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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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giovedì 30 settembre 2010

IL PAPA PRENDE CONGEDO DA CASTEL GANDOLFO

CITTA' DEL VATICANO, 30 SET. 2010 (VIS). Nel pomeriggio di ieri il Santo Padre Benedetto XVI ha preso congedo dal personale delle Ville Pontificie di Castel Gandolfo, che ha ringraziato per le preghiere e per il lavoro che svolgono durante il suo soggiorno estivo.

“Continuate, cari amici” – ha detto il Papa – “ad offrire la quotidiana testimonianza della vostra fede, soprattutto ponendovi in docile ascolto della Parola di Dio. (...) Ogni cristiano è chiamato ad accogliere e a vivere ogni giorno, con semplicità e gioia, la Parola di verità che il Signore ci ha comunicato. (...) È fondamentale che ogni cristiano viva in contatto e in dialogo personale con la Parola di Dio, donataci nella Sacra Scrittura, leggendola non come parola del passato, ma come Parola viva, che si rivolge oggi a noi e ci interpella”.

“Carissimi” – ha concluso il Santo Padre – “vi assicuro un costante ricordo nella preghiera, affinché ciascuno possa conoscere e assimilare sempre più profondamente la Parola di Dio, stimolo e sorgente della vita cristiana per tutte le situazioni e per ogni persona. La Vergine Santa è modello di questo ascolto obbediente: imparate da Lei!”.

Nel pomeriggio di oggi il Santo Padre partirà in elicottero dall’eliporto delle Ville Pontificie di Castel Gandolfo per rientrare definitivamente in Vaticano.
AC/ VIS 20100930 (210)

INTENZIONI DI PREGHIERA DEL SANTO PADRE MESE DI OTTOBRE

CITTA' DEL VATICANO, 30 SET. (VIS). L'intenzione Generale per l'Apostolato della Preghiera del Santo Padre Benedetto XVI per il mese di ottobre è la seguente: “Perché le Università Cattoliche diventino sempre più luoghi dove, grazie alla luce del Vangelo, sia possibile sperimentare l’armonica unità esistente tra fede e ragione”.

L'intenzione Missionaria è la seguente: “Perché la celebrazione della Giornata Missionaria Mondiale sia occasione per comprendere che il compito di annunciare Cristo è un servizio necessario e irrinunciabile che la Chiesa è chiamata a svolgere a favore dell’umanità”.
BXVI-INTENZIONI/ VIS 20100930 (90)

UDIENZE

CITTA' DEL VATICANO, 30 SET. 2010 (VIS). Questa mattina il Santo Padre ha ricevuto in udienze separate:

- Il Cardinale Ivan Dias, Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli.

- Il Cardinale Stanislaw Rylko, Presidente del Pontificio Consiglio per i Laici.

- Il Professor Andrea Riccardi, Fondatore della Comunità di Sant’Egidio, con il Vescovo Vincenzo Paglia, di Terni-Narni-Amelia (Italia).

- L’Arcivescovo Mieczyslaw Mokrzycki, del clero di Lviv dei Latini (Ucraina).
AP/ VIS 20100930 (70)

mercoledì 29 settembre 2010

MATILDE DI HACKEBORN: LITURGIA, SCUOLA DI SPIRITUALITÀ

CITTA' DEL VATICANO, 29 SET. 2010 (VIS). Santa Matilde di Hackeborn (1241/2-1298), una delle grandi figure del Monastero tedesco di Helfta, è stata la protagonista della catechesi dell’Udienza Generale di oggi tenuta dal Santo Padre in Piazza San Pietro.

Matilde, terza figlia del Barone di Hackeborn, entrò molto giovane nel Monastero di Helfta dove sua sorella Gertrude di Hacekborn, Badessa per quaranta anni, fu “capace di dare un’impronta peculiare alla spiritualità del monastero, portandolo ad una fioritura straordinaria quale centro di mistica e di cultura, scuola di formazione scientifica e teologica. Gertrude offrì alle monache un’elevata istruzione intellettuale, che permetteva loro di coltivare una spiritualità fondata sulla Sacra Scrittura, sulla Liturgia, sulla tradizione Patristica, sulla Regola e spiritualità cistercense”.

L’opera “Liber specialis gratiae” scritto dalla consorella Gertrude la Grande, è la fonte principale per conoscere la vita di Matilde “in cui vengono narrate le grazie speciali che Dio ha donato a Santa Matilde dotata “di elevate qualità naturali e spirituali, quali ‘la scienza, l’intelligenza, la conoscenza delle lettere umane, la voce di una meravigliosa soavità”.

“Ancora molto giovane”, Matilde “diventa direttrice della scuola del monastero, direttrice del coro, maestra delle novizie, servizi che svolge con talento e infaticabile zelo (...). Illuminata dal dono divino della contemplazione mistica, Matilde compone numerose preghiere. È maestra di fedele dottrina e di grande umiltà, consigliera, consolatrice, guida nel discernimento (...). Era il rifugio e la consolatrice di tutti, ed aveva, per dono singolare di Dio, la grazia di rivelare liberamente i segreti del cuore di ciascuno. Molte persone, non solo nel Monastero, ma anche estranei, religiosi e secolari, venuti da lontano, attestavano che questa santa vergine li aveva liberati dalle loro pene e che non avevano mai provato tanta consolazione come presso di lei”.

“Nella lunga vita trascorsa in monastero, Matilde è afflitta da continue e intense sofferenze a cui aggiunge le durissime penitenze scelte per la conversione dei peccatori. In questo modo partecipa alla passione del Signore fino alla fine della vita”.
“La preghiera e la contemplazione sono l’humus vitale della sua esistenza” – ha affermato il Papa – “le rivelazioni, i suoi insegnamenti, il suo servizio al prossimo, il suo cammino nella fede e nell’amore hanno qui la loro radice e il loro contesto. (...) Nella preghiera liturgica Matilde dà particolare risalto alle ore canoniche, alla celebrazione della santa Messa, soprattutto alla santa Comunione. (...) Le sue visioni, i suoi insegnamenti, le vicende della sua esistenza sono descritti con espressioni che evocano il linguaggio liturgico e biblico. Si coglie così la sua profonda conoscenza della Sacra Scrittura, il suo pane quotidiano”.

Santa Matilde di Hackeborn “lasciandosi guidare dalla Sacra Scrittura e nutrire dal Pane eucaristico, (...) ha percorso un cammino di intima unione con il Signore, sempre nella piena fedeltà alla Chiesa. È questo anche per noi un forte invito ad intensificare la nostra amicizia con il Signore, soprattutto attraverso la preghiera quotidiana e la partecipazione attenta, fedele e attiva alla Santa Messa. La Liturgia è una grande scuola di spiritualità”.
AG/ VIS 20100929 (500)

PREGHIERE PER NIGERIA, HAITI, INIZIO MESE MARIANO

CITTA' DEL VATICANO, 29 SET. 2010 (VIS). Al termine dell’Udienza Generale di questo mercoledì, il Santo Padre ha ricordato “la grave crisi umanitaria che ha recentemente colpito la Nigeria settentrionale, dove circa due milioni di persone sono state costrette ad abbandonare le loro case per le forti inondazioni. A tutte le persone colpite esprimo la mia vicinanza spirituale ed assicuro le mie preghiere”.

Successivamente il Santo Padre si è rivolto ad un gruppo di pellegrini provenienti da Haiti, ai quali ha assicurato “di continuare a ricordare gli haitiani nelle sue preghiere invocando Dio affinché li sollevi dalla miseria”.

Infine ha ricordato che venerdì “inizia il mese mariano di ottobre” ed ha esortato i presenti con queste parole: “Vi invito a mettervi alla scuola della Vergine di Nazaret. Imparate da Lei ad essere sempre disponibili a compiere la volontà di Dio”.
AG/ VIS 20100929 (100)

TEMA GIORNATA MONDIALE COMUNICAZIONI SOCIALI

CITTA' DEL VATICANO, 29 SET. 2010 (VIS). Oggi è stato reso pubblico il tema scelto dal Papa per la XLV Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali: “Verità, annuncio e autenticità di vita nell’era digitale”. Il Messaggio sarà pubblicato il 24 gennaio 2011, festa di San Francesco di Sales, Patrono dei giornalisti.

In una Nota del Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali si legge che il tema: “si concentra sulla persona umana che è il nucleo di tutti i processi di comunicazione. Anche in un’epoca largamente dominata, a volte condizionata, dalle nuove tecnologie, il valore di testimonianza personale rimane essenziale”.

“Affrontare la verità ed assumersi il compito di condividerla, richiede la ‘garanzia’ di una autenticità di vita da parte di coloro che operano nei mezzi di comunicazione sociale, in particolare i giornalisti cattolici; un’autenticità di vita non meno necessaria in un’epoca digitale”.

“La tecnologia, da sola” – si legge ancora nella nota – “non può stabilire o promuovere la credibilità di un comunicatore, né può servire quale fonte di valori alla guida della comunicazione. La verità deve rimanere il punto fermo e immutato di riferimento dei nuovi media e del mondo digitale, aprendo nuovi orizzonti di informazione e conoscenza. Idealmente, è il perseguimento della verità che costituisce l’obiettivo fondamentale di tutti coloro che operano nei mezzi di comunicazione”.
CCS/ VIS 20100929 (230)

martedì 28 settembre 2010

INCONTRO ABIDJAN PROMOZIONE SVILUPPO AFRICA

CITTA' DEL VATICANO, 28 SET. 2010 (VIS). Si è aperto ieri ad Abidjan (Costa d’Avorio) l’incontro di preparazione del Forum “Culture, identità dei popoli e sviluppo in Africa e nella diaspora nera”, promosso dal Pontificio Consiglio della Cultura e dalla Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, in programma nel nella stessa città nel marzo 2011.

Al Forum che si concluderà il 1° ottobre 2011, partecipano, fra gli altri, il Monsignor Barthélemy Adoukonou, Segretario del Pontificio Consiglio della Cultura ed il Vescovo Robert Sarah, Segretario della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli. Prenderanno all’incontro anche il Cardinale Theodore-Adrien Saar, Presidente della RECOWA-CERAO (Conferenza Episcopale regionale dell’Africa Occidentale) e Vice-Presidente del SECAM/SCEAM (Simposio delle Conferenze Episcopali dell’Africa e Madagascar), numerosi Vescovi e teologi nonché gli Ambasciatori della Costa d’Avorio e del Benin.

“Quest’anno l’Africa celebra i cinquant’anni d’indipendenza dal potere coloniale della maggior parte delle nazioni che la compongono (...). In che misura questo continente, ricco di una diversità di tinte e di colori, ha tratto profitto dall’indipendenza? Quale traccia di sviluppo ha segnato la vita delle popolazioni e qual è stato l’impatto della globalizzazione sulle culture di questo continente?”, si legge in un Comunicato reso pubblico dal Pontificio Consiglio della Cultura.

“Il Pontificio Consiglio della Cultura, in collaborazione con la Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli” – si legge ancora nel Comunicato – “ha intenzione di dare vita a un Forum insieme con i rappresentanti delle varie organizzazioni ecclesiastiche, internazionali e non-governative, per trovare le vie e i mezzi strategici attraverso i quali si possa promuovere lo ‘sviluppo’, facendo della persona umana, creata a immagine e somiglianza di Dio, il punto centrale di ogni considerazione e di ogni iniziativa”.

“Il Forum” – infine – “ambisce a diventare un luogo di riflessione permanente da cui provengono proposte concrete, consentendo un impegno effettivo nel campo della cultura e dell’educazione, come trampolino per lo sviluppo dell’Africa”.
CON-CU/ VIS 20100928 (310)

lunedì 27 settembre 2010

VESCOVI BRASILE: TUTTI ABBIAMO BISOGNO PERDONO

CITTA' DEL VATICANO, 25 SET. 2010 (VIS). Questa mattina il Santo Padre ha ricevuto i Presuli della Regione Est I della Conferenza Nazionale dei Vescovi del Brasile, al termine della Visita “ad Limina Apostolorum”.

Riferendosi alla condizione dei giovani nelle rispettive Diocesi, il Papa ha ricordato che il Venerabile Giovanni Paolo II, nel Grande Giubileo del 2000, li aveva definiti “sentinelle del mattino”, “con il compito di risvegliare i propri fratelli affinché prendessero il largo nel vasto oceano del terzo millennio. E, a dimostrarlo, riaffiora inoltre nella memoria l’immagine delle lunghe file di giovani che attendevano di confessarsi nel Circo Massimo e che hanno ridato a molti sacerdoti la fiducia nel sacramento della Penitenza”.

“Come ben sapete” – ha proseguito il Pontefice – “la crisi spirituale del nostro tempo affonda le proprie radici nell’oscuramento della grazia del perdono. Quando questo non viene riconosciuto come reale ed efficace, si tende a liberare la persona dalla colpa, facendo in modo che le condizioni per l’esistenza di quest’ultima non si verifichino mai. Ma, nel loro intimo, le persone così ‘liberate’ sanno che ciò non è vero, che il peccato esiste e che esse stesse sono peccatrici”.

