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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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lunedì 28 gennaio 2008

MESE DELLA PACE E GIORNATA MONDIALE MALATI DI LEBBRA

CITTA' DEL VATICANO, 27 GEN. 2008 (VIS). Dopo la preghiera dell'Angelus di questa mattina, il Santo Padre ha salutato "con grande affetto i bambini e i ragazzi dell'Azione Cattolica di Roma, venuti come ogni anno a conclusione del 'Mese della Pace', accompagnati dal Cardinale Vicario, dai genitori e dagli educatori".

  "Cari piccoli amici" - ha detto il Santo Padre - " so che vi impegnate in favore dei vostri coetanei che soffrono per la guerra e la povertà. Continuate sulla strada che Gesù ci ha indicato per costruire la vera pace!".

  Accompagnato da due bambini, il Santo Padre ha liberato due colombe dalla finestra del suo studio, che a differenza di altre volte, non hanno fatto ritorno al suo appartamento e con un sorriso il Papa ha detto: "Questa volta è andata bene, qualche volta ritornano".

  "Oggi si celebra la Giornata mondiale dei malati di lebbra" - ha ricordato ancora il Papa - "iniziata 55 anni fa da Raoul Follereau. A tutte le persone che soffrono per questa malattia rivolgo il mio affettuoso saluto assicurando una speciale preghiera, che estendo a quanti, in vari modi, si impegnano al loro fianco, in particolare ai volontari dell'Associazione Amici di Raoul Follereau".
ANG/PACE:LEBBRA/...                               VIS 20080128 (210)


CRISTO ANNUNCIA E' DIO IL SIGNORE E SUA SIGNORIA E' PRESENTE


CITTA' DEL VATICANO, 27 GEN. 2008 (VIS). Alle 12 di questa mattina, il Santo Padre Benedetto XVI si è affacciato alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l'Angelus con i fedeli ed i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro.

  Prima dell'Angelus, il Papa ha commentato il Vangelo di oggi che "presenta l'inizio della missione pubblica di Cristo. Essa consiste essenzialmente nella predicazione del Regno di Dio e nella guarigione dei malati, a dimostrare che questo Regno si è fatto vicino, anzi, è ormai venuto in mezzo a noi".

  "Gesù comincia a predicare in Galilea, la regione in cui è cresciuto, territorio di 'periferia' rispetto al centro della nazione ebraica, che è la Giudea, e in essa Gerusalemme. Ma il profeta Isaia aveva preannunciato che quella terra, assegnata alle tribù di Zabulon e di Neftali, avrebbe conosciuto un futuro glorioso: il popolo immerso nelle tenebre avrebbe visto una grande luce (cfr Is 8,23-9,1), la luce di Cristo e del suo Vangelo (cfr Mt 4,12-16)".

 "Il termine 'vangelo', ai tempi di Gesù" - ha spiegato il Pontefice - "era usato dagli imperatori romani per i loro proclami. Indipendentemente dal contenuto, essi erano definiti 'buone novelle', cioè annunci di salvezza, perché l'imperatore era considerato come il signore del mondo ed ogni suo editto come foriero di bene. Applicare questa parola alla predicazione di Gesù ebbe dunque un senso fortemente critico, come dire: Dio, non l'imperatore, è il Signore del mondo, e il vero Vangelo è quello di Gesù Cristo".

  "La 'buona notizia' che Gesù proclama si riassume in queste parole: 'Il regno di Dio - o regno dei cieli - è vicino' (Mt 4,17; Mc 1,15). Che significa questa espressione? Non indica certo un regno terreno delimitato nello spazio e nel tempo, ma annuncia che è Dio a regnare, che è Dio il Signore e la sua signoria è presente, attuale, si sta realizzando".

  "La novità del messaggio di Cristo è dunque che Dio 'in Lui' si è fatto vicino, regna ormai in mezzo a noi, come dimostrano i miracoli e le guarigioni che compie".

