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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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lunedì 3 ottobre 2005

STARE UNITI A DIO, VIVERE DELLA FORZA DELL'EUCARISTIA


CITTA' DEL VATICANO, 2 OTT. 2005 (VIS). Alle 9:30 di oggi, nella Basilica Vaticana, il Santo Padre ha presieduto la Concelebrazione Eucaristica con i Padri Sinodali, in occasione dell'apertura della XI° Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, sul tema "L'Eucaristia: fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa". Hanno concelebrato con il Papa 55 cardinali, 7 patriarchi, 59 arcivescovi, 123 vescovi, 81 presbiteri.

Nell'omelia il Papa ha commentato la lettura di Isaia e il Vangelo del giorno, che offrono l'immagine della vigna. "Dio ci aspetta. (...) Proprio in quest'ora in cui (...) inauguriamo il Sinodo sull'Eucaristia, Egli ci viene incontro. Troverà una risposta? O accade con noi come con la vigna, di cui Dio dice in Isaia: "Egli aspettò che producesse uva, ma essa fece uva selvatica?". La nostra vita cristiana spesso non è forse molto più aceto che vino? Autocommiserazione, conflitto, indifferenza?".

Benedetto XVI ha spiegato che "l'uva buona che Dio si aspettava - come dice il profeta - sarebbe consistita nella giustizia e nella rettitudine. (...) L'uva selvatica sono invece la violenza, lo spargimento di sangue e l'oppressione che fanno gemere la gente sotto il giogo dell'ingiustizia". Nel Vangelo "la vite produce uva buona, ma gli affittuari la trattengono per sè. Non sono disposti a consegnarla al proprietario. (...) Noi uomini, ai quali la creazione è affidata in gestione, la usurpiamo. Vogliamo esserne i padroni in prima persona e da soli. Vogliamo possedere il mondo e la nostra stessa vita in modo illimitato. Dio ci è d'intralcio. O si fa di Lui una semplice frase devota o Egli viene negato del tutto, bandito dalla vita pubblica, così da perdere ogni significato".

"La tolleranza, che ammette per così dire Dio come opinione privata, ma gli rifiuta il dominio pubblico, la realtà del mondo e della nostra vita, non è tolleranza, ma ipocrisia. Laddove l'uomo si fa unico padrone del mondo e proprietario di se stesso, non può esistere la giustizia. Là può dominare solo l'arbitrio del potere e degli interessi".

Il Santo Padre ha segnalato che nelle letture di oggi, "il giudizio annunciato dal Signore Gesù si riferisce soprattutto alla distruzione di Gerusalemme nell'anno 70. Ma la minaccia di giudizio riguarda anche noi, la Chiesa in Europa, l'Europa e l'Occidente in generale. Con questo Vangelo il Signore grida anche nelle nostre orecchie le parole che nell'Apocalisse rivolse alla Chiesa di Efeso: "Se non ti ravvederai, verrò da te e rimuoverò il tuo candelabro dal suo posto" (2,5). Anche a noi può essere tolta la luce. (...) "Aiutaci a convertirci! Dona a tutti noi la grazia di un vero rinnovamento! Non permettere che la tua luce in mezzo a noi si spenga!".

"A questo punto però sorge in noi la domanda: "Ma non c'è nessuna promessa, nessuna parola di conforto nella lettura e nella pagina evangelica di oggi? E' la minaccia l'ultima parola?" No! La promessa c'è ed è questa: (...) "Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, porta molto frutto" (Gv 15,5). (...) E' questo il vero esito della storia della vigna di Dio. Dio non fallisce. Alla fine Egli vince, vince l'amore".

"Queste parabole sfociano alla fine nel mistero dell'Eucaristia, nella quale il Signore ci dona il pane della vita e il vino del suo amore e ci invita alla festa dell'amore eterno. (...) Se rimaniamo uniti a Lui, allora porteremo frutto anche noi, allora anche da noi non verrà più l'aceto dell'autosufficienza, della scontentezza di Dio e della sua creazione, ma il vino buono della gioia in Dio e dell'amore verso il prossimo".