Benedetto XVI ha sottolineato che “tutti abbiamo bisogno di Dio, quale Scultore divino che rimuove gli strati di polvere e d’immondizia che si sono posati sull’immagine di Dio iscritta in noi. Abbiamo bisogno del perdono, che costituisce il fulcro di ogni vera riforma: rinnovando la persona nel suo intimo, esso diviene anche il centro del rinnovamento della comunità”.

“Solo a partire da questa profondità di rinnovamento dell’individuo nasce la Chiesa, nasce la comunità che unisce e sostiene nella vita e nella morte. È una compagnia nella salita, nella realizzazione di quella purificazione che ci rende capaci della vera altezza dell’essere uomini, della compagnia di Dio. Man mano che si realizza la purificazione, anche la salita – che all’inizio è ardua – diviene sempre più gioiosa. Questa gioia deve trasparire sempre più dalla Chiesa, contagiando il mondo, perché essa è la gioventù del mondo”.

“Una simile opera” – ha concluso il Pontefice – “non si può realizzare con le nostre forze; sono necessarie la luce e la grazia che provengono dallo Spirito di Dio e agiscono nell’intimo dei cuori e delle coscienze. Che esse sostengano voi e le vostre diocesi nella formazione delle menti e dei cuori!”.
AL/ VIS 20100927 (390)

LA STRADA CHE DIO CI HA MOSTRATO È L’AMORE

CITTA' DEL VATICANO, 26 SET. 2010 (VIS). Prima della recita dell’Angelus, il Santo Padre Benedetto XVI si è soffermato sul Vangelo di questa domenica, nel quale Gesù narra la parabola dell’uomo ricco e del povero Lazzaro. Il primo vive nel lusso e nell’egoismo, e quando muore, finisce all’inferno. Il povero invece, che si ciba degli avanzi della mensa del ricco, alla sua morte viene portato dagli angeli nella dimora eterna di Dio e dei santi.

“Questa parabola”, ha spiegato il Papa ai fedeli convenuti nel Cortile interno del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo, “ci dice due cose: la prima è che Dio ama i poveri e li solleva dalla loro umiliazione; la seconda è che il nostro destino eterno è condizionato dal nostro atteggiamento, sta a noi seguire la strada che Dio ci ha mostrato per giungere alla vita, e questa strada è l’amore, non inteso come sentimento, ma come servizio agli altri, nella carità di Cristo”.

“Domani” – ha ricordato il Papa – “celebreremo la memoria liturgica di san Vincenzo de’ Paoli, patrono delle organizzazioni caritative cattoliche, di cui ricorre il trecentocinquantesimo anniversario della morte. Nella Francia del 1600, egli toccò con mano proprio il forte contrasto tra i più ricchi e i più poveri. Infatti, come sacerdote, ebbe modo di frequentare sia gli ambienti aristocratici, sia le campagne, come pure i bassifondi di Parigi. Spinto dall’amore di Cristo, Vincenzo de’ Paoli seppe organizzare forme stabili di servizio alle persone emarginate, dando vita alle cosiddette ‘charitées’, le ‘Carità’, cioè gruppi di donne che mettevano il loro tempo e i loro beni a disposizione dei più emarginati”.

“Tra queste volontarie, alcune scelsero di consacrarsi totalmente a Dio e ai poveri, e così, insieme con santa Luisa di Marillac, san Vincenzo fondò le ‘Figlie della Carità’, prima congregazione femminile a vivere la consacrazione ‘nel mondo’, in mezzo alla gente, con i malati e i bisognosi”.

“Cari amici, solo l’Amore con la ‘A’ maiuscola dona la vera felicità! Lo dimostra anche un’altra testimone, una giovane, che ieri è stata proclamata Beata qui a Roma. Parlo di Chiara Badano, una ragazza italiana nata nel 1971, che una malattia ha condotto alla morte a poco meno di 19 anni, ma che è stata per tutti un raggio di luce, come dice il suo soprannome: ‘Chiara Luce’".

“La sua parrocchia, la diocesi di Acqui Terme e il Movimento dei Focolari, a cui apparteneva, oggi sono in festa - ed è una festa per tutti i giovani, che possono trovare in lei un esempio di coerenza cristiana”.
ANG/ VIS 20100927 (440)

COMMIATO DALLE AUTORITÀ DI CASTEL GANDOLFO

CITTA' DEL VATICANO, 27 SET. 2010 (VIS). Questa mattina, come di consueto, prima di lasciare la Residenza Estiva di Castel Gandolfo per far rientro in Vaticano, Papa Benedetto XVI ha preso commiato dalle autorità civili e religiose della cittadina.

Il Papa ha salutato il Vescovo Marcello Semeraro, di Albano e i sacerdoti e religiosi che lo accompagnavano ed ha espresso la sua sentita gratitudine al Sindaco di Castel Gandolfo e ai componenti dell’Amministrazione Comunale. Parimenti ha ringraziato i dirigenti e tutti gli addetti ai diversi Servizi del Governatorato, il Corpo della Gendarmeria, la Floreria, le Direzioni dei Servizi Sanitari e dei Servizi Tecnici e la Guardia Svizzera Pontificia, come pure i funzionari, gli agenti delle diverse Forze dell’Ordine Italiane e gli ufficiali ed avieri dell’Aeronautica Militare Italiana.

“Nell’accomiatarmi da voi” – ha detto il Papa – “mi piace affidare alla vostra considerazione la figura di San Vincenzo de’ Paoli, di cui oggi celebriamo la memoria. Questo apostolo della carità, così caro al popolo cristiano e conosciuto specialmente attraverso la Suore da lui fondate, fu proclamato da Papa Leone XIII ‘patrono universale di tutte le opere di carità sparse nel mondo’”.

“Con la sua incessante azione apostolica, egli fece in modo che il Vangelo diventasse sempre più faro luminoso di speranza e di amore per l’uomo del suo tempo, ed in particolare per i più poveri nel corpo e nello spirito. Il suo esempio virtuoso e la sua intercessione suscitino nelle vostre comunità e in ciascuno di voi un rinnovato impegno di solidarietà, cosicché gli sforzi di ognuno cooperino all’edificazione del bene comune”.
.../ VIS 20100927 (270)

CONGRESSO MONDIALE PASTORALE PELLEGRINAGGI SANTUARI

CITTA' DEL VATICANO, 27 SET. 2010 (VIS). Oggi è stato reso pubblico un Messaggio del Santo Padre indirizzato all’Arcivescovo Antonio Maria Vegliò, Presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, e all’Arcivescovo Julián Barrio Barrio, di Santiago de Compostela (Spagna), in occasione del II Congresso Mondiale di Pastorale dei Pellegrinaggio e Santuari, in corso a Santiago de Compostela dal 27 al 30 settembre.

Di seguito riportiamo alcuni estratti:

“Guidati dal tema ‘Egli entrò per rimanere con loro’ (Lc 24,29), desunto dal passaggio evangelico dei discepoli di Emmaus, vi disponete a riflettere sull’importanza dei pellegrinaggi ai santuari, come manifestazione di vita cristiana e spazio di evangelizzazione”.

“Con vivo compiacimento desidero far giungere ai congressisti la mia vicinanza spirituale, affinché li incoraggi e sostenga nell’esercizio di un impegno pastorale tanto fondamentale nella vita ecclesiale. Io stesso mi recherò tra non molto pellegrino alla tomba dell’Apostolo San Giacomo, l’ ‘amico del Signore’, così come ho volto i miei passi verso altri luoghi del mondo, dove accorrono numerosi fedeli con devozione fervente. A tal riguardo, fin dall’inizio del mio pontificato, ho inteso vivere il mio ministero di successore di Pietro con i sentimenti del pellegrino che percorre le vie del mondo con speranza e semplicità, portando sulle labbra e nel cuore il messaggio salvifico del Cristo Risorto e confermando nella fede i propri fratelli (cf. Lc 22,32). Come segno esplicito di tale missione, nel mio stemma figura, tra altri elementi, la conchiglia del pellegrino”.

“In questo momento storico, in cui, con forza se possibile ancor maggiore, siamo chiamati ad evangelizzare il nostro mondo, va messa in debito risalto la ricchezza che scaturisce dal pellegrinaggio ai santuari. Innanzi tutto per la sua straordinaria capacità di richiamo, che attrae un numero crescente di pellegrini e turisti religiosi, alcuni dei quali si trovano in situazioni umane e spirituali complesse, alquanto lontani dal vissuto di fede e con una debole appartenenza ecclesiale. A tutti Cristo si rivolge con amore e speranza”.

“L’anelito alla felicità che si annida nell’animo trova in Lui la sua risposta, e vicino a Lui il dolore umano acquista un proprio senso. Con la sua grazia, anche le cause più nobili giungono al loro pieno compimento. Come Simeone incontrò Gesù nel tempio (cf. Lc 2,25-35), così pure il pellegrino deve avere l’opportunità di scoprire il Signore nel santuario”.

“A tal fine occorre far sì che i visitatori non dimentichino che i santuari sono luoghi sacri e che quindi vi si comportino con devozione, rispetto e decoro. In tal modo la Parola di Cristo, il Figlio del Dio vivo, potrà risuonare con chiarezza e l’evento della sua morte e risurrezione, fondamento della nostra fede, verrà proclamato nella sua interezza”.

“Inoltre va curata con grande scrupolosità l’accoglienza del pellegrino, dando il giusto risalto, tra l’altro, alla dignità e bellezza del santuario, immagine della “tenda di Dio con gli uomini” (Ap 21,3); ai momenti e agli spazi di preghiera, tanto personali che comunitari; all’attenzione alle pratiche di pietà. Parimenti non si insisterà mai abbastanza sul fatto che i santuari devono essere fari di carità, incessantemente dedicati ai più sfavoriti mediante opere concrete di solidarietà e misericordia e una costante disponibilità all’ascolto. Essi devono inoltre facilitare ai fedeli l’accesso al sacramento della Riconciliazione e consentire loro di partecipare degnamente alla celebrazione eucaristica, che deve essere sempre il centro e il culmine di tutta la loro azione pastorale. Così si manifesterà chiaramente che l’Eucaristia è senza dubbio alcuno l’alimento del pellegrino, il ‘Sacramento del Dio che non ci lascia soli nel cammino, ma si pone al nostro fianco e ci indica la direzione’”.

“In effetti, diversamente dal vagabondo, i cui passi non hanno una destinazione precisa, il pellegrino ha sempre una meta davanti a sé, anche se a volte non ne è pienamente cosciente. E la meta altro non è se non l’incontro con Dio per mezzo di Gesù Cristo, in cui tutte le nostre aspirazioni trovano risposta. Ecco perché la celebrazione dell’Eucaristia può ben considerarsi il culmine del pellegrinaggio”.

“In quanto ‘collaboratori di Dio’ (1 Cor 3,9) esorto tutti voi che vi dedicate a questa bella missione a incoraggiare nei pellegrini, con la vostra cura pastorale, la conoscenza e l’imitazione di Cristo, che continua a camminare con noi, illuminando la nostra vita con la sua Parola e distribuendoci il Pane di Vita nell’Eucaristia. In tal modo il pellegrinaggio al santuario sarà occasione propizia per rinvigorire in coloro che lo visitano il desiderio di condividere con altri l’esperienza meravigliosa di sapersi amati da Dio e di essere inviati al mondo a dare testimonianza di questo amore”.

“Con tali sentimenti affido i frutti di questo Congresso all’intercessione di Maria Santissima e dell’Apostolo San Giacomo, mentre rivolgo la mia preghiera a Gesù, ‘Via, Verità e Vita’ (Gv 14,6) a cui presento tutti coloro, che, pellegrinando per la vita, vanno cercando il suo volto:

Signore Gesù, pellegrino di Emmaus,
per amore ti fai vicino a noi,
anche se, a volte, lo sconforto e la tristezza
ci impediscono di scoprire la tua presenza.
Tu sei la fiamma che ravviva la nostra fede.
Tu sei la luce che purifica la nostra speranza.
Tu sei la forza che infiamma la nostra carità.
Insegnaci a riconoscerti nella Parola,
nella casa e alla Mensa dove si condivide il Pane della Vita,
nel servizio generoso al prossimo che soffre.
E quando si fa sera, Signore, aiutaci a dire:
‘Resta con noi’. Amen”.
MESS/ VIS 20100927 (910)

UDIENZE

CITTA' DEL VATICANO, 27 SET. 2010 (VIS). Questa mattina il Santo Padre ha ricevuto nel Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo:

- Il Vescovo Marcello Semeraro, di Albano (Italia).

- Due Presuli della Conferenza Episcopale del Brasile in Visita “ad Limina Apostolorum”:

- Il Vescovo Fernando Arêas Rifan, Amministratore Apostolico dell’Amministrazione Apostolica personale di São João Maria Vianney.

- Il Vescovo Wilson Tadeu Jönck, S.C.J., di Tubarão.

Sabato 25 settembre il Santo Padre ha ricevuto nel Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo:

- Tre Presuli della Conferenza Episcopale del Brasile (Regione EST I), in Visita "ad Limina Apostolorum":

- Il Vescovo Elias James Manning, O.F.M.Conv., di Valença.

- L’Arcivescovo Gil Antonio Moreira, di Juiz de Fora.

- Il Vescovo Edgard Madi, di Nossa Senhora do Líbano em São Paulo dei Maroniti.

