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venerdì 26 maggio 2006

SACERDOTI PROMOTORI INCONTRO DELL'UOMO CON DIO


CITTA' DEL VATICANO, 25 MAG. 2006 (VIS). Alle 12:30 di oggi il Papa ha incontrato il clero nella Cattedrale di San Giovanni di Varsavia.

All'inizio del suo discorso il Santo Padre ha ricordato il Servo di Dio, Cardinale Stefan Wyszynski, chiamato dai polacchi "il Primate del Millennio", "il quale, abbandonandosi a Cristo e alla sua Madre, seppe servire fedelmente la Chiesa pur in mezzo a prove dolorose e prolungate".

Esortando i presbiteri a credere "nella potenza del vostro sacerdozio", Benedetto XVI ha affermato: "Non lasciamoci prendere dalla fretta, quasi che il tempo dedicato a Cristo in silenziosa preghiera sia tempo perduto. (...) Non bisogna scoraggiarsi per il fatto che la preghiera esige uno sforzo, né per l'impressione che Gesù taccia. Egli tace ma opera".

"In un mondo in cui c'è tanto rumore, tanto smarrimento, c'è bisogno dell'adorazione silenziosa di Gesù nascosto nell'Ostia. Siate assidui nella preghiera di adorazione ed insegnatela ai fedeli. In essa troveranno conforto e luce soprattutto le persone provate".

"Dai sacerdoti i fedeli aspettano soltanto una cosa" - ha sottolineato il Santo Padre - "che siano degli specialisti nel promuovere l'incontro dell'uomo con Dio. Al sacerdote non si chiede di essere esperto in economia, in edilizia o in politica. Da lui ci si attende che sia esperto nella vita spirituale".

"Di fronte alle tentazioni del relativismo o del permissivismo, non è affatto necessario che il sacerdote conosca tutte le attuali mutevoli correnti di pensiero; ciò che i fedeli si attendono da lui è che sia testimone dell'eterna sapienza, contenuta nella parola rivelata. La sollecitudine per la qualità della preghiera personale e per una buona formazione teologica porta frutti nella vita".

Benedetto XVI ha ribadito ancora che "Cristo ha bisogno di sacerdoti che siano maturi, virili, capaci di coltivare un'autentica paternità spirituale".

Ricordando che Giovanni Paolo II "in occasione del Grande Giubileo ha più volte esortato i cristiani a far penitenza delle infedeltà passate", Benedetto XVI ha affermato: "Occorre perciò imparare a vivere con sincerità la penitenza cristiana. Praticandola, confessiamo i peccati individuali in unione con gli altri, davanti a loro e a Dio".

"Conviene tuttavia guardarsi dalla pretesa di impancarsi con arroganza a giudici delle generazioni precedenti, vissute in altri tempi e in altre circostanze. Occorre umile sincerità per non negare i peccati del passato, e tuttavia non indulgere a facili accuse in assenza di prove reali o ignorando le differenti pre-comprensioni di allora. (...) Chiedendo perdono del male commesso nel passato dobbiamo anche ricordare il bene compiuto con l'aiuto della grazia divina che, pur depositata in vasi di creta, ha portato frutti spesso eccellenti".

"Oggi la Chiesa in Polonia" - ha proseguito il Pontefice - "si trova dinanzi ad una grande sfida pastorale: quella di prendersi cura dei fedeli che hanno lasciato il Paese. La piaga della disoccupazione costringe numerose persone a partire verso l'estero. È un fenomeno diffuso su vasta scala. Quando le famiglie vengono in tal modo divise, quando si infrangono i legami sociali, la Chiesa non può rimanere indifferente".

"Servite tutti, siate accessibili nelle parrocchie e nei confessionali, accompagnate i nuovi movimenti e le associazioni, sostenete le famiglie, non trascurate il legame con i giovani, ricordatevi dei poveri e degli abbandonati", ha esortato il Papa al termine del suo discorso.

A conclusione dell'incontro, prima di uscire dalla Cattedrale, il Papa si è soffermato in preghiera davanti alle Cappelle dove si trovano le tombe di due Primati di Polonia, il Cardinale August Hlond (1881-1948) ed il Cardinale Stefan Wyszy?ski (1901-1981).
PV-POLONIA/INCONTRO CLERO/VARSAVIA VIS 20060526 (590)

ITINERARIO SULLE ORME DI GIOVANNI PAOLO II

CITTA' DEL VATICANO, 25 MAG. 2006 (VIS). Alle 8.50 di questa mattina il Santo Padre Benedetto XVI è partito dall'aeroporto romano di Fiumicino e dopo due ore di volo è atterrato all'aeroporto internazionale di Varsavia-Okocie. Hanno dato il benvenuto al Santo Padre il Presidente della Repubblica di Polonia Signor Lech Kaczynski e la Consorte, il Primate di Polonia, Cardinale Józef Glemp ed il Cardinale Stanislaw Dziwisz, Arcivescovo Metropolita di Cracovia.