  "Dove arriva Gesù" - ha concluso il Papa - "lo Spirito creatore reca vita e gli uomini sono sanati dalle malattie del corpo e dello spirito. La signoria di Dio si manifesta allora nella guarigione integrale dell'uomo. Con ciò Gesù vuole rivelare il volto del vero Dio, il Dio vicino, pieno di misericordia per ogni essere umano; il Dio che ci fa dono della vita in abbondanza, della sua stessa vita".
ANG/REGNO DI DIO/...                               VIS 20080128 (430)


ALTRI ATTI PONTIFICI

CITTA' DEL VATICANO, 26 GEN. 2008 (VIS).  Il Santo Padre ha nominato:

- Il Vescovo Pavel Posád, finora Vescovo di Litomerice (Repubblica Ceca), Vescovo Ausiliare di Ceské Budejovice (superficie: 12.500; popolazione: 748.000; cattolici: 295.500; sacerdoti: 157; religiosi: 175; diaconi permanenti: 17), Repubblica Ceca.

- L'Arcivescovo Emil Paul Tscherrig, Nunzio Apostolico in Svezia, Danimarca, Finlandia, Islanda e Norvegia, finora Nunzio Apostolico in Corea e in Mongolia.

- Il Cardinale Leonardo Sandri, Membro della Congregazione per la Dottrina della Fede.

- Il Cardinale Roger Michael Mahony, Membro della Congregazione per le Chiese Orientali.

- Il Cardinale Edward Michael Egan, Membro della Congregazione per le Chiese Orientali.

- Il Monsignore Francesco Di Felice, Consultore del Pontificio Consiglio per la Famiglia.
NEA:NN:NA/.../...                                   VIS 20080128 (130)


GIURISPRUDENZA ROTALE PIÙ MANIFESTAMENTE UNITARIA


CITTA' DEL VATICANO, 26 GEN. 2008 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza, come di consueto in questo periodo dell'anno, il Decano, i Prelati Uditori, gli Officiali e i Collaboratori del Tribunale della Rota Romana, in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario.

  All'inizio del suo discorso il Santo Padre ha affermato che la ricorrenza, quest'anno, del "primo centenario del ristabilimento del Tribunale Apostolico della Rota Romana, sancito da San Pio X nel 1908 con la Costituzione apostolica 'Sapienti consilio' (...) è occasione propizia per riflettere su un aspetto fondamentale dell'attività della Rota, cioè sul valore della giurisprudenza rotale nel complesso dell'amministrazione della giustizia nella Chiesa".

  "Qualsiasi sistema giudiziario" - ha ribadito il Pontefice - "deve cercare di offrire soluzioni nelle quali, insieme alla valutazione prudenziale dei casi nella loro irripetibile concretezza, siano applicati i medesimi principi e norme generali di giustizia. Solo in questo modo si crea un clima di fiducia nell'operato dei tribunali, e si evita l'arbitrarietà dei criteri soggettivi".

  "Le anzidette considerazioni sono perfettamente applicabili anche ai tribunali ecclesiastici. Anzi, siccome i processi canonici riguardano gli aspetti giuridici dei beni salvifici o di altri beni temporali che servono alla missione della Chiesa, l'esigenza di unità nei criteri essenziali di giustizia e la necessità di poter prevedere ragionevolmente il senso delle decisioni giudiziarie, diventa un bene ecclesiale pubblico di particolare rilievo per la vita interna del Popolo di Dio e per la sua testimonianza istituzionale nel mondo".

  "Tutte le sentenze devono essere sempre fondate sui principi e sulle norme comuni di giustizia. Tale bisogno, comune ad ogni ordinamento giuridico, riveste nella Chiesa una specifica pregnanza, nella misura in cui sono in gioco le esigenze della comunione, che implica la tutela di ciò che è comune alla Chiesa universale, affidata in modo peculiare all'Autorità Suprema e agli organi che 'ad normam iuris' partecipano alla sua sacra potestà".

  "Nell'ambito matrimoniale la giurisprudenza rotale ha svolto un lavoro molto cospicuo in questi cento anni" - ha ricordato il Pontefice - "La Rota Romana è costantemente chiamata a un compito arduo, che influisce molto sul lavoro di tutti i tribunali: quello di cogliere l'esistenza o meno della realtà matrimoniale, che è intrinsecamente antropologica, teologica e giuridica".

