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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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mercoledì 30 aprile 2014

L'INTELLETTO SECONDO DONO DELLO SPIRITO SANTO AFFINCHÉ TUTTI NOI POSSIAMO CAPIRE LE COSE CON L'INTELLIGENZA DI DIO

Città del Vaticano, 30 aprile 2014 (VIS). Riprendendo il ciclo di catechesi sui sette doni dello Spirito Santo, Papa Francesco ha dedicato la catechesi dell'Udienza Generale di oggi al secondo dono, l'intelletto. "Non si tratta qui dell'intelligenza umana, della capacità intellettuale di cui possiamo essere più o meno dotati. - ha spiegato - È invece una grazia che solo lo Spirito Santo può infondere e che suscita nel cristiano la capacità di andare al di là dell'aspetto esterno della realtà e scrutare le profondità del pensiero di Dio e del suo disegno di salvezza".

"L'Apostolo Paolo rivolgendosi alla comunità di Corinto, descrive bene gli effetti di questo dono - cioè che cosa fa il dono dell'intelletto in noi -, e Paolo dice questo: 'Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrarono in cuore di uomo, Dio le ha preparate per coloro che lo amano. Ma a noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito'".

"Questo ovviamente non significa che un cristiano possa comprendere ogni cosa e avere una conoscenza piena dei disegni di Dio - ha sottolineato il Papa - Però, come suggerisce la parola stessa, l'intelletto permette di 'intus legere', cioè di 'leggere dentro': questo dono ci fa capire le cose come le capisce Dio, con l'intelligenza di Dio. (...) E Gesù ha voluto inviarci lo Spirito Santo perché noi abbiamo questo dono, perché tutti noi possiamo capire le cose come Dio le capisce, con l'intelligenza di Dio. (...) È il dono con cui lo Spirito Santo ci introduce nell'intimità con Dio e ci rende partecipi del disegno d'amore che Lui ha con noi".

"È chiaro allora che il dono dell'intelletto è strettamente connesso alla fede. Quando lo Spirito Santo abita nel nostro cuore e illumina la nostra mente, ci fa crescere giorno dopo giorno nella comprensione di quello che il Signore ha detto e ha compiuto. Lo stesso Gesù ha detto ai suoi discepoli: io vi invierò lo Spirito Santo e Lui vi farà capire tutto quello che io vi ho insegnato. (...) Se noi leggiamo il Vangelo con questo dono dello Spirito Santo possiamo capire la profondità delle parole di Dio (...). Dacci, Signore, il dono dell'intelletto".

"C'è un episodio nel Vangelo di Luca che esprime molto bene la profondità e la forza di questo dono", ha spiegato il Papa riferendosi alla vicenda degli apostoli che ritornano al villaggio di Emmaus senza riconoscere Gesù che cammina accanto a loro. "Gesù cammina con loro, ma loro sono tanto tristi, tanto disperati, che non lo riconoscono. Quando però il Signore spiega loro le Scritture, perché comprendano che Lui doveva soffrire e morire per poi risorgere, le loro menti si aprono e nei loro cuori si riaccende la speranza. E questo è quello che fa lo Spirito Santo con noi: ci apre la mente, ci apre per capire meglio, per capire meglio le cose di Dio, le cose umane, le situazioni, tutte le cose. È importante il dono dell’intelletto per la nostra vita cristiana. Chiediamolo al Signore, che ci dia, che dia a tutti noi questo dono per capire, come capisce Lui, le cose che accadono e per capire, soprattutto, la Parola di Dio nel Vangelo".

IL PAPA SALUTA I PELLEGRINI POLACCHI E RICORDA SANTA CATERINA DA SIENA, PATRONA D'ITALIA E D'EUROPA

Città del Vaticano, 30 aprile 2014 (VIS). Al termine della catechesi, Papa Francesco ha salutato, fra gli altri, i connazionali di San Giovanni Paolo II, con questa parole "La testimonianza della sua fede, della speranza, della carità e dell'affidamento alla Divina Misericordia rimane in noi in questi giorni particolarmente viva. La sua intercessione sostenga la vita e le buone intenzioni di ciascuno di voi, le preoccupazioni e le gioie dei vostri cari, lo sviluppo e il sereno futuro della Chiesa in Polonia e di tutta la vostra Patria".

Successivamente, rivolgendosi ai giovani, ai malati, agli sposi novelli, Papa Francesco ha ricordato che ieri è stata celebrata la festa liturgica di Santa Caterina da Siena, patrona d'Italia e d'Europa, ed ha incoraggiato i giovani ad imparare "a vivere con la coscienza retta di chi non cede ai compromessi umani", i malati ad ispirarsi "al suo esempio di fortezza nei momenti di maggior dolore" ed infine gli sposi novelli ad imitare "la solidità della fede di chi si fida di Dio".

INTENZIONI DI PREGHIERA DEL SANTO PADRE MAGGIO 2014

Città del Vaticano, 30 aprile 2014 (VIS). Di seguito riportiamo le intenzioni per il mese di maggio affidate dal Papa all'apostolato della preghiera:

Generale: "Perché i mezzi di comunicazione siano strumenti al servizio della verità e della pace".

Missionaria: "Perché Maria, Stella dell'Evangelizzazione, guidi la missione della Chiesa nell'annuncio di Cristo a tutte le genti".

CALENDARIO CELEBRAZIONI PRESIEDUTE DAL SANTO PADRE FRANCESCO

Città del Vaticano, 30 aprile 2014 (VIS). Di seguito riportiamo il calendario delle celebrazioni presiedute dal Santo Padre Francesco nel mese di maggio 2014.

MAGGIO:

Domenica 11: IV Domenica di Pasqua: alle 9:30, nella Basilica Vaticana. Ordinazioni presbiterali. Santa Messa.

Domenica 18: V Domenica di Pasqua: alle 16:00, Visita pastorale alla Parrocchia-Santuario "Santa Maria del Divino Amore".

Sabato 24-Lunedì 26: Viaggio Apostolico in Terra Santa in occasione del 50° anniversario dell'Incontro a Gerusalemme tra Papa Paolo VI e il Patriarca Atenagora.

INTENSA ATTIVITÀ CONSIGLIO DI CARDINALI E COMMISSIONI ISTITUITE DAL PAPA

Città del Vaticano, 30 aprile 2014 (VIS). Il Consiglio di Cardinali ha proseguito i suoi lavori secondo il programma previsto e li concluderà nel corso del pomeriggio di oggi. Ha completato una prima rassegna dei Pontifici Consigli. Nella mattinata di mercoledì ha avuto un incontro con il Cardinale Lorenzo Baldisseri, che ha riferito sulla preparazione del Sinodo. Parte del tempo è stata dedicata alla previsione del lavoro da compiere fra il presente Incontro e quello successivo, previsto per i primi giorni di luglio.

Il nuovo Consiglio per l’Economia avrà il suo primo incontro venerdì prossimo, 2 maggio, nella Sala Bologna del Palazzo Apostolico. Il Santo Padre rivolgerà ai partecipanti un saluto introduttivo. Argomento principale saranno gli Statuti del Consiglio stesso e la previsione del programma di lavoro del Consiglio stesso. L’incontro durerà tutta la giornata di venerdì.

La nuova Commissione per la protezione dei minori avrà un primo incontro nei prossimi giorni, da giovedì 1° a sabato 3 maggio, presso la Domus Santa Marta. Nel corso dei lavori si prevede una riflessione sulla natura e gli scopi della Commissione stessa, come pure sulla integrazione con altri membri rappresentativi anche di altre aree geografiche del mondo. Il Santo Padre saluterà i membri della Commissione.

ALTRI ATTI PONTIFICI

Città del Vaticano, 30 aprile 2014 (VIS). Il Santo Padre ha nominato;

- Il Reverendo José Roberto Fortes Palau, Vescovo Ausiliare dell'Arcidiocesi di São Paulo (superficie: 655; popolazione: 6.633.912; cattolici: 4.776.416; sacerdoti:995; religiosi: 2.316; diaconi permanenti: 72), Brasile. Il Vescovo eletto è nato nel 1965 a Jacareí (Brasile) ed è stato ordinato sacerdote nel 1993. Nella città di São José dos Campos è stato: nel 1993 Vicario parrocchiale della Parrocchia “Sant’Ana”; dal 1997 al 2000 Parroco della Parrocchia “São José”; dal 2000 al 2011 Rettore del Seminario di Teologia; dal 2004 al 2011 Vicario parrocchiale della Parrocchia “São Bento”; dal 2005 al 2013 Vicario Generale della diocesi. È stato finora Parroco della Parrocchia “Santo Agostinho” a São José dos Campos.

- Il Reverendo Carlos Lema García, Vescovo Ausiliare dell'Arcidiocesi di São Paulo (Brasile). Il Vescovo eletto è nato nel 1956 a São Paulo (Brasile). Membro della Prelatura Personale della Santa Croce "Opus Dei", è stato ordinato sacerdote nel 1985. Dal 1985 al 1990 è stato Cappellano del Centro Universitário do Itaim, a São Paulo; dal 1990 al 1993 Cappellano del CEAC, a Brasília; dal 1997 al 2002 Cappellano del Centro Culturale “Mirador” a Porto Alegre; dal 2004 al 2010 Vicario Segretario della Delegazione della Prelatura in Brasile, con sede a São Paulo. È stato finora Direttore Spirituale dell’Opus Dei in Brasile, con residenza a São Paulo.

martedì 29 aprile 2014

INCONTRO DEL SANTO PADRE CON I CARDINALI CONSIGLIERI (28-30 APRILE)

Città del Vaticano, 29 aprile 2014 (VIS). Il Consiglio di Cardinali ha iniziato ieri mattina, lunedì 28 aprile, le riunioni di questo suo quarto Incontro. Il Santo Padre partecipa per la maggior parte del tempo, a meno che abbia altri impegni di particolare importanza, come l’udienza ai reali di Spagna lunedì mattina e quella al Presidente del Paraguay martedì mattina e l’udienza generale mercoledì mattina.

Oltre agli otto cardinali membri del Consiglio partecipa regolarmente alle riunioni anche il Cardinale Segretario di Stato, Pietro Parolin.