Benedetto XVI ha terminato la sua omelia invocando la grazia del Signore affinchè durante il Sinodo "non soltanto diciamo cose belle sull'Eucaristia, ma soprattutto viviamo della sua forza".
SE/VIGNA:EUCARISTIA/... VIS 20051003 (620)

UN SINODO PIU' AGILE PER MIGLIORARE LA COLLEGIALITA'


CITTA' DEL VATICANO, 1 OTT. 2005 (VIS). L'Arcivescovo Nikola Eterovic, segretario generale del Sinodo dei Vescovi, ha tenuto questa mattina una conferenza stampa per dare informazioni sulla XI° Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo "L'Eucaristia: fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa" che si apre domani con una Messa solenne, presieduta dal Santo Padre e concelebrata da 350 padri sinodali e altri partecipanti nella Basilica di S. Pietro.

Nel suo intervento l'Arcivescovo ha ricordato che il Sinodo sull'Eucaristia avviene nel 40° anniversario dell'istituzione sinodale fatta il 15 settembre 1965 da Paolo VI con il motu proprio "Apostolica sollicitudo".

A questa XI° Assemblea parteciperanno 256 padri sinodali provenienti da 118 paesi. E' il numero più alto di partecipanti ad un'assise sinodale, tra i quali 55 cardinali, 8 patriarchi, 82 arcivescovi, 123 vescovi, 36 presidenti delle Conferenze Episcopali, 12 religiosi. Vi sono poi 32 esperti e 27 uditori provenienti dai cinque continenti.

Il Prelato ha spiegato che 12 Chiese e comunità ecclesiali sono state invitate ad inviare i loro rappresentanti, di cui 10 finora hanno già indicato il loro nome e ha specificato "che i delegati fraterni che partecipano ai lavori possono intervenire, ma non votare, una prerogativa che spetta ai padri sinodali".

Dopo aver spiegato che sono previste 23 congregazioni generali e 7 sessioni per i circoli minori, ha ricordato che Benedetto XVI ha approvato alcune novità della metodologia sinodale per rendere più agevole e partecipativa e, dunque, ancora più collegiale l'assise sinodale. "Considerando che il sinodo durerà tre e non quattro settimane e il numero dei partecipanti è assai alto, si è reso necessario ridurre il tempo degli interventi dei padri sinodali da 8 a 6 minuti e il numero delle sessioni dei circoli minori".

Altra novità sono le discussioni libere nell'aula sinodale al termine delle Congregazioni generali giornaliere, cioè dalle 18 alle 19.

"Per motivi pratici, - ha concluso - sarà eseguita ad experimentum la votazione elettronica per le decisioni di minore importanza. L'aula del Sinodo è stata ammodernata e, in particolare, con miglioramento di luce, aria condizionata e video-servizi".
SE/NOVITA' SINODO EUCARISTIA/ETEROVIC VIS 20051003 (340)

PUNTO CHIAVE SINODO: MANTENERE CENTRALITA' DELL'EUCARISTIA


CITTA' DEL VATICANO, 3 OTT. 2005 (VIS). Il Cardinale Angelo Scola, Patriarca di Venezia (Italia), ha presentato questa mattina alla Sala Stampa della Santa Sede il programma di lavoro della XI° Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi della quale è relatore.

Hanno anche preso parte nello stesso atto i vescovi Luis Antonio G. Tagle, di Imus (Filippine) e l'Arcivescovo Pierre-Antoine Paulo O.M.I., Coaudiatore di Port de Paix (Haiti).

Il Cardinale Scola, dopo avere illustrato i punti principali della sua relazione, ha spiegato che la sua speranza per questo Sinodo è prima di tutto quella di "recuperare il primato del rito della celebrazione eucaristica", fondamento della Chiesa. "Non possiamo ridurre l'Eucaristia - ha detto - ad una pratica di pietà comunitaria. Il "rito" è la parola più completa per spiegare come la Trinità in Gesù Cristo viene incontro alla mia individualità. L'Eucaristia - ha sottolineato - non è nè un diritto nè un possesso: è un dono".

