Inizio - VIS Vaticano - Ricevere VIS - Contattaci - Calendario VIS

Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

ultime 5 notizie

VISnews anche in Twitter Anche in YouTube

martedì 22 gennaio 2002

ALTRI ATTI PONTIFICI


CITTA' DEL VATICANO, 22 GEN. 2002 (VIS). Il Santo Padre ha dato il Suo assenso all'elezione alla dignità episcopale canonicamente fatta dal Sinodo dei Vescovi della Chiesa Armena cattolica, riunitosi a Roma il 15 ottobre 2001, dell'Arciprete Kévork Khazoumian, Esarca Patriarcale di Gerusalemme ed Amman, attribuendogli la sede titolare di Marasc degli Armeni. L'Arciprete Kévork Khazoumian è nato a Chiah (Beirut) nel 1935 ed è stato ordinato Presbitero nel 1960.
NER/…/KHAZOUMIAN VIS 20020122 (80)

STAZIONE FERROVIARIA DELLO STATO DELLA CITTA' DEL VATICANO


CITTA' DEL VATICANO, 22 GEN. 2002 (VIS). La Stazione Ferroviaria dello Stato della Città del Vaticano, dalla quale Giovanni Paolo II partirà per Assisi il 24 gennaio per partecipare alla Giornata Mondiale di Preghiera per la Pace, si trova all'interno della Città del Vaticano, a pochi metri dal Palazzo del Governatorato, in un'ampia piazza ornata di giardini ed aiuole, dominata dalla Cupola di San Pietro. Papa Pio XI, sotto il cui Pontificato la stazione fu costruita, visitando i lavori in via di ultimazione, ebbe ad esclamare ammirato: "Questa è la più bella stazione del mondo!".

I lavori ebbero inizio con la firma, l'11 febbraio 1929, del Trattato del Laterano fra la Santa Sede e il Regno d'Italia, che stabiliva che l'Italia avrebbe dovuto costruire una stazione ferroviaria all'interno della Città del Vaticano. Si diede inizio ai lavori il 3 aprile 1929 e la prima locomotiva di collaudo dei binari entrò in Vaticano nel marzo del 1932. Solo nel 1934, però, ebbe luogo lo scambio ufficiale delle tratte ferroviarie costruite in territorio vaticano ed in territorio italiano. Gli impianti, oltre il fabbricato della stazione, comprendono il raccordo ferroviario con la rete italiana della linea Roma-Viterbo.

Artefice del progetto fu l'Ingegnere italiano Giuseppe Momo, architetto di fiducia di Papa Pio XI. Il fabbricato, inaugurato nel 1933, ha le dimensioni di 61 per 21,50 metri, il corpo centrale è alto 16,85 metri e le due ali laterali 5,95 metri. La parte centrale racchiude un grande salone, con un elegante pavimento ed una ricca zoccolatura in marmi colorati, il soffitto con cassettonato di stucco, decorato con otto colonne monolitiche eseguite in cipollino della Versilia. Il fabbricato, esternamente rivestito in travertino, è arricchito da alcune sculture, opera del professore Eduardo Rubino, uno stemma di Papa Pio XI, sorretto da due figure rappresentanti il Pensiero e l'Azione e da due grandi bassorilievi illustranti la Barca di San Pietro, il più antico mezzo di trasporto per la propagazione della Fede ed il carro di fuoco del Profeta Elia, simboleggiante il mezzo più moderno: il trasporto aereo.

Pio XI, che volle la realizzazione della Stazione ferroviaria in Vaticano, non viaggiò mai in treno. In origine, la stazione era stata concepita come primo luogo di incontro dei Pontefici con le personalità in visita presso la Santa Sede, e come luogo di arrivo e partenza, soprattutto durante i giubilei, di moltitudini di pellegrini. Anche il "treno papale" che all'inizio si era pensato di approntare, non fu mai realizzato ed il Vaticano non ha mai avuto personale ferroviario né possiede materiale rotabile di sua immatricolazione.

Il primo Pontefice ad usare la Stazione Ferroviaria Vaticana, fu Giovanni XXIII, il 4 ottobre 1962, per recarsi in pellegrinaggio a Loreto e ad Assisi, una settimana prima dell'inaugurazione del Concilio Vaticano II.