Nel pomeriggio di lunedì, il Consiglio ha ascoltato una relazione da parte del Presidente della Pontificia Commissione Referente di Studio e Indirizzo per gli Affari Economici ed Amministrativi della Santa Sede (COSEA), Professor Joseph F.X. Zahra, a proposito di alcuni dei settori di attività da essa esaminati.

Dopo aver passato in rassegna, nei precedenti Incontri, le Congregazioni della Curia Romana, il Consiglio sta ora prendendo in considerazione i Pontifici Consigli, prima con riflessioni generali e poi singolarmente. È da prevedere che nel corso di questo Incontro si possa completare una prima rassegna di considerazioni sui Pontifici Consigli.

Il Consiglio di Cardinali prevede una nuova riunione prolungata di quattro giorni nel mese di luglio (1-4 luglio).

Il lavoro da compiere è ancora molto, cosicché non bisogna attendersi che si concluda entro l’anno in corso, ma piuttosto nel successivo.

I precedenti Incontri del Consiglio hanno avuto luogo nei giorni: 1-3 ottobre 2013, 3-5 dicembre 2013, 17-19 febbraio 2014.

Informiamo, inoltre, che il prossimo venerdì 2 maggio, avrà luogo il primo incontro del nuovo Consiglio per l’Economia.

UDIENZE

Città del Vaticano, 29 aprile 2014 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza:

- Il Cardinale Jorge Liberato Urosa Savino, Arcivescovo di Caracas (Venezuela).

- Il Signor Horacio Manuel Cartes Jara, Presidente della Repubblica del Paraguay, con la Consorte, e Seguito.

- L'Arcivescovo Ivo Scapolo, Nunzio Apostolico in Cile.

ALTRI ATTI PONTIFICI

Città del Vaticano, 29 aprile 2014 (VIS). Il Santo Padre ha nominato il Vescovo Joseph Anthony Toal, Vescovo di Motherwell (superficie: 1.178; popolazione: 703.000; cattolici: 164.586; sacerdoti: 102; religiosi: 75; diaconi permanenti: 13), Scozia, Gran Bretagna. È stato finora Vescovo della Diocesi di Argyll and the Isles (Scozia, Gran Bretagna).

lunedì 28 aprile 2014

IL PAPA RICEVE IL RE JUAN CARLOS E LA REGINA SOFIA DI SPAGNA

Città del Vaticano, 28 aprile 2014 (VIS). Stamani, lunedì 28 aprile 2014, nello studio dell’Aula Paolo VI, Papa Francesco ha ricevuto le Loro Maestà il Re Juan Carlos e la Regina Sofia di Spagna. I Reali si sono incontrati anche con il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato, il quale era accompagnato dall'Arcivescovo Dominique Mamberti, Segretario per i Rapporti con gli Stati.

Durante i cordiali colloqui sono state rilevate le buone relazioni tra la Santa Sede e la Spagna, che sono andate sempre più consolidandosi secondo lo spirito degli Accordi del 1979. In tale contesto, si è fatto riferimento ad alcune questioni di attualità che riguardano la missione della Chiesa nella società e la situazione del Paese.

Non è mancato, inoltre, uno scambio di vedute su tematiche di carattere internazionale, con particolare riferimento ad alcune situazioni di crisi.


VIDEOMESSAGGIO AI GIOVANI DI BUENOS AIRES

Città del Vaticano, 28 aprile 2014 (VIS). Il Santo Padre ha inviato un videomessaggio ai giovani di Buenos Aires in occasione della “Pascua de la Juventud”. Il videomessaggio, che il Cardinale Mario Aurelio Poli, Arcivescovo di Buenos Aires, aveva precedentemente richiesto al Papa, è stato improvvisato e ritrasmesso nel Planetario della città, il pomeriggio di sabato 26 aprile.
"Pensavo, mentre mi preparavo a registrare questo messaggio, a cosa vi avrei detto - afferma il Papa nel video - 'Fate chiasso', ve l'ho già detto. 'Non abbiate paura di nulla', ve l'ho già detto. 'Siate liberi', ve l'ho già detto. Allora mi sono venute in mente alcune figure di giovani del Vangelo. Alcuni giovani che hanno incontrato Gesù e dei quali ha parlato Gesù... Ho pensato ai giovani Apostoli, al giovane ricco, al giovane che va a cercare una nuova vita con l'eredità di suo padre, ho pensato al giovane morto... Come si sono commossi nell'incontrare Gesù, si sono entusiasmati, con quello stupore che scaturisce dall'incontro con Gesù... E dopo gli apostoli si infiacchiscono, dopo non si comportano tanto bene..., dopo viene la lotta per restare fedeli a questo incontro, l'incontro con Gesù.... Dio è molto buono - continua il Pontefice - Dio si serve dei nostri insuccessi per parlare al nostro cuore. Non disse Dio a quel giovane: 'Sei un fallito, guarda cosa hai fatto'. Lo fa ragionare".

Papa Francesco elenca diversi esempi di figure maschili e scherzando si rivolge ai giovani: "Padre, non è giusto - mi diranno le ragazze - perché gli esempi che ci dà sono per i ragazzi. E noi?... Voi dovete aspirare con la vostra vita a consolidare le tenerezza e la fedeltà... Voi percorrete la stessa strada delle donne che hanno seguito Gesù, nei momenti belli e nei momenti brutti. La donna ha il grande tesoro di poter dare la vita, di poter dare la tenerezza, di poter dare la pace e la gioia. C'è un solo modello per voi, Maria: la donna della fedeltà, la donna che non comprende cosa le accade ma obbedisce. La donna che appena viene a sapere che sua cugina ha bisogno di lei, si affretta ad andarla a trovare, la Vergine della Sollecitudine. La donna che visse da rifugiata in un paese straniero per salvare la vita di suo figlio. La donna che ha allevato suo Figlio e lo ha accompagnato, e quando suo Figlio inizia a predicare, sta dietro di lui. La donna che ha sofferto tutto ciò che è accaduto a suo Figlio, a questo ragazzo grande. La donna che rimane accanto al Figlio e lo mette a parte dei problemi: "Non c'è più vino". La donna che nel momento della Crocifissione era con Lui.... Voi siete donne della Chiesa ... che è femminile, è come Maria. Questo è il vostro posto. Essere Chiesa, conformarvi alla Chiesa, essere con Gesù, dare tenerezza, accompagnare, far crescere".

Prima di concludere Papa Francesco ha detto alle ragazze, con simpatia e con accento argentino: "E ora non arrabbiatevi, a voi è toccata la parte migliore rispetto ai ragazzi!" ed ha raccomandato: "Maria, la Madonna della Carezza, la Madonna della Tenerezza, la Madonna della Sollecitudine al servizio, vi indichi la via. Che ognuno di voi - ha concluso il Papa rivolgendosi a tutti i giovani - incontri Gesù, Gesù risorto. E vi dico una cosa: Non abbiate paura! Guardate Gesù, guardate Maria ed andate avanti!".

IV INCONTRO CON I CARDINALI CONSIGLIERI

Città del Vaticano, 28 aprile 2014 (VIS). Ha avuto inizio questa mattina la quarta riunione (28-30 aprile 2014) di Papa Francesco con il “Consiglio di Cardinali”, voluto dal Santo Padre per aiutarLo nel governo della Chiesa universale e per studiare un progetto di revisione della Costituzione Apostolica Pastor bonus sulla Curia Romana.

COMUNICATO COMMISSIONE CARDINALIZIA DI VIGILANZA IOR

Città del Vaticano, 28 aprile 2014 (VIS). Oggi, lunedì 28 aprile alle ore 9, si è riunita, presso la sede dell’Istituto per le Opere di Religione, la Commissione Cardinalizia di Vigilanza per elaborare le linee portanti della propria azione. Inoltre si è deciso che la Commissione di Vigilanza si riunirà in via di principio tre volte l’anno, a meno che non intervengano particolari circostanze che richiedano altri incontri.

CELEBRAZIONE EUCARISTICA DI RINGRAZIAMENTO PER LA CANONIZZAZIONE DI GIOVANNI PAOLO II

Città del Vaticano, 28 aprile 2014 (VIS). Alle 10:00 di questa mattina, in Piazza San Pietro, il Cardinale Angelo Comastri, Vicario Generale di Sua Santità per la Città del Vaticano e Arciprete della Basilica Papale di San Pietro, ha presieduto la celebrazione eucaristica di ringraziamento per la canonizzazione di Giovanni Paolo II.

La celebrazione eucaristica è stata preceduta dal saluto del Cardinale Stanislaw Dziwisz, Arcivescovo di Cracovia (Polonia), che fu segretario del nuovo santo. "Ieri - ha detto il Cardinale Dziwisz - sono stati ascritti fra i Santi due Papi beati. Il primo di essi è Giovanni XXIII, figlio della terra italiana, che si è meritato il titolo di Papa Buono. È stato lui a indire, più di mezzo secolo fa, il Concilio Vaticano II. Il secondo dei nuovi Santi, Giovanni Paolo II, figlio della terra polacca, il Papa della Divina Misericordia, ha conseguentemente messo in vita le decisioni del Concilio ed ha anche introdotto la Chiesa nel terzo millennio della fede cristiana".

"Per questo doppio dono ringraziamo Dio. Ringraziamo per la testimonianza, straordinariamente trasparente, di amore e di servizio di tutti e due i pastori. (...) Per questo doppio dono ringraziamo di tutto cuore il Santo Padre Francesco. Ringraziamolo perché già il primo anno del suo pontificato ha preso la decisione della canonizzazione dei suoi Predecessori, fissandone la data nella Domenica della Divina Misericordia", ha detto ancora il Cardinale Arcivescovo di Cracovia che ha concluso il suo intervento ringraziando anche a nome dei suoi connazionali "l'Italia e tutti i suoi abitanti per aver accolto tanto cordialmente, anni fa, Karol Wojtyla, come vescovo e papa, arrivato a Roma 'da un paese lontano'. L'Italia è diventata per lui una seconda Patria. Oggi sicuramente Giovanni Paolo II la benedice dall'alto, come anche benedice la Polonia e il mondo intero. Nel suo cuore hanno trovato posto tutte le nazioni, le culture, le lingue".

