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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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lunedì 16 giugno 2014

PAPA FRANCESCO RICEVE IN UDIENZA ARCIVESCOVO DI CANTERBURY: GRANDI SANTI, MAESTRI E COMUNITÀ ATTESTANO NOSTRE COMUNI RADICI
Città del Vaticano, 16 giugno 2014 (VIS). La constatazione che il traguardo della piena unità può sembrare lontano, ma rimane pur sempre la meta del cammino ecumenico e le comuni preoccupazioni di fronte ai mali che affliggono l'umanità, in particolare il traffico di esseri umani, sono stati alcuni dei temi chiave dell'incontro di questa mattina in Vaticano, del Santo Padre con Sua Grazia Justin Welby, Arcivescovo di Canterbury.

"Anche a noi il Signore sembra domandare: 'Di che cosa stavate discutendo lungo la via?' - ha detto Papa Francesco - Quando Gesù pose questa domanda ai suoi discepoli, essi rimasero in silenzio perché provavano vergogna, avendo discusso tra di loro chi fosse il più grande. Anche noi ci sentiamo confusi per la distanza che esiste tra la chiamata del Signore e la nostra povera risposta. Davanti al suo sguardo misericordioso non possiamo fingere che la nostra divisione non sia uno scandalo, un ostacolo all’annuncio del Vangelo della salvezza al mondo. La nostra vista non di rado è offuscata dal peso causato dalla storia delle nostre divisioni e la nostra volontà non sempre è libera da quell’ambizione umana che a volte accompagna persino il nostro desiderio di annunciare il Vangelo secondo il comandamento del Signore".

Ma "lo Spirito Santo ci dà la forza di non scoraggiarci e ci invita ad affidarci con piena fiducia alla sua azione potente. Come discepoli che si sforzano di seguire il Signore - ha notato il Papa - sappiamo che la fede è venuta a noi attraverso molti testimoni. Siamo in debito verso grandi santi, verso maestri e comunità che ci hanno trasmesso la fede nel corso dei secoli e che ci attestano le nostre comuni radici".

In proposito il Santo Padre, nel ricordare che l'Arcivescovo di Canterbury ha celebrato ieri i vespri nella chiesa romana di San Gregorio al Celio, ha segnalato che da quella Chiesa, Papa Gregorio Magno inviò il monaco Agostino e i suoi compagni ad evangelizzare i popoli dell’Inghilterra, "dando origine ad una storia di fede e santità della quale avrebbero poi beneficiato molte altre genti europee. Un cammino glorioso, del quale rimane profonda traccia in istituzioni e tradizioni ecclesiali che condividiamo e che costituiscono un fondamento solido per la nostra fraternità".

Su queste basi e con il sostegno della Commissione internazionale anglicano-cattolica e della Commissione internazionale anglicano-cattolica per l’unità e la missione si possono esaminare, in spirito costruttivo, "le vecchie e le nuove sfide dell’impegno ecumenico", ha proseguito Papa Francesco che si è successivamente soffermato sul tema del traffico di esseri umani e le diverse forme di schiavitù moderna, di fronte al quale entrambi hanno espresso lo stesso "orrore", e che l'Arcivescovo Welby ha denunciato più volte.

"In questo vasto campo d’azione, che si presenta in tutta la sua urgenza, sono state avviate significative attività di cooperazione sia in campo ecumenico, sia con autorità civili e organizzazioni internazionali" - ha sottolineato il Papa, citando in particolare la rete di azione contro la tratta delle donne creata da numerosi istituti religiosi femminili. "Ci impegniamo a perseverare nella lotta alle nuove forme di schiavitù, confidando di poter contribuire a dare sollievo alle vittime e a contrastare questo tragico commercio. Come discepoli inviati a guarire il mondo ferito - ha concluso il Pontefice - ringrazio Dio che ci ha reso capaci di fare fronte comune contro questa gravissima piaga, con perseveranza e determinazione".

AL CONVEGNO "IMPACT INVESTING FOR THE POOR": "NON POSSIAMO TOLLERARE PIÙ A LUNGO CHE I MERCATI FINANZIARI GOVERNINO LE SORTI DEI POPOLI"

Città del Vaticano, 16 giugno 2014 (VIS). Il Santo Padre Francesco ha ricevuto questa mattina in udienza I partecipanti - fra cui alcuni rappresentanti della Curia Romana - al Convegno "Investing for the Poor" (Vaticano, 16-17 giugno), promosso dal Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace per individuare vie attuali e praticabili verso una maggiore equità sociale.

