segretario, il Monsignor Felix Anthony Machado, Sottosegretario del medesimo Dicastero ed il Monsignor Khaled Akashed, Capo Ufficio per i rapporti con l'Islam del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso.

  Il Cardinale Poupard ha ricordato che il suo Dicastero "invia messaggi di buon auspicio ai seguaci di tre delle maggiori religioni mondiali: buddisti, indù e musulmani e si succedono in visita nella sede del Dicastero capi religiosi scintoisti, sikhs e rappresentanti di altre religioni orientali. "Questi incontri" - ha precisato il Porporato - "con reciproco scambio di buona volontà sono ricambiati da parte del Pontificio Consiglio".

  Fra le iniziative del Dicastero, il Cardinale Poupard ha ricordato l'incontro di 100 giovani - 50 cristiani e 50 appartenenti a diverse tradizioni religiose e provenienti da vari paesi -  ad Assisi dal 4 all'8 novembre, per il XX anniversario della Giornata Mondiale di Preghiera per la Pace (27.X.1986) e per una riflessione ed uno scambio di idee, nella speranza che aiuti i giovani ad essere strumenti di dialogo, di pace e di speranza per il mondo".

  Successivamente l'Arcivescovo Pier Luigi Celata ha tracciato a grandi linee la storia dell'invio dei messaggi, iniziata nel 1967 dall'allora Segretariato per i non cristiani, che ritenne che il Ramadan "rappresentasse un momento opportuno, per il Dicastero della Santa Sede incaricato di favorire le relazioni con le differenti tradizioni religiose, di rendersi presente alle varie comunità musulmane esprimendo sentimenti di partecipazione amichevole alla loro gioia e di augurio".

  "In tutti questi anni" - ha proseguito l'Arcivescovo Celata - "si è constatato un crescendo di apprezzamenti, di attenzione e di interesse verso il Messaggio. È andato via via aumentando anche il numero di personalità musulmane che hanno risposto per ringraziare, commentare e ricambiare voti. Particolarmente significativo è poi l'apprezzamento dei vescovi, alcuni dei quali accompagnano la trasmissione del Messaggio con una loro lettera personale".

  "Quanto al contenuto" - ha spiegato il Segretario del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso - "i Messaggi non si limitano ad espressioni augurali di circostanza, ma cercano di stabilire un 'contatto', di mettersi in sintonia con i destinatari su una dimensione 'religiosa', sulla base cioè di quegli elementi che spinsero i Padri del Concilio Vaticano II a dichiarare 'la stima della Chiesa per i Musulmani'".

  "I Messaggi presentano, inoltre, temi di comune interesse, non di rado suggeriti dall'attualità, a volte critica, in modo da promuovere una riflessione diretta a favorire una migliore comprensione di certi valori umani fondamentali ed un contributo delle due religioni alla soluzione di certe difficili situazioni".

  Monsignor Machado ha presentato il volume "Dialogo Interreligioso nell'insegnamento ufficiale della Chiesa cattolica dal Concilio Vaticano II a Giovanni Paolo II (1963-2005)", recentemente pubblicato dal Dicastero. Il volume di 1.766 pagine è stato pubblicato contemporaneamente in italiano, francese ed inglese.

  "L'opera ha due scopi" - ha spiegato il Sottosegretario del Pontificio Consiglio - "Il primo è di fornire ai cattolici un accesso facile alle motivazioni teologiche per il dialogo interreligioso come è spiegato nel magistero, il secondo è di offrire ai seguaci di altre religioni l'insegnamento ufficiale della Chiesa cattolica riguardo alle varie religioni del mondo".
OP/MESSAGGIO RAMADAN/POUPARD:CELATA               VIS 20061020 (570)


CRISTIANI E MUSULMANI AFFRONTARE INSIEME SFIDE MONDO

CITTA' DEL VATICANO, 20 OTT. 2006 (VIS). È stato reso pubblico oggi il Messaggio annuale che il Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso indirizza ai musulmani per la fine del Ramadan. Il Messaggio, sul tema: ('Id al-Fitr 1427 E/2006 D.C.): "Cristiani e Musulmani: in dialogo fiducioso per affrontare insieme le sfide del nostro mondo", porta la firma del Cardinale Paul Poupard, e dell'Arcivescovo Pier Luigi Celata, rispettivamente Presidente e Segretario del Dicastero.