Nel ricordare le parole di Giovanni Paolo II: "I santi non ci chiedono di applaudirli, ma di imitarli", il Cardinale Comastri ha invitato i pellegrini ad imitare il nuovo santo che "ha avuto il coraggio di dire apertamente la fede in Gesù in un'epoca di 'apostasia silenziosa' (...), il coraggio di difendere la famiglia (...), il coraggio di difendere la vita umana (...), il coraggio di difendere la pace, mentre soffiavano cupi venti di guerra (...), il coraggio di andare incontro ai giovani per liberarli dalla cultura del vuoto e dell'effimero e per invitarli ad accogliere Cristo, unica luce della vita e unico capace di dare pienezza di gioia al cuore umano".

ALTRI ATTI PONTIFICI

Città del Vaticano, 28 aprile 2014 (VIS). Il Santo Padre ha accettato la rinuncia all’ufficio di Ausiliare dell’arcidiocesi di Dhaka (Bangladesh), presentata dal Vescovo Theotonius Gomes, C.S.C., per raggiunti limiti d'età.

domenica 27 aprile 2014

GIOVANNI XXIII E GIOVANNI PAOLO II ISCRITTI NELL'ALBO DEI SANTI

Città del Vaticano, 27 aprile 2014 (VIS). Questa mattina, in Piazza San Pietro, mezzo milione di persone hanno assistito al rito della canonizzazione dei "due Papi Santi": Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II e più di trecentomila persone hanno seguito la celebrazione sui maxischermi collocati in vari luoghi della città di Roma. Già dalle cinque di mattina, ora di apertura, la Piazza e le vie adiacenti erano gremite di pellegrini provenienti da tutto il mondo, fra i quali, quelli provenienti dalla Polonia, erano uno dei gruppi più numerosi. Erano presenti le delegazioni ufficiali di oltre 100 paesi, più di venti Capi di Stato e numerose personalità del mondo della politica e della cultura, fra cui, i Reali di Spagna, Re Juan Carlos e la Regina Sofia, il Re Alberto II e la Regina Paola del Belgio, il Principe Hans-Adam del Lichtenstein, il Granduca Enrico di Lussemburgo, l'ex Presidente della Repubblica di Polonia, Lech Walesa, il Presidente del Parlamento Argentino Julián Dominguez, il Presidente dell'Unione Europea, Hernan Van Rompuy e della Commissione Europea, José Manuel Barroso. Alla celebrazione hanno preso parte anche le due protagoniste dei miracoli di Giovanni Paolo II, Suor Adele Labianca e Floribeth Mora Díaz.

Gli arazzi con i ritratti dei due Papi - gli stessi esposti il giorno delle rispettive beatificazioni - sovrastavano il portale della Basilica. In Piazza San Pietro, ornata da oltre 30.000 rose provenienti dall'Ecuador, e in Via della Conciliazione, centinaia di migliaia di fedeli si preparavano alla celebrazione recitando la coroncina alla Divina Misericordia, intervallata dalla lettura di testi del magistero dei due pontefici e preceduta dall'Inno al Beato Giovanni XXIII "Pastore buono del gregge di Cristo". La preghiera si è conclusa con l'Inno al Beato Giovanni Paolo II "Aprite le porte a Cristo".

Sotto una pioggia intermittente e mentre si recitavano le litanie invocando la protezione dei santi, ha avuto inizio la processione dei cardinali e vescovi concelebranti che, prima di prendere posto, hanno salutato il Papa emerito Benedetto XVI che ha concelebrato con il Santo Padre. Pochi minuti dopo le dieci, Papa Francesco è entrato in Piazza San Pietro e prima di procedere al rito di canonizzazione dei due nuovi santi, ha abbracciato il Papa emerito.

Subito dopo il Cardinale Angelo Amato, S.D.B., Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, accompagnato dai Postulatori, ha domandato al Papa di iscrivere il nome dei due Papi Beati nell'Albo dei Santi e il Santo Padre ha pronunciato la formula di canonizzazione:

"Ad onore della Santissima Trinità,
per l'esaltazione della fede cattolica
e l'incremento della vita cristiana,
con l'autorità di nostro Signore Gesù Cristo,
dei Santi Apostoli Pietro e Paolo
e Nostra,
dopo aver lungamente riflettuto,
invocato più volte l'aiuto divino
e ascoltato il parere
di molti nostri Fratelli nell'Episcopato,
dichiariamo e definiamo Santi
i Beati
Giovanni XXIII
e Giovanni Paolo II
e li iscriviamo nell'Albo dei Santi,
e stabiliamo che in tutta la Chiesa
essi siano devotamente onorati tra i Santi.
Nel nome del Padre e del Figlio
e dello Spirito Santo.
Amen".

Successivamente sono state presentate al Papa le reliquie dei nuovi santi, collocate accanto all'altare durante la celebrazione: il reliquiario di Giovanni Paolo II, contenente una ampolla con il suo sangue, era quello esposto il 1° maggio 2011; per Giovanni XXIII ne è stato creato uno uguale poiché il giorno della sua beatificazione, il 3 settembre 2000, il suo corpo non era ancora stato riesumato.

Dopo la proclamazione del Vangelo, il Santo Padre ha tenuto l'omelia in cui ha definito San Giovanni XXIII "il Papa della docilità allo Spirito Santo" e Giovanni Paolo II "il Papa della famiglia". "Al centro di questa domenica - ha detto all'inizio dell'omelia - che conclude l’Ottava di Pasqua che Giovanni Paolo II ha voluto intitolare alla Divina Misericordia, ci sono le piaghe gloriose di Gesù risorto".

"Egli - ha detto - le mostrò già la prima volta in cui apparve agli Apostoli, le sera stessa del giorno dopo il sabato, il giorno della Risurrezione. Ma quella sera non c’era Tommaso; e quando gli altri gli dissero che avevano visto il Signore, lui rispose che se non avesse visto e toccato quelle ferite, non avrebbe creduto. Otto giorni dopo, Gesù apparve di nuovo nel cenacolo, in mezzo ai discepoli, e c’era anche Tommaso; si rivolse a lui e lo invitò a toccare le sue piaghe. E allora quell’uomo sincero, quell’uomo abituato a verificare di persona, si inginocchiò davanti a Gesù e disse: 'Mio Signore e mio Dio!'".

"Le piaghe di Gesù sono scandalo per la fede, ma sono anche la verifica della fede. Per questo nel corpo di Cristo risorto le piaghe non scompaiono, rimangono, perché quelle piaghe sono il segno permanente dell’amore di Dio per noi, e sono indispensabili per credere in Dio. Non per credere che Dio esiste, ma per credere che Dio è amore, misericordia, fedeltà. San Pietro, riprendendo Isaia, scrive ai cristiani: 'Dalle sue piaghe siete stati guariti'".

"San Giovanni XXIII e San Giovanni Paolo II - ha esclamato Papa Francesco - hanno avuto il coraggio di guardare le ferite di Gesù, di toccare le sue mani piagate e il suo costato trafitto. Non hanno avuto vergogna della carne di Cristo, non si sono scandalizzati di Lui, della sua croce; non hanno avuto vergogna della carne del fratello, perché in ogni persona sofferente vedevano Gesù. Sono stati due uomini coraggiosi, pieni della parresia dello Spirito Santo, e hanno dato testimonianza alla Chiesa e al mondo della bontà di Dio, della sua misericordia".

"Sono stati sacerdoti, vescovi e papi del XX secolo. Ne hanno conosciuto le tragedie, ma non ne sono stati sopraffatti. Più forte, in loro, era Dio; più forte era la fede in Gesù Cristo Redentore dell’uomo e Signore della storia; più forte in loro era la misericordia di Dio che si manifesta in queste cinque piaghe; più forte era la vicinanza materna di Maria".

"In questi due uomini contemplativi delle piaghe di Cristo e testimoni della sua misericordia dimorava 'una speranza viva', insieme con una 'gioia indicibile e gloriosa'. La speranza e la gioia che Cristo risorto dà ai suoi discepoli, e delle quali nulla e nessuno può privarli. La speranza e la gioia pasquali, passate attraverso il crogiolo della spogliazione, dello svuotamento, della vicinanza ai peccatori fino all’estremo, fino alla nausea per l’amarezza di quel calice. Queste sono la speranza e la gioia che i due santi Papi hanno ricevuto in dono dal Signore risorto e a loro volta hanno donato in abbondanza al Popolo di Dio, ricevendone eterna riconoscenza".

"Questa speranza e questa gioia si respiravano nella prima comunità dei credenti, a Gerusalemme, di cui ci parlano gli Atti degli Apostoli, che abbiamo ascoltato nella seconda lettura. È una comunità in cui si vive l’essenziale del Vangelo, vale a dire l’amore, la misericordia, in semplicità e fraternità".

"E questa è l’immagine di Chiesa che il Concilio Vaticano II ha tenuto davanti a sé. Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II hanno collaborato con lo Spirito Santo per ripristinare e aggiornare la Chiesa secondo la sua fisionomia originaria, la fisionomia che le hanno dato i santi nel corso dei secoli. Non dimentichiamo che sono proprio i santi che mandano avanti e fanno crescere la Chiesa. Nella convocazione del Concilio Giovanni XXIII ha dimostrato una delicata docilità allo Spirito Santo, si è lasciato condurre ed è stato per la Chiesa un pastore, una guida-guidata dallo Spirito Santo. Questo è stato il suo grande servizio alla Chiesa; per cui mi piace ricordarlo come il Papa della docilità allo Spirito".

"In questo servizio al Popolo di Dio, Giovanni Paolo II è stato il Papa della famiglia. Così lui stesso, una volta, disse che avrebbe voluto essere ricordato, come il Papa della famiglia. Mi piace sottolinearlo mentre stiamo vivendo un cammino sinodale sulla famiglia e con le famiglie, un cammino che sicuramente dal Cielo lui accompagna e sostiene".

"Che entrambi questi nuovi santi Pastori del Popolo di Dio intercedano per la Chiesa affinché, durante questi due anni di cammino sinodale, sia docile allo Spirito Santo nel servizio pastorale alla famiglia. Che entrambi ci insegnino a non scandalizzarci delle piaghe di Cristo, ad addentrarci nel mistero della misericordia divina che sempre spera, sempre perdona, perché sempre ama".

