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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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venerdì 2 maggio 2014

PAPA FRANCESCO RICEVE IL PRESIDENTE REPUBBLICA ANGOLA: LOTTA ALLA POVERTÀ E ALLE DISUGUAGLIANZE SOCIALI

Città del Vaticano, 2 maggio 2014 (VIS). Questa mattina il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza, nel Palazzo Apostolico Vaticano, il Presidente della Repubblica di Angola, Signor José Eduardo dos Santos, il quale ha incontrato successivamente il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato, accompagnato dall'Arcivescovo Dominique Mamberti, Segretario per i Rapporti con gli Stati.

Durante i cordiali colloqui sono state evocate le buone relazioni esistenti tra la Santa Sede e la Repubblica di Angola. In particolare, si è parlato del progetto di Accordo bilaterale riguardante lo stato giuridico della Chiesa Cattolica nel Paese. In tale contesto, non si è mancato di fare riferimento all’importante apporto che la Chiesa cattolica offre al Paese con le sue istituzioni di carattere educativo e sanitario.

Infine sono state passate in rassegna alcune sfide che riguardano il Paese e la Regione, quali la lotta alla povertà e alle disuguaglianze sociali, lo sviluppo integrale della persona, la riconciliazione, la giustizia e la pace, con particolare attenzione per le diverse situazioni di conflitto che interessano il Continente.

AL CONSIGLIO PER L'ECONOMIA: TRASPARENZA ALLA LUCE DEL VANGELO

Città del Vaticano, 2 maggio 2014 (VIS). Questa mattina, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza i Membri del Consiglio per l’Economia. Nel salutare il Cardinale Reinhard Marx, Arcivescovo di München und Freising (Germania), Coordinatore del Consiglio per l'Economia, il Papa ha ricordato che il Motu Proprio del 24 febbraio scorso, con il quale ha istituito tale Consiglio, "sottolinea la missione molto rilevante di questo atto: la consapevolezza della Chiesa della sua responsabilità di tutelare e gestire con attenzione i propri beni alla luce della sua missione di evangelizzazione con particolare premura verso i bisognosi. (...) Non dobbiamo uscire da questa strada. Tutto, trasparenza, efficienza, tutto per questo scopo. Tutto è per questo".

"La Santa Sede - ha ribadito il Pontefice - si sente chiamata a mettere in atto tale missione, tenendo conto specialmente della sua responsabilità verso la Chiesa universale. Inoltre, questi cambiamenti rispecchieranno il desiderio di mettere in atto la necessaria riforma della Curia Romana per meglio servire la Chiesa e la missione di Pietro. Questa è una sfida notevole, che richiede fedeltà e prudenza (...). Il percorso non sarà semplice e richiede coraggio e determinazione".

"Il Consiglio - ha ricordato infine il Santo Padre - rappresenta la Chiesa universale: 8 Cardinali da varie Chiese particolari, sette laici che rappresentano varie parti del mondo e che contribuiscono con la loro esperienza al bene della Chiesa e della sua particolare missione. I laici sono membri a pieno titolo del nuovo Consiglio: non sono membri di seconda classe, no! Tutti sullo stesso piano. Il lavoro del Consiglio è di grande peso e di grande importanza, e offrirà un contributo fondamentale al servizio svolto dalla Curia Romana e dalle varie amministrazioni della Santa Sede".

PAPA FRANCESCO RICEVE I MEMBRI DELLA "PAPAL FOUNDATION"

Città del Vaticano, 2 maggio 2014 (VIS). Questa mattina, nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico, Papa Francesco ha ricevuto in udienza duecento Membri della "Papal Foundation", in occasione dell'annuale pellegrinaggio a Roma. Associazione cattolica statunitense istituita nel 1990 a Philadelphia (Stati Uniti d'America), dal defunto Cardinale John Krol, la "Papal Foundation" finanzia le opere caritative della Chiesa nel mondo.

Il Papa ha ringraziato i Membri per l'assistenza che la Fondazione dà alla Chiesa nei Paesi in via di sviluppo attraverso donazioni a sostegno di progetti educativi, caritativi e apostolici, ma anche per le borse di studio che mette a disposizione di laici, sacerdoti e religiosi per i loro studi a Roma. "In questo modo - ha detto il Santo Padre - voi contribuite ad assicurare la formazione di una nuova generazione di guide della comunità, le quali nella mente e nel cuore sono forgiate dalla verità del Vangelo, dalla sapienza della dottrina sociale cattolica e dal profondo senso di comunione con la Chiesa universale nel suo servizio all'intera famiglia umana".

Infine, nel ricordare l'importanza di queste giornate, segnate dalla canonizzazione di Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, Papa Francesco ha assicurato le sue preghiere affinché i Membri della "Papal Foundation" siano confermati nella grazia del loro Battesimo e nell'impegno di essere discepoli missionari pieni di gioia che scaturisce dall'incontro personale con Gesù Risorto.

