Inizio - VIS Vaticano - Ricevere VIS - Contattaci - Calendario VIS

Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

ultime 5 notizie

VISnews anche in Twitter Anche in YouTube

giovedì 9 ottobre 2008

QUINTA CONGREGAZIONE GENERALE


CITTA' DEL VATICANO, 8 OTT. 2008 (VIS). Alle 16:30 di oggi pomeriggio si è svolta la Quinta Congregazione Generale, in presenza del Santo Padre. Presidente Delegato di turno è stato il Cardinale Odilo Pedro Scherer, Arcivescovo di São Paulo (Brasile).

  Riportiamo di seguito alcuni estratti degli interventi dei Padri Sinodali tenuti nell'Aula del Sinodo:

ARCIVESCOVO DONALD WILLIAM WUERL, DI WASHINGTON (STATI UNITI D'AMERICA). "La liturgia è, al contempo, un atto di culto e un momento di pedagogia. Il ciclo triennale del Lezionario, nella sua presentazione delle Scritture, ci offre la straordinaria opportunità di ricollegarci al Catechismo della Chiesa Cattolica, ricco di un bagaglio di meditazione biblica di duemila anni. Entrambi, il Lezionario e il Catechismo della Chiesa Cattolica, dovrebbero essere considerati in correlazione.  Il compito è aiutare i nostri fedeli a comprendere che essi sono parte della Chiesa, una comunità visibile che è anche comunione spirituale. L'omelia liturgica rappresenta la migliore opportunità per i nostri fedeli di incontrare la persona viva di Cristo nell'ambito di un autentico contesto ecclesiale e comunitario. (...) La comprensione del contesto ecclesiale della rivelazione di Dio aiuta coloro che ascoltano la parola di Dio non solo a riaffermare il significato della Parola, ma anche la fedeltà e l'adesione al corpo di Cristo, la Chiesa".

ARCIVESCOVO TOMASH PETA, DI MARIA SANTISSIMA IN ASTANA, PRESIDENTE DELLA CONFERENZA EPISCOPALE (KAZAKISTAN). "Nel Documento di lavoro del nostro Sinodo, parte prima, capitolo III, c'è un bellissimo testo dedicato alla Beata Vergine Maria: 'Maria modello di accoglienza della Parola per il credente'. (...) Il Documento di lavoro sottolinea che il Santo Rosario è una 'forma semplice e universale di ascolto orante della Parola'. Sono convinto che sia importante, per il tempo in cui viviamo, ricordare e promuovere questa forma di preghiera, perché è la via per giungere a Maria, lei, che ha compreso e si è unita alla Parola di Dio più di ogni altro. Nel nostro paese, il Kazakistan, in Asia centrale, una quantità innumerevole di cattolici, deportati in questa regione, non hanno avuto per decenni la possibilità di accostarsi a sacerdoti, chiese, Bibbie o sacramenti (eccetto il battesimo dei figli, che amministravano da soli), ma avevano il Rosario. Ed è proprio grazie alla preghiera del Santo Rosario che sono riusciti a conservare la fede, la comprensione delle verità fondamentali della religione cattolica, la propria dignità umana e la speranza di tempi migliori".

VESCOVO EDUARDO PORFIRIO PATIÑO LEAL, DI CÓRDOBA (MESSICO). "Oggi assume una particolare importanza aiutare a comprendere la giusta relazione tra Rivelazione pubblica e costitutiva del Credo cristiano e le rivelazioni private, sceverando la pertinenza di queste alla fede genuina (Lineamenta 8). (...) Il numero 7 dell''Instrumentum Laboris' constata che spesso l'attuale esperienza religiosa è 'più emotiva che convinta, a causa della scarsa conoscenza della dottrina': si tende piuttosto verso la soggettività e il piacere di crearsi una religione a misura di ciascuno. Le persone semplici e di buona volontà sono attratte da presunte manifestazioni, ma, talvolta, si trasformano in gruppi religiosi isolati all'interno della Chiesa Cattolica, che diffondono devozioni e orientamenti spirituali la cui origine risale a 'messaggi e rivelazioni privati', i quali devono essere valutati con prudenza e comunque devono dare impulso alla Rivelazione pubblica integrale nella Tradizione viva della Chiesa. Si propone dunque di riaffermare la dottrina della 'Dei Verbum' 4 e del 'Catechismo della Chiesa Cattolica' 66-67, nonché di ribadire ai pastori la raccomandazione di incanalare opportunamente queste esperienze religiose, mediante criteri attualizzati secondo l'ambiente di mobilità e globalizzazione in cui viviamo".