Dal Pontificato di Pio XI ai nostri giorni, la Stazione Ferroviaria Vaticana è stata utilizzata soprattutto per il trasporto merci, negli ultimi anni molto ridotto, visti i vantaggi economici e di rapidità del traffico su gomma. Solo occasionalmente è stata usata per il traffico passeggeri.

L'11 aprile 1959, dalla Stazione Ferroviaria Vaticana partì il convoglio speciale che le Ferrovie italiane misero a disposizione del Vaticano per la traslazione della salma di Pio X a Venezia, per volere di Giovanni XXIII. Al ritorno, il feretro giunse alla stazione Termini, dove insieme con quello di Don Bosco, fu condotto in processione alla Basilica di San Pietro.

In questi ultimi anni la Stazione è stata usata per il transito di treni speciali, che ospitavano pellegrinaggi di malati, turisti in visita ai Musei Vaticani, o per il passaggio di una vaporiera che portava ragazzi in giro per l'Italia.

Giovanni Paolo II ha fatto uso della Stazione Ferroviaria Vaticana per la prima volta l'8 novembre 1979, in occasione della XXI Giornata del Ferroviere, recandosi, a bordo del treno "Arlecchino" delle Ferrovie dello Stato italiane, a Roma Termini. Il 24 gennaio, in viaggio verso Assisi, sarà la prima volta che Giovanni Paolo II si servirà della Stazione Vaticana per uscire da Roma.
…/STAZIONE VATICANA/… VIS 20020122 (690)

"INTERNET: UN NUOVO FORUM PER PROCLAMARE IL VANGELO"


CITTA' DEL VATICANO, 22 GEN. 2002 (VIS). Oggi è stato reso pubblico il testo del Messaggio di Giovanni Paolo II per la XXXVI Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, in programma il 12 maggio prossimo, sul tema: "Internet: un nuovo Forum per proclamare il Vangelo".

Di seguito riportiamo alcuni estratti del Messaggio, pubblicato in lingua inglese, spagnola, francese, italiana, tedesca e portoghese:

"La Chiesa in ogni epoca prosegue l'opera cominciata il giorno della Pentecoste, quando gli Apostoli, con la forza dello Spirito Santo, andarono per le strade di Gerusalemme a predicare il Vangelo di Gesù Cristo in molte lingue. (…) Nei secoli successivi, questa missione evangelizzatrice si è diffusa in tutto il mondo, poiché il cristianesimo si è radicato in molti luoghi e ha imparato a parlare le diverse lingue del mondo".

"Tuttavia, la storia dell'evangelizzazione non è soltanto una questione di espansione geografica, poiché la Chiesa ha dovuto varcare anche numerose soglie culturali (…). L'epoca delle grandi scoperte, il Rinascimento e l'invenzione della stampa, la rivoluzione industriale e la nascita del mondo moderno: anche questi sono stati momenti di transizione che hanno richiesto nuove forme di evangelizzazione. Ora, con la rivoluzione delle comunicazioni e dell'informazione in atto, la Chiesa si trova senza dubbio di fronte ad un'altra soglia decisiva. E' dunque opportuno che in questa Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali 2002 riflettiamo sul tema: 'Internet: un nuovo Forum per proclamare il Vangelo'".

"Internet è certamente un nuovo 'forum', nel senso attribuito a questo termine nell'antica Roma, ossia uno spazio pubblico (…). Era uno spazio urbano affollato e caotico che rifletteva la cultura dominante, ma creava anche una cultura propria. Ciò vale anche per il ciberspazio, nuova frontiera che si schiude all'inizio di questo millennio. (…) Per la Chiesa, il nuovo mondo del ciberspazio invita alla grande avventura dell'utilizzazione del suo potenziale per annunciare il messaggio evangelico".

