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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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lunedì 25 febbraio 2008

UDIENZE

CITTA' DEL VATICANO, 25 FEB. 2008 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienze separate:

- L'Arcivescovo Giuseppe Pinto, Nunzio Apostolico in Cile.

- Cinque Presuli della Conferenza Episcopale di El Salvador, in "Visita "ad Limina Apostolorum":

    - L'Arcivescovo Fernando Sáenz Lacalle, di San Salvador con l'Ausiliare Vescovo Gregorio Rosa Chávez.

- Il Vescovo Luis Morao Andreazza, O.F.M., di Chalatenango.

-    Il Vescovo Miguel Angel Moran Equino, di San Miguel.

-    Il Vescovo Romeo Tovar Astorga, O.F.M., di Santa Ana, con l'Ausiliare eletto Vescovo José Elias Rauda Gutiérrez, O.F.M.
AP:AL/.../...                                       VIS 20080225 (100)


FERMA E COSTANTE CONDANNA OGNI FORMA EUTANASIA DIRETTA

CITTA' DEL VATICANO, 25 FEB. 2008 (VIS). Questa mattina il Santo Padre ha ricevuto i partecipanti al Congresso, indetto dalla Pontificia Accademia per la Vita, in occasione della XIV Assemblea Generale, in corso in questi giorni in Vaticano, sul tema "Accanto al malato inguaribile e al morente: orientamenti etici ed operativi".

  "Con la morte" - ha affermato il Papa - "si conclude l'esperienza terrena, ma attraverso la morte si apre anche, per ciascuno di noi, al di là del tempo, la vita piena e definitiva (...). Per la comunità dei credenti, questo incontro del morente con la Sorgente della Vita e dell'Amore rappresenta un dono che ha valore per tutti, che arricchisce la comunione di tutti i fedeli. Come tale, esso deve raccogliere l'attenzione e la partecipazione della comunità, non soltanto della famiglia dei parenti stretti, ma, nei limiti e nelle forme possibili, di tutta la comunità che è stata legata alla persona che muore. Nessun credente dovrebbe morire nella solitudine e nell'abbandono".

  "In realtà" - ha ribadito il Pontefice -  "tutta la società mediante le sue istituzioni sanitarie e civili è chiamata a rispettare la vita e la dignità del malato grave e del morente. Pur nella consapevolezza del fatto che 'non è la scienza che redime gli uomini' (Benedetto XVI, 'Spe salvi', 26), la società intera e in particolare i settori legati alla scienza medica sono tenuti ad esprimere la solidarietà dell'amore, la salvaguardia e il rispetto della vita umana in ogni momento del suo sviluppo terreno, soprattutto quando essa patisce una condizione di malattia o è nella sua fase terminale".

  "Più in concreto, si tratta di assicurare ad ogni persona che ne avesse bisogno il sostegno necessario attraverso terapie e interventi medici adeguati, individuati e gestiti secondo i criteri della proporzionalità medica, sempre tenendo conto del dovere morale di somministrare (da parte del medico) e di accogliere (da parte del paziente) quei mezzi di preservazione della vita che, nella situazione concreta, risultino 'ordinari'".

  "Per quanto riguarda, invece, le terapie significativamente rischiose o che fossero prudentemente da giudicare 'straordinarie', il ricorso ad esse sarà da considerare moralmente lecito ma facoltativo. Inoltre, occorrerà sempre assicurare ad ogni persona le cure necessarie e dovute, nonché il sostegno alle famiglie più provate dalla malattia di uno dei loro componenti, soprattutto se grave e prolungata".

  "Anche sul versante della regolamentazione del lavoro, solitamente si riconoscono dei diritti specifici ai familiari al momento di una nascita;" - ha detto ancora il Papa - "in maniera analoga, e specialmente in certe circostanze, diritti simili dovrebbero essere riconosciuti ai parenti stretti al momento della malattia terminale di un loro congiunto. (...) Un più grande rispetto della vita umana individuale passa inevitabilmente attraverso la solidarietà concreta di tutti e di ciascuno, costituendo una delle sfide più urgenti del nostro tempo".

