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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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mercoledì 2 gennaio 2013

BENEDETTO XVI: "DA DOVE VIENE GESÙ?"

Città del Vaticano, 2 gennaio 2013 (VIS). Per la catechesi della prima udienza generale del 2013, tenutasi nell'Aula Paolo VI con la partecipazione di 7.000 persone, il Santo Padre si è soffermato sulla solennità del Natale "una novità così radicale nel mondo da cambiare il corso della storia", e sull'origine di Gesù.

"Il Natale del Signore - ha commentato il Santo Padre - illumina ancora una volta con la sua luce le tenebre che spesso avvolgono il nostro mondo e il nostro cuore, e porta speranza e gioia. Da dove viene questa luce? Dalla grotta di Betlemme, dove i pastori trovarono 'Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia'. Di fronte a questa Santa Famiglia sorge un’altra e più profonda domanda: come può quel piccolo e debole Bambino avere portato una novità così radicale nel mondo da cambiare il corso della storia? Non c’è forse qualcosa di misterioso nella sua origine che va al di là di quella grotta?"

"Nei quattro Vangeli emerge con chiarezza la risposta alla domanda 'da dove' viene Gesù: la sua vera origine è il Padre, Dio; Egli proviene totalmente da Lui, ma in un modo diverso da qualsiasi profeta o inviato da Dio che l’hanno preceduto. Questa origine dal mistero di Dio, 'che nessuno conosce', è contenuta già nei racconti dell’infanzia dei Vangeli di Matteo e di Luca, che stiamo leggendo in questo tempo natalizio. L’angelo Gabriele annuncia: 'Lo Spirito scenderà su di te, e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e chiamato Figlio di Dio'".

"Ripetiamo queste parole ogni volta che recitiamo il Credo, la Professione di fede: 'et incarnatus est de Spiritu Sancto, ex Maria Virgine', 'e per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria'. A questa frase ci inginocchiamo perché il velo che nascondeva Dio, viene, per così dire, aperto e il suo mistero insondabile e inaccessibile ci tocca: Dio diventa l’Emmanuele, 'Dio con noi'. Quando ascoltiamo le Messe composte dai grandi maestri di musica sacra, penso per esempio alla Messa dell'Incoronazione di Mozart, notiamo subito come si soffermino in modo particolare su questa frase, quasi a voler cercare di esprimere con il linguaggio universale della musica ciò che le parole non possono manifestare: il mistero grande di Dio che si incarna, si fa uomo".

"Questa affermazione del Credo non riguarda l'essere eterno di Dio, ma piuttosto ci parla di una azione a cui prendono parte le tre Persone divine e che si realizza 'ex Maria Virgine'. Senza di lei l'ingresso di Dio nella storia dell'umanità non sarebbe giunto al suo fine e non avrebbe avuto luogo quello che è centrale nella nostra Professione di fede: Dio è un Dio con noi. Così Maria appartiene in modo irrinunciabile alla nostra fede nel Dio che agisce, che entra nella storia. Ella mette a disposizione tutta la sua persona, 'accetta' di diventare luogo dell'abitazione di Dio'".

"A volte, anche nel cammino e nella vita di fede possiamo avvertire la nostra povertà, la nostra inadeguatezza di fronte alla testimonianza da offrire al mondo. Ma Dio ha scelto proprio un'umile donna, in uno sconosciuto villaggio, in una delle province più lontane del grande impero romano. Sempre, anche in mezzo alle difficoltà più ardue da affrontare, dobbiamo avere fiducia in Dio, rinnovando la fede nella sua presenza e azione nella nostra storia, come in quella di Maria. Nulla è impossibile a Dio! Con Lui la nostra esistenza cammina sempre su un terreno sicuro ed è aperta ad un futuro di ferma speranza".