Dopo il discorso del Presidente della Repubblica, Benedetto XVI ha ricordato, a sua volta, di essere venuto in Polonia "per seguire le orme" del Servo di Dio Giovanni Paolo II "lungo l'itinerario della sua vita, dalla fanciullezza fino alla partenza per il memorabile conclave del 1978". Il motto del Viaggio Apostolico "Rimanete forti nella fede" è desunto dalla Prima Lettera di San Paolo ai Corinzi.

Il Papa ha voluto precisare che "non si tratta semplicemente di un viaggio sentimentale, (...), ma di un itinerario di fede, iscritto nella missione affidatami dal Signore nella persona di Pietro Apostolo".

Ricordando il percorso del presente viaggio: Varsavia, Czestochowa, Wadowice, Kalwaria Zebrzydowska, Cracovia, il Santo Padre ha affermato: "Infine mi recherò ad Auschwitz. Lì spero di incontrare soprattutto i superstiti delle vittime del terrore nazista, provenienti da diverse nazioni, che hanno sofferto la tragica oppressione. Pregheremo tutti insieme affinché le piaghe del secolo scorso guariscano sotto la medicazione che il buon Dio ci indica chiamandoci al perdono reciproco, e ci offre nel mistero della sua misericordia".

A bordo dell'aereo diretto a Varsavia, il Papa aveva detto in proposito, ai giornalisti che facevano parte del Volo Papale, che quanto accaduto nei campi di sterminio di Auschwitz e Birkenau "fu tremendo".

Benedetto XVI ha affermato che visiterà i campi di sterminio "pensando ai tanti morti, ma anche per imparare com'è stato possibile che l'uomo sia caduto sotto la sua dignità calpestando gli altri".

"Speriamo" - ha concluso - "che proprio da Auschwitz nasca un nuovo senso di umanesimo e una visione dell'uomo come immagine di Dio. Speriamo che questo serva per impedire in futuro simili cose".

Al termine della cerimonia di benvenuto, il Santo Padre si è recato in auto panoramica alla Cattedrale di Varsavia, dedicata a San Giovanni, dove ha avuto luogo un incontro con il clero.
PV-POLONIA/ARRIVO/VARSAVIA VIS 20060526 (390)

COLTIVARE RICCA EREDITÀ FEDE TRASMESSA GENERAZIONI


CITTA' DEL VATICANO, 26 MAG. 2006 (VIS). Alle 9:15 di questa mattina il Santo Padre ha raggiunto, dalla Nunziatura Apostolica, in auto panoramica, la Piazza Pilsudski di Varsavia, conosciuta anche come Piazza della Vittoria, dove ha presieduto, davanti a 270.000 fedeli, la Celebrazione della Santa Messa votiva nello Spirito Santo. Nella medesima Piazza, Papa Giovanni Paolo II celebrò la Santa Messa nel suo primo Viaggio Apostolico in Polonia il 2 giugno 1979.

Con Benedetto XVI hanno concelebrato i Cardinali e Vescovi polacchi, i Vescovi presenti di altri Paesi e numerosissimi sacerdoti. Alla celebrazione hanno assistito, tra gli altri, il Presidente della Repubblica, Signor Lech Kaczynski ed altre Autorità politiche e civili del Paese.

Rivolgendosi ai presenti che assistevano sotto la pioggia, Benedetto XVI ha ricordato nell'omelia che in questa Piazza, "alla vigilia della Pentecoste, Giovanni Paolo II pronunciò le significative parole della preghiera: 'Discenda il tuo Spirito e rinnovi la faccia della terra'. Ed aggiunse: 'Di questa terra!'".

Il Papa ha invitato a rendere grazie a Dio per quanto si è realizzato in Polonia e nel mondo intero durante il Pontificato di Giovanni Paolo II ed ha detto: "Davanti ai nostri occhi sono avvenuti cambiamenti di interi sistemi politici, economici e sociali. La gente in diversi Paesi ha riacquistato la libertà e il senso della dignità".