Questo pomeriggio la Basilica di San Pietro rimarrà aperta dalle 14:00 alle 22:00 per permettere ai fedeli di venerare le spoglie dei due Papi Santi, custodite nelle urne di cristallo dove è stata apposta la parola santo.

ONORARE LA MEMORIA DEI DUE SANTI PAPI SEGUENDO FEDELMENTE I LORO INSEGNAMENTI

Città del Vaticano, 27 aprile 2014 (VIS). Al termine della Santa Messa celebrata sul sagrato della Basilica Vaticana per la Canonizzazione dei Beati Pontefici Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, prima della recita del Regina Caeli, il Santo Padre Francesco ha salutato i fedeli e i pellegrini presenti in Piazza San Pietro, nelle strade adiacenti e in diversi luoghi di Roma. Il Papa ha anche ringraziato i fratelli Cardinali e i numerosissimi Vescovi e sacerdoti di ogni parte del mondo, le Delegazioni ufficiali di tanti Paesi e le Autorità italiane "venute per rendere omaggio - ha detto - a due Pontefici che hanno contribuito in maniera indelebile alla causa dello sviluppo dei popoli e della pace".

Nel salutare con "grande affetto" i pellegrini delle Diocesi di Bergamo e di Cracovia, Papa Francesco li ha esortati a onorare "la memoria dei due santi Papi seguendo fedelmente i loro insegnamenti. "Sono grato - ha proseguito - a tutti coloro che con grande generosità hanno preparato queste giornate memorabili: la Diocesi di Roma con il Cardinale Vallini, il Comune di Roma con il Sindaco Ignazio Marino, le forze dell’ordine e le varie Organizzazioni, le Associazioni e i numerosi volontari. Grazie a tutti!".

Ringraziando i dirigenti e gli operatori dei media, "che hanno dato a tante persone la possibilità di partecipare", il Papa ha anche rivolto uno speciale saluto ai malati e agli anziani, "verso i quali i nuovi Santi erano particolarmente vicini".

Infine il Papa si è rivolto in preghiera alla Vergine Maria "che san Giovanni XXIII e san Giovanni Paolo II hanno amato come suoi veri figli".

Dopo il saluto alle Delegazioni ufficiali, Papa Francesco, per la prima volta in una cerimonia di canonizzazione o beatificazione, ha fatto un giro in Piazza San Pietro ed ha percorso Via della Conciliazione in papamobile per benedire e salutare i pellegrini che hanno partecipato a questo storico avvenimento.

sabato 26 aprile 2014

IL PAPA RICEVE PRIMO MINISTRO UCRAINA: COLLABORAZIONE DI TUTTE LE PARTI PER RIPRISTINO STABILITÀ POLITICA E SOCIALE DEL PAESE

Città del Vaticano, 26 aprile 2014 (VIS). Questa mattina, il Primo Ministro dell'Ucraina, Signor Arseniy Yatsenyuk, è stato ricevuto in Udienza, nel Palazzo Apostolico, dal Santo Padre Francesco. Successivamente ha incontrato il Segretario di Stato, Cardinale Pietro Parolin, che era accompagnato dal Segretario per i Rapporti con gli Stati, Arcivescovo Dominique Mamberti.

Durante i cordiali colloqui, svoltisi nel quadro dei buoni rapporti bilaterali tra la Santa Sede e l'Ucraina, si è discusso della situazione attuale, con l'auspicio che tutte le Parti interessate collaborino costruttivamente per il ripristino della stabilità politica e sociale del Paese, nell'ambito del diritto internazionale, e promuovendo l'intesa tra i popoli della Regione. È stato inoltre rilevato il ruolo specifico che le Chiese e le organizzazioni religiose, nonché ciascun credente, sono chiamati a compiere nel favorire il rispetto vicendevole e la concordia tra tutte le componenti della società.

Infine, si è fatto cenno a possibili ulteriori iniziative della comunità internazionale al riguardo.

PREPARATIVI A ROMA CANONIZZAZIONE GIOVANNI XXIII E GIOVANNI PAOLO II

Città del Vaticano, 26 aprile 2014 (VIS). In questi giorni la città di Roma accoglie centinaia di migliaia di fedeli che domani, in Piazza San Pietro, assisteranno alla canonizzazione di Giovanni XXIII e di Giovanni Paolo II, presenti delegazioni di oltre cento paesi ed almeno ventiquattro Capi di Stato.

In questa settimana l'Opera Romana Pellegrinaggi (ORP) ha predisposto diciannove maxischermi a Roma e a Milano per permettere ai pellegrini di seguire la Santa Messa della Canonizzazione. Tre maxischermi sono stati collocati in Via dei Fori Imperiali, al Colosseo e all'Aeroporto romano Leonardo Da Vinci (Fiumicino) ed in Piazza del Duomo a Milano. Nove sono dislocati nelle strade adiacenti a Piazza San Pietro, Via della Conciliazione, Piazza Pio Pio XII, nella zona pedonale e giardini di Castel Sant'Angelo. Un maxischermo in Piazza Navona per i pellegrini di lingua polacca, uno in Piazza Farnese, per i pellegrini in lingua francofona, uno in Piazza Esquilino a Santa Maria Maggiore. Fino a lunedì 28 aprile i maxischermi trasmetteranno in sei lingue filmati e notizie sui due Pontefici santi ed informazioni di pubblica utilità.

Commentando questo evento senza precedenti, il Vescovo Liberio Andreatta ha affermato: "Mai nella storia di Roma e mai nella storia mondiale è avvenuto: due Papi Santi e due Papi vivi che li hanno conosciuti". Il calendario degli eventi che precedono la canonizzazione è molto ricco. Ieri, i pellegrini di lingua francese hanno iniziato il "Cammino di santità", un percorso tra arte e fede nelle cinque chiese francesi a Roma, che si conclude il 27 aprile. Nel pomeriggio di ieri, presso la cappella universitaria San Tommaso d'Aquino dell'Università degli Studi di Roma Tor Vergata, gli studenti universitari hanno assistito alla Santa Messa. Oggi, dalle 18:00, è in programma una veglia di preghiera per i fedeli bergamaschi nella Basilica di San Giovanni in Laterano, ed alle 19:00, una veglia di preghiera in Santa Maria in Montesanto, la "Chiesa degli Artisti", in Piazza del Popolo.

A partire dalle 21:00 ha inizio la notte bianca di preghiera. Le Chiese del centro di Roma saranno aperte a tutti i fedeli che desiderano pregare e confessarsi e sarà garantita l'animazione liturgica in diverse lingue a Sant'Agnese in Agone, San Marco al Campidoglio, Santa Anastasia, il Santissimo Nome di Gesù all'Argentina, Santa Maria in Vallicella, San Giovanni dei Fiorentini, Sant'Andrea della Valle, San Bartolomeo all'Isola Tiberina, Sant'Ignazio di Loyola in Campo Marzio, Chiesa delle Santissime Stimmate, Chiesa dei XII Apostoli e nella Basilica Sacro Cuore di Gesù. Dalle 22:30 di sabato 26 aprile fino alle 5.00 di domenica 27 aprile, è in programma una veglia di preghiera dei giovani di Azione Cattolica nella parrocchia di Santa Maria delle Grazie al Trionfale.

Domani 100 persone dell'Opera Romana Pellegrinaggi e 550 volontari di associazioni cattoliche saranno a disposizione dei pellegrini presenti in Via della Conciliazione per ogni tipo di informazione in diverse lingue. Sin dalle 5 del mattino 8 pullman porteranno nei pressi di Piazza San Pietro, 200 sacerdoti e diaconi per la distribuzione dell'Eucaristia; assisteranno alla cerimonia anche 5.000 sacerdoti romani e 200 seminaristi della capitale e di Bergamo. Il Vescovo Liberio Andreatta ricorda che l'ingresso in Piazza San Pietro è libero e non ci sono biglietti. Anche la Prefettura della Casa Pontificia ha messo in guardia i fedeli da atti di "bagarinaggio" e richieste di denaro da parte di agenzie e operatori turistici per ottenere biglietti.

Il Comune di Roma ha approntato un imponente piano di sicurezza e trasporti: le linee della metropolitana funzioneranno senza interruzione dal 26 al 28 aprile, è stato aumentato il numero degli autobus, saranno in attività circa 2000 agenti di polizia ogni giorno dal 25 al 28 aprile, 14 punti medici avanzati e 2.630 volontari della protezione civile.

Anche la rete Internet avrà la sua parte di utilità in questa settimana speciale. L'Ufficio della Postulazione dei Vicariato di Roma ha creato la "App" gratuita "Santo Subito", disponibile in quattro lingue, con notizie, mappe, percorsi, libretto liturgico del rito di canonizzazione e il calendario di tutti gli eventi programmati dal 25 al 28 aprile.

I Musei Vaticani celebrano la canonizzazione con una Mostra fotografica dal titolo "L'umiltà e il coraggio che hanno cambiato la storia" con 120 fotografie dei due Papi Santi. L'antologia fotografica, che resterà aperta fino al 19 luglio, è divisa in due sezioni: la prima raccoglie gli scatti, tutti in bianco e nero, sul Pontificato di Giovanni XXIII e la seconda, con tutte le foto a colori, presenta il Pontificato di Giovanni Paolo II, il più lungo del XX secolo.

BIOGRAFIA DI GIOVANNI XXIII

Città del Vaticano, 26 aprile 2014 (VIS). Giovanni XXIII nacque a Sotto il Monte, in provincia di Bergamo, il 25 novembre 1881, primo figlio maschio di Marianna Mazzola e di Giovanni Battista Roncalli. La sera stessa il neonato venne battezzato dal parroco don Francesco Rebuzzini, ricevendo il nome di Angelo Giuseppe. Gli fece da padrino l'anziano prozio Zaverio Roncalli, il primo dei sette zii di papà Battista, uomo molto pio, che, rimasto celibe, si era assunto il compito di educare religiosamente i numerosi nipoti. Il futuro Giovanni XXIII conservò un ricordo commosso e riconoscente per le cure e le sollecitudini di questo vecchio patriarca.