  Di seguito riportiamo alcuni estratti del Documento pubblicato in lingua inglese, francese, italiana ed araba.

  "È bello poter condividere con voi questo momento significativo nell'ambito dei nostri rapporti di dialogo. Le circostanze particolari che abbiamo appena affrontato insieme, mostrano anch'esse che, se il cammino di un dialogo autentico può essere talvolta arduo, esso diventa più che mai necessario".

  "Il mese del Ramadan che avete appena vissuto è stato anche ugualmente un tempo di preghiera e di riflessione sulla difficile situazione che sta vivendo il nostro mondo. Pur vedendo ciò che è buono e ringraziando il Signore, è impossibile non constatare i gravi problemi che gravano sulla nostra epoca: l'ingiustizia, la povertà, le tensioni e i conflitti all'interno dei paesi, ma anche tra di loro. La violenza e il terrorismo costituiscono una piaga particolarmente dolorosa. Quante vite umane distrutte, donne rese vedove, bambini che perdono i genitori e si ritrovano orfani… Quanti sono gli uomini e le donne che vengono feriti nel corpo e nel cuore, o colpiti da un handicap… Quanta distruzione, in pochi minuti, di ciò che è stato costruito durante gli anni, spesso al prezzo di molti sacrifici e di enormi spese!".

  "Come cristiani e musulmani, non siamo forse i primi chiamati a offrire il nostro contributo specifico alla soluzione di questa grave situazione e di questi complessi problemi? È in gioco probabilmente la credibilità delle religioni, ma anche quella dei capi religiosi e di tutti i credenti. Se non teniamo il nostro posto come credenti, molti si interrogheranno sull'utilità delle religioni e sulla nostra coerenza in quanto uomini e donne che si prostrano davanti a Dio".

  "Le nostre due religioni attribuiscono molta importanza e molto spazio all'amore, alla compassione e alla solidarietà. È in questa occasione che desidero condividere con voi il messaggio della prima Enciclica di Sua Santità il Papa Benedetto XVI, 'Deus caritas est' ('Dio è amore'), che fa eco alla 'definizione' più caratteristica di Dio nella Sacra Scrittura dei cristiani: 'Dio è amore' (1 Gv 4, 8). L'amore autentico per Dio è inseparabile dall'amore per gli altri: 'Se uno dicesse: 'Io amo Dio', e odiasse il suo fratello, è un mentitore. Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede' (1 Gv 4, 20). Ricordando questo, l'Enciclica sottolinea l'importanza della carità fraterna nella missione della Chiesa: l'amore, per essere credibile, deve essere concreto. È necessario che sia un aiuto offerto a tutti, partendo dai più svantaggiati. L'amore vero deve mettersi al servizio della vita di tutti i giorni, ma anche della ricerca di soluzioni giuste e pacifiche ai gravi problemi che colpiscono il nostro mondo".

  "Le difficoltà quotidiane e i gravi problemi del mondo sollecitano la nostra attenzione e la nostra azione. Chiediamo a Dio, nella preghiera, di aiutarci ad affrontarli con coraggio e determinazione. Laddove possiamo operare insieme, non lavoriamo separati. Il mondo, e noi con lui, ha bisogno di Cristiani e di Musulmani che si rispettano, si stimano e offrono la testimonianza di amarsi e di operare insieme per la gloria di Dio e per il bene di tutti gli uomini.  (...) Chiedo a Dio Onnipotente che tali sentimenti contribuiscano a promuovere, dovunque, rapporti di più grande comprensione e di più ampia cooperazione tra cristiani e musulmani; sarà questo un importante contributo per ristabilire e rafforzare la pace all'interno delle nazioni e tra i popoli, secondo l'auspicio profondo di tutti i credenti e di tutti gli uomini di buona volontà".
CON-DIR/RAMADAN/POUPARD:CELATA                   VIS 20061020 (650)


UDIENZE

CITTA' DEL VATICANO, 20 OTT. 2006 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienze separate sette Presuli della Conferenza Episcopale di Irlanda, in Visita "ad Limina Apostolorum":

    - Il Vescovo John McAreavey, di Dromore.