- Il Cardinale Marc Ouellet, Prefetto della Congregazione per i Vescovi.
AL:AP/ VIS 20100927 (90)

venerdì 24 settembre 2010

IL PAPA RICORDA I SUOI PRIMI GIORNI DI SCUOLA

CITTA' DEL VATICANO, 24 SET. 2010 (VIS). Nel pomeriggio di ieri, nel Cortile interno del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo, il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto in Udienza la Scuola elementare Pontificia "Paolo VI" delle Maestre Pie Filippini di Castel Gandolfo.

“Cari bambini, voi andate a scuola, imparate naturalmente, ed ho pensato che sono 77 anni da quando io ho cominciato ad andare a scuola” – ha detto il Papa – “Era in un piccolo paese di 300 anime, un po’ ‘dietro la luna’, si direbbe; tuttavia, abbiamo imparato l’essenziale. Abbiamo imparato soprattutto a leggere e a scrivere, e penso che sia una cosa grande poter scrivere e leggere, perché così possiamo conoscere il pensiero di altri, leggere i giornali, i libri; possiamo conoscere quanto è stato scritto duemila anni fa o ancora più tempo fa; possiamo conoscere i continenti spirituali del mondo e comunicare insieme; e soprattutto c’è una cosa straordinaria: Dio ha scritto un libro, cioè ha parlato a noi uomini e ha trovato delle persone che hanno scritto il libro con la Parola di Dio, così che, leggendolo, possiamo anche leggere cosa dice Dio a noi. E questo è molto importante”.

“Nella scuola” – ha concluso il Pontefice – “imparare tutte le cose necessarie per la vita e imparare anche a conoscere Dio, conoscere Gesù e così conoscere come si vive bene. Voi trovate nella scuola tanti amici ed è bello; così si forma una grande famiglia. Ma tra i grandi amici, il primo che troviamo, che conosciamo, dovrebbe essere Gesù, che è amico di tutti e che ci dà realmente la strada della vita”.
.../ VIS 20100924 (270)

PROGRAMMA VIAGGIO SANTIAGO DE COMPOSTELA E BARCELONA

CITTA' DEL VATICANO, 24 SET. 2010 (VIS). Di seguito riportiamo il programma del Viaggio Apostolico di Benedetto XVI a Santiago de Compostela e Barcelona (Spagna), in programma il 6 e 7 novembre prossimo.

Alle 8:30 di sabato 6 novembre il Papa partirà dall’aeroporto romano di Fiumicino e giungerà all’aeroporto di Santiago de Compostela alle 11:30. Dopo la cerimonia di benvenuto Benedetto XVI pronuncerà un discorso a cui seguirà un incontro privato con le loro Altezze Reali i Principi delle Asturie.

Alle 13:00 è in programma la Visita alla Cattedrale di Santiago de Compostela dove il Papa saluterà i fedeli lì convenuti. Alle 13:40 seguirà il pranzo con i Cardinali spagnoli, con i Membri del Comitato Esecutivo della Conferenza Episcopale della Spagna e con il Seguito Papale nell’Arcivescovado di Santiago de Compostela. Alle 16:30 il Papa celebrerà la Santa Messa in occasione dell’Anno Compostelano nella Plaza del Obradoiro e terrà l’omelia.

Alle 19:15 Benedetto XVI ripartirà dall’Aeroporto internazionale di Santiago de Compostela per Barcelona.

Alle 9:30 di domenica 7 novembre il Santo Padre avrà un incontro privato con le loro Maestà i Reali di Spagna nella Sala Museale della Chiesa della Sagrada Familia a Barcelona.

Alle 10:00 il Papa celebrerà la Santa Messa con dedicazione della Chiesa della Sagrada Familia e dell’altare e terrà l’omelia a cui farà seguito la recita dell’Angelus Domini nella Piazza della Chiesa della Sagrada Famiglia. Il Papa rivolgerà ai presenti alcune parole.

Dopo il pranzo con i Cardinali e i Vescovi presenti nell’Arcivescovado di Barcelona, alle 17:15 il Papa visiterà la “Obra Benefico-Social Nen Déu” e dopo il saluto ai presenti si dirigerà all’aeroporto di Barcelona dove avrà luogo la cerimonia di congedo.

La partenza del Papa per Roma è prevista alla 19:15 e l’atterraggio all’aeroporto di Ciampino alle 20:55.
PV-COMPOSTELA:BARCELONA VIS 20100924 (320)

LETTERA PONTIFICIA INCONTRO MONDIALE DELLE FAMIGLIE 2012

CITTA' DEL VATICANO, 24 SET. 2010 (VIS). Il Cardinale Ennio Antonelli, Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, è intervenuto questa mattina nella Sala Stampa della Santa Sede, alla Conferenza Stampa di presentazione della Lettera di Benedetto XVI per il VII Incontro Mondiale delle Famiglie che si svolgerà a Milano dal 30 maggio al 3 giugno 2012, sul tema: “La famiglia: il lavoro e la festa”.

Alla Conferenza Stampa sono intervenuti anche il Vescovo Jean Laffitte, Segretario del Pontificio Consiglio per la Famiglia; il Monsignor Carlos Simón Vázquez, Sotto-Segretario del medesimo Pontificio Consiglio; il Padre Gianfranco Grieco, O.F.M. Conv., Capo ufficio del medesimo Pontificio Consiglio; il Vescovo Erminio De Scalzi, Ausiliare dell’Arcidiocesi di Milano, Delegato del Cardinale Arcivescovo Dionigi Tettamanzi per l’organizzazione del VII Incontro Mondiale delle Famiglie e Don Davide Milani, responsabile delle comunicazioni sociali dell’Arcidiocesi di Milano.

“Il lavoro e la festa” – scrive il Papa nella Lettera – “sono intimamente collegati con la vita delle famiglie: ne condizionano le scelte, influenzano le relazioni tra i coniugi e tra i genitori e i figli, incidono sul rapporto della famiglia con la società e con la Chiesa”.

“Ai nostri giorni, purtroppo” – ribadisce il Santo Padre – “l’organizzazione del lavoro, pensata e attuata in funzione della concorrenza di mercato e del massimo profitto, e la concezione della festa come occasione di evasione e di consumo, contribuiscono a disgregare la famiglia e la comunità e a diffondere uno stile di vita individualistico. Occorre perciò promuovere una riflessione e un impegno rivolto a conciliare le esigenze e i tempi del lavoro con quelli della famiglia e a ricuperare il senso vero della festa, specialmente delle domenica, pasqua settimanale, giorno del Signore e giorno dell’uomo, giorno della famiglia, della comunità e della solidarietà”.

“Il prossimo Incontro Mondiale delle Famiglie” – scrive il Papa – “costituisce un’occasione privilegiata per ripensare il lavoro e la festa nella prospettiva di una famiglia unita e aperta alla vita, ben inserita nella società e nella Chiesa, attenta alla qualità delle relazioni oltre che all’economia dello stesso nucleo familiare”.

“Auspico che già nel corso dell’anno 2011, XXX anniversario dell’Esortazione apostolica ‘Familiaris consortio’, ‘magna charta’ della pastorale familiare” – scrive ancora il Papa – “possa essere intrapreso un valido itinerario con iniziative a livello parrocchiale, diocesano e nazionale, mirate a mettere in luce esperienze di lavoro e di festa nei loro aspetti più veri e positivi, con particolare riguardo all’incidenza sul vissuto concreto delle famiglie”.

Infine il Papa segnala che “il VII Incontro mondiale avrà, come i precedenti, una durata di cinque giorni e culminerà il sabato sera con la ‘Festa delle Testimonianze’ e domenica mattina con la Messa solenne. Queste due celebrazioni, da me presiedute, ci vedranno tutti riuniti come ‘famiglia di famiglie’”.

Commentando il tema della Lettera, il Cardinale Antonelli ha ricordato i problemi della famiglie ed ha detto: “La famiglia (...) è privatizzata e ridotta a luogo di affetti e di gratificazione individuale; non riceve adeguato sostegno culturale, giuridico, economico, politico; subisce il pesante condizionamento di complesse dinamiche disgregatrici, tra le quali hanno un’incidenza tutt’altro che trascurabile, l’organizzazione del lavoro e lo scadimento della festa a ‘tempo libero’”. Il Cardinale ha sottolineato al riguardo che l’Incontro di Milano “può diventare un importante contributo alla difesa e promozione dell’umano autentico nel mondo di oggi, a cominciare da nuovi stili di vita familiare”.

“In ambito familiare occorre incoraggiare la ridistribuzione dei compiti domestici e la scelta del lavoro extra domestico di comune accordo da parte dei coniugi, l’assunzione di uno stile di vita ispirato alla sobrietà, alla cura delle relazioni personali, all’apertura vero la comunità ecclesiale e le necessità del prossimo. Occorre infine che il giorno festivo sia celebrato in modo da illuminare il senso della vita e del lavoro stesso, rafforzando la coesione della famiglia e il suo inserimento nella comunità più grande, ravvivando il rapporto con la persone di Cristo, Signore e Salvatore, che ci accompagna nel nostro cammino quotidiano”.

Il Vescovo Ausiliare di Milano, Monsignor De Scalzi, ha segnalato a sua volta che: “Sarebbe significativo se riuscissimo ad accogliere a Milano soprattutto le famiglie povere del Sud del mondo. Penso a chi vive in Paesi dove è difficile far sentire la propria voce. È importante che i rappresentanti di queste famiglia possano portare la loro testimonianza di vita e raccontarci come intendono il lavoro e la festa in relazione la nucleo familiare”.
OP/ VIS 20100924 (730)

COMMISSIONE BILATERALE PERMANENTE SANTA SEDE-ISRAELE

CITTA' DEL VATICANO, 24 SET. 2010 (VIS). La Commissione Bilaterale Permanente di Lavoro tra la Santa Sede e lo Stato di Israele si è incontrata il 21 settembre 2010 per continuare il suo lavoro programmato in base all’Articolo 10, paragrafo 2, del “Fundamental Agreement” del 1993.

I colloqui si sono svolti in un’atmosfera di cordialità e hanno segnato un progresso verso l’auspicato accordo.
.../ VIS 20100924 (70)

UDIENZE



CITTA' DEL VATICANO, 24 SET. 2010 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienze separate:

- Dieci Presuli della Conferenza Episcopale del Brasile (Regione Est I), in Visita “ad Limina Apostolorum”:

- L’Arcivescovo Orani João Tempesta, O.Cist., di São Sebastião do Rio de Janeiro, con gli Ausiliari: Vescovo Assis Lopes, Vescovo Antônio Augusto Dias Duarte, Vescovo Edson de Castro Homem, Vescovo Dimas Lara Barbosa e con il Vescovo Karl Josef Romer, già Segretario del Pontificio Consiglio per la Famiglia.

- Il Vescovo João Maria Messi, O.S.M., di Barra do Piraí-Volta Ridonda.

- Il Vescovo José Francisco Rezende Dias, di Duque de Caxias.

- Il Vescovo José Ubiratan Lopes, O.F.M.Cap., di Itaguaí.

- Il Vescovo Luciano Bergamin, C.R.L., di Nova Iguaçu.

- Il Signor Iván Guillermo Rincón Urdaneta, Ambasciatore della Repubblica Bolivariana del Venezuela, in visita di congedo.
AL:AP/ VIS 20100924 (140)

ALTRI ATTI PONTIFICI

CITTA' DEL VATICANO, 24 SET. 2010 (VIS). Il Santo Padre:

- Ha nominato il Vescovo Daniel Fernández Torres, Vescovo di Arecibo (superficie: 2.157; popolazione: 615.600; cattolici: 379.000; sacerdoti: 87; religiosi: 213; diaconi permanenti: 2), Porto Rico. Finora Ausiliare di San Juan de Puerto Rico (Porto Rico), il Vescovo Fernández Torres succede al Vescovo Iñaki Mallona Txertudi, C.P., del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima Diocesi, presentata per raggiunti limiti d’età.

- Ha nominato il Vescovo Douglas Crosby, O.M.I., Vescovo di Hamilton (superficie: 16.824; popolazione: 1.982.908; cattolici: 562.000; sacerdoti: 224; religiosi: 371; diaconi permanenti: 24), Canada. Finora Vescovo di Corner Brook and Labrador (Canada), il Vescovo Crosby succede al Vescovo Anthony F. Tonnos, del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima Diocesi, presentata per raggiunti limiti d’età.
NER:RE/ VIS 20100924 (150)

giovedì 23 settembre 2010

LETTERA DIRETTORE SALA STAMPA SANTA SEDE SUL CASO IOR

CITTA' DEL VATICANO, 23 SET. 2010 (VIS). Di seguito riportiamo il testo della lettera, resa pubblica oggi, che il Direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Padre Federico Lombardi, S.I., ha inviato al quotidiano inglese “Financial Times”, sul caso IOR (Istituto per le Opere di Religione).

“Ieri lo IOR è tornato nelle cronache internazionali a motivo di una indagine, a sorpresa, della Procura di Roma”.

