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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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venerdì 29 febbraio 2008

CONGREGAZIONE DOTTRINA FEDE E FORMULE BATTESIMALI

CITTA' DEL VATICANO, 29 FEB. 2008 (VIS). E' stata pubblicata oggi la risposta della Congregazione per la Dottrina della Fede ai due quesiti proposti sulla validità del Battesimo conferito con formule diverse da quelle stabilite.

Primo quesito: E' valido il Battesimo conferito con le formule "I baptize you in the name of the Creator, and of the Redeemer, and of the Sanctifier" e "I baptize you in the name of the Creator, and of the Liberator, and of the Sustainer"? (Io ti battezzo in nome del Creatore, del Redentore, del Santificatore" e "Io ti battezzo in nome del Creatore, del Liberatore e del Sostenitore"?).

Secondo quesito: Devono essere battezzate in forma assoluta le persone che sono state battezzate con queste formule?

Risposte: Al primo: negativamente. Al secondo: Affermativamente.

Il Santo Padre Benedetto XVI nel corso di una Udienza concessa al Cardinale William Joseph Levada, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, ha approvato questa Risposta, decisa nella Sessione Ordinaria di questa Congregazione, e ne ha ordinato la pubblicazione. La Risposta porta la firma del Cardinale Levada e dell'Arcivescovo Angelo Amato, Segretario del medesimo Dicastero.

Una Nota esplicativa chiarifica che: "La presente Risposta riguarda il dubbio sulla validità del Battesimo conferito con due formule in lingua inglese nell'ambito della Chiesa cattolica. (...) Il dubbio, ovviamente, non concerne l'inglese, ma la formula in se stessa, che potrebbe essere espressa anche in un'altra lingua".

"Il Battesimo conferito nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo" - si legge ancora nella Nota - "obbedisce al comando di Gesù Cristo, riferito alla fine del Vangelo secondo Matteo" e "La formula battesimale deve esprimere adeguatamente la fede trinitaria: non valgono formule approssimative".

"La varianti alla formula battesimale, secondo designazioni delle Persone Divine diverse da quelle bibliche, considerate nella Risposta provengono dalla cosiddetta teologia femminista per evitare di dire Padre e Figlio, ritenute parole maschiliste, sostituendole con altri nomi. Tali varianti, però, sovvertono la fede nella Trinità".

"La risposta della Congregazione per la Dottrina della Fede costituisce una dichiarazione dottrinale autentica, la quale ha effetti canonici e pastorali di grande portata. La risposta, infatti, afferma implicitamente che le persone che sono state battezzate o saranno battezzate nell'avvenire con le formule in questione in realtà non sono battezzate. Quindi devono essere trattate a tutti gli effetti canonici e pastorali con gli stessi criteri giuridici delle persone che il Codice di Diritto Canonico mette sotto la categoria generale di 'non battezzati'".
CDF/FORMULE BATTESTIMO/LEVADA VIS 20080229 (420)


DIFFONDERE VALORI RELIGIOSI NELLA SOCIETÀ

CITTA' DEL VATICANO, 29 FEB. 2008 (VIS). Nel pomeriggio di ieri è stata resa pubblica la Dichiarazione Finale seguita alla Riunione Annuale del Comitato Permanente Al-Azhar per il Dialogo fra le Religioni Monoteiste e il Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, (Il Cario, 25-26 febbraio), presieduta dal Professor Sceicco Abd al-Fattah Muhammad Alaam e dal Cardinale Jaen-Louis Tauran.

  Lo Sceicco e il Porporato auspicano che i "valori nobili" quali "la pace, la verità, la giustizia, il giusto comportamento, la cooperazione allo sviluppo e l'uso delle risorse del pianeta a beneficio di tutta l'umanità (...) guidino il comportamento umano, specialmente nel momento attuale quando i confini e le distinzioni fra i popoli diminuiscono e il fenomeno della violenza, dell'estremismo, del terrorismo è in aumento, insieme al disprezzo per la religione, per i valori religiosi e per tutto ciò che è considerato sacro".

  Tenendo conto del ruolo di al-Azhar al-Sharif, quale centro di studi e ricerche del mondo islamico ed il ruolo specifico del Dicastero vaticano nella Chiesa Cattolica, lo Sceicco Abd al-Fattah e il Cardinale Tauran "riconoscono entrambi l'importanza della reciproca conoscenza e della ricerca di un terreno comune fra le due religioni quale base per una più vasta cooperazione e per il miglioramento delle relazioni reciproche".

  Ricordando che nel corso della Riunione è stato esaminato il tema: "Fede in Dio e Amore del Prossimo quali Fondamenti del Dialogo Interreligioso", lo Sceicco e il Porporato scrivono che il Comitato "ha ribadito i principi comuni e i comuni valori spirituali e morali" come pure "la questione della libertà d'espressione, rilevando che non si può mai giustificare l'offesa dei sentimenti religiosi altrui, causando tensioni nei rapporti interpersonali e distruggendo l'amore fraterno".

  Il Comitato "ha fermamente condannato la nuova pubblicazione di vignette offensive e il numero crescente di attacchi contro l'Islam e il suo Profeta, come pure gli attacchi contro la religione".

  "I membri del Comitato hanno espresso soddisfazione per l'accordo raggiunto, che considerano come un incoraggiamento a continuare ad impegnarsi nel dialogo".

  Fra le raccomandazioni presentate al termine della Riunione figurano l'affermazione che: "Tutte le religioni rispettano la dignità e l'onore della persona umana, prescindendo dalla razza, dal colore, dalla religione o convinzione religiosa, e condannano ogni offesa contro l'integrità personale, la proprietà e l'onore".

  "I responsabili religiosi, musulmani e cristiani, come pure gli intellettuali e gli educatori, devono adoperarsi per inculcare questi valori nelle loro attività, nei luoghi di apprendimento e nella società a tutti i livelli".

  Ai responsabili dei mezzi di comunicazione i membri del Comitato ricordano che "La libertà di espressione non deve essere usata come pretesto per offendere (...) tutto ciò che è considerato sacro, ma piuttosto per opporsi all'estremismo, incoraggiare la reciproca accettazione, l'amore e il rispetto per tutti, a prescindere dalla religione".

  La prossima riunione del Comitato è in programma a Roma, il 24 e 25 febbraio 2009.
OP/DIALOGO RELIGIONI MONOTEISTE/TAURAN               VIS 20080229 (490)


PRESENTAZIONE ANNUARIO PONTIFICIO 2008

CITTA' DEL VATICANO, 29 FEB. 2008 (VIS). Il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, e l'Arcivescovo Fernando Filoni, Sostituto alla Segreteria di Stato per gli Affari Generali, hanno presentato questa mattina al Santo Padre l'edizione dell'Annuario Pontificio del 2008, presenti i collaboratori che hanno lavorato alla redazione e stampa del volume.

  Una Nota relativa alla presentazione introduce alcune novità riguardanti l'Annuario 2008.  Nel corso del 2007 sono state erette dal Santo Padre 8 nuove Sedi Vescovili, 1 Prefettura Apostolica, sono state costituite 2 Sede Metropolitane e 1 Vicariato Apostolico. In tutto sono stati nominati 169 nuovi Vescovi.

  Dal 2005 al 2006 i cattolici sparsi nel mondo sono passati da 1.115 a 1.131 milioni, con un aumento relativo dell'1,4%. In questo periodo il numero dei Vescovi è passato da 4.841 a 4.898 con un aumento relativo dell'1,2%.

  Il numero dei sacerdoti, diocesani e religiosi, è passato da 406.411 nel 2005 a 407.262 nel 2006, con una variazione complessiva dello 0,21%. La consistenza dei sacerdoti nel mondo è andata progressivamente aumentando dal 2000 al 2006.

  Osservando la distribuzione per aree continentali si osserva un ridimensionamento della presenza dei sacerdoti in Europa e in America a vantaggio di Africa e di Asia.

  Altri dati di interesse completano il quadro: gli studenti di filosofia e di teologia nei seminari diocesani o in quelli religiosi sono 115.480, con un aumento dello 0,9% rispetto all'anno precedente; di essi 24.034 si trovano in Africa, 37.150 nelle Americhe, 30.702 in Asia, 22.618 in Europa e 976 in Oceania.
AP/ANNUARIO PONTIFICIO 2008/BERTONE                   VIS 20080229 (260)


INTENZIONI DI PREGHIERA DEL SANTO PADRE MESE DI MARZO

CITTA' DEL VATICANO, 29 FEB. 2008 (VIS). L'intenzione Generale per l'Apostolato della Preghiera del Santo Padre Benedetto XVI per il mese di marzo è la seguente: "Perché si comprenda l'importanza del perdono e della riconciliazione fra le persone e i popoli, e la Chiesa con la sua testimonianza diffonda l'amore di Cristo, sorgente di nuova umanità".

  L'intenzione Missionaria è la seguente: "Perché i cristiani, che in tante parti del mondo e in varie maniere sono perseguitati a causa del Vangelo, sostenuti dalla forza dello Spirito Santo, continuino a testimoniare con coraggio e franchezza la Parola di Dio".
BXVI-INTENZIONI PREGHIERA/MARZO/…                           VIS 20080229 (100)


ATTIVITÀ CARITATIVE ESPRESSIONE AMORE EVANGELICO

CITTA' DEL VATICANO, 29 FEB. 2008 (VIS). Questa mattina il Santo Padre ha ricevuto i partecipanti all'Assemblea Plenaria del Pontificio Consiglio "Cor Unum", che si tiene in questi giorni sul tema: "Le qualità umane e spirituali di chi opera nell'attività caritativa della Chiesa".

  "L'attività caritativa occupa" - ha detto il Papa - "un posto centrale nella missione evangelizzatrice della Chiesa. Non dobbiamo dimenticare che le opere di carità costituiscono un terreno privilegiato di incontro anche con persone che ancora non conoscono Cristo o lo conoscono solo parzialmente. Giustamente, dunque, i Pastori e i responsabili della pastorale della carità dedicano un'attenzione costante a chi lavora nell'ambito della 'diakonia', preoccupandosi di formarli dal punto di vista sia umano e professionale, che teologico-spirituale e pastorale".

  "Chi opera nelle molteplici forme dell'attività caritativa della Chiesa non può, pertanto, contentarsi solo della prestazione tecnica o di risolvere problemi e difficoltà materiali. L'aiuto che offre non deve mai ridursi a gesto filantropico, ma deve essere tangibile espressione dell'amore evangelico".

  Gli operatori delle diverse attività caritative, ha proseguito il Pontefice, devono essere "soprattutto testimoni di amore evangelico. Tali essi sono se la loro missione non si esaurisce nell'essere operatori di servizi sociali, ma nell'annuncio del Vangelo della carità. Seguendo le orme di Cristo, essi sono chiamati ad essere 'testimoni dal valore della vita', in tutte le sue espressioni, difendendo specialmente la vita dei deboli e dei malati, seguendo l'esempio della Beata Madre Teresa di Calcutta, che amava e si prendeva cura dei moribondi, perché la vita non si misura a partire dalla sua efficienza, ma ha valore sempre e per tutti".

  "Questi operatori ecclesiali" - ha concluso il Pontefice - "sono chiamati ad essere 'testimoni dell'amore', del fatto cioè che siamo pienamente uomini e donne quando viviamo protesti verso l'altro; che nessuno può morire e vivere per se stesso; (...). Infine, chi lavora nell'ambito delle attività ecclesiali, deve essere 'testimone di Dio', che è pienezza di amore ed invita ad amare".
AC/ATTIVITÀ CARITATIVE CHIESA/...                       VIS 20080229 (330)


INTERDIPENDENZA E SOLIDARIETÀ DI FRONTE SFIDE MONDO

CITTA' DEL VATICANO, 29 FEB. 2008 (VIS). Questa mattina il Santo Padre ha ricevuto la Professoressa Mary Ann Glendon, nuova Ambasciatrice degli Stati Uniti d'America presso la Santa Sede, ed ex Presidente della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, in occasione della presentazione delle Lettere Credenziali.

  Ricordando la precedente carica della Professoressa Glendon, il Papa ha affermato: "Sono certo che la conoscenza e l'esperienza derivata dalla sua insigne collaborazione con la Santa Sede, saranno elementi positivi nel compimento dei suoi doveri ed arricchiranno l'attività della comunità diplomatica alla quale Lei ora appartiene".