    - Il Vescovo Philip Leo O'Reilly, di Kilmore.

    - Il Vescovo Michael Smith, di Meath.
 
    - Il Vescovo Philip Boyce, O.C.D., di Raphoe.

    - L'Arcivescovo Dermot Clifford, di Cashel.

    - Il Vescovo John Magee, S.P.S., di Cloyne.

    - Il Vescovo John Buckley, di Cork and Ross.
AL/.../...                                         VIS 20061020 (90)

ALTRI ATTI PONTIFICI


CITTA' DEL VATICANO, 20 OTT. 2006 (VIS). Il Santo Padre ha nominato il Vescovo Edwin Colaço, finora Vescovo di Amravati (India), Vescovo di Aurangabad (superficie: 64.525; popolazione: 10.176.000; cattolici: 14.300; sacerdoti: 42; religiosi: 179), India.
NER/.../COLAÇO                             VIS 20061020 (40)


giovedì 19 ottobre 2006

VERONA: DISCORSO DEL PAPA CONVEGNO ECCLESIALE ITALIANO


CITTA' DEL VATICANO, 19 OTT. 2006 (VIS). Questa mattina all'arrivo a Verona, il Santo Padre Benedetto XVI si è recato alla Fiera dove ha pronunciato un discorso davanti a più di 2.700 persone - Vescovi, conferenzieri e delegati di tutte le diocesi italiane - che partecipano questa settimana al IV Convegno Ecclesiale Italiano, sul tema: "Testimoni di Gesù Risorto, speranza del mondo".

  I precedenti tre Convegni Ecclesiali si sono svolti a Roma nel 1976, sul tema: "Evangelizzazione e promozione umana"; a Loreto nel 1985, sul tema: "Riconciliazione cristiana e comunità degli uomini" e a Palermo nel 1995, sul tema: "Il Vangelo della carità per una nuova società in Italia".

  "Questo IV Convegno nazionale" - ha detto il Papa - "è una nuova tappa del cammino di attuazione del Vaticano II, che la Chiesa italiana ha intrapreso fin dagli anni immediatamente successivi al grande Concilio (...); un cammino proteso all'evangelizzazione (...); in stretta e costante unione con il Successore di Pietro".

  Benedetto XVI ha ricordato i Servi di Dio Paolo VI e Giovanni Paolo II che con i loro interventi ai Convegni precedenti "hanno rafforzato nella Chiesa italiana la fiducia di poter operare affinché la fede in Gesù Cristo continui ad offrire, anche agli uomini e alle donne del nostro tempo, il senso e l'orientamento dell'esistenza".

  "La risurrezione di Cristo" - ha proseguito il Santo Padre, affrontando il tema al centro dell'attenzione del Convegno - "è un fatto avvenuto nella storia, di cui gli Apostoli sono stati testimoni e non certo creatori. Nello stesso tempo essa non è affatto un semplice ritorno alla nostra vita terrena; è invece la più grande 'mutazione' mai accaduta, il 'salto' decisivo verso una dimensione di vita profondamente nuova, l'ingresso in un ordine decisamente diverso, che riguarda anzitutto Gesù di Nazareth, ma con Lui anche noi, tutta la famiglia umana, la storia e l'intero universo: per questo la risurrezione di Cristo è il centro della predicazione e della testimonianza cristiana, dall'inizio e fino alla fine dei tempi".