“Dato che l’attività dello IOR si svolge a livello internazionale e il suo Presidente è una personalità autorevole e ben nota nel mondo della finanza internazionale, è giusto dire una parola di chiarimento da parte mia, in qualità di responsabile dell’Ufficio stampa della Santa Sede, perché non si diffondano informazioni inesatte e non ne rimanga danneggiata l’attività dell’Istituto e il buon nome dei suoi dirigenti”.

“Lo IOR non è una banca nel senso comune del termine, è un istituto che amministra i beni delle istituzioni cattoliche che operano con finalità di apostolato religioso e di carità a livello internazionale, ed è situato nel territorio dello Stato della Città del Vaticano, cioè al di fuori della giurisdizione di sorveglianza delle diverse Banche nazionali”.

“Il suo status particolare fa sì che il suo inserimento nel sistema finanziario internazionale e nelle sue regole richieda una serie di accordi, in particolare alla luce delle nuove normative stabilite dalla Unione Europea per la prevenzione del terrorismo e del riciclaggio dei capitali, per stabilire le procedure necessarie affinché la Santa Sede sia inserita nella White List”.

“Proprio la garanzia assoluta di trasparenza delle attività dello IOR e il loro rispetto delle norme e procedure che permettano di inserire la Santa Sede nella White List è il compito a cui il Presidente dello IOR, prof. Gotti Tedeschi, si sta dedicando con grande impegno, per mandato esplicito delle massime autorità vaticane e del Consiglio di sorveglianza dell’Istituto, fin dal giorno della sua nomina. Sono perciò in corso intensi e fecondi contatti con la Banca d’Italia e con gli organismi internazionali competenti, OECD e GAFI”.

“Perciò la Segreteria di Stato vaticana, nel suo comunicato ufficiale di martedì, ha manifestato perplessità e meraviglia per una iniziativa di indagine della Procura di Roma, proprio mentre questo impegno e questi contatti sono in corso con la migliore buona volontà di arrivare rapidamente a soluzioni stabili”.

“La natura e lo scopo delle operazioni che sono oggetto di indagine potevano essere chiariti con estrema semplicità e rapidità, trattandosi di operazioni di tesoreria di cui è destinatario lo stesso Istituto su conti di sua pertinenza esistenti presso altri istituti di credito. L’inconveniente si è creato per un misunderstanding (che è in via di approfondimento) tra lo IOR e la banca cha aveva ricevuto l’ordine di trasferimento”.

“La Santa Sede ribadisce perciò, sia la sua totale fiducia nei dirigenti dello IOR, sia la volontà della piena trasparenza delle operazioni finanziarie da esso compiute, coerentemente con le procedure e norme richieste oggi dalla sicurezza e trasparenza delle operazioni nel campo della finanza internazionale”.
OP/ VIS 20100923 (510)

UDIENZE

CITTA' DEL VATICANO, 23 SET. 2010 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienze separate:

- Il Signor Stefan Mappus, Ministro Presidente del Land Baden-Württemberg (Repubblica Federale di Germania), e Seguito.

- Il Vescovo Konrad Zdarsa, di Augsburg (Repubblica Federale di Germania).

- Sei Presuli della Conferenza Episcopale del Brasile (Regione Est I), in Visita “ad Limina Apostolorum”:

- L’Arcivescovo Alano Maria Pena, O.P., di Niterói, con l’Ausiliare Vescovo Roberto Francisco Ferrería Paz.

- Il Vescovo Roberto Gomes Guimarães, di Campos.

- Il Vescovo Edney Gouvêa Mattoso, di Nova Friburgo, con il Vescovo emerito Monsignor Rafael Llano Cifuentes.

- Il Vescovo Filippo Santoro, di Petrópolis.
AP:AL/ VIS 20100923 (110)

mercoledì 22 settembre 2010

IL PAPA RIEVOCA VIAGGIO APOSTOLICO REGNO UNITO

CITTA' DEL VATICANO, 22 SET. 2010 (VIS). Nel corso della catechesi per l’Udienza Generale di oggi, tenutasi in Piazza San Pietro, il Papa si è soffermato sul recente Viaggio Apostolico nel Regno Unito (16-19 settembre), “un evento storico, che ha segnato una nuova importante fase nella lunga e complessa vicenda delle relazioni tra quelle popolazioni e la Santa Sede”.

Nel ricordare il primo appuntamento del Viaggio, l’incontro con la Regina Elisabetta II ad Edinburgo, il Santo Padre ha sottolineato che: “Si è trattato di un incontro molto cordiale, caratterizzato dalla condivisione di alcune profonde preoccupazioni per il benessere dei popoli del mondo e per il ruolo dei valori cristiani nella società”.

A Glasgow dove ha presieduto la prima Santa Messa del Viaggio, nel giorno in cui “ricorreva la festa liturgica di san Ninian, primo evangelizzatore della Scozia”, il Papa ha ricordato: “l’importanza dell’evangelizzazione della cultura, specialmente nella nostra epoca in cui un pervasivo relativismo minaccia di oscurare l’immutabile verità sulla natura dell’uomo”.

“Nella seconda giornata ho iniziato la visita a Londra” – ha proseguito il Pontefice – “Qui, ho incontrato dapprima il mondo dell’educazione cattolica (...) che riveste un ruolo rilevante nel sistema di istruzione di quel Paese. (...) Ho parlato agli educatori, ricordando l’importanza della fede nella formazione di cittadini maturi e responsabili. Ai numerosi adolescenti e giovani, che mi hanno accolto con simpatia ed entusiasmo, ho proposto di non perseguire obiettivi limitati, accontentandosi di scelte comode, ma di puntare a qualcosa di più grande, vale a dire la ricerca della vera felicità, che si trova soltanto in Dio”.

“Nel successivo appuntamento con i responsabili delle altre religioni maggiormente rappresentate nel Regno Unito, ho richiamato” – ha detto il Papa – “l’ineludibile necessità di un dialogo sincero, che ha bisogno del rispetto del principio di reciprocità perché sia pienamente fruttuoso. Al tempo stesso, ho evidenziato la ricerca del sacro come terreno comune a tutte le religioni sul quale rinsaldare amicizia, fiducia e collaborazione”.

“La visita fraterna all’Arcivescovo di Canterbury” – ha detto ancora il Papa – “è stata l’occasione per ribadire il comune impegno di testimoniare il messaggio cristiano che lega Cattolici e Anglicani. È seguito uno dei momenti più significativi del viaggio apostolico: l’incontro nel grande salone del Parlamento britannico con personalità istituzionali, politiche, diplomatiche, accademiche, religiose, esponenti del mondo culturale e imprenditoriale. In quel luogo così prestigioso ho sottolineato che la religione, per i legislatori, non deve rappresentare un problema da risolvere, ma un fattore che contribuisce in modo vitale al cammino storico e al dibattito pubblico della nazione, in particolare nel richiamare l’importanza essenziale del fondamento etico per le scelte nei vari settori della vita sociale”.

“In quel medesimo clima solenne, mi sono poi recato nell’Abbazia di Westminster: per la prima volta un Successore di Pietro è entrato nel luogo di culto simbolo delle antichissime radici cristiane del Paese. La recita della preghiera dei Vespri, insieme alle diverse comunità cristiane del Regno Unito, ha rappresentato un momento importante nei rapporti tra la Comunità cattolica e la Comunione anglicana”.

“Nella mattinata di sabato” ha avuto luogo “la celebrazione eucaristica nella Cattedrale di Westminster, dedicata al Preziosissimo Sangue di Nostro Signore. (...)
Grande è la mia gioia” – ha affermato il Pontefice – “per aver incontrato un gran numero di giovani (...). Con la loro presenza carica di entusiasmo (...) hanno dimostrato di voler essere i protagonisti di una nuova stagione di coraggiosa testimonianza, di fattiva solidarietà, di generoso impegno a servizio del Vangelo”.

“Nella Nunziatura Apostolica” – ha ricordato ancora il Papa – “ho incontrato alcune vittime di abusi da parte di esponenti del Clero e dei religiosi. È stato un momento intenso di commozione e di preghiera. Poco dopo, ho incontrato anche un gruppo di professionisti e volontari responsabili della protezione dei ragazzi e dei giovani negli ambienti ecclesiali, un aspetto particolarmente importante e presente nell’impegno pastorale della Chiesa. Li ho ringraziati e incoraggiati a continuare il loro lavoro, che si inserisce nella lunga tradizione della Chiesa di cura per il rispetto, l’educazione e la formazione delle nuove generazioni”.

“Sempre a Londra ho visitato poi la casa di riposo per anziani gestita dalle Piccole Sorelle dei Poveri con il prezioso apporto di numerose infermiere e volontari. Questa struttura di accoglienza è segno della grande considerazione che la Chiesa ha sempre avuto per l’anziano, come pure espressione dell’impegno dei cattolici britannici nel rispetto della vita senza tenere conto dell’età o delle condizioni”.

“Il culmine della mia visita nel Regno Unito è stata la beatificazione del Cardinale John Henry Newman, illustre figlio dell’Inghilterra. Essa è stata preceduta e preparata da una speciale veglia di preghiera svoltasi sabato sera a Londra, in Hyde Park, in un’atmosfera di profondo raccoglimento. Alla moltitudine di fedeli, specialmente giovani, ho voluto riproporre la luminosa figura del Cardinale Newman, intellettuale e credente, il cui messaggio spirituale si può sintetizzare nella testimonianza che la via della coscienza non è chiusura nel proprio ‘io’, ma è apertura, conversione e obbedienza a Colui che è Via, Verità e Vita”.
“Questa viaggio apostolico” – ha concluso il Pontefice – “ha confermato in me una profonda convinzione: le antiche nazioni dell'Europa hanno ‘un'anima cristiana’, che costituisce un tutt’uno col ‘genio’ e la storia dei rispettivi popoli, e la Chiesa non cessa di lavorare per mantenere continuamente desta questa tradizione spirituale e culturale”.
AG/ VIS 20100922 (890)

INVITO DEL PAPA PREGARE UNITÀ CATTOLICI E ORTODOSSI

CITTA' DEL VATICANO, 22 SET. 2010 (VIS). Al termine della catechesi e dei saluti ai pellegrini nelle diverse lingue, il Santo Padre ha invitato a pregare per il buon esito dei lavori della Commissione Mista Internazionale per il Dialogo Teologico fra Chiesa cattolica e Chiesa ortodossa nel suo insieme, riunita in questi giorni in sessione plenaria a Vienna (Austria).

“Il tema della fase attuale di studio è il ruolo del Vescovo di Roma nella comunione della Chiesa universale, con particolare riferimento al primo millennio della storia cristiana. L’obbedienza alla volontà del Signore Gesù, e la considerazione delle grandi sfide che oggi si presentano al cristianesimo, ci obbligano ad impegnarci seriamente nella causa del ristabilimento della piena comunione tra le Chiese. Esorto tutti a pregare intensamente per i lavori della Commissione e per un continuo sviluppo e consolidamento della pace e concordia tra i battezzati, affinché possiamo dare al mondo una testimonianza evangelica sempre più autentica”.
AG/ VIS 20100922 (170)

SEGRETERIA DI STATO SU INCHIESTA PROCURA ROMA RELATIVA IOR

CITTA' DEL VATICANO, 22 SET. 2010 (VIS). Nel pomeriggio di ieri, la Sala Stampa della Santa Sede ha reso pubblico il Comunicato che segue, emesso dalla Segreteria di Stato, relativo all’inchiesta della Procura di Roma che coinvolge il Presidente e il Direttore Generale dell’Istituto per le Opere di Religione (IOR), per una supposta violazione delle norme europee sul riciclaggio di capitali. La Procura ha trattenuto in via cautelativa 23 milioni di euro dello IOR.

“È nota la chiara volontà, più volte manifestata da parte delle autorità della Santa Sede, di piena trasparenza per quanto riguarda le operazioni finanziarie dell’Istituto per le Opere di Religione (Ior). Ciò richiede che siano messe in atto tutte le procedure finalizzate a prevenire terrorismo e riciclaggio di capitali. Per questo le autorità dello Ior da tempo si stanno adoperando nei necessari contatti e incontri, sia con la Banca d’Italia sia con gli organismi internazionali competenti – Organisation for Economic Co-operation and Development (Oecd) e Gruppo di Azione Finanziaria Internazionale contro il riciclaggio di capitali (Gafi) – per l’inserimento della Santa Sede nella cosiddetta ‘White List’”.

“La Santa Sede manifesta perciò perplessità e meraviglia per l’iniziativa della Procura di Roma, tenendo conto che i dati informativi necessari sono già disponibili presso l’ufficio competente della Banca d’Italia, e operazioni analoghe hanno luogo correntemente con altri istituti di credito italiani”.

“Quanto poi agli importi citati si fa presente che si tratta di operazioni di giroconto per tesoreria presso istituti di credito non italiani il cui destinatario è il medesimo Ior”.

“La Santa Sede tiene perciò a esprimere la massima fiducia nel presidente e nel direttore generale dello Ior”.
SS/ VIS 20100922 (270)

CARDINALE CORDES CENTENARIO CATHOLIC CHARITIES, U.S.A.