Il relatore del Sinodo, ha, inoltre, parlato brevemente di alcuni dei temi centrali raccolti nel "instrumentum laboris" e ha rivelato che l'argomento di maggiore interesse è stato il "mantenere la centralità dell'Eucaristia nella sua pienezza", anche se altri temi importanti erano l'approfondimento tra Eucaristia e sacerdozio, la questione dei "viri probati" (l'ordinazione al sacerdozio degli uomini sposati) e la relazione tra Eucaristia e celibato.

In seguito, ha preso la parola il vescovo Pierre-Antoine Paulo O.M.I., che ha riaffermato che "l'Eucaristia costruisce la Chiesa e la Chiesa costruisce l'Eucaristia" e ha manifestato il desiderio che il Sinodo favorisca l'ecumenismo. "Chiediamo allo Spirito Santo - ha detto - il dono dell'unità".

In ultimo, il vescovo Luis Antonio G. Tagle ha illustrato la situazione del suo paese, le Filippine, dove "non si può parlare di mancanza di sacerdoti, poichè le vocazioni sono numerose e i seminari sono pieni", però le comunità cattoliche sono così numerose che non hanno sacerdoti a sufficienza per potere amministrare un'Eucaristia "piena" le domeniche.
OP/SINODO EUCARISTIA/SCOLA VIS 20051003 (330)

PRIMA CONGREGAZIONE GENERALE


CITTA' DEL VATICANO, 3 OTT. 2005 (VIS). Questa mattina nell'Aula del Sinodo, si è celebrata la prima Congregazione Generale della XI° Assemblea Generale del Sinodo dei Vescovi, presieduta dal Papa. Erano presenti 241 padri sinodali.

Benedetto XVI ha tenuto una riflessione iniziale. "Una delle funzioni della collegialità è di aiutarci a conoscere le lacune che non vogliamo vedere: non è facile -ha detto- vedere i propri difetti e gli altri li vedono meglio di noi".

Su questa linea, ha proseguito il Papa, "la correzione fraterna serve per aiutarci nel diventare più aperti, affinchè (...) ciascuno possa trovare la sua verità, la sua integrità come strumento di Dio. Tutto questo esige l'umiltà di non considerarsi superiori agli altri, ma di aiutarsi reciprocamente".

In questo modo "possiamo aiutarci con un grande atto di amore, atto di un vero affetto collegiale. Quando una persona è disperata, non sa come andare avanti, ha bisogno di consolazione, che qualcuno le sia accanto, le dia coraggio, che le porti il dono dello Spirito Santo consolatore".

"Questo è un invito a portare avanti noi stessi l'opera dello Spirito Santo Paraclito. Come possiamo fare ciò - si è domandato Benedetto XVI - se non condividendo la stessa fede che nessuno di noi ha inventato, ma che è la fede della Chiesa?".

"La fede è il fondamento comune su cui stiamo lavorando" e nelle parole di S.Paolo "c'è un invito a restare sempre su questo fondamento che ci precede, ad avere questa fede comune". Ciascuno deve vivere la fede, - ha commentato il Papa - "secondo il suo modo di essere, ma sempre tenendo presente che questa fede ci precede".

Il Santo Padre ha concluso il suo saluto invitando i partecipanti al Sinodo ad essere "strumenti di Cristo" e a "entrare nei pensieri e nei sentimenti del Signore".

Il Presiedente Delegato di turno, Cardinale Francis Arinze, ha pronunciato un breve discorso all'inizio della sessione mattutina. "Veniamo - ha detto il cardinale - per riflettere su un tema che tocca il cuore pulsante della vita della Chiesa. Nella Santissima Eucaristia, come dice il Concilio Vaticano II, "è racchiuso tutto il bene spirituale della Chiesa, e cioè lo stesso Cristo, nostra Pasqua". L'Eucaristia "è al centro della vita ecclesiale".

Successivamente il Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi, l'Arcivescovo Nikola Eterovic, ha parlato delle attività del consiglio della segreteria generale durante il tempo precedente all'assemblea, e ha sottolineato che se Giovanni Paolo II ha cominciato la preparazione della XI° Assemblea Generale Ordinaria, il suo successore Benedetto XVI la concluderà.

