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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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sabato 24 marzo 2012

ALTRI ATTI PONTIFICI

Città del Vaticano, 24 marzo 2012 (VIS). Il Santo Padre ha nominato:

- L'Arcivescovo Santo Gangemi, Nunzio Apostolico in Papua Nuova Guinea, attualmente Nunzio Apostolico nelle Isole Salomone.

- Il Monsignore Wieslaw Smigiel, Vescovo Ausiliare di Pelplin (superficie: 12.890; popolazione: 780.000; cattolici: 730.000; sacerdoti: 569; religiosi: 292; diaconi permanenti: 1), Polonia. Il Vescovo eletto è nato nel 1969 a Swiec nad Wisla (Polonia) ed è stato ordinato sacerdote nel 1994. Dal 1994 al 1996 è stato viceparroco nella Parrocchia della Santissima Trinità a Koscierzyna e per due anni segretario e cappellano del Vescovo di Pelplin. Dal 2001 è docente di Teologia Pastorale nel Seminario maggiore di Pelplin. Nel 2006 è stato nominato Professore aggiunto in Teologia Pastorale nella Università Cattolica di Lublino. È stato finora Preside della Cattedra di Teologia Pastorale nella Università Cattolica di Lublino "Giovanni Paolo II" e consultore della Commissione per la pastorale della Conferenza Episcopale Polacca.

VIDEOMESSAGGIO DEL PAPA ALLA CHIESA DI FRANCIA CHE COMMEMORA 50° ANNIVERSARIO CONCILIO VATICANO II

Città del Vaticano, 24 marzo 2012 (VIS). Dal 24 al 25 marzo, la Conferenza Episcopale francese ha promosso a Lourdes un incontro sul tema "Joie et espérance". 50 ans après le Concile Vatican II, al quale partecipano i Vescovi francesi, oltre 2.500 laici, religiosi e sacerdoti da tutte le diocesi della Francia. Il Santo Padre Benedetto XVI ha fatto pervenire un videomessaggio, proiettato questa mattina in apertura dell'incontro, di cui riportiamo ampi estratti.

"Il Concilio Vaticano II è stato ed è autentico segno di Dio per i nostri tempi. Se sappiamo leggerlo e accoglierlo all'interno della Tradizione della Chiesa e sotto le guida sicura del Magistero, esso diverrà sempre più una grande forza per il futuro della Chiesa. Auspico vivamente che questo anniversario sia per voi e per tutta la Chiesa che è in Francia, occasione di un rinnovamento spirituale e pastorale".

"Tale rinnovamento, che si colloca nella continuità, assume molteplici forme e l'anno della fede, che ho voluto proporre a tutta la Chiesa in questa occasione, deve permettere di rendere la nostra fede più consapevole e di ravvivare la nostra adesione al Vangelo, per cui è necessaria un'apertura sempre più grande alla persona di Cristo, ritrovando in particolare il gusto della Parola di Dio, per realizzare una conversione profonda del nostro cuore e per recarci per le vie del mondo a proclamare il Vangelo della speranza agli uomini e alle donne del nostro tempo, in un dialogo rispettoso con tutti. Che questo tempo di grazia permetta di consolidare la comunione all'interno della grande famiglia che è la Chiesa cattolica e contribuisca a ripristinare l'unità fra tutti i cristiani, ciò che fu uno degli obiettivi principali del Concilio".

"Il rinnovamento della Chiesa passa anche attraverso la testimonianza offerta dalla vita degli stessi cristiani affinché risplenda la Parola di verità che il Signore ci ha lasciato. Cari amici, frequentando i testimoni della fede, come Santa Bernadette, l'umile veggente di Lorudes, Pauline Jaricot che ha suscitato nella Chiesa un nuovo slancio missionario e tante altre sante, che sono fiorite in terra di Francia, la vostra conoscenza di Cristo sarà sempre più grande. (...) Santa Giovanna d'Arco, di cui celebriamo questo anno il sesto centenario della nascita è un esempio luminoso, che ha voluto portare il Vangelo al cuore delle realtà più drammatiche della storia e della Chiesa del suo tempo".

BENEDETTO XVI IN MESSICO, PELLEGRINO DI FEDE, SPERANZA E CARITÀ


Città del Vaticano, 24 marzo 2012 (VIS). Alle 16:30 di ieri pomeriggio (23,30 ora italiana) il Santo Padre Benedetto XVI è arrivato all'aeroporto internazionale di Guanajuato, a León, dove è stato accolto dal Presidente Federale del Messico, Signor Felipe de Jesus Calderón Hinojosa e dall'Arcivescovo di León, Monsignor José Guadalupe Martín Rábago. Erano presenti diverse autorità civili, il corpo diplomatico, alcuni vescovi messicani, e circa 3.500 fedeli, un coro ed un gruppo di "mariachi" che hanno cantato per il Papa.

