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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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venerdì 3 novembre 2006

UDIENZE

CITTA' DEL VATICANO, 3 NOV. 2006 (VIS). Nel pomeriggio di oggi è in programma che il Santo Padre riceva in udienze separate:

- Il Cardinale Achille Silvestrini, Prefetto emerito della Congregazione per le Chiese Orientali.

- Il Cardinale Franc Rodé, C.M., Prefetto della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica.
AP/.../...                                 VIS 20061103 (60)

IN BREVE

IL CARDINALE TARCISIO BERTONE, SEGRETARIO DI STATO, in una Lettera indirizzata agli organizzatori della XL Settimana Sociale Spagnola, in corso a Toledo, nel trasmettere i saluti del Santo Padre, scrive che Papa Benedetto incoraggia i partecipanti "nei loro sforzi di approfondire e diffondere la Dottrina Sociale della Chiesa, nel campo della cultura e della ricerca, nella coscienza di tutti, persone o gruppi, chiamati a contribuire al bene comune secondo il proprio stato e responsabilità". Il Porporato scrive ancora che: "Questo impegno assume particolare rilevanza nel centesimo anniversario dell'inizio di tali incontri, sotto l'egida della Santa Sede e dell'Episcopato spagnolo, essendo un punto di riferimento molto qualificato per approfondire i diversi problemi sociali più gravi e urgenti in ogni momento della vita spagnola".

L'ARCIVESCOVO CELESTINO MIGLIORE, OSSERVATORE PERMANENTE DELLA SANTA SEDE presso l'Organizzazione delle Nazioni Unite, è intervenuto ieri a New York alla Commissione Politica Speciale e Decolonizzazione della 61° Assemblea Generale delle Nazioni Unite relativa ai Rifugiati Palestinesi in Medio Oriente (OOPS). "È un triste fatto" - ha detto il Nunzio - "che la comunità internazionale non sia riuscita ad impegnare gli israeliani e i palestinesi in un significativo dialogo e nella risoluzione delle controversie per portare stabilità e pace ad entrambi i popoli. (...) Risolvere il conflitto israelo-palestinese rimane il problema chiave di una serie di questioni che interessano tutto il Medio Oriente, senza entrare nel merito delle conseguenze in ambito mondiale".
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VISITA DI BENEDETTO XVI PONTIFICIA UNIVERSITÀ GREGORIANA


CITTA' DEL VATICANO, 3 NOV. 2006 (VIS). Alle ore 10:30 di questa mattina il Santo Padre Benedetto XVI si è recato in visita alla Pontificia Università Gregoriana. Al suo arrivo ha raggiunto la Cappella per un breve momento di preghiera e successivamente si è trasferito nel quadriportico dell'Università dove ha incontrato la Comunità dei Docenti, degli Studenti e dei Benefattori.

  Dopo le parole di saluto del Rettore Magnifico, Padre Gianfranco Ghrilanda, del Rappresentante degli studenti, Padre Bryan Lobo e del Segretario Generale, Luigi Allena, il Papa ha tenuto il suo discorso.

  Ricordando che nel 1972 ricevette l'invito a tenere un corso sulla Santissima Eucaristia agli studenti della Gregoriana, rivolgendosi ai Professori e agli Studenti, Benedetto XVI ha detto che "la fatica dello studio e dell'insegnamento, per avere senso in relazione al Regno di Dio, deve essere sostenuta dalle virtù teologali. Infatti, l'oggetto immediato della scienza teologica, nelle sue diverse specificazioni, è Dio stesso, rivelatosi in Gesù Cristo, Dio con un volto umano".

  "Oggi non si può non tener conto del confronto con la cultura secolare" - ha proseguito il Pontefice - "che in molte parti del mondo tende sempre più non solo a negare ogni segno della presenza di Dio nella vita della società e del singolo, ma con vari mezzi, che disorientano e offuscano la retta coscienza dell'uomo, cerca di corrodere la sua capacità di mettersi in ascolto di Dio".

  "Non si può prescindere poi," - ha detto ancora il Papa - "dal rapporto con le altre religioni, che si rivela costruttivo solo se evita ogni ambiguità che in qualche modo indebolisca il contenuto essenziale della fede cristiana in Cristo unico Salvatore di tutti gli uomini e nella Chiesa sacramento necessario di salvezza per tutta l'umanità".

  "Non posso in questo momento dimenticare le altre scienze umane che in questa insigne Università vengono coltivate (...), quali la psicologia, le scienze sociali, la comunicazione sociale. (...) Proprio perché tali scienze riguardano l'uomo non possono prescindere dal riferimento a Dio. Infatti, l'uomo, sia nella sua interiorità che nella sua esteriorità, non può essere pienamente compreso se non lo si riconosce aperto alla trascendenza".