La forma emergente di investimento responsabile nota come "Impact Investing" si propone di arrecare benefici alle comunità locali e all'ambiente circostante oltre che un equo rendimento. L'investitore che si prefigge tali obiettivi, ha spiegato il Pontefice, è "consapevole dell’esistenza di gravi situazioni di inequità, di profonde diseguaglianze sociali e delle penose condizioni di svantaggio in cui versano intere popolazioni. Egli si rivolge a istituti finanziari che utilizzano le risorse per promuovere lo sviluppo economico e sociale delle popolazioni povere, con fondi di investimento destinati a soddisfare le loro necessità basilari legate all’agricoltura, all’accesso all’acqua, alla possibilità di disporre di alloggi dignitosi a prezzi accessibili, così come a servizi primari per la salute e l’educazione".

"Tali investimenti intendono produrre un impatto sociale positivo per le popolazioni locali, come la creazione di posti di lavoro, l’accesso all’energia, l’istruzione e la crescita della produttività agricola. I ritorni finanziari per gli investitori sono più contenuti rispetto ad altre tipologie d’investimento. La logica che anima queste forme innovative d’intervento - ha precisato il Pontefice - è quella che 'riconosce il legame originale tra profitto e solidarietà, l’esistenza di una circolarità feconda fra guadagno e dono ... Compito dei cristiani è riscoprire, vivere e annunciare a tutti questa preziosa e originaria unità fra profitto e solidarietà".

"È importante che l’etica ritrovi il suo spazio nella finanza e che i mercati si pongano al servizio degli interessi dei popoli e del bene comune dell’umanità. Non possiamo tollerare più a lungo - ha esclamato il Pontefice - che i mercati finanziari governino le sorti dei popoli piuttosto che servirne i bisogni, o che pochi prosperino ricorrendo alla speculazione finanziaria mentre molti ne subiscono pesantemente le conseguenze. L’innovazione tecnologica ha aumentato la velocità delle transazioni finanziarie, ma tale aumento trova senso nella misura in cui si dimostra in grado di migliorare la capacità di servire il bene comune. In particolare, la speculazione sui prezzi alimentari è uno scandalo che ha gravi conseguenze per l’accesso al cibo dei più poveri. È urgente che i Governi di tutto il mondo si impegnino a sviluppare un quadro internazionale in grado di promuovere il mercato dell’investimento ad alto impatto sociale, in modo da contrastare l’economia dell’esclusione e dello scarto".

"Nel giorno in cui la Chiesa festeggia i santi Quirico e Giulitta, figlio e madre che, sotto Diocleziano, lasciarono i loro beni andando incontro al martirio - ha ricordato il Papa - vorrei chiedere con voi al Signore di aiutarci a non dimenticare mai la fugacità dei beni terreni e ad impegnarci per il bene comune, con amore di preferenza per i più poveri e deboli".

ALLA COMUNITÀ DI SANT'EGIDIO: ANDATE AVANTI SU QUESTA STRADA: PREGHIERA, POVERI E PACE

Città del Vaticano, 16 giugno 2014 (VIS). Nel pomeriggio di ieri, in visita alla Comunità di Sant'Egidio, il Santo Padre ha sottolineato nel suo discorso che: "La preghiera preserva l’uomo anonimo della città da tentazioni che possono essere anche le nostre: il protagonismo per cui tutto gira attorno a sé, l’indifferenza, il vittimismo. La preghiera è la prima opera della vostra Comunità, e consiste nell’ascoltare la Parola di Dio - questo pane, il pane che ci dà forza, che ci fa andare avanti (...). Chi guarda il Signore, vede gli altri. Anche voi avete imparato a vedere gli altri, in particolare i più poveri; e vi auguro di vivere quello che ha detto il Professor Riccardi, che tra voi si confonde chi aiuta e chi è aiutato. Un’attenzione che lentamente cessa di essere attenzione per diventare incontro, abbraccio: si confonde chi aiuta e chi è aiutato. Chi è il protagonista? Tutti e due, o, per meglio dire, l’abbraccio".

Rallegrandosi nel vedere fra la gente numerosi anziani, Papa Francesco ha ricordato l'importanza dell'alleanza fra giovani e anziani, un'alleanza in cui tutti ricevono e donano. "Un popolo che non custodisce i suoi anziani, che non si prende cura dei suoi giovani, - ha ribadito - è un popolo senza futuro, un popolo senza speranza. Perché i giovani - i bambini, i giovani - e gli anziani portano avanti la storia. I bambini, i giovani con la loro forza biologica, è giusto. Gli anziani, dando loro la memoria. Ma quando una società perde la memoria, è finita, è finita". Riferendosi alla cultura dello scarto che ha invaso l'Europa, "questa Europa stanca" che "non sa cosa fare", il Papa ha detto: "Dobbiamo aiutarla a ringiovanire, a trovare le sue radici. È vero: ha rinnegato le sue radici. È vero. Ma dobbiamo aiutarla a ritrovarle. Dai poveri e dagli anziani si inizia a cambiare la società - ha sottolineato - Oggi purtroppo un’economia speculativa li rende sempre più poveri, privandoli dell’essenziale, come la casa e il lavoro. È inaccettabile! Chi vive la solidarietà non lo accetta e agisce. E questa parola 'solidarietà' tanti vogliono toglierla dal dizionario, perché a una certa cultura sembra una parolaccia. No! È una parola cristiana, la solidarietà!".