  "Sin agli albori della Repubblica, l'America è stata, come lei ha rilevato" - ha affermato il Pontefice - "una nazione che tiene in gran conto il ruolo del credo religioso nell'assicurare un ordine democratico solido ed etico. L'esempio della sua Nazione che unisce popoli di buona volontà, a prescindere dalla razza, dalla nazionalità o dal credo, in una visione condivisa ed in un disciplinato perseguimento del bene comune, ha incoraggiato molte giovani nazioni nello sforzo di creare un ordine sociale armonico, libero e giusto".

  "Attualmente tale compito di riconciliare l'unità e la diversità, di forgiare una visione comune e di raccogliere l'energia morale per realizzarla, è divenuta una urgente priorità di tutta la famiglia umana, che è sempre più consapevole della sua interdipendenza e della necessità di una effettiva solidarietà nel rispondere alle sfide globali e nel costruire un futuro di pace".

  "L'esperienza del secolo passato, con la sua pesante eredità di guerra e di violenza, culminata nello sterminio pianificato di intere popolazioni, ha reso evidente che il futuro dell'umanità non può dipendere dal mero compromesso politico. Piuttosto, esso deve essere il frutto di un consenso più profondo basato sul riconoscimento delle verità universali. (...) La costruzione di una cultura giuridica globale ispirata dai più alti ideali di giustizia, solidarietà e pace esige un fermo impegno, speranza e generosità da parte di ogni nuova generazione".

  "La costruzione di un futuro più sicuro per la famiglia umana significa prima di tutto lavorare allo sviluppo integrale dei popoli, specialmente (...) reprimendo la corruzione e la militarizzazione che privano di preziose risorse molti nostri fratelli e sorelle nelle aree più povere".

  "Il progresso della famiglia umana è minacciato non soltanto dalla piaga del terrorismo internazionale, ma anche da minacce alla pace come la sempre più rapida corsa agli armamenti e il persistere di tensioni in Medio Oriente. Colgo l'occasione per esprimere l'auspicio che i pazienti e trasparenti negoziati conducano alla riduzione ed eliminazione delle armi nucleari e che la recente Conferenza di Annapolis sia la prima di una serie di passi verso una pace duratura nella Regione".

  "La soluzione di questi e di altri problemi simili richiede di aver fiducia (...) nell'opera di organismi internazionali quali l'Organizzazione delle Nazioni Unite, che per loro natura sono in grado di promuovere autentico dialogo e comprensione, riconciliando le divergenze, e sviluppando politiche e strategie multilaterali che possono rispondere alle molteplici sfide del nostro complesso mondo".

  "Non posso mancare di notare con gratitudine" - ha detto ancora il Pontefice - "l'importanza che gli Stati Uniti hanno attribuito al dialogo interreligioso e interculturale quale forza positiva per la pacificazione. La Santa Sede è convinta del grande potenziale spirituale rappresentato da tale dialogo, con particolare riguardo alla promozione della non violenza ed al rigetto di ideologie che manipolano e sfigurano la religione a fini politici, e giustificano la violenza in nome di Dio".

  Infine il Papa ha menzionato: "L'apprezzamento storico del popolo americano per il ruolo della religione nel formulare le istanze pubbliche e nell'illuminare l'innata dimensione morale delle questioni sociali - un ruolo a volte contestato in nome di una precaria comprensione della vita politica e delle istanze pubbliche - che si riflette negli sforzi che tanti dei vostri concittadini e responsabili di governo compiono per assicurare una protezione giuridica al dono divino della vita dal concepimento alla morte naturale, ed alla salvaguardia dell'istituzione del matrimonio, riconosciuto come unione stabile fra un uomo e una dona, e quella della famiglia".
CD/CREDENZIALI/STATI UNITI:GLENDON                            VIS 20080229 (670)


UDIENZE

CITTA' DEL VATICANO, 29 FEB. 2008 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienze separate:

- Il Signor Juan Gavarrete Soberón, Ambasciatore di Guatemala, con la Consorte, in visita di congedo.

- Il Cardinale Giovanni Battista Re, Prefetto della Congregazione per i Vescovi.

- L'Arcivescovo Felix Anthony Machado, Arcivescovo-Vescovo eletto di Nashik (India).

  Nel pomeriggio il Santo Padre riceverà il Cardinale William Joseph Levada, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede.
AP/.../...                                                    VIS 20080229 (90)

giovedì 28 febbraio 2008

ALTRI ATTI PONTIFICI

CITTA' DEL VATICANO, 28 FEB. 2008 (VIS). Il Santo Padre ha nominato il Padre Sebastiano Paciolla, O.Cist., finora Promotore di Giustizia del Tribunale della Rota Romana, Sotto-Segretario della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica.
NA/.../PACIOLLA                                             VIS 20080228 (50)

UDIENZE

CITTA' DEL VATICANO, 28 FEB. 2008 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienze separate:

- L'Arcivescovo Giuseppe Lazzarotto, Nunzio Apostolico in Australia.

- Cinque Presuli della Conferenza Episcopale di El Salvador, in Visita "ad Limina Apostolorum".

    - Il Vescovo Rodrigo Orlando Cabrera Cuéllar, di Santiago de María.

    - Il Vescovo José Luis Escobar Alas, di San Vicente.

-    Il Vescovo José Adolfo Mojica Morales, di Sonsonate.

-    Il Vescovo Elías Samuel Bolaños Avelar, S.D.B., di Zacatecoluca.

-    Il Monsignor Fabio Reynaldo Colindres Abarca, Ordinario Militare di El Salvador.
AP:AL/.../...                                       VIS 20080228 (100)


XXVIII ASSEMBLEA PLENARIA PONTIFICIO CONSIGLIO "COR UNUM"

CITTA' DEL VATICANO, 28 FEB. 2008 (VIS). Nei giorni da giovedì 28 febbraio a sabato 1° marzo è in corso a Roma la XXVIII Assemblea Plenaria del Pontificio Consiglio "Cor Unum", sul tema: "Qualità umane e spirituali di chi opera negli organismi caritativi cattolici".

  Tra gli obiettivi della Plenaria c'è quello di riproporre la rilettura dell'Enciclica di Benedetto XVI "Deus caritas est" e di verificare se e in quale modo sia cambiato il modo di operare di quanti sono impegnati nella opere caritative della Chiesa. Una particolare importanza sarà data alla questione della formazione integrale e continua dei responsabili e degli operatori della varie istanze caritative cattoliche.

  I lavori di questa ventottesima edizione dell'Assemblea, sono iniziati con l'introduzione del Cardinale Paul Josef Cordes, Presidente del Pontificio Consiglio "Cor Unum" e con la relazione di Monsignor Karel Kasteel, Segretario del medesimo Dicastero. Successivamente i rappresentanti dei diversi organismi condivideranno le esperienze formative maturate nelle loro singole realtà.

  Domani, venerdì 29 febbraio, verrà affrontato il tema guida dell'incontro. La relazione principale è affidata al Presidente del "catholic charities" di Alexandria, Virginia (Stati Uniti d'America). Successivamente il Professor Peter Schallenberg, di Fulda (Germania), tratterà il tema: "Il posto della misericordia nello stato sociale. Osservazioni teologiche-etiche". La parte conclusiva di questa seconda giornata di lavoro sarà dedicata alla visita della 'Comunità dell'Agnello', sostenuta da un gruppo di religiose che sulle strade, in casa, di notte e di giorno, annunciano il Vangelo e sostengono i poveri.

  La giornata di sabato è interamente dedicata ai lavori di gruppo che dovranno formulare testi e proposte sulla formazione da discutere insieme.

  Il Cardinale Cordes, convinto della costante necessità della formazione e che la forza della testimonianza cristiana fra coloro che soffrono deriva dalla convinzione personale di coloro che operano nel delicato settore della carità, ha invitato i responsabili degli organismi caritativi cattolici nazionali e diocesani dei paesi del continente americano ad una settimana di esercizi spirituali che avrà luogo il prossimo mese di giugno a Guadalajara (Messico).
CON-CU/XXVIII ASSEMBLEA PLENARIA/CORDES               VIS 20080228 (340)


VESCOVI EL SALVADOR: AMBIZIOSO SFORZO EVANGELIZZAZIONE


CITTA' DEL VATICANO, 28 FEB. 2008 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina i Presuli della Conferenza Episcopale di El Salvador, al termine della "Visita ad Limina Apostolorum".

  La maggioranza del popolo salvadoregno "si distingue per una fede viva e un profondo sentimento religioso" - ha tenuto a precisare il Papa - "Il Vangelo, portato dai primi missionari e predicato con fervore dai pastori ricolmi dell'amore di Dio, come il Vescovo Oscar Arnulfo Romero, si è ampiamente diffuso nel vostro bel Paese, dando frutti copiosi di vita cristiana e di santità".

  Notando che la povertà obbliga molte persone ad emigrare "alla ricerca di migliori condizioni di vita, con conseguenze negative per la stabilità del matrimonio e della famiglia", Benedetto XVI ha ricordato gli sforzi compiuti dai Presuli "per promuovere la riconciliazione e la pace nel Paese e superare i dolorosi avvenimenti del passato".

  In merito al problema della violenza, "ritenuto il male più grave che affligge la vostra Nazione, bisogna tener conto del fatto " - ha detto il Papa - "che la crescita della violenza è la conseguenza immediata di altre piaghe sociali molto profonde, quali la povertà, la mancanza di istruzione, la progressiva perdita di quei valori che hanno da sempre forgiato l'anima del popolo salvadoregno e la disgregazione della famiglia. In effetti, la famiglia è un bene indispensabile per la Chiesa e la società, come pure un fattore fondamentale nell'edificazione della pace".

  "Per cui" - ha proseguito il Pontefice - "è necessario vivificare e potenziare in tutte le diocesi una adeguata ed efficace pastorale familiare, che offra ai giovani una solida formazione spirituale ed affettiva, che li aiuti a riscoprire la bellezza del piano di Dio sull'amore umano, e permetta loro di vivere con coerenza i valori autentici del matrimonio e della famiglia, come la tenerezza e il reciproco rispetto, il dominio di sé, la donazione totale e la costante fedeltà".

  Papa Benedetto ha ribadito che per affrontare la povertà di tante persone occorre "migliorare le strutture e le condizioni economiche che consentono ad ognuno di condurre una vita degna. Ma non bisogna dimenticare che l'uomo non è un semplice prodotto delle condizioni materiali e sociali nelle quali vive. (...) 'L'uomo ha bisogno di Dio, altrimenti vive nella disperazione".

  Alla luce di ciò, il Papa ha esortato i Presuli a "dar vita ad un ambizioso ed audace sforzo di evangelizzazione" che faciliti "in tutti i fedeli l'incontro intimo con Cristo vivo, fondamento ed origine dell'essere cristiani".

  I fedeli laici, ha proseguito il Pontefice, "devono essere aiutati a riscoprire sempre più la ricchezza spirituale del battesimo. (...) Per realizzare questa altissima vocazione essi devono essere ben radicati in una intensa vita di preghiera, ascoltare assiduamente e umilmente la Parola di Dio e partecipare frequentemente ai sacramenti, acquisire un forte senso di appartenenza ecclesiale ed una solida formazione dottrinale, specialmente per quanto attiene alla dottrina sociale della Chiesa, dove possano trovare chiari orientamenti e criteri per illuminare cristianamente la società nella quale vivono".

  I sacerdoti, ha detto infine il Papa "hanno bisogno dell'attenzione e della vicinanza" dei Vescovi affinché questi ultimi possano "conoscere la loro situazione personale e possano assisterli in tutte le loro necessità spirituali e materiali, incoraggiandoli a proseguire con gioia il loro cammino di santità sacerdotale". Il Papa ha esortato inoltre i Vescovi ad "essere promotori e modelli di comunione nel proprio presbiterio" e a "correggere le situazioni irregolari quando necessario".