  "Privo del suo riferimento a Dio, l'uomo non può rispondere alle domande fondamentali che agitano e agiteranno sempre il suo cuore riguardo al fine e quindi al senso della sua esistenza. Conseguentemente neppure è possibile immettere nella società quei valori etici che soli possono garantire una convivenza degna dell'uomo. Il destino dell'uomo senza il suo riferimento a Dio non può che essere la desolazione dell'angoscia che conduce alla disperazione. Solo in riferimento al Dio-Amore, che si è rivelato in Gesù Cristo, l'uomo può trovare il senso della sua esistenza e vivere nella speranza, pur nell'esperienza dei mali che feriscono la sua esistenza personale e la società in cui vive. La speranza fa sì che l'uomo non si chiuda in un nichilismo paralizzante e sterile, ma si apra all'impegno generoso nella società in cui vive per poterla migliorare". 

  Sottolineando che "La formazione integrale dei giovani è uno degli apostolati tradizionali della Compagnia di Gesù fin dalle sue origini", il Santo Padre ha ricordato che si sta portando a termine "il rinnovamento degli Statuti dell'Università e dei Regolamenti Generali, come anche degli Statuti e dei Regolamenti delle diverse Facoltà, Istituti e Centri" ed ha affermato che: "Questo contribuirà a meglio definire l'identità della Gregoriana, consentendo la redazione di programmi accademici più adeguati all'adempimento della missione che le è propria".

  "Come Università ecclesiastica pontificia" - ha concluso Benedetto XVI - "questo Centro accademico è impegnato a 'sentire in Ecclesia et cum Ecclesia'. È un impegno che nasce dall'amore per la Chiesa, nostra Madre e Sposa di Cristo".

  Al termine della visita, prima di rientrare in Vaticano, il Papa è sceso nei locali del Centro Convegni "Matteo Ricci" dove ha incontrato la comunità religiosa dei Gesuiti.
BXVI-VISITA/UNIVERSITÀ GREGORIANA/GHIRLANDA    VIS 20061103 (640)


COMUNICATO RELATIVO VIAGGIO DEL SANTO PADRE IN TURCHIA


CITTA' DEL VATICANO, 2 NOV. 2006 (VIS). Un Comunicato della Sala Stampa della Santa Sede, reso pubblico oggi, rende noto quanto segue: "A proposito dei commenti apparsi sulla stampa circa la possibile assenza del Primo Ministro turco Signor Recep Tayyip Erdogan durante la visita del Santo Padre in Turchia (28 novembre - 1 dicembre), è bene precisare che la Santa Sede era già da tempo informata - nel corso della preparazione del viaggio - circa la concomitanza con l'importante impegno del Primo Ministro per il vertice della NATO in Lettonia, ed era altresì informata che il Capo del Governo avrebbe cercato di essere presente in Turchia per incontrare il Santo Padre ma che non poteva garantirlo, e in caso di assenza sarebbe stato rappresentato da altra importante autorità del Governo, cioè il Vice Primo Ministro".
OP/VIAGGIO PAPA TURCHIA/ERDOGAN                   VIS 20061103 (140)


ALTRI ATTI PONTIFICI


CITTA' DEL VATICANO, 1 NOV. 2006 (VIS). Il Santo Padre ha nominato il Padre Armando Martín Gutiérrez, dei Figli dell'Amore Misericordioso (F.A.M.), Vescovo di Bacabal (superficie: 15.867; popolazione: 494.564; cattolici: 454.958; sacerdoti: 27; religiosi: 62), Brasile. Il Vescovo eletto, finora formatore della sua Congregazione nell'Arcidiocesi di Fermo (Italia), è nato nel 1954 a Madrid (Spagna), ha emesso la prima professione nella Congregazione dei Figli dell'Amore Misericordioso nel 1974 e quella perpetua nel 1978 ed è stato ordinato sacerdote nel 1979.
NER/.../MARTÍN GUTIÉRREZ                                     VIS 20061103 (90)


L'ESISTENZA UMANA È PROTESA ALLA TRASCENDENZA


CITTA' DEL VATICANO, 1 NOV. 2006 (VIS). Prima della recita dell'Angelus con i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro, il Santo Padre Benedetto XVI ha dedicato delle brevi riflessioni alla Solennità di Tutti i Santi, che si celebra oggi, e alla commemorazione dei fedeli defunti (2 novembre), due ricorrenze liturgiche che "ci offrono una singolare opportunità per meditare sulla vita eterna".

  "L'uomo moderno" - si è domandato il Papa - "l'aspetta ancora questa vita eterna, o ritiene che essa appartenga a una mitologia ormai superata? In questo nostro tempo, più che nel passato, si è talmente assorbiti dalle cose terrene, che talora riesce difficile pensare a Dio come protagonista della storia e della nostra stessa vita. L'esistenza umana però, per sua natura, è protesa a qualcosa di più grande, che la trascenda; è insopprimibile nell'essere umano l'anelito alla giustizia, alla verità, alla felicità piena".