Manifestando fin dalla fanciullezza una seria inclinazione alla vita ecclesiastica, terminate le elementari, si preparò all'ingresso nel seminario diocesano ricevendo un supplemento di lezioni di italiano e latino da alcuni sacerdoti del luogo e frequentando il prestigioso collegio di Celana. Il 7 novembre 1892 fece il suo ingresso nel seminario di Bergamo, dove fu ammesso alla terza classe ginnasiale. Dopo un avvio difficoltoso per l'insufficiente preparazione, non tardò a distinguersi sia nello studio che nella formazione spirituale, tanto che i superiori lo ammisero prima del compimento del quattordicesimo anno alla tonsura. Avendo proficuamente terminato nel luglio del 1900 il secondo anno di teologia, fu inviato il gennaio successivo a Roma presso il seminario romano dell'Apollinare, dove esistevano alcune borse di studio a favore dei chierici bergamaschi. Pur con l'intermezzo di un anno di servizio militare prestato a Bergamo a partire dal 30 novembre 1901, la formazione seminaristica risultò particolarmente fruttuosa.

Il 13 luglio 1904, alla giovanissima età di ventidue anni e mezzo, conseguì il dottorato in teologia. Con il più lusinghiero giudizio dei superiori, il 10 agosto 1904, fu ordinato sacerdote nella chiesa di S. Maria di Monte Santo; celebrò la prima Messa il giorno seguente nella Basilica di S. Pietro, durante la quale ribadì la sua donazione totale a Cristo e la sua fedeltà alla Chiesa. Dopo un breve soggiorno nel paese natale, nell'ottobre iniziò a Roma gli studi di diritto canonico, interrotti nel febbraio del 1905, quando fu scelto quale segretario dal nuovo Vescovo di Bergamo Mons. Giacomo Radini Tedeschi. Furono circa dieci anni di intenso impegno accanto ad un Vescovo autorevole, molto dinamico e ricco di iniziative che contribuirono a fare della diocesi bergamasca un modello per la Chiesa italiana.

Oltre al compito di segretario, svolse altri numerosi incarichi. Dal 1906 ebbe l'impegno dell'insegnamento di numerose materie in seminario: storia ecclesiastica, patrologia e apologetica; dal 1910 gli fu assegnato anche il corso di teologia fondamentale. Salvo brevi intervalli, svolse questi incarichi fino al 1914. Lo studio della storia gli consentì l'elaborazione di alcuni studi di storia locale, tra cui la pubblicazione degli Atti della Visita Apostolica di s. Carlo a Bergamo (1575), una fatica durata decenni e portata a termine alla vigilia dell'elezione al Pontificato. Fu anche direttore del periodico diocesano "La Vita Diocesana" e dal 1910 assistente dell'Unione Donne Cattoliche. La prematura scomparsa di Mons. Radini nel 1914 pose fine ad un'esperienza pastorale eccezionale, che, se pur segnata da qualche sofferenza come l'infondata accusa a lui rivolta di modernismo, il futuro Giovanni XXIII considerò sempre punto di riferimento fondamentale per l'assolvimento degli incarichi a cui fu di volta in volta chiamato. Lo scoppio della guerra nel 1915 lo vide prodigarsi per più di tre anni come cappellano col grado di sergente nell'assistenza ai feriti ricoverati negli ospedali militari di Bergamo, giungendo ad atti di autentico eroismo. Nel luglio del 1918 accettò generosamente di prestare servizio ai soldati affetti da tubercolosi, sapendo di rischiare la vita per il pericolo di contagio.

Del tutto inaspettato giunse nel dicembre del 1920 l'invito del Papa a presiedere l'opera di Propagazione della Fede in Italia, quando a Bergamo aveva da poco avviato l'esperienza della Casa degli studenti, un'istituzione a metà tra il pensionato e il collegio, e contemporaneamente fungeva da direttore spirituale in seminario. Dopo forti titubanze, finì con l'accettare, iniziando con molta cautela un incarico che si presentava molto delicato per i rapporti con le organizzazioni missionarie già esistenti. Compì un lungo viaggio all'estero per la realizzazione del progetto della Santa Sede mirante a portare a Roma le varie istituzioni di sostegno alle missioni e visitò diverse diocesi italiane per la raccolta di fondi e l'illustrazione delle finalità dell'opera da lui presieduta.

Nel 1925 con la nomina a Visitatore Apostolico in Bulgaria iniziò il periodo diplomatico a servizio della Santa Sede, che si prolungò fino al 1952. Dopo l'ordinazione episcopale avvenuta a Roma il 19 marzo 1925, partì per la Bulgaria con il compito soprattutto di provvedere ai gravi bisogni della piccola e disastrata comunità cattolica. L'incarico inizialmente a termine si trasformò in una permanenza decennale, durante la quale Roncalli pose le basi per la fondazione di una Delegazione Apostolica, di cui lui stesso venne nominato primo rappresentante nel 1931. Non senza difficoltà riuscì a riorganizzare la Chiesa cattolica, ad instaurare relazioni amichevoli con il Governo e la Casa Reale bulgara, nonostante l'incidente del matrimonio ortodosso di re Boris con la principessa Giovanna di Savoia, e ad avviare i primi contatti ecumenici con la Chiesa Ortodossa bulgara. Il 27 novembre 1934 fu nominato Delegato Apostolico in Turchia ed in Grecia, paesi anche questi senza relazioni diplomatiche con il Vaticano. A differenza della Grecia, dove l'azione di Roncalli non ottenne risultati di rilievo, le relazioni con il governo turco invece migliorano progressivamente per la comprensione e la disponibilità mostrate dal Delegato nell'accettare le misure ispirate dalla politica di laicizzazione perseguite da quel governo. Con tatto e abilità organizzò alcuni incontri ufficiali con il Patriarca di Costantinopoli, i primi dopo secoli di separazione con la Chiesa Cattolica.

Durante la Seconda Guerra Mondiale conservò un prudenziale atteggiamento di neutralità, che gli permise di svolgere un'efficace azione di assistenza a favore degli Ebrei, salvati a migliaia dallo sterminio, e a favore della popolazione greca, stremata dalla fame.

Inaspettatamente, per decisione personale di Pio XII, fu promosso alla prestigiosa Nunziatura di Parigi, dove giunse con grande sollecitudine il 30 dicembre 1944. Lo attendeva una situazione particolarmente intricata. Il governo provvisorio chiedeva la destituzione di ben trenta Vescovi, accusati di collaborazionismo con il governo di Vichy. La calma e l'abilità del nuovo Nunzio riuscirono a limitare a solo tre il numero dei Vescovi destituiti. Le sue doti umane lo imposero alla stima dell'ambiente diplomatico e politico parigino, dove instaurò rapporti di cordiale amicizia con alcuni massimi esponenti del governo francese. La sua attività diplomatica assunse una esplicita connotazione pastorale attraverso visite a molte diocesi della Francia, Algeria compresa.

L'effervescenza e l'ansia apostolica della Chiesa francese, testimoniata dall'avvio dell'esperienza dei preti operai, trovarono in Roncalli un osservatore attento e prudente, che riteneva necessario un congruo periodo di tempo prima di una decisione definitiva. Coerentemente al suo stile di obbedienza, accettò prontamente la proposta di trasferimento alla sede di Venezia ove giunse il 5 marzo 1953, fresco della nomina cardinalizia decisa nell'ultimo Concistoro di Pio XII. Il suo episcopato si caratterizzò per lo scrupoloso impegno con cui adempì i principali doveri del Vescovo, la visita pastorale e la celebrazione del Sinodo diocesano. La rievocazione della storia religiosa di Venezia gli suggerì iniziative pastorali nuove, come il progetto di riavvicinare i fedeli alla Sacra Scrittura, rifacendosi alla figura del proto-patriarca s. Lorenzo Giustiniani, solennemente commemorato nel corso del 1956.

L'elezione, il 28 ottobre 1958, del settantasettenne Cardinale Roncalli a Successore di Pio XII induceva molti a pensare ad un Pontificato di transizione. Ma fin dall'inizio Giovanni XXIII rivelò uno stile che rifletteva la sua personalità umana e sacerdotale maturata attraverso una significativa serie di esperienze. Oltre a ripristinare il regolare funzionamento degli organismi curiali, si preoccupò di conferire un'impronta pastorale al suo ministero, sottolineandone la natura episcopale in quanto Vescovo di Roma. Convinto che il diretto interessamento della diocesi costituiva una parte essenziale del Ministero Pontificio, moltiplicò i contatti con i fedeli tramite le visite alle parrocchie, agli ospedali e alle carceri. Attraverso la convocazione del Sinodo diocesano volle assicurare il regolare funzionamento delle istituzioni diocesane mediante il rafforzamento del Vicariato e la normalizzazione della vita parrocchiale.

Il più grande contributo giovanneo è rappresentato senza dubbio dal Concilio Vaticano II, il cui annuncio fu dato nella basilica di s. Paolo il 25 aprile 1959. Si trattava di una decisione personale, presa dal Papa dopo consultazioni private con alcuni intimi e col Segretario di Stato, Cardinale Tardini. Le finalità assegnate all'Assise Conciliare, elaborate in maniera compiuta nel discorso di apertura dell'11 ottobre 1962, erano originali: non si trattava di definire nuove verità, ma di riesporre la dottrina tradizionale in modo più adatto alla sensibilità moderna. Nella prospettiva di un aggiornamento riguardante tutta la vita della Chiesa, Giovanni XXIII invitava a privilegiare la misericordia e il dialogo con il mondo piuttosto che la condanna e la contrapposizione in una rinnovata consapevolezza della missione ecclesiale che abbracciava tutti gli uomini. In quest'apertura universale non potevano essere escluse le varie confessioni cristiane, invitate anch'esse a partecipare al Concilio per dare inizio ad un cammino di avvicinamento. Nel corso della prima fase si poté costatare che Giovanni XXIII voleva un Concilio veramente deliberante, di cui rispettò le decisioni dopo che tutte le voci ebbero modo di esprimersi e di confrontarsi.