  "L'amore e la fedeltà del sacerdote alla sua vocazione" - ha concluso il Papa - "sarà la migliore e più efficace pastorale vocazionale, come esempio e stimolo per i vostri seminaristi, che sono il cuore della vostre Diocesi, ed ai quali dovete dedicare le vostre migliori risorse ed energie, perché essi sono la speranza delle vostre Chiese".
AL/.../EL SALVADOR                               VIS 20080228 (630)


mercoledì 27 febbraio 2008

ALTRI ATTI PONTIFICI

CITTA' DEL VATICANO, 27 FEB. 2008 (VIS). Il Santo Padre:

- Ha nominato il Sacerdote Adair José Guimarães, Vescovo di Rubiataba-Mozarlândia (superficie: 26.797; popolazione: 96.700; cattolici: 75.700; sacerdoti: 17; religiosi: 18), Brasile. Il Vescovo eletto , finora Parroco della Parrocchia "Nossa Senhora Aparecida" a Minaçu (Brasile), è nato nel 1960 a Mara Rosa (Brasile) ed ha ricevuto l'ordinazione sacerdotale nel 1986. Succede al Vescovo José Carlos de Oliveira, C.SS.R., del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima Diocesi, per raggiunti limiti d'età.

- Ha nominato il Vescovo Earl A. Boyea, Vescovo di Lansing (superficie: 16.098; popolazione: 1.801.941; cattolici: 230.981; sacerdoti: 194; religiosi: 535; diaconi permanenti: 90), Stati Uniti d'America. Finora Ausiliare dell'Arcidiocesi di Detroit, il Vescovo Boyea succede al Vescovo Carl F. Mengeling, del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima Diocesi, per raggiunti limiti d'età.

- Ha eretto la Diocesi di Floriano (Brasile), con territorio dismembrato dalla Diocesi di Oeiras-Floriano, rendendola suffraganea della Chiesa metropolitana di Teresina.

- Ha nominato il Vescovo Augusto Alves Da Rocha, finora Vescovo di Oeiras-Floriano (Brasile), primo Vescovo della Diocesi di Floriano (superficie: 60.930; popolazione: 193.111; cattolici: 173.799; sacerdoti: 29; religiosi: 51), Brasile. Finora è stato Vescovo di Oeiras-Floriano (Brasile).

- Ha nominato il Sacerdote Juarez Sousa Da Silva, Vescovo della Diocesi di Oeiras (superficie: 15.096; popolazione: 133.140; cattolici: 119.826; sacerdoti: 12; religiosi: 8), Brasile. Il Vescovo eletto è nato a Barras (Brasile), nel 1933  ed è stato ordinato sacerdote nel 1994. E' stato finora Direttore degli studi del Seminario Maggiore Interdiocesano 'Sagrado Coração de Jesus nell'Arcidiocesi di Teresina (Brasile).

- Ha nominato il Dottor Maurizio Prato, Revisore Internazionale presso la Prefettura degli Affari Economici della Santa Sede, finora Consultore della medesima Prefettura.
NER:RE:ECE:NA/.../...                                 VIS 20080227 (290)


CARDINALE BERTONE: INACCETTABILE EMBARGO CONTRO CUBA

CITTA' DEL VATICANO, 27 FEB. 2008 (VIS). Il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, è rientrato ieri sera in Vaticano da un viaggio di sei giorni a Cuba, nel decimo anniversario della visita di Giovanni Paolo II (21-26 gennaio 1998). In occasione  di questo importante anniversario, Papa Benedetto XVI ha indirizzato un Messaggio all'Episcopato cubano.

  Il 25 febbraio scorso, il Cardinale Segretario di Stato ha avuto un colloquio con il Ministro degli Esteri Felipe Pérez Roque, ed al termine dell'incontro ha precisato che il nuovo Presidente di Cuba, Signor Raúl Castro, il Consiglio di Stato Cubano e la Chiesa Cattolica si adopereranno congiuntamente per rispondere in tutti i modi possibili alle aspirazioni del popolo cubano, "tenendo conto delle difficoltà, soprattutto per via dell'embargo economico" che Cuba subisce da 45 anni. Il Cardinale Bertone, ribadendo che tale embargio "è ingiusto ed eticamente inaccettabile", ha ripetuto quanto già affermato da Papa Giovanni Paolo II, che da dieci anni ribadiva che l'embargo era "inaccettabile, dannoso per il popolo cubano e carente di etica". Esso è "un'oppressione per il popolo cubano" e non "un mezzo per aiutare il popolo cubano a conquistare la sua dignità ed indipendenza", è "una violazione della sua indipendenza".

  Rispondendo alle domande dei giornalisti, il Porporato ha precisato di "non aver chiesto nessuna amnistia bensì gesti di riconciliazione" ed ha aggiunto che la Chiesa saluta "come gesti positivi la liberazione di prigionieri".

  Il Segretario di Stato ha inoltre specificato di aver chiesto personalmente al governo degli Stati Uniti di facilitare il ricongiungimento dei cubani emigrati con i familiari che hanno abbandonato l'isola, sottolineando che sarebbe un gesto umanitario e che ci si sta adoperando per realizzare tale obiettivo.

  L'incontro con il nuovo Presidente Raul Castro, nel pomeriggio di ieri, ha rappresentato il punto conclusivo della visita del Cardinale Bertone a Cuba.
.../VISITA CUBA:EMBARGO/BERTONE                       VIS 20080227 (300)


DIO È LA SOLA RISPOSTA INQUIETUDINI DEL CUORE UMANO

CITTA' DEL VATICANO, 27 FEB. 2008 (VIS). Questa mattina il Santo Padre ha concluso il ciclo di catechesi dedicate alla figura di Sant'Agostino nel corso dell'Udienza Generale del Mercoledì che si è tenuta in due tempi. La prima parte ha avuto luogo nella Basilica Vaticana dove il Papa ha salutato ai fedeli che non hanno trovato posto nell'Aula Paolo VI e successivamente nell'Aula Paolo VI, dove Benedetto XVI ha tenuto la catechesi.

  "Con l'incontro di oggi vorrei concludere la presentazione della figura di Sant'Agostino. Dopo esserci soffermati sulla sua vita, sulle opere e su alcuni aspetti del suo pensiero" - ha detto Benedetto XVI - "oggi vorrei tornare sulla sua vicenda interiore che ne ha fatto uno dei più grandi convertiti della storia cristiana. (...) Ancora oggi è possibile ripercorrere la vicenda di Sant'Agostino grazie soprattutto alle 'Confessiones', scritte a lode di Dio" - ha detto il Papa: "Chiunque avvicini questo libro straordinario e affascinante, (...), si accorge facilmente come la conversione di Agostino non sia stata improvvisa né pienamente realizzata fin dall'inizio, ma possa essere definita piuttosto come un vero e proprio cammino, che resta un modello per ciascuno di noi".

  "Sant'Agostino" - ha proseguito il Pontefice - "è stato un ricercatore appassionato della verità fin dall'inizio e poi per tutta la sua vita. La prima tappa del suo cammino di conversione si è realizzata proprio nel progressivo avvicinamento al cristianesimo. Agostino aveva ricevuto dalla madre Monica, (...), un'educazione cristiana e, benché avesse vissuto durante gli anni giovanili una vita sregolata, sempre avvertì un'attrazione profonda per Cristo".

  Ricordando la prima conversine di Agostino, il Papa ha affermato: "A questa tappa fondamentale del suo lungo cammino il retore africano arrivò grazie alla sua passione per l'uomo e per la verità, passione che lo portò a cercare Dio, grande e inaccessibile. La fede in Cristo gli fece capire che il Dio, apparentemente così lontano, in realtà non lo era. Egli, infatti, si era fatto vicino a noi, divenendo uno di noi. In questo senso la fede in Cristo portò a compimento la lunga ricerca di Agostino sul cammino della verità. (...) E' questa una via da percorrere con coraggio e nello stesso tempo con umiltà, nell'apertura a una purificazione permanente di cui ognuno di noi ha sempre bisogno".

  "Ma (...) il cammino di Agostino non era concluso" - ha ricordato ancora il Pontefice - "Tornato in Africa" fu "consacrato sacerdote a Ippona e destinato a servire i fedeli, continuando sì a vivere con Cristo e per Cristo, ma a servizio di tutti. (...) Così, rinunciando a una vita solo di meditazione, Agostino imparò, spesso con difficoltà, a mettere a disposizione il frutto della sua intelligenza a vantaggio degli altri. Imparò a comunicare la sua fede alla gente semplice e a vivere così per essa in quella che divenne la sua città, svolgendo senza stancarsi un'attività generosa e gravosa (...). Capire che si arriva agli altri con semplicità e umiltà, fu questa la sua vera e seconda conversione".

  "Ma c'è un'ultima tappa del cammino agostiniano, una terza conversione: quella che lo portò ogni giorno della sua vita a chiedere perdono a Dio. (...) Noi abbiamo sempre bisogno di essere lavati da Cristo, che ci lava i piedi, e da Lui rinnovati. Abbiamo bisogno di una conversione permanente. Fino alla fine abbiamo bisogno di questa umiltà che riconosce che siamo peccatori in cammino (...). In questo ultimo atteggiamento di umiltà, vissuto giorno dopo giorno, Agostino è morto".

  "Convertito a Cristo, che è verità e amore, Agostino lo ha seguito per tutta la vita ed è diventato un modello per ogni essere umano,  per noi tutti in cerca di Dio. (...) Anche oggi, come al suo tempo, l'umanità ha bisogno di conoscere e soprattutto di vivere questa realtà fondamentale: Dio è amore e l'incontro con lui è la sola risposta alle inquietudini del cuore umano".

  Benedetto XVI ha concluso la catechesi pregando Dio affinché "Nella nostra vita ci sia ogni giorno concesso di seguire l'esempio di questo grande convertito, incontrando come lui in ogni momento della nostra vita il Signore Gesù, l'unico che ci salva, ci purifica e ci dà la vera gioia, la vera vita".
AG/SANT'AGOSTINO/...                               VIS 20080227 (630)


martedì 26 febbraio 2008

AIUTI EMERGENZA DEL SANTO PADRE INONDAZIONI ECUADOR

CITTA' DEL VATICANO, 26 FEB. 2008 (VIS). Il Pontificio Consiglio "Cor Unum" ha inviato a nome del Santo Padre un primo aiuto economico di emergenza alle undici diocesi ecuadoriane colpite dalle recenti inondazioni.

  Durante l'Angelus di Domenica 24 febbraio, il Santo Padre Benedetto XVI ha lanciato un appello a favore dell'Ecuador "invitando tutti ad una fraterna solidarietà affinché le popolazioni di quelle zone che stanno vivendo ore di tribolazione e angoscia a causa delle devastanti inondazioni e dell'eruzione del vulcano Tungurahua, possano ritornare quanto prima alla normalità della vita quotidiana".
CON-CU/AIUTO ECONOMICO/ECUADOR                   VIS 20080226 (100)

VISITA CARDINALE BERTONE ARMENIA E AZERBAIGIAN

CITTA' DEL VATICANO, 26 FEB. 2008 (VIS). Nella tarda mattinata di oggi la Sala Stampa della Santa Sede ha reso pubblico il Comunicato che segue:

  "Nei giorni 2-9 marzo 2008, l'Eminentissimo Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato di Sua Santità, su invito delle Autorità religiose e civili, compirà una visita in Armenia e in Azerbaigian, nel corso della quale avrà occasione di manifestare la vicinanza del Santo Padre Benedetto XVI ai fedeli cattolici di quei Paesi".

  "Il Cardinale Segretario di Stato incontrerà le Autorità governative dell'Armenia e dell'Azerbaigian".

  "Durante la permanenza in Armenia, dal 2 al 6 marzo, Sua Eminenza il Cardinale Bertone sarà ricevuto da Sua Santità Karekin II, Supremo Patriarca e Catholicos di tutti gli Armeni, al quale consegnerà una Lettera Autografa di Papa Benedetto XVI, in cui Egli conferma la Sua stima e il desidero della Chiesa cattolica di procedere nel cammino ecumenico insieme alla Chiesa Apostolica Armena".

