Inizio - VIS Vaticano - Ricevere VIS - Contattaci - Calendario VIS

Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

ultime 5 notizie

VISnews anche in Twitter Anche in YouTube

lunedì 3 novembre 2008

I MIGRANTI, UN DONO PER LE NOSTRE SOCIETA'


CITTA' DEL VATICANO, 3 NOV. 2008 (VIS).- L'Arcivescovo Agostino Marchetto, Segretario del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, è intervenuto al secondo Forum Mondiale su Migrazione e Sviluppo, svoltosi a Manila (Filippine) dal 27 al 30 ottobre.

 Nel suo discorso dello scorso 29 ottobre, reso pubblico oggi, il capo della delegazione della Santa Sede ha affermato che "ogni forma di migrazione temporanea e circolare non deve mai essere presa come pretesto per evitare il pieno rispetto dei diritti dei migranti, e in maniera specifica, del loro diritto alla riunificazione familiare, al riconoscimento del loro contributo allo sviluppo, sia attraverso il lavoro, sia con le rimesse di denaro a casa. Ogni fallimento in questo ambito indicherebbe una mancanza di politiche di integrazione e cooperazione nei Paesi di arrivo, come pure di politiche di sviluppo nazionale in quelli d'origine".

 "I Governi - ha proseguito - dovrebbero continuare a creare le condizioni per cui la migrazione non sia mai la sola opzione che resta alle persone al fine di trovare un lavoro e condurre una vita sicura e dignitosa. Maggiori occasioni di lavoro dovrebbero essere create nei Paesi d'origine e dovrebbe essere evitata ogni politica migratoria che mini i fondamenti della società, specialmente la famiglia, che ne è la cellula di base. I potenziali vantaggi dell'emigrazione sono superati dai problemi che appaiono in particolare nelle famiglie esposte al rischio della disintegrazione".

 L'Arcivescovo Marchetto ha segnalato che "nei Paesi di accoglienza, la riunificazione familiare è il modo migliore per promuovere l'integrazione degli immigrati ed eliminare molti problemi, in particolare quelli legati alla sicurezza e all'ordine pubblico".

 "I migranti - ha così concluso - non rappresentano solo un problema, ma anche un dono per le nostre società. Essi ci aiutano nel nostro lavoro, ci obbligano ad aprire la nostra mente, le nostre economie e le nostre politiche e ci stimolano a ricercare nuovi modelli. Soltanto assieme potremo vincere questa sfida ed aprire il nostro mondo al futuro, di cui tutti vogliamo godere".
DELSS/MIGRAZIONE:SVILUPPO/MANILA:MARCHETTO   VIS 20081103 (330)


MESSA DI SUFFRAGIO PER I CARDINALI E VESCOVI DEFUNTI


CITTA' DEL VATICANO, 3 NOV. 2008 (VIS).- Come è ormai tradizione nel mese di novembre, il Papa ha celebrato questa mattina nella basilica vaticana la Santa Messa di suffragio per i Cardinali e i Vescovi che sono venuti a mancare durante l'anno. Hanno concelebrato insieme al Santo Padre i membri del collegio cardinalizio.

 Benedetto XVI ha ricordato all'inizio dell'omelia i nomi dei porporati che sono morti negli ultimi dodici mesi: Stephen Fumio Hamao, Alfons Maria Stickler, Aloisio Lorscheider, Peter Porekuu Dery, Adolfo Antonio Suárez Rivera, Ernesto Corripio Ahumada, Alfonso López Trujillo, Bernardin Gantin, Antonio Innocenti e Antonio José González Zumárraga.

 Nell'omelia il Papa ha affermato che "Dio è la vera sapienza che non invecchia, è la ricchezza autentica che non marcisce, è la felicità a cui aspira in profondità il cuore di ogni uomo. Questa verità, che attraversa i Libri sapienziali e riemerge nel Nuovo Testamento, trova compimento nell'esistenza e nell'insegnamento di Gesù. Nella prospettiva della sapienza evangelica, la stessa morte è portatrice di un salutare ammaestramento, perché costringe a guardare in faccia la realtà; spinge a riconoscere la caducità di ciò che appare grande e forte agli occhi del mondo. Di fronte alla morte perde d'interesse ogni motivo di orgoglio umano e risalta invece ciò che vale sul serio".

 "Tutti in questo mondo siamo di passaggio, perché tutti siamo creature - ha detto il Santo Padre -. In una parola, nessuno di noi è Dio. Riconoscere questa nostra differenza da Lui è la prima condizione per essere con Lui e in Lui: è condizione persino per diventare come Lui, ma solo accogliendo la grazia di un suo libero dono".

 "Se Dio ci ha amato gratuitamente - ha spiegato - anche noi possiamo, e dunque dobbiamo lasciarci coinvolgere da questo movimento oblativo, e fare di noi stessi un dono gratuito per gli altri. In questo modo conosciamo Dio come siamo da Lui conosciuti (...) e passiamo dalla morte alla vita come Gesù Cristo, che ha sconfitto la morte con la sua risurrezione, grazie alla potenza gloriosa dell'amore del Padre celeste".

