Inizio - VIS Vaticano - Ricevere VIS - Contattaci - Calendario VIS

Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

ultime 5 notizie

VISnews anche in Twitter Anche in YouTube

lunedì 2 giugno 2014

AI VESCOVI ZIMBABWE: GUIDATE IL VOSTRO POPOLO ALLA UNITÀ E RICONCILIAZIONE

Città del Vaticano, 2 giugno 2014 (VIS). "La Chiesa nel vostro Paese è sempre stata fermamente unita al vostro popolo, prima e dopo l'indipendenza, anche ora in questi anni di immensa sofferenza in cui milioni di persone hanno abbandonato il Paese in preda alla frustrazione e alla disperazione, in cui tante vite sono state perdute e tante lacrime sono state versate", scrive Papa Francesco nel discorso che questa mattina ha consegnato ai Presuli della Conferenza Episcopale di Zimbabwe, al termine della quinquennale Visita "ad Limina Apostolorum".

Nel paragonare la crescita della Chiesa nel Paese ad un albero giovane e forte, pieno di vita, che ha dato frutto, il Santo Padre non manca di ricordare che molte generazioni, fra cui esponenti della classe politica, sono state educate nelle scuole cattoliche. Quindi ha parole di apprezzamento per i Presuli che nell'esercizio del loro profetico ministero, hanno dato voce a tutte le persone che soffrono nello Zimbabwe, in particolare agli oppressi e ai rifugiati, come hanno molto bene espresso nella Lettera Pastorale del 2007, dal titolo: "Dio ascolta il grido dell'oppresso". "Voi ricordate - scrive il Pontefice - quanto la crisi che colpisce la Nazione sia spirituale e morale, e lo sia stata già dall'epoca coloniale fino al momento attuale, e quanto le strutture del peccato presenti nell'ordine sociale siano in sostanza radicate nel peccato personale, per cui è necessaria una profonda conversione personale ed un rinnovato senso morale illuminato dal Vangelo".

"I cristiani - prosegue il Pontefice - sono presenti in tutte le parti coinvolte nei conflitto in Zimbabwe, per cui vi esorto a guidare tutti, con grande tenerezza, all'unità e alla guarigione: questo è un popolo di bianchi e di neri, alcuni più ricchi ma la maggior parte estremamente poveri, di numerose tribù; i fedeli di Cristo appartengono a tutti i partiti politici, solo alcuni in posizioni di autorità, mentre la maggior parte non lo è. Ma insieme, come il popolo pellegrino di Dio, hanno bisogno di conversione e guarigione, per divenire sempre più pienamente 'un solo Corpo e uno solo Spirito in Cristo'. Con la predicazione e le opere di apostolato, le vostre Chiese locali dimostrino che 'la riconciliazione non è un atto isolato ma un lungo processo tramite il quale tutti i partiti sono ristabiliti nell'amore - un amore che guarisce con l'opera della parola di Dio".

"Mentre la fedeltà del popolo dello Zimbabwe è giù un balsamo su alcune delle ferite della Nazione, so bene che molte persone sono giunte al loro limite umano, e non sanno a chi ricorrere. In tutto ciò, vi invito a incoraggiare i fedeli a non dimenticare che Dio ascolta le loro suppliche e risponde alle loro preghiere, perché, come avete scritto, Dio non può mancare di ascoltare il grido del povero. In questo tempo di Pasqua, quando la Chiesa nel mondo celebra la vittoria di Cristo sul potere del peccato e della morte, il Vangelo della Risurrezione che voi dovete proclamare, deve essere chiaramente predicato e vissuto nello Zimbabwe. Non dimentichiamo mai la lezione della Risurrezione: 'In un campo spianato torna ad apparire la vita, ostinata e invincibile. Ci saranno molte cose brutte, tuttavia il bene tende sempre a ritornare a sbocciare ed a diffondersi. Ogni giorno nel mondo rinasce la bellezza che risuscita trasformata attraverso i drammi della storia", conclude Papa Francesco citando l'Esortazione Apostolica "Evangelii Gaudium".