  "Dal 6 al 9 marzo 2008 l'Eminentissimo Cardinale Segretario di Stato si recherà in Azerbaigian, dove  avrà colloqui con il Capo dei Musulmani del Caucaso, lo Sheik ul-Islam Allashukur Pashazade, e altri responsabili religiosi, per esprimere loro la volontà della Chiesa cattolica di collaborare al comune impegno in favore della pace, della concordia fra i popoli e del bene della famiglia umana. A Baku il Cardinale Bertone presenzierà all'inaugurazione della nuova chiesa cattolica sorta sul terreno donato al Servo di Dio Papa Giovanni Paolo II dal Presidente Heydar Aliyev, padre dell'attuale Capo dello Stato".
OP/VISITA ARMENIA:AZERBAIGIAN/BERTONE               VIS 20080226 (260)


CRESCE INTERESSE VISITA BENEDETTO XVI AUSTRALIA

CITTA' DEL VATICANO, 26 FEB. 2008 (VIS). Un Comunicato, reso pubblico nel pomeriggio di ieri, rende noto che il 14 e 15 febbraio scorso, si è tenuta in Vaticano  la Nona Riunione del Consiglio Speciale per l'Oceania della Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi.

  Alla Riunione, presieduta dall'Arcivescovo Nikola Eterovic, Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi, hanno partecipato due Cardinali, cinque Arcivescovi e un Vescovo, provenienti in prevalenza dall'Oceania.

  Nel Comunicato si legge inoltre che: "Le Chiesa particolari in questo continente hanno un'inconfondibile vitalità sostenuta dall'Esortazione Apostolica 'Ecclesia in Oceania' ristampata e tradotta anche nelle differenti lingue locali".

  "Tutto il continente è mobilitato per la preparazione, sia nelle regioni socialmente evolute sia in quelle meno sviluppate" della Giornata Mondiale della Gioventù, in programma a Sydney nel luglio 2008. "Vi sono varie iniziative di gemellaggio e di aiuto finanziario per i giovani delle parti più povere del continente perché possano partecipare alla Giornata con una adeguata rappresentanza. La Giornata - si legge ancora nel Comunicato - è considerata come uno degli eventi più importanti nella storia dell'Australia. Sta crescendo l'interesse per la visita del Papa Benedetto XVI, quale evento di particolare grazia".

  "L'inculturazione del messaggio evangelico" - si legge ancora nel Comunicato - "costituisce una della più grandi preoccupazioni pastorali nella Chiesa in Oceania. Consiste in un cammino graduale attraverso il quale il Vangelo entra nelle diverse culture, trasformando o purificando certi valori culturali, perché possano trovare un posto nella cultura genuina cristiana, senza alterare il dovuto rispetto sia per il Vangelo sia per le culture stesse".

  "In questo dinamismo è indispensabile l'opera associata di pastori, sacerdoti, diaconi e anche catechisti. Particolarmente importanti sono le scuole cattoliche a tutti i livelli che salvaguardano la loro identità cattolica, e che rimangono strumenti preziosi della testimonianza del Vangelo nell'ambiente contemporaneo spesso secolarizzato".
SE/SINODO OCEANIA/ETEROVIC                       VIS 20080226 (310)


CONCISTORO SU ALCUNE CAUSE DI CANONIZZAZIONE

CITTA' DEL VATICANO, 26 FEB. 2008 (VIS). Sabato 1° marzo, alle ore 11:00, nella Sala del Concistoro del Palazzo Apostolico Vaticano, avrà luogo il Concistoro Ordinario Pubblico per la Canonizzazione dei Beati:

- Beato Gaetano Errico, italiano (1791-1860), presbitero, fondatore della Congregazione dei Missionari dei Sacri Cuori di Gesù e di Maria.

- Beata Maria Bernarda Bütler (al secolo Verena), svizzera (1848-1924), vergine, fondatrice della Congregazione delle Suore Francescane Missionarie di Maria Ausiliatrice.

- Beata Alfonsa dell'Immacolata Concezione (al secolo Anna Muttathupadathu), indiana (1910-1946), vergine, della Congregazione delle Clarisse del Terzo Ordine di San Francesco.

- Beata Narcisa di Gesù Martillo Morán, ecuadoriana, laica (1833-1869).
OCL/CONCISTORO CANONIZZAZIONI/...                           VIS 20080226 (110)


lunedì 25 febbraio 2008

UDIENZE

CITTA' DEL VATICANO, 25 FEB. 2008 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienze separate:

- L'Arcivescovo Giuseppe Pinto, Nunzio Apostolico in Cile.

- Cinque Presuli della Conferenza Episcopale di El Salvador, in "Visita "ad Limina Apostolorum":

    - L'Arcivescovo Fernando Sáenz Lacalle, di San Salvador con l'Ausiliare Vescovo Gregorio Rosa Chávez.

- Il Vescovo Luis Morao Andreazza, O.F.M., di Chalatenango.

-    Il Vescovo Miguel Angel Moran Equino, di San Miguel.

-    Il Vescovo Romeo Tovar Astorga, O.F.M., di Santa Ana, con l'Ausiliare eletto Vescovo José Elias Rauda Gutiérrez, O.F.M.
AP:AL/.../...                                       VIS 20080225 (100)


FERMA E COSTANTE CONDANNA OGNI FORMA EUTANASIA DIRETTA

CITTA' DEL VATICANO, 25 FEB. 2008 (VIS). Questa mattina il Santo Padre ha ricevuto i partecipanti al Congresso, indetto dalla Pontificia Accademia per la Vita, in occasione della XIV Assemblea Generale, in corso in questi giorni in Vaticano, sul tema "Accanto al malato inguaribile e al morente: orientamenti etici ed operativi".

  "Con la morte" - ha affermato il Papa - "si conclude l'esperienza terrena, ma attraverso la morte si apre anche, per ciascuno di noi, al di là del tempo, la vita piena e definitiva (...). Per la comunità dei credenti, questo incontro del morente con la Sorgente della Vita e dell'Amore rappresenta un dono che ha valore per tutti, che arricchisce la comunione di tutti i fedeli. Come tale, esso deve raccogliere l'attenzione e la partecipazione della comunità, non soltanto della famiglia dei parenti stretti, ma, nei limiti e nelle forme possibili, di tutta la comunità che è stata legata alla persona che muore. Nessun credente dovrebbe morire nella solitudine e nell'abbandono".

  "In realtà" - ha ribadito il Pontefice -  "tutta la società mediante le sue istituzioni sanitarie e civili è chiamata a rispettare la vita e la dignità del malato grave e del morente. Pur nella consapevolezza del fatto che 'non è la scienza che redime gli uomini' (Benedetto XVI, 'Spe salvi', 26), la società intera e in particolare i settori legati alla scienza medica sono tenuti ad esprimere la solidarietà dell'amore, la salvaguardia e il rispetto della vita umana in ogni momento del suo sviluppo terreno, soprattutto quando essa patisce una condizione di malattia o è nella sua fase terminale".

  "Più in concreto, si tratta di assicurare ad ogni persona che ne avesse bisogno il sostegno necessario attraverso terapie e interventi medici adeguati, individuati e gestiti secondo i criteri della proporzionalità medica, sempre tenendo conto del dovere morale di somministrare (da parte del medico) e di accogliere (da parte del paziente) quei mezzi di preservazione della vita che, nella situazione concreta, risultino 'ordinari'".

  "Per quanto riguarda, invece, le terapie significativamente rischiose o che fossero prudentemente da giudicare 'straordinarie', il ricorso ad esse sarà da considerare moralmente lecito ma facoltativo. Inoltre, occorrerà sempre assicurare ad ogni persona le cure necessarie e dovute, nonché il sostegno alle famiglie più provate dalla malattia di uno dei loro componenti, soprattutto se grave e prolungata".

  "Anche sul versante della regolamentazione del lavoro, solitamente si riconoscono dei diritti specifici ai familiari al momento di una nascita;" - ha detto ancora il Papa - "in maniera analoga, e specialmente in certe circostanze, diritti simili dovrebbero essere riconosciuti ai parenti stretti al momento della malattia terminale di un loro congiunto. (...) Un più grande rispetto della vita umana individuale passa inevitabilmente attraverso la solidarietà concreta di tutti e di ciascuno, costituendo una delle sfide più urgenti del nostro tempo".

  "Sempre più si trovano nelle grandi città" - ha ricordato il Pontefice - "persone anziane e sole, anche nei momenti di malattia grave e in prossimità della morte. In tali situazioni, le spinte eutanasiche diventano pressanti, soprattutto quando si insinui una visione utilitaristica nei confronti della persona. A questo proposito, colgo l'occasione per ribadire, ancora una volta, la ferma e costante condanna etica di ogni forma di eutanasia diretta, secondo il plurisecolare insegnamento della Chiesa".

  "Lo sforzo sinergico della società civile e della comunità dei credenti deve mirare a far sì che tutti possano non solo vivere dignitosamente e responsabilmente, ma anche attraversare il momento della prova e della morte nella migliore condizione di fraternità e di solidarietà, anche là dove la morte avviene in una famiglia povera o nel letto di un ospedale".

  "La società" - ha ribadito infine il Papa - "non può mancare di assicurare il debito sostegno alle famiglie che intendono impegnarsi ad accudire in casa, per periodi talora lunghi, malati afflitti da patologie degenerative (tumorali, neurodegenerative, ecc.) o bisognosi di un'assistenza particolarmente impegnativa (...) E' soprattutto in questi campi che la sinergia tra la Chiesa e le Istituzioni può rivelarsi singolarmente preziosa per assicurare l'aiuto necessario alla vita umana nel momento della fragilità".
AC/.../PONTIFICIA ACCADEMIA VITA                       VIS 20080225 (680)


APRIRE CUORE ASCOLTO FIDUCIOSO PAROLA DI DIO

CITTA' DEL VATICANO, 24 FEB. 2008 (VIS). A mezzogiorno, di ritorno dalla visita pastorale alla parrocchia romana di Santa Maria Liberatrice a Testaccio, il Papa si è affacciato alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano, per recitare l'Angelus con le migliaia di fedeli convenuti in Piazza San Pietro per il consueto appuntamento domenicale.

  "In questa terza Domenica di Quaresima" - ha detto il Papa - "la liturgia ripropone quest'anno uno dei testi più belli e profondi della Bibbia: il dialogo tra Gesù e la Samaritana".

  Nel dialogo con la Samaritana "Gesù parlò di una 'acqua viva' capace di estinguere la sete e diventare in lei 'sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna'; dimostrò inoltre di conoscere la sua vita personale; rivelò che era giunta l'ora di adorare l'unico vero Dio in spirito e verità; e infine le confidò - cosa rarissima - di essere il Messia".

  "Il tema della sete" - ha commentato il Pontefice - "attraversa tutto il Vangelo di Giovanni: dall'incontro con la Samaritana, alla grande profezia durante la festa delle Capanne (Gv 7,37-38), fino alla Croce, quando Gesù, prima di morire, disse per adempiere la Scrittura: 'Ho sete' (Gv 19,28). La sete di Cristo è una porta di accesso al mistero di Dio, che si è fatto assetato per dissetarci, così come si è fatto povero per arricchirci (cfr 2 Cor 8,9). Sì, Dio ha sete della nostra fede e del nostro amore. Come un padre buono e misericordioso desidera per noi tutto il bene possibile e questo bene è Lui stesso".

  "La donna di Samaria" - ha proseguito Papa Benedetto XVI - "invece rappresenta l'insoddisfazione esistenziale di chi non ha trovato ciò che cerca: ha avuto 'cinque mariti' ed ora convive con un altro uomo; il suo andare e venire dal pozzo per prendere acqua esprime un vivere ripetitivo e rassegnato. Tutto però cambiò per lei quel giorno, grazie al colloquio con il Signore Gesù, che la sconvolse a tal punto da indurla a lasciare la brocca dell'acqua e a correre per dire alla gente del villaggio: 'Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia forse il Messia?' (Gv 4,28-29)".

  "Cari fratelli e sorelle" - ha concluso il Papa - "anche noi apriamo il cuore all'ascolto fiducioso della parola di Dio per incontrare, come la Samaritana, Gesù che ci rivela il suo amore e ci dice: il Messia, il tuo salvatore 'sono io, che ti parlo' (Gv 4,26). Ci ottenga questo dono Maria, prima e perfetta discepola del Verbo fatto carne".

