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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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giovedì 26 aprile 2007

UDIENZE


CITTA' DEL VATICANO, 26 APR. 2007 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienze separate:

- Cinque Presuli della Conferenza Episcopale Italiana (Regione Triveneto), in Visita "ad Limina Apostolorum":

    - L'Arcivescovo Dino De Antoni, di Gorizia.

    - Il Vescovo Eugenio Ravignani, di Trieste.

    - L'Arcivescovo Luigi Bressan, di Trento.

    - Il Vescovo Wilhelm Emil Egger, O.F.M.Cap., di Bolzano-Bressanone.

    - L'Arcivescovo Pietro Brollo, di Udine.

- Il Cardinale Péter Erdö, Arcivescovo di Esztergom-Budapest (Ungheria) e Presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali d'Europa (C.C.E.E.), con i Vice-Presidenti: Cardinale Jean-Pierre Ricard, Arcivescovo di Bordeaux (Francia) e Cardinale Josip Bozanic, Arcivescovo di Zagreb (Croazia) e con il Monsignor Aldo Giordano, Segretario Generale.
AL:AP/.../...                                       VIS 20070426 (110)


CARITÀ E GIUSTIZIA NELLE RELAZIONI TRA POPOLI E NAZIONI


CITTA' DEL VATICANO, 26 APR. 2007 (VIS). Alle 11:30 di questa mattina, presso la Sala Stampa della Santa Sede, ha avuto luogo la Conferenza Stampa di presentazione della XIII Sessione Plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, in programma in Vaticano dal 27 aprile al 1° maggio, sul tema "Carità e Giustizia nelle relazioni tra popoli e nazioni".

  Alla Conferenza Stampa sono intervenuti la Professoressa Mary Ann Glendon, Presidente della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, Docente di Diritto presso la "Harvard University" (Stati Uniti d'America); il Vescovo Marcelo Sánchez Sorondo, Cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze e della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, Docente di Storia della Filosofia presso la "LUMSA" (Roma) ed il Professor Juan José Llach, organizzatore del Meeting e Consigliere della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, Docente di Economia presso la "Universidad Austral" (Buenos Aires, Argentina).

  In una Nota sul tema della Plenaria si legge: "Sebbene talvolta sia convinzione comune che il perseguimento della carità e della giustizia a livello internazionale sia di importanza fondamentale per la società contemporanea, allo stesso tempo ci si imbatte in segnali che operano nella direzione opposta". In proposito vengono citati  "preoccupanti segni dei tempi", quali: "il riemergere del nazionalismo"; "i segnali di convergenza economica e sociale tra paesi progrediti e paesi in via di sviluppo" che "sono ancora limitati a poche delle nazioni appartenenti a quest'ultima categoria".

  Sono altresì segnali preoccupanti "l'incidenza della povertà e della povertà estrema" che "è ancora molto alta". D'altra parte istituzioni multilaterali come l'O.N.U., il W.T.O. (Organizzazione Mondiale del Commercio), l'F.M.I. (Fondo Monetario Internazionale), la Banca Mondiale "mostrano segnali di debolezza e di stanchezza". Inoltre sussistono fondati dubbi circa la possibilità di riuscire realmente ad attuare, entro i tempi previsti, gli Obiettivi del Millennio (Millennium Goals) e di ridurre della metà, per l'anno 2015, il numero di poveri.

  Altro tema di dibattito della Plenaria riguarderà gli aiuti insufficienti e inefficaci. In merito si legge nella Nota: "L'aiuto fornito è stato molto inferiore rispetto all'obiettivo di stanziare lo 0,7% del PIL dei paesi sviluppati per gli aiuti internazionali. Inoltre, l'aiuto che è stato dato è spesso risultato inefficientemente distribuito e male utilizzato dalle organizzazioni internazionali, dai governi e dalle agenzie locali". Infine, relativamente al problema del terrorismo e delle guerre, nella Nota si ribadisce che: "L'inizio del nuovo secolo è stato caratterizzato da un rilevante incremento del flagello sociale e morale del terrorismo. Allo stesso tempo, il mondo è ancora afflitto su larga scala da guerre e guerre civili".

  Successivamente la Nota si riferisce all'Enciclica "Deus Caritas Est" di Papa Benedetto XVI, alla quale la Plenaria intende ispirarsi, e ribadisce che: "In particolare questo documento ci ricorda che la virtù teologica ed umana della carità deve presiedere a tutto l'insegnamento sociale e a tutta l'opera sociale della Chiesa e dei suoi membri. (...) Il Papa attira la nostra attenzione sul fatto che questo insegnamento sia adeguato al nostro tempo e significativo 'In un mondo in cui al nome di Dio viene a volte collegata la vendetta o perfino il dovere dell'odio e della violenza'".

  "Questo è il motivo per cui 'Deus Caritas Est' è stata correttamente descritta come essere in parte una Enciclica sociale. È l'amore (caritas) che anima la cura della Chiesa per i bisognosi, il lavoro di laiche e laici per la pace e la giustizia nella sfera secolare, ed è la forza lievitante della Chiesa nella società".

