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venerdì 14 ottobre 2005

RIUNIONE PER GRUPPI LINGUISTICI DEI PADRI SINODALI


CITTA' DEL VATICANO, 13 OTT. 2005 (VIS). Oggi e domani mattina proseguiranno i lavori dei gruppi linguistici per la preparazione e approvazione dei testi che saranno presentati, nel pomeriggio di oggi, dai Circoli Minori. Nel frattempo sono stati resi pubblici gli interventi "in scriptis" di alcuni Padri Sinodali, non pronunciati nell'Aula.

Riportiamo di seguito gli estratti di alcuni interventi:

VESCOVO IAN MURRAY, DI ARGYLL AND THE ISLES (GRAN BRETAGNA) (SCOZIA). "(...) La liturgia è uno strumento chiave di evangelizzazione e deve essere celebrata in una lingua che introduca i fedeli al cuore del Mistero della fede. I testi devono trascendere i capricci delle mode linguistiche. Le lingue locali presentano difficoltà particolari, come accade nella mia diocesi con il gaelico scozzese. In situazioni come questa si dovrebbe conferire alle Conferenze Episcopali locali l'autorità di mettere a punto e approvare questi testi liturgici. I cappellani, grazie alla conoscenza linguistica dei paesi europei, devono essere in grado di accogliere gli immigrati e servirli possibilmente nelle diverse lingue".

ARCIVESCOVO LIBORIUS NDUMBUKUTI NASHENDA, O.M.I., DI WINDHOEK (NAMIBIA). "(...) La teologia dell'Eucaristia tocca quasi ogni settore fondamentale della teologia. Dal Concilio Vaticano II in poi, sono stati affrontati tutti i temi principali. Perciò, ogni documento che venga direttamente dal Sinodo dei Vescovi deve fornire una trattazione equilibrata, intertestuale del tema. Sarebbe un errore produrre un documento che affronti solo alcuni dei temi in questione per correggere determinati abusi di cui ci si è resi conto. Piuttosto, esso dovrebbe suggerire risposte pastorali alle necessità di quelle persone della terra che sono private del dono dell'Eucaristia (per esempio, divorziati che ricevono la Santa Comunione, per citare solo una di queste situazioni). Dovremmo evitare, a ogni costo, di produrre un documento disciplinare, o che dia la sensazione di concentrarsi su rubriche prive di un forte fondamento teologico. (...) Noi tutti Padri Sinodali dovremmo avere la consapevolezza che il documento che stiamo preparando deve costituire una parte della trilogia sull'Eucaristia, di recente elaborazione. Innanzitutto, la Lettera del nostro compianto Santo Padre 'Mane nobiscum Domine'; quindi, la riflessione pubblicata dalla Congregazione per il Culto Divino; ed ora, il Documento Sinodale".

ARCIVESCOVO FELIX ALABA ADEOSIN JOB, DI IBADAN (NIGERIA). "Desidero parlare a questa Assemblea della cura pastorale degli immigrati. (...) L''Instrumentum laboris' ci ricorda che l'Eucaristia riunisce i fedeli e fa di loro una comunità, a prescindere dalle differenze di razza, di lingua, di nazione e di cultura. (...) La migrazione non si limita ai soli fedeli laici. Abbiamo sacerdoti e religiosi mandati a studiare o ad acquisire l'esperienza necessaria per lo sviluppo delle loro congregazioni o delle loro diocesi. (...) Se il sacerdote immigrante deve celebrare il Santo Sacrificio con dignità, devozione e riverenza, è necessario che sia riconosciuto, che gli venga garantito un mezzo di sussistenza dignitoso e che sia rassicurato sulla sua appartenenza. (...) La cura delle immigranti religiose è più complessa e merita una maggiore attenzione. La vita consacrata è una testimonianza di Cristo nella Chiesa e la loro presenza è una benedizione per la Chiesa locale. Tuttavia, esse non devono risiedere in una Chiesa locale senza l'autorizzazione scritta dell'Ordinario locale. In questi tempi, la diminuzione del numero di religiosi nell'antica Chiesa e il desiderio di sopravvivenza e di continuità hanno portato a reclutare in modo indiscriminato le giovani donne nei territori di missione. Queste giovani vengono sradicate dalla loro cultura e dalla loro tradizione e trapiantate in Europa e in America, dove spesso sono sopraffatte dal clima, dalla cultura e dalle usanze e vengono espulse dalle istituzioni. Inevitabilmente, molte di loro cadono vittima delle persone e delle situazioni. La loro situazione come corpo spezzato di Cristo deve essere considerata con compassione e amore. Esse sono parte del Corpo di Cristo, la Chiesa".
SE/CIRCOLI MINORI/... VIS 20051014 (610)