RESPONSABILITÀ SOCIALE, DA PARTE DEI CALCIATORI, SUL CAMPO E FUORI DAL CAMPO

Città del Vaticano, 2 maggio 2014 (VIS). "Il calcio (...) è un atto sociale, e richiede una responsabilità sociale, da parte dei calciatori, sul campo e fuori dal campo, e da parte dei dirigenti nazionali e locali". Queste le parole di Papa Francesco nel corso dell'Udienza alle Squadre di Calcio della Fiorentina e del Napoli ed alla Delegazione della Federcalcio e della Lega Serie A. Nel rievocare i "bei ricordi" della sua gioventù quando, di domenica, con i suoi familiari, si recava allo stadio, il Papa ha auspicato che "il calcio e ogni altro sport molto popolare recuperi la dimensione della festa".

"Oggi anche il calcio - ha proseguito il Pontefice - si muove in un grande giro di affari, per la pubblicità, le televisioni, eccetera. Ma il fattore economico non deve prevalere su quello sportivo, perché rischia di inquinare tutto, sia a livello internazionale e nazionale sia a livello locale. E quindi dall’alto bisogna reagire positivamente, restituendo dignità sportiva agli eventi".

"E in questo voi calciatori avete una grande responsabilità. Siete al centro dell’attenzione, e tanti vostri ammiratori sono giovani e giovanissimi; tenete conto di questo, pensate che il vostro modo di comportarvi ha una risonanza, in bene e in male. Siate sempre veri sportivi! Lo sport contiene in sé una forte valenza educativa - ha concluso il Papa - per la crescita della persona: crescita personale, nell’armonia di corpo e di spirito, e crescita sociale, nella solidarietà, nella lealtà, nel rispetto. Che il calcio possa sempre sviluppare questa potenzialità!".

SANTA SEDE, CITTÀ DEL VATICANO E CONVENZIONE CONTRO LA TORTURA

Città del Vaticano, 2 maggio 2014 (VIS). Di seguito riportiamo una Nota di Padre Federico Lombardi per la Radio Vaticana.

La “Convenzione contro la tortura e altre pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti” è una delle importanti Convenzioni internazionali realizzate nell’ambito dell’attività delle Nazioni Unite e a cui aderiscono liberamente numerosi Paesi membri della comunità internazionale, i cosiddetti “Stati Parte” delle Convenzioni.

Per verificare l’attuazione delle Convenzioni e i progressi compiuti in essa, sono istituiti – in forza della stessa Convenzione e quindi per mandato degli “Stati Parte” - dei Comitati di esperti indipendenti, che hanno il compito di esaminare i rapporti periodici che gli Stati Parte si sono impegnati a presentare, appunto su tale attuazione per quanto li riguarda. Nel corso delle sue sessioni a Ginevra, il Comitato incontra le delegazioni degli Stati Parte per discutere con esse i rapporti e lo stato di attuazione e osservanza della Convenzione ed eventuali questioni di interpretazione della stessa. Si tratta di una procedura normale di dialogo aperto, in cui anche la società civile può svolgere un ruolo tramite la presentazione di commenti o raccomandazione da parte di ONG di vario orientamento.

La Convenzione contro la tortura (di solito indicata in breve: CAT) risale al 1984. La Santa Sede vi ha aderito nel 2002  “per conto dello Stato della Città del Vaticano” e ha presentato il suo Rapporto “iniziale” nel dicembre del 2012.

Il Comitato delle Nazioni Unite sulla CAT è composto di 10 membri e sta tenendo la sua 52esima Sessione al Palais Wilson di Ginevra dal 28 aprile al 23 maggio, e nel corso di essa esaminerà i Rapporti di otto paesi: Uruguay, Thailandia, Sierra Leone, Guinea, Montenegro, Cipro, Lituania e Santa Sede. L’incontro del Comitato con la Delegazione della Santa Sede avrà luogo il 5 e il 6 maggio.

Anzitutto, nella mattina del 5 maggio, si avrà una breve presentazione del rapporto da parte della Delegazione, seguiranno i commenti da parte di due Relatori scelti dal Comitato. Nel pomeriggio del 6 la Delegazione può rispondere alle domande ricevute il giorno prima e ad altre eventuali domande dei membri del Comitato.
Il 23 maggio il Comitato farà la sua conferenza stampa conclusiva della sessione e poi pubblicherà le sue “Osservazioni conclusive”. A queste gli Stati Parte – e quindi la Santa Sede – possono rispondere ulteriormente per scritto in modo formale.