Il Cardinale Angelo Scola, patriarca di Venezia (Italia), relatore generale del Sinodo ha letto la Relazione ante disceptationem (nella forma che precede il dibattito). Riportiamo estratti del suo intervento:

"Dopo aver fatto riferimento allo stupore eucaristico, l'Introduzione (Eucaristia: la libertà di Dio viene incontro alla libertà dell'uomo) evidenzia il nesso dell'Eucaristia con l'evangelizzazione e con la ratio sacramentalis propria della Rivelazione. Nel Primo Capitolo (Il novum del culto cristiano) cercherò di mettere in luce la novità del culto cristiano. Il Secondo Capitolo (L'azione eucaristica) tratterà dell'azione eucaristica nei suoi elementi distintivi e nel necessario nesso tra ars celebrandi e actuosa participatio. Un Terzo Capitolo (Dimensione antropologica, cosmologica e sociale dell'Eucaristia) vuole mostrare come l'Eucaristia possieda intrinsecamente una dimensione antropologica, una dimensione cosmologica e una dimensione sociale. La Conclusione (L'esistenza eucaristica nel travaglio contemporaneo) offrirà una ripresa sintetica della materia svolta per terminare con un breve auspicio circa i nostri lavori".

"Lo spegnersi dello stupore eucaristico dipende, in ultima analisi, dalla finitudine e dal peccato del soggetto. Spesso però questo trova un terreno di coltura nel fatto che la comunità cristiana che celebra l'Eucaristia è distante dalla realtà. Vive astrattamente. Non parla più all'uomo concreto, ai suoi affetti, al suo lavoro, al suo riposo, alle sue esigenze di unità, di verità, di bontà, di bellezza. (...) L'Assemblea Sinodale dovrà indagare attentamente questo stato di cose e suggerire i rimedi possibili".

"Per la sua natura di sorgente della logiken latreían l'azione rituale eucaristica viene ad essere oggettivamente anche la più essenziale e decisiva di tutte le azioni umane. Nel rito eucaristico infatti fa irruzione, in un preciso istante del tempo, il significato compiuto della storia, e quindi la sua verità. (...) La considerazione del rito in tutta la sua pienezza consente di evitare ogni frammentazione e giustapposizione tra l'azione eucaristica e le esigenze della nuova evangelizzazione, che vanno dall'annuncio testimoniale in ogni ambiente dell'umana esistenza fino alle necessarie implicazioni antropologiche, cosmologiche e sociali che l'Eucaristia obiettivamente mette in campo. Permette inoltre alla comunità cristiana di perseguire simultaneamente un'accurata fedeltà alle rubriche liturgiche ed un'attenta duttilità alle istanze d'inculturazione".

"La Celebrazione Eucaristica è l'atto di culto chiamato ad esprimere in modo eminente l'unico evento pasquale. (...) Il sacramento è dato per la comunione degli uomini in Cristo. Al di fuori di questa comunione eucaristica e sacramentale la Chiesa non è pienamente costituita: l'Eucaristia fa la Chiesa".

"Il Vescovo non presiede l'eucaristia, in forza di una ragione meramente giuridica, perché è il capo della chiesa locale, ma per fedeltà al comando stesso del Signore che ha affidato il memoriale della sua Pasqua a Pietro e agli apostoli. (...) La comunione con il Vescovo è la condizione perché sia legittima la celebrazione eucaristica in favore del popolo di Dio".

"Una seconda conferma di come in concreto la celebrazione eucaristica fa la Chiesa è la radicale diversità tra il tempio cristiano e quello pagano o lo stesso tempio giudaico. Mentre il tempio pagano e quello giudaico erano caratterizzati dalla presenza della divinità e per tale presenza erano considerati sacri e sacralizzanti, il luogo di culto cristiano consiste in un certo senso nella stessa azione della celebrazione del mistero".

"Anzitutto va rilevata la sostanziale comunione di fede tra la Chiesa cattolica e le Chiese ortodosse in tema di Eucaristia e sacerdozio, comunione che, attraverso un maggiore reciproco approfondimento della Celebrazione Eucaristica e della Divina Liturgia, è destinata a crescere. Si deve inoltre salutare positivamente il nuovo clima a proposito dell'Eucaristia nelle comunità ecclesiali nate a partire dalla Riforma. Secondo gradi diversi e con qualche eccezione anche tali comunità sottolineano sempre di più la decisività dell'Eucaristia come elemento chiave nel dialogo e nella prassi ecumenica".