CITTA' DEL VATICANO, 22 SEP. 2010 (VIS). Questa mattina il Pontificio Consiglio “Cor Unum” ha reso pubblico un Comunicato relativo alla prossima visita del Cardinale Paul Josef Cordes, Presidente del Dicastero, negli Stati Uniti, su invito di “Catholic Charities U.S.A.”. Il Cardinale terrà un intervento ufficiale all’incontro che avrà luogo a Washington D.C., dal 25 al 29 settembre, in occasione della celebrazione del centenario di fondazione dell’Organismo.

“La riflessione del Cardinale” – si legge nel testo – “si concentrerà sul radicamento nella fede dell’impegno caritativo della Chiesa e sulla necessità di promuovere l’identità propria delle organizzazioni ecclesiali, come sottolinea la prima Enciclica di Papa Benedetto XVI, ‘Deus caritas est’”.

“’Catholic Charities U.S.A.’, con oltre 1.700 agenzie ed istituzioni che operano a livello diocesano, offre ogni anno un sostegno vitale ad oltre 9 milioni di persone, appartenenti a qualunque contesto religioso, sociale ed economico. Nel suo messaggio ai partecipanti (Lettera del Cardinale Segretario di Stato al Cardinale Paul Josef Cordes, 11 agosto 2010), Papa Benedetto ‘auspica che il presente anniversario sia occasione propizia per ringraziare Dio Onnipotente di aver potuto raccogliere, quale messe abbondante, generosità, solidarietà e buone opere”. Sua Santità incoraggia il personale caritativo a ‘vivere il proprio lavoro quale testimonianza tangibile della fede in Cristo’”.

“Il calendario della visita prevede inoltre la partecipazione del Cardinale Cordes ad incontri e conferenze sui temi della carità, della dottrina sociale e del sacerdozio nelle Arcidiocesi di New York e di Newark, nonché nelle Diocesi della Provincia Ecclesiastica del Connecticut”.
CON-CU/ VIS 20100922 (260)

ALTRI ATTI PONTIFICI

CITTA' DEL VATICANO, 22 SET. 2010 (VIS). Il Santo Padre ha nominato l’Arcivescovo Giovanni d’Aniello, Nunzio Apostolico in Thailandia ed in Cambogia e Delegato Apostolico in Myanmar ed in Laos, finora Nunzio Apostolico nella Repubblica Democratica del Congo.
NN/ VIS 20100922 (50)

martedì 21 settembre 2010

VISITA PASTORALE DI BENEDETTO XVI A PALERMO

CITTA' DEL VATICANO, 21 SET. 2010 (VIS). Domenica 3 ottobre, Benedetto XVI compirà una Visita Pastorale a Palermo in occasione del Raduno ecclesiale regionale delle Famiglie e dei Giovani.

Alle 10:30 il Papa presiederà una Concelebrazione Eucaristica al Foro Italico Umberto I e guiderà la recita dell’Angelus.

Alle 17:00 nella Cattedrale di Palermo il Papa avrà un incontro con i sacerdoti, i religiosi, le religiose e i seminaristi. Alle 18:00, in Piazza Politeama, che prende il nome dal Teatro Politeama Garibaldi, costruito fra il 1867 e il 1874, si svolgerà un incontro con i giovani.

Al termine dell’incontro con i giovani il Santo Padre si recherà all’aeroporto ”Falcone e Borsellino” di Punta Raisi per riprendere il volo per Roma.
OP/ VIS 20100921 (130)

ALTRI ATTI PONTIFICI

CITTA' DEL VATICANO, 21 SET. 2010 (VIS). Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della Diocesi di Matadi (Repubblica Democratica del Congo), presentata dal Vescovo Gabriel Kembo Mamputu, per raggiunti limiti d’età. Gli succede il Vescovo Daniel Nlandu Mayi, Coadiutore della medesima Diocesi.
RE:NER/ VIS 20100921 (50)

IN MEMORIAM

CITTA' DEL VATICANO, 21 SET. 2010 (VIS). Di seguito riportiamo i dati relativi ai Presuli mancati nelle ultime settimane:

- Il Vescovo Francis Gerard Brooks, emerito di Dromore (Irlanda), il 4 settembre, all’età di 86 anni.

- Il Vescovo Maixent Coly, di Ziguinchor (Senegal), il 24 agosto, all’età di 60 anni.

- Il Vescovo Heriberto Correa Yepes, M.X.Y., già Vicario Apostolico di Buenaventura (Colombia), il 9 settembre, all’età di 94 anni.

- Il Vescovo Pedro Marcos Ribeiro Da Costa, emerito di Saurimo (Angola), il 2 settembre, all’età di 88 anni.

- Il Vescovo Jean-Marie Kélétigui, emerito di Katiola (Costa d’Avorio), il 31 agosto, all’età di 78 anni.

- Il Vescovo Tomás Pedro Barbosa Da Silva Nunes, Ausiliare di Lisbona (Portogallo), il 1 ° settembre, all’età di 67 anni.
.../ VIS 20100921 (130)

lunedì 20 settembre 2010

INCONTRO CON I VESCOVI D’INGHILTERRA, GALLES E SCOZIA

CITTA' DEL VATICANO, 19 SET. 2010 (VIS). Nel pomeriggio, alle 16:45 il Papa ha avuto un incontro con i Vescovi di Inghilterra, Galles e Scozia nella Cappella dell’Oscott College di Birmingham.

Nel suo discorso il Santo Padre ha ricordato che in occasione della recente Visita “ad Limina Apostolorum” le rispettive Conferenze Episcopali hanno esaminato in particolare “l’urgente necessità di proclamare il Vangelo in un contesto altamente secolarizzato. Nel corso della mia visita mi è apparso chiaro come, fra i britannici, sia profonda la sete per la buona novella di Gesù Cristo. Siete stati scelti da Dio per offrire loro l’acqua viva del Vangelo, incoraggiandoli a porre le proprie speranze non nelle vane lusinghe di questo mondo, bensì nelle solide rassicurazioni del mondo futuro”.

“Mentre annunciate la venuta del Regno” – ha proseguito il Pontefice – “con le sue promesse di speranza per i poveri ed i bisognosi, i malati e gli anziani, i non ancora nati e gli abbandonati, fate di tutto per presentare nella sua interezza il messaggio vivificante del Vangelo, compresi quegli elementi che sfidano le diffuse convinzioni della cultura odierna. Come sapete, è stato di recente costituito un Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione dei Paesi di lunga tradizione cristiana, e desidero incoraggiarvi ad avvalervi dei suoi servigi per affrontare i compiti che vi attendono”.

Riferendosi alle conseguenze della crisi finanziaria, Benedetto XVI ha invitato i Vescovi a esortare i cattolici britannici alla solidarietà verso i bisognosi. “Le circostanze odierne” – ha detto il Papa – “offrono una buona opportunità per rafforzare quel messaggio, e certamente per incoraggiare le persone ad aspirare ai valori morali più alti in ogni settore della loro vita, contro un retroterra di crescente cinismo addirittura sulla possibilità di una vita virtuosa”.

“Un altro argomento che ha ricevuto molta attenzione nei mesi trascorsi e che mina seriamente la credibilità morale dei responsabili della Chiesa è il vergognoso abuso di ragazzi e di giovani da parte di sacerdoti e di religiosi. (...) So bene che avete fatto passi molto seri per porre rimedio a questa situazione, per assicurare che i ragazzi siano protetti in maniera efficace da qualsiasi danno, e per affrontare in modo appropriato e trasparente le accuse quando esse sorgono. Avete pubblicamente fatto conoscere il vostro profondo dispiacere per quanto accaduto e per i modi spesso inadeguati con i quali, in passato, si è affrontata la questione. La vostra crescente comprensione dell’estensione degli abusi sui ragazzi nella società, dei suoi effetti devastanti, e della necessità di fornire adeguato sostegno alle vittime, deve servire da incentivo per condividere, con la società più ampia, la lezione da voi appresa. In realtà, quale via migliore potrebbe esserci se non quella di fare riparazione per tali peccati avvicinandovi, in umile spirito di compassione, ai ragazzi che soffrono anche altrove per gli abusi? Il nostro dovere di prenderci cura della gioventù esige proprio questo e niente di meno”.

“Per essere guide cristiane efficaci” – ha sottolineato il Papa – “dobbiamo vivere nella più alta integrità, umiltà e santità. (...) Prego che fra le grazie di questa visita vi sia un rinnovato impegno da parte delle guide cristiane alla vocazione profetica che hanno ricevuto, e un nuovo apprezzamento da parte del popolo per il grande dono del ministero ordinato. Sgorgheranno così spontaneamente le preghiere per le vocazioni, e possiamo esser fiduciosi che il Signore risponderà inviando operai che raccolgano l’abbondante messe che ha preparato in tutto il Regno Unito”.

“Infine” – ha concluso il Pontefice – “vorrei parlarvi di due materie specifiche che riguardano in questo tempo il vostro ministero episcopale. Una è l’imminente pubblicazione della nuova traduzione del Messale Romano. (...) Vi incoraggio a cogliere l’occasione che questa nuova traduzione offre, per una approfondita catechesi sull’Eucaristia e per una rinnovata devozione nei modi in cui essa viene celebrata”.

“L’altro punto lo sollevai in febbraio con i Vescovi dell’Inghilterra e del Galles, quando vi chiesi di essere generosi nel porre in atto la Costituzione apostolica ‘Anglicanorum coetibus’. Questo dovrebbe essere considerato un gesto profetico che può contribuire positivamente allo sviluppo delle relazioni fra anglicani e cattolici. Ci aiuta a volgere lo sguardo allo scopo ultimo di ogni attività ecumenica: la restaurazione della piena comunione ecclesiale nel contesto della quale il reciproco scambio di doni dai nostri rispettivi patrimoni spirituali, serve da arricchimento per noi tutti”.

“Continuiamo a pregare e ad operare incessantemente per affrettare il lieto giorno in cui quel traguardo potrà essere raggiunto”, ha auspicato infine il Papa.

Prima di lasciare l’Oscott College per dirigersi all’aeroporto di Birmingham, il Santo Padre ha salutato e benedetto i 130 seminaristi britannici lì riuniti.
PV-REGNO UNITO/ VIS 20100920 (770)

GRAZIE CALORE ACCOGLIENZA E OSPITALITÀ BRITANNICA

CITTA' DEL VATICANO, 19 SET. 2010 (VIS). Il Santo Padre è giunto alle 18:15 all’aeroporto di Birmingham dove si è svolta la cerimonia di congedo. Dopo il discorso dell’Onorevole David Camerun, Primo Ministro di Sua Maestà, il Santo Padre ha rivolto alcune parole ai presenti.

“Grazie per il calore della vostra accoglienza e per l’ospitalità che ho potuto gustare” – ha detto il Papa esprimendo la sua riconoscenza per “tutto l’impegnativo lavoro di preparazione” del suo Viaggio, “da parte sia dell’attuale che del precedente Governo, come pure da parte degli impiegati civili, delle autorità locali e della polizia, come prue da parte dei molti volontari che con tanta pazienza sono venuti in aiuto per preparare gli eventi di questi quattro giorni”.

“Nel tempo in cui sono stato con voi, ho potuto incontrare i rappresentanti delle molte comunità, culture, lingue e religioni che formano la società britannica. Proprio la diversità della Gran Bretagna moderna è una sfida per il suo Governo e per il popolo, ma rappresenta anche una grande opportunità per ulteriore dialogo interculturale e interreligioso per l’arricchimento dell’intera comunità”.

Nel ricordare il suo incontro con la Regina Elisabetta II, con i responsabili politici ed il discorso alle due Camere del Parlamento il Papa ha affermato: “Spero davvero che queste occasioni possano contribuire a confermare e a rafforzare le eccellenti relazioni fra la Santa Sede e il Regno Unito, specialmente nella collaborazione per lo sviluppo internazionale, nella cura per l’ambiente naturale e nella edificazione di una società civile con un rinnovato senso di valori condivisi ed uno scopo comune”.

“È stato inoltre un piacere compiere una visita a Sua Grazia l’Arcivescovo di Canterbury ed ai Vescovi della Chiesa d’Inghilterra, e successivamente di pregare con loro e con fedeli cristiani nell’evocativo spazio di Westminster Abbey, un luogo che parla così eloquentemente delle nostre tradizioni religiose e culturali condivise. Poiché la Gran Bretagna è casa di moltissime tradizioni religiose, sono stato lieto di aver avuto l’opportunità di incontrare i loro rappresentanti e di condividere con loro qualche pensiero circa il contributo che le religioni possono offrire allo sviluppo di una società sana e pluralistica”.

“Naturalmente” – ha concluso il Pontefice – “la mia visita era rivolta in modo speciale ai cattolici del Regno Unito. (...) È stato commovente in maniera speciale celebrare con loro, qui a Birmingham, la beatificazione di un grande figlio dell’Inghilterra, il Cardinale John Henry Newman. Con la sua vasta eredità di scritti accademici e spirituali, sono certo che egli abbia ancora molto da insegnarci sulla vita e la testimonianza cristiane tra le sfide del mondo contemporaneo, sfide che egli previde con eccezionale chiarezza”.