Infine, incoraggiando quanti partecipano alla Comunità in altri Paesi del mondo "ad essere amici di Dio, dei poveri e della pace" perché "chi vive così troverà benedizione nella vita e sarà benedizione per gli altri", il Papa ha ribadito che: "Occorre più preghiera e più dialogo (...) Ma il dialogo è possibile - ha detto - soltanto a partire dalla propria identità. (...) Andate avanti su questa strada: preghiera, poveri e pace - ha esortato - E camminando così aiutate a far crescere la compassione nel cuore della società - che è la vera rivoluzione, quella della compassione e della tenerezza -, a far crescere l’amicizia al posto dei fantasmi dell’inimicizia e dell’indifferenza".

ANGELUS: È UNA CONTRADDIZIONE PENSARE A CRISTIANI CHE SI ODIANO

Città del Vaticano, 15 giugno 2014 (VIS). Alle ore 12:00 di questa mattina il Santo Padre Francesco si è affacciato alla finestra dello studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l’Angelus con le migliaia di fedeli e pellegrini convenuti in Piazza San Pietro per il consueto appuntamento domenicale. Nel dedicare le riflessioni introduttive alla Santissima Trinità "vita di comunione e di amore perfetto, origine e meta di tutto l'universo e di ogni creatura", il Santo Padre ha affermato: "Nella Trinità riconosciamo anche il modello della Chiesa, nella quale siamo chiamati ad amarci come Gesù ci ha amato. È l’amore il segno concreto che manifesta la fede in Dio Padre, Figlio e Spirito Santo. È l’amore il distintivo del cristiano, come ci ha detto Gesù: 'Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri'. È una contraddizione pensare a cristiani che si odiano. È una contraddizione! E il diavolo cerca sempre questo: farci odiare, perché lui semina sempre la zizzania dell’odio; lui non conosce l’amore, l’amore è di Dio!".

"Tutti siamo chiamati a testimoniare ed annunciare il messaggio che 'Dio è amore' - ha sottolineato il Pontefice - che Dio non è lontano o insensibile alle nostre vicende umane. Egli ci è vicino, è sempre al nostro fianco, cammina con noi per condividere le nostre gioie e i nostri dolori, le nostre speranze e le nostre fatiche. Ci ama tanto e a tal punto che si è fatto uomo, è venuto nel mondo non per giudicarlo ma perché il mondo si salvi per mezzo di Gesù. E questo è l’amore di Dio in Gesù, quest’amore che è tanto difficile da capire ma che noi sentiamo quando ci avviciniamo a Gesù. E Lui ci perdona sempre, Lui ci aspetta sempre, Lui ci ama tanto. E l’amore di Gesù che noi sentiamo è l’amore di Dio".

"Lo Spirito Santo, dono di Gesù Risorto, ci comunica la vita divina e così ci fa entrare nel dinamismo della Trinità, che è un dinamismo di amore, di comunione, di servizio reciproco, di condivisione. Una persona che ama gli altri per la gioia stessa di amare è riflesso della Trinità. Una famiglia in cui ci si ama e ci si aiuta gli uni gli altri è un riflesso della Trinità. Una parrocchia in cui ci si vuole bene e si condividono i beni spirituali e materiali è un riflesso della Trinità. L’amore vero è senza limiti, ma sa limitarsi, per andare incontro all’altro, per rispettare la libertà dell’altro. Tutte le domeniche andiamo alla Messa, celebriamo l’Eucaristia insieme e l’Eucaristia è come il 'roveto ardente' in cui umilmente abita e si comunica la Trinità; per questo la Chiesa ha messo la festa del Corpus Domini dopo quella della Trinità. Giovedì prossimo, secondo la tradizione romana, celebreremo la Santa Messa a San Giovanni in Laterano e poi faremo la processione con il Santissimo Sacramento. Invito i romani e i pellegrini a partecipare per esprimere il nostro desiderio di essere un popolo 'adunato nell’unità del Padre e del figlio e dello Spirito Santo'. Vi aspetto tutti - ha invitato infine il Santo Padre - il prossimo giovedì, alle 19.00, per la Messa e la Processione del Corpus Christi".