"Ciò che accade in Maria, attraverso l’azione dello stesso Spirito divino, è una nuova creazione: Dio, che ha chiamato l’essere dal nulla, con l’Incarnazione dà vita ad un nuovo inizio dell’umanità. I Padri della Chiesa più volte parlano di Cristo come del nuovo Adamo, per sottolineare l’inizio della nuova creazione dalla nascita del Figlio di Dio nel seno della Vergine Maria. Questo ci fa riflettere su come la fede porti anche in noi una novità così forte da produrre una seconda nascita. Infatti, all’inizio dell’essere cristiani c’è il Battesimo che ci fa rinascere come figli di Dio, ci fa partecipare alla relazione filiale che Gesù ha con il Padre. E vorrei far notare come il Battesimo si riceve, noi 'siamo battezzati' - è un passivo - perché nessuno è capace di rendersi figlio di Dio da sé: è un dono che viene conferito gratuitamente. San Paolo richiama questa figliolanza adottiva dei cristiani in un passo centrale della sua Lettera ai Romani, dove scrive: 'Tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, questi sono figli di Dio, non servi. E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: 'Abbà! Padre!'. Lo Spirito stesso, insieme al nostro spirito, attesta che siamo figli di Dio'. Solo se ci apriamo all’azione di Dio, come Maria, solo se affidiamo la nostra vita al Signore come ad un amico di cui ci fidiamo totalmente, tutto cambia, la nostra vita acquista un nuovo senso e un nuovo volto: quello di figli di un Padre che ci ama e mai ci abbandona".

"Abbiamo parlato di due elementi: l'elemento primo lo Spirito sulle acque, lo Spirito Creatore; c'è un altyro elemento nelle parole dell'Annunciazione. L’angelo dice a Maria: 'La potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra'. È un richiamo alla nube santa che, durante il cammino dell’esodo, si fermava sulla tenda del convegno, sull’arca dell’alleanza, che il popolo di Israele portava con sé, e che indicava la presenza di Dio. Maria, quindi, è la nuova tenda santa, la nuova arca dell’alleanza: con il suo 'sì' alle parole dell’arcangelo, Dio riceve una dimora in questo mondo, Colui che l’universo non può contenere prende dimora nel grembo di una vergine".

"Ritorniamo allora alla questione da cui siamo partiti, quella sull’origine di Gesù, sintetizzata dalla domanda di Pilato: 'Di dove sei tu?'. Dalle nostre riflessioni appare chiara, fin dall’inizio dei Vangeli, qual è la vera origine di Gesù: Egli è il Figlio Unigenito del Padre, viene da Dio. Siamo di fronte al grande e sconvolgente mistero che celebriamo in questo tempo di Natale: il Figlio di Dio, per opera dello Spirito Santo, si è incarnato nel seno della Vergine Maria. È questo un annuncio che risuona sempre nuovo e che porta in sé speranza e gioia al nostro cuore, perché ci dona ogni volta la certezza che, anche se spesso ci sentiamo deboli, poveri, incapaci davanti alle difficoltà e al male del mondo, la potenza di Dio agisce sempre e opera meraviglie proprio nella debolezza. La sua grazia è la nostra forza".



BENEDETTO XVI: NEL CAMMINO DELLA VITA ABBIAMO LASTESSA SICUREZZA CHE IL BAMBINO PROVA NELLA BRACCIA DI UN PADRE BUONO E ONNIPOTENTE

Città del Vaticano, 1° Gennaio 2013 (VIS). Oggi, Solennità di Maria Santissima Madre di Dio nell'ottava di Natale e nella ricorrenza della 46ma Giornata Mondiale della Pace, il Santo Padre ha presieduto la Santa Messa. Hanno concelebrato con il Papa il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato; il Cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, Presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace; l'Arcivescovo Giovanni Angelo Becciu, Sostituto della Segreteria di Stato; l'Arcivescovo Dominique Mamberti, Segretario per i Rapporti con gli Stati; il Vescovo Mario Toso, S.D.B., Segretario del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace e l'Arcivescovo Beniamino Stella, Presidente della Pontificia Accademia Ecclesiastica.

Di seguito riportiamo estratti dell'omelia pronunciata da Benedetto XVI.

