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venerdì 29 febbraio 2008

INTERDIPENDENZA E SOLIDARIETÀ DI FRONTE SFIDE MONDO

CITTA' DEL VATICANO, 29 FEB. 2008 (VIS). Questa mattina il Santo Padre ha ricevuto la Professoressa Mary Ann Glendon, nuova Ambasciatrice degli Stati Uniti d'America presso la Santa Sede, ed ex Presidente della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, in occasione della presentazione delle Lettere Credenziali.

  Ricordando la precedente carica della Professoressa Glendon, il Papa ha affermato: "Sono certo che la conoscenza e l'esperienza derivata dalla sua insigne collaborazione con la Santa Sede, saranno elementi positivi nel compimento dei suoi doveri ed arricchiranno l'attività della comunità diplomatica alla quale Lei ora appartiene".

  "Sin agli albori della Repubblica, l'America è stata, come lei ha rilevato" - ha affermato il Pontefice - "una nazione che tiene in gran conto il ruolo del credo religioso nell'assicurare un ordine democratico solido ed etico. L'esempio della sua Nazione che unisce popoli di buona volontà, a prescindere dalla razza, dalla nazionalità o dal credo, in una visione condivisa ed in un disciplinato perseguimento del bene comune, ha incoraggiato molte giovani nazioni nello sforzo di creare un ordine sociale armonico, libero e giusto".

  "Attualmente tale compito di riconciliare l'unità e la diversità, di forgiare una visione comune e di raccogliere l'energia morale per realizzarla, è divenuta una urgente priorità di tutta la famiglia umana, che è sempre più consapevole della sua interdipendenza e della necessità di una effettiva solidarietà nel rispondere alle sfide globali e nel costruire un futuro di pace".

  "L'esperienza del secolo passato, con la sua pesante eredità di guerra e di violenza, culminata nello sterminio pianificato di intere popolazioni, ha reso evidente che il futuro dell'umanità non può dipendere dal mero compromesso politico. Piuttosto, esso deve essere il frutto di un consenso più profondo basato sul riconoscimento delle verità universali. (...) La costruzione di una cultura giuridica globale ispirata dai più alti ideali di giustizia, solidarietà e pace esige un fermo impegno, speranza e generosità da parte di ogni nuova generazione".

  "La costruzione di un futuro più sicuro per la famiglia umana significa prima di tutto lavorare allo sviluppo integrale dei popoli, specialmente (...) reprimendo la corruzione e la militarizzazione che privano di preziose risorse molti nostri fratelli e sorelle nelle aree più povere".

  "Il progresso della famiglia umana è minacciato non soltanto dalla piaga del terrorismo internazionale, ma anche da minacce alla pace come la sempre più rapida corsa agli armamenti e il persistere di tensioni in Medio Oriente. Colgo l'occasione per esprimere l'auspicio che i pazienti e trasparenti negoziati conducano alla riduzione ed eliminazione delle armi nucleari e che la recente Conferenza di Annapolis sia la prima di una serie di passi verso una pace duratura nella Regione".

  "La soluzione di questi e di altri problemi simili richiede di aver fiducia (...) nell'opera di organismi internazionali quali l'Organizzazione delle Nazioni Unite, che per loro natura sono in grado di promuovere autentico dialogo e comprensione, riconciliando le divergenze, e sviluppando politiche e strategie multilaterali che possono rispondere alle molteplici sfide del nostro complesso mondo".

  "Non posso mancare di notare con gratitudine" - ha detto ancora il Pontefice - "l'importanza che gli Stati Uniti hanno attribuito al dialogo interreligioso e interculturale quale forza positiva per la pacificazione. La Santa Sede è convinta del grande potenziale spirituale rappresentato da tale dialogo, con particolare riguardo alla promozione della non violenza ed al rigetto di ideologie che manipolano e sfigurano la religione a fini politici, e giustificano la violenza in nome di Dio".

  Infine il Papa ha menzionato: "L'apprezzamento storico del popolo americano per il ruolo della religione nel formulare le istanze pubbliche e nell'illuminare l'innata dimensione morale delle questioni sociali - un ruolo a volte contestato in nome di una precaria comprensione della vita politica e delle istanze pubbliche - che si riflette negli sforzi che tanti dei vostri concittadini e responsabili di governo compiono per assicurare una protezione giuridica al dono divino della vita dal concepimento alla morte naturale, ed alla salvaguardia dell'istituzione del matrimonio, riconosciuto come unione stabile fra un uomo e una dona, e quella della famiglia".
CD/CREDENZIALI/STATI UNITI:GLENDON                            VIS 20080229 (670)


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