Di fronte alle persone e agli ambienti che trascurando la Tradizione della Chiesa "vorrebbero falsificare la parola di Cristo e togliere dal Vangelo le verità, secondo loro, troppo scomode per l'uomo moderno", il Papa ha ribadito: "Ogni cristiano è tenuto a confrontare continuamente le proprie convinzioni con i dettami del Vangelo e della Tradizione della Chiesa nell'impegno di rimanere fedele alla parola di Cristo, anche quando essa è esigente e umanamente difficile da comprendere".

"Non dobbiamo cadere nella tentazione del relativismo" - ha proseguito il Pontefice - "o dell'interpretazione soggettivistica e selettiva delle Sacre Scritture. Solo la verità integra ci può aprire all'adesione a Cristo morto e risorto per la nostra salvezza".

Sottolineando che "La fede consiste in un intimo rapporto con Cristo", Benedetto XVI ha affermato che amare Cristo significa "fidarsi di Lui anche nell'ora della prova. (...) Affidandoci a Cristo non perdiamo niente, ma acquistiamo tutto. Nelle sue mani la nostra vita acquista il suo vero senso. (...) AmarLo significa restare in dialogo con Lui, per conoscere la sua volontà e realizzarla prontamente".

"Ma vivere la propria fede come rapporto d'amore con Cristo significa anche essere pronti a rinunciare a tutto ciò che costituisce la negazione del suo amore. (...) La fede in quanto adesione a Cristo si rivela come amore che spinge a promuovere il bene che il creatore ha inserito nella natura di ognuno e ognuna di noi, nella personalità di ogni altro uomo e in tutto ciò che esiste nel mondo".

Il Papa ha concluso l'omelia ricordando che 27 anni fa, in questo luogo, "Giovanni Paolo II disse: 'La Polonia è divenuta ai nostri tempi terra di testimonianza particolarmente responsabile'. Vi prego, coltivate questa ricca eredità di fede a voi trasmessa dalle generazioni precedenti, l'eredità del pensiero e del servizio di quel grande Polacco che fu Papa Giovanni Paolo II. Rimanete forti nella fede, tramandatela ai vostri figli, testimoniate la grazia che avete sperimentato in modo così abbondante attraverso lo Spirito Santo nella vostra storia".

Al termine della Santa Messa il Papa è rientrato alla Nunziatura Apostolica dove ha consumato la seconda colazione con i membri del Seguito Papale.

Nel primo pomeriggio Benedetto XVI partirà in elicottero alla volta di Czestochowa, dove compirà una visita al Santuario Mariano più famoso della Polonia. Qui incontrerà i religiosi, le religiose, i seminaristi e i rappresentanti dei movimenti e della vita consacrata. Terminato l'incontro il Papa ripartirà per Cracovia, dove sarà ospite nel Palazzo Arcivescovile.
PV-POLONIA/MESSA/VARSAVIA VIS 20060526 (630)

CARITÀ E FAMIGLIA: CARDINI COLLABORAZIONE ECUMENICA


CITTA' DEL VATICANO, 25 MAG. 2006 (VIS). Nel pomeriggio di oggi, alle 17:30, il Santo Padre Benedetto XVI si è recato al Palazzo Presidenziale di Varsavia per una visita di cortesia al Presidente della Repubblica Polacca, Signor Lech Kaczynski, e al termine del colloquio ha anche salutato il Primo Ministro e i due Presidenti del Parlamento Polacco.

Successivamente il Papa ha raggiunto in auto la Chiesa Luterana della Santissima Trinità dove ha incontrato i Rappresentanti delle sette chiese riunite nel Consiglio Ecumenico Polacco (PRE), (Chiesa Evangelico-Asburgica, Evangelica Metodista, Cristiana Battista, Vetero-Cattolica dei Mariaviti, Ortodossa Autocefala Polacca, Evangelica Riformata e Polacco-Cattolica). Il PRE intrattiene dal 1970 un dialogo teologico con la Chiesa Cattolica ed i suoi membri hanno avuto occasione di incontrare Giovanni Paolo II durante le sue visite pastorali in Polonia.

La Chiesa Luterana della Santissima Trinità ha accolto in passato numerosi incontri ecumenici. Giovanni Paolo II ha qui presieduto la preghiera per l'unità dei cristiani il 9 giugno 1991.

Benedetto XVI ha ringraziato i presenti per "il dono di questo incontro di comune preghiera. Vedo in esso" - ha detto - "una delle tappe per realizzare il fermo proposito che ho fatto all'inizio del mio pontificato, quello di considerare una priorità del mio ministero la restituzione della piena e visibile unità tra i cristiani".

