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lunedì 29 luglio 2013

L'ESPERIENZA DELLA GMG NON PUÒ RIMANERE RINCHIUSA NELLA VOSTRA VITA O NEL PICCOLO GRUPPO DELLA PARROCCHIA, DEL MOVIMENTO, DELLA VOSTRA COMUNITÀ

Città del Vaticano, 29 luglio 2013 (VIS). Alle 10:00 di ieri, domenica 28 luglio, (15:00 ora di Roma), il Papa ha celebrato la Santa Messa per la XXVIII Giornata Mondiale della Gioventù sul Lungomare di Copacabana. La celebrazione avrebbe dovuto tenersi nel "Campus Fidei" di Guaratiba che può accogliere milioni di persone, ma a causa del maltempo è stata spostata a Capocabana. Alla celebrazione hanno partecipato quasi tre milioni di fedeli. Quasi un milione di persone si è aggiunta ai due milioni di giovani che avevano trascorso la notte sulla spiaggia dopo la Veglia di sabato. Erano presenti 1.500 Vescovi e 15.000 sacerdoti. Fra le Autorità i Presidenti di Brasile, Argentina, Bolivia e Suriname. La liturgia eucaristica ha avuto inizio con l'inno ufficiale della GMG, cantato da un coro di cui facevano parte sacerdoti di tutto il Brasile, inclusi quelli che evangelizzano tramite la musica sacra. I canti per la Santa Messa sono stati scelti dopo un concorso nazionale cui hanno partecipato brani scritti da giovani di tutto il Paese.

Il Papa ha dedicato l'omelia al tema della XXVIII: "Andate e fate discepoli tutti i popoli" (Mt 28,19) e nel ricordare le emozioni di questi giorni: il "vivere la fede insieme ai giovani provenienti dai quattro angoli della terra", ha affermato "ma ora tu devi andare e trasmettere questa esperienza agli altri. Oggi, alla luce della Parola di Dio che abbiamo ascoltato, che cosa ci dice il Signore? Che cosa ci dice il Signore? Tre parole: 'Andate, senza paura, per servire'".

"In questi giorni, qui a Rio - ha detto il Papa ai giovani - avete potuto fare la bella esperienza di incontrare Gesù e di incontrarlo assieme, avete sentito la gioia della fede. Ma l'esperienza di questo incontro non può rimanere rinchiusa nella vostra vita o nel piccolo gruppo della parrocchia, del movimento, della vostra comunità. Sarebbe come togliere l'ossigeno a una fiamma che arde. La fede è una fiamma che si fa sempre più viva quanto più si condivide, si trasmette, perché tutti possano conoscere, amare e professare Gesù Cristo che è il Signore della vita e della storia".

"Condividere l’esperienza della fede, (...) annunciare il Vangelo è il mandato che il Signore affida a tutta la Chiesa, anche a te; è un comando, che, però, non nasce dalla volontà di dominio, dalla volontà di potere, ma dalla forza dell’amore, dal fatto che Gesù per primo è venuto in mezzo a noi e non ci ha dato qualcosa di Sé, ma ci ha dato tutto Se stesso, Egli ha dato la sua vita per salvarci e mostrarci l’amore e la misericordia di Dio. Gesù (...) ci accompagna, è sempre accanto a noi in questa missione d'amore".

"Dove ci invia Gesù? Non ci sono confini, non ci sono limiti: ci invia a tutti. Il Vangelo è per tutti e non per alcuni. Non è solo per quelli che ci sembrano più vicini, più ricettivi, più accoglienti. È per tutti. Non abbiate paura di andare e portare Cristo in ogni ambiente, fino alle periferie esistenziali, anche a chi sembra più lontano, più indifferente. Il Signore cerca tutti, vuole che tutti sentano il calore della sua misericordia e del suo amore".

"In particolare, vorrei che questo mandato di Cristo: 'Andate', risuonasse in voi giovani della Chiesa in America Latina" perché "Questo Continente ha ricevuto l’annuncio del Vangelo, che ha segnato il suo cammino e ha portato molto frutto. Ora (...) la Chiesa ha bisogno di voi, dell'entusiasmo, della creatività e della gioia che vi caratterizzano".