 "Questa Parola di vita e di speranza ci è di profondo conforto dinanzi al mistero della morte, specialmente quando colpisce le persone che a noi sono più care. Il Signore ci assicura quest'oggi che i nostri compianti Fratelli, per i quali particolarmente preghiamo in questa santa Messa, sono passati dalla morte alla vita perchè hanno scelto Cristo (...) e si sono consacrati al servizio dei fratelli. Perciò, se anche hanno da espiare la loro parte di pena dovuta all'umana fragilità, che tutti ci segna, aiutandoci a mantenerci umili, la fedeltà a Cristo permette loro di entrare nella libertà dei figli di Dio".

 "Preghiamo perché noi, pellegrini sulla terra, manteniamo sempre orientati gli occhi e il cuore verso la meta ultima a cui aneliamo, la casa del Padre, il Cielo".
HML/CARDINALI:VESCOVI DEFUNTI/...                                 VIS 20081103 (470)


PREGARE PER LE ANIME DEL PURGATORIO


CITTA' DEL VATICANO, 2 NOV. 2008 (VIS).- Oggi a mezzogiorno, il Papa si è affacciato alla finestra del suo studio privato, che da su Piazza San Pietro, per recitare l'Angelus insieme ai fedeli che lo accompagnavano.

 Nel giorno in cui la Chiesa commemora tutti i suoi fedeli defunti, il Santo Padre ha detto che "è molto importante che noi cristiani viviamo il rapporto con i defunti nella verità della fede, e guardiamo alla morte e all'aldilà nella luce della Rivelazione".

 "Anche oggi - ha sottolineato - è necessario evangelizzare la realtà della morte e della vita eterna, realtà particolarmente soggette a credenze superstiziose e a sincretismi, perché la verità cristiana non rischi di mischiarsi con mitologie di vario genere".

 Dopo aver ricordato le parole di Sant'Agostino, per cui "tutti vogliamo la 'vita beata', la felicità", Benedetto XVI ha affermato che "non sappiamo bene che cosa sia e come sia, ma ci sentiamo attratti verso di essa. È questa una speranza universale, comune agli uomini di tutti i tempi e di tutti i luoghi. L'espressione "vita eterna" vorrebbe dare un nome a questa attesa insopprimibile: non una successione senza fine, ma l'immergersi nell'oceano dell'infinito amore, nel quale il tempo, il prima e il dopo non esistono più. Una pienezza di vita e di gioia: è questo che speriamo e attendiamo dal nostro essere con Cristo".

 "Rinnoviamo quest'oggi la speranza della vita eterna fondata realmente nella morte e risurrezione di Cristo. (...) Tuttavia, la speranza cristiana - ha puntualizzato - non è soltanto individuale, ma anche speranza per gli altri. Le nostre esistenze sono profondamente legate le une alle altre e il bene e il male che ciascuno compie tocca sempre anche agli altri".

 Il Papa ha concluso affermando che "la preghiera di un'anima pellegrina nel mondo può aiutare un'altra anima che si sta purificando dopo la morte. Per questo, oggi la Chiesa ci invita e pregare per i nostri cari defunti e a far visita alle loro tombe nei cimiteri".

 Come di consueto, il Santo Padre è sceso nelle grotte vaticane per pregare in privato per i pontefici che vi sono sepolti e per tutti i defunti.
ANG/DEFUNTI/...                                                                 VIS 20081103 (360)


TUTTI I SANTI: DESIDERIO DI UNIRCI ALLA FAMIGLIA CELESTE


CITTA' DEL VATICANO, 1 NOV. 2008 (VIS).- Oggi, Solennità di Ognissanti, Benedetto XVI, prima di recitare l'Angelus con i pellegrini in Piazza San Pietro ha affermato che quando contempliamo lo spettacolo della santità "il mondo ci appare come un 'giardino' dove lo Spirito di Dio ha suscitato con mirabile fantasia una moltitudine di santi e sante, di ogni età e condizione sociale, di ogni lingua, popolo e cultura".

 "Ognuno di essi - ha continuato - è diverso dagli altri, con la singolarità della propria personalità umana e del proprio carisma spirituale, ma in tutti è impresso "il sigillo di Dio", cioè l'impronta del suo amore".

 Il Papa ha spiegato che la Solennità di Tutti i Santi "si è venuta affermando nel corso del primo millennio cristiano come celebrazione collettiva dei martiri (...). Questo martirio, peraltro, possiamo intenderlo in senso lato come amore per Cristo senza riserve, amore che si esprime nel dono totale di sé a Dio e ai fratelli. Questa meta spirituale, a cui tutti i battezzati sono protesi, si raggiunge seguendo la via delle 'beatitudini' evangeliche (...). E' la stessa via tracciata da Gesù e che i santi e le sante si sono sforzati di percorrere, pur consapevoli dei loro limiti umani. Nella loro esistenza terrena, infatti, sono stati poveri in spirito, addolorati per i peccati, miti, affamati e assetati di giustizia, misericordiosi, puri di cuore, operatori di pace, perseguitati per la giustizia. E Dio li ha resi partecipi della sua felicità (...). Sono ora consolati, (...) vedono Dio di cui sono figli. In una parola: "Di essi è il Regno dei Cieli".

 "In questo giorno (...) sentiamo accendersi nei nostri cuori il desiderio di unirci per sempre alla famiglia dei santi, di cui già ora abbiamo la grazia di far parte. Possa questa bella aspirazione ardere in tutti i cristiani, ed aiutarli a superare ogni difficoltà, ogni paura, ogni tribolazione", ha così concluso il Santo Padre.
ANG/TUTTI I SANTI/...                                                                 VIS 20081103 (320)


Copyright © VIS - Vatican Information Service