CORDOGLIO PER LA SCOMPARSA DEL CARDINALE LOURDUSAMY

Città del Vaticano, 2 giugno 2014 (VIS). Il Santo Padre Francesco ha fatto pervenire un telegramma di cordoglio all'Arcivescovo Anthony Anandarayar, di Pondicherry e Cuddalore (India), per la morte, avvenuta questa notte a Roma, all'età di 90 anni, del Cardinale Simon D. Lourdusamy, Prefetto emerito della Congregazione per le Chiese Orientali ed Arcivescovo emerito di Bangalore (India).

I funerali del Cardinale Lourdusamy saranno celebrati giovedì 5 giugno, alle 11.03, nella Basilica Vaticana, presieduti dal Cardinale Angelo Sodano, Decano del Collegio Cardinalizio. Al termine dell'Eucaristia, Papa Francesco presiederà il rito dell'Ultima Commendatio e della Valedictio.

PAPA FRANCESCO AL RINNOVAMENTO DELLO SPIRITO: RICORDATE CHE LA CHIESA È NATA “IN USCITA”, QUELLA MATTINA DI PENTECOSTE

Città del Vaticano, 2 giugno 2014 (VIS). Nel pomeriggio di ieri, i 52.000 partecipanti alla XXXVII Convocazione Nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo, provenienti da 55 Paesi, hanno applaudito l'ingresso di Papa Francesco allo Stadio Olimpico di Roma. Le braccia alzate, il Papa si è unito ai cori che cantavano in spagnolo: "Vive Gesù, il Signore”; "Quando celebravo nella cattedrale a Buenos Aires la Santa Messa con il Rinnovamento Carismatico, - ha ricordato il Papa - cantavamo questo canto con tanta gioia e tanta forza". L'evento è stato organizzato da Rinnovamento nello Spirito Santo in collaborazione con ICCRS (International Charismatic Catholic Renewal Services) e CFCCCF (Catholic Fraternity of Charismatic Covenant Communities and Fellowship).

In risposta alle testimonianze dei sacerdoti, giovani, famiglie, malati e anziani presenti, il Papa ha invitato i primi di essere vicini al Signore e vicini alla gente, i secondi a non custodire la propria gioventù in una cassaforte, ma di scommetterla su cose grandi. Alle famiglie il Papa ha ricordato che sono la Chiesa domestica, ai malati che essi imitano Gesù nel momento difficile della sua croce e che gli anziani sono la nostra saggezza, sono la saggezza della Chiesa. Infine il Papa ha pregato Dio di concedere a tutti "quella santa ubriachezza, quella dello Spirito, quella che ci fa parlare tutte le lingue, le lingue della carità, sempre vicini ai fratelli e alle sorelle che hanno bisogno di noi. "Insegnaci - ha detto a non lottare fra di noi per avere un pezzo in più di potere; (...) insegnaci ad amare più la Chiesa che il nostro partito, che le nostre 'beghe' interne; insegnaci ad avere il cuore aperto per ricevere lo Spirito".

"Il Rinnovamento Carismatico - ha detto il Santo Padre nel suo discorso - è una grande forza al servizio dell’annuncio del Vangelo, nella gioia dello Spirito Santo. (...) Nei primi tempi si diceva che voi carismatici portavate sempre con voi una Bibbia, il Nuovo Testamento... (...) Tornate a questo primo amore, portare sempre in tasca, nella borsa, la Parola di Dio!".