  "Il diritto" - ha proseguito il Pontefice - "non può essere ridotto ad un mero insieme di regole positive che i tribunali sono chiamati ad applicare. L'unico modo per fondare solidamente l'opera giurisprudenziale consiste nel concepirla quale vero esercizio della 'prudentia iuris', di una prudenza che è tutt'altro che arbitrarietà o relativismo, poiché consente di leggere negli eventi la presenza o l'assenza dello specifico rapporto di giustizia che è il matrimonio, con il suo reale spessore umano e salvifico. Soltanto in questo modo le massime giurisprudenziali acquistano il loro vero valore, e non diventano una compilazione di regole astratte e ripetitive, esposte al rischio di interpretazioni soggettive e arbitrarie".

  "Perciò, la valutazione oggettiva dei fatti, alla luce del Magistero e del diritto della Chiesa, costituisce un aspetto molto importante dell'attività della Rota Romana, ed influisce molto sull'operato dei ministri di giustizia dei tribunali delle Chiese locali".

  "La giurisprudenza rotale va vista come esemplare opera di saggezza giuridica, (...). Grazie a tale opera, nelle cause di nullità matrimoniale la realtà concreta viene oggettivamente giudicata alla luce dei criteri che riaffermano costantemente la realtà del matrimonio indissolubile, aperta ad ogni uomo e ad ogni donna secondo il disegno di Dio Creatore e Salvatore".

  "Nella Chiesa, proprio per la sua universalità e per la diversità delle culture giuridiche in cui è chiamata ad operare, c'è sempre il rischio che si formino, 'sensim sine sensu', 'giurisprudenze locali' sempre più distanti dall'interpretazione comune delle leggi positive e persino dalla dottrina della Chiesa sul matrimonio. Auspico che si studino i mezzi opportuni per rendere la giurisprudenza rotale sempre più manifestamente unitaria, nonché effettivamente accessibile a tutti gli operatori della giustizia, in modo da trovare uniforme applicazione in tutti i tribunali della Chiesa".

  "In quest'ottica realistica" - ha detto ancora il Pontefice - "va inteso pure il valore degli interventi del Magistero ecclesiastico sulle questioni giuridiche matrimoniali, compresi i discorsi del Romano Pontefice alla Rota Romana. Essi sono una guida immediata per l'operato di tutti i tribunali della Chiesa in quanto insegnano con autorità ciò che è essenziale circa la realtà del matrimonio".

  Al termine del suo discorso il Papa, rivolgendosi agli Officiali della Rota Romana, ha sottolineato: "Il presente centenario è destinato ad andare oltre la commemorazione formale. Esso diviene occasione di una riflessione che deve ritemprare il vostro impegno vivificandolo con un sempre più profondo senso ecclesiale della giustizia, che è vero servizio alla comunione salvifica".
AC/.../ROTA ROMANA                               VIS 20080128 (770)


ECUMENISMO GENUINO AFFONDA RADICI NELLA PREGHIERA

CITTA' DEL VATICANO, 26 GEN. 2008 (VIS). Nel pomeriggio di ieri, nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, il Santo Padre Benedetto XVI ha presieduto la Celebrazione dei secondi Vespri della solennità della Conversione di San Paolo, a conclusione della Settimana di Preghiera per l'Unità dei Cristiani. Alla celebrazione hanno preso parte i Rappresentanti delle altre Chiese e Comunità ecclesiali presenti a Roma.

  Nell'omelia ricordando l'episodio della Conversione di San Paolo sulla via di Damasco, il Santo Padre ha sottolineato che: "La consapevolezza che solo la grazia divina aveva potuto realizzare una simile conversione non abbandonò mai Paolo".

  "A conclusione della Settimana di Preghiera per l'Unità dei Cristiani, siamo ancor più coscienti di quanto l'opera della ricomposizione dell'unità, che richiede ogni nostra energia e sforzo, sia comunque infinitamente superiore alle nostre possibilità. (...) Non è in nostro potere decidere quando o come questa unità si realizzerà pienamente. Solo Dio potrà farlo!".

  Ricordando il tema della Settimana di Preghiera per l'Unità dei cristiani "Pregate continuamente", Papa Benedetto ha segnalato che: "L'invito rivolto da San Paolo ai Tessalonicesi è sempre attuale. Davanti alle debolezze ed ai peccati che impediscono ancora la piena comunione dei cristiani", ognuna delle esortazioni dell'Apostolo delle Genti "ha mantenuto la sua pertinenza, ma ciò è particolarmente vero per l'imperativo 'pregate continuamente'".