Alle 18:45 il Papa è salito a bordo dell’aereo per far ritorno a Roma ed è atterrato all’aeroporto di Roma Ciampino alle ore 22:00. Da lì ha raggiunto in autovettura il Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo.
PV-REGNO UNITO VIS 20100920 (480)

ALTRI ATTI PONTIFICI

CITTA' DEL VATICANO, 20 SET. 2010 (VIS). Il Santo Padre ha accettato la rinuncia all’ufficio di Ausiliare della Diocesi di Brooklyn (Stati Uniti d’America), presentata dal Vescovo Ignatius A. Catanello, in conformità 411 e 401, paragrafo 2 del Codice di Diritto Canonico.
RE/ VIS 20100920 (40)

domenica 19 settembre 2010

COMMOZIONE DEL PAPA VITTIME ABUSI DA PARTE DEL CLERO

CITTA' DEL VATICANO, 18 SET. 2010 (VIS). La Sala Stampa della Santa Sede ha emesso nel pomeriggio di oggi il seguente Comunicato:

“Sabato 18 settembre 2010, presso la Nunziatura apostolica di Londra, il Santo Padre ha incontrato un gruppo di persone vittime di abusi sessuali da parte di membri del clero”.

“Il Santo Padre si è commosso ascoltando le storie delle vittime e ha espresso profondo dolore e vergogna per le sofferenze loro e delle loro famiglie. Ha pregato con loro e ha assicurato che la Chiesa Cattolica, mentre continua a mettere in atto misure efficaci per la protezione dei giovani, sta facendo tutto il possibile per verificare le accuse, per collaborare con le autorità civili e per consegnare alla giustizia il clero e i religiosi accusati di questi gravi crimini”.

“Come in altre occasioni, ha pregato affinché tutte le vittime di abusi possano sperimentare guarigione e riconciliazione e riescano superare la propria angoscia passata e presente con serenità e nuova speranza per il futuro”.
OP/ VIS 20100919 (180)

ESEMPIO DI GIOVANNI PAOLO II PROPOSTO AGLI ANZIANI

CITTA' DEL VATICANO, 18 SET. 2010 (VIS). Alle 16:40 di oggi pomeriggio, il Santo Padre si è recato alla St. Peter’s Residence, casa di riposo per anziani, distante 11 chilometri dalla Nunziatura Apostolica. L’istituzione diretta dalla Piccole Sorelle dei Poveri, ospita 76 anziani, di cui 9 sacerdoti e religiosi. Le suore, giunte in Inghilterra nel 1851, sono oggi assistite da volontari e dai membri della “Associazione Jeanne Jugan” (1792-1879), Fondatrice delle Piccole Suore oggi presenti in 32 Paesi.

Benedetto XVI è stato accolto dall’Arcivescovo di Southwark, Monsignor Peter Smith, dal Cappellano del Centro e dalla Madre Superiora, dalla Superiora Provinciale e dalla Suore della Comunità. Quindi il Papa si è recato nel teatro del Centro dove erano riuniti gli anziani con alcuni assistenti e volontari ai quali ha rivolto un discorso.

“La Chiesa” – ha detto il Papa – “ ha sempre avuto grande rispetto per l’anziano. Il Quarto Comandamento ‘Onora tuo padre e tua madre come il Signore tuo Dio ti ha comandato’ è legato alla promessa ‘perché si prolunghino i tuoi giorni e tu sia felice nel paese che il Signore, tuo Dio, ti dà. Questa opera della Chiesa per gli anziani e gli infermi non offre loro solamente amore e cura, ma è anche ricambiata da Dio con le benedizioni che egli ha promesso alla terra in cui questo comandamento viene osservato. Dio vuole un preciso rispetto per la dignità e il valore, la salute e il benessere degli anziani e, attraverso le sue istituzioni caritative in Gran Bretagna e altrove, la Chiesa cerca di adempiere il comando del Signore di rispettare la vita, senza tenere conto dell’età o delle condizioni”.

“La vita è un dono unico, ad ogni stadio, dal concepimento fino alla morte naturale, e spetta solo a Dio darla e toglierla. Uno può godere buona salute in tarda età; ma ugualmente i Cristiani non dovrebbero avere paura di partecipare alle sofferenze di Cristo se Dio vuole che affrontiamo l’infermità. Il mio Predecessore il Papa Giovanni Paolo, ha sofferto pubblicamente negli ultimi anni della sua vita. Appariva chiaro a tutti che viveva le sue sofferenze in unione alle sofferenze del nostro Salvatore. La sua letizia e pazienza nell’affrontare i suoi ultimi giorni furono un significativo e commovente esempio per tutti noi che dobbiamo portare il carico degli anni che avanzano”.

“Per questo sono venuto fra voi non solo come un Padre, ma soprattutto come un fratello che conosce bene le gioie e le sfide che vengono con l’età. I nostri lunghi anni di vita ci offrono l’opportunità di apprezzare la bellezza dei più grandi doni che Dio ci ha dato, il dono della vita così come la fragilità dello spirito umano. Quelli fra noi che vivono parecchi anni hanno una meravigliosa opportunità di approfondire la propria consapevolezza del mistero di Cristo che umiliò se stesso per condividere la nostra umanità”.

“Mentre cresce il nostro normale periodo di vita” – ha concluso il Pontefice – “le nostre capacità fisiche spesso vengono meno; e tuttavia questi periodi possono essere fra gli anni spiritualmente più fruttuosi della nostra vita. Questi anni sono un’opportunità per ricordare in una preghiera affettuosa tutti quelli che abbiamo amato in questa vita e porre tutto quello che siamo stati e abbiamo fatto davanti alla grazia e alla tenerezza di Dio. Questo sarà certamente di grande conforto spirituale e ci permetterà di scoprire di nuovo il suo amore e la sua bontà tutti i giorni della nostra vita”.

Al termine, il Papa ha salutato individualmente alcuni anziani e poi ha visitato alcuni infermi al primo piano dell’edificio. Prima di uscire Benedetto XVI ha firmato il Libro d’Onore della Residenza.
PV-REGNO UNITO/ VIS 20100919 (640)

INCONTRO GRUPPO PROTEZIONE RAGAZZI AMBIENTI ECCLESIALI

CITTA' DEL VATICANO, 19 SET. 2010 (VIS). Dopo la visita agli anziani nella St. Peter’s Residence, il Santo Padre ha incontrato un gruppo di professionisti e volontari responsabili della protezione dei ragazzi negli ambienti ecclesiali.
“La Chiesa” – ha detto il Papa – “ha una lunga tradizione di cura dei ragazzi, dai primi anni di vita fino all’età adulta, seguendo l’esempio di affetto di Cristo che benediceva i fanciulli a lui portati e che insegnava ai suoi discepoli che a chi è come loro appartiene il Regno dei Cieli”.

“Il vostro lavoro, portato avanti sulla scorta delle raccomandazioni elaborate in una prima fase dal ‘Nola Report’ e in seguito dalla Commissione ‘Cumberlege’, ha offerto un contributo vitale alla promozione di ambienti sicuri per la gioventù. Esso aiuta ad assicurare che le misure preventive messe in campo sono efficaci, che esse sono mantenute con attenzione, e che qualsiasi accusa di abuso è trattata con rapidità e giustizia. A nome dei molti ragazzi che voi servite e dei loro genitori, vorrei ringraziarvi per il buon lavoro che avete fatto e continuate a fare in questo settore”.

“È deplorevole che, in così marcato contrasto con la lunga tradizione della Chiesa di cura dei ragazzi, questi abbiano sofferto abusi e maltrattamenti ad opera di alcuni preti e religiosi. Siamo tutti diventati molto più consapevoli della necessità di proteggere i ragazzi e voi costituite una parte importante della vasta risposta della Chiesa al problema”.

“Sebbene non vi siano mai motivi per compiacersi, occorre dare atto a ciò che è stato fatto: gli sforzi della Chiesa, in questo Paese e altrove, specialmente negli ultimi dieci anni per garantire la sicurezza dei fanciulli e dei giovani e per mostrare loro ogni rispetto durante la loro crescita verso la maturità, devono essere riconosciuti. Prego che il vostro generoso servizio aiuti a rafforzare un’atmosfera di fiducia e di rinnovato impegno per il benessere dei ragazzi, che sono un così prezioso dono di Dio”.

Al termine dell’incontro Benedetto XVI si è diretto in autovettura panoramica ad Hyde Park per presiedere la Veglia di preghiera per la Beatificazione del Cardinale John Henry Newman.
PV-REGNO UNITO/ VIS 20100919 (360)

VEGLIA DI PREGHIERA BEATIFICAZIONE CARDINALE NEWMAN

CITTA' DEL VATICANO, 18 SET. 2010 (VIS). Prima dell’inizio della Veglia di preghiera per la Beatificazione del Cardinale John Henry Newman, il Papa ha attraversato in autovettura panoramica l’area dove erano raccolti i fedeli in Hyde Park, uno dei parchi pubblici più estesi di Londra (142 ettari), gremito di gente.

Dopo le letture il Santo Padre ha tenuto un discorso ed ha detto: “Siamo qui riuniti in questa veglia di preghiera per prepararci alla Messa di domani, durante la quale un grande figlio di questa Nazione, il Cardinale John Henry Newman, sarà dichiarato Beato. Quante persone, in Inghilterra e in tutto il mondo, hanno atteso questo momento! Anche per me personalmente è una grande gioia condividere questa esperienza con voi. Come sapete, Newman ha avuto da tanto tempo un influsso importante nella mia vita e nel mio pensiero, come lo è stato per moltissime persone al di là di queste isole”.

“Questa sera, nel contesto della preghiera comune, desidero riflettere con voi su alcuni aspetti della vita di Newman, che considero importanti per le nostre vite di credenti e per la vita della Chiesa oggi”.

“Newman, secondo il suo stesso racconto, ha ripercorso il cammino della sua intera vita alla luce di una potente esperienza di conversione, che ebbe quando era giovane. (...) Alla fine della vita, avrebbe descritto il proprio lavoro come una lotta contro la tendenza crescente a considerare la religione come un fatto puramente privato e soggettivo, una questione di opinione personale. Qui vi è la prima lezione che possiamo apprendere dalla sua vita: ai nostri giorni, quando un relativismo intellettuale e morale minaccia di fiaccare i fondamenti stessi della nostra società, Newman ci rammenta che, quali uomini e donne creati ad immagine e somiglianza di Dio, siamo stati creati per conoscere la verità, per trovare in essa la nostra definitiva libertà e l’adempimento delle più profonde aspirazioni umane. In una parola, siamo stati pensati per conoscere Cristo, che è Lui stesso ‘la via, la verità e la vita’ (Gv 14,6)”.

“L’esistenza di Newman, inoltre, ci insegna che la passione per la verità, per l’onestà intellettuale e per la conversione genuina comportano un grande prezzo da pagare. La verità che ci rende liberi non può essere trattenuta per noi stessi; esige la testimonianza (...) Nella nostra epoca, il prezzo da pagare per la fedeltà al Vangelo non è tanto quello di essere impiccati, affogati e squartati, ma spesso implica l’essere additati come irrilevanti, ridicolizzati o fatti segno di parodia. E tuttavia la Chiesa non si può esimere dal dovere di proclamare Cristo e il suo Vangelo quale verità salvifica, la sorgente della nostra felicità ultima come individui, e quale fondamento di una società giusta e umana”.

“Infine, Newman ci insegna che se abbiamo accolto la verità di Cristo e abbiamo impegnato la nostra vita per lui, non vi può essere separazione tra ciò che crediamo ed il modo in cui viviamo la nostra esistenza. Ogni nostro pensiero, parola e azione deve essere rivolto alla gloria di Dio e alla diffusione del suo Regno. Newman comprese questo e fu il grande campione dell’ufficio profetico del laicato cristiano. Vide chiaramente che non dobbiamo tanto accettare la verità come un atto puramente intellettuale, quanto piuttosto accoglierla mediante una dinamica spirituale che penetra sino alle più intime fibre del nostro essere. La verità non viene trasmessa semplicemente mediante un insegnamento formale, pur importante che sia, ma anche mediante la testimonianza di vite vissute integralmente, fedelmente e santamente; coloro che vivono della e nella verità riconoscono istintivamente ciò che è falso e, proprio perché falso, è nemico della bellezza e della bontà che accompagna lo splendore della verità, ‘veritatis splendor’”.

“Newman insegnò che la ‘luce gentile’ della fede ci conduce a renderci conto della verità su noi stessi, sulla nostra dignità di figli di Dio, e sul sublime destino che ci attende in cielo. (...) Senza la vita di preghiera, senza l’interiore trasformazione che avviene mediante la grazia dei sacramenti, non possiamo – con le parole di Newman – ‘irradiare Cristo’; diveniamo semplicemente un altro ‘cembalo squillante’ in un mondo già pieno di crescente rumore e confusione, pieno di false vie che conducono solo a profondo dolore del cuore e ad illusione”.

“’Una delle più amate meditazioni del Cardinale contiene questa parole: Dio mi ha creato per offrire a lui un certo specifico servizio. Mi ha affidato un certo lavoro che non ha affidato ad altri’. Vediamo qui il preciso realismo cristiano di Newman, il punto nel quale la fede e la vita inevitabilmente si incrociano. (...) Nessuno che guardi realisticamente al nostro mondo d’oggi può pensare che i cristiani possano continuare a far le cose di ogni giorno, ignorando la profonda crisi di fede che è sopraggiunta nella società. (...) Sappiamo che in tempi di crisi e di ribellioni Dio ha fatto sorgere grandi santi e profeti per il rinnovamento della Chiesa e della società cristiana; noi abbiamo fiducia nella sua provvidenza e preghiamo per la sua continua guida”.