  L'Enciclica "si colloca nella lunga tradizione di altre Encicliche sociali, non solo perché si rivolge alla virtù della carità, ma anche perché attribuisce primaria importanza alla virtù della giustizia. (...) Benedetto XVI dichiara: 'Nella situazione difficile nella quale oggi ci troviamo anche a causa della globalizzazione dell'economia, la dottrina sociale della Chiesa è diventata un'indicazione fondamentale, che propone orientamenti validi ben al di là dei confini di essa: questi orientamenti - di fronte al progredire dello sviluppo - devono essere affrontati nel dialogo con tutti coloro che si preoccupano seriamente dell'uomo e del suo mondo' (n. 27)".

  Prendendo in esame la relazione tra la Chiesa "Comunità d'amore" e la politica, il Papa "offre la più forte visione che sia mai stata formulata nell'età contemporanea circa la relazione tra politica e giustizia: 'Il giusto ordine della società e dello Stato è compito centrale della politica'. Infatti, 'La giustizia è lo scopo e quindi anche la misura intrinseca di ogni politica'. Per il Papa la giustizia (e la politica) non è una mera tecnica utilitarista o contrattuale, ma per sua stessa natura ha a che fare con l'etica (cfr. n. 28)".

  Il Papa percepisce il rischio moderno di separare la ragione dalla fede quando scrive che: "'Per poter operare rettamente, la ragione deve sempre di nuovo essere purificata, perché il suo accecamento etico, derivante dal prevalere dell'interesse e del potere che l'abbagliano, è un pericolo mai totalmente eliminabile'".

  "Tale compito critico della fede, libera la ragione dai suoi limiti" e come si legge nella "Deus Caritas est": "'La fede permette alla ragione di svolgere in modo migliore il suo compito e di vedere meglio ciò che le è proprio'. Non solo la dimensione storica del significato di giustizia - fondato sia sulla tradizione ebraica che su quella cristiana e sull'eredità greca e romana - ma anche il suo significato attuale, derivano dalla costante purificazione che la fede apporta alla ragione: 'È qui che si colloca la dottrina sociale cattolica: essa non vuole conferire alla Chiesa un potere sullo Stato. Neppure vuole imporre a coloro che non condividono la fede prospettive e modi di comportamento che appartengono a questa'".

  Infine, il Santo Padre, in conformità con questo insegnamento sulla carità e la giustizia, "richiede strutture di servizio caritativo nell'odierno contesto sociale al fine di promuovere il benessere degli individui, delle popolazioni e dell'umanità intera".
ACAD-SS/CARITÀ:GIUSTIZIA/GLENDON                   VIS 20070426 (960)


UDIENZE


CITTA' DEL VATICANO, 26 APR. 2007 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienze separate:

- Cinque Presuli della Conferenza Episcopale Italiana (Regione Triveneto), in Visita "ad Limina Apostolorum":

    - L'Arcivescovo Dino De Antoni, di Gorizia.

    - Il Vescovo Eugenio Ravignani, di Trieste.

    - L'Arcivescovo Luigi Bressan, di Trento.

    - Il Vescovo Wilhelm Emil Egger, O.F.M.Cap., di Bolzano-Bressanone.

    - L'Arcivescovo Pietro Brollo, di Udine.

- Il Cardinale Péter Erdö, Arcivescovo di Esztergom-Budapest (Ungheria) e Presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali d'Europa (C.C.E.E.), con i Vice-Presidenti: Cardinale Jean-Pierre Ricard, Arcivescovo di Bordeaux (Francia) e Cardinale Josip Bozanic, Arcivescovo di Zagreb (Croazia) e con il Monsignor Aldo Giordano, Segretario Generale.
AL:AP/.../...                                       VIS 20070426 (110)


CARITÀ E GIUSTIZIA NELLE RELAZIONI TRA POPOLI E NAZIONI


CITTA' DEL VATICANO, 26 APR. 2007 (VIS). Alle 11:30 di questa mattina, presso la Sala Stampa della Santa Sede, ha avuto luogo la Conferenza Stampa di presentazione della XIII Sessione Plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, in programma in Vaticano dal 27 aprile al 1° maggio, sul tema "Carità e Giustizia nelle relazioni tra popoli e nazioni".

  Alla Conferenza Stampa sono intervenuti la Professoressa Mary Ann Glendon, Presidente della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, Docente di Diritto presso la "Harvard University" (Stati Uniti d'America); il Vescovo Marcelo Sánchez Sorondo, Cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze e della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, Docente di Storia della Filosofia presso la "LUMSA" (Roma) ed il Professor Juan José Llach, organizzatore del Meeting e Consigliere della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, Docente di Economia presso la "Universidad Austral" (Buenos Aires, Argentina).

  In una Nota sul tema della Plenaria si legge: "Sebbene talvolta sia convinzione comune che il perseguimento della carità e della giustizia a livello internazionale sia di importanza fondamentale per la società contemporanea, allo stesso tempo ci si imbatte in segnali che operano nella direzione opposta". In proposito vengono citati  "preoccupanti segni dei tempi", quali: "il riemergere del nazionalismo"; "i segnali di convergenza economica e sociale tra paesi progrediti e paesi in via di sviluppo" che "sono ancora limitati a poche delle nazioni appartenenti a quest'ultima categoria".