Per mettere a fuoco il significato di questo incontro e la natura del dialogo che vi avrà luogo, occorre anzitutto mettere bene in chiaro che, data la natura di questa Convenzione (che riguarda per lo più questioni attinenti alla legislazione penale, alla procedura penale, al sistema carcerario, ai rapporti internazionali nel campo giudiziario, ecc…), la Santa Sede ha aderito alla Convenzione per conto dello Stato della Città del Vaticano, cosicché la sua responsabilità giuridica per l’applicazione riguarda il territorio e le competenze dello Stato della Città del Vaticano e non la Chiesa cattolica nel mondo.

Naturalmente la Santa Sede propone anche un insegnamento importante sulle questioni della tortura e dei trattamenti crudeli e inumani, che è di grande importanza per la diffusione dei principi che ispirano la Convenzione e la sua attuazione - tanto vero che il Rapporto presenta un’ampia silloge di riferimenti e citazioni del magistero della Chiesa e una’ampia rassegna della notevole attività dei media vaticani su questo tema -, ma di per sé questo va aldilà degli impegni assunti con l’adesione alla Convenzione, in quanto limitata al territorio dello Stato SCV.

Chi legge il Rapporto presentato dalla Santa Sede nel dicembre del 2012 (che è pubblico) nota immediatamente che in diversi punti importanti si fa riferimento alla revisione in corso della legislazione penale dello Stato della Città del Vaticano. Tale revisione è stata nel frattempo compiuta con le nuove leggi promulgate l’11 luglio dello scorso anno 2013 ed entrate in vigore il 1° settembre successivo (Leggi n. VIII e IX), che rendono effettivamente la legislazione penale e di procedura penale vaticana del tutto conforme alla Convenzione.
Come fu a suo tempo ampiamente spiegato (cfr Comunicato della Sala Stampa, 11.7.2013; Testo di commento di S.E. D.Mamberti in Osservatore Romano, 12.7.2013) la revisione è stata ampia e profonda, così da adeguare la legislazione vaticana – fra l’altro - alle esigenze di diverse Convenzioni internazionali a cui la Santa Sede aveva aderito nel corso degli anni: non solo contro la tortura, ma anche contro la criminalità nel campo economico e finanziario, contro la discriminazione razziale e per la tutela dei minori.

Il progresso di adeguamento alle esigenze della Convenzione compiuto nel campo normativo è quindi molto rilevante.

Allo stesso tempo, nel corso del dialogo con gli Stati Parte, non è raro che i Comitati pongano domande che derivano da questioni non strettamente collegate al testo della Convenzione, ma collegate ad esso indirettamente o in base a un’interpretazione estensiva di esso. Ciò è avvenuto ad esempio nel mese di gennaio scorso in occasione del dialogo con il Comitato per la Convenzione sui diritti dei minori. A ciò contribuisce spesso la pressione esercitata sui Comitati e sull’opinione pubblica da ONG fortemente caratterizzate e orientate ideologicamente. E’ evidente, ad esempio, la pressione dello SNAP – di cui si è avuta già eco nei media - per inserire anche nella discussione sulla tortura la questione degli abusi sessuali su minori, ovviamente attinente invece piuttosto alla Convenzione sui diritti dei minori. Quanto ciò sia strumentale e forzato, appare evidente a chiunque non sia prevenuto.

È anche opportuno osservare che gli esperti che fanno parte dei Comitati sono perlopiù persone impegnate con grande decisione e merito per le cause della promozione dei diritti, di cui tendono perciò ad allargare gli spazi e le forme di difesa. Ma ciò va necessariamente bilanciato con le corrette regole della interpretazione giuridica, in modo che il dibattito, in un mondo pluralistico, multiculturale e internazionale, si svolga sempre in modo costruttivo, favorendo la crescita del consenso della comunità internazionale per la tutela effettiva di valori essenziali per la dignità delle persone.

Ci si deve quindi augurare di poter svolgere un dialogo sereno e obiettivo, pertinente al testo delle Convenzioni e alle loro finalità. Se no, le Convenzioni vengono snaturate e i Comitati rischiano di perdere autorevolezza e scadere a strumenti di pressione ideologica invece di essere il necessario stimolo verso l’auspicato progresso nella promozione del rispetto dei diritti delle persone umane.

Questo è il nostro sincero auspicio in vista del prossimo dialogo del 5 e 6 maggio a Ginevra, ribadendo il fermo impegno della Santa Sede contro ogni forma e altre pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti.

UDIENZE

Città del Vaticano, 2 maggio 2014 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza:

- L'Arcivescovo Gabriele Caccia, Nunzio Apostolico in Libano.

- Una Delegazione del Centro Islamico nella Repubblica Argentina.

ALTRI ATTI PONTIFICI

Città del Vaticano, 2 maggio 2014 (VIS). Il Santo Padre ha nominato il Professor Avvocato Guzmán Carriquiry, Segretario incaricato della Vice Presidenza della Pontificia Commissione per l'America Latina, finora Segretario della medesima Pontificia Commissione.
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