"Nonostante il mondo sia purtroppo ancora segnato da 'focolai di tensione e di contrapposizione causati da crescenti diseguaglianze fra ricchi e poveri, dal prevalere di una mentalità egoistica e individualistica espressa anche da un capitalismo finanziario sregolato', oltre che da diverse forme di terrorismo e di criminalità, sono persuaso che 'le molteplici opere di pace, di cui è ricco il mondo, testimoniano l’innata vocazione dell’umanità alla pace. In ogni persona il desiderio di pace è aspirazione essenziale e coincide, in certa maniera, con il desiderio di una vita umana piena, felice e ben realizzata. L’uomo è fatto per la pace che è dono di Dio. Tutto ciò mi ha suggerito di ispirarmi per questo Messaggio alla parole di Gesù Cristo: Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Questa beatitudine 'dice che la pace è dono messianico e opera umana ad un tempo …È pace con Dio, nel vivere secondo la sua volontà. È pace interiore con se stessi, e pace esteriore con il prossimo e con tutto il creato'. Sì, la pace è il bene per eccellenza da invocare come dono di Dio e, al tempo stesso, da costruire con ogni sforzo".

"Ci possiamo chiedere: qual è il fondamento, l’origine, la radice di questa pace? Come possiamo sentire in noi la pace, malgrado i problemi, le oscurità, le angosce? La risposta ci viene data dalle Letture della liturgia odierna. I testi biblici, anzitutto quello tratto dal Vangelo di Luca, poc’anzi proclamato, ci propongono di contemplare la pace interiore di Maria, la Madre di Gesù. Per lei si compiono, durante i giorni in cui 'diede alla luce il suo Figlio primogenito', tanti avvenimenti imprevisti: non solo la nascita del Figlio, ma prima il viaggio faticoso da Nazaret a Betlemme, il non trovare posto nell’alloggio, la ricerca di un rifugio di fortuna nella notte; e poi il canto degli angeli, la visita inaspettata dei pastori. In tutto ciò, però, Maria non si scompone, non si agita, non è sconvolta da fatti più grandi di lei; semplicemente considera, in silenzio, quanto accade, lo custodisce nella sua memoria e nel suo cuore, riflettendovi con calma e serenità. È questa la pace interiore che vorremmo avere in mezzo agli eventi a volte tumultuosi e confusi della storia, eventi di cui spesso non cogliamo il senso e che ci sconcertano".

"Ecco, cari fratelli, il fondamento della nostra pace: la certezza di contemplare in Gesù Cristo lo splendore del volto di Dio Padre, di essere figli nel Figlio, e avere così, nel cammino della vita, la stessa sicurezza che il bambino prova nelle braccia di un Padre buono e onnipotente. Lo splendore del volto del Signore su di noi, che ci concede pace, è la manifestazione della sua paternità; il Signore rivolge su di noi il suo volto, si mostra Padre e ci dona pace. Sta qui il principio di quella pace profonda - 'pace con Dio' - che è legata indissolubilmente alla fede e alla grazia, come scrive san Paolo ai cristiani di Roma. Niente può togliere ai credenti questa pace, nemmeno le difficoltà e le sofferenze della vita. Infatti, le sofferenze, le prove e le oscurità non corrodono, ma accrescono la nostra speranza, una speranza che non delude perché 'l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato'".

"La Vergine Maria, che oggi veneriamo con il titolo di Madre di Dio, ci aiuti a contemplare il volto di Gesù, Principe della Pace. Ci sostenga e ci accompagni in questo nuovo anno; ottenga per noi e per il mondo intero il dono della pace".

LA LUCE DI DIO BENEDIZIONE PER L'UMANITÀ

Città del Vaticano, 1° gennaio 2013 (VIS). Al termine della Celebrazione Eucaristica nella Solennità di Maria Santissima Madre di Dio e nella ricorrenza della 46a Giornata Mondiale della Pace, il Santo Padre Benedetto XVI si è affacciato alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per la recita dell'Angelus con i fedeli e i pellegrini presenti in Piazza San Pietro le seguenti parole. Prima della preghiera mariana il Papa ha rivolto ai presenti le seguenti parole:

"Buon anno a tutti! In questo primo giorno del 2013 vorrei far giungere ad ogni uomo e ogni donna del mondo la benedizione di Dio. Lo faccio con l’antica formula contenuta nella Sacra Scrittura: 'Ti benedica il Signore e ti custodisca. Il Signore faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia. Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda pace'".