PAPA FRANCESCO PREGA PER LA PACE E LA RICONCILIAZIONE IN IRAQ

Città del Vaticano, 15 giugno 2014 (VIS). Dopo l'Angelus il Papa ha espresso viva preoccupazione per i drammatici avvenimenti degli ultimi giorni in Iraq, auspicando per la popolazione un futuro di pace e di riconciliazione. "Invito tutti voi ad unirvi alla mia preghiera per la cara nazione irachena, soprattutto per le vittime e per chi soffre maggiormente le conseguenze dell’accrescersi della violenza, in particolare per le molte persone, tra cui tanti cristiani, che hanno dovuto lasciare la propria casa. Auspico per tutta la popolazione la sicurezza e la pace ed un futuro di riconciliazione e di giustizia dove tutti gli iracheni, qualunque sia la loro appartenenza religiosa, possano costruire insieme la loro patria, facendone un modello di convivenza".

Successivamente il Papa ha annunciato che domenica 21 settembre si recherà a Tirana. "Con questo breve viaggio - ha affermato - desidero confermare nella fede la Chiesa in Albania e testimoniare il mio incoraggiamento e amore ad un Paese che ha sofferto a lungo in conseguenza delle ideologie del passato".

Infine il Papa ha dedicato un pensiero speciale alle collaboratrici domestiche e badanti, "che provengono da tante parti del mondo e svolgono un servizio prezioso nelle famiglie, specialmente a sostegno degli anziani e delle persone non autosufficienti. Tante volte - ha sottolineato - noi non valorizziamo con giustizia il grande e bel lavoro che loro fanno nelle famiglie. Grazie tante a voi!".

MESSAGGIO GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE 2014

Città del Vaticano, 14 giugno 2014 (VIS). Pubblichiamo di seguito il Messaggio del Santo Padre Francesco per l’88.ma Giornata Mondiale Missionaria Mondiale, che si celebra domenica 19 ottobre 2014:

"Cari fratelli e sorelle,

oggi c’è ancora moltissima gente che non conosce Gesù Cristo. Rimane perciò di grande urgenza la missione 'ad gentes', a cui tutti i membri della Chiesa sono chiamati a partecipare, in quanto la Chiesa è per sua natura missionaria: la Chiesa è nata 'in uscita'. La Giornata Missionaria Mondiale è un momento privilegiato in cui i fedeli dei vari continenti si impegnano con preghiere e gesti concreti di solidarietà a sostegno delle giovani Chiese nei territori di missione. Si tratta di una celebrazione di grazia e di gioia. Di grazia, perché lo Spirito Santo, mandato dal Padre, offre saggezza e fortezza a quanti sono docili alla sua azione. Di gioia, perché Gesù Cristo, Figlio del Padre, inviato per evangelizzare il mondo, sostiene e accompagna la nostra opera missionaria. Proprio sulla gioia di Gesù e dei discepoli missionari vorrei offrire un’icona biblica, che troviamo nel Vangelo di Luca (cfr 10,21-23).

1. L’evangelista racconta che il Signore inviò i settantadue discepoli, a due a due, nelle città e nei villaggi, ad annunciare che il Regno di Dio si era fatto vicino e preparando la gente all’incontro con Gesù. Dopo aver compiuto questa missione di annuncio, i discepoli tornarono pieni di gioia: la gioia è un tema dominante di questa prima e indimenticabile esperienza missionaria. Il Maestro divino disse loro: 'Non rallegratevi però perché i demoni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli. In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: 'Ti rendo lode, o Padre'. (…) E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: 'Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete'' (Lc 10,20-21.23). Sono tre le scene presentate da Luca. Innanzitutto Gesù parlò ai discepoli, poi si rivolse al Padre, e di nuovo riprese a parlare con loro. Gesù volle rendere partecipi i discepoli della sua gioia, che era diversa e superiore a quella che essi avevano sperimentato.

2. I discepoli erano pieni di gioia, entusiasti del potere di liberare la gente dai demoni. Gesù, tuttavia, li ammonì a non rallegrarsi tanto per il potere ricevuto, quanto per l'amore ricevuto: 'perché i vostri nomi sono scritti nei cieli' (Lc 10,20). A loro infatti è stata donata l’esperienza dell’amore di Dio, e anche la possibilità di condividerlo. E questa esperienza dei discepoli è motivo di gioiosa gratitudine per il cuore di Gesù. Luca ha colto questo giubilo in una prospettiva di comunione trinitaria: 'Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo' rivolgendosi al Padre e rendendo a Lui lode. Questo momento di intimo gaudio sgorga dall'amore profondo di Gesù come Figlio verso suo Padre, Signore del cielo e della terra, il quale ha nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti, e le ha rivelate ai piccoli (cfr Lc 10,21). Dio ha nascosto e rivelato, e in questa preghiera di lode risalta soprattutto il rivelare. Che cosa ha rivelato e nascosto Dio? I misteri del suo Regno, l’affermarsi della signoria divina in Gesù e la vittoria su satana.