  La risurrezione "ha inaugurato una nuova dimensione della vita e della realtà, dalla quale emerge un mondo nuovo, che penetra continuamente nel nostro mondo, lo trasforma e lo attira a sé. Tutto ciò avviene concretamente attraverso la vita e la testimonianza della Chiesa (...). La nostra vocazione e il nostro compito di cristiani consistono nel cooperare perché giunga a compimento effettivo, nella realtà quotidiana della nostra vita, ciò che lo Spirito Santo ha intrapreso in noi col Battesimo: siamo chiamati infatti a divenire donne e uomini nuovi, per poter essere veri testimoni del Risorto e in tal modo portatori della gioia e della speranza cristiana nel mondo, in concreto, in quella comunità di uomini entro la quale viviamo".

  Riferendosi alla situazione italiana il Santo Padre ha affermato: "L'Italia di oggi si presenta a noi come un terreno profondamente bisognoso e al contempo molto favorevole per una tale testimonianza. Profondamente bisognoso, perché partecipa di quella cultura che predomina in Occidente e che vorrebbe porsi come universale e autosufficiente, generando un nuovo costume di vita. Ne deriva una nuova ondata di illuminismo e di laicismo, per la quale sarebbe razionalmente valido soltanto ciò che è sperimentabile e calcolabile, mentre sul piano della prassi la libertà individuale viene eretta a valore fondamentale al quale tutti gli altri dovrebbero sottostare. Così Dio rimane escluso dalla cultura e dalla vita pubblica, e la fede in Lui diventa più difficile, anche perché viviamo in un mondo che si presenta quasi sempre come opera nostra, nel quale, per così dire, Dio non compare più direttamente, sembra divenuto superfluo ed estraneo".

  "Nella medesima linea, l'etica viene ricondotta entro i confini del relativismo e dell'utilitarismo, con l'esclusione di ogni principio morale che sia valido e vincolante per se stesso. Non è difficile vedere come questo tipo di cultura rappresenti un taglio radicale e profondo non solo con il cristianesimo ma più in generale con le tradizioni religiose e morali dell'umanità: non sia quindi in grado di instaurare un vero dialogo con le altre culture, nelle quali la dimensione religiosa è fortemente presente".

  "L'Italia però, come accennavo" - ha detto ancora il Pontefice - "costituisce al tempo stesso un terreno assai favorevole per la testimonianza cristiana. La Chiesa, infatti, qui è una realtà molto viva, che conserva una presenza capillare in mezzo alla gente di ogni età e condizione. Le tradizioni cristiane sono spesso ancora radicate e continuano a produrre frutti. (...) Si avverte la gravità del rischio di staccarsi dalle radici cristiane della nostra civiltà. Questa sensazione, che è diffusa nel popolo italiano, viene formulata espressamente e con forza da parte di molti e importanti uomini di cultura, anche tra coloro che non condividono o almeno non praticano la nostra fede".

  "Il nostro atteggiamento non dovrà mai essere, pertanto, quello di un rinunciatario ripiegamento su noi stessi: occorre invece mantenere vivo e se possibile incrementare il nostro dinamismo, occorre aprirsi con fiducia a nuovi rapporti, non trascurare alcuna delle energie che possono contribuire alla crescita culturale e morale dell'Italia".

  "Il cristianesimo è infatti aperto a tutto ciò che di giusto, vero e puro vi è nelle culture e nelle civiltà (...). I discepoli di Cristo riconoscono pertanto e accolgono volentieri gli autentici valori della cultura del nostro tempo, come la conoscenza scientifica e lo sviluppo tecnologico, i diritti dell'uomo, la libertà religiosa, la democrazia. Non ignorano e non sottovalutano però quella pericolosa fragilità della natura umana che è una minaccia per il cammino dell'uomo in ogni contesto storico; in particolare, non trascurano le tensioni interiori e le contraddizioni della nostra epoca. Perciò l'opera di evangelizzazione non è mai un semplice adattarsi alle culture, ma è sempre anche una purificazione, un taglio coraggioso che diviene maturazione e risanamento, un'apertura che consente di nascere a quella 'creatura nuova' che è il frutto dello Spirito Santo".