"Come la luce e il calore del sole sono una benedizione per la terra, così la luce di Dio lo è per l’umanità, quando Egli fa brillare su di essa il suo volto. E questo è avvenuto con la nascita di Gesù Cristo! Dio ha fatto risplendere per noi il suo volto: all’inizio in modo molto umile, nascosto – a Betlemme soltanto Maria e Giuseppe e alcuni pastori furono testimoni di questa rivelazione –; ma a poco a poco, come il sole che dall’alba giunge al mezzogiorno, la luce di Cristo è cresciuta e si è diffusa ovunque. Già nel breve tempo della sua vita terrena, Gesù di Nazaret ha fatto risplendere il volto di Dio sulla Terra Santa; e poi, mediante la Chiesa animata dal suo Spirito, ha esteso a tutte le genti il Vangelo della pace. 'Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini del suo compiacimento'. Questo è il canto degli angeli a Natale, ed è il canto dei cristiani sotto ogni cielo; un canto che dai cuori e dalle labbra passa nei gesti concreti, nelle azioni dell’amore che costruiscono dialogo, comprensione e riconciliazione".

"Per questo, otto giorni dopo il Natale, quando la Chiesa, come la Vergine Madre Maria, mostra al mondo il neonato Gesù, Principe della Pace, celebriamo la Giornata Mondiale della Pace. Sì, quel Bambino, che è il Verbo di Dio fatto carne, è venuto a portare agli uomini una pace che il mondo non può dare. La sua missione è abbattere il 'muro dell’inimicizia'. E quando, sulle rive del lago di Galilea, Egli proclama le sue 'Beatitudini', tra queste vi è anche 'beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio'. Chi sono gli operatori di pace? Sono tutti coloro che, giorno per giorno, cercano di vincere il male con il bene, con la forza della verità, con le armi della preghiera e del perdono, con il lavoro onesto e ben fatto, con la ricerca scientifica al servizio della vita, con le opere di misericordia corporale e spirituale. Gli operatori di pace sono tanti, ma non fanno rumore. Come il lievito nella pasta, fanno crescere l’umanità secondo il disegno di Dio".

"In questo primo Angelus del nuovo anno, chiediamo a Maria Santissima, Madre di Dio, che ci benedica, come la mamma benedice i suoi figli che devono partire per un viaggio. Un nuovo anno è come un viaggio: con la luce e la grazia di Dio, possa essere un cammino di pace per ogni uomo e ogni famiglia, per ogni Paese e per il mondo intero".

TE DEUM: IL CRISTIANO È UOMO DI SPERANZA ANCHE DI FRONTE AL BUIO CHE C'È NEL MONDO

Città del Vaticano, 31 dicembre 2012 (VIS). Il Santo Padre ha presieduto alle 17:00 di oggi, nella Basilica Vaticana, la celebrazione dei primi Vespri della Solennità di Maria Santissima, Madre di Dio a cui sono seguiti l’esposizione del Santissimo Sacramento, il canto del tradizionale inno "Te Deum" di ringraziamento a conclusione dell’anno civile, e la benedizione eucaristica.

"Non possiamo - ha detto il Papa - fermarci solo alle notizie se vogliamo capire il mondo e la vita; dobbiamo essere capaci di sostare nel silenzio, nella meditazione, nella riflessione calma e prolungata; dobbiamo saperci fermare per pensare. In questo modo il nostro animo può trovare guarigione dalle inevitabili ferite del quotidiano, può scendere in profondità nei fatti che accadono nella nostra vita e nel mondo, e giungere a quella sapienza che permette di valutare le cose con occhi nuovi. Soprattutto nel raccoglimento della coscienza, dove ci parla Dio, si impara a guardare con verità le proprie azioni, anche il male presente in noi e intorno a noi, per iniziare un cammino di conversione che renda più saggi e più buoni, più capaci di generare solidarietà e comunione, di vincere il male con il bene. Il cristiano è un uomo di speranza, anche e soprattutto di fronte al buio che spesso c’è nel mondo e che non dipende dal progetto di Dio ma dalle scelte sbagliate dell’uomo, perché sa che la forza della fede può spostare le montagne: il Signore può illuminare anche la tenebra più profonda".