Dio ha nascosto tutto ciò a coloro che sono troppo pieni di sé e pretendono di sapere già tutto. Sono come accecati dalla propria presunzione e non lasciano spazio a Dio. Si può facilmente pensare ad alcuni contemporanei di Gesù che egli ha ammonito più volte, ma si tratta di un pericolo che esiste sempre, e che riguarda anche noi. Invece, i 'piccoli' sono gli umili, i semplici, i poveri, gli emarginati, quelli senza voce, quelli affaticati e oppressi, che Gesù ha detto 'beati'. Si può facilmente pensare a Maria, a Giuseppe, ai pescatori di Galilea, e ai discepoli chiamati lungo la strada, nel corso della sua predicazione.

3. 'Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza' (Lc 10,21). L’espressione di Gesù va compresa con riferimento alla sua esultanza interiore, dove la benevolenza indica un piano salvifico e benevolo da parte del Padre verso gli uomini. Nel contesto di questa bontà divina Gesù ha esultato, perché il Padre ha deciso di amare gli uomini con lo stesso amore che Egli ha per il Figlio. Inoltre, Luca ci rimanda all’esultanza simile di Maria, 'l’anima mia magnifica il Signore, e il mio spirito esulta in Dio mio Salvatore' (Lc 1,47). Si tratta della buona Notizia che conduce alla salvezza. Maria, portando nel suo grembo Gesù, l’Evangelizzatore per eccellenza, incontrò Elisabetta ed esultò di gioia nello Spirito Santo, cantando il Magnificat. Gesù, vedendo il buon esito della missione dei suoi discepoli e quindi la loro gioia, esultò nello Spirito Santo e si rivolse a suo Padre in preghiera. In entrambi i casi, si tratta di una gioia per la salvezza in atto, perché l’amore con cui il Padre ama il Figlio giunge fino a noi, e per l’opera dello Spirito Santo, ci avvolge, ci fa entrare nella vita trinitaria.

Il Padre è la fonte della gioia. Il Figlio ne è la manifestazione, e lo Spirito Santo l’animatore. Subito dopo aver lodato il Padre, come dice l’evangelista Matteo, Gesù ci invita: 'Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero' (11,28-30). 'La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù. Coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento. Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia' (Esort. ap. Evangelii gaudium, 1).

Di tale incontro con Gesù, la Vergine Maria ha avuto un’esperienza tutta singolare ed è diventata 'causa nostrae laetitiae'. I discepoli, invece, hanno ricevuto la chiamata a stare con Gesù e ad essere inviati da Lui ad evangelizzare (cfr Mc 3,14), e così sono ricolmati di gioia. Perché non entriamo anche noi in questo fiume di gioia?

4. 'Il grande rischio del mondo attuale, con la sua molteplice ed opprimente offerta di consumo, è una tristezza individualista che scaturisce dal cuore comodo e avaro, dalla ricerca malata di piaceri superficiali, dalla coscienza isolata' (Esort. ap. Evangelii gaudium, 2). Pertanto, l’umanità ha grande bisogno di attingere alla salvezza portata da Cristo. I discepoli sono coloro che si lasciano afferrare sempre più dall'amore di Gesù e marcare dal fuoco della passione per il Regno di Dio, per essere portatori della gioia del Vangelo. Tutti i discepoli del Signore sono chiamati ad alimentare la gioia dell’evangelizzazione. I vescovi, come primi responsabili dell’annuncio, hanno il compito di favorire l’unità della Chiesa locale nell’impegno missionario, tenendo conto che la gioia di comunicare Gesù Cristo si esprime tanto nella preoccupazione di annunciarlo nei luoghi più lontani, quanto in una costante uscita verso le periferie del proprio territorio, dove vi è più gente povera in attesa.

In molte regioni scarseggiano le vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata. Spesso questo è dovuto all’assenza nelle comunità di un fervore apostolico contagioso, per cui esse sono povere di entusiasmo e non suscitano attrattiva. La gioia del Vangelo scaturisce dall’incontro con Cristo e dalla condivisione con i poveri. Incoraggio, pertanto le comunità parrocchiali, le associazioni e i gruppi a vivere un’intensa vita fraterna, fondata sull’amore a Gesù e attenta ai bisogni dei più disagiati. Dove c’è gioia, fervore, voglia di portare Cristo agli altri, sorgono vocazioni genuine. Tra queste non vanno dimenticate le vocazioni laicali alla missione. Ormai è cresciuta la coscienza dell’identità e della missione dei fedeli laici nella Chiesa, come pure la consapevolezza che essi sono chiamati ad assumere un ruolo sempre più rilevante nella diffusione del Vangelo. Per questo è importante una loro adeguata formazione, in vista di un’efficace azione apostolica.