 "Come ho scritto nell'Enciclica 'Deus caritas est', all'inizio dell'essere cristiano (...) non c'è una decisione etica o una grande idea, ma l'incontro con la Persona di Gesù Cristo (...). La fecondità di questo incontro si manifesta, in maniera peculiare e creativa, anche nell'attuale contesto umano e culturale, anzitutto in rapporto alla ragione che ha dato vita alle scienze moderne e alle relative tecnologie. (...) La corrispondenza tra le sue strutture e le strutture reali dell'universo (...) suscita la nostra ammirazione e pone una grande domanda. Implica infatti che l'universo stesso sia strutturato in maniera intelligente, in modo che esista una corrispondenza profonda tra la nostra ragione soggettiva e la ragione oggettivata nella natura. Diventa allora inevitabile chiedersi se non debba esservi un'unica intelligenza originaria, che sia la comune fonte dell'una e dell'altra".

  "Così proprio la riflessione sullo sviluppo delle scienze ci riporta verso il 'Logos' creatore. Viene capovolta la tendenza a dare il primato all'irrazionale, al caso e alla necessità, a ricondurre ad esso anche la nostra intelligenza e la nostra libertà. Su queste basi diventa anche di nuovo possibile allargare gli spazi della nostra razionalità, riaprirla alle grandi questioni del vero e del bene, coniugare tra loro la teologia, la filosofia e le scienze, nel pieno rispetto dei loro metodi propri e della loro reciproca autonomia, ma anche nella consapevolezza dell'intrinseca unità che le tiene insieme".
 
  Il Santo Padre ha affermato ancora che: "La persona umana non è (...) soltanto ragione e intelligenza. Porta dentro di sé (...) il bisogno di amore, di essere amata e di amare a sua volta. (...) Ritorna dunque, insistente, la domanda se nella nostra vita ci possa essere uno spazio sicuro per l'amore autentico e, in ultima analisi, se il mondo sia davvero l'opera della sapienza di Dio".

  Sottolineando che: "il Creatore del cielo e della terra, l'unico Dio che è la sorgente di ogni essere ama personalmente l'uomo, lo ama appassionatamente e vuole essere a sua volta amato da lui", il Papa ha affermato che in Gesù Cristo "Dio si fa uno di noi, nostro fratello in umanità, e addirittura sacrifica la sua vita per noi".

  "Proprio perché ci ama veramente, Dio rispetta e salva la nostra libertà. Al potere del male e del peccato (...) preferisce porre il limite della sua pazienza e della sua misericordia, quel limite che è, in concreto, la sofferenza del Figlio di Dio".

  Benedetto XVI ha rilevato che "La croce ci fa giustamente paura, come ha provocato paura e angoscia in Gesù Cristo: essa però non è negazione della vita, da cui per essere felici occorra sbarazzarsi. È invece il 'sì' estremo di Dio all'uomo, l'espressione suprema del suo amore e la scaturigine della vita piena e perfetta: contiene dunque l'invito più convincente a seguire Cristo sulla via del dono di sé".

  Il Papa ha sottolineato la necessità di "essere sempre pronti a dare risposta (apo-logia) a chiunque ci domandi ragione (logos) della nostra speranza (...) con quella forza mite che viene dall'unione con Cristo. Dobbiamo farlo a tutto campo, sul piano del pensiero e dell'azione, dei comportamenti personali e della testimonianza pubblica. (...) Il Signore ci guidi a vivere questa unità tra verità e amore nelle condizioni proprie del nostro tempo, per l'evangelizzazione dell'Italia e del mondo di oggi".

  "Un'educazione vera" - ha proseguito il Pontefice - "ha bisogno di risvegliare il coraggio delle decisioni definitive (...), indispensabili per crescere e raggiungere qualcosa di grande nella vita, in particolare per far maturare l'amore in tutta la sua bellezza. (...) Tra le molteplici forme di questo impegno non posso non ricordare, in particolare, la scuola cattolica, perché nei suoi confronti sussistono ancora, in qualche misura, antichi pregiudizi, che generano ritardi dannosi, e ormai non più giustificabili, nel riconoscerne la funzione e nel permetterne in concreto l'attività".