"Qualcuno potrebbe pensare: 'Non ho nessuna preparazione speciale, come posso andare e annunciare il Vangelo?'" - ha detto il Pontefice spiegando il concetto "senza paura". "Caro amico, la tua paura non è molto diversa da quella di Geremia, abbiamo appena ascoltato nella lettura, quando è stato chiamato da Dio a essere profeta. 'Ahimè, Signore Dio! Ecco, io non so parlare, perché sono giovane'. Dio dice anche a voi quello che ha detto a Geremia: 'Non avere paura [...], perché io sono con te per proteggerti'. Lui è con noi! (...) Gesù poi non ha detto: 'Va' , ma 'Andate': siamo inviati insieme. Cari giovani, sentite la compagnia dell’intera Chiesa e anche la comunione dei Santi in questa missione. Quando affrontiamo insieme le sfide, allora siamo forti, scopriamo risorse che non sapevamo di avere. Gesù non ha chiamato gli Apostoli perché vivessero isolati, li ha chiamati per formare un gruppo, una comunità".

L’ultima parola: per servire: "è lasciare che la nostra vita si identifichi con quella di Gesù, è avere i suoi sentimenti, i suoi pensieri, le sue azioni. E la vita di Gesù è una vita per gli altri, la vita di Gesù è una vita per altri. È una vita di servizio. (...) Evangelizzare è testimoniare in prima persona l'amore di Dio, è superare i nostri egoismi, è servire chinandoci a lavare i piedi dei nostri fratelli come ha fatto Gesù".

"Andate, senza paura, per servire. Seguendo queste tre parole - ha concluso il Pontefice - sperimenterete che chi evangelizza è evangelizzato, chi trasmette la gioia della fede, riceve più gioia. Cari giovani, nel ritornare alle vostre case non abbiate paura di essere generosi con Cristo, di testimoniare il suo Vangelo. (...) Portare il Vangelo è portare la forza di Dio per sradicare e demolire il male e la violenza; per distruggere e abbattere le barriere dell'egoismo, dell'intolleranza e dell’odio; per edificare un mondo nuovo. Cari giovani: Gesù Cristo conta su di voi! La Chiesa conta su di voi! Il Papa conta su di voi!".



CRACOVIA: CITTÀ SEDE GMG 2016

Città del Vaticano, 29 luglio (VIS). Al termine della Santa Messa, il Papa ha ringraziato i giovani "per tutte le gioie che mi avete dato in questi giorni" e prima della recita dell'Angelus ha detto:

"La Vergine Immacolata intercede per noi in Cielo come una buona madre che custodisce i suoi figli. Maria ci insegni con la sua esistenza che cosa significa essere discepolo missionario. Ogni volta che preghiamo l'Angelus, facciamo memoria dell'evento che ha cambiato per sempre la storia degli uomini. Quando l’angelo Gabriele annunciò a Maria che sarebbe diventata la Madre di Gesù, del Salvatore, lei, anche senza capire il pieno significato di quella chiamata, si è fidata di Dio, ha risposto: 'Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola'. Ma immediatamente dopo che cosa ha fatto? Dopo aver ricevuto la grazia di essere la Madre del Verbo incarnato, non ha tenuto per sé quel regalo; si è sentita responsabile, ed è partita, è uscita dalla sua casa ed è andata in fretta ad aiutare la parente Elisabetta, che aveva bisogno di aiuto; ha compiuto un gesto di amore, di carità e di servizio concreto, portando Gesù che aveva in grembo. E questo gesto l’ha fatto in fretta!".

"Ecco, cari amici, il nostro modello. Colei che ha ricevuto il dono più prezioso da parte di Dio, come primo gesto di risposta si muove per servire e portare Gesù. Chiediamo alla Madonna che aiuti anche noi a donare la gioia di Cristo ai nostri familiari, ai nostri compagni, ai nostri amici, a tutti. Non abbiate mai paura di essere generosi con Cristo. Ne vale la pena! Uscire e andare con coraggio e generosità, perché ogni uomo e ogni donna possa incontrare il Signore".

"Cari giovani - ha annunciato infine il Papa - abbiamo un appuntamento nella prossima Giornata Mondiale della Gioventù, nel 2016, a Cracovia, in Polonia. Per l’intercessione materna di Maria, chiediamo la luce dello Spirito Santo sul cammino che ci porterà a questa nuova tappa di gioiosa celebrazione della fede e dell’amore di Cristo".