"Voi, popolo di Dio - ha esortato il Papa - popolo del Rinnovamento Carismatico, state attenti a non perdere la libertà che lo Spirito Santo ci ha donato! Il pericolo per il Rinnovamento, (...) è quello dell'eccessiva organizzazione (...). Sì, avete bisogno di organizzazione, ma non perdete la grazia di lasciare a Dio di essere Dio! (...) Un altro pericolo - ha ammonito il Papa - è quello di diventare 'controllori' della grazia di Dio. (...) Amministratori della grazia, decidendo chi può ricevere la preghiera di effusione o il battesimo nello Spirito (...) Se alcuni fanno così, vi prego di (...) non farlo più! Voi siete dispensatori della grazia di Dio, non controllori! Non fate da dogana allo Spirito Santo!", ha esclamato.

Nell'indicare il percorso da seguire: evangelizzazione, ecumenismo spirituale, cura dei poveri e dei bisognosi e accoglienza degli emarginati, "tutto questo sulla base della adorazione! Il fondamento del rinnovamento è adorare Dio!", il Santo Padre Francesco ha risposto alla domanda su cosa si aspetta il Papa dal Rinnovamento.

"La prima cosa - ha detto - è la conversione all'amore di Gesù che cambia la vita e fa del cristiano un testimone dell'Amore di Dio. (...) Aspetto da voi che condividiate con tutti, nella Chiesa, la grazia del Battesimo nello Spirito Santo (...). Aspetto da voi un’evangelizzazione con la Parola di Dio che annuncia che Gesù è vivo e ama tutti gli uomini. Che diate una testimonianza di ecumenismo spirituale con tutti quei fratelli e sorelle di altre Chiese e comunità cristiane che credono in Gesù come Signore e Salvatore. Che rimaniate uniti nell'amore che il Signore Gesù chiede a noi per tutti gli uomini, e nella preghiera allo Spirito Santo per arrivare a questa unità, necessaria per l'evangelizzazione nel nome di Gesù. (...) Avvicinatevi ai poveri, ai bisognosi, per toccare nella loro carne la carne ferita di Gesù. (...) Cercate l'unità nel Rinnovamento, perché l'unità viene dallo Spirito Santo e nasce dall'unità della Trinità. La divisione, da chi viene? Dal demonio! La divisione viene dal demonio. Fuggite dalle lotte interne, per favore!".

"Uscite nelle strade a evangelizzare annunciando il Vangelo - ha esortato infine il Pontefice - Ricordate che la Chiesa è nata 'in uscita', quella mattina di Pentecoste. (...) Lasciatevi guidare dallo Spirito Santo, con quella libertà; e per favore, non ingabbiate lo Spirito Santo! Con libertà!".

REGINA CAELI: L’ULTIMA PAROLA DI GESÙ AI DISCEPOLI È IL COMANDO DI PARTIRE

Città del Vaticano, 1 giugno 2014 (VIS). Alle 12:00 di questa mattina, Papa Francesco si è affacciato alla finestra del suo studio per recitare il Regina Cæli con le migliaia di fedeli convenuti in Piazza San Pietro per il consueto appuntamento domenicale. Nell’introdurre la preghiera mariana del tempo pasquale il Papa ha ricordato che oggi in Italia e in altri paesi, si celebra l’Ascensione di Gesù al cielo, avvenuta quaranta giorni dopo la Pasqua. In questo giorno Gesù ritorna al Padre e comanda ai discepoli di partire verso il mondo.

"Gesù parte, ascende al Cielo, - ha detto il Santo Padre - cioè ritorna al Padre dal quale era stato mandato nel mondo. Ha fatto il suo lavoro, quindi torna al Padre. Ma non si tratta di una separazione, perché Egli rimane per sempre con noi, in una forma nuova. Con la sua ascensione, il Signore risorto attira lo sguardo degli Apostoli – e anche il nostro sguardo – alle altezze del Cielo per mostrarci che la meta del nostro cammino è il Padre. Lui stesso aveva detto che se ne sarebbe andato per prepararci un posto in Cielo. Tuttavia, Gesù rimane presente e operante nelle vicende della storia umana con la potenza e i doni del suo Spirito; è accanto a ciascuno di noi: anche se non lo vediamo con gli occhi, Lui c’è! Ci accompagna, ci guida, ci prende per mano e ci rialza quando cadiamo. Gesù risorto è vicino ai cristiani perseguitati e discriminati; è vicino ad ogni uomo e donna che soffre".