Nella primavera del 1963 fu insignito del Premio "Balzan" per la pace a testimonianza del suo impegno a favore della pace con la pubblicazione delle Encicliche Mater et Magistra (1961) e Pacem in terris (1963) e del suo decisivo intervento in occasione della grave crisi di Cuba nell'autunno del 1962. Il prestigio e l'ammirazione universali si poterono misurare pienamente in occasione delle ultime settimane della sua vita, quando tutto il mondo si trovò trepidante attorno al capezzale del Papa morente ed accolse con profondo dolore la notizia della sua scomparsa la sera del 3 giugno 1963.

Fu proclamato Beato da Giovanni Paolo II, il 3 settembre 2000. Il giorno della memoria liturgica è l'11 ottobre, data di apertura del Concilio Vaticano II.

Nell'omelia così lo ricorda Giovanni Paolo II: "Contempliamo quest'oggi nella gloria del Signore un altro Pontefice, Giovanni XXIII, il Papa che colpì il mondo per l'affabilità del tratto, da cui traspariva la singolare bontà dell'animo. I disegni divini hanno voluto che la beatificazione accomunasse due Papi vissuti in contesti storici ben diversi, ma legati, al di là delle apparenze, da non poche somiglianze sul piano umano e spirituale. È nota la profonda venerazione che Papa Giovanni aveva per Pio IX, del quale auspicava la beatificazione. Durante un ritiro spirituale, nel 1959, scriveva nel suo Diario: 'Io penso sempre a Pio IX di santa e gloriosa memoria, ed imitandolo nei suoi sacrifici, vorrei essere degno di celebrarne la canonizzazione'". (Giornale dell'Anima, p. 560).

"Di Papa Giovanni rimane nel ricordo di tutti l'immagine di un volto sorridente e di due braccia spalancate in un abbraccio al mondo intero. Quante persone sono restate conquistate dalla semplicità del suo animo, congiunta ad un'ampia esperienza di uomini e di cose! La ventata di novità da lui portata non riguardava certamente la dottrina, ma piuttosto il modo di esporla; nuovo era lo stile nel parlare e nell'agire, nuova la carica di simpatia con cui egli avvicinava le persone comuni e i potenti della terra. Fu con questo spirito che egli indisse il Concilio Ecumenico Vaticano II, col quale aprì una nuova pagina nella storia della Chiesa: i cristiani si sentirono chiamati ad annunciare il Vangelo con rinnovato coraggio e con più vigile attenzione ai 'segni' dei tempi. Il Concilio fu davvero un'intuizione profetica di questo anziano Pontefice che inaugurò, pur tra non poche difficoltà, una stagione di speranza per i cristiani e per l'umanità".

"Negli ultimi momenti della sua esistenza terrena, egli affidò alla Chiesa il suo testamento: 'Ciò che più vale nella vita è Gesù Cristo benedetto, la sua Santa Chiesa, il suo Vangelo, la verità e la bontà'. Questo testamento vogliamo raccogliere oggi anche noi, mentre rendiamo gloria a Dio per avercelo donato come Pastore".

BIOGRAFIA DI GIOVANNI PAOLO II

Città del Vaticano, 26 aprile 2014 (VIS). Karol Józef Wojtyła, divenuto Giovanni Paolo II con la sua elezione alla Sede Apostolica il 16 ottobre 1978, nacque a Wadowice, città a 50 km da Kraków (Polonia), il 18 maggio 1920. Era l’ultimo dei tre figli di Karol Wojtyła e di Emilia Kaczorowska, che morì nel 1929. Suo fratello maggiore Edmund, medico, morì nel 1932 e suo padre, sottufficiale dell’esercito, nel 1941. La sorella, Olga, era morta prima che lui nascesse.

Fu battezzato il 20 giugno 1920 nella Chiesa parrocchiale di Wadowice dal sacerdote Franciszek Zak; a 9 anni ricevette la Prima Comunione e a 18 anni il sacramento della Cresima. Terminati gli studi nella scuola superiore Marcin Wadowita di Wadowice, nel 1938 si iscrisse all’Università Jagellónica di Cracovia.

Quando le forze di occupazione naziste chiusero l’Università nel 1939, il giovane Karol lavorò (1940-1944) in una cava ed, in seguito, nella fabbrica chimica Solvay per potersi guadagnare da vivere ed evitare la deportazione in Germania.

A partire dal 1942, sentendosi chiamato al sacerdozio, frequentò i corsi di formazione del seminario maggiore clandestino di Cracovia, diretto dall’Arcivescovo di Cracovia, il Cardinale Adam Stefan Sapieha. Nel contempo, fu uno dei promotori del "Teatro Rapsodico", anch’esso clandestino.

Dopo la guerra, continuò i suoi studi nel seminario maggiore di Cracovia, nuovamente aperto, e nella Facoltà di Teologia dell’Università Jagellónica, fino alla sua ordinazione sacerdotale avvenuta a Cracovia il 1̊ novembre 1946, per le mani dell’Arcivescovo Sapieha.

Successivamente fu inviato a Roma, dove, sotto la guida del domenicano francese Padre Garrigou-Lagrange, conseguì nel 1948 il dottorato in teologia, con una tesi sul tema della fede nelle opere di San Giovanni della Croce (Doctrina de fide apud Sanctum Ioannem a Cruce). In quel periodo, durante le sue vacanze, esercitò il ministero pastorale tra gli emigranti polacchi in Francia, Belgio e Olanda.

Nel 1948 ritornò in Polonia e fu coadiutore dapprima nella parrocchia di Niegowić, vicino a Cracovia, e poi in quella di San Floriano, in città. Fu cappellano degli universitari fino al 1951, quando riprese i suoi studi filosofici e teologici. Nel 1953 presentò all’Università cattolica di Lublino la tesi: "Valutazione della possibilità di fondare un'etica cristiana a partire dal sistema etico di Max Scheler". Più tardi, divenne professore di Teologia Morale ed Etica nel seminario maggiore di Cracovia e nella Facoltà di Teologia di Lublino.

Il 4 luglio 1958, il Papa Pio XII lo nominò Vescovo titolare di Ombi e Ausiliare di Cracovia. Ricevette l’ordinazione episcopale il 28 settembre 1958 nella cattedrale del Wawel (Cracovia), dalle mani dell’Arcivescovo Eugeniusz Baziak.

Il 13 gennaio 1964 fu nominato Arcivescovo di Cracovia da Papa Paolo VI, che lo creò e pubblicò Cardinale nel Concistoro del 26 giugno 1967, del Titolo di S. Cesareo in Palatio, Diaconia elevata pro illa vice a Titolo Presbiterale.

Partecipò al Concilio Vaticano II (1962-1965) con un contributo importante nell’elaborazione della costituzione Gaudium et spes. Il Cardinale Wojtyła prese parte anche alle 5 assemblee del Sinodo dei Vescovi anteriori al suo Pontificato.
I Cardinali, riuniti in Conclave, lo elessero Papa il 16 ottobre 1978. Prese il nome di Giovanni Paolo II e il 22 ottobre iniziò solennemente il ministero Petrino, quale 263° successore dell’Apostolo. Il suo pontificato è stato uno dei più lunghi della storia della Chiesa ed è durato quasi 27 anni.

Giovanni Paolo II ha esercitato il suo ministero con instancabile spirito missionario, dedicando tutte le sue energie sospinto dalla sollecitudine pastorale per tutte le Chiese e dalla carità aperta all’umanità intera. I suoi viaggi apostolici nel mondo sono stati 104. In Italia ha compiuto 146 visite pastorali. Come Vescovo di Roma, ha visitato 317 parrocchie (su un totale di 333).

Più di ogni Predecessore ha incontrato il Popolo di Dio e i Responsabili delle Nazioni: alle Udienze Generali del mercoledì (1166 nel corso del Pontificato) hanno partecipato più di 17 milioni e 600 mila pellegrini, senza contare tutte le altre udienze speciali e le cerimonie religiose [più di 8 milioni di pellegrini solo nel corso del Grande Giubileo dell’anno 2000], nonché i milioni di fedeli incontrati nel corso delle visite pastorali in Italia e nel mondo. Numerose anche le personalità governative ricevute in udienza: basti ricordare le 38 visite ufficiali e le altre 738 udienze o incontri con Capi di Stato, come pure le 246 udienze e incontri con Primi Ministri.

Il suo amore per i giovani lo ha spinto ad iniziare, nel 1985, le Giornate Mondiali della Gioventù. Le 19 edizioni della GMG che si sono tenute nel corso del suo Pontificato hanno visto riuniti milioni di giovani in varie parti del mondo. Allo stesso modo la sua attenzione per la famiglia si è espressa con gli Incontri mondiali delle Famiglie da lui iniziati a partire dal 1994.

Giovanni Paolo II ha promosso con successo il dialogo con gli ebrei e con i rappresentati delle altre religioni, convocandoli in diversi Incontri di Preghiera per la Pace, specialmente in Assisi.

Sotto la sua guida la Chiesa si è avvicinata al terzo millennio e ha celebrato il Grande Giubileo del 2000, secondo le linee indicate con la Lettera apostolica "Tertio millennio adveniente". Essa poi si è affacciata al nuovo evo, ricevendone indicazioni nella Lettera apostolica "Novo millennio ineunte", nella quale si mostrava ai fedeli il cammino del tempo futuro.

Con l’Anno della Redenzione, l’Anno Mariano e l’Anno dell’Eucaristia, Giovanni Paolo II ha promosso il rinnovamento spirituale della Chiesa.

Ha dato un impulso straordinario alle canonizzazioni e beatificazioni, per mostrare innumerevoli esempi della santità di oggi, che fossero di incitamento agli uomini del nostro tempo: ha celebrato 147 cerimonie di beatificazione - nelle quali ha proclamato 1338 beati - e 51 canonizzazioni, per un totale di 482 santi. Ha proclamato Dottore della Chiesa santa Teresa di Gesù Bambino.

Ha notevolmente allargato il Collegio dei Cardinali, creandone 231 in 9 Concistori (più 1 "in pectore", che però non è stato pubblicato prima della sua morte). Ha convocato anche 6 riunioni plenarie del Collegio Cardinalizio.