Dopo il saluto alla bandiera e l'esecuzione dell'inno nazionale dello Stato della Città del Vaticano e del Messico e dopo il discorso del Presidente Federale, il Santo Padre ha pronunciato il suo primo discorso in terra messicana.

"Sono molto felice di essere qui - ha detto il Papa - e rendo grazie a Dio per avermi concesso di realizzare il desiderio, presente nel mio cuore da molto tempo, di poter confermare nella fede il Popolo di Dio di questa grande Nazione nella sua propria terra. È proverbiale il fervore del popolo messicano verso il Successore di Pietro, che lo ha sempre molto presente nella sua preghiera. Lo dico in questo luogo, considerato il centro geografico del suo territorio, nel quale desiderò venire, sin dal suo primo viaggio, il mio venerato Predecessore, il beato Giovanni Paolo II. Non potendolo fare, lasciò in quella occasione un messaggio di incoraggiamento e benedizione quando sorvolava il suo spazio aereo. Oggi sono felice di farmi eco delle sue parole, proprio in questo luogo e tra di voi: Sono grato – diceva nel suo messaggio – per l’affetto verso il Papa e la fedeltà al Signore dei fedeli del Bajío e di Guanajuato. Che Dio li accompagni sempre".

"Con questa breve visita - ha proseguito Benedetto XVI - desidero stringere la mano di tutti i messicani e raggiungere le nazioni e i popoli latinoamericani, ben rappresentati qui da tanti Vescovi, proprio in questo luogo nel quale il maestoso monumento a Cristo Re, nel “Cerro del Cubilete”, manifesta il radicamento della fede cattolica tra i messicani, che si mettono sotto la sua costante benedizione in tutte le loro vicissitudini".

"Il Messico, e la maggior parte delle popolazioni latinoamericane, hanno commemorato il bicentenario della propria indipendenza, o lo stanno facendo in questi anni. Molte sono state le celebrazioni religiose per rendere grazie a Dio di questo momento così importante e significativo. E in esse, come si è fatto nella Santa Messa nella Basilica di San Pietro a Roma, nella Solennità di Nostra Signora di Guadalupe, si è invocata con fervore Maria Santissima, che fece vedere con dolcezza come il Signore ama tutti e si consegnò per tutti, senza distinzioni. La Nostra Madre del cielo ha continuato a vegliare sulla fede dei suoi figli anche nella formazione di queste nazioni, e continua a farlo oggi dinanzi alle nuove sfide che si presentano loro".

"Giungo come pellegrino della fede, della speranza e della carità. Desidero confermare nella fede i credenti in Cristo, consolidarli in essa e incoraggiarli a rivitalizzarla con l’ascolto della Parola di Dio, i Sacramenti e la coerenza di vita. Così potranno condividerla con gli altri, come missionari tra i propri fratelli, ed essere fermento nella società, contribuendo a una convivenza rispettosa e pacifica, basata sulla incomparabile dignità di ogni persona umana, creata da Dio, e che nessun potere ha il diritto di dimenticare o disprezzare. Questa dignità si manifesta in modo eminente nel diritto fondamentale alla libertà religiosa, nel suo genuino significato e nella sua piena integrità".

"Come pellegrino della speranza, vi dico con San Paolo: 'Non siate tristi come gli altri che non hanno speranza'. La fede in Dio offre la certezza di incontrarlo, di ricevere la sua Grazia, e su questo si basa la speranza di chi crede. Sapendo ciò, il credente si sforza di trasformare anche le strutture e gli avvenimenti presenti poco piacevoli, che sembrano immutabili e insuperabili, aiutando chi nella vita non trova né senso, né avvenire. Sì, la speranza cambia l’esistenza concreta di ogni uomo e di ogni donna in maniera reale. (...) Inoltre, quando si radica in un popolo, quando viene condivisa, essa si diffonde come la luce che disperde le tenebre che offuscano e attanagliano. Questo Paese, questo Continente, sono chiamati a vivere la speranza in Dio come una convinzione profonda, trasformandola in un atteggiamento del cuore e in un impegno concreto di camminare uniti verso un mondo migliore".