5. 'Dio ama chi dona con gioia' (2 Cor 9,7). La Giornata Missionaria Mondiale è anche un momento per ravvivare il desiderio e il dovere morale della partecipazione gioiosa alla missione 'ad gentes'. Il personale contributo economico è il segno di un'oblazione di se stessi, prima al Signore e poi ai fratelli, perché la propria offerta materiale diventi strumento di evangelizzazione di un’umanità che si costruisce sull’amore.

Cari fratelli e sorelle, in questa Giornata Missionaria Mondiale il mio pensiero va a tutte le Chiese locali. Non lasciamoci rubare la gioia dell’evangelizzazione! Vi invito ad immergervi nella gioia del Vangelo, ed alimentare un amore in grado di illuminare la vostra vocazione e missione. Vi esorto a fare memoria, come in un pellegrinaggio interiore, del 'primo amore' con cui il Signore Gesù Cristo ha riscaldato il cuore di ciascuno, non per un sentimento di nostalgia, ma per perseverare nella gioia. Il discepolo del Signore persevera nella gioia quando sta con Lui, quando fa la sua volontà, quando condivide la fede, la speranza e la carità evangelica.

A Maria, modello di evangelizzazione umile e gioiosa, rivolgiamo la nostra preghiera, perché la Chiesa diventi una casa per molti, una madre per tutti i popoli e renda possibile la nascita di un nuovo mondo".

IMITIAMO GESÙ: SIAMO TUTTI CHIAMATI A LASCIARCI COINVOLGERE DAI TRAVAGLI UMANI CHE OGNI GIORNO CI INTERPELLANO

Città del Vaticano, 14 giugno 2014 (VIS). Questa mattina, in Piazza San Pietro, il Santo Padre ha ricevuto in udienza la Confederazione Nazionale delle Misericordie e il gruppo donatori di sangue "Fratres" d'Italia. "Tutto il vostro servizio prende senso e forma da questa parola: 'misericordia', parola latina il cui significato etimologico è 'miseris cor dare', 'dare il cuore ai miseri'. È quello che ha fatto Gesù: ha spalancato il suo Cuore alla miseria dell’uomo. Il Vangelo è ricco di episodi che presentano la misericordia di Gesù, la gratuità del suo amore per i sofferenti e i deboli. Dai racconti evangelici possiamo cogliere la vicinanza, la bontà, la tenerezza con cui Gesù accostava le persone sofferenti e le consolava, dava loro sollievo, e spesso le guariva".

"Sull’esempio del nostro Maestro - ha detto il Papa - anche noi siamo chiamati a farci vicini, a condividere la condizione delle persone che incontriamo. Bisogna che le nostre parole, i nostri gesti, i nostri atteggiamenti esprimano la solidarietà, la volontà di non rimanere estranei al dolore degli altri, e questo con calore fraterno e senza cadere in alcuna forma di paternalismo. (...) C’è il rischio di essere spettatori informatissimi e disincarnati di queste realtà, oppure di fare dei bei discorsi che si concludono con soluzioni verbali e un disimpegno rispetto ai problemi reali. Invece, siamo tutti chiamati a lasciarci coinvolgere dai travagli umani che ogni giorno ci interpellano. Imitiamo Gesù: Egli va per le strade e non ha pianificato né i poveri, né i malati, né gli invalidi che incrocia lungo il cammino; ma con il primo che incontra si ferma, diventando presenza che soccorre, segno della vicinanza di Dio che è bontà, provvidenza e amore".

"L’attività delle vostre associazioni - ha ricordato infine il Pontefice - si ispira alle sette opere di misericordia corporale (...): dare da mangiare agli affamati; dare da bere agli assetati; vestire gli ignudi; alloggiare i pellegrini; visitare gli infermi; visitare i carcerati; seppellire i morti. Vi incoraggio a portare avanti con gioia la vostra azione e a modellarla su quella di Cristo, lasciando che tutti i sofferenti possano incontrarvi e contare su di voi nel momento del bisogno".