"L'intercomunione di fedeli appartenenti a diverse Chiese e comunità ecclesiali può costituire uno strumento adeguato per favorire il cammino verso l'unità dei cristiani? La risposta dipende da una attenta considerazione della natura dell'azione eucaristica in tutta la sua pienezza di mysterium fidei. La celebrazione eucaristica è per sua natura professione di fede integrale della Chiesa".

"Nell'evoluzione storica che va dall'Ultima Cena di Gesù Cristo all'Eucaristia di cui ancora oggi la Chiesa vive, il nucleo costitutivo e permanente dell'azione rituale è dato dalla stretta unità tra liturgia della parola e liturgia eucaristica".

"Il carattere di dono proprio dell'azione eucaristica, che implica il comunicarsi della libertà del Deus Trinitas, in Gesù Cristo, alla libertà degli uomini domanda che la sua gratuità non sia mai misconosciuta. Anche se provoca grande sofferenza, la sua mancanza non conferisce al fedele e al popolo di Dio alcun diritto all'Eucaristia. Per la stessa ragione il dono dell'Eucaristia non può mai essere idolatricamente posseduto da parte dell'uomo, non sopporta un'attitudine quasi gnostica di preteso dominio".

"Il problema della scarsità di presbiteri va affrontato con coraggio nell'orizzonte dell'Eucaristia come dono. Questo stato di cose ha dato luogo ad un incremento considerevole delle Assemblee domenicali in attesa di sacerdote (liturgia della Parola con o senza distribuzione della Comunione, celebrazione della Liturgia delle Ore o di devozioni popolari). (...) L'Eucaristia non è mai fatta mancare alla Chiesa particolare. Per questa ragione è buona prassi pastorale incoraggiare al massimo la partecipazione all'Eucaristia in una delle comunità della diocesi, anche quando ciò richieda un certo sacrificio. (...) Là dove una certa mobilità non fosse agevole, la convenienza di queste assemblee si vedrà proprio dalla loro capacità di accentuare nel popolo l'ardente desiderio dell'Eucaristia".

"I sacrifici e fino all'eroismo compiuti da non pochi cristiani perseguitati per vivere l'Eucaristia mostrano come la sua assenza non possa mai essere colmata da altre pur significative forme di culto. Vogliamo in proposito rendere omaggio alla straordinaria esperienza eucaristica del compianto Cardinale Van Thuan durante la sua prigionia".

"Per sopperire alla scarsità di sacerdoti, taluni, guidati dal principio salus animarum suprema lex, avanzano la richiesta di ordinare fedeli sposati, di provata fede e virtù, i cosiddetti viri probati. La richiesta è spesso accompagnata dal positivo riconoscimento della bontà della secolare disciplina del celibato sacerdotale. Essi però affermano che questa legge non dovrebbe impedire di dotare la Chiesa di un numero adeguato di ministri ordinati, quando la penuria di candidati al sacerdozio celibatario assumesse proporzioni estremamente gravi".

"È superfluo ribadire, in questa sede, i profondi motivi teologici che hanno condotto la Chiesa latina ad unire il conferimento del sacerdozio ministeriale al carisma del celibato. Si impone piuttosto la domanda: questa scelta e questa prassi sono pastoralmente valide anche in casi estremi come quelli cui si è fatto cenno?".

"Sembra ragionevole rispondere in senso positivo. Essendo intimamente correlato all'Eucaristia, il sacerdozio ordinato partecipa della sua natura di dono e non può essere oggetto di un diritto. Se è un dono il sacerdozio ordinato chiede di essere incessantemente domandato. E diventa assai difficile stabilire il numero ideale di sacerdoti nella Chiesa, dal momento che essa non è una azienda che si debba dotare di una determinata quota di quadri dirigenti!".

"Saranno, perciò, di grande utilità le proposte che in questa Assemblea Sinodale verranno fatte per individuare i criteri di una più adeguata distribuzione del clero nel mondo".