AL CELAM: "IL CAMBIAMENTO DI STRUTTURE FA PARTE DELLA DINAMICA DELLA MISSIONE"

Città del Vaticano, 29 luglio (VIS). Nel pomeriggio di domenica 28 luglio, nell'Auditorium del Centro Studi di Sumaré, il Santo Padre Francesco ha incontrato i 45 Vescovi responsabili del Consiglio Episcopale Latino Americano (CELAM) ed ha dedicato il suo discorso al patrimonio ereditato dalla V Conferenza Generale dell'Episcopato Latinoamericano e del Caribe, del maggio 2007.

"Vi sono quattro caratteristiche che sono proprie della Quinta Conferenza - ha detto il Papa all'inizio del suo discorso. - Primo punto: "Aparecida promosse la partecipazione delle Chiese particolari come cammino di preparazione che culminò in un documento di sintesi. Questo documento, sebbene fu di riferimento durante la Quinta Conferenza Generale, non fu assunto come documento di partenza". Secondo punto: l'Ambiente di preghiera con il Popolo di Dio. "È importante ricordare l’ambiente di orazione generato dalla condivisione quotidiana dell’Eucaristia e degli altri momenti liturgici, dove fummo sempre accompagnati dal Popolo di Dio". Terzo punto: Aparecida non si conclude con un Documento ma si prolunga in impegno, con la Missione Continentale. Infine Aparecida fu la prima Conferenza dell'Episcopado Latinoamericano e del Caribe che si svolse in un Santuario mariano.

Il Papa si è soffermato sulle due dimensioni della Missione Continentale: programmatica, che consiste nella realizzazione di atti di indole missionaria e la missione paradigmatica, che implica il porre in chiave missionaria le attività abituali delle Chiese particolari. Il Santo Padre ha ricordato che: "Qui si dà, come conseguenza, tutta una dinamica di riforma delle strutture ecclesiali. Il 'cambiamento delle strutture' (da caduche a nuove) (...) è conseguenza della dinamica della missione. Ciò che fa cadere le strutture caduche, ciò che porta a cambiare i cuori dei cristiani, è precisamente la missionarietà". Ribadendo l'importanza del discepolato, Papa Francesco ha enumerato le sfide della missionarietà del discepolato: "il rinnovamento interno della Chiesa e il dialogo con il mondo attuale".

Proseguendo il suo discorso il Papa si è soffermato su alcune attitudini che configurano una Chiesa "tentata": come "l'ideologizzazione del messaggio evangelico: (...) cercare un’ermeneutica di interpretazione evangelica al di fuori dello stesso messaggio del Vangelo e al di fuori della Chiesa"; il funzionalismo che "riduce la realtà della Chiesa alla struttura di una ONG" che "costituisce una sorta di 'teologia della prosperità' nell’aspetto organizzativo della Pastorale" ed infine il clericalismo: "una tentazione molto attuale nell’America Latina che "spiega, in gran parte, la mancanza di maturità e di libertà cristiana in buona parte del laicato latinoamericano".

Successivamente il Papa ha enumerato alcuni criteri ecclesiologici: primo: "Il discepolato-missionario che Aparecida propose alla Chiesa dell’America Latina e dei Caraibi è il cammino che Dio vuole per questo 'oggi'. (...) "Il discepolato missionario è vocazione che si dà in un 'oggi' però 'in tensione'" ed ha sottolineato che: "Non esiste il discepolato missionario statico", né del passato, né del futuro.

Secondo punto: "La Chiesa è istituzione, ma quando si erige in 'centro' si funzionalizza e un poco alla volta si trasforma in una ONG". Da "'Istituzione' si trasforma in 'Opera'. Smette di essere Sposa per finire con l’essere Amministratrice; da Serva si trasforma in 'Controllore'. Aparecida vuole una Chiesa Sposa, Madre, Serva, facilitatrice della fede e non controllore della fede".

Terzo punto: "Ad Aparecida - ha detto il Papa - si danno in maniera rilevante due categorie pastorali che sorgono dalla stessa originalità del Vangelo e possono anche servirci da criterio per valutare il modo in cui viviamo ecclesialmente il discepolato missionario: la vicinanza e l’incontro. Nessuno dei due è nuovo, ma costituiscono la modalità in cui Dio si è rivelato nella storia" ha continuato il Papa ricordando che "Vi sono pastorali impostate con una tale dose di distanza che sono incapaci di raggiungere l’incontro: incontro con Gesù Cristo, incontro con i fratelli. Da questo tipo di pastorali ci si può attendere al massimo una dimensione di proselitismo, ma mai portano a raggiungere né l’inserimento ecclesiale, né l’appartenenza ecclesiale. (...) Una pietra di paragone per calibrare la vicinanza e la capacità d’incontro di una pastorale è l’omelia".