  "Dinanzi all'enigma della morte, sono vivi in molti il desiderio e la speranza di ritrovare nell'aldilà i propri cari. Come pure è forte la convinzione di un giudizio finale che ristabilisca la giustizia, l'attesa di un definitivo confronto in cui a ciascuno sia dato quanto gli è dovuto".

  "'Vita eterna' per noi cristiani" - ha spiegato Benedetto XVI - "non indica però solo una vita che dura per sempre, bensì una nuova qualità di esistenza, pienamente immersa nell'amore di Dio, che libera dal male e dalla morte e ci pone in comunione senza fine con tutti i fratelli e le sorelle che partecipano dello stesso Amore. L'eternità, pertanto, può essere già presente al centro della vita terrena e temporale, quando l'anima, mediante la grazia, è congiunta a Dio, suo ultimo fondamento".

  "Cari fratelli e sorelle, meditiamo su queste realtà" - ha concluso il Pontefice - "con l'animo volto verso il nostro ultimo e definitivo destino, che dà senso alle situazioni quotidiane. Ravviviamo il gioioso sentimento della comunione dei santi e lasciamoci attrarre da loro verso la meta della nostra esistenza: l'incontro faccia a faccia con Dio".
ANG/TUTTI I SANTI:DEFUNTI/...                           VIS 20061103 (340)


ESSERE SANTI SIGNIFICA SERVIRE GESÙ, ASCOLTARLO E SEGUIRLO


CITTA' DEL VATICANO, 1 NOV. 2006 (VIS). Alle ore 10:00 di oggi, Solennità di Tutti i Santi, il Santo Padre Benedetto XVI ha celebrato la Santa Messa nella Basilica Vaticana.

  Nell'omelia il Santo Padre ha sottolineato che "i santi non sono una esigua casta di eletti, ma una folla senza numero, verso la quale la liturgia ci esorta oggi a levare lo sguardo. In tale moltitudine non vi sono soltanto i santi ufficialmente riconosciuti, ma i battezzati di ogni epoca e nazione, che hanno cercato di compiere con amore e fedeltà la volontà divina".

  "Ma 'a che serve la nostra lode ai santi, a che il nostro tributo di gloria, a che questa stessa nostra solennità?'. Con questa domanda" - ha ricordato il Papa - "comincia una famosa omelia di San Bernardo per il giorno di Tutti i Santi. È domanda che ci si potrebbe porre anche oggi. E attuale è anche la risposta che il Santo ci offre: 'I nostri santi - egli dice - non hanno bisogno dei nostri onori e nulla viene a loro dal nostro culto. (...) Ecco dunque il significato dell'odierna solennità: guardando al luminoso esempio dei santi risvegliare in noi il grande desiderio di essere come i santi: felici di vivere vicini a Dio, nella sua luce, nella grande famiglia degli amici di Dio. (...) E questa è la vocazione di noi tutti, con vigore ribadita dal Concilio Vaticano II, ed oggi riproposta in modo solenne alla nostra attenzione".

  "Per essere santi" - ha spiegato il Pontefice - "non occorre compiere azioni e opere straordinarie, né possedere carismi eccezionali. (...) È necessario innanzitutto ascoltare Gesù e poi seguirlo senza perdersi d'animo di fronte alle difficoltà".

  "L'esperienza della Chiesa dimostra che ogni forma di santità, pur seguendo tracciati differenti, passa sempre per la via della croce, la via della rinuncia a se stesso. Le biografie dei santi descrivono uomini e donne che, docili ai disegni divini, hanno affrontato talvolta prove e sofferenze indescrivibili, persecuzioni e martirio".

  "L'esempio dei santi è per noi un incoraggiamento a seguire le stesse orme, a sperimentare la gioia di chi si fida di Dio, perché l'unica vera causa di tristezza e di infelicità per l'uomo è vivere lontano da Lui".

  "La santità" - ha sottolineato il Santo Padre - "esige uno sforzo costante, ma è possibile a tutti perché, più che opera dell'uomo, è anzitutto dono di Dio, tre volte Santo".

  "Come non rispondere all'amore del Padre celeste con una vita da figli riconoscenti? In Cristo" - ha concluso Papa Benedetto XVI - "ci ha fatto dono di tutto se stesso, e ci chiama a una relazione personale e profonda con Lui. Quanto più pertanto imitiamo Gesù e Gli restiamo uniti, tanto più entriamo nel mistero della santità divina. Scopriamo di essere amati da Lui in modo infinito, e questo ci spinge, a nostra volta, ad amare i fratelli. Amare implica sempre un atto di rinuncia a se stessi, il 'perdere se stessi', e proprio così ci rende felici".
HML/SANTITÀ/...                                   VIS 20061103 (510)


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