CARDINALE ZENON GROCHOLEWSKI, PREFETTO DELLA CONGREGAZIONE PER L'EDUCAZIONE CATTOLICA (CITTÀ DEL VATICANO). "Oggi si moltiplicano gli istituti di studio soprattutto per i laici e le persone consacrate, ma nello stesso tempo sembra aumentare anche l'ignoranza religiosa. Una ricerca recente, commissionata dalla Federazione Biblica Cattolica in 10 Paesi europei, ha dimostrato una incredibile ignoranza dei fedeli relativamente alle nozioni elementari riguardanti la Bibbia, come: 'I Vangeli sono parte della Bibbia?', 'Gesù ha scritto libri della Bibbia?', 'Chi tra Mosè Paolo era un personaggio dell' Antico Testamento?', ecc. Tale ignoranza è un terreno fertile per le sette. (...) Fatichiamo tanto, ma forse non distribuiamo ragionevolmente le forze nelle diverse forme e gradi di insegnamento. (...) Sarebbero da favorire e diffondere appropriati corsi di scienze sacre senza fornire titoli accademici, in quanto più facilmente accessibili ad un pubblico più vasto. (...) Si deve attribuire importanza alle verità fondamentali della fede, ricollegate alla Parola di Dio, perché esse determinano la nostra vita cristiana, il nostro rapporto con il Signore, la nostra gioia cristiana".

VESCOVO OSCAR MARIO BROWN JIMÉNEZ, DI SANTIAGO DE VERAGUAS (PANAMÁ). "Nel numero 35 dell''Instrumentum Laboris' si afferma che questo Sinodo, su 'La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa', è in rapporto di continuità con il precedente su 'L'Eucaristia: fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa'. Nell'Esortazione Apostolica 'Sacramentum Caritatis', frutto di quel Sinodo, ci viene vivamente raccomandato di mettere in risalto l'unità intrinseca del rito della Santa Messa. Non si devono giustapporre le due parti del rito, la liturgia della Parola e la liturgia dell'Eucaristia, come se fossero interdipendenti l'una dall'altra, poiché entrambe sono unite intimamente fra loro e formano un unico atto di culto. (...) Nella liturgia della Parola, come in quella eucaristica, nella Messa, il Signore della Pasqua è presente realmente, in un dialogo in cui Dio prende l'iniziativa di rivolgersi all'uomo con la sua Parola e questi gli risponde con fede, obbedienza e conversione. Questa presenza è latente nell'Antico Testamento ed è patente nel Nuovo".

VESCOVO PETER LIU CHENG-CHUNG, VESCOVO DI KAOSHIUNG (CINA). "La domanda è: come rendere il kerygma e la proclamazione della parola viva di Dio più accessibili ai fedeli? Come può questo kerygma - questo incontro con la Parola di Dio - essere un dialogo autentico tra Cristo stesso e i fedeli? La risposta sta nel riconoscere lo Spirito Santo in questa proclamazione della parola vivente di Dio. È lo Spirito Santo che conferisce a ogni cattolico battezzato doni e carismi, che a loro volta sono contributi alla Chiesa locale. I Vescovi e i Parroci sono chiamati a cercare di essere aperti a queste realtà nella comunità locale dei fedeli. Ed è in queste piccole comunità a livello parrocchiale che la Parola proclamata può diventare entità vivente. A poco a poco, i fedeli di queste comunità possono pregare insieme la Liturgia delle Ore e tenere celebrazioni comunitarie del Sacramento della Penitenza (con confessioni individuali)".
SE/QUINTA CONGREGAZIONE/...                     VIS 20081009 (1090)