  Sono altresì segnali preoccupanti "l'incidenza della povertà e della povertà estrema" che "è ancora molto alta". D'altra parte istituzioni multilaterali come l'O.N.U., il W.T.O. (Organizzazione Mondiale del Commercio), l'F.M.I. (Fondo Monetario Internazionale), la Banca Mondiale "mostrano segnali di debolezza e di stanchezza". Inoltre sussistono fondati dubbi circa la possibilità di riuscire realmente ad attuare, entro i tempi previsti, gli Obiettivi del Millennio (Millennium Goals) e di ridurre della metà, per l'anno 2015, il numero di poveri.

  Altro tema di dibattito della Plenaria riguarderà gli aiuti insufficienti e inefficaci. In merito si legge nella Nota: "L'aiuto fornito è stato molto inferiore rispetto all'obiettivo di stanziare lo 0,7% del PIL dei paesi sviluppati per gli aiuti internazionali. Inoltre, l'aiuto che è stato dato è spesso risultato inefficientemente distribuito e male utilizzato dalle organizzazioni internazionali, dai governi e dalle agenzie locali". Infine, relativamente al problema del terrorismo e delle guerre, nella Nota si ribadisce che: "L'inizio del nuovo secolo è stato caratterizzato da un rilevante incremento del flagello sociale e morale del terrorismo. Allo stesso tempo, il mondo è ancora afflitto su larga scala da guerre e guerre civili".

  Successivamente la Nota si riferisce all'Enciclica "Deus Caritas Est" di Papa Benedetto XVI, alla quale la Plenaria intende ispirarsi, e ribadisce che: "In particolare questo documento ci ricorda che la virtù teologica ed umana della carità deve presiedere a tutto l'insegnamento sociale e a tutta l'opera sociale della Chiesa e dei suoi membri. (...) Il Papa attira la nostra attenzione sul fatto che questo insegnamento sia adeguato al nostro tempo e significativo 'In un mondo in cui al nome di Dio viene a volte collegata la vendetta o perfino il dovere dell'odio e della violenza'".

  "Questo è il motivo per cui 'Deus Caritas Est' è stata correttamente descritta come essere in parte una Enciclica sociale. È l'amore (caritas) che anima la cura della Chiesa per i bisognosi, il lavoro di laiche e laici per la pace e la giustizia nella sfera secolare, ed è la forza lievitante della Chiesa nella società".

  L'Enciclica "si colloca nella lunga tradizione di altre Encicliche sociali, non solo perché si rivolge alla virtù della carità, ma anche perché attribuisce primaria importanza alla virtù della giustizia. (...) Benedetto XVI dichiara: 'Nella situazione difficile nella quale oggi ci troviamo anche a causa della globalizzazione dell'economia, la dottrina sociale della Chiesa è diventata un'indicazione fondamentale, che propone orientamenti validi ben al di là dei confini di essa: questi orientamenti - di fronte al progredire dello sviluppo - devono essere affrontati nel dialogo con tutti coloro che si preoccupano seriamente dell'uomo e del suo mondo' (n. 27)".

  Prendendo in esame la relazione tra la Chiesa "Comunità d'amore" e la politica, il Papa "offre la più forte visione che sia mai stata formulata nell'età contemporanea circa la relazione tra politica e giustizia: 'Il giusto ordine della società e dello Stato è compito centrale della politica'. Infatti, 'La giustizia è lo scopo e quindi anche la misura intrinseca di ogni politica'. Per il Papa la giustizia (e la politica) non è una mera tecnica utilitarista o contrattuale, ma per sua stessa natura ha a che fare con l'etica (cfr. n. 28)".

  Il Papa percepisce il rischio moderno di separare la ragione dalla fede quando scrive che: "'Per poter operare rettamente, la ragione deve sempre di nuovo essere purificata, perché il suo accecamento etico, derivante dal prevalere dell'interesse e del potere che l'abbagliano, è un pericolo mai totalmente eliminabile'".

  "Tale compito critico della fede, libera la ragione dai suoi limiti" e come si legge nella "Deus Caritas est": "'La fede permette alla ragione di svolgere in modo migliore il suo compito e di vedere meglio ciò che le è proprio'. Non solo la dimensione storica del significato di giustizia - fondato sia sulla tradizione ebraica che su quella cristiana e sull'eredità greca e romana - ma anche il suo significato attuale, derivano dalla costante purificazione che la fede apporta alla ragione: 'È qui che si colloca la dottrina sociale cattolica: essa non vuole conferire alla Chiesa un potere sullo Stato. Neppure vuole imporre a coloro che non condividono la fede prospettive e modi di comportamento che appartengono a questa'".

  Infine, il Santo Padre, in conformità con questo insegnamento sulla carità e la giustizia, "richiede strutture di servizio caritativo nell'odierno contesto sociale al fine di promuovere il benessere degli individui, delle popolazioni e dell'umanità intera".
ACAD-SS/CARITÀ:GIUSTIZIA/GLENDON                   VIS 20070426 (960)


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