  "Sempre più si trovano nelle grandi città" - ha ricordato il Pontefice - "persone anziane e sole, anche nei momenti di malattia grave e in prossimità della morte. In tali situazioni, le spinte eutanasiche diventano pressanti, soprattutto quando si insinui una visione utilitaristica nei confronti della persona. A questo proposito, colgo l'occasione per ribadire, ancora una volta, la ferma e costante condanna etica di ogni forma di eutanasia diretta, secondo il plurisecolare insegnamento della Chiesa".

  "Lo sforzo sinergico della società civile e della comunità dei credenti deve mirare a far sì che tutti possano non solo vivere dignitosamente e responsabilmente, ma anche attraversare il momento della prova e della morte nella migliore condizione di fraternità e di solidarietà, anche là dove la morte avviene in una famiglia povera o nel letto di un ospedale".

  "La società" - ha ribadito infine il Papa - "non può mancare di assicurare il debito sostegno alle famiglie che intendono impegnarsi ad accudire in casa, per periodi talora lunghi, malati afflitti da patologie degenerative (tumorali, neurodegenerative, ecc.) o bisognosi di un'assistenza particolarmente impegnativa (...) E' soprattutto in questi campi che la sinergia tra la Chiesa e le Istituzioni può rivelarsi singolarmente preziosa per assicurare l'aiuto necessario alla vita umana nel momento della fragilità".
AC/.../PONTIFICIA ACCADEMIA VITA                       VIS 20080225 (680)


APRIRE CUORE ASCOLTO FIDUCIOSO PAROLA DI DIO

CITTA' DEL VATICANO, 24 FEB. 2008 (VIS). A mezzogiorno, di ritorno dalla visita pastorale alla parrocchia romana di Santa Maria Liberatrice a Testaccio, il Papa si è affacciato alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano, per recitare l'Angelus con le migliaia di fedeli convenuti in Piazza San Pietro per il consueto appuntamento domenicale.

  "In questa terza Domenica di Quaresima" - ha detto il Papa - "la liturgia ripropone quest'anno uno dei testi più belli e profondi della Bibbia: il dialogo tra Gesù e la Samaritana".

  Nel dialogo con la Samaritana "Gesù parlò di una 'acqua viva' capace di estinguere la sete e diventare in lei 'sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna'; dimostrò inoltre di conoscere la sua vita personale; rivelò che era giunta l'ora di adorare l'unico vero Dio in spirito e verità; e infine le confidò - cosa rarissima - di essere il Messia".

  "Il tema della sete" - ha commentato il Pontefice - "attraversa tutto il Vangelo di Giovanni: dall'incontro con la Samaritana, alla grande profezia durante la festa delle Capanne (Gv 7,37-38), fino alla Croce, quando Gesù, prima di morire, disse per adempiere la Scrittura: 'Ho sete' (Gv 19,28). La sete di Cristo è una porta di accesso al mistero di Dio, che si è fatto assetato per dissetarci, così come si è fatto povero per arricchirci (cfr 2 Cor 8,9). Sì, Dio ha sete della nostra fede e del nostro amore. Come un padre buono e misericordioso desidera per noi tutto il bene possibile e questo bene è Lui stesso".

  "La donna di Samaria" - ha proseguito Papa Benedetto XVI - "invece rappresenta l'insoddisfazione esistenziale di chi non ha trovato ciò che cerca: ha avuto 'cinque mariti' ed ora convive con un altro uomo; il suo andare e venire dal pozzo per prendere acqua esprime un vivere ripetitivo e rassegnato. Tutto però cambiò per lei quel giorno, grazie al colloquio con il Signore Gesù, che la sconvolse a tal punto da indurla a lasciare la brocca dell'acqua e a correre per dire alla gente del villaggio: 'Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia forse il Messia?' (Gv 4,28-29)".