“Ciascuno di noi, secondo il proprio stato di vita, è chiamato ad operare per la diffusione del Regno di Dio impregnando la vita temporale dei valori del Vangelo. Ciascuno di noi ha una missione, ciascuno è chiamato a cambiare il mondo, ad operare per una cultura della vita, una cultura forgiata dall’amore e dal rispetto per la dignità di ogni persona umana”.

Rivolgendosi infine ai numerosi giovani presenti, il Papa ha detto: “Cristo ha bisogno di famiglie che ricordano al mondo la dignità dell’amore umano e la bellezza della vita familiare. Egli ha bisogno di uomini e donne che dedichino la loro vita al nobile compito dell’educazione, prendendosi cura dei giovani e formandoli secondo le vie del Vangelo. Ha bisogno di quanti consacreranno la propria vita al perseguimento della carità perfetta, seguendolo in castità, povertà e obbedienza, e servendoLo nel più piccolo dei nostri fratelli e sorelle. Ha bisogno dell’amore potente dei religiosi contemplativi che sorreggono la testimonianza e l’attività della Chiesa mediante la loro continua orazione. Ed ha bisogno di sacerdoti, buoni e santi sacerdoti, uomini disposti a perdere la propria vita per il proprio gregge. Chiedete a Dio cosa ha in mente per voi! Chiedetegli la generosità di dirgli di sì! Non abbiate paura di donarvi interamente a Gesù. Vi darà la grazia necessaria per adempiere alla vostra vocazione”.

Benedetto XVI ha concluso invitando i giovani ad accompagnarlo a Madrid nell’agosto 2011 per partecipare alla Giornata Mondiale della Gioventù. “Si tratta sempre di una splendida occasione per crescere nell’amore per Cristo ed essere incoraggiati nella vostra gioiosa vita di fede assieme a migliaia di altri giovani. Spero di vedere là molti di voi!”.

Successivamente ha avuto luogo l’adorazione del Santissimo Sacramento e la litania de Sacro Cuore di Gesù. Dopo la recita della preghiera del Cardinale Newman “Irradiating Christ” e il canto con le sue parole “Lead Kindly light”, la Veglia ha proseguito anche quando il Papa è rientrato alla Nunziatura Apostolica per la cena e il pernottamento.
PV-REGNO UNITO/ VIS 20100919 (1160)

BEATIFICAZIONE DEL CARDINALE JOHN HENRY NEWMAN

CITTA' DEL VATICANO, 19 SET. 2010 (VIS). Questa mattina il Santo Padre Benedetto XVI ha lasciato la Nunziatura Apostolica di Londra e alle 8:30 si è imbarcato sull’elicottero diretto a Birmingham per celebrare la Santa Messa di Beatificazione del Cardinale John Henry Newman.

John Henry Newman, uno dei grandi intellettuali cristiani del secolo XIX, nacque nel 1801 a Londra. Alla ricerca di spiritualità fin dalla adolescenza, studiò teologia all’Università di Oxford, dove insegnò per un certo periodo e nel 1925 fu ordinato sacerdote della Chiesa Anglicana. Guidò il Movimento di Oxford che cercava le radici cattoliche della fede in Inghilterra. Nel 1842, mentre scriveva un “Saggio sullo Sviluppo della Dottrina Cristiana” maturò la sua conversione al cattolicesimo. Fu accolto nella Chiesa Cattolica nel 1845 e fu ordinato sacerdote il 1 giugno 1847 a Roma. Dopo l’ordinazione sacerdotale, incoraggiato da Papa Pio IX, fondò il primo Oratorio di San Filippo Neri in Inghilterra. Nel 1851 fu nominato Rettore dell’Università Cattolica di Dublino, carica che ricoprì fino al 1854. Papa Leone XIII lo creò Cardinale nel 1879. Morì nel 1890 nell’Oratorio di Edgbaston. Il processo di beatificazione ebbe inizio nel 1958. Nel luglio 2009 Benedetto XVI autorizzò il decreto sull’autenticità del miracolo attribuito all’intercessione del Venerabile Cardinale Newman per la guarigione del diacono Jack Sullivan, affetto da una grave infermità alla colonna vertebrale.

Il Santo Padre è giunto all’eliporto di Birmingham alle 9:30 e in automobile si è diretto a Cofton Park nella località di Rednal, nei pressi della Casa di vacanze dell’Oratorio dove fu sepolto il Cardinale Newman. In autovettura panoramica il Papa ha compiuto un giro tra la folla dei 70.000 fedeli dopo aver ricevuto il saluto dell’Arcivescovo di Birmingham, Monsignor Bernard Longley. Infine ha celebrato la Santa Messa di Beatificazione del Cardinale John Henry Newman.

“Questa domenica particolare” – ha ricordato il Papa nell’omelia – “segna un momento significativo nella vita della nazione britannica, poiché è il giorno prescelto per commemorare il 70mo anniversario della ‘Battle of Britain’. Per me, che ho vissuto e sofferto lungo i tenebrosi giorni del regime nazista in Germania, è profondamente commovente essere qui con voi in tale occasione, e ricordare quanti dei vostri concittadini hanno sacrificato la propria vita, resistendo coraggiosamente alle forze di quella ideologia maligna. (...) Settant’anni dopo, ricordiamo con vergogna ed orrore la spaventosa quantità di morte e distruzione che la guerra porta con sé al suo destarsi, e rinnoviamo il nostro proposito di agire per la pace e la riconciliazione in qualunque luogo in cui sorga la minaccia di conflitti”.

“Ma vi è un ulteriore, più gioiosa ragione” – ha aggiunto il Pontefice – “del perché questo è un giorno fausto per la Gran Bretagna, per le Midlands e per Birmingham. È il giorno che vede il Cardinale John Henry Newman formalmente elevato agli altari e dichiarato Beato”.

“L’Inghilterra ha una grande tradizione di Santi martiri, la cui coraggiosa testimonianza ha sostenuto ed ispirato la comunità cattolica locale per secoli. E tuttavia è giusto e conveniente che riconosciamo oggi la santità di un confessore, un figlio di questa Nazione che, pur non essendo chiamato a versare il proprio sangue per il Signore, gli ha tuttavia dato testimonianza eloquente nel corso di una vita lunga dedicata al ministero sacerdotale, specialmente alla predicazione, all’insegnamento e agli scritti. È degno di prendere il proprio posto in una lunga scia di Santi e Maestri di queste isole, san Beda, sant’Hilda, san Aelredo, il beato Duns Scoto solo per nominarne alcuni”.

“Il motto del Cardinale Newman, ‘Cor ad cor loquitur’, ‘il cuore parla al cuore’, ci permette di penetrare nella sua comprensione della vita cristiana come chiamata alla santità, sperimentata come l’intenso desiderio del cuore umano di entrare in intima comunione con il Cuore di Dio. Egli ci rammenta che la fedeltà alla preghiera ci trasforma gradualmente nell’immagine divina”.

“Il Vangelo odierno ci dice che nessuno può essere servo di due padroni (cfr Lc 16,13), e l’insegnamento del Beato John Henry sulla preghiera spiega come il fedele cristiano si sia posto in maniera definitiva al servizio dell’unico vero Maestro, il quale soltanto ha il diritto alla nostra devozione incondizionata (cfr Mt 23,10). Newman ci aiuta a comprendere cosa significhi questo nella nostra vita quotidiana: ci dice che il nostro divino Maestro ha assegnato un compito specifico a ciascuno di noi, un ‘servizio ben definito’, affidato unicamente ad ogni singolo”.
“Lo specifico servizio al quale il Beato John Henry Newman fu chiamato comportò l’applicazione del suo sottile intelletto e della sua prolifica penna a molti dei più urgenti ‘problemi del giorno’. Le sue intuizioni sulla relazione tra fede e ragione, sullo spazio vitale della religione rivelata nella società civilizzata, e sulla necessità di un approccio all’educazione ampiamente fondato e a lungo raggio, non furono soltanto di importanza profonda per l’Inghilterra vittoriana, ma continuano ancor oggi ad ispirare e ad illuminare molti in tutto il mondo”.

“Desidero rendere onore alla sua visione dell’educazione, che ha fatto così tanto per plasmare l’’ethos’ che è la forza sottostante alle scuole ed agli istituti universitari cattolici di oggi. Fermamente contrario ad ogni approccio riduttivo o utilitaristico, egli cercò di raggiungere un ambiente educativo nel quale la formazione intellettuale, la disciplina morale e l’impegno religioso procedessero assieme. Il progetto di fondare un’università cattolica in Irlanda gli diede l’opportunità di sviluppare le proprie idee su tale argomento e la raccolta di discorsi da lui pubblicati come ‘The Idea of a University’ contiene un ideale dal quale possono imparare quanti sono impegnati nella formazione accademica. (...) Oggi (...), prego che, mediante la sua intercessione ed il suo esempio, quanti sono impegnati nel compito dell’insegnamento e della catechesi siano ispirati ad un più grande sforzo dalla sua visione, che così chiaramente pone davanti a noi”.

“Egli visse” – ha ricordato infine Benedetto XVI – “quella visione profondamente umana del ministero sacerdotale nella devota cura per la gente di Birmingham durante gli anni spesi nell’Oratorio da lui fondato, visitando i malati ed i poveri, confortando i derelitti, prendendosi cura di quanti erano in prigione”.

“Non meraviglia che alla sua morte” – ha concluso il Papa – “molte migliaia di persone si posero in fila per le strade del luogo mentre il suo corpo veniva portato alla sepoltura a mezzo miglio da qui. Cento vent’anni dopo, grandi folle si sono nuovamente qui riunite per rallegrarsi del solenne riconoscimento della Chiesa per l’eccezionale santità di questo amatissimo padre di anime”.

Al termine della Santa Messa, il Papa ha recitato l’Angelus ed ha detto: “Sono lieto di inviare i miei saluti alla gente di Siviglia, dove, proprio ieri, è stata beatificata Madre Maria Purissima de la Cruz. Che la beata Maria sia di ispirazione per le giovani donne a seguire il suo esempio di amore totale a Dio e al prossimo”.

Infine il Papa ha ricordato che: “Quando il Beato John Henry Newman venne a vivere a Birmingham, diede il nome di ‘Maryvale’ alla sua prima casa. L’Oratorio da lui fondato è dedicato all’Immacolata Concezione della Beata Vergine. E l’Università Cattolica dell’Irlanda venne da lui posta sotto la protezione di Maria, ‘Sedes sapientiae’. In moltissimo modi egli visse il proprio ministero sacerdotale in spirito di devozione filiale alla Madre di Dio”.

Alle 12:40 il Papa ha lasciato Cofton Park per raggiungere in autovettura l’Oratorio di San Filippo Neri a Birmingham, luogo di residenza del Cardinale Newman dalla conversione fino alla morte avvenuta il 19 agosto 1890. Benedetto XVI ha visitato la camera del nuovo Beato trasformata in museo. Infine il Papa si è recato all’Oscott College di Birmingham per il pranzo.
PV-REGNO UNITO/ VIS 20100919 (1250)

sabato 18 settembre 2010

VESPRI ECUMENICI NELL’ABBAZIA DI WESTMINSTER

CITTA' DEL VATICANO, 17 SET. 2010 (VIS). Alle 19:00 di questa sera il Papa è giunto all’Abbazia di Westminster, tradizionale sede delle incoronazioni e delle sepolture dei sovrani britannici sin dal 1066, per prendere parte alla celebrazione ecumenica dei Vespri.

L’Abbazia, i cui nome completo è “Chiesa collegiata di San Pietro in Westminster”, fu costruita probabilmente nell’VIII secolo come chiesa di San Pietro, divenuta sede di un monastero benedettino nel 960 per iniziativa del Vescovo di Londra, Dunstan. Grazie alle donazioni di re Edgar e soprattutto di re Edward, il Confessore, l’Abbazia venne ampliata con nuovi edifici e conobbe un periodo di fioritura fino al 1534, quando l’Atto di Supremazia di Enrico VIII sancì la separazione della Chiesa inglese dalla Chiesa cattolica, cui seguirono lo scioglimento dei monasteri cattolici e la confisca delle loro proprietà.

L’Abbazia di Westminster divenne la Cattedrale anglicana della diocesi di Westminster e successivamente la seconda cattedrale della diocesi di Londra ma rimane fino ad oggi sotto la diretta giurisdizione del sovrano britannico. Tutto il transetto, a destra e a sinistra dell’altare maggiore, è occupato dalle sepolture di personaggi storici, tra cui alcuni santi. Nel Poets’ Corner (“Angolo dei Poeti) le tombe o le lapidi commemorative di alcuni letterati e poeti inglesi. Dietro l’Altare maggiore, si trovano le Royal Chapels ed una corona di cappelle che raccolgono un centinaio di tombe, quasi tutte di sovrani d’Inghilterra.