"Gesù, quando ritorna al Cielo porta al Padre un regalo. (...) Le sue piaghe. Il suo corpo è bellissimo, senza lividi, senza le ferite della flagellazione, ma conserva le piaghe. Quando ritorna dal Padre gli mostra le piaghe e gli dice: 'Guarda Padre, questo è il prezzo del perdono che tu dai'. Quando il Padre guarda le piaghe di Gesù ci perdona sempre, non perché noi siamo buoni, ma perché Gesù ha pagato per noi. Guardando le piaghe di Gesù, il Padre diventa più misericordioso".

"Ma Gesù è presente anche mediante la Chiesa, che Lui ha inviato a prolungare la sua missione. L’ultima parola di Gesù ai discepoli è il comando di partire: 'Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli'. È un mandato preciso, non è facoltativo! La comunità cristiana è una comunità 'in uscita', 'in partenza'. Di più: la Chiesa è nata 'in uscita'. E voi mi direte: ma le comunità di clausura? Sì, anche quelle, perché sono sempre 'in uscita' con la preghiera, con il cuore aperto al mondo, agli orizzonti di Dio. E gli anziani, i malati? Anche loro, con la preghiera e l’unione alle piaghe di Gesù".

"Con animo rattristato - ha detto il Papa dopo il Regina Caeli - prego per le vittime delle tensioni che ancora continuano in alcune regioni dell’Ucraina, come pure nella Repubblica Centroafricana. Rinnovo il mio accorato appello a tutte le parti implicate, perché siano superate le incomprensioni e si ricerchi con pazienza il dialogo e la pacificazione. Maria, Regina della Pace, ci aiuti tutti con la sua intercessione materna".

Successivamente il Papa ha ricordato che oggi si celebra la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, sul tema della comunicazione al servizio della cultura dell’incontro. "I mezzi di comunicazione sociale possono favorire - ha sottolineato - il senso di unità della famiglia umana, la solidarietà e l’impegno per una vita dignitosa per tutti. Preghiamo affinché la comunicazione, in ogni sua forma, sia effettivamente al servizio dell’incontro tra le persone, le comunità, le nazioni; un incontro fondato sul rispetto e sull’ascolto reciproco".

"Ieri, a Collevalenza - ha detto infine il Papa - è stata proclamata Beata Madre Speranza, nata in Spagna col nome di María Josefa Alhama Valera, fondatrice in Italia delle Ancelle e dei Figli dell’Amore Misericordioso. La sua testimonianza aiuti la Chiesa ad annunciare dappertutto, con gesti concreti e quotidiani, l’infinita misericordia del Padre celeste per ogni persona".

CONCLUSIONE MESE DI MAGGIO: MARIA È LA VERGINE DELLA PRONTEZZA

Città del Vaticano, 1° giugno 2014 (VIS). Alle 20:00 di ieri, si è svolta nei Giardini Vaticani, la tradizionale processione con la recita del Santo Rosario a conclusione del mese mariano. Dalla chiesa di Santo Stefano degli Abissini, i fedeli hanno raggiunto la grotta della Madonna di Lourdes. Alle 21:00, il Santo Padre Francesco è giunto alla Grotta di Lourdes e, prima di impartire la Benedizione Apostolica, ha rivolto ai presenti le seguenti parole:

"Oggi, alla fine del mese di Maria, è la festa nella quale ricordiamo la visita che ha fatto a santa Elisabetta. Il Vangelo ci dice che, dopo l’annuncio dell’Angelo, lei è andata in fretta, non ha perso tempo, è andata subito a servire. È la Vergine della prontezza, la Madonna della prontezza. Subito è pronta a venire in aiuto a noi quando la preghiamo, quando noi chiediamo il suo aiuto, la sua protezione a nostro favore. Nei tanti momenti della vita nei quali abbiamo bisogno del suo aiuto della sua protezione, ricordiamo che lei non si fa aspettare: è la Madonna della prontezza, va subito a servire".