  "Cari fratelli e sorelle" - ha concluso il Papa - "anche noi apriamo il cuore all'ascolto fiducioso della parola di Dio per incontrare, come la Samaritana, Gesù che ci rivela il suo amore e ci dice: il Messia, il tuo salvatore 'sono io, che ti parlo' (Gv 4,26). Ci ottenga questo dono Maria, prima e perfetta discepola del Verbo fatto carne".

 Al termine della recita dell'Angelus il Papa ha ricordato le "Recenti inondazioni" che "hanno devastato ampie zone costiere dell'Ecuador, provocando gravissimi danni, che si aggiungono a quelli già causati dall'eruzione del vulcano Tungurahua" ed ha detto: "Mentre affido al Signore le vittime di tale calamità, esprimo la mia personale vicinanza a quanti stanno vivendo ore di angoscia e di tribolazione e invito tutti ad una fraterna solidarietà, affinché le popolazioni di quelle zone possano ritornare, quanto prima, alla normalità della vita quotidiana".
ANG/SAMARITANA:ECUADOR/...                       VIS 20080225 (510)


IN OGNI PERSONA INNATO BISOGNO DI DIO E DELLA SUA SALVEZZA

CITTA' DEL VATICANO, 24 FEB. 2008 (VIS). Questa mattina il Santo Padre Benedetto XVI si è recato in visita pastorale alla Parrocchia di Santa Maria Liberatrice a Testaccio, nel settore centro della diocesi di Roma, dove, al termine della Santa Messa, ha incontrato i membri del Consiglio Pastorale Parrocchiale, i Religiosi e le Religiose.

  Ricordando nell'omelia che quest'anno ricorre "il centenario della consacrazione dell'attuale chiesa", il Santo Padre, commentando la liturgia di questa Terza Domenica di Quaresima, dedicata al simbolismo dell'acqua, ha ribadito: "Dio ha sete della nostra fede e vuole che troviamo in Lui la fonte della nostra autentica felicità. Il rischio di ogni credente è quello di praticare una religiosità non autentica, di cercare la risposta alle attese più intime del cuore non in Dio, di utilizzare anzi Iddio come se fosse al servizio dei nostri desideri e progetti".

  "Nella prima lettura" - ha proseguito il Pontefice - "vediamo il popolo ebreo che soffre nel deserto per mancanza di acqua, e, preso dallo scoraggiamento, come in altre circostanze, si lamenta e reagisce in modo violento. (...) Il popolo esige da Dio che venga incontro alle proprie attese ed esigenze, piuttosto che abbandonarsi fiducioso nelle sue mani, e nella prova perde la fiducia in Lui".

  "Quante volte questo avviene anche nella nostra vita;" - ha sottolineato il Papa - "in quante circostanze, piuttosto che conformarci docilmente alla volontà divina, vorremmo che Iddio realizzasse i nostri disegni ed esaudisse ogni nostra attesa; in quante occasioni la nostra fede si manifesta fragile, la nostra fiducia debole, la nostra religiosità contaminata da elementi magici e meramente terreni".

  "In questo tempo quaresimale, mentre la Chiesa ci invita a percorrere un itinerario di vera conversione, accogliamo con umile docilità l'ammonimento del Salmo responsoriale: 'Ascoltate oggi la sua voce: 'Non indurite il cuore, come a Meriba, come nel giorno di Massa nel deserto, dove mi tentarono i vostri padri: mi misero alla prova, pur avendo visto le mie opere"'".

  Commentando la pagina Evangelica dell'incontro di Gesù con la Samaritana a Sicar, presso il pozzo di Giacobbe, Papa Benedetto XVI ha posto in rilievo che "il simbolismo dell'acqua ritorna con grande eloquenza" in questa celebre pagina evangelica e "a un certo punto, è la donna stessa a chiedere dell'acqua a Gesù (cfr Gv 4,15), manifestando così che in ogni persona c'è un innato bisogno di Dio e della salvezza che solo Lui può colmare".