 Al termine della recita dell'Angelus il Papa ha ricordato le "Recenti inondazioni" che "hanno devastato ampie zone costiere dell'Ecuador, provocando gravissimi danni, che si aggiungono a quelli già causati dall'eruzione del vulcano Tungurahua" ed ha detto: "Mentre affido al Signore le vittime di tale calamità, esprimo la mia personale vicinanza a quanti stanno vivendo ore di angoscia e di tribolazione e invito tutti ad una fraterna solidarietà, affinché le popolazioni di quelle zone possano ritornare, quanto prima, alla normalità della vita quotidiana".
ANG/SAMARITANA:ECUADOR/...                       VIS 20080225 (510)


IN OGNI PERSONA INNATO BISOGNO DI DIO E DELLA SUA SALVEZZA

CITTA' DEL VATICANO, 24 FEB. 2008 (VIS). Questa mattina il Santo Padre Benedetto XVI si è recato in visita pastorale alla Parrocchia di Santa Maria Liberatrice a Testaccio, nel settore centro della diocesi di Roma, dove, al termine della Santa Messa, ha incontrato i membri del Consiglio Pastorale Parrocchiale, i Religiosi e le Religiose.

  Ricordando nell'omelia che quest'anno ricorre "il centenario della consacrazione dell'attuale chiesa", il Santo Padre, commentando la liturgia di questa Terza Domenica di Quaresima, dedicata al simbolismo dell'acqua, ha ribadito: "Dio ha sete della nostra fede e vuole che troviamo in Lui la fonte della nostra autentica felicità. Il rischio di ogni credente è quello di praticare una religiosità non autentica, di cercare la risposta alle attese più intime del cuore non in Dio, di utilizzare anzi Iddio come se fosse al servizio dei nostri desideri e progetti".

  "Nella prima lettura" - ha proseguito il Pontefice - "vediamo il popolo ebreo che soffre nel deserto per mancanza di acqua, e, preso dallo scoraggiamento, come in altre circostanze, si lamenta e reagisce in modo violento. (...) Il popolo esige da Dio che venga incontro alle proprie attese ed esigenze, piuttosto che abbandonarsi fiducioso nelle sue mani, e nella prova perde la fiducia in Lui".

  "Quante volte questo avviene anche nella nostra vita;" - ha sottolineato il Papa - "in quante circostanze, piuttosto che conformarci docilmente alla volontà divina, vorremmo che Iddio realizzasse i nostri disegni ed esaudisse ogni nostra attesa; in quante occasioni la nostra fede si manifesta fragile, la nostra fiducia debole, la nostra religiosità contaminata da elementi magici e meramente terreni".

  "In questo tempo quaresimale, mentre la Chiesa ci invita a percorrere un itinerario di vera conversione, accogliamo con umile docilità l'ammonimento del Salmo responsoriale: 'Ascoltate oggi la sua voce: 'Non indurite il cuore, come a Meriba, come nel giorno di Massa nel deserto, dove mi tentarono i vostri padri: mi misero alla prova, pur avendo visto le mie opere"'".

  Commentando la pagina Evangelica dell'incontro di Gesù con la Samaritana a Sicar, presso il pozzo di Giacobbe, Papa Benedetto XVI ha posto in rilievo che "il simbolismo dell'acqua ritorna con grande eloquenza" in questa celebre pagina evangelica e "a un certo punto, è la donna stessa a chiedere dell'acqua a Gesù (cfr Gv 4,15), manifestando così che in ogni persona c'è un innato bisogno di Dio e della salvezza che solo Lui può colmare".

  "Gesù vuole portarci, come la Samaritana" - ha detto ancora il Papa - "a professare la nostra fede in Lui con forza perché possiamo poi annunciare e testimoniare ai nostri fratelli la gioia dell'incontro con Lui e le meraviglie che il suo amore compie nella nostra esistenza".

  "La liturgia ci stimola quest'oggi, tenendo conto anche del tempo quaresimale che stiamo vivendo, a rivedere il nostro rapporto con Gesù, a cercare il suo volto senza stancarci. E questo è indispensabile perché voi, cari amici, possiate continuare, nel nuovo contesto culturale e sociale, l'opera di evangelizzazione e di educazione umana e cristiana svolta da più di un secolo da questa parrocchia".

  "Aprite sempre più il cuore ad una azione pastorale missionaria" - ha aggiunto il Pontefice - "che spinga ogni cristiano ad incontrare le persone - in particolare i giovani e le famiglie - là dove vivono, lavorano, trascorrono il tempo libero, per annunciare loro l'amore misericordioso di Dio. (...) Vi incoraggio poi a perseverare" - ha concluso il Papa - "nell'impegno educativo, che costituisce il carisma tipico di ogni parrocchia salesiana".

  Nel corso dell'incontro che si è tenuto al termine della Santa Messa, al quale hanno partecipato diverse famiglie, il Papa si è soffermato sull'episodio evangelico della Samaritana che "può apparire" - ha detto - "come una rappresentante dell'uomo moderno, della vita moderna. Ha avuto cinque mariti e convive con un altro uomo. Faceva ampio uso della sua libertà e tuttavia non diventava più libera, anzi diventava più vuota. Ma vediamo anche che in questa donna era vivo un grande desiderio di trovare la vera felicità, la vera gioia. (...) In questo senso voglio incoraggiarvi ad andare avanti con il vostro impegno pastorale e missionario, con il vostro dinamismo per aiutare le persone di oggi a trovare la vera libertà e la vera gioia".

  Infine, al termine della visita, un parrocchiano ha dedicato al Pontefice una poesia in romanesco, ed il Papa ha detto: "Purtroppo non parlo romanesco, ma come cattolici siamo tutti un po' romani e portiamo Roma nel nostro cuore, dunque comprendiamo un po' del dialetto romanesco".
HML/.../SANTA MARIA LIBERATRICE                       VIS 20080225 (710)


ALTRI ATTI PONTIFICI

CITTA' DEL VATICANO, 23 FEB. 2008 (VIS).  Il Santo Padre:

- Ha nominato il Vescovo Francesco Montenegro, finora Ausiliare di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela (Italia), Arcivescovo Metropolita di Agrigento (superficie: 3.041; popolazione: 461.000, cattolici: 449.000; sacerdoti: 286; religiosi: 502; diaconi permanenti: 34), Italia. L'Arcivescovo eletto è nato a Messina (Italia), nel 1946, ha ricevuto l'ordinazione presbiterale nel 1969 e la consacrazione episcopale nel 2000. Succede all'Arcivescovo Carmelo Ferraro, del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima Arcidiocesi Metropolitana, presentata per raggiunti limiti d'età..

- Ha nominato il Vescovo Marcelino Hernández Rodríguez, finora Ausiliare dell'Arcidiocesi di México (Messico), Vescovo di Orizaba (superficie. 2.012; popolazione: 551.010; cattolici: 498.648; sacerdoti: 73; religiosi: 188), Messico.
NER:RE/.../...                                       VIS 20080225 (130)


ANCHE NEL NOSTRO TEMPO EDUCARE AL BENE È POSSIBILE


CITTA' DEL VATICANO, 23 FEB. 2008 (VIS). Questa mattina in Piazza San Pietro, il Santo Padre Benedetto XVI ha presentato e consegnato alle famiglie, ai professori, agli animatori e agli educatori la "Lettera sul compito urgente dell'educazione", (21 gennaio), indirizzata alla Diocesi di Roma. 

  "Educare non è mai stato facile" - ha detto il Santo Padre - "e oggi sembra diventare sempre più difficile: perciò non pochi genitori e insegnanti sono tentati di rinunciare al proprio compito, e non riescono più nemmeno a comprendere quale sia, veramente, la missione loro affidata. Troppe incertezze e troppi dubbi, infatti, circolano nella nostra società e nella nostra cultura, troppe immagini distorte sono veicolate dai mezzi di comunicazione sociale. (...) Siamo qui oggi, però, anche e soprattutto perché ci sentiamo sostenuti da una grande speranza e da una forte fiducia (...). Perciò anche nel nostro tempo educare al bene è possibile, (...) è un'impresa comune alla quale ciascuno è chiamato a recare il proprio contributo".

  Rivolgendosi ai genitori, ai professori, ai sacerdoti e ai catechisti, il Papa ha voluto incoraggiarli "ad assumere con gioia le responsabilità che il Signore vi affida, affinché la grande eredità di fede e di cultura, che è la ricchezza più vera di questa nostra amata città, non vada smarrita nel passaggio dall'una all'altra generazione, ma al contrario si rinnovi, si irrobustisca, sia di guida e di stimolo nel nostro cammino verso il futuro".

  "In questo spirito mi rivolgo a voi, cari genitori" - ha proseguito il Pontefice - "per chiedervi anzitutto di rimanere saldi, per sempre, nel vostro reciproco amore" e di dare "coerente testimonianza di vita (...) per temprare il carattere delle nuove generazioni, aiutandole a distinguere con chiarezza il bene dal male ed a costruirsi a loro volta delle solide regole di vita, che le sostengano nelle prove future. Così farete ricchi i vostri figli dell'eredità più preziosa e duratura, che consiste nell'esempio di una fede quotidianamente vissuta".

  "Il vostro compito, perciò" - ha detto ancora il Papa rivolgendosi ai professori - "non può limitarsi a fornire delle nozioni e delle informazioni, lasciando da parte la grande domanda riguardo alla verità, soprattutto a quella verità che può essere di guida nella vita. (...) A voi, in stretta sintonia con i genitori, è affidata la nobile arte della formazione della persona".

  Rivolgendo parole di esortazione ai sacerdoti, ai religiosi, alle religiose ed ai catechisti della parrocchie romane, il Santo Padre ha detto: "Siate dunque quegli amici affidabili nei quali essi possano toccare con mano l'amicizia di Gesù per loro, e al tempo stesso siate i testimoni sinceri e coraggiosi di quella verità che rende liberi e che indica alle nuove generazioni la via che conduce alla vita".

  Ribadendo che l'educazione "non è soltanto opera degli educatori", il Papa ha ricordato ai fanciulli, agli adolescenti e ai giovani che essi sono chiamati "ad essere gli artefici della vostra crescita morale, culturale e spirituale. Sta a voi, dunque, accogliere liberamente nel cuore, nell'intelligenza e nella vita il patrimonio di verità, di bontà e di bellezza che si è formato attraverso i secoli e che ha in Gesù Cristo la sua pietra angolare".

  "Sta a voi rinnovare e sviluppare ulteriormente questo patrimonio, liberandolo dalle tante menzogne e brutture che spesso lo rendono irriconoscibile e provocano in voi diffidenza e delusione. Sappiate comunque che in questo non facile cammino non siete mai soli: vi sono vicini non soltanto i vostri genitori, insegnanti, sacerdoti, amici e formatori, ma soprattutto quel Dio che ci ha creato e che è l'ospite segreto dei nostri cuori. (...) Egli è la vera speranza e il fondamento solido della nostra vita. Di Lui, anzitutto, ci possiamo fidare".
AC/EDUCAZIONE/DIOCESI ROMA                       VIS 20080225 (620)


venerdì 22 febbraio 2008

ALTRI ATTI PONTIFICI

CITTA' DEL VATICANO, 22 FEB. 2008 (VIS). Il Santo Padre:

- Ha accettato la rinuncia al governo pastorale della Diocesi di Soissons (Francia), presentata dal Vescovo Marcel Herriot, in conformità al canone 401, paragrafo 2, del Codice di Diritto Canonico. Gli succede il Vescovo Hervé Giraud, finora Vescovo Coadiutore della medesima Diocesi.

- Ha nominato il Monsignore Noël Treanor, finora Segretario della COMETE a Bruxelles (Belgio), Vescovo di Down and Condor (superficie: 2.419; popolazione: 1.000.000; cattolici. 321.021; sacerdoti: 243; religiosi: 359), Irlanda. Il Vescovo eletto è nato a Silverstream (Irlanda), nel 1950 ed è stato ordinato sacerdote nel 1976. Succede al Vescovo Patrick Walsh, del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima Diocesi, presentata per raggiunti limiti d'età.

- Ha nominato l'Arcivescovo Giuseppe Leanza, finora Nunzio Apostolico in Bulgaria, Nunzio Apostolico in Irlanda.