Ha presieduto 15 assemblee del Sinodo dei Vescovi: 6 generali ordinarie (1980, 1983, 1987, 1990; 1994 e 2001), 1 assemblea generale straordinaria (1985) e 8 assemblee speciali (1980, 1991, 1994, 1995, 1997, 1998 [2] e 1999).
Tra i suoi documenti principali si annoverano 14 Lettere encicliche, 15 Esortazioni apostoliche, 11 Costituzioni apostoliche e 45 Lettere apostoliche.

Ha promulgato il Catechismo della Chiesa cattolica, alla luce della Tradizione, autorevolmente interpretata dal Concilio Vaticano II. Ha riformato i Codici di diritto Canonico Occidentale e Orientale, ha creato nuove Istituzioni e riordinato la Curia Romana.

A Papa Giovanni Paolo II, come privato Dottore, si ascrivono anche 5 libri: “Varcare la soglia della speranza” (ottobre 1994); "Dono e mistero: nel cinquantesimo anniversario del mio sacerdozio" (novembre 1996); “Trittico romano”, meditazioni in forma di poesia (marzo 2003); “Alzatevi, andiamo!” (maggio 2004) e “Memoria e Identità” (febbraio 2005).

Giovanni Paolo II è morto in Vaticano il 2 aprile 2005, alle ore 21.37, mentre volgeva al termine il sabato e si era già entrati nel giorno del Signore, Ottava di Pasqua e Domenica della Divina Misericordia.

Da quella sera e fino all’8 aprile, quando hanno avuto luogo le Esequie del defunto Pontefice, più di tre milioni di pellegrini sono confluiti a Roma per rendere omaggio alla salma del Papa, attendendo in fila anche fino a 24 ore per poter accedere alla Basilica di San Pietro.

Il 28 aprile successivo, il Santo Padre Benedetto XVI ha concesso la dispensa dal tempo di cinque anni di attesa dopo la morte, per l’inizio della Causa di beatificazione e canonizzazione di Giovanni Paolo II. La Causa è stata aperta ufficialmente il 28 giugno 2005 dal Cardinale Camillo Ruini, Vicario Generale per la diocesi di Roma.

Il 1° maggio 2011 è stato proclamato Beato da Papa Benedetto XVI che nell'omelia ricorda:
"Nel suo Testamento il nuovo Beato scrisse: 'Quando nel giorno 16 ottobre 1978 il conclave dei cardinali scelse Giovanni Paolo II, il Primate della Polonia Cardinale Stefan Wyszyński mi disse: 'Il compito del nuovo papa sarà di introdurre la Chiesa nel Terzo Millennio'. E aggiungeva: 'Desidero ancora una volta esprimere gratitudine allo Spirito Santo per il grande dono del Concilio Vaticano II, al quale insieme con l’intera Chiesa – e soprattutto con l’intero episcopato – mi sento debitore. Sono convinto che ancora a lungo sarà dato alle nuove generazioni di attingere alle ricchezze che questo Concilio del XX secolo ci ha elargito. Come vescovo che ha partecipato all’evento conciliare dal primo all’ultimo giorno, desidero affidare questo grande patrimonio a tutti coloro che sono e saranno in futuro chiamati a realizzarlo. Per parte mia ringrazio l’eterno Pastore che mi ha permesso di servire questa grandissima causa nel corso di tutti gli anni del mio pontificato". E qual è questa 'causa'? È la stessa che Giovanni Paolo II ha enunciato nella sua prima Messa solenne in Piazza San Pietro, con le memorabili parole: 'Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo!'. Quello che il neo-eletto Papa chiedeva a tutti, egli stesso lo ha fatto per primo: ha aperto a Cristo la società, la cultura, i sistemi politici ed economici, invertendo con la forza di un gigante – forza che gli veniva da Dio – una tendenza che poteva sembrare irreversibile. Con la sua testimonianza di fede, di amore e di coraggio apostolico, accompagnata da una grande carica umana, questo esemplare figlio della Nazione polacca ha aiutato i cristiani di tutto il mondo a non avere paura di dirsi cristiani, di appartenere alla Chiesa, di parlare del Vangelo. In una parola: ci ha aiutato a non avere paura della verità, perché la verità è garanzia della libertà. Ancora più in sintesi: ci ha ridato la forza di credere in Cristo, perché Cristo è 'Redemptor hominis', Redentore dell’uomo: il tema della sua prima Enciclica e il filo conduttore di tutte le altre".

"Karol Wojtyła salì al soglio di Pietro portando con sé la sua profonda riflessione sul confronto tra il marxismo e il cristianesimo, incentrato sull’uomo. Il suo messaggio è stato questo: l’uomo è la via della Chiesa, e Cristo è la via dell’uomo. Con questo messaggio, che è la grande eredità del Concilio Vaticano II e del suo 'timoniere' il Servo di Dio Papa Paolo VI, Giovanni Paolo II ha guidato il Popolo di Dio a varcare la soglia del Terzo Millennio, che proprio grazie a Cristo egli ha potuto chiamare 'soglia della speranza'. Sì, attraverso il lungo cammino di preparazione al Grande Giubileo, egli ha dato al Cristianesimo un rinnovato orientamento al futuro, il futuro di Dio, trascendente rispetto alla storia, ma che pure incide sulla storia. Quella carica di speranza che era stata ceduta in qualche modo al marxismo e all’ideologia del progresso, egli l’ha legittimamente rivendicata al Cristianesimo, restituendole la fisionomia autentica della speranza, da vivere nella storia con uno spirito di 'avvento', in un’esistenza personale e comunitaria orientata a Cristo, pienezza dell’uomo e compimento delle sue attese di giustizia e di pace".

CARDINALE TAURAN INVIATO SPECIALE SANTUARIO SANT'AGOSTINO DI IPPONA

Città del Vaticano, 26 aprile 2014 (VIS). Questa mattina è stata pubblicata la Lettera pontificia, datata 21 marzo e redatta in latino, con la quale il Santo Padre nomina il Cardinale Jean-Louis Tauran, Presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, Suo Inviato Speciale alla consacrazione del Santuario di Sant'Agostino di Ippona ad Annaba (Algeria), recentemente restaurato, che avrà luogo il 2 maggio 2014. La Missione Pontificia che accompagnerà il Cardinale Tauran è composta dal Monsignor Christian Mauvais, Vicario Generale dell'Arcidiocesi di Alger e dal sacerdote Don Michel Guillaud, della Diocesi di Constantine/Hippone.

UDIENZE

Città del Vaticano, 26 aprile 2014 (VIS). Questa mattina il Santo Padre ha ricevuto in udienza:

- Il Signor Juan Orlando Hernández Alvarado, Presidente della Repubblica di Honduras, con la Consorte, e Seguito.

- Il Re Alberto II e la Regina Paola del Belgio, e Seguito.

- Il Signor Bronisław Komorowski, Presidente della Repubblica di Polonia, con la Consorte, e Seguito.

ALTRI ATTI PONTIFICI

Città del Vaticano, 26 aprile 2014 (VIS). Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della Diocesi di Loikaw, in Myanmar, presentata dal Vescovo Sotero Pharmo, in conformità al canone 401, paragrafo 2, del Codice di Diritto Canonico ed ha nominato il Vescovo Stephen Tjephe, Ausiliare di Loikaw, Amministratore Apostolico "sede vacante et ad nutum Sanctae Sedis" della medesima Diocesi.

venerdì 25 aprile 2014

VESCOVI DELL'AFRICA MERIDIONALE: RENDERE TESTIMONIANZA COERENTE DELL'INSEGNAMENTO MORALE DEL VANGELO

Città del Vaticano, 25 aprile 2014 (VIS). Questa mattina il Papa ha ricevuto in Udienza i Vescovi della Conferenza Episcopale del Sud Africa, Botswana e Swaziland, al termine della Visita "ad Limina Apostolorum". Papa Francesco ha consegnato ai Presuli un discorso nel quale ricorda l'arduo lavoro dei missionari e degli uomini e donne di questi Paesi nel diffondere la fede e nell'andare incontro alle popolazioni nei villaggi, paesi e città e specialmente nei comuni urbani, in costante espansione. Nel ricordare anche il fiorire delle parrocchie che prosperano nonostante gli ostacoli, come le grandi distanze che separano le comunità e la scarsità delle risorse materiali, il Papa esprime apprezzamento per l'impegno profuso nella formazione dei diaconi permanenti e dei catechisti laici che collaborano con il clero laddove è esiguo il numero dei sacerdoti.

"I sacerdoti, i religiosi e le religiose - scrive il Papa - sono un cuore e un'anima sola nel loro servizio ai figli e alle figlie di Dio più vulnerabili: vedove, ragazze madri, divorziati, bambini a rischio e soprattutto i diversi milioni di orfani dell'Aids, molti dei quali sono capofamiglia nelle aree rurali". Nonostante le difficoltà delle comunità cattoliche, minoritarie in paesi dove si professano diverse religioni, i cattolici condividono "la ricchezza e la gioia del Vangelo con quanti li circondano. Chiedo a Dio - scrive il Papa - che essi continuino ad edificare il Regno di Dio con perseveranza, testimoniando la verità con la loro vita e con il lavoro delle proprie mani che allevia le sofferenze di tante persone".

Successivamente il Papa enumera le sfide pastorali, riferite dai Vescovi, che le comunità devono affrontare, come il calo della natalità nelle famiglie cattoliche, con ripercussioni sul numero di vocazioni al sacerdozio e alla vita religiosa; l'allontanamento di alcuni cattolici dalla Chiesa per far parte di altri gruppi che sembrano promettere cose migliori; l'aborto "che rende ancora più pesante il dolore di molte donne che subiscono profonde ferite fisiche e spirituali nel soccombere alle pressioni di una cultura secolarizzata che svaluta il dono divino della sessualità, e il diritto alla vita del bambino non nato. Ed ancora l'alto numero delle separazioni e dei divorzi, anche in molte famiglie cristiane, e dei bambini che "frequentemente non crescono in un ambiente familiare stabile". "Osserviamo inoltre con grande preoccupazione e non possiamo che deplorare - aggiunge il Papa - l'aumento della violenza contro le donne e i bambini. Tutte queste realtà minacciano la santità del matrimonio, la stabilità della vita familiare e conseguentemente la vita della società nel suo complesso. In questo mare di difficoltà, noi vescovi e sacerdoti dobbiamo rendere una coerente testimonianza dell'insegnamento morale del Vangelo".