Benedetto XVI con l’Arcivescovo di Canterbury Rowan Williams e l’Arcivescovo di Westminster, Vincent Nichols, è stato accolto dal Decano dell’Abbazia Dr. John Hall che gli ha presentato il Capitolo dell’Abbazia. Insieme si sono recati alla tomba del Milite Ignoto dedicata ai caduti della Prima Guerra Mondiale dove hanno pronunciato una preghiera per la pace, nel 70° anniversario della Battaglia di Inghilterra. Infine, all’ingresso della Sagrestia, presso la Cappella di San Giorgio, sono stati presentati al Papa alcuni Leader religiosi.

Con l’Arcivescovo di Canterbury il Papa è uscito in processione lungo la navata centrale fino all’Altare dell’Incoronazione dove ha ascoltato il saluto del Decano di Westminster e quindi ha pronunciato queste parole:

“Vi ringrazio per il vostro gentile benvenuto. Questo nobile edificio ricorda la lunga storia dell’Inghilterra, così profondamente segnata dalla predicazione del Vangelo e dalla cultura cristiana dalla quale è nata. Vengo qui oggi come pellegrino da Roma per pregare davanti alla tomba di Sant’ Edoardo il confessore ed unirmi a voi nell’implorare il dono dell’unità tra i cristiani. Che questi momenti di preghiera e fraternità ci confermino nell’amore per Gesù Cristo, nostro Signore e Salvatore, e nella comune testimonianza del perenne potere che ha il Vangelo di illuminare il futuro di questa grande Nazione”.

Al termine dei Vespri, Benedetto XVI si è rivolto ai presenti ed ha detto:
“Ringrazio il Signore per questa opportunità di unirmi a voi, rappresentanti delle confessioni cristiane presenti in Gran Bretagna, in questa magnifica Abbazia dedicata a San Pietro, la cui architettura e la cui storia parlano in maniera tanto eloquente della nostra comune eredità di fede. In questo luogo non possiamo non ricordare come la fede cristiana abbia plasmato in modo così profondo l’unità e la cultura dell’Europa ed il cuore e lo spirito del popolo inglese. Qui, inoltre, necessariamente verifichiamo che ciò che condividiamo in Cristo è più grande di ciò che continua a dividerci”.

“Quest’anno” – ha ricordato il Pontefice – “ricorre il centenario del movimento ecumenico moderno, che iniziò con l’appello della Conferenza di Edimburgo in favore dell’unità dei cristiani, come requisito previo per una credibile e convincente testimonianza del Vangelo nel nostro tempo. Commemorando questo anniversario dobbiamo rendere grazie per i notevoli progressi compiuti verso questo nobile obiettivo tramite gli sforzi di cristiani impegnati di ogni confessione. Nel medesimo tempo, tuttavia, rimaniamo consapevoli che molto ancora rimane da fare. In un mondo segnato da una crescente interdipendenza e solidarietà, dobbiamo proclamare con rinnovata convinzione la realtà della nostra riconciliazione e liberazione in Cristo e a proporre la verità del Vangelo come la chiave di un autentico ed integrale sviluppo umano”.

“Il nostro impegno per l’unità dei cristiani” – ha sottolineato il Papa – “non ha altro fondamento che la nostra fede in Cristo (...). È la realtà della persona di Cristo, la sua opera salvifica e soprattutto il fatto storico della sua risurrezione, che è il contenuto del kerygma apostolico e di quelle formule di fede che, a partire dal Nuovo Testamento stesso, hanno garantito l’integrità della sua trasmissione. L’unità della Chiesa, in una parola, non può mai essere altro che una unità nella fede apostolica, nella fede consegnata nel rito del Battesimo ad ogni nuovo membro del Corpo di Cristo. È questa fede che ci unisce al Signore, (...), il modello della ‘koinonia’ della Chiesa qui sulla terra”.

“Cari amici, siamo tutti consapevoli delle sfide e delle benedizioni, delle delusioni e dei segni di speranza che hanno contraddistinto il nostro cammino ecumenico” – ha affermato il Papa – “Sappiamo che la fraternità costruita, il dialogo intrapreso e la speranza che ci guida, ci daranno la forza e indicheranno la direzione, mentre perseveriamo nel nostro cammino comune. Allo stesso tempo, con evangelico realismo, dobbiamo anche riconoscere le sfide che ci stanno davanti, non solamente sulla via dell’unità dei cristiani, ma anche nel nostro impegno di proclamare Cristo ai nostri giorni. La fedeltà alla parola di Dio, proprio perché è una parola vera, ci chiede una obbedienza che ci conduca insieme verso una più profonda comprensione della volontà del Signore, una obbedienza che deve essere libera dal conformismo intellettuale o dal facile adattamento allo spirito del tempo”.

“Riuniti in questa antica chiesa monastica, possiamo richiamare l’esempio di un grande Inglese e uomo di chiesa che onoriamo insieme: san Beda il Venerabile. All’alba della nuova era nella vita della società e della Chiesa, Beda comprese l’importanza della fedeltà alla parola di Dio come trasmessa dalla tradizione apostolica, e la necessità di un’apertura creativa ai nuovi sviluppi e alle esigenze di un adeguato radicamento del Vangelo nel linguaggio e nella cultura del suo tempo”.

“Che l’esempio di san Beda ispiri i cristiani di queste terre a riscoprire la loro comune eredità, a consolidare quello che hanno in comune e a continuare nel loro impegno per crescere in fraternità. Che il Signore Risorto rafforzi i nostri sforzi per riparare le divisioni del passato ed affrontare le sfide del presente con speranza verso il futuro che, Egli, nella sua provvidenza, riserva a noi e al nostro mondo”.
PV-REGNO UNITO/ VIS 20100918 (1070)

GIUSTO POSTO CREDO RELIGIOSO NEL PROCESSO POLITICO

CITTA' DEL VATICANO, 17 SET. 2010 (VIS). Alle 17:15 di oggi pomeriggio ha avuto luogo l’incontro del Santo Padre con gli esponenti della società civile, del mondo accademico, culturale e imprenditoriale, con il corpo diplomatico e con i rappresentanti delle religioni nella Westminster Hall di Londra, la sala più antica del Westminster Palace, edificata nel 1099, che ha ospitato celebrazioni di rilevanza nazionale e internazionale.
“Mentre parlo a voi in questo luogo storico” – ha detto il Papa dando inizio al suo discorso – “penso agli innumerevoli uomini e donne che lungo i secoli hanno svolto la loro parte in importanti eventi che hanno avuto luogo tra queste mura e hanno segnato la vita di molte generazioni di britannici e di altri popoli”.

“In particolare, vorrei ricordare la figura di San Tommaso Moro, il grande studioso e statista inglese (condannato a morte nel 1535 in questa stessa sala), ammirato da credenti e non credenti per l’integrità con cui fu capace di seguire la propria coscienza, anche a costo di dispiacere al sovrano, di cui era ‘buon servitore’, poiché aveva scelto di servire Dio per primo. Il dilemma con cui Tommaso Moro si confrontava, in quei tempi difficili, la perenne questione del rapporto tra ciò che è dovuto a Cesare e ciò che è dovuto a Dio, mi offre l’opportunità di riflettere brevemente con voi sul giusto posto che il credo religioso mantiene nel processo politico”.

“Le questioni di fondo che furono in gioco nel processo contro Tommaso Moro continuano a presentarsi, in termini sempre nuovi, con il mutare delle condizioni sociali. Ogni generazione, mentre cerca di promuovere il bene comune, deve chiedersi sempre di nuovo: quali sono le esigenze che i governi possono ragionevolmente imporre ai propri cittadini, e fin dove esse possono estendersi? A quale autorità ci si può appellare per risolvere i dilemmi morali? Queste questioni ci portano direttamente ai fondamenti etici del discorso civile. Se i principi morali che sostengono il processo democratico non si fondano, a loro volta, su nient’altro di più solido che sul consenso sociale, allora la fragilità del processo si mostra in tutta la sua evidenza. Qui si trova la reale sfida per la democrazia”.

“L’inadeguatezza di soluzioni pragmatiche, di breve termine, ai complessi problemi sociali ed etici è stata messa in tutta evidenza dalla recente crisi finanziaria globale. Vi è un vasto consenso sul fatto che la mancanza di un solido fondamento etico dell’attività economica abbia contribuito a creare la situazione di grave difficoltà nella quale si trovano ora milioni di persone nel mondo. Così come ‘ogni decisione economica ha una conseguenza di carattere morale’ (Caritas in Veritate, 37), analogamente, nel campo politico, la dimensione morale delle politiche attuate ha conseguenze di vasto raggio, che nessun governo può permettersi di ignorare”.

“La questione centrale in gioco, dunque, è la seguente: dove può essere trovato il fondamento etico per le scelte politiche? La tradizione cattolica sostiene che le norme obiettive che governano il retto agire sono accessibili alla ragione, prescindendo dal contenuto della rivelazione. Secondo questa comprensione, il ruolo della religione nel dibattito politico” è quello “di aiutare nel purificare e gettare luce sull’applicazione della ragione nella scoperta dei principi morali oggettivi”.

“Senza il correttivo fornito dalla religione” – ha affermato il Pontefice – “infatti, anche la ragione può cadere preda di distorsioni, come avviene quando essa è manipolata dall’ideologia, o applicata in un modo parziale, che non tiene conto pienamente della dignità della persona umana. Fu questo uso distorto della ragione, in fin dei conti, che diede origine al commercio degli schiavi e poi a molti altri mali sociali, non da ultimo le ideologie totalitarie del ventesimo secolo. Per questo vorrei suggerire che il mondo della ragione ed il mondo della fede – il mondo della secolarità razionale e il mondo del credo religioso – hanno bisogno l’uno dell’altro e non dovrebbero avere timore di entrare in un profondo e continuo dialogo, per il bene della nostra civiltà”.

“La religione, in altre parole, per i legislatori non è un problema da risolvere, ma un fattore che contribuisce in modo vitale al dibattito pubblico nella nazione. In tale contesto, non posso che esprimere la mia preoccupazione di fronte alla crescente marginalizzazione della religione, in particolare del Cristianesimo, che sta prendendo piede in alcuni ambienti, anche in nazioni che attribuiscono alla tolleranza un grande valore. Vi sono alcuni che sostengono che la voce della religione andrebbe messa a tacere, o tutt’al più relegata alla sfera puramente privata. Vi sono alcuni che sostengono che la celebrazione pubblica di festività come il Natale andrebbe scoraggiata, secondo la discutibile convinzione che essa potrebbe in qualche modo offendere coloro che appartengono ad altre religioni o a nessuna. E vi sono altri ancora che – paradossalmente con lo scopo di eliminare le discriminazioni – ritengono che i cristiani che rivestono cariche pubbliche dovrebbero, in determinati casi, agire contro la propria coscienza. Questi sono segni preoccupanti dell’incapacità di tenere nel giusto conto non solo i diritti dei credenti alla libertà di coscienza e di religione, ma anche il ruolo legittimo della religione nella sfera pubblica. Vorrei pertanto invitare tutti voi, ciascuno nelle rispettive sfere di influenza, a cercare vie per promuovere ed incoraggiare il dialogo tra fede e ragione ad ogni livello della vita nazionale”.

Nel porre in rilievo che il governo britannico coopera con la Santa Sede in diversi ambiti, come la pace, i diritti umani, lo sviluppo, il Santo Padre ha affermato: “La Santa Sede è inoltre desiderosa di ricercare, con il Regno Unito, nuove strade per promuovere la responsabilità ambientale, a beneficio di tutti”.

“È stato incoraggiante, negli ultimi anni, notare i segni positivi di una crescita della solidarietà verso i poveri che riguarda tutto il mondo. Ma per tradurre questa solidarietà in azione effettiva c’è bisogno di idee nuove, che migliorino le condizioni di vita in aree importanti quali la produzione del cibo, la pulizia dell’acqua, la creazione di posti di lavoro, la formazione, l’aiuto alle famiglie, specialmente dei migranti, e i servizi sanitari di base. Quando è in gioco la vita umana, il tempo si fa sempre breve (...). Certamente lo sviluppo integrale dei popoli della terra non è meno importante: è un’impresa degna dell’attenzione del mondo, veramente ‘troppo grande per fallire’”.

“Questo sguardo generale alla cooperazione recente tra Regno Unito e Santa Sede mostra bene quanto progresso sia stato fatto negli anni trascorsi dallo stabilirsi di relazioni diplomatiche bilaterali, in favore della promozione nel mondo dei molti valori di fondo che condividiamo. Spero e prego che questa relazione continuerà a portare frutto e che si rifletterà in una crescente accettazione della necessità di dialogo e rispetto, a tutti i livelli della società, tra il mondo della ragione ed il mondo della fede. Sono certo che anche in questo Paese vi sono molti campi in cui la Chiesa e le pubbliche autorità possono lavorare insieme per il bene dei cittadini ”.

“Affinché questa cooperazione sia possibile” – ha concluso il Pontefice – “le istituzioni religiose, comprese quelle legate alla Chiesa cattolica, devono essere libere di agire in accordo con i propri principi e le proprie specifiche convinzioni, basate sulla fede e sull’insegnamento ufficiale della Chiesa. In questo modo potranno essere garantiti quei diritti fondamentali, quali la libertà religiosa, la libertà di coscienza e la libertà di associazione”.
PV-REGNO UNITO/ VIS 20100918 (1220)

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