- Ha nominato il Monsignore Luciano Suriani, finora Consigliere nella Nunziatura Apostolica in Italia, Nunzio Apostolico in Bolivia, elevandolo in pari tempo alla dignità di Arcivescovo.
RE:NER:NN/.../...                                           VIS 20080222 (170)


UDIENZE

CITTA' DEL VATICANO, 22 FEB. 2008 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza l'Arcivescovo George Kocherry, Nunzio Apostolico in Zimbabwe.
AP/.../...                                         VIS 20080222 (30)

INTITOLAZIONE CORTILE NORD SAN GREGORIO L'ILLUMINATORE

CITTA' DEL VATICANO, 22 FEB. 2008 (VIS). Questa mattina, nel corso di una breve cerimonia alla quale hanno assistito Sua Beatitudine Nersès Bédros XIX, Patriarca di Cilicia degli Armeni ed un gruppo di Presuli della Chiesa Armena Cattolica, il Papa ha intitolato il Cortile Nord della Basilica Vaticana a San Gregorio l'Illuminatore.

  Ricordando che pochi mesi prima della sua morte, Giovanni Paolo II benedisse la statua di San Gregorio l'Illuminatore collocata nel Cortile Nord, Benedetto XVI ha detto: "Questo grande Santo, più di diciassette secoli fa, fece degli Armeni un popolo cristiano, anzi il primo popolo ad essere ufficialmente cristiano".

  "San Gregoiro fu detto l'Illuminatore" - ha proseguito il Pontefice - "proprio perché in lui si rifletteva in modo straordinario il volto del Salvatore".

  "Preghiamo perché il Popolo armeno, per intercessione di questo suo illustre e benemerito figlio, continui a camminare sulle vie della fede lasciandosi guidare, come ha fatto nel corso dei secoli, da Cristo e dal suo Vangelo, che ne ha segnato in modo indelebile la cultura".
AC/INTITOLAZIONE CORTILE/GREGORIO ILLUMINATORE                        VIS 20080222 (180)


UDIENZA ALLA DELEGAZIONE DEL CIRCOLO SAN PIETRO

CITTA' DEL VATICANO, 22 FEB. 2008 (VIS). Questa mattina il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto in Udienza una Delegazione del Circolo San Pietro che ha consegnato al Papa la raccolta del tradizionale Obolo di San Pietro, effettuata nelle parrocchie e negli istituti della Diocesi di Roma.

  Rivolgendosi ai Soci del Circolo San Pietro, nel giorno in cui la Chiesa celebra la Cattedra di San Pietro, Apostolo, il Papa ha sottolineato che il Circolo "si è sempre distinto per fedeltà incondizionata alla Chiesa e al suo universale Pastore, il Romano Pontefice".

  "Il servizio che il Circolo rende" - ha proseguito il Pontefice - "costituisce, nelle sue varie articolazioni, un apostolato molto apprezzato, ed offre una costante testimonianza dell'amore che voi nutrite verso la Chiesa e in particolare verso la Santa Sede. Penso alla vostra presenza nella Basilica Vaticana e al servizio d'ordine che svolgete durante le celebrazioni da me presiedute; penso ai vostri incontri formativi e spirituali che tendono a suscitare in voi una costante tensione verso la santità; penso alle attività di assistenza e di carità che sostenete con generosità".

  Benedetto XVI ha ringraziato i Soci del Circolo per la consegna dell'Obolo di San Pietro che "rappresenta un concreto aiuto offerto al Papa perché possa rispondere alle tantissime richieste che gli pervengono da ogni parte del mondo, specialmente dai Paesi più poveri. Grazie pertanto" - ha concluso il Pontefice - "per questo vostro servizio che svolgete con tanta generosità e spirito di sacrificio".
AC/.../CIRCOLO SAN PIETRO                           VIS 20080222 (260)


DONO FEDE CHIAMA CRISTIANI COOPERARE EVANGELIZZAZIONE

CITTA' DEL VATICANO, 22 FEB. 2008 (VIS). Oggi è stato reso pubblico il Messaggio del Santo Padre Benedetto XVI per la XLV Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, che sarà celebrata il 13 aprile, Domenica IV di Pasqua, sul tema: "Le vocazioni al servizio della Chiesa-missione".

  Il Messaggio, datato 3 dicembre 2007, è stato pubblicato in lingua francese, inglese, portoghese, italiana, spagnola, polacca e tedesca. Di seguito ne riportiamo alcuni estratti:

  "La Chiesa è missionaria nel suo insieme e in ogni suo membro. Se in forza dei sacramenti del Battesimo e della Confermazione ogni cristiano è chiamato a testimoniare e ad annunciare il Vangelo, la dimensione missionaria è specialmente e intimamente legata alla vocazione sacerdotale. Nell'alleanza con Israele, Dio affidò a uomini prescelti, chiamati da Lui ed inviati al popolo in suo nome, la missione di essere profeti e sacerdoti (...). Ugualmente avvenne con i profeti".

  "Le promesse fatte ai padri si realizzarono appieno in Gesù Cristo (...). E Gesù si scelse, come stretti collaboratori nel ministero messianico, dei discepoli già nella vita pubblica, durante la predicazione in Galilea. Ad esempio, in occasione della moltiplicazione dei pani, quando disse agli Apostoli: 'Date loro voi stessi da mangiare' (Mt 14,16), stimolandoli così a farsi carico del bisogno delle folle, a cui voleva offrire il cibo per sfamarsi, ma anche rivelare il cibo 'che dura per la vita eterna' (Gv 6,27). (...) Se ci soffermiamo a meditare questa pagina del Vangelo di Matteo, (...), notiamo tutti quegli aspetti che caratterizzano l'attività missionaria di una comunità cristiana, che voglia restare fedele all'esempio e all'insegnamento di Gesù. Corrispondere alla chiamata del Signore comporta affrontare con prudenza e semplicità ogni pericolo e persino le persecuzioni, giacché  'un discepolo non è da più del maestro, né un servo da più del suo padrone' (Mt 10,24). Diventati una cosa sola con il Maestro, i discepoli non sono più soli ad annunciare il Regno dei cieli, ma è lo stesso Gesù ad agire in essi (...) Ed inoltre, come veri testimoni, 'rivestiti di potenza dall'alto' (Lc 24,49), essi predicano 'la conversione e il perdono dei peccati' (Lc 24,47) a tutte le genti".

  "Proprio perché inviati dal Signore, i Dodici prendono il nome di 'apostoli', destinati a percorrere le vie del mondo annunciando il Vangelo come testimoni della morte e risurrezione di Cristo (...). Il Libro degli 'Atti degli Apostoli' attribuisce un ruolo molto importante, in questo processo di evangelizzazione, anche ad altri discepoli, la cui vocazione missionaria scaturisce da circostanze provvidenziali, talvolta dolorose, come l'espulsione dalla propria terra in quanto seguaci di Gesù (cfr 8,1-4). (...) Primo tra tutti, chiamato dal Signore stesso sì da essere un vero Apostolo, è senza dubbio Paolo di Tarso. La storia di Paolo, il più grande missionario di tutti i tempi, fa emergere, sotto molti punti di vista, quale sia il nesso tra vocazione e missione. Accusato dai suoi avversari di non essere autorizzato all'apostolato, egli fa appello ripetutamente proprio alla vocazione ricevuta direttamente dal Signore".

  "All'inizio, come in seguito, a 'spingere' gli Apostoli è sempre 'l'amore di Cristo'. (...) L'amore di Cristo, infatti, va comunicato ai fratelli con gli esempi e le parole; con tutta la vita".

  "Tra le persone che si dedicano totalmente al servizio del Vangelo vi sono in particolar modo sacerdoti chiamati a dispensare la Parola di Dio, amministrare i sacramenti, specialmente l'Eucaristia e la Riconciliazione, votati al servizio dei più piccoli, dei malati, dei sofferenti, dei poveri e di quanti attraversano momenti difficili in regioni della terra dove vi sono, talora, moltitudini che ancora oggi non hanno avuto un vero incontro con Gesù Cristo. (...) Le statistiche testimoniano che il numero dei battezzati aumenta ogni anno grazie all'azione pastorale di questi sacerdoti, interamente consacrati alla salvezza dei fratelli. (...) Attraverso i suoi sacerdoti, Gesù dunque si rende presente fra gli uomini di oggi, sino agli angoli più remoti della terra".

  "Da sempre nella Chiesa ci sono poi non pochi uomini e donne che, mossi dall'azione dello Spirito Santo, scelgono di vivere il Vangelo in modo radicale, professando i voti di castità, povertà ed obbedienza. Questa schiera di religiosi e di religiose, appartenenti a innumerevoli Istituti di vita contemplativa ed attiva, ha 'tuttora una parte importantissima nell'evangelizzazione del mondo' (Decr. Ad gentes, 40). Con la loro preghiera continua e comunitaria, i religiosi di vita contemplativa intercedono incessantemente per tutta l'umanità; quelli di vita attiva, con la loro multiforme azione caritativa, recano a tutti la testimonianza viva dell'amore e della misericordia di Dio".

  "Il dono della fede chiama tutti i cristiani a cooperare all'evangelizzazione. Questa consapevolezza va alimentata attraverso la predicazione e la catechesi, la liturgia e una costante formazione alla preghiera; va incrementata con l'esercizio dell'accoglienza, della carità, dell'accompagnamento spirituale, della riflessione e del discernimento, come pure con una progettazione pastorale, di cui parte integrante sia l'attenzione alle vocazioni".

  "Solo in un terreno spiritualmente ben coltivato fioriscono le vocazioni al sacerdozio ministeriale ed alla vita consacrata. Infatti, le comunità cristiane, che vivono intensamente la dimensione missionaria del mistero della Chiesa, mai saranno portate a ripiegarsi su se stesse. La missione, come testimonianza dell'amore divino, diviene particolarmente efficace quando è condivisa in modo comunitario, "perché il mondo creda" (cfr Gv 17,21)".
MESS/XLV GIORNATA MONDIALE VOCAZIONI/...               VIS 20080222 (880)


DECIMO ANNIVERSARIO VISITA GIOVANNI PAOLO II A CUBA


CITTA' DEL VATICANO, 22 FEB. 2008 (VIS). Nel pomeriggio di ieri è stato reso pubblico il Messaggio del Santo Padre Benedetto XVI ai Vescovi di Cuba, a motivo del decimo anniversario della visita che Giovanni Paolo II compì nel Paese dal 21 al 26 gennaio 1998.

  Il Messaggio è stato consegnato ai Presuli cubani dal Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, recatosi ieri a Cuba per un visita di sei giorni.

  "Il ricordare dieci anni dopo quelle indimenticabili giornate per la Chiesa e il popolo cubano, vissute altresì sotto lo sguardo emozionato di tutto il mondo" - scrive il Papa - "è senza dubbio un dovere di gratitudine verso il mio venerato Predecessore, e anche manifestazione di un ardente proposito di rinnovare l'autentico impulso evangelizzatore che Egli ha lasciato profondamente impresso nel cuore di tutti"

  "Mi sento spiritualmente fra di voi, come testimonia la presenza del Cardinale Tarcisio Bertone, mio Segretario di Stato, e rinnovo allo stesso tempo la stima del Successore di Pietro per i vostri impegni pastorali, come anche la mia vicinanza alle aspirazioni e alle preoccupazioni di tutti i cubani. Chiedo costantemente al Signore di darvi forza e generosità per vivere ogni giorno più intensamente la vostra fede e adoperarvi a favore di un mondo illuminato dal Vangelo".

  "L'annuncio del Vangelo di Cristo continua a trovare a Cuba cuori ben disposti ad accoglierlo, il che comporta una responsabilità costante per aiutarli a crescere nella vita spirituale, proponendo loro quella 'misura alta' della vita cristiana ordinaria propria della vocazione alla santità di ogni battezzato".

  "Annunciare la retta dottrina" - ribadisce il Papa - "indurre all'ascolto e all'approfondimento  della Parola di Dio, promuovere la partecipazione ai sacramenti e la vita di preghiera, sono mete primarie dell'azione pastorale, poiché portare a tutti la salvezza di Cristo è il nucleo stesso della missione della Chiesa".

  Riconoscendo che "A volte, alcune comunità cristiane si sentono oppresse dalle difficoltà, dalla scarsità di risorse, dall'indifferenza o persino dalla diffidenza, che possono indurre allo sconforto" - Benedetto XVI esorta i cattolici cubani con queste parole: "Il credente sa che può riporre sempre la propria speranza in Cristo Gesù, nostro Signore, che non delude (cfr Ts 1, 3) e colma di gioia il suo cuore (cfr 1 Pt 1, 6), dando senso e fecondità alla sua vita di fede".