"La differenza radicale tra Colui che si dona e colui che riceve il dono, (...) apre il fedele alla coscienza del mysterium tremendum dell'Eucaristia. Non ci si può accostare ad Essa senza percepire tutta la propria indegnità e senza prepararvisi invocando il perdono dei peccati. (...) Per questa ragione un'adeguata catechesi eucaristica non può mai essere disgiunta dalla proposta di un cammino penitenziale. Nell'atteggiamento di confessione affonda le proprie radici anche la venerabile pratica del digiuno eucaristico, alla quale, in quest'Assemblea, sarà utile dedicare qualche riflessione".

"A nessuno sfugge la diffusa tendenza alla comunione eucaristica dei divorziati risposati, al di là di quanto indicato dall'insegnamento della Chiesa. (...) Occorre che tutta la comunità cristiana sostenga i divorziati risposati nella consapevolezza di non essere esclusi dalla comunione ecclesiale. La loro partecipazione alla celebrazione eucaristica consente, in ogni caso, quella comunione spirituale che, se ben vissuta, fa eco al sacrificio stesso di Gesù Cristo".

"La partecipazione consapevole, attiva e fruttuosa del popolo di Dio - s-oprattutto in occasione del precetto domenicale - coincide infatti con l'adeguata celebrazione dei santi misteri. (...) Si tratta di obbedire al rito eucaristico nella sua straordinaria completezza, riconoscendone la forza canonica e costitutiva dal momento che, non a caso, da duemila anni assicura l'esistenza della Santa Chiesa di Dio".

"La considerazione del rito eucaristico come azione sacramentale che sola è in grado di rendere ragione dell'Eucaristia come fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa. (...) Si tratta di obbedire al rito eucaristico nella sua straordinaria completezza, riconoscendone la forza canonica e costitutiva dal momento che, non a caso, da duemila anni assicura l'esistenza della Santa Chiesa di Dio".

"La considerazione del rito eucaristico come azione sacramentale che sola è in grado di rendere ragione dell'Eucaristia come fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa, non sarebbe completa se non si mostrasse la sua forza di trasformazione della vita personale e comunitaria dei fedeli e, attraverso di essa, la sua fecondità nei confronti di tutta la famiglia degli uomini e dei popoli".

"La celebrazione eucaristica ripresenta l'evento pasquale che pone, per se stesso, le condizioni della sua comunicabilità a tutte le culture umane. (...) Per esprimere la dimensione interculturale dell'Eucaristia è prezioso (...) l'impiego della lingua latina".

"Se l'Eucaristia è il dono dell'incontro sacramentale tra l'uomo e il Dio di Gesù Cristo che rende liberi davvero, allora tale evento possiede per sua natura una fondamentale dimensione antropologica".

"La dimensione comunitaria dell'azione eucaristica consente inoltre ai cristiani di non dimenticare che il creato-cosmo è un bene comune ed universale e che l'impegno verso di esso si estende non solo alle esigenze del presente, ma anche a quelle del futuro".

"Riunirsi ogni domenica, in qualunque luogo della terra, per aver parte allo stesso Corpo e allo stesso Sangue di Cristo, impone il dovere di una lotta tenace a tutte le forme di emarginazione e di ingiustizia economica, sociale e politica cui sono sottoposti i nostri fratelli e sorelle, soprattutto i bambini e le donne".

"L'Eucaristia diviene simultaneamente fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa nell'azione stessa in cui viene celebrata. (...) Le meraviglie della grazia divina sono racchiuse nelle sacre specie del pane e del vino convertite nel Corpo e nel Sangue di Cristo. (...) La Chiesa celebra questi misteri, si alimenta a questo cibo celeste e lo adora riconoscendo in Gesù sacramentato la Via alla Verità e alla Vita"

"Questa forma eucaristica della personalità e della comunità cristiana non è un'utopia. Già vive pienamente in Maria, donna eucaristica".
SE/PRIMA CONGREGAZIONE/... VIS 20051003 (2170)

EUCARISTIA: "LENTE" PER VERIFICARE IL VOLTO DELLA CHIESA


CITTA' DEL VATICANO, 2 OTT. 2005 (VIS). Al termine della Messa di apertura del Sinodo, Benedetto XVI si é affacciato alla finestra del suo studio per recitare l'Angelus con i fedeli riuniti in Piazza San Pietro.