SESTA CONGREGAZIONE GENERALE


CITTA' DEL VATICANO, 9 OTT. 2008 (VIS). Alle 9:00 di questa mattina, giovedì 9 ottobre, ha avuto luogo la Sesta Congregazione Generale, conclusasi alle 10:30 per consentire ai Padri Sinodali di partecipare alla Celebrazione Eucaristica, presieduta dal Santo Padre Benedetto XVI, nel 50° anniversario della morte del Servo di Dio Pio XII.

  Presidente Delegato di turno è stato il Cardinale William Joseph Levada, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. Alla Sesta Congregazione erano presenti 242 Padri Sinodali.

  Di seguito riportiamo estratti di alcuni interventi dei Padri Sinodali.

VESCOVO VINCENT RI PYUNG-HO, DI JEONJU (COREA). "Vorrei condividere la mia esperienza personale: dall'inizio del mio episcopato nel 1990, ho cercato di ricordare a memoria tutti i passi biblici della Messa quotidiana. E in gran parte della mia predicazione è sufficiente che lasci che le parole di Dio parlino da sole. Allora la mia gente capisce bene ed è contenta di sentire direttamente la Parola di Dio; e la stessa Parola di Dio salva le persone. (...) Pertanto, non sarebbe forse importante includere nel programma di formazione dei sacerdoti futuri e presenti una certa misura di memorizzazione della Bibbia? E, in secondo luogo, di stabilire per loro un direttorio concreto per una buona predicazione biblica?".

CARDINALE STANISLAW DZIWISZ, ARCIVESCOVO DI CRACOVIA (POLONIA). "Sembra che a volte i candidati al sacerdozio trattino il testo della Sacra Scrittura piuttosto come oggetto di studio, senza tenere conto della sua dimensione spirituale. La 'Scrittura' non diventa per loro 'la' Parola della loro vita. Non fa sprigionare dalla 'Scrittura' la forza della Parola capace di cambiare l'uomo, di convertirlo. Dovremmo ripensare il ruolo della Parola di Dio nella formazione seminaristica e, di conseguenza, nella formazione permanente dei sacerdoti. (...) Il Popolo di Dio ha bisogno dei sacerdoti appassionati della Parola e del servizio. Questa è una delle condizioni indispensabili della nuova evangelizzazione che tanto stava a cuore al Servo di Dio Giovanni Paolo II".

VESCOVO EMMANUEL LAFONT, DI CAYENNE (FRANCIA). "La Federazione Biblica Cattolica è uno strumento privilegiato dei Vescovi per fare in modo che la Parola sia fonte e ispirazione di ogni preghiera, di ogni evangelizzazione, di ogni omelia, di ogni catechesi, di ogni documento episcopale, di ogni opera di carità. Rendo testimonianza della fecondità della Parola tra i piccoli e gli umili. Ho una laurea in Sacra Scrittura ottenuta presso l'Istituto Biblico di Roma, ma i poveri mi hanno aperto ancor di più alla forza della Parola. (...) I poveri hanno una profonda apertura alla Parola di Dio e la Chiesa ha il dovere di leggerla sempre vicino a loro. Propongo che questo Sinodo mostri una grande fiducia rispetto al modo in cui i piccoli e i laici in generale accolgono la Parola. Il mio più profondo timore non è che si sbaglino nel leggere la Bibbia, ma che non la leggano affatto e che noi possiamo impedire loro di innamorarsi della Parola, a causa delle troppe precauzioni".