  "Quante volte" - scrive ancora il Pontefice - "piccoli gesti di amicizia e di buona volontà, gesti semplici quotidiani di rispetto, di attenzione verso chi soffre o di dedizione disinteressata al bene degli altri, fanno intravedere l'amore senza limiti di Dio per tutti e per ciascuno".

  "Acquista pertanto anche grande importanza la missione che la Chiesa a Cuba svolge a favore dei più bisognosi, con opere concrete di servizio e di attenzione agli uomini e alle donne di qualsiasi condizione, che meritano non solo di essere sostenuti nei loro bisogni materiali, ma anche di essere accolti con affetto e comprensione. Il Papa ringrazia profondamente per lo sforzo e il sacrificio delle persone e delle comunità che si dedicano a questi compiti, seguendo l'esempio di Cristo che 'non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto di molti'".

  "Cari Fratelli,  avete nelle vostre mani la cura della vigna del Signore a Cuba, dove l'annuncio del Vangelo è giunto cinque secoli fa e i cui valori hanno avuto una grande influenza sulla nascita della Nazione, ad opera soprattutto del Servo di Dio Félix Varela e di quel propagatore dell'amore fra i cubani e fra tutti gli uomini che fu José Martí. In questi valori vedevano un elemento vitale anche per la concordia e il futuro felice della Patria".

  "Questa eredità si è radicata nell'anima cubana, che oggi ha bisogno della vostra generosa sollecitudine pastorale per ravvivarla sempre più, mostrando che la Chiesa, incentrando il suo sguardo su Gesù Cristo, tende a fare il bene, a promuovere la dignità della persona e, seminando sentimenti di comprensione, misericordia e riconciliazione, contribuisce a migliorare l'uomo e la società".

  "Sapete che potete contare sulla vicinanza del Papa" - conclude Benedetto XVI - "e sulla fraterna preghiera e collaborazione di altre Chiese particolari disseminate in tutto il mondo".
MESS/.../VESCOVI CUBA                                       VIS 20080222 (690)


"VIVA ED EFFICACE È LA PAROLA DI DIO"

CITTA' DEL VATICANO, 22 FEB. 2008 (VIS). Alle 9:00 di questa mattina, nella Cappella "Redemptoris Mater" nel Palazzo Apostolico Vaticano, alla presenza del Santo Padre, Padre Raniero Cantalamessa, O.F.M.Cap., Predicatore della Casa Pontificia, ha tenuto la prima predica della Quaresima 2008. Tema delle meditazioni è: "Viva ed efficace è la parola di Dio" (Ebrei 4,12).

  "In preparazione al Sinodo dei Vescovi sulla parola di Dio (5-26 ottobre 2008), e tenendo conto dei 'Lineamenta' redatti in vista di esso" - si legge in un Comunicato - "si intende proporre una riflessione sull'annuncio del Vangelo nella vita di Cristo (il Gesù 'che predica') e nella missione della Chiesa (il Cristo 'predicato'), sulla parola di Dio come mezzo di santificazione personale (lectio divina) e sul rapporto tra lo Spirito e la Parola (lettura spirituale della Bibbia)".

  Le prossime tre prediche di Quaresima avranno luogo il 29 febbraio, il 7 e il 14 marzo.
.../PREDICHE QUARESIMA/CANTALAMESSA               VIS 20080222 (160)


giovedì 21 febbraio 2008

ALTRI ATTI PONTIFICI

CITTA' DEL VATICANO, 21 FEB. 2008 (VIS). Il Santo Padre ha nominato il Vescovo Ricardo Watty Urquidi, M.Sp.S., finora Vescovo di Nuevo Laredo (Messico), Vescovo di Tepic (superficie: 22.777; popolazione: 1.115.208; cattolici: 1.073.321; sacerdoti: 210; religiosi: 270), Messico. Il Vescovo Watty Urquidi succede al Vescovo Alfonso Humberto Robles Cota, del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima Diocesi, presentata per raggiunti limiti d'età.
NER:RE/.../WATTY URQUIDI:ROBLES COTA                     VIS 20080221 (80)

UDIENZE

CITTA' DEL VATICANO, 21 FEB. 2008 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza il Professor Renato Guardini, Rettore Magnifico dell'Università di Roma "La Sapienza".
AP/.../...                                         VIS 20080221 (30)

ACCADEMIA VITA: ACCANTO MALATO INGUARIBILE E MORENTE

CITTA' DEL VATICANO, 21 FEB. 2008 (VIS). Questa mattina, presso la Sala Stampa della Santa Sede, ha avuto luogo Conferenza Stampa di presentazione del Congresso Internazionale "Accanto al malato inguaribile e al morente: orientamenti etici ed operativi" promosso dalla Pontificia Accademia per la Vita in occasione della XIV Assemblea Generale. Il Congresso si terrà in Vaticano il 25 e 26 febbraio prossimo.

  Alla Conferenza Stampa sono intervenuti il Vescovo Elio Sgreccia, Presidente della Pontificia Accademia per la Vita; il Professor Joseph Capizzi, Professore Associato di Teologia Morale presso la "Catholic University of America" e Membro della Fondazione "Culture of Life", (Stati Uniti d'America); il Professor Monsignor Maurizio Calipari, Teologo moralista della Pontificia Accademia per la Vita e Professore incaricato di Bioetica presso l'Istituto Giovanni Paolo II per Studi su Matrimonio e Famiglia ed il Professor Ben Zylicz, Direttore Sanitario del "Dove House Hospice" in Hull, East Yorkshire, Inghilterra.

  Il Vescovo Elio Sgreccia ha presentato una breve sintesi della finalità dell'Assemblea che si concentrerà sul quel particolare momento "nel quale si sperimenta in profondità la fragilità umana, un momento reso ancora più difficile dalla solitudine e dalla sofferenza (...) ma molto importante per la visione cristiana, perché l'organismo fisico si sfalda e la vita dell'individuo si avvia alla fina, ma nello stesso tempo si apre alla vita piena, alla vita eterna".

  "Questo momento di confine è l'argomento specifico dell'Assemblea" - ha aggiunto il Presule - "Avvertiamo nuovamente la necessità di definire ulteriormente i termini di ciò che è lecito e ciò che non lo è in ambito terapeutico, soprattutto per rispondere a diversi dubbi e dibattiti nell'ambito dell'assistenza medica. Il programma include molti termini di carattere etico, destinati a chiarire con il massimo equilibrio e precisione possibili i limiti della terapia e dell'aiuto al malato grave o morente. Sono anche previsti dibattiti di argomento antropologico e culturale. Presenteremo soprattutto aspetti relativi all'assistenza: come mobilitare la società e la comunità cristiana, le cure palliative, ma predomineranno gli interventi che devono rispondere ad interrogativi etici precisi".

  "Le nuove e crescenti possibilità tecniche d'intervento medico" - ha affermato il Monsignor Calidari - "oltre che assicurare maggiori chances di vita e/o migliori condizioni di salute per molti, talvolta, possono comportare per il paziente stesso un  ulteriore aggravio della sua sofferenza personale, senza che vi sia, per contro, una reale prospettiva di beneficio".

  "Che fare in questi casi? Quali criteri adottare per poter esprimere un giudizio etico ed operativo, che sia fondato e giustificabile, sull'impiego dei mezzi di conservazione della vita?".

  Il Professor Calidari ha inteso "delineare un nuovo quadro sistematico di valutazione che coniughi dinamicamente ambedue le coppie concettuali di 'proporzionalità/sproporzionalità' (cronologicamente più recente) e di 'ordinarietà/straordinarietà' (più tradizionale', senza tuttavia privarle delle loro differenze e specificità. Da questo dinamismo valutativo, infine, si deriva un corrispondente schema normativo che possa rappresentare un preciso riferimento per le scelte concrete, circa l'elezione ed il ricorso ai vari mezzi di conservazione della vita".

  L'intervento del Professor Zylic si è concentrato sulle cure palliative, le residenze per anziani e l'assistenza a domicilio. "Sebbene il concetto di ricovero sia molto cristiano" - ha detto - "i ricoveri accolgono persone di tutte le fedi e religioni".

  "La morte" - ha continuato il Professor Zylic - "deve essere considerata come parte della vita, un avvenimento normale. La morte di una persona cara può perfino essere un momento importante di crescita personale. Le persone che lavorano nelle case per anziani devono confrontarsi con tanti dilemmi di natura etica, come l'alimentazione e l'idratazione artificiale, il controllo intensivo dei sintomi che può risultare nella morte precoce di un paziente, l'angoscia e la sedazione terminale, ed infine la crescente domanda di eutanasia nella società".
OP/MALATI INGUARIBILI/SGRECCIA                       VIS 20080221 (430)


PADRI GESUITI: PIENA FEDELTÀ CARISMA ORIGINARIO

CITTA' DEL VATICANO, 21 FEB. 2008 (VIS). Questa mattina il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto in udienza i Partecipanti al Capitolo Generale della Compagnia di Gesù, in corso a Roma dal 7 gennaio, con Padre Adolfo Nicolás, nuovo Preposito Generale.

  "Voglio oggi incoraggiare voi e i vostri confratelli" - ha detto il Papa nel suo discorso - a continuare sulla strada della missione ricevuta da Dio, "in piena fedeltà al vostro carisma originario, nel contesto ecclesiale e sociale che caratterizza questo inizio di millennio".

  "La Chiesa" - ha proseguito il Pontefice - "ha urgente bisogno di persone di fede solida e profonda, di cultura seria e di genuina sensibilità umana e sociale, di religiosi e sacerdoti che dedichino la loro vita a stare proprio su queste frontiere per testimoniare e aiutare a comprendere che vi è invece un'armonia profonda fra fede e ragione, fra spirito evangelico, sete di giustizia e operosità per la pace".

  "Fedele alla sua migliore tradizione, essa deve continuare a formare con grande cura i suoi membri nella scienza e nella virtù, senza accontentarsi della mediocrità, perché il compito del confronto e del dialogo con i contesti sociali e culturali molto diversi e le mentalità differenti del mondo di oggi è fra i più difficili e faticosi".

  "Mentre vi sforzate di costruire ponti di comprensione e di dialogo con chi non appartiene alla Chiesa o ha difficoltà ad accettarne le posizioni e i messaggi, dovete allo stesso tempo farvi lealmente carico del dovere fondamentale della Chiesa di mantenersi fedele al suo mandato di aderire totalmente alla Parola di Dio, e del compito del Magistero di conservare la verità e l'unità della dottrina cattolica nella sua completezza".

  "Ciò vale non solo per l'impegno personale dei singoli Gesuiti" - ha ribadito il Pontefice - "poiché lavorate come membra di un corpo apostolico, dovete anche essere attenti affinché le vostre opere ed istituzioni conservino sempre una chiara ed esplicita identità, perchè il fine della vostra attività apostolica non rimanga ambiguo od oscuro, e perché tante altre persone possano condividere i vostri ideali e unirsi a voi efficacemente e con entusiasmo, collaborando al vostro impegno di servizio di Dio e dell'uomo".

  Ponendo in risalto le tendenze culturali attuali "come il soggettivismo, il relativismo, l'edonismo, il materialismo pratico", il Santo Padre ha invitato i Gesuiti a profondere un rinnovato impegno per "promuovere e difendere la dottrina cattolica 'in particolare sui punti nevralgici oggi fortemente attaccati dalla cultura secolare'".

  "I temi, oggi continuamente discussi e messi in questione, della salvezza di tutti gli   uomini in Cristo, della morale sessuale, del matrimonio e della famiglia, vanno approfonditi e illuminati nel contesto della realtà contemporanea, ma conservando quella sintonia con il Magistero che evita di provocare confusione e sconcerto nel Popolo di Dio".

  Il Papa incoraggio i Padri Gesuiti "a continuare e a rinnovare" la loro missione fra i poveri e con i poveri. "Per noi la scelta dei poveri non è ideologica, ma nasce dal Vangelo. Innumerevoli e drammatiche sono le situazioni di ingiustizia e di povertà nel mondo di oggi, e se bisogna impegnarsi a comprenderne e a combatterne le cause strutturali, occorre anche saper scendere a combattere fin nel cuore stesso dell'uomo le radici profonde del male, il peccato che lo separa da Dio, senza dimenticare di venire incontro ai bisogni più urgenti nello spirito della carità di Cristo".