"La Chiesa si avvicina a questo mezzo con realismo e fiducia. Come altri strumenti di comunicazione, esso è un mezzo e non un fine in se stesso. Internet può offrire magnifiche opportunità di evangelizzazione se utilizzato con competenza e con una chiara consapevolezza della sua forza e delle sue debolezze. Soprattutto, offrendo informazioni e suscitando interesse, rende possibile un primo incontro con il messaggio cristiano, in particolare ai giovani che sempre più ricorrono al ciberpazio quale finestra sul mondo. E' importante, quindi, che la comunità cristiana escogiti modi molto pratici per aiutare coloro che entrano in contatto per la prima volta attraverso Internet, a passare dal mondo virtuale del ciberspazio al mondo reale della comunità cristiana".

"In una tappa successiva, Internet può anche facilitare il tipo di procedimento che l'evangelizzazione richiede. (…) Esistono già nella rete innumerevoli fonti di informazione, documentazione e istruzione sulla Chiesa, la sua storia e la sua tradizione, la sua dottrina e il suo impegno in ogni campo, dappertutto nel mondo. È chiaro allora che (…) Internet potrà certamente offrire un supplemento e un sostegno unici sia nella preparazione all'incontro con Cristo nella comunità, sia nel sostegno dei nuovi credenti nel cammino di fede che iniziano".

"Ciononostante, emergono alcune questioni necessarie (…) nell'utilizzazione di Internet per la causa dell'evangelizzazione. Infatti, la caratteristica essenziale di Internet consiste nel fornire un flusso quasi infinito di informazioni, molte delle quali durano solo un attimo. In una cultura che si nutre dell'effimero, si può facilmente correre il rischio di credere che siano i fatti a contare piuttosto che i valori. Internet offre numerose nozioni, ma non insegna valori (…). Nonostante il suo enorme potenziale di bene, alcuni modi degradanti e dannosi di utilizzare Internet sono noti a tutti e le autorità pubbliche hanno di certo la responsabilità di garantire che questo strumento meraviglioso serva il bene comune e non divenga dannoso".

"Inoltre, Internet ridefinisce in modo radicale il rapporto psicologico di una persona con lo spazio e con il tempo. Attrae l'attenzione ciò che è tangibile, utile, subito disponibile. Può venire a mancare lo stimolo ad un pensiero e ad una riflessione più profondi. (…) La comprensione e la saggezza sono il frutto di uno sguardo contemplativo sul mondo e non derivano dalla mera acquisizione di fatti (…). Sono il risultato di un'intuizione che penetra il significato più profondo delle cose in relazione fra loro e con tutta la realtà. Inoltre, quale 'forum' in cui praticamente tutto è accettabile e quasi nulla è duraturo, Internet favorisce un modo di pensare relativistico e a volte alimenta la fuga dalla responsabilità e dall'impegno personali".

"Il fatto che mediante Internet le persone moltiplichino i loro contatti in modi finora impensabili offre meravigliose possibilità alla diffusione del Vangelo. Ma è anche vero che rapporti mediati elettronicamente non potranno mai prendere il posto del contatto umano diretto, richiesto da un'evangelizzazione autentica. (…) In che modo la Chiesa, dal tipo di contatto reso possibile da Internet, conduce a quella comunicazione più profonda che richiede l'annuncio cristiano? In che modo sviluppiamo il primo contatto e il primo scambio di informazioni che Internet rende possibile?".

"Senza dubbio la rivoluzione elettronica ha in sé la promessa di grandi progressi per il mondo in via di sviluppo, ma esiste anche l'eventualità che aggravi di fatto le ineguaglianze esistenti poiché il divario dell'informazione e delle comunicazioni si fa più profondo. Come possiamo garantire che la rivoluzione dell'informazione e delle comunicazioni, che ha in Internet il suo motore primo, operi a favore della globalizzazione dello sviluppo umano e della solidarietà, obiettivi strettamente legati alla missione evangelizzatrice della Chiesa? (…) In che modo possiamo garantire che questo meraviglioso strumento, concepito in origine nell'ambito di operazioni militari, possa ora servire la causa della pace? Può esso promuovere quella cultura di dialogo, di partecipazione, di solidarietà e di riconciliazione senza la quale la pace non può fiorire? La Chiesa crede che ciò sia possibile. Per garantire ciò, è decisa a entrare in questo nuovo 'forum', armata del Vangelo di Cristo, Principe della Pace".