IL PAPA E "IL TRENO DEI BAMBINI"

Città del Vaticano, 31 maggio 2014 (VIS). Questa mattina, nell'Aula Paolo VI, il Papa ha incontrato i 500 bambini, di Roma e Napoli, partecipanti all'iniziativa "Il Treno dei Bambini", promossa dal Pontificio Consiglio della Cultura, nell'ambito del "Cortile dei Gentili dei Bambini" - dedicato ai più piccoli, che quest'anno celebra la sua seconda edizione.

I bambini hanno regalato al Papa diversi braccialetti fatti a mano con gomme colorate che Papa Francesco ha subito indossato ed una pianta con la terra delle catacombe napoletane di San Gennaro. Papa Francesco ha apprezzato divertito l'esecuzione della celebre canzone "O sole mio", adattata in "O Papa mio", intonata da un coro di bambini e bambine. Conversando con i partecipanti, il Papa ha appreso che la pianta avuta in dono era una pianta della luce.

Ricordando che le catacombe sono buie, il Santo Padre ha detto: "Ma, voi mi avete portato terra del buio.... per farla diventare luce. (...) Che cosa è più importante (...) il buio, o la luce? La luce! E quando noi siamo nel buio, cosa è più importante fare? Andare?... alla luce, cercare ... la luce. (...) La luce. Dentro di noi, sempre. Perché la luce ci da gioia, ci da speranza. E tutti noi abbiamo la possibilità di trovare la luce? (...) Sì! Perché nella luce ci sono le cose buone, e nella luce si può fare quello che voi mi avete detto quando mi avete regalato la pianta: fare che i frutti ci aiutino a fare un mondo…? (...) Migliore! Migliore. E si può fare un mondo migliore? (...) Sì. E per fare un mondo migliore, come si fa? Con l’odio, si fa con l’odio? (...) Con l’amore. Con l’amore. Tutti insieme, come fratelli, lottando uno accanto all’altro per l’amore. E per questo, vi dirò una cosa: quando l’apostolo Giovanni, che era tanto amico di Gesù – tanto amico – voleva dire chi è Dio, sapete cosa ha detto? 'Dio è amore'. (...) E noi andiamo verso la luce per trovare l’amore di Dio. Ma l’amore di Dio è dentro di noi, anche nei momenti bui? (...) L’amore di Dio non ci lascia mai".

Al termine del dialogo con i bambini, Papa Francesco ha detto di essere stato tanto contento di averli incontrati e che avrebbe pregato il Signore perché "faccia di voi bambini, bambine, ragazzi, ragazze, uomini, donne che portano avanti l'amore. Quando va avanti l'amore di Dio, tutto va bene". Infine il Papa ha invitato a cantare tutti insieme un'altra canzone.

IL PAPA: TACCIANO LE ARMI IN SIRIA

Città del Vaticano, 31 maggio 2014 (VIS). Nel pomeriggio di ieri, il Santo Padre ha consegnato un Messaggio ai partecipanti all'incontro di coordinamento tra gli organismi caritativi cattolici che operano nel contesto della crisi siriana, promosso dal Pontificio Consiglio "Cor Unum".

"Ci incontriamo di nuovo - scrive il Papa - per tracciare un bilancio del lavoro finora svolto e per rinnovare la volontà di proseguire su questa strada, con una collaborazione ancora più stretta. Ma dobbiamo riscontrare con grande dolore che la crisi siriana non è stata risolta, anzi va avanti, e c’è il rischio di abituarsi ad essa: di dimenticare le vittime quotidiane, le indicibili sofferenze, le migliaia di profughi, tra cui anziani e bambini, che patiscono e a volte muoiono per la fame e le malattie causate dalla guerra. Questa indifferenza fa male! Un’altra volta dobbiamo ripetere il nome della malattia che ci fa tanto male oggi nel mondo: la globalizzazione dell’indifferenza".