Quarto e ultimo punto: "Il Vescovo deve condurre, che non è la stessa cosa che spadroneggiare. (...) Desidero aggiungere qui alcune linee sul profilo del Vescovo (...). I Vescovi devono essere Pastori, vicini alla gente, padri e fratelli, con molta mansuetudine; pazienti e misericordiosi. Uomini che amano la povertà, tanto la povertà interiore come libertà davanti al Signore, quanto la povertà esteriore come semplicità e austerità di vita. Uomini che non abbiano 'psicologia da príncipi'. Uomini che non siano ambiziosi e che siano sposi di una Chiesa senza stare in attesa di un’altra. Uomini capaci di vegliare sul gregge che è stato loro affidato e di avere cura di tutto ciò che lo tiene unito: vigilare sul loro popolo con attenzione sugli eventuali pericoli che lo minacciano ma soprattutto per accrescere la speranza: che abbiano sole e luce nei cuori. Uomini capaci di sostenere con amore e pazienza i passi di Dio nel suo popolo. E il posto del Vescovo per stare col suo popolo è triplice: o davanti per indicare il cammino, o nel mezzo per mantenerlo unito e neutralizzare gli sbandamenti, o dietro per evitare che nessuno rimanga indietro, ma anche, e fondamentalmente, perché il gregge stesso ha il proprio fiuto per trovare nuove strade". Prima di concludere il suo discorso, il Papa ha affermato: "Siamo un po’ in ritardo in quello che si riferisce alla Conversione Pastorale. È opportuno che ci aiutiamo un po’ di più a fare i passi che il Signore vuole per noi in questo 'oggi' dell’America Latina e dei Caraibi. E sarebbe bene cominciare da qui".

AI VOLONTARI DELLA GMG: "ABBIATE IL CORAGGIO DI ESSERE FELICI"

Città del Vaticano, 29 luglio 2013 (VIS). Domenica 28 luglio, prima della cerimonia di congedo, il Papa ha incontrato i volontari della GMG nel Padiglione 5 del Centro Congressi "Rio Centro" dove erano presenti quindicimila dei sessantamila volontari che hanno lavorato per due anni alla preparazione della GMG brasiliana. I giovani hanno accolto il Papa con canti e applausi, e il Papa, a sua volta, non si è risparmiato in baci e abbracci.

Papa Francesco ha ringraziato i ragazzi "per i tanti piccoli gesti che hanno reso questa Giornata Mondiale della Gioventù un'esperienza indimenticabile di fede" ed ha ricordato che grazie ai "sorrisi di ognuno di voi, con la gentilezza, con la disponibilità al servizio, avete provato che 'si è più beati nel dare che nel ricevere'".

"Il servizio che avete svolto in questi giorni - ha detto Papa Francesco - mi ha richiamato alla mente la missione di san Giovanni Battista, che ha preparato il cammino a Gesù. (...) E questo è il servizio più bello che possiamo compiere come discepoli missionari. Preparare la strada perché tutti possano conoscere, incontrare e amare il Signore. (...) Siate sempre generosi con Dio e con gli altri: non si perde nulla, anzi è grande la ricchezza di vita che si riceve!".
Dio ha un progetto su ciascuno: "scoprirlo, rispondere alla propria vocazione è camminare verso la realizzazione felice di se stessi. Dio ci chiama tutti alla santità (...). Alcuni sono chiamati a santificarsi costituendo una famiglia mediante il Sacramento del matrimonio. C’è chi dice che oggi il matrimonio è 'fuori moda'; nella cultura del provvisorio, del relativo, molti predicano che l’importante è 'godere' il momento, che non vale la pena di impegnarsi per tutta la vita, di fare scelte definitive, 'per sempre', perché non si sa cosa riserva il domani. Io, invece, vi chiedo di essere rivoluzionari, di andare contro corrente; sì, in questo vi chiedo di ribellarvi a questa cultura del provvisorio, che, in fondo, crede che voi non siate in grado di assumervi responsabilità, che non siate capaci di amare veramente. Io ho fiducia in voi giovani e prego per voi. Abbiate il coraggio di 'andare contro corrente'. Abbiate il coraggio di essere felici".