"Internet permette a miliardi di immagini di apparire su milioni di schermi in tutto il mondo. Da questa galassia di immagini e suoni, emergerà il volto di Cristo? Si udrà la sua voce? Perché solo quando si vedrà il Suo Volto e si udrà la Sua voce, il mondo conoscerà la 'buona notizia' della nostra redenzione. (…) In questa Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, esorto tutta la Chiesa a varcare coraggiosamente questa nuova soglia, per 'prendere il largo' nella Rete, cosicché, ora come in passato, il grande impegno del Vangelo e della cultura possa mostrare al mondo 'la gloria divina che rifulge sul volto di Cristo'.
MESS/GIORNATA COMUNICAZIONI SOCIALI/… VIS 20020122 (1090)

VIÊT NAM: EVANGELIZZAZIONE E FORMAZIONE DI TUTTI I FEDELI


CITTA' DEL VATICANO, 22 GEN. 2002 (VIS). Questa mattina, nel ricevere i membri della Conferenza Episcopale del Viêt Nam, al termine della loro Visita "ad limina", Giovanni Paolo II ha rivolto loro parole di gratitudine per "la perseveranza e la coraggiosa testimonianza", dimostrate nella missione a loro affidata.

Il Papa ha iniziato il suo discorso parlando dell'importanza dell'evangelizzazione e della missione della Chiesa in Viêt Nam. "L'importanza fondamentale della missione" - ha affermato il Pontefice - "deve sempre ispirare scelte coraggiose, sotto la guida dello Spirito Santo, agente principale di evangelizzazione, con l'aiuto del quale sarete in grado di rispondere efficacemente alle esigenze dell'annuncio del Vangelo".

Ricordando che, nella loro relazione quinquennale, i Vescovi hanno fatto riferimento alla necessità di sviluppare la formazione catechistica iniziale e la formazione permanente dei sacerdoti, dei religiosi, delle religiose e dei laici, il Papa ha affermato: "I numerosi anni di conflitto, la dispersione delle comunità cristiane e la disparità del livello di istruzione dei fedeli hanno reso difficile l'offerta e l'organizzazione di tale formazione. (…) È di particolare importanza offrire a tutti un solido insegnamento sulla dottrina sociale della Chiesa".

"La Chiesa cattolica" - ha proseguito il Pontefice - "è anche invitata a condividere il suo messaggio di speranza proponendo instancabilmente la via del dialogo. (…) Un dialogo fiducioso e costruttivo fra tutti i componenti della società civile permetterà di dare nuova speranza a tutto il popolo vietnamita".

Il Santo Padre ha sottolineato, quindi, che la Chiesa non deve essere confusa con la comunità politica, anche se entrambe devono realizzare una "sana collaborazione" ed ha aggiunto che: "La Chiesa invita tutti i suoi membri ad impegnarsi lealmente per la crescita di tutti e per l'edificazione di una società giusta, solidale ed equa. (…) Per realizzare tale 'sana collaborazione', la Chiesa si attende dalla comunità politica il pieno rispetto della sua indipendenza e della sua autonomia. Il bene prezioso della libertà religiosa (…) è destinato sia agli individui che alle comunità religiose".

"Esprimo la speranza che tutte le componenti della nazione si uniscano per promuovere una civiltà dell'amore, fondata sui valori universali della pace, della giustizia, della solidarietà e della libertà".

Giovanni Paolo II ha ricordato "la vitalità ed il coraggio dei laici" vietnamiti "chiamati a vivere e a praticare la loro fede in condizioni spesso difficili", auspicando che essi possano fruire di mezzi che offrano una formazione che li renda "testimoni nella vita sociale, politica ed economica".

Il Papa ha ribadito la necessità che i sacerdoti ricevano "una formazione spirituale e intellettuale all'altezza delle sfide missionarie che devono affrontare" ed infine ha espresso la sua gioia per l'aumento delle vocazioni alla vita consacrata, soprattutto alla vita religiosa femminile, incoraggiando le persone consacrate "a non deflettere nel loro impegno missionario e ad impegnarsi con fervore rinnovato nell'annuncio di Cristo e nel servire tutti gli uomini".
AL/…/VIÈT NAM VIS 20020122 (490)
Copyright © VIS - Vatican Information Service