  Sottolineando che: "La Chiesa in Italia ha una grande tradizione di vicinanza, aiuto e solidarietà verso i bisognosi, gli ammalati, gli emarginati" - Benedetto XVI ha detto che è: "quanto mai importante che tutte queste testimonianze di carità conservino sempre alto e luminoso il loro profilo specifico, nutrendosi di umiltà e di fiducia nel Signore, mantenendosi libere da suggestioni ideologiche e da simpatie partitiche, e soprattutto misurando il proprio sguardo sullo sguardo di Cristo: è importante dunque l'azione pratica ma conta ancora di più la nostra partecipazione personale ai bisogni e alle sofferenze del prossimo".

  Riguardo alle responsabilità civili e politiche dei cattolici, tema affrontato dal Convegno, il Papa ha ricordato la nota distinzione fra ciò che è di Cesare e ciò che è di Dio ed ha detto: "La stessa libertà religiosa, che avvertiamo come un valore universale, particolarmente necessario nel mondo di oggi, ha qui la sua radice storica. La Chiesa, dunque, non è e non intende essere un agente politico. Nello stesso tempo ha un interesse profondo per il bene della comunità politica, la cui anima è la giustizia, e le offre a un duplice livello il suo contributo specifico".

  Il Santo Padre ha sottolineato che: "Il compito immediato di agire in ambito politico per costruire un giusto ordine nella società non è dunque della Chiesa come tale, ma dei fedeli laici, che operano come cittadini sotto propria responsabilità: si tratta di un compito della più grande importanza, al quale i cristiani laici italiani sono chiamati a dedicarsi con generosità e con coraggio, illuminati dalla fede e dal magistero della Chiesa e animati dalla carità di Cristo".

  "Una speciale attenzione e uno straordinario impegno sono richiesti oggi da quelle grandi sfide nelle quali vaste porzioni della famiglia umana sono maggiormente in pericolo: le guerre e il terrorismo, la fame e la sete, alcune terribili epidemie. Ma occorre anche fronteggiare, con pari determinazione e chiarezza di intenti, il rischio di scelte politiche e legislative che contraddicano fondamentali valori e principi antropologici ed etici radicati nella natura dell'essere umano, in particolare riguardo alla tutela della vita umana in tutte le sue fasi, dal concepimento alla morte naturale, e alla promozione della famiglia fondata sul matrimonio, evitando di introdurre nell'ordinamento pubblico altre forme di unione che contribuirebbero a destabilizzarla, oscurando il suo carattere peculiare e il suo insostituibile ruolo sociale. La testimonianza aperta e coraggiosa che la Chiesa e i cattolici italiani hanno dato e stanno dando a questo riguardo sono un servizio prezioso all'Italia, utile e stimolante anche per molte altre Nazioni".

  "La nostra vera forza" per affrontare i doveri e le responsabilità - ha ribadito il Pontefice - è nutrirci della parola e del corpo di Cristo, adorarlo presente nell'Eucaristia. "Nell'unione a Cristo ci precede e ci guida la Vergine Maria (...) . In Lei incontriamo, pura e non deformata, la vera essenza della Chiesa e così, attraverso di Lei, impariamo a conoscere e ad amare il mistero della Chiesa (...), impariamo a resistere a quella 'secolarizzazione interna' che insidia la Chiesa nel nostro tempo, in conseguenza dei processi di secolarizzazione che hanno profondamente segnato la civiltà europea".

  Al termine del suo discorso il Papa si è diretto al Palazzo Episcopale di Verona per la seconda colazione.

  Nel pomeriggio alle 16:00 il Santo Padre presiederà una Concelebrazione Eucaristica nello Stadio di Bentegodi di Verona e al termine rientrerà in Vaticano.
PV-ITALIA/CONVEGNO ECCLESIALE/VERONA             VIS 20061019 (2130)


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