  "Che cosa diventerebbe il movimento ecumenico" - ha proseguito il Pontefice - "senza la preghiera personale o comune, affinché 'tutti siano una cosa sola, come tu, Padre, sei in me ed io in te' (Gv 17,21)? Dove trovare lo 'slancio supplementare' di fede, di carità e di speranza di cui ha oggi un particolare bisogno la nostra ricerca dell'unità? Il nostro desiderio di unità non dovrebbe limitarsi ad occasioni sporadiche, ma divenire parte integrante di tutta la nostra vita di preghiera (...). Non esiste pertanto un ecumenismo genuino che non affondi le sue radici nella preghiera".

  Ricordando nuovamente Padre Paul Wattson - che cento anni fa, ideò un  ottavario di preghiera per l'unità dei cristiani, e rendendo grazie a Dio per "per il grande movimento di preghiera che, da cento anni, accompagna e sostiene i credenti in Cristo nella loro ricerca di unità", il Santo Padre ha affermato: "La barca dell'ecumenismo non sarebbe mai uscita dal porto se non fosse stata mossa da quest'ampia corrente di preghiera e spinta dal soffio dello Spirito Santo".

  "Congiuntamente alla Settimana di preghiera, molte comunità religiose e monastiche hanno invitato ed aiutato i loro membri a 'pregare continuamente' per l'unità dei cristiani. In questa occasione che ci vede riuniti, ricordiamo in particolare la vita e la testimonianza di Suor Maria Gabriella dell'Unità (1914-1936), suora trappista del monastero di Grottaferrata (attualmente a Vitorchiano)",  beatificata da Papa Giovanni Paolo II che nell'omelia della cerimonia di Beatificazione ebbe a sottolineare "i tre elementi su cui si costruisce la ricerca dell'unità: la conversione, la croce e la preghiera".

  "L'ecumenismo" - ha detto ancora il Santo Padre - "ha un forte bisogno, oggi come ieri, del grande 'monastero invisibile' di cui parlava l'Abbé Paul Couturier, di quella vasta comunità di cristiani di tutte le tradizioni che, senza clamore, pregano ed offrono la loro vita affinché si realizzi l'unità".

  Rivolgendo parole di saluto ai rappresentanti del Consiglio Mondiale delle Chiese e delle diverse Chiese e Comunità ecclesiali presenti nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, Benedetto XVI ha affermato: "In questa storica Basilica, il 28 giugno prossimo si aprirà l'anno consacrato alla testimonianza e all'insegnamento dell'apostolo Paolo. Che il suo instancabile fervore nel costruire il Corpo di Cristo nell'unità ci aiuti a pregare incessantemente per la piena unità di tutti i cristiani!".
HML/VESPRI:ECUMENISMO/SAN PAOLO                   VIS 20080128 (600)


UDIENZE

CITTA' DEL VATICANO, 28 GEN. 2008 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienze separate:

- Otto Presuli della Chiesa greco-cattolica dell'Ucraina, in Visita "ad Limina Apostolorum".

    - Il Cardinale Lubomyr Husar, Arcivescovo Maggiore di Kyiv-Haliv degli Ucraini, con gli Ausiliari: Vescovo Bohdan Dzyurakh, C.SS.R., Vescovo Dionisio Lachovicz, O.S.B.M., Vescovo Wasyl Ihor Medwit, O.S.B.M.,  e Vescovo Hlib Lonchyna, Visitatore Apostolico per i fedeli greco-cattolici Ucraini in Italia.

    - L'Arcivescovo Ihor Vozniak, C.SS.R., di Lviv degli Ucraini;

    - Il Vescovo Milan Sasik, C.M., Amministratore Apostolico "ad nutum Sanctae Sedis" di Mukacheve di rito bizantino.

    - Padre Demetrius Hryhorak, Amministratore Apostolico "ad nutum Sanctae Sedis" di Buchach degli Ucraini.

 - L'Arcivescovo Reinhard Marx, di München und Freising (Repubblica Federale di Germania).