Il Papa apprezza l'unione dei Vescovi del Botswana, Sud Africa e Swaziland alle loro popolazioni e la solidarietà con il gran numero di disoccupati. "La maggior parte delle vostre popolazioni - scrive il Papa - può identificarsi con Gesù che era povero ed emarginato, che non aveva un posto dove posare il capo. Nell'affrontare queste necessità pastorali, vi chiedo di offrire, oltre al sostengo materiale, il più importante sostegno dell'assistenza spirituale e della solida guida morale, ricordando che l'assenza di Cristo è la povertà più grande". Un'altra significativa sfida è rappresentata dal ridotto numero di sacerdoti e dalla diminuzione del numero di seminaristi, per cui "È necessaria una rinnovata ed autentica promozione delle vocazioni in ogni territorio, una prudente selezione dei candidati ai seminari di studi, un paterno incoraggiamento dei giovani in formazione, e l'attento accompagnamento negli anni dopo l'ordinazione".

"Occorre riscoprire - esorta il Papa - il sacramento della riconciliazione quale dimensione fondamentale della vita di grazia. (...) La santità del matrimonio cristiano - sottolinea - è un'alleanza di amore fra un uomo e una donna che dura tutta la vita e che comporta reale sacrificio nel distogliersi da illusorie nozioni di libertà sessuale e nel promuovere la fedeltà coniugale". Il Papa esprime apprezzamento per i programmi di preparazione al matrimonio che in questi Paesi "ispirano ai giovani nuove speranze per il loro futuro di sposi e spose, padri e madri".

Infine Papa Francesco si sofferma sulla preoccupazione dei Presuli "per la rottura dei principi della morale cristiana, accompagnata dalla crescente tentazione di colludere con la disonestà" e ricorda che i Vescovi hanno trattato in modo profetico la questione nella dichiarazione pastorale sulla corruzione in cui affermano: "La corruzione è un furto commesso contro i poveri ... nuoce ai più vulnerabili ... danneggia tutta la comunità ... distrugge la nostra fiducia'. La comunità cristiana è chiamata ad essere coerente nella sua testimonianza delle virtù dell'onestà e dell'integrità, così da poter stare davanti al Signore e al nostro prossimo, con mani pulite e cuore puro, quale fermento del Vangelo nella vita della società. Con questo imperativo morale in mente, so che continuerete ad affrontare questo ed altri gravi problemi sociali, come la difficile situazione dei rifugiati e dei migranti. Che questi uomini e queste donne siano sempre accolti dalle nostre comunità cattoliche, trovando in esse cuori e case aperte all'inizio di una nuova vita".

MESSAGGI DI PAPA FRANCESCO AI POLACCHI E AI BERGAMASCHI PER LA CANONIZZAZIONE DI GIOVANNI PAOLO II E GIOVANNI XXIII

Città del Vaticano, 25 aprile 2014 (VIS). Il Santo Padre Francesco ha inviato un Videomessaggio ai polacchi, connazionali di Giovanni Paolo II ed un Messaggio scritto ai cittadini di Bergamo, nella cui provincia è Sotto il Monte, città natale di Papa Giovanni XXIII.

"Sono felice - dice il Papa nel Videomessaggio, trasmesso dalla Televisione (TVP) e dalla Radio Polacca - di essere stato chiamato a proclamare la sua santità (...). Sono grato a Giovanni Paolo II (...) per il suo instancabile servizio, la sua guida spirituale, per aver introdotto la Chiesa nel terzo millennio della fede e per la sua straordinaria testimonianza di santità".

Papa Francesco ricorda le parole che Papa Benedetto XVI pronunciò nel giorno della Beatificazione di Papa Wojtyla, il 1° maggio 2011: "'Ha aperto a Cristo la società, la cultura, i sistemi politici ed economici, invertendo con la forza di un gigante – forza che gli veniva da Dio – una tendenza che poteva sembrare irreversibile. Con la sua testimonianza di fede, di amore e di coraggio apostolico, accompagnata da una grande carica umana, questo esemplare figlio della Nazione polacca ha aiutato i cristiani di tutto il mondo a non avere paura di dirsi cristiani, di appartenere alla Chiesa, di parlare del Vangelo. In una parola: ci ha aiutato a non avere paura della verità, perché la verità è garanzia della libertà'".

Nel Messaggio inviato ai bergamaschi, pubblicato nell'"Eco di Bergamo". di cui da giovane sacerdote Papa Roncalli fu apprezzato collaboratore, Papa Francesco scrive: "Vi invito a ringraziare il Signore per il grande dono che la sua santità è stata per la Chiesa universale, e vi incoraggio a custodire la memoria del terreno nel quale essa è germinata: un terreno fatto di profonda fede vissuta nel quotidiano, di famiglie povere ma unite dall’amore del Signore, di comunità capaci di condivisione nella semplicità".

"Il rinnovamento voluto dal Concilio Ecumenico Vaticano II - ricorda Papa Francesco - ha aperto la strada, ed è una gioia speciale che la canonizzazione di Papa Roncalli avvenga assieme a quella del beato Giovanni Paolo II, che tale rinnovamento ha portato avanti nel suo lungo pontificato. Sono certo che anche la società civile potrà sempre trovare ispirazione dalla vita del Papa bergamasco e dall’ambiente che lo ha generato, ricercando modalità nuove ed adatte ai tempi per edificare una convivenza basata sui valori perenni della fraternità e della solidarietà".

IL PAPA RICORDA LA GIOIA CONTAGIOSA DI SAN JOSÉ DE ANCHIETA

Città del Vaticano, 25 aprile 2014 (VIS). Nel pomeriggio di ieri, nella Chiesa romana di Sant'Ignazio di Loyola, Papa Francesco ha presieduto la celebrazione della Santa Messa in ringraziamento per la canonizzazione di San José de Anchieta, S.I. (1534 - 1597), evangelizzatore del Brasile, linguista, drammaturgo e fondatore delle città di São Paulo e Rio de Janeiro. Papa Giovanni Paolo II lo proclamò Beato nel 1980 e, il 3 aprile scorso, Papa Francesco ha esteso il suo culto liturgico alla Chiesa universale, una formula equipollente alla canonizzazione.

Nell'omelia il Papa ha commentato il brano del Vangelo in cui i discepoli di Emmaus narrano la loro esperienza ed anche Pietro racconta di aver visto Gesù risorto. Poi lo stesso Signore appare nella sala. "I discepoli - ha detto il Papa - non riescono a credere la gioia che hanno, perché non possono credere a causa di questa gioia. (...) È il momento dello stupore, dell’incontro con Gesù Cristo, dove tanta gioia non ci sembra vera; ancora di più, assumere la gioia e l’allegria in quel momento ci sembra rischioso e sentiamo la tentazione di rifugiarci nello scetticismo (...). È più facile credere in un fantasma che in Cristo vivo! È più facile andare da un negromante che ti predice il futuro, che ti fa le carte, che avere fiducia nella speranza di un Cristo vincitore, di un Cristo che ha vinto la morte! È più facile un’idea, una immaginazione, che la docilità a questo Signore che risorge dalla morte e che vai a sapere a che cosa ti invita! Questo processo di relativizzare tanto la fede finisce per allontanarci dall’incontro, allontanarci dalla carezza di Dio. È come se 'distillassimo' la realtà dell’incontro con Gesù Cristo nell’alambicco della paura, nell’alambicco dell’eccessiva sicurezza, del voler controllare noi stessi l’incontro. I discepoli avevano paura della gioia… e anche noi".

"La lettura degli Atti degli Apostoli - ha proseguito il Pontefice - ci parla di un paralitico. (...) prostrato alla porta del Tempio a chiedere l’elemosina, senza mai attraversarne la soglia, e come i suoi occhi si fissarono sugli apostoli, aspettando che gli dessero qualcosa. Pietro e Giovanni non potevano dargli nulla di quello che lui cercava: né oro né argento. E lui, che era rimasto sempre sulla porta, ora entra con i propri piedi, saltando e lodando Dio, celebrando le sue meraviglie. E la sua gioia è contagiosa. (...) La gente era piena di stupore e meravigliata accorreva per vedere questa meraviglia. E in mezzo a quella confusione, a quella ammirazione, Pietro annunciava il messaggio. La gioia dell’incontro con Gesù Cristo, quella che ci fa tanto paura accettare, è contagiosa e grida l’annuncio: e lì cresce la Chiesa! Il paralitico crede, perché 'la Chiesa non cresce per proselitismo, ma per attrazione'; l’attrazione testimoniale di questa gioia che annuncia Gesù Cristo. Questa testimonianza che nasce dalla gioia accettata e poi trasformata in annuncio. È la gioia fondante. Senza questa gioia, senza questa allegria non si può fondare una Chiesa! Non si può fondare una comunità cristiana! È una gioia apostolica, che si irradia, che si espande".

"Anche san José de Anchieta seppe comunicare quello che aveva sperimentato con il Signore, quello che aveva visto e udito da Lui; (...) Lui, insieme a Nobrega, è il primo gesuita che Ignazio invia in America. Un ragazzo di 19 anni… Era tanta la gioia che aveva, era tanta la gioia che fondò una nazione: pose le fondamenta culturali di una nazione, in Gesù Cristo. Non aveva studiato teologia, non aveva studiato filosofia, era un ragazzo! Però aveva sentito lo sguardo di Gesù Cristo, e si lasciò riempire di gioia, e scelse la luce. Questa è stata ed è la sua santità. Non ha avuto paura della gioia".

"San José de Anchieta - ha concluso il Pontefice - ha un bellissimo inno alla Vergine Maria, alla quale, ispirandosi al cantico di Isaia 52, paragona il messaggero che proclama la pace, che annuncia la gioia della Buona Notizia. Lei, che in quell’alba della domenica insonne dalla speranza non ebbe paura della gioia, ci accompagni nel nostro peregrinare, invitando tutti ad alzarsi, a rinunciare alle paralisi, per entrare insieme nella pace e nella gioia che Gesù, il Signore Risorto, ci promette".
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