Riferendosi poi alla "responsabilità" che comporta annunciare il messaggio di Cristo che "deve giungere ad ogni uomo sulla terra, grazie all'impegno di coloro che credono in Lui e che sono chiamati a testimoniare che Lui è veramente mandato dal Padre", il Santo Padre ha ribadito che: "Compito dei discepoli di Cristo, compito di ciascuno di noi, è dunque quello di tendere ad una tale unità, così da diventare, come cristiani, segno visibile del suo messaggio salvifico, indirizzato ad ogni essere umano".

Il Papa ha ricordato le parole pronunciate da Giovanni Paolo II all'incontro ecumenico avvenuto nella stessa Chiesa: "'La sfida che si pone è di superare a poco a poco gli ostacoli (...) e crescere insieme in quella unità di Cristo che è una sola (...). La serietà del compito vieta ogni precipitazione o impazienza, ma il dovere di rispondere alla volontà di Cristo esige che restiamo saldi sulla via verso la pace e l'unità tra tutti i cristiani'".

"Da quell'incontro molto è cambiato. Dio ci ha concesso di fare molti passi verso la reciproca comprensione e l'avvicinamento", ha osservato Benedetto XVI citando in proposito "la pubblicazione dell'Enciclica 'Ut unum sint', le concordanze cristologiche con le Chiese precalcedoniane; la sottoscrizione ad Augsburg della 'Dichiarazione comune sulla dottrina della giustificazione' (...) la memoria ecumenica dei testimoni della fede del XX secolo; la ripresa del dialogo cattolico-ortodosso a livello mondiale", oltre che le importanti iniziative ecumeniche in Polonia.

"Notiamo molti progressi nel campo dell'ecumenismo" - ha sottolineato il Pontefice - "e tuttavia attendiamo sempre ancora qualcosa di più". Il Papa ha citato in merito due questioni: il servizio caritativo delle Chiese e la vita coniugale e familiare.

"Non possiamo dimenticare" - ha affermato il Papa, citando l'Enciclica "Deus caritas est" - "l'idea essenziale che fin dall'inizio costituì il fondamento molto forte dell'unità dei discepoli: 'all'interno della comunità dei credenti non deve esservi una forma di povertà tale che a qualcuno siano negati i beni necessari per una vita dignitosa'. Questa idea è sempre attuale (...) l'accettare le sfide caritative contemporanee dipende in grande misura dalla nostra reciproca collaborazione. (...) Noto con apprezzamento che nella comunità della Chiesa cattolica e nelle altre Chiese e Comunità ecclesiali si sono diffuse diverse nuove forme di attività caritative e ne sono riapparse di antiche con slancio rinnovato. Sono forme che spesso uniscono l'evangelizzazione e le opere di carità. Sembra che, nonostante tutte le differenze che vanno superate nell'ambito del dialogo interconfessionale, sia legittimo attribuire l'impegno caritativo alla comunità ecumenica dei discepoli di Cristo nella ricerca di una piena unità. Tutti possiamo inserirci nella collaborazione a favore dei bisognosi, sfruttando questa rete di reciproche relazioni, frutto del dialogo tra noi e dell'azione comune".

Riguardo alla seconda questione, il Papa ha ricordato che: "Sappiamo che tra le comunità cristiane, chiamate a testimoniare l'amore, la famiglia occupa un posto particolare. Nel mondo di oggi, nel quale si stanno moltiplicando relazioni internazionali ed interculturali, sempre più spesso si decidono a fondare una famiglia giovani provenienti da diverse tradizioni, da diverse religioni, da diverse confessioni cristiane. Più volte, per i giovani stessi e per i loro cari, è una decisione difficile che comporta vari pericoli riguardanti sia la perseveranza nella fede sia la costruzione futura dell'ordine familiare, come anche la creazione di un clima di unità della famiglia (...). Tuttavia, proprio grazie alla diffusione su una più vasta scala del dialogo ecumenico, la decisione può dare origine al formarsi di un laboratorio pratico di unità".

Il Santo Padre ha infine espresso apprezzamento alla Commissione Bilaterale del Consiglio per le Questioni dell'Ecumenismo della Conferenza Episcopale Polacca e del Consiglio Ecumenico Polacco "che hanno avviato la elaborazione di un documento in cui viene presentata la comune dottrina cristiana sul matrimonio e sulla famiglia e vengono stabiliti principi, accettabili per tutti, per contrarre matrimoni interconfessionali, indicando un comune programma di sollecitudine pastorale per tali matrimoni".
PV-POLONIA/INCONTRO ECUMENICO/VARSAVIA VIS 20060526 (860)
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