  Sabato 26 gennaio, il Santo Padre ha ricevuto in udienze separate:

- L'Arcivescovo Henryk Józef Nowacki, Nunzio Apostolico in Nicaragua.

- Il Signor Carlos Luis Custer, Ambasciatore di Argentina in visita di congedo.

- Il Padre Adolfo Nicolás, S.I., Preposito Generale della Compagnia di Gesù.

- Il Vescovo Antonio Stankiewicz, Decano del Tribunale della Rota Romana.

- Il Cardinale Giovanni Battista Re, Prefetto della Congregazione per i Vescovi.
AL:AP/.../...                                      VIS 20080128 (190)

SCIENZA NON SI TRASFORMI IN CRITERIO DEL BENE

CITTA' DEL VATICANO, 28 GEN. 2008 (VIS). Questa mattina il Santo Padre ha ricevuto in udienza i partecipanti al Convegno inter-accademico dal titolo "L'identità soggetta a cambiamenti dell'individuo", promosso dalla "Académie des Sciences" di Parigi e dalla Pontificia Accademia della Scienze.

  Il Santo Padre Benedetto XVI si è rallegrato "che per la prima volta si sia potuta instaurare una collaborazione interaccademica di questo tipo, aprendo la strada a vaste ricerche di carattere pluridisciplinare sempre più proficue".

  Nella nostra epoca, ha ricordato il Pontefice, "nella quale le scienze esatte, naturali ed umane, hanno conseguito notevoli progressi sulla conoscenza dell'uomo e del suo universo, grande è la tentazione di circoscrivere totalmente l'identità dell'essere umano e di rinchiuderlo nel sapere che se ne può ricavare. Per non imboccare tale strada, è importante non trascurare la ricerca antropologica, filosofica e teologica, che permette di far emergere e di conservare nell'essere umano il suo mistero proprio, poiché nessuna scienza può asserire chi sia l'uomo, da dove venga e dove sia diretto. La scienza umana diviene dunque la più necessaria di tutte le scienze".

  "L'essere umano è sempre al di là di ciò che si vede o di ciò che si percepisce mediante l'esperienza" - ha affermato il Papa - "Trascurare l'investigazione sull'essere dell'uomo conduce inevitabilmente a rifiutare la ricerca della verità obiettiva sull'essere nella sua integralità e, di conseguenza, a non essere più in grado di riconoscere il fondamento su cui poggia la dignità dell'essere umano, di ogni uomo, dalla vita embrionale fino alla morte naturale".

  "A partire da un interrogativo sul nuovo essere nato dalla fusione cellulare, portatore di un patrimonio genetico nuovo e specifico, avete fatto apparire elementi essenziali del mistero dell'uomo, segnato dalla alterità: essere creato da Dio, essere ad immagine di Dio, essere amato fatto per amare. In quanto essere umano, non è mai chiuso in se stesso; è sempre portatore di alterità e si trova fin dalla sua origine in interazione con altri essere umani, come ci rivelano sempre più le scienze umane".

  "L'essere umano" - ha sottolineato il Pontefice - "non è frutto del caso, né di un insieme di circostanze, né di determinismi, né di interazioni fisico-chimiche; l'essere umano è un essere che gode di una libertà, la quale tenendo in conto la sua natura, trascende quest'ultima ed è il segno del mistero di alterità che abita l'uomo. (...) Questa libertà, che è propria dell'essere-uomo, fa si che quest'ultimo possa orientare la sua vita verso un fine (...) e fa risultare che l'esistenza dell'uomo ha un senso. Nell'esercizio della sua autentica libertà, la persona umana realizza la sua vocazione, la persona si realizza; dà forma alla sua identità più profonda".

  "L'essere umano ha in sé una capacità specifica: discernere ciò che è bene e che è buono" - ha concluso il Pontefice - "Nella nostra epoca nella quale lo sviluppo delle scienza attira e seduce per le possibilità offerte, è più importante che mai educare le coscienze dei nostri contemporanei, affinché la scienza non divenga il criterio del bene, e l'uomo sia rispettato come il centro della creazione e non sia oggetto di manipolazioni ideologiche, né di decisioni arbitrarie, né tanto meno di abusi dei più forti contro i più deboli".
AC/.../ACCADEMIE DELLE SCIENZE                       VIS 20080128 (530)


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