"La dottrina cattolica sull'Eucaristia, definita dal Concilio di Trento - ha detto il Papa - chiede di essere recepita vissuta e trasmessa dalla Comunità ecclesiale in modo sempre nuovo e adeguato ai tempi. L'Eucaristia potrebbe essere considerata come una "lente" attraverso la quale verificare continuamente il volto e il cammino della Chiesa".

Notando poi che la chiusura del Sinodo, il 23 ottobre, coincide con la Giornata Missionaria Mondiale, il Papa ha sottolineato che questa coincidenza "ci aiuta a contemplare meglio il mistero eucaristico nella prospettiva missionaria" e che "l'Eucaristia è, in effetti, il centro propulsore dell'intera azione evangelizzatrice della Chiesa un pò come lo è il cuore nel corpo umano. Senza la celebrazione eucaristica, le Comunità cristiane (...) perderebbero la loro autentica natura: solo in quanto "eucaristiche" esse possono trasmettere agli uomini Cristo e non solamente idee o valori pur nobili e importanti".

Il Papa ha concluso ricordando che l'Eucaristia ha plasmato "insigni apostoli missionari" sia religiosi che laici, sia di vita attiva che contemplativa, e ha citato in particolare San Francesco Saverio, "che l'amore di Cristo spinse fino all'estremo Oriente per annunciare il Vangelo"; Santa Teresa di Lisieux" che visse nella clausura il suo ardente spirito apostolico, meritando di esser proclamata, insieme con Francesco Saverio, patrona dell'attività missionaria della Chiesa".
ANG/EUCARISTIA:MISSIONI/... VIS 20051003 (270)

TRASMETTERE IL PATRIMONIO DEL CONCILIO VATICANO II


CITTA' DEL VATICANO, 1 OTT. 2005 (VIS). Oggi è stato pubblicato un messaggio inviato dal cardinale segretario di Stato, Angelo Sodano, in nome del Papa, ai partecipanti all'assemblea plenaria del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee (CCEE), che termina il 2 ottobre.

Il cardinale Sodano trasmette una riflessione del Santo Padre sui tre temi principali che ha affrontato la plenaria.

Riferendosi al 40° anniversario della conclusione del Concilio Vaticano II, Benedetto XVI "invita a riflettere sull'attualità della lezione conciliare nell'oggi della Chiesa e della società in Europa". Dopo aver ricordato il riferimento che il servo di Dio Paolo VI fece al contesto culturale in cui si è celebrato il concilio, "segnato dal secolarismo, dal laicismo e dall'irrazionalismo", il Papa si chiede: "Come non pensare all'Europa di oggi?".

Riconoscendo che "queste tendenze negative sono andate diffondendosi nel vecchio Continente", si può constatare, scrive, che "il benefico influsso conciliare, nel corso di questi anni, ha preservato la stessa Chiesa da una crisi che, alla fine del secondo millennio, avrebbe potuto essere ben peggiore. Sta ora a noi cogliere e portare avanti l'eredità conciliare per non perdere l'orientamento che il Signore ha indicato alla sua Chiesa".

Riguardo al secondo tema, l'evangelizzazione e la fede in Europa, il Santo Padre constata che "negli ultimi decenni è cresciuta la consapevolezza che il compito dell'evangelizzazione diventa sempre più indispensabile per l'Europa". In questo continente "è aumentato il pluralismo religioso, con una forte crescita della presenza dei musulmani. In questo contesto, ancora più importante ed urgente è per i cristiani prendere coscienza del fatto che il Vangelo non può essere tenuto per sé. Vi è poi la responsabilità dell'Europa per l'evangelizzazione del mondo".