"L’Anno della fede, che la Chiesa sta vivendo, vuole suscitare nel cuore di ciascun credente una maggiore consapevolezza che l’incontro con Cristo è la sorgente della vera vita e di una solida speranza. La fede in Gesù permette un costante rinnovamento nel bene e la capacità di uscire dalle sabbie mobili del peccato e di ricominciare di nuovo. Nel Verbo fatto carne è possibile, sempre nuovamente, trovare la vera identità dell’uomo, che si scopre destinatario dell’infinito amore di Dio e chiamato alla comunione personale con Lui. Questa verità, che Gesù Cristo è venuto a rivelare, è la certezza che ci spinge a guardare con fiducia all’anno che stiamo per iniziare".

"La Chiesa, che ha ricevuto dal suo Signore la missione di evangelizzare, sa bene che il Vangelo è destinato a tutti gli uomini, in particolare alle nuove generazioni, per saziare quella sete di verità che ognuno porta nel cuore e che spesso è offuscata dalle tante cose che occupano la vita. Questo impegno apostolico è tanto più necessario quando la fede rischia di oscurarsi in contesti culturali che ne ostacolano il radicamento personale e la presenza sociale. Anche Roma è una città dove la fede cristiana deve essere annunciata sempre di nuovo e testimoniata in maniera credibile. Da una parte, il numero crescente di credenti di altre religioni, la difficoltà delle comunità parrocchiali ad avvicinare i giovani, il diffondersi di stili di vita improntati all’individualismo e al relativismo etico; dall’altra parte, la ricerca in tante persone di un senso per la propria esistenza e di una speranza che non deluda, non possono lasciarci indifferenti. Come l’Apostolo Paolo ogni fedele di questa Città deve sentirsi debitore del Vangelo verso gli altri abitanti!".

"È altresì importante - ha concluso il Papa - costruire un rapporto di cordiale amicizia anche con quei fedeli che, dopo aver battezzato il proprio bambino, distolti dalle urgenze della vita quotidiana, non mostrano grande interesse a vivere questa esperienza: essi potranno così sperimentare l’affetto della Chiesa che, come madre premurosa, si pone loro accanto per favorirne la vita spirituale".

Al termine della Celebrazione, il Santo Padre ha compiuto una breve visita al Presepio allestito in Piazza San Pietro.

LA FEDE È UN DONO PREZIOSO DA ALIMENTARE NEI PROPRI FIGLI

Città del Vaticano, 30 dicembre 2012 (VIS). Alle dodici di questa domenica, festa della Santa Famiglia, il Santo Padre Benedetto XVI si è affacciato alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l’Angelus con i fedeli ed i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro.

"La preoccupazione di Maria e Giuseppe per Gesù - ha detto Benedetto XVI - è la stessa di ogni genitore che educa un figlio, lo introduce alla vita e alla comprensione della realtà. Oggi pertanto è doverosa una speciale preghiera al Signore per tutte le famiglie del mondo. Imitando la santa Famiglia di Nazaret, i genitori si preoccupino seriamente della crescita e dell’educazione dei propri figli, perché maturino come uomini responsabili e onesti cittadini, senza dimenticare mai che la fede è un dono prezioso da alimentare nei propri figli anche con l’esempio personale. Nello stesso tempo preghiamo perché ogni bambino venga accolto come dono di Dio, sia sostenuto dall’amore del padre e della madre, per poter crescere come il Signore Gesù 'in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini'. L’amore, la fedeltà e la dedizione di Maria e Giuseppe siano di esempio per tutti gli sposi cristiani, che non sono gli amici o i padroni della vita dei loro figli, ma i custodi di questo dono incomparabile di Dio".