  "Gesù vuole portarci, come la Samaritana" - ha detto ancora il Papa - "a professare la nostra fede in Lui con forza perché possiamo poi annunciare e testimoniare ai nostri fratelli la gioia dell'incontro con Lui e le meraviglie che il suo amore compie nella nostra esistenza".

  "La liturgia ci stimola quest'oggi, tenendo conto anche del tempo quaresimale che stiamo vivendo, a rivedere il nostro rapporto con Gesù, a cercare il suo volto senza stancarci. E questo è indispensabile perché voi, cari amici, possiate continuare, nel nuovo contesto culturale e sociale, l'opera di evangelizzazione e di educazione umana e cristiana svolta da più di un secolo da questa parrocchia".

  "Aprite sempre più il cuore ad una azione pastorale missionaria" - ha aggiunto il Pontefice - "che spinga ogni cristiano ad incontrare le persone - in particolare i giovani e le famiglie - là dove vivono, lavorano, trascorrono il tempo libero, per annunciare loro l'amore misericordioso di Dio. (...) Vi incoraggio poi a perseverare" - ha concluso il Papa - "nell'impegno educativo, che costituisce il carisma tipico di ogni parrocchia salesiana".

  Nel corso dell'incontro che si è tenuto al termine della Santa Messa, al quale hanno partecipato diverse famiglie, il Papa si è soffermato sull'episodio evangelico della Samaritana che "può apparire" - ha detto - "come una rappresentante dell'uomo moderno, della vita moderna. Ha avuto cinque mariti e convive con un altro uomo. Faceva ampio uso della sua libertà e tuttavia non diventava più libera, anzi diventava più vuota. Ma vediamo anche che in questa donna era vivo un grande desiderio di trovare la vera felicità, la vera gioia. (...) In questo senso voglio incoraggiarvi ad andare avanti con il vostro impegno pastorale e missionario, con il vostro dinamismo per aiutare le persone di oggi a trovare la vera libertà e la vera gioia".

  Infine, al termine della visita, un parrocchiano ha dedicato al Pontefice una poesia in romanesco, ed il Papa ha detto: "Purtroppo non parlo romanesco, ma come cattolici siamo tutti un po' romani e portiamo Roma nel nostro cuore, dunque comprendiamo un po' del dialetto romanesco".
HML/.../SANTA MARIA LIBERATRICE                       VIS 20080225 (710)


ALTRI ATTI PONTIFICI

CITTA' DEL VATICANO, 23 FEB. 2008 (VIS).  Il Santo Padre:

- Ha nominato il Vescovo Francesco Montenegro, finora Ausiliare di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela (Italia), Arcivescovo Metropolita di Agrigento (superficie: 3.041; popolazione: 461.000, cattolici: 449.000; sacerdoti: 286; religiosi: 502; diaconi permanenti: 34), Italia. L'Arcivescovo eletto è nato a Messina (Italia), nel 1946, ha ricevuto l'ordinazione presbiterale nel 1969 e la consacrazione episcopale nel 2000. Succede all'Arcivescovo Carmelo Ferraro, del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima Arcidiocesi Metropolitana, presentata per raggiunti limiti d'età..

- Ha nominato il Vescovo Marcelino Hernández Rodríguez, finora Ausiliare dell'Arcidiocesi di México (Messico), Vescovo di Orizaba (superficie. 2.012; popolazione: 551.010; cattolici: 498.648; sacerdoti: 73; religiosi: 188), Messico.
NER:RE/.../...                                       VIS 20080225 (130)


ANCHE NEL NOSTRO TEMPO EDUCARE AL BENE È POSSIBILE


CITTA' DEL VATICANO, 23 FEB. 2008 (VIS). Questa mattina in Piazza San Pietro, il Santo Padre Benedetto XVI ha presentato e consegnato alle famiglie, ai professori, agli animatori e agli educatori la "Lettera sul compito urgente dell'educazione", (21 gennaio), indirizzata alla Diocesi di Roma. 