"Il Signore chiama alcuni al sacerdozio - ha proseguito il Pontefice - Altri li chiama a servire gli altri nella vita religiosa (...). Io non dimenticherò mai quel 21 settembre – avevo 17 anni – quando, dopo essermi fermato nella chiesa di San José de Flores per confessarmi, ho sentito per la prima volta che Dio mi chiamava. Non abbiate paura di quello che Dio vi chiede! Vale la pena di dire 'sì' a Dio. In Lui c’è la gioia!".

"Cari giovani - ha detto infine il Papa - qualcuno forse non ha ancora chiaro che cosa fare della sua vita. Chiedetelo al Signore, Lui vi farà capire la strada. (...) Non dimenticate tutto quello che avete vissuto qui! Potete sempre contare su le mie preghiere e so di poter contare sulle vostre preghiere".


PAPA FRANCESCO SI CONGEDA DAL BRASILE CON "SAUDADE"

Città del Vaticano, 29 luglio 2013 (VIS). "Parto con l'animo pieno di ricordi felici (...). In questo momento comincio a sentire un inizio di nostalgia. Nostalgia del Brasile, questo popolo così grande e dal cuore grande (...). Nostalgia della speranza negli occhi dei giovani dell'Ospedale San Francesco. Nostalgia della fede e la gioia in mezzo alle avversità dei residenti di Varginha (...). Grazie per l’accoglienza e il calore dell’amicizia che mi sono stati dimostrati! Anche di questo comincio a sentire nostalgia".

Con queste parole, nel pomeriggio di ieri Papa Francesco, si è congedato dal Brasile. Durante la cerimonia di congedo che si è tenuta nell'aeroporto Galeão/Antonio Carlos Jobim di Rio de Janeiro, il Santo Padre ha ringraziato la Presidente del Brasile Signora Dilma Roussef "per essersi fatta interprete dei sentimenti dell’intero popolo del Brasile verso il Successore di Pietro", i Vescovi e i loro collaboratori, i volontari, i giornalisti, tutti coloro che hanno contribuito all'organizzazione e all'accoglienza della Giornata Mondiale della Gioventù e quanti hanno pregato perché la GMG di Rio "fosse una vera esperienza di crescita nella fede".

"Penso ai giovani protagonisti di questo grande incontro. (...) Io continuerò a nutrire una speranza immensa nei giovani del Brasile e del mondo intero - ha affermato il Papa - Per mezzo loro, Cristo sta preparando una nuova primavera in tutto il mondo. Io ho visto i primi risultati di questa semina, altri gioiranno con il ricco raccolto!. (...) Molti di voi sono venuti in questo pellegrinaggio da discepoli; non ho alcun dubbio che tutti ora partono da missionari Con la vostra testimonianza di gioia e di servizio fate fiorire la civiltà dell'amore. Dimostrate con la vita che vale la pena di spendersi per grandi ideali, di valorizzare la dignità di ogni essere umano, e di scommettere su Cristo e sul suo Vangelo".

Infine, prima di salire a bordo dell'aereo, Papa Francesco ha ricordato la visita al Santuario di Nostra Signora di Aparecida dove ha si è inginocchiato in preghiera "per l'umanità intera e in particolare per tutti i brasiliani. Ho chiesto a Maria - ha detto - che rafforzi in voi la fede cristiana, che fa parte della nobile anima del Brasile, come pure di tanti altri Paesi, tesoro della vostra cultura, incoraggiamento e forza per costruire una umanità nuova nella concordia e nella solidarietà".

"Questo Papa se ne va e vi dice 'a presto', un 'presto' pieno di nostalgia, e vi chiede, per favore, di non dimenticavi di pregare per Lui. Questo Papa ha bisogno della preghiera di tutti voi. Un abbraccio a tutti. Che Dio vi benedica!".