"Il silenzio di Giuseppe, uomo giusto, e l’esempio di Maria, che custodiva ogni cosa nel suo cuore, ci facciano entrare nel mistero pieno di fede e di umanità della Santa Famiglia. Auguro a tutte le famiglie cristiane di vivere alla presenza di Dio con lo stesso amore e con la stessa gioia della famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe".

Nel salutare i pellegrini di lingua spagnola, il Santo Padre si è rivolto anche "ai numerosi partecipanti all'Eucaristia che si celebra a Madrid in questa festa della Sacra Famiglia. Che Gesù, Maria e Giuseppe siano un esempio della fede che fa brillare l'amore e fortifica la vita della famiglia. Per sua intercessione, chiediamo che la famiglia continui ad essere un dono prezioso per ognuno dei suoi membri ed una ferma speranza per tutta l'umanità. E che la gioia di condividere la vita sotto la protezione di Dio, che apprendiamo da bambini dalla bocca dei nostri genitori, ci inviti a fare del mondo un vero focolare, uno spazio di concordia, solidarietà e rispetto reciproco. Con tale proposito, rivolgiamoci a Maria, nostra Madre del cielo, perché accompagni le famiglie nella loro vocazione di essere una forma profonda di chiesa domestica e cellula originaria della società".

AI GIOVANI DI TAIZÉ: SIATE PORTATORI DI UNITÀ

Città del Vaticano, 29 dicembre 2012 (VIS). Nel pomeriggio di oggi in Piazza San Pietro, davanti a più di 30.000 persone, il Santo Padre Benedetto XVI ha presieduto un momento di preghiera con i partecipanti al XXXV Incontro europeo dei giovani convocato dalla Comunità di Taizé, in corso a Roma. I giovani sono stati ospitati da numerose famiglie romane. La preghiera si è svolta secondo le modalità tipiche della Comunità di Taizé. Dopo il saluto di Frère Alois, Priore di Taizé, il Santo Padre ha rivolto un saluto ai giovani in diverse lingue.

"Siete venuti molto numerosi, da tutta l'Europa ed anche da altri continenti, per pregare presso le tombe dei santi Apostoli Pietro e Paolo - ha detto il Papa (...) - La fede che animava questi due grandi Apostoli di Gesù è anche quella che vi ha messi in cammino. Durante l'anno che sta per iniziare, voi vi proponete di liberare le sorgenti della fiducia in Dio per viverle nel quotidiano. Mi rallegro che voi incontriate in tal modo l'intenzione dell'Anno della Fede iniziato nel mese di ottobre".

Il Papa ha ricordato che proprio settanta anni fa Frère Roger fondò la Comunità di Taizé che accoglie migliaia di giovani di tutto il mondo per "ricercare il significato della propria vita". Per sostenerli nel loro "viaggio verso Cristo", Frère Roger istituì "il pellegrinaggio di fiducia sulla terra".

"Testimone instancabile del Vangelo della pace e della riconciliazione, ardentemente impegnato in un ecumenismo di santità, Frère Roger incoraggiava tutti coloro che passavano per Taizé a perseguire la comunione. Dovremmo ascoltare nei nostri cuori il suo ecumenismo vissuto con spiritualità e lasciarci guidare dalla sua testimonianza verso un ecumenismo che è davvero interiorizzato e spiritualizzato. Seguendo il suo esempio, possiate tutti voi essere portatori del suo messaggio di unità. Vi assicuro l'irrevocabile impegno della Chiesa cattolica nel continuare a cercare le vie della riconciliazione che conducono alla unione visibile dei cristiani, e così questa sera saluto con speciale affetto quanti di voi sono ortodossi o protestanti".

"Oggi Cristo vi pone la domanda che ha rivolto ai suoi discepoli: 'Chi sono io per voi?' (...) Cristo desidera ricevere da ciascuno di voi anche una risposta che proviene, non dall'obbligo né dalla paura, ma dalla vostra libertà profonda. È nel rispondere a questa domanda che la vostra vita troverà il suo senso più forte. (...) Questa Parola, si legge nella Seconda Lettera di Pietro, è 'come una lampada che brilla in un luogo oscuro' che voi fate bene a guardare 'finché non spunti il giorno e la stella del mattino si levi nei vostri cuori'. Voi l'avete compreso: se la stella del mattino deve levarsi nei vostri cuori significa che essa non vi è sempre. Talvolta il male e la sofferenza degli innocenti creano in voi il dubbio e le difficoltà. E il sì a Cristo può diventare difficile. Ma questo dubbio non fa di voi dei non credenti! Gesù non ha rifiutato l'uomo del Vangelo che ha gridato: 'Credo! Aiutami nella mia incredulità!", ha concluso il Santo Padre.