UDIENZE

CITTA' DEL VATICANO, 14 OTT. 2005 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza sette Presuli della Conferenza Episcopale di Etiopia ed Eritrea, in Visita "ad Limina Apostolorum":

- Don Angelo Moreschi, S.D.B., Prefetto Apostolico di Gambella (Etiopia).

- Il Padre Theodorus van Ruijven, C.M., Prefetto Apostolico di Jimma-Bonga (Etiopia).

- Il Vescovo Menghisteab Tesfamariam, M.C.C.I., di Asmara (Eritrea), con il Vescovo emerito Zekarias Yohannes.

- Il Vescovo Thomas Osman, O.F.M.Cap., di Barentu (Eritrea), con il Vescovo emerito Luca Milesi, O.F.M.Cap.

- Il Vescovo Kidane Yebio, di Keren (Eritrea).
AL/.../... VIS 20051014 (100)

IN BREVE


IL MONSIGNOR FRANCISCO FOLLO, CAPO DELLA DELEGAZIONE DELLA SANTA SEDE alla XXXIII Sessione della Conferenza Generale dell'U.N.E.S.C.O., è intervenuto, il 10 ottobre scorso, su questioni relative alla bioetica, all'educazione e al rapporto tra libertà e giustizia. "Oggi" - ha detto - "ci troviamo di fronte ad una nuova situazione dove l'uomo può o potrà mettere in gioco il destino di tutta la sua specie, tentato com'è di trattare l'essere umano alla stregua di semplice materiale di laboratorio". Per cui, ha ribadito Monsignor Follo, "La ragione principale per la quale la bioetica deve esistere, è per motivi etici". In merito all'educazione, il Capo della Delegazione della Santa Sede ha sottolineato che essa "deve perseguire obiettivi sempre più ambiziosi e formare le persone, libere e responsabili, in particolare riguardo al comportamento in materia affettiva e sociale".

OGGI È STATO RESO PUBBLICO IL MESSAGGIO AI MUSULMANI PER LA FINE DEL RAMADAN, dal titolo: "Continuando sulla via del dialogo" inviato dall'Arcivescovo Michael L. Fitzgerald, Presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso. "Dimostriamo" - scrive l'Arcivescovo - "come cristiani e musulmani, che si può vivere insieme in una sincera fraternità, sempre cercando di compiere la volontà di Dio Misericordioso che ha creato l'umanità perché fosse un'unica famiglia".

L'ARCIVESCOVO CELESTINO MIGLIORE, OSSERVATORE PERMANENTE DELLA SANTA SEDE PRESSO LE NAZIONI UNITE, è intervenuto ieri davanti alla Terza Commissione sul tema: "Il risultato della IV Conferenza Mondiale sulla Donna (1995) e della sessione speciale dell'Assemblea Generale dal titolo "Donne 2000: uguaglianza genetica, sviluppo e pace nel XXI secolo". L'Arcivescovo Migliore ha sottolineato come "la Santa Sede ritenga necessario risolvere al più presto il problema delle necessità specifiche di cura sanitaria delle donne. Al giorno di oggi, molte di loro non hanno accesso a nessuno dei trattamenti sanitari fondamentali". In un altro intervento, il Nunzio Apostolico ha parlato del diritto all'informazione e della sua importanza nella vita delle società e delle istituzioni democratiche.
.../IN BREVE/... VIS 20051014 (320)
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