"Insieme alla fede e alla speranza, il credente in Cristo, e la Chiesa nel suo insieme, vivono e praticano la carità come elemento essenziale della loro missione. Nella sua accezione primaria, la carità 'è anzitutto e semplicemente la risposta a una necessità immediata in una determinata situazione', come è soccorrere coloro che patiscono la fame, sono privi di dimora, sono infermi o bisognosi in qualche aspetto della loro esistenza. Nessuno rimane escluso per la sua origine o le sue convinzioni da questa missione della Chiesa, che non entra in competizione con altre iniziative private o pubbliche, anzi, essa collabora volentieri con coloro che perseguono questi stessi fini. Tanto meno pretende altra cosa che non sia fare del bene, in maniera disinteressata e rispettosa, al bisognoso, a chi, molte volte, manca più di tutto proprio di una prova di amore autentico".

In questi giorni chiederò vivamente al Signore e alla Vergine di Guadalupe che questo popolo faccia onore alla fede ricevuta e alle sue migliori tradizioni; e pregherò specialmente per coloro che più ne hanno bisogno, particolarmente quanti soffrono a causa di antiche e nuove rivalità, risentimenti e forme di violenza. Già so che mi trovo in un Paese orgoglioso della sua ospitalità e desideroso che nessuno si senta estraneo nella sua terra. Lo so, già lo sapevo, però ora lo vedo e lo sento in modo molto profondo nel cuore. Spero con tutta la mia anima che lo sentano anche tanti messicani che vivono fuori della propria patria natia, ma che mai la dimenticano e desiderano vederla crescere nella concordia e in un autentico sviluppo integrale. Molte grazie".

Al termine del discorso Benedetto XVI ha raggiunto in autovettura panoramica il Colegio Santísima Virgen de Miraflores, Residenza Pontificia durante il Viaggio Apostolico in

LA CHIESA NON È UN POTERE POLITICO, MA UNA REALTÁ MORALE DALLA PARTE DELLA LIBERTÁ

Città del Vaticano, 24 marzo 2012 (VIS). Nella mattinata di ieri, prima della partenza per il Messico, Benedetto XVI è stato salutato dal Presidente del Consiglio dei Ministri italiano, Professor Mario Monti. Durante il viaggio si è tenuta la tradizionale conferenza stampa del Papa con gli oltre 70 giornalisti accreditati, nel corso della quale sono stati trattati numerosi temi di attualità, dal narcotraffico e la violenza in Messico, alla situazione sociale a Cuba e alla nuova evangelizzazione del continente latinoamericano.

Il Pontefice ha sottolineato che in questo viaggio si sente totalmente nella continuità con Giovanni Paolo II, che in Messico si recò cinque volte, ed a Cuba una volta. "Condivido le gioie e le speranze, ma anche condivido il lutto e le difficoltà di questo grande Paese; vado per incoraggiare e per imparare, per confortare nella fede, nella speranza e nella carità, e confortare nell'impegno per il bene e l'impegno per la lotta contro il male. Speriamo che il Signore ci aiuti!".

Un giornalista messicano ha chiesto come può la Chiesa cattolica risolvere il problema del narcotraffico, che ha causato circa 50.000 morti negli ultimi cinque anni. Il Santo Padre ha risposto: "Conosciamo bene tutte le bellezze del Messico, ma anche questo grande problema del narcotraffico e della violenza. È certamente una grande responsabilità per la Chiesa cattolica in un Paese con l'80% dei cattolici. Dobbiamo fare il possibile contro questo male distruttivo dell'umanità e della nostra gioventù. Direi che il primo atto è annunciare Dio: Dio il giudice, Dio che ci ama ma ci ama per attrarre al bene e alla verità contro il male.

"È una grande responsabilità della Chiesa educare le coscienze - ha proseguito Benedetto XVI - educare alla responsabilità morale; e smascherare il male, questa idolatria del denaro che rende schiavo l'uomo (...) smascherare anche queste false promesse, la menzogna, la truffa (...) Dobbiamo sapere che l'uomo ha bisogno dell'infinito. Se Dio non c'è, lo sostituisce creando i suoi propri paradisi, un'apparenza di infinitudini che può essere solo menzogna. Perciò è tanto importante che Dio sia presente e accessibile; (...) in questo senso la Chiesa può smascherare il male: rendendo presente la bontà di Dio, la sua verità, il vero infinito (...) è il grande dovere della Chiesa".