"L’azione di pace e l’opera di assistenza umanitaria che gli organismi caritativi cattolici svolgono in quel contesto sono espressione fedele dell’amore di Dio per i suoi figli che si trovano nell’oppressione e nell’angoscia. Dio ascolta il loro grido, conosce le loro sofferenze e vuole liberarli; e a Lui voi prestate le vostre mani e le vostre capacità. (...) Questa riunione costituisce un’occasione propizia per individuare opportune forme di collaborazione stabile, (...) allo scopo di organizzare sempre meglio i vostri sforzi per sostenere le Chiese locali e tutte le vittime della guerra, senza distinzioni etniche, religiose o sociali".

Papa Francesco fa nuovamente appello alle coscienza dei protagonisti del conflitto, delle istituzioni mondiali e dell’opinione pubblica. "Tutti siamo consapevoli che il futuro dell’umanità si costruisce con la pace e non con la guerra: la guerra distrugge, uccide, impoverisce popoli e Paesi. A tutte le parti chiedo che, guardando al bene comune, consentano subito l’opera di assistenza umanitaria e quanto prima facciano tacere le armi e si impegnino a negoziare, mettendo al primo posto il bene della Siria, di tutti i suoi abitanti, anche di quelli che purtroppo hanno dovuto rifugiarsi altrove e che hanno il diritto di ritornare al più presto in patria. Penso in particolare alle care comunità cristiane, volto di una Chiesa che soffre e spera. La loro sopravvivenza in tutto il Medio Oriente è una profonda preoccupazione della Chiesa universale: il Cristianesimo deve poter continuare a vivere là dove sono le sue origini".


ORDINAZIONE EPISCOPALE IN SAN PIETRO: PREGARE PER IL POPOLO COME FACEVA MOSÈ

Città del Vaticano, 31 maggio 2014 (VIS). Nel pomeriggio di ieri, nella Basilica Vaticana, il Santo Padre ha conferito l'Ordinazione Episcopale al Monsignor Fabio Fabene, Sotto-Segretario del Sinodo dei Vescovi.

Nel corso della celebrazione eucaristica, il Santo Padre ha tenuto l'omelia rituale prevista nell'edizione italiana del Pontificale Romano per l'Ordinazione dei Vescovi integrata da alcune frasi pronunciate a braccio. "Sei stato eletto dal gregge: - ha detto il Papa - che mai la vanità, l’orgoglio, la superbia vengano. E sei stato costituito per gli uomini: che sempre il tuo atteggiamento sia di servizio. Come Gesù, così. (...) Ti raccomando di avere presenti le parole di Paolo che abbiamo ascoltato oggi: veglia su te stesso e veglia sul popolo di Dio. Questo vegliare significa fare la veglia, essere attento, per difendere se stesso da tanti peccati e da tanti atteggiamenti mondani, e per difendere il popolo di Dio dai lupi che Paolo diceva che sarebbero venuti. (...) E vegliare sul popolo significa anche pregare, pregare per il popolo, come faceva Mosè: con le mani in alto, quella preghiera di intercessione, quella preghiera coraggiosa faccia a faccia con il Signore per il popolo".

"Abbi viva attenzione - il Papa ha esortato il nuovo Vescovo - a quanti non appartengono all'unico ovile di Cristo, perché essi pure ti sono stati affidati nel Signore. E prega per loro", ha aggiunto.

"Ricordati - ha sottolineato infine il Papa - che nella Chiesa cattolica, radunata nel vincolo della carità, sei unito al collegio dei vescovi e devi portare in te la sollecitudine di tutte le Chiese, soccorrendo generosamente quelle che sono più bisognose di aiuto. Questo credo - ha concluso il Papa - che ti sarà facile nel compito che ti è affidato nella Segreteria del Sinodo dei Vescovi".