TELEGRAMMA DEL PAPA AL CARDINALE GIOVANNI BATTISTA RE

Città del Vaticano, 29 dicembre 2012 (VIS). Il Santo Padre Benedetto XVI ha fatto pervenire un telegramma di cordoglio al Cardinale Giovanni Battista Re, Prefetto emerito della Congregazione per i Vescovi, per la morte del padre, Signor Matteo Re, all'età di 104 anni. Il Papa esprime la sua vicinanza alla famiglia del Porporato ed invoca per tutti i congiunti la luce della fede e della speranza in Cristo.


ALTRI ATTI PONTIFICI

Città del Vaticano, 31 dicembre 2012 (VIS). Il Santo Padre:

- Ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Ciudad Quesada (Costa Rica), presentata dal Vescovo Oswaldo Brenes Álvarez, in conformità al canone 401, paragrafo 2, del Codice di Diritto Canonico.

- Ha nominato il Monsignor Egidio Turnaturi ed il Dottor Riccardo Turrini Vita, Giudici della Corte d’Appello dello Stato della Città del Vaticano.

Sabato 29 dicembre il Santo Padre:

- Ha nominato il Reverendo William Goh, Arcivescovo Coadiutore di Singapore (superficie: 639; popolazione: 5.000.000; cattolici: 190.000; sacerdoti: 131; religiosi: 152), Singapore. L'Arcivescovo eletto è nato nel 1957 a Singapore ed è stato ordinato sacerdote nel 1985. Dal 1985 al 1990 è stato Vicario parrocchiale di "Holy Cross" a Singapore; dal 1992 al 1993 è stato parroco di "St. Anne" a Singapore, dal 2005 è stato Rettore del Seminario Maggiore di Singapore. Attualmente è membro del Senato presbiterale; membro del Collegio dei Consultori, membro del Consiglio diocesano per la promozione vocazionale e Direttore Spirituale del Centro cattolico di spiritualità dell'Arcidiocesi.

- Ha eretto la Diocesi di Gboko (superficie: 10.692; popolazione: 1.690.000; cattolici: 896.860; sacerdoti: 86; religiosi: 23), Nigeria, per dismembramento della Diocesi di Makurdi, rendendola suffraganea dell'Arcidiocesi di Abuja. Ha nominato il Vescovo William Avenya, finora Ausiliare di Makurdi, Vescovo della nuova Diocesi di Gboko.

- Ha eretto la Diocesi di Katsina-Ala (superficie: 6.465; popolazione: 676.000; cattolici: 338.497; sacerdoti: 32; religiosi: 8), Nigeria. Ha nominato il Reverendo Peter Iornzuul Adoboh, Vescovo della nuova Diocesi di Katsina-Ala. Il Vescovo eletto è nato nel 1958 a Tse-Kucha (Nigeria) ed è stato ordinato sacerdote nel 1984. Dal 1984 al 1985 è stato Vicario parrocchiale di "Christ the King Parish" a Vandeikya; dal 1985 al 1986 è stato Vicario parrocchiale di "St. Anthony Parish" a Zaki-Biam; dal 1986 al 1987 è stato Vice Rettore al "St. James Minor Seminary" a Aliada; dal 1988 al 2001 è stato Professore e Direttore Spirituale del "St. Thomas Aquinas Major Seminary" a Makurdi; Dal 2001 al 2004 è stato Parroco di "St.Luck's Parish a Kubwa; dal 2004 al 2009 è stato Parroco del "St. Anne's Parish ad Adikpo; dal 2009 è stato parroco di "St. Winfred Parish" a Ihugh e Decano del decanato di Adikpo.
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