ATTIVITÀ DEL SANTO PADRE LUGLIO E AGOSTO 2014

Città del Vaticano, 14 giugno 2014 (VIS). Questa mattina la Sala Stampa della Santa Sede ha reso noto il calendario delle attività del Santo Padre nel periodo estivo:

Nel mese di luglio non avranno luogo le Udienze generali. Quindi non vi sarà Udienza nei giorni 2, 9, 16, 23 e 30 luglio. Le Udienze generali riprenderanno nel mese di agosto in Vaticano. Vi sarà quindi Udienza il 6 agosto, il 20 e il 27 agosto.

Mercoledì 13 agosto non vi sarà Udienza, perché il Papa sarà in partenza per l’annunciato viaggio in Corea (13-18 agosto).

La preghiera dell’Angelus verrà guidata dal Papa ogni domenica in Vaticano nei mesi di luglio e agosto, tranne i giorni di assenza per il viaggio in Corea (15 e 17 agosto).

La Messa mattutina con fedeli alla Casa Santa Marta è sospesa per tutto il periodo estivo, cioè dall’inizio di luglio fino alla fine di agosto. Riprenderà all’inizio di settembre.

FONDAZIONE POPULORUM PROGRESSIO: INCREMENTARE PROGETTI DI EDUCAZIONE E FORMAZIONE PROFESSIONALE

Città del Vaticano, 16 giugno 2014 (VIS). Dall’11 al 13 giugno scorso si è tenuta, presso la sede del Pontificio Consiglio Cor Unum, la riunione annuale del Consiglio di Amministrazione della Fondazione "Populorum Progressio". Quest’anno il Consiglio di Amministrazione ha ritenuto importante radunarsi a Roma soprattutto per chiedere a Papa Francesco, alla luce della sua stessa esperienza pastorale in America Latina, un indirizzo programmatico sul futuro della Fondazione, dopo 22 anni di lavoro.

Dei 135 progetti presentati nel 2014 dalle diverse giurisdizioni ecclesiastiche di America Latina e Caraibi ne sono stati approvati 125 in linea con i criteri della Fondazione, per un totale di US$ 1.800.000. I progetti quest’anno sono stati principalmente iniziative riguardanti la formazione di bambini e giovani. In tal modo, la Fondazione potrà sostenere piccole realtà e comunità cattoliche nei loro progetti di sviluppo e promozione umana. Si tratta nel complesso di micro-progetti in diversi ambiti: non vi è soltanto la formazione, ma anche la creazione di pozzi per l’acqua potabile, l’istituzione di fondi rotatori e banche di sementi, la costruzione di saloni comunitari, il sostegno a progetti sanitari, ecc.

Nel corso dell'udienza di venerdì scorso, i Presuli si sono trattenuti per oltre 40 minuti in intenso dialogo con il Santo Padre, affrontando diverse problematiche riguardanti il continente latinoamericano, sempre alla luce dell’attività svolta dalla Fondazione. Il Santo Padre per primo ha voluto ribadire che le istituzioni cattoliche non sono delle ONG: esse devono infatti operare secondo un’antropologia che veda nella persona non soltanto una bocca da sfamare, ma che tenga conto anche della sua dimensione spirituale, dell’anelito di Dio e di eternità che ognuno porta nel cuore.

In secondo luogo, si è affrontata la problematica dell’indigenismo; si è poi discusso anche dell’evangelizzazione e del suo rapporto con le opere di carità, nello spirito delle opere di misericordia corporali che non vanno disgiunte da quelle spirituali. Il Santo Padre ha altresì ricordato che l’ideologia centrata sul "dio denaro" mira a scartare due categorie di persone, i bambini, futuro della società, e i vecchi, memoria storica. Ha sottolineato anche il dramma della disoccupazione giovanile, che porta a generazioni di ragazzi senza avvenire, facili prede di dipendenze e criminalità. Papa Francesco ha chiesto alla Fondazione di adoperarsi a beneficio di questa fascia di popolazione, attraverso progetti di educazione e formazione professionale. Il dialogo è stato franco, aperto, fruttuoso.

Svolgere la riunione a Roma ha consentito altresì al Consiglio di Amministrazione di potersi confrontare con organismi quali la Pontificia Commissione per l’America Latina, il cui Segretario, il Professor Avv. Guzmán Carriquiry Lecour, è intervenuto, su richiesta del Cardinale Marc Ouellet, Presidente di quell’Organismo, durante la tavola rotonda della prima giornata di riunione. Con lui c’è stato uno scambio molto fecondo sul tema dell’indigenismo e la questione della formazione. Al riguardo, è anche degno di nota che la Fondazione abbia avviato, già a partire da questo Consiglio di Amministrazione, una collaborazione con l’Università Cattolica San Antonio di Murcia (Spagna) per istituire corsi di formazione per gli agenti di pastorale caritativa, spesso direttamente responsabili dei progetti della Fondazione in loco.