Una giornalista messicana ha notato che l'America Latina continua ad essere una regione di enormi contrasti sociali e che sembra che a volte la Chiesa Cattolica non sia sufficientemente incoraggiata ad impegnarsi in questo campo:

"Naturalmente la Chiesa deve sempre chiedere se si fa a sufficienza per la giustizia sociale in questo grande Continente. - ha risposto il Pontefice - Questa è una questione di coscienza che dobbiamo sempre porci. Chiedere: che cosa può e deve fare la Chiesa, che cosa non può e non deve fare. La Chiesa non è un potere politico, non è un partito, ma è una realtà morale, un potere morale. In quanto la politica fondamentalmente dev’essere una realtà morale, la Chiesa, su questo binario, ha fondamentalmente a che fare con la politica. Ripeto quanto avevo già detto: il primo pensiero della Chiesa è educare le coscienze e così creare la responsabilità necessaria; educare le coscienze sia nell’etica individuale, sia nell’etica pubblica. (...) È bene educare a superare questa schizofrenia, educare non solo ad una morale individuale, ma ad una morale pubblica, e questo cerchiamo di farlo con la Dottrina Sociale della Chiesa, perché, naturalmente, questa morale pubblica dev’essere una morale ragionevole, condivisa e condivisibile anche da non credenti, una morale della ragione. Certo, noi nella luce della fede possiamo meglio vedere tante cose che anche la ragione può vedere, ma proprio la fede serve anche per liberare la ragione dagli interessi falsi e dagli oscuramenti degli interessi, e così creare nella dottrina sociale, i modelli sostanziali per una collaborazione politica, soprattutto per il superamento di questa divisione sociale, antisociale, che purtroppo esiste".

Un altro giornalista ha ricordato le parole di Giovanni Paolo II durante il suo viaggio a Cuba “Che Cuba si apra al mondo e che il mondo si apra a Cuba” ed ha detto che nell'attesa della visita di Benedetto XVI, molte voci di oppositori e di sostenitori dei diritti umani si sono fatte sentire.

"Come ho già detto, mi sento in assoluta continuità con le parole del Santo Padre Giovanni Paolo II, che sono ancora attualissime. Questa visita del Papa ha inaugurato una strada di collaborazione e di dialogo costruttivo; una strada che è lunga e che esige pazienza, ma va avanti. Oggi è evidente che l’ideologia marxista com’era concepita, non risponde più alla realtà: così non si può più rispondere e costruire un società; devono essere trovati nuovi modelli, con pazienza e in modo costruttivo. In questo processo, che esige pazienza ma anche decisione, vogliamo aiutare in spirito di dialogo, per evitare traumi e per aiutare il cammino verso una società fraterna e giusta come la desideriamo per tutto il mondo e vogliamo collaborare in questo senso. E’ ovvio che la Chiesa sta sempre dalla parte della libertà: libertà della coscienza, libertà della religione. In tale senso contribuiamo, contribuiscono proprio anche semplici fedeli in questo cammino in avanti".

Infine il Santo Padre ha risposto ad una domanda sulla nuova evangelizzazione nel continente latinoamericano alla luce della Conferenza di Aparecida.

"Il cammino della nuova evangelizzazione è cominciato con il Concilio; questa era fondamentalmente l’intenzione di Papa Giovanni XXIII; è stata molto sottolineata da Papa Giovanni Paolo II la sua necessità, in un mondo che è in grande cambiamento, diventa sempre più evidente. Necessità nel senso che il Vangelo deve esprimersi in modi nuovi;(...) C’è una situazione comune del mondo, c’è la secolarizzazione, l’assenza di Dio, la difficoltà di trovare accesso, di vederlo come una realtà che concerne la mia vita. (...) Oggi, in questo contesto della nostra moderna razionalità, possiamo di nuovo riscoprire Dio come l’orientamento fondamentale della nostra vita, la speranza fondamentale della nostra vita, il fondamento dei valori che realmente costruiscono una società (...).Mi sembra molto importante: annunciare un Dio che risponde alla nostra ragione. (...) Dall’altra parte, tenere conto della realtà concreta. In America Latina, in genere, è molto importante che il Cristianesimo non sia mai tanto una cosa della ragione, ma del cuore. La Madonna di Guadalupe è riconosciuta ed amata da tutti, perché capiscono che è una Madre per tutti ed è presente dall’inizio in questa nuova America Latina, dopo l’arrivo degli Europei. E pure in Cuba abbiamo la Madonna del Cobre, che tocca i cuori e tutti sanno intuitivamente che è vero, che questa Madonna ci aiuta, che esiste, ci ama e ci aiuta. Ma questa intuizione del cuore deve collegarsi con la razionalità della fede e con la profondità della fede che va oltre la ragione. Dobbiamo cercare di non perdere il cuore, ma di collegare cuore e ragione (...) perché solo così l’uomo è completo e può realmente aiutare e lavorare per un futuro migliore".
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