CARDINALE POLYCARP PENGO, DI DAR-ES-SALAAM, PRESIDENTE DEL SYMPOSIUM DES CONFÉRENCES EPISCOPALES D'AFRIQUE ET DE MADAGASCAR (S.C.E.A.M.), (TANZANIA). "Gran parte del continente africano sta assistendo a un fenomeno spaventoso, ovvero l'esodo dei credenti cattolici che abbandonano la Chiesa per entrare a far parte delle Sette Pentecostali. Uno dei motivi è la reale 'distanza tra ricerca esegetica e formulazione teologica' ovvero la mancanza di reciproca collaborazione fra le due scienze. Risultati di tale situazione sono il travisamento della verità dei Sacri Testi e la confusione spirituale. Tale realtà invita gli studiosi della Bibbia e della teologia a una collaborazione più stretta".
SE/SESTA CONGREGAZIONE/...                           VIS 20081009 (590)


CELEBRAZIONE EUCARISTICA 50° ANNIVERSARIO MORTE PIO XII


CITTA' DEL VATICANO, 9 OTT. 2008 (VIS). Questa mattina, nella Basilica Vaticana, il Santo Padre Benedetto XVI ha presieduto la Celebrazione Eucaristica in occasione del 50° anniversario della morte di Papa Pio XII.

  Riferendosi al brano del libro del Siracide, prima lettura della Santa Messa, il Santo Padre ha affermato che: "Il Siracide (...) ha ricordato a quanti intendono seguire il Signore, che devono prepararsi ad affrontare prove, difficoltà e sofferenze. (...) Alla luce di questi testi biblici possiamo leggere la vicenda terrena di Papa Pacelli e il suo lungo servizio alla Chiesa iniziato nel 1901 sotto Leone XIII, e proseguito con San Pio X e Benedetto XV e Pio XI. Questi testi biblici ci aiutano  soprattutto a comprendere quale sia stata la sorgente da cui egli ha attinto coraggio e pazienza nel suo ministero pontificale, svoltosi negli anni travagliati del secondo conflitto mondiale e nel periodo susseguente, non meno complesso, della ricostruzione e dei difficili rapporti internazionali passati alla storia con la qualifica significativa di 'guerra fredda'".

  "In Germania, dove svolse il compito di Nunzio Apostolico, prima a Monaco di Baviera e poi a Berlino sino al 1929" - ha ricordato Benedetto XVI - "lasciò dietro di sé una grata memoria, soprattutto per aver collaborato con Benedetto XV al tentativo di fermare 'l'inutile strage' della Grande Guerra, e per aver colto fin dal suo sorgere il pericolo costituito dalla mostruosa ideologia nazionalsocialista con la sua perniciosa radice antisemita e anticattolica. Creato Cardinale nel dicembre 1929, e divenuto poco dopo Segretario di Stato, per nove anni fu fedele collaboratore di Pio XI, in un'epoca contrassegnata dai totalitarismi: quello fascista, quello nazista e quello comunista sovietico, condannati rispettivamente dalle Encicliche 'Non abbiamo bisogno', 'Mit Brennender Sorge' e 'Divini Redemptoris'".

  "'Chi ascolta la mia parola e crede... ha la vita eterna' (Gv 5,24). Questa assicurazione di Gesù, che abbiamo ascoltato nel Vangelo" - ha proseguito il Pontefice - "ci fa pensare ai momenti più duri del pontificato di Pio XII quando, avvertendo il venir meno di ogni umana sicurezza, sentiva forte il bisogno (...) di aderire a Cristo, unica certezza che non tramonta. La Parola di Dio diventava così luce al suo cammino, un cammino nel quale Papa Pacelli ebbe a consolare sfollati e perseguitati, dovette asciugare lacrime di dolore e piangere le innumerevoli vittime della guerra".

  "Soltanto Cristo è vera speranza dell'uomo (...). Questa consapevolezza accompagnò Pio XII nel suo ministero di Successore di Pietro, ministero iniziato proprio quando si addensavano sull'Europa e sul resto del mondo le nubi minacciose di un nuovo conflitto mondiale, che egli cercò di evitare in tutti i modi: 'Imminente è il pericolo, ma è ancora tempo. Nulla è perduto con la pace. Tutto può esserlo con la guerra', aveva gridato nel suo radiomessaggio del 24 agosto 1939".