  "Un'attenzione specifica vi invito infine a riservare a quel ministero degli Esercizi Spirituali che fin dalle origini è stato caratteristico della vostra Compagnia" - ha concluso il Pontefice esortando i Padri con queste parole: "Gli Esercizi sono la fonte della vostra spiritualità (...): sta a voi continuare a farne uno strumento prezioso ed efficace per la crescita spirituale delle anime, per la loro iniziazione alla preghiera, alla meditazione, in questo mondo secolarizzato in cui Dio sembra essere assente. (...) In un tempo come quello odierno, (...), gli Esercizi Spirituali rappresentano una via e un metodo particolarmente prezioso per cercare e trovare Dio, in noi, attorno a noi e in ogni cosa, per conoscere la sua volontà e metterla in pratica".
AC/.../COMPAGNIA DI GESÙ                           VIS 20080221 (680)


SERBIA: RADICI CRISTIANE E RICONCILIAZIONE

CITTA' DEL VATICANO, 21 FEB. 2008 (VIS). Il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto oggi in Vaticano il Signor Viadeta Jankovic, nuovo Ambasciatore di Serbia presso la Santa Sede, in occasione della presentazione delle Lettere Credenziali.

  Nel suo discorso al diplomatico il Papa ha sottolineato che la Santa Sede "tiene in gran conto i rapporti diplomatici con la Serbia e desidera offrire il suo incoraggiamento affinché il Paese continui ad adoperarsi per edificare un futuro di pace, prosperità, riconciliazione e pacifica coesistenza nella regione, mentre la Serbia e i paesi confinanti si impegnano ad assumere il proprio ruolo in Europa".

  "Pochi paesi nel continente europeo sono sfuggiti alle devastazioni delle guerre nel secolo scorso" - ha detto il Santo Padre - "e tutti possono imparare dalle lezioni del recente passato. Mentre lei si adopera per un futuro più sicuro, è fondamentale ricordare che l'identità e la ricca tradizione culturale della Nazione che lei rappresenta, come di tutte le nazioni europee, è profondamente radicata nel patrimonio della fede cristiana e del Vangelo dell'amore".

  "Se scegliamo di vivere secondo i valori delle nostre radici cristiane, scopriamo il coraggio di perdonare e di accettare il perdono, di essere riconciliati con i nostri vicini e costruire insieme una civiltà dell'amore nella quale ogni persona viene accettata e rispettata. Conosce le sofferenze  del popolo serbo nel corso dei recenti conflitti e desidero esprimere la mia sentita sollecitudine per il popolo serbo e per le altre nazioni balcaniche coinvolte nei dolorosi avvenimenti degli ultimi dieci anni".

  "La Santa Sede" - ha proseguito il Pontefice - "condivide il vostro ardente desiderio che la pace conquistata, porti duratura stabilità nella regione. In particolare, riguardo alla corrente crisi in Kosovo, invito tutte le parti interessate ad agire con prudenza e moderazione ed a ricercare soluzioni che favoriscano il rispetto reciproco e la riconciliazione".

  "Non di minore importanza sono le divisioni fra i popoli dell'Europa che risultano dalla tragica perdita di unità dei cristiani nell'ultimo millennio" - ha ricordato il Papa rallegrandosi per i progressi dei rapporti fra i cristiani cattolici e gli ortodossi in Serbia negli ultimi anni, e per la proficua collaborazione in diversi ambiti. "Auspico che tali positivi sviluppi continuino ad essere proficui, in particolare mediante l'esame congiunto della dottrina sociale cristiana".

  "La collocazione geografica della Serbia" - ha detto ancora il Santo Padre - "al confine fra la cristianità orientale e la cristianità occidentale, offre una opportunità unica di promuovere il dialogo ecumenico, mentre la sua familiarità con l'Islam, sia attraverso l'incontro con l'Impero Ottomano e sia per la presenza di molti musulmani nella regione, apre grandi possibilità di progresso nel dialogo interreligioso. Questi due processi sono di estrema importanza per stabilire una maggiore comprensione e rispetto reciproci fra i popoli e le nazioni del mondo moderno".

  "La libertà religiosa è un elemento indispensabile per l'edificazione di un tipo di società nella quale possa svilupparsi una tale armonia. Grandemente apprezzati" - ha detto Papa Benedetto XVI - "sono i recenti provvedimenti adottati dalla Serbia negli ultimi anni per garantire tale fondamentale diritto umano".

  "Il progetto di restaurare chiese e quelle proprietà di comunità religiose  nazionalizzate dalla Federazione Jugoslava e l'introduzione dell'insegnamento della religione nelle scuole, hanno contribuito al rinnovamento spirituale del vostro Paese. E' stato dato un importante esempio dal quale possono apprendere altri governi".
 
  "Prego che questa apertura ai valori religiosi nella società" - ha concluso il Pontefice - "continui a crescere così che il dibattito pubblico sia davvero nutrito dai principi derivanti dalla fede".
CD/LETTERE CREDENZIALI:SERBIA/JANCOVIC               VIS 20080221 (570)


mercoledì 20 febbraio 2008

SANT'AGOSTINO E' VIVO ATTRAVERSO LE SUE OPERE


CITTA' DEL VATICANO, 20 FEB. 2008 (VIS). Riprendendo la catechesi dedicata alla figura di Sant'Agostino, il Santo Padre, ha tenuto l'Udienza Generale di oggi in due momenti distinti: alle ore 10:30 nella Basilica Vaticana, dove ha incontrato i singoli fedeli, che non hanno trovato posto nell'Aula Paolo VI e successivamente, nell'Aula Paolo VI, dove ha tenuto la catechesi.

  Agostino" - ha detto il Papa - "è il Padre della Chiesa che ha lasciato il maggior numero di opere, e di queste oggi intendo parlare brevemente. (...) Alcuni degli scritti di Sant'Agostino sono d'importanza capitale, e non solo per la storia del cristianesimo ma per la formazione di tutta la cultura occidentale".

  Citando le "Confessiones" nelle quali "possiamo seguire passo passo il cammino interiore di quest'uomo straordinario e appassionato di Dio", il Papa ha ricordato anche le "meno diffuse ma non meno originali (...) 'Retractationes' (...) nelle quali Sant'Agostino, ormai anziano, compie un'opera di 'revisione' (retractatio) di tutta la sua opera scritta, lasciando così un documento letterario singolare e preziosissimo, ma anche un insegnamento di sincerità e di umiltà intellettuale".

  "L'opera più importante e decisiva" - ha proseguito il Pontefice - "per lo sviluppo del pensiero politico occidentale e per la teologia cristiana della storia è il libro 'De civitate Dei' - scritto tra il 413 il 426 in ventidue libri. L'occasione era il sacco di Roma compiuto dai Goti nel 410. Tanti pagani ancora viventi, ma anche molti cristiani, avevano detto: Roma è caduta adesso, adesso il Dio cristiano e gli apostoli non possono proteggere la città. Durante la presenza delle divinità pagane Roma era 'caput mundi', la grande capitale, e nessuno poteva pensare che sarebbe caduta nelle mani dei nemici".

  "Adesso con il Dio cristiano" - ha spiegato il Pontefice - "questa grande città non appariva più sicura. Quindi il Dio dei cristiani non proteggeva, non poteva essere il Dio al quale affidarsi. A questa obiezione, che toccava profondamente anche i cuori dei cristiani, risponde Sant'Agostino con questa grandiosa opera, il 'De civitate Dei', chiarendo che cosa dobbiamo aspettarci da Dio e che cosa no, qual è la relazione tra la sfera politica e la sfera della fede della Chiesa. Anche oggi questo libro è una fonte per definire bene la vera laicità e la competenza della Chiesa, la grande vera speranza che ci dona la fede".

  "Questo grande libro è una presentazione della storia dell'umanità governata dalla Provvidenza divina, ma divisa da due amori tra loro contrastanti che danno origine a due città: quella terrena, originata dall'amore di sé 'sino all'indifferenza per Dio', e quelle celeste che nasce dall'amore per Dio 'sino all'indifferenza di sé'".

  "Altrettanto importante è il libro 'De Trinitate'" - ha ricordato il Papa - "'opera in quindici libri sul principale nucleo della fede cristiana', la fede in Dio trinitario scritta in due tempi: tra il 399 e il 412 i primi dodici libri, pubblicati a insaputa di Sant'Agostino, che verso il 420 li completò e rivide l'intera opera".

  "Il 'De doctrina Christiana' è invece una vera e propria introduzione culturale all'interpretazione della Bibbia e in definitiva allo stesso cristianesimo, che ha avuto un'importanza decisiva nella formazione della cultura occidentale".

  "Agostino certamente pur con tutta la sua umiltà, fu consapevole della propria statura intellettuale. Ma per lui, più importante del fare grandi opere di respiro alto, teologico, era portare il messaggio cristiano ai semplici. (...) La responsabilità acutamente avvertita nei confronti della divulgazione del messaggio cristiano è  all'origine di scritti come il 'De catechizandis rudibus', una teoria e anche prassi della catechesi, o il 'Psalmus contra partem Donati'".

  "I Donatisti" - ha spiegato il Papa - "erano il grande problema dell'Africa di Sant'Agostino, uno scisma volutamente africano. Essi affermavano: la vera cristianità è quella africana. Si opponevano all'unità della Chiesa. Contro questo scisma il grande Vescovo ha lottato per tutta la sua vita, cercando di convincere i donatisti che solo nell'unità anche l'africanità può essere vera".

  "E per farsi capire semplici, che non potevano capire il grande latino del retore, ha detto: devo scrivere anche con errori grammaticali, in un latino molto semplificato. E lo ha fatto soprattutto in questo 'Psalmus', una specie di poesia semplice contro i donatisti, per aiutare tutta la gente a capire che solo nell'unità della Chiesa si realizza per tutti realmente la nostra relazione con Dio e cresce la pace nel mondo"

  "In questa produzione destinata a un pubblico" - ha precisato il Papa - "più largo riveste un'importanza particolare la massa delle omelie, (...) trascritte dai tachigrafi durante la predicazione (...) Tra queste, spiccano le bellissime 'Enarrationes in Psalmos'" che "diventavano, per la fama del loro autore, testi molto ricercati e servivano anche per altri Vescovi e sacerdoti come modelli, adattati a sempre nuovi contesti".

  "Sì, anche per noi sarebbe stato bello" - ha concluso il Pontefice - "poterlo sentire vivo. Ma è realmente vivo nei suoi scritti, è presente in noi e così vediamo anche la permanente vitalità della fede alla quale ha dato tutta la sua vita!".
AG/SANT'AGOSTINO/...                               VIS 20080220 (810)


martedì 19 febbraio 2008

ALTRI ATTI PONTIFICI

CITTA' DEL VATICANO, 19 FEB. 2008 (VIS). Il Santo Padre ha nominato:

- Il Sacerdote Valter Dario Maggi, Vescovo Ausiliare di Guayaquil (superficie: 18.711; popolazione: 3.357.000; cattolici: 3.022.000; sacerdoti: 339; religiosi: 678; diaconi permanenti: 25), Ecuador. Il Vescovo eletto, è nato a Brignano Gera d'Adda (Italia), nel 1956 ed è stato ordinato sacerdote nel 1985. E' stato finora Parroco e Segretario della Commissione Episcopale per la Educazione della Conferenza Episcopale Ecuadoriana e Direttore dell'Istituto Teologico Pastorale dell'Ecuador.

- Il Reverendo Joseph Ponniah, Vescovo Ausiliare della Diocesi di Trincomalee-Batticaloa (superficie: 8.397; popolazione: 1.545.129; cattolici: 68.174; sacerdoti: 66; religiosi: 131), Sri Lanka. Il Vescovo eletto è nato a Thannamunai (Sri Landa), nel 1952 ed è stato ordinato sacerdote nel 1980. E' stato finora Vicario Generale della medesima Diocesi.
NEA/.../MAGGI:PONNIAH                               VIS 20080219 (130)

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