DICHIARAZIONE DIRETTORE SALA STAMPA SANTA SEDE LIBERAZIONE MISSIONARI SEQUESTRATI IN CAMERUN

Città del Vaticano, 2 giugno 2014 (VIS). Il Direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Padre Federico Lombardi, S.I., ha rilasciato la seguente dichiarazione:

"La liberazione dei due sacerdoti missionari italiani vicentini, Gianantonio Allegri e Giampaolo Marta, e della religiosa canadese Gilberte Bussier, che erano stati sequestrati in Camerun all'inizio dello scorso aprile è una notizia che ci riempie di gioia. Il Santo Padre, che fin dall'inizio aveva seguito la drammatica vicenda, ne è stato tempestivamente informato. Ringraziamo il Signore perché questa vicenda è giunta a una conclusione positiva. Allo stesso tempo continuiamo a pregare e ad impegnarci perché ogni forma di violenza, odio e conflitto nelle diverse regioni dell'Africa e nelle altre parti del mondo possa essere superata, e rinnoviamo il ricordo e l'impegno per le molte altre persone innocenti di diversa condizione ed età che - come ben sappiamo - rimangono vittime di inaccettabili sequestri in diversi luoghi di conflitto".

VISITA A ROMA DI SUA SANTITÀ ARAM I, CATHOLICOS DELLA GRANDE CASA DI CILICIA (LIBANO)

Città del Vaticano, 2 giugno 2014 (VIS). Dal 3 al 6 giugno prossimo, Sua Santità Aram I, Catholicos della Chiesa Armena Apostolica di Cilicia, verrà a Roma per incontrare Sua Santità Papa Francesco. Sua Santità Aram I è stato eletto Catholicos della Grande Casa di Cilicia nel 1995.

La Chiesa armena comprende due Catholicossati e due Patriarcati e conta circa sei milioni di fedeli. I due Catholicossati di Etchmiadzin e di Antelias sono in piena comunione, ma indipendenti dal punto di vista amministrativo. Il Patriarcato armeno di Gerusalemme ed il Patriarcato armeno di Costantinopoli dipendono da Etchmiadzin per le questioni spirituali.

A partire dal Concilio Vaticano Secondo, si sono sviluppate nuove relazioni tra la Chiesa cattolica e la Chiesa armena. Rappresentanti dei due Catholicossati di Etchmiadzin e di Antelias sono membri della Commissione Mista Internazionale per il dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e le Chiese ortodosse orientali.

Sua Santità Aram I visitò la Chiesa di Roma ed incontrò Papa Giovanni Paolo II dal 23 al 26 gennaio 1997. Più di recente, il Catholicos Aram I ha reso visita a Papa Benedetto XVI nel novembre del 2008.

Il Catholicos Aram incontrerà Papa Francesco e avrà con lui un momento comune di preghiera giovedì 5 giugno. Egli farà inoltre visita al Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani e ad alcuni Dicasteri della Curia romana. Il Patriarca si recherà anche alla Tomba dell’Apostolo Pietro e pregherà presso la statua di Gregorio l’Illuminatore, che si trova nel cortile nord della Basilica vaticana.

UDIENZE

Città del Vaticano, 2 giugno 2014 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza:

- La Signora Mehriban Aliyeva, Presidente della "Heydar Aliyev Foundation" (Azerbaigian).

- Otto Presuli della Conferenza Episcopale di Zimbabwe, in Visita "ad Limina Apostolorum":

- L'Arcivescovo Alexander Thomas Kaliyanil, S.V.D., di Bulawayo.

- Il Vescovo Xavier Johnsai Munyongani, di Gweru.

- Il Vescovo Joseph Albert Serrano Anton, I.E.M.E., di Hwange.