Alle 19:00, ora locale, l'aereo papale è partito da Rio de Janeiro e dopo undici ore e mezzo di viaggio è atterrato questa mattina all'aeroporto di Ciampino alle 11:30. Da Ciampino il Papa ha raggiunto in auto la Basilica di Santa Maria Maggiore per ringraziare la Vergine, come aveva già fatto prima di intraprendere il Viaggio Apostolico in Brasile, e, dopo aver sostato in preghiera davanti all'immagine di Maria, ha fatto rientro, in auto, in Vaticano.



L’AUTORITÀ D’INFORMAZIONE FINANZIARIA VATICANA (AIF) FIRMA UN PROTOCOLLO D’INTESA CON L’UNITÀ DI INFORMAZIONE FINANZIARIA ITALIANA (UIF)

Città del Vaticano, 29 luglio 2013 (VIS). L’Autorità di Informazione Finanziaria (AIF) della Santa Sede e Città del Vaticano ha firmato il 26 luglio un Protocollo d’intesa con la propria controparte italiana, l’Unità di Informazione Finanziaria (UIF) della Banca d’Italia.

Il Protocollo è stato siglato a Roma dal Cardinale Attilio Nicora, Presidente dell’AIF, e dal Dottor Claudio Clemente, Direttore dell’UIF.

Quella del protocollo d’intesa è una prassi standard e formalizza la cooperazione e lo scambio di informazioni finanziarie fra autorità competenti dei paesi coinvolti, ai fini del contrasto a livello internazionale del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo.

Il Protocollo firmato è stato redatto sulla base del modello predisposto dall’Egmont Group, l’organizzazione mondiale delle Unità di Informazione Finanziaria nazionali e contiene clausole di reciprocità, riservatezza e sugli utilizzi consentiti delle informazioni.

La Santa Sede e lo Stato della Città del Vaticano prendono molto seriamente le responsabilità internazionali in materia di contrasto al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo e l’Italia rappresentaper noi una controparte particolarmente importante in questo senso” ha detto il Direttore dell’AIF René Brülhart, aggiungendo quindi: “Ci auguriamo di continuare a svolgere il nostro lavoro con le Autorità italiane in maniera costruttiva e fruttuosa. La firma di questo Protocollo d’intesa rappresenta ilchiaro impegno a rafforzare il nostro rapporto bilaterale, facilitando gli sforzi comuni e la lotta al riciclaggio”.

L’AIF è diventata membro dell’Egmont Group questo luglio e negli ultimi mesi ha sottoscritto protocolli d’intesa con le unità di informazione finanziaria di Stati Uniti, Belgio, Spagna, Slovenia e Paesi Bassi. Altri paesi dovrebbero seguire nel corso dell’anno.

L’AIF è l’autorità competente per la Santa Sede/lo Stato della Città del Vaticano per la lotta al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo. È stata istituita il 30 dicembre 2010.




CORDOGLIO DEL PAPA PER LA MORTE DEL CARDINALE ERSILIO TONINI

Città del Vaticano, 29 luglio 2013 (VIS). Il Santo Padre ha fatto pervenire un telegramma di cordoglio all'Arcivescovo Lorenzo Ghizzoni, di Ravenna-Cervia (Italia), per la morte, avvenuta ieri, domenica, all'età di 99 anni, del Cardinale Ersilio Tonini, Aricvescovo emerito di codesta Arcidiocesi.

Il Papa, che si unisce al cordoglio della comunità di Ravenna-Cervia, ricorda con ammirazione la feconda e molteplice attività" del defunto Porporato "dapprima quale zelante presbitero del clero piacentino, in seguito come Vescovo di Macerata e Tolentino e poi come sollecito e amabile Arcivescovo di codesta arcidiocesi, animato dal desiderio di annunciare Cristo attraverso un linguaggio semplice e incisivo e una autentica e coerente testimonianza di vita agli uomini e le donne del nostro tempo".


ALTRI ATTI PONTIFICI

Città del Vaticano, 29 luglio 2013 (VIS). Il Santo Padre:

- Ha nominato il Vescovo Jean Mbarga, Vescovo della Diocesi di Ebolowa (Camerun), Amministratore Apostolico "sede vacante et ad nutum Sanctae Sedis" dell'Arcidiocesi di Yaoundé (Camerun).

- Ha accettato la rinuncia al governo pastorale dell'Arcidiocesi di Yaoundé (Camerun), presentata dall'Arcivescovo Simon-Victor Tonyé Bakot, presentata in conformità al canone 401, paragrafo 2, del Codice di Diritto Canonico.
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