La Fondazione deve ora affrontare la grande sfida di allargare gli orizzonti geografici delle donazioni, con l’obiettivo di far sì che tutti i progetti presentati possano trovare accoglienza presso la carità del Papa. In questo senso, i Membri della Fondazione si sono dati l’obiettivo di sensibilizzare maggiormente le Chiese particolari e le persone di buona volontà, al fine di incrementare i fondi disponibili per quest’opera, tanto apprezzata dal Santo Padre.

PRESA DI POSSESSO DEL CARDINALE GÉRALD CYPRIEN LACROIX

Città del Vaticano, 16 giugno 2014 (VIS). L’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice ha dato comunicazione della seguente Presa di Possesso:

- Domenica 22 giugno 2014, alle ore 10:30, il Cardinale Gérald Cyprien Lacroix, I.S.P.X., Arcivescovo di Québec (Canada), prenderà possesso del Titolo di San Giuseppe all’Aurelio, Via Boccea, 362.

UDIENZE

Città del Vaticano, 16 giugno 2014 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza:

- La Signora Mónica Jiménez de la Jara, Ambasciatore del Cile, in occasione della Presentazione delle Lettere Credenziali.

- L'Arcivescovo Luigi Bianco, Nunzio Apostolico in Honduras.

Sabato 14 giugno, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in udienza il Cardinale Marc Ouellet, P.S.S., Prefetto della Congregazione per i Vescovi.

ALTRI ATTI PONTIFICI

Città del Vaticano, 14 giugno 2014 (VIS). Il Santo Padre ha nominato:

- L'Arcivescovo George Panikulam, Nunzio Apostolico in Uruguay, finora Nunzio Apostolico in Etiopia e in Gibuti e Delegato Apostolico in Somalia.

- Il Vescovo Gary Gordon, Vescovo di Victoria (superficie: 33.197; popolazione: 729.000; cattolici: 98.400; sacerdoti: 47; religiosi: 80), Canada. È stato finora Vescovo di Whitehorse (Canada).

- Il Monsignor John J. Jenik, Vescovo Ausiliare dell'Arcidiocesi di New York (superficie: 12.212; popolazione: 5.854.721; cattolici: 2.634.624; sacerdoti: 1.515; religiosi: 3.840; diaconi permanenti: 292), Stati Uniti d'America. Il Vescovo eletto è nato nel 1944 a Manhattan (Stati Uniti d'America) ed è stato ordinato sacerdote nel 1970. Dal 1970 al 1974 Vice-parroco alla "Saint Jerome's Parish, nel Bronx; dal 1974 al 1978 Vice-parroco alla "Saint Thomas Aquinas Parish" ed alla "Our Lady of Refuge Parish nel Bronx; dal 1985 Parroco della "Our Lady of Refuge Parish" e dal 2006 Vicario Regionale per il Bronx nordovest.

- Il Reverendo Peter J. Byrne, Vescovo Ausiliare dell'Arcidiocesi di New York (Stati Uniti d'America). Il Vescovo eletto è nato nel 1951 a Manhattan (Stati Uniti d'America) ed è stato ordinato sacerdote nel 1984. Dal 1984 al 1992 Vice-parroco alla “Holy Family Parish” nel Bronx; dal 1992 al 1994 Amministratore alla “Saint Thomas Aquinas Parish” nel Bronx; dal 1994 al 1995 Amministratore delle parrocchie “Immaculate Conception Parish” e “Saint John the Baptist Parish” in Staten Island e dal 1995 al 2013 Parroco delle medesimi parrocchie; dal 2013 Parroco della “Saint Elizabeth Parish” a Manhattan.

- Il Reverendo John J. O’Hara, Vescovo Ausiliare dell'Arcidiocesi di New York (Stati Uniti d'America). Il Vescovo eletto è nato nel 1946 in Jersey City (Stati Uniti d'America) ed è stato ordinato sacerdote nel 1984. Dal 1984 al 1988 Vice-parroco alla “Saint Augustine Parish” a New City; dal 1988 al 1992 Vice-parroco alla “Saint Charles Parish” in Staten Island; dal 1992 al 2000 Vice-parroco alla “Saint Teresa of the Infant Jesus Parish” in Staten Island e dal 2000 Parroco della medesima parrocchia; dal 2013 Direttore per lo “Strategic Parish Planning” per l’arcidiocesi di New York.

- Il Cardinale Francisco Javier Errázuriz Ossa, Arcivescovo emerito di Santiago de Chile (Cile), Suo Inviato Speciale al III Congresso Apostolico Mondiale della Misericordia (WACOM III), in programma a Bogotà (Colombia) dal 15 al 19 agosto 2014.
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