- Il Vescovo Michael Dixon Bhasera, di Masvingo.

- L'Arcivescovo Robert Christopher Ndlovu, di Harare.

- Il Vescovo Dieter Bernd Scholz, S.I., di Chinhoyi.

- Il Vescovo Angel Floro Martinez, I.E.M.E., di Gokwe.

- Il Vescovo Alexio Churu Muchabaiwa, di Mutare.

Sabato 31 maggio il Santo Padre ha ricevuto in udienza:

- Il Cardinale Marc Ouellet, P.S.S., Prefetto della Congregazione per i Vescovi.

- Dodici Presuli della Conferenza Episcopale del Messico, in Visita "ad Limina Apostolorum":

- L'Arcivescovo Víctor Valentín Sánchez Espinosa, di Puebla de los Angeles con gli Ausiliari Vescovo Eugenio Andrés Lira Rugarcía; Vescovo Rutilo Felipe Pozos Lorenzini e Vescovo Tomàs López Durán.

- Il Vescovo Teodoro Enrique Pino Miranda, di Huajuapan de León.

- Il Vescovo Rodrigo Aguilar Martínez, di Tehuacán.

- L'Arcivescovo Jesús Carlos Cabrero Romero, di San Luis Potosí.

- Il Vescovo Roberto Octavio Balmori Cinta, M.J., di Ciudad Valles.

- Il Vescovo Sigifredo Noriega Barceló, Vescovo di Zacatecas

- L'Arcivescovo Domingo Díaz Martínez, di Tulancingo.

- Il Vescovo Gerardo de Jesús Rojas López, di Tabasco.

- Il Vescovo Georges M. Saad Abi Younes, O.L.M., di Nuestra Senora de los Martires del Libano en México dei Maroniti.

ALTRI ATTI PONTIFICI

Città del Vaticano, 31 maggio 2014 (VIS). Il Santo Padre:

- Ha nominato il Padre Tadeusz Kusy, O.F.M., Vescovo Coadiutore della Diocesi di Kaga-Bandoro (superficie: 95.000; popolazione: 251.000; cattolici: 91.961; sacerdoti: 20; religiosi: 20), Repubblica Centroafricana. Il Vescovo eletto è nato nel 1951 a Cieszyn (Polonia), ha emesso i voti perpetui nell'Ordine dei Frati Minori ed è stato ordinato sacerdote nel 1974. Dal 1976 al 1979 è stato Vicario parrocchiale a Katowice; Cappellano degli studenti; dal 1979 al 1980 Vicario parrocchiale a Kinkondja (Diocesi di Kamina), Repubblica Democratica del Congo; dal 1980 al 1987 Maestro dei Novizi a Mbujimayi (Diocesi di Mbujimayi) e Lukafu (Diocesi di Kilwa-Kasenga), Repubblica Democratica del Congo; dal 1989 al 2000 Parroco a Obo (Diocesi di Bangassou), Repubblica Centroafricana; nel 2001 Parroco a.i. a Rafai (Diocesi di Bangassou), Repubblica Centroafricana; dal 2001 Maestro dei Postulanti ed Incaricato della formazione a Bangui (Repubblica Centroafricana); dal 2003 al 2007 Responsabile della Commissione diocesana per la Vita Consacrata, a Bangui; dal 2004 al 2007 Membro del Consiglio dei Consultori dell’Arcidiocesi di Bangui; dal 2009 Membro del Consiglio dei Consultori dell’Arcidiocesi di Bangui.

- Ha accettato la rinuncia al governo pastorale della Diocesi di Paramaribo, (Suriname), presentata dal Vescovo Wilhelmus de Bekker, per raggiunti limiti d'età ed ha nominato il Padre Antonius te Dorshorst, O.M.I., Amministratore Apostolico sede vacante et "ad nutum Sanctae Sedis" della medesima Diocesi.

Copyright © VIS - Vatican Information Service