Infine, il Papa si riferisce al terzo tema affrontato nella plenaria, l'evangelizzazione e il dialogo attraverso la catechesi, la scuola, l'università e i mezzi di comunicazione. Dopo aver posto in rilievo "l'eredità lasciataci dai Papi Paolo VI e Giovanni Paolo II, i quali hanno saputo unire in modo straordinario lo slancio missionario e l'instancabile apertura al dialogo", termina esortando "a non temere di affrontare le attuali sfide pastorali".
MESS/.../CCEE VIS 20051003 (340)

MEZZI DI COMUNICAZIONE: APOSTOLATO DI AVANGUARDIA


CITTA' DEL VATICANO, 1 OTT. 2005 (VIS). Benedetto XVI ha ricevuto oggi in udienza i rappresentanti della Società di San Paolo, la Congregazione fondata nel 1914 dal Beato italiano Giacomo Alberione ed i cui membri, presenti in più di 30 nazioni, si dedicano alla diffusione del messaggio cristiano servendosi delle moderne tecnologie di comunicazione. La Società raggruppa, tra le altre pubblicazioni, Famiglia Cristiana ed è responsabile delle Edizioni San Paolo, inoltre conta diverse librerie in Italia ed in altri Paesi.

Il Papa ha cominciato il suo breve discorso ringraziando i Paolini "del servizio reso alla propagazione del Vangelo mediante i moderni mezzi di comunicazione sociale, seguendo l'esempio e gli insegnamenti del vostro fondatore".

"Il vostro - ha proseguito - è un apostolato di avanguardia in un campo vasto e complesso, che offre tante opportunità e comporta, al tempo stesso, non pochi problemi; un'attività molteplice che esige preparazione e competenze specifiche con un costante aggiornamento, se si vuol rispondere effettivamente alle sfide del mondo attuale".

Questa esigenza, ha sottolineato il Santo Padre, deve accompagnarsi con una "salda adesione personale al Divino Maestro" come quella del beato Alberione che chiedeva sempre ai suoi discepoli che coltivassero "una robusta vita interiore, ricca di equilibrio e de discernimento", avendo come esempio San Paolo che "seppe adattare il suo annuncio al contesto culturale in cui si trovava, ma, nel contempo, non mancò di presentare con coraggiosa franchezza la novità assoluta che è Cristo". Precisamente, ha osservato Benedetto XVI, il recente capitolo generale dei Paolini ha proposto quale indicazione programmatica l'esortazione del beato Alberione: "Essere San Paolo oggi".

Successivamente il Papa ha ricordato che "dal Concilio Vaticano II, è andata crescendo nella Chiesa la consapevolezza del valore e dell'alto interesse che rivestono gli strumenti della comunicazione per la diffusione del Vangelo e per la formazione delle coscienze".

"Vi esorto, pertanto - ha concluso - a rinnovare l'impegno che vi è proprio, di essere una presenza educativa al servizio della comunità cristiana, affinchè (...) sia in grado di sviluppare una capacità comunicativa sempre migliore, ad immagine del Signore Gesù, nel quale la comunicazione tra Dio e l'umanità ha raggiunto la sua perfezione".
AC/APOSTOLATO COMUNICAZIONE/PAOLINI VIS 20051003 (350)

UDIENZE

CITTA' DEL VATICANO, 1 OTT. 2005 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto oggi in udienze separate:

- Il Signor Benjamin Mkapa, Presidente della Repubblica di Tanzania, con la Consorte ed il Seguito.

- Cinque Presuli della Conferenza Episcopale del Messico, in visita "ad Limina Apostolorum":

- Il Vescovo Jose Luis Amezcua Melgoza, di Colima.

- Il Vescovo Jose Guadalupe Martin Rabago, di Leon.

- Il Vescovo Benjamin Castillo Plasencia, di Tabasco.

- Il Vescovo Pedro Pablo Elizondo Cardenas, L.C., Prelato di Cancun-Chetumal con il Prelato Emerito, Vescovo Jorge Bernal Vargas, L.C.

- L'Arcivescovo Michael A. Blume, S.V.D., Nunzio Apostolico in Benin e in Togo, con i Familiari.

- Il Cardinale Giovanni Battista Re, Prefetto della Congregazione per i Vescovi.

- L'Arcivescovo Paul Josef Cordes, Presidente del Pontificio Consiglio "Cor Unum".
AP:AL/.../... VIS 20051003 (110)
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