  "La guerra mise in evidenza l'amore che (Pio XII) nutriva per la sua 'diletta Roma'" - ha ricordato Benedetto XVI - "amore testimoniato dall'intensa opera di carità che promosse in difesa dei perseguitati, senza alcuna distinzione di religione, di etnia, di nazionalità, di appartenenza politica. (...) E come dimenticare il radiomessaggio natalizio del dicembre 1942? Con voce rotta dalla commozione deplorò la situazione delle 'centinaia di migliaia di persone, le quali, senza veruna colpa propria, talora solo per ragione di nazionalità o di stirpe, sono destinate alla morte o ad un progressivo deperimento' (AAS, XXXV, 1943, p. 23), con un chiaro riferimento alla deportazione e allo sterminio perpetrato contro gli ebrei".

  Pio XII "Agì spesso in modo segreto e silenzioso proprio perché, alla luce delle concrete situazioni di quel complesso momento storico, (...) intuiva che solo in questo modo si poteva evitare il peggio e salvare il più gran numero possibile di ebrei".

  "Purtroppo il dibattito storico sulla figura del Servo di Dio Pio XII, non sempre sereno" - ha rilevato Papa Benedetto - "ha tralasciato di porre in luce tutti gli aspetti del suo poliedrico pontificato. Tantissimi furono i discorsi, le allocuzioni e i messaggi che tenne a scienziati, medici, esponenti delle categorie lavorative più diverse, alcuni dei quali conservano ancora oggi una straordinaria attualità e continuano ad essere punto di riferimento sicuro".

  Ricordando alcuni Documenti di Papa Pacelli, Benedetto XVI ha citato le Lettera Encicliche "Mystici Corporis" (8 giugno 1943) e "Divino afflante Spiritu" (8 settembre 1943) che "stabiliva le norme dottrinali per lo studio della Sacra Scrittura, mettendone in rilievo l'importanza e il ruolo nella vita cristiana. Si tratta di un documento che testimonia una grande apertura alla ricerca scientifica sui testi biblici".

  "La terza Enciclica che vorrei menzionare" - ha detto ancora Papa Benedetto XVI - "è la 'Mediator Dei', dedicata alla liturgia, pubblicata il 20 novembre 1947. Con questo Documento il Servo di Dio dette impulso al movimento liturgico, insistendo sull''elemento essenziale del culto', che 'deve essere quello interno: è necessario, difatti, - egli scrisse - vivere sempre in Cristo, tutto a Lui dedicarsi, affinché in Lui, con Lui e per Lui si dia gloria al Padre".

  "Non possiamo poi non accennare all'impulso notevole che questo Pontefice impresse all'attività missionaria della Chiesa con le Encicliche 'Evangelii praecones' (1951) e 'Fidei donum' (1957)" ha continuato Papa Benedetto XVI ricordando inoltre che: "Una delle sue costanti preoccupazioni pastorali fu infine la promozione del ruolo dei laici, perché la comunità ecclesiale potesse avvalersi di tutte le energie e le risorse disponibili. Anche per questo la Chiesa e il mondo gli sono grati".

  "Cari fratelli e sorelle, mentre preghiamo perché prosegua felicemente la causa di beatificazione del Servo di Dio Pio XII, è bello ricordare che la santità fu il suo ideale, un ideale che non mancò di proporre a tutti".

  "Proprio Maria, la Donna della salvezza" - ha ricordato infine Benedetto XVI - "egli additò all'umanità quale segno di sicura speranza proclamando il dogma dell'Assunzione durante l'Anno Santo del 1950. In questo nostro mondo che, come allora, è assillato da preoccupazioni e angosce per il suo avvenire; in questo mondo, dove, forse più di allora, l'allontanamento di molti dalla verità e dalla virtù lascia intravedere scenari privi di speranza, Pio XII ci invita a volgere lo sguardo verso Maria assunta nella gloria celeste".

  Al termine della Celebrazione Eucaristica, il Santo Padre si è recato alla Grotte Vaticane per raccogliersi in preghiera sulla tomba di Pio XII.
HML/PIO XII/...                                         VIS 20081009 (1010)


Copyright © VIS - Vatican Information Service