  "Educare non è mai stato facile" - ha detto il Santo Padre - "e oggi sembra diventare sempre più difficile: perciò non pochi genitori e insegnanti sono tentati di rinunciare al proprio compito, e non riescono più nemmeno a comprendere quale sia, veramente, la missione loro affidata. Troppe incertezze e troppi dubbi, infatti, circolano nella nostra società e nella nostra cultura, troppe immagini distorte sono veicolate dai mezzi di comunicazione sociale. (...) Siamo qui oggi, però, anche e soprattutto perché ci sentiamo sostenuti da una grande speranza e da una forte fiducia (...). Perciò anche nel nostro tempo educare al bene è possibile, (...) è un'impresa comune alla quale ciascuno è chiamato a recare il proprio contributo".

  Rivolgendosi ai genitori, ai professori, ai sacerdoti e ai catechisti, il Papa ha voluto incoraggiarli "ad assumere con gioia le responsabilità che il Signore vi affida, affinché la grande eredità di fede e di cultura, che è la ricchezza più vera di questa nostra amata città, non vada smarrita nel passaggio dall'una all'altra generazione, ma al contrario si rinnovi, si irrobustisca, sia di guida e di stimolo nel nostro cammino verso il futuro".

  "In questo spirito mi rivolgo a voi, cari genitori" - ha proseguito il Pontefice - "per chiedervi anzitutto di rimanere saldi, per sempre, nel vostro reciproco amore" e di dare "coerente testimonianza di vita (...) per temprare il carattere delle nuove generazioni, aiutandole a distinguere con chiarezza il bene dal male ed a costruirsi a loro volta delle solide regole di vita, che le sostengano nelle prove future. Così farete ricchi i vostri figli dell'eredità più preziosa e duratura, che consiste nell'esempio di una fede quotidianamente vissuta".

  "Il vostro compito, perciò" - ha detto ancora il Papa rivolgendosi ai professori - "non può limitarsi a fornire delle nozioni e delle informazioni, lasciando da parte la grande domanda riguardo alla verità, soprattutto a quella verità che può essere di guida nella vita. (...) A voi, in stretta sintonia con i genitori, è affidata la nobile arte della formazione della persona".

  Rivolgendo parole di esortazione ai sacerdoti, ai religiosi, alle religiose ed ai catechisti della parrocchie romane, il Santo Padre ha detto: "Siate dunque quegli amici affidabili nei quali essi possano toccare con mano l'amicizia di Gesù per loro, e al tempo stesso siate i testimoni sinceri e coraggiosi di quella verità che rende liberi e che indica alle nuove generazioni la via che conduce alla vita".

  Ribadendo che l'educazione "non è soltanto opera degli educatori", il Papa ha ricordato ai fanciulli, agli adolescenti e ai giovani che essi sono chiamati "ad essere gli artefici della vostra crescita morale, culturale e spirituale. Sta a voi, dunque, accogliere liberamente nel cuore, nell'intelligenza e nella vita il patrimonio di verità, di bontà e di bellezza che si è formato attraverso i secoli e che ha in Gesù Cristo la sua pietra angolare".

  "Sta a voi rinnovare e sviluppare ulteriormente questo patrimonio, liberandolo dalle tante menzogne e brutture che spesso lo rendono irriconoscibile e provocano in voi diffidenza e delusione. Sappiate comunque che in questo non facile cammino non siete mai soli: vi sono vicini non soltanto i vostri genitori, insegnanti, sacerdoti, amici e formatori, ma soprattutto quel Dio che ci ha creato e che è l'ospite segreto dei nostri cuori. (...) Egli è la vera speranza e il fondamento solido della nostra vita. Di Lui, anzitutto, ci possiamo fidare".
AC/EDUCAZIONE/DIOCESI ROMA                       VIS 20080225 (620)


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