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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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lunedì 18 settembre 2006

GRATITUDINE DEL PAPA SERVIZIO CHIESA CARDINALE SODANO

CITTA' DEL VATICANO, 16 SET. 2006 (VIS). Ieri, nella Sala degli Svizzeri del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo, al termine della cerimonia della nomina del Cardinale Tarcisio Bertone a Segretario di Stato, e della cerimonia di congedo del Cardinale Angelo Sodano dall'ufficio di Segretario di Stato, il Santo Padre ha pronunciato alcune parole a braccio.

  Ricordando la dedizione, la competenza e la volontà di servire la Chiesa del Cardinale Sodano, il Santo Padre ha esteso i suoi ringraziamenti a tutti i Collaboratori e le Collaboratrici della Segreteria di Stato presenti all'Udienza e ai Rappresentanti Pontifici.

  "Ho capito sempre di più" - ha detto Papa Benedetto - "come solo questa grande rete di collaborazione rende possibile rispondere al mandato del Signore: ' confirma fratres tuos in fide'". Solo grazie a questa ampia collaborazione il Papa "può realizzare adeguatamente la sua missione".

  Benedetto XVI ha sottolineato che: "Questo lavoro curiale è, in realtà, un lavoro pastorale in un senso eminente, perché aiuta realmente a guidare il popolo di Dio".

  "Ho avuto la gioia di essere accompagnato da Lei nel mio Viaggio in Baviera", ha detto il Papa rivolgendosi al Cardinale Sodano e, in segno di gratitudine, gli ha fatto dono di una copia della Vergine di Altötting "che potrebbe essere" - ha detto - "il segno non solo della mia perenne gratitudine, ma anche il segno della nostra comunicazione nella preghiera. La Madonna sia sempre accanto a Lei, La protegga sempre, La guidi. Questa è l'espressione della mia sincera gratitudine".
AC/GRATITUDINE SODANO/...                           VIS 20060918 (260)


SLOVENIA ASSICURARE CONTINUITÀ PATRIMONIO ETICO RELIGIOSO

CITTA' DEL VATICANO, 16 SET. 2006 (VIS). Questa mattina il Santo Padre Benedetto XVI nel ricevere il Signor Ivan Rebernik, nuovo Ambasciatore di Slovenia presso la Santa Sede, in occasione della presentazione delle Lettere Credenziali, ha ricordato nel suo discorso che "La Repubblica di Slovenia (...) coltiva un dialogo fecondo e costruttivo con le istanze ecclesiali presenti sul territorio, riconoscendone l'apporto positivo alla vita della Nazione".

  "Sin dai primi secoli del Cristianesimo la forza del Vangelo ha operato in terra slovena", ha affermato il Santo Padre ricordando i Santi Vittorino e Massimiano (VII secolo) ed il Beato Vescovo Anton Martin Slomsek "che, in tempi più recenti, ha promosso il risveglio nazionale svolgendo una preziosa opera quale formatore del popolo sloveno".

  Benedetto XVI ha rilevato che in Slovenia "Il cristianesimo e l'identità nazionale sono strettamente connessi", da qui la "profonda sintonia" del popolo sloveno con il Vescovo di Roma e il "costruttivo dialogo, non interrotto dalle tristi vicende del secolo appena trascorso" culminato nel 2001 nell'Accordo fra la Repubblica di Slovenia e la Santa Sede su questioni giuridiche.

  "Si tratta di un'intesa importante, la cui fedele applicazione non potrà che rafforzare i rapporti reciproci e la collaborazione per la promozione della persona e del bene comune, nel rispetto della legittima laicità dello Stato. Tuttavia, (...), si registra l'esistenza di questioni ancora aperte, che attendono di essere avviate ad opportuna soluzione".

  "Conoscendo la stima e l'affetto degli Sloveni per il Papa" - ha proseguito Benedetto XVI - "sono certo che i loro rappresentanti a livello politico ne sapranno interpretare le tradizioni, la sensibilità, la cultura. Il popolo sloveno infatti ha il diritto di affermare e far valere l'anima cristiana che ne ha plasmato l'identità".

  "Il compito di fronte al quale si trovano i responsabili di oggi è di individuare i  metodi opportuni per coinvolgere le nuove generazioni nella conoscenza e nell'apprezzamento dei valori del passato, rendendole capaci di portare nel millennio appena iniziato il ricco patrimonio ereditato. (...) Sarebbe infatti strategia veramente miope non favorire l'apertura dei giovani alla conoscenza delle radici storiche dalle quali fluisce la linfa necessaria per assicurare alla Nazione nuove stagioni feconde di frutti".

  "In tal senso, la questione della loro istruzione anche in merito ai valori religiosi condivisi dalla maggioranza della popolazione non va elusa, se non si vuole rischiare il progressivo smarrimento dei tratti più specifici della fisionomia nazionale. È in questione il rispetto della stessa libertà dei cittadini, sulla quale la Repubblica di Slovenia vigila con attenzione e che anche la Sede Apostolica desidera sia promossa nello spirito del suddetto Accordo".

  Il Santo Padre ha concluso il suo discorso al diplomatico citando "l'esperienza anche di altri Popoli del Continente, in particolare dei Popoli slavi, che, coscienti dell'importanza del cristianesimo per la loro identità sociale e del valido contributo che il tal senso può offrire la Chiesa, non si sono sottratti al dovere di assicurare, anche a livello legislativo, che il ricco patrimonio etico e religioso continui a portare copiosi frutti alle giovani generazioni".
CD/LETTERE CREDENZIALI/REBERNIK:SLOVENIA               VIS 20060918 (510)


CURA MALATTIE NON GIUSTIFICA SOPPRESSIONE ESSERE UMANO

CITTA' DEL VATICANO, 16 SET. 2006 (VIS). Questa mattina il Santo Padre ha ricevuto nel Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo i partecipanti al Congresso promosso dalla Pontificia Accademia per la Vita e dalla Federazione Internazionale delle Associazioni dei Medici Cattolici, sul tema: "Le cellule staminali:  quale futuro per la terapia'".

  Benedetto XVI ha affermato che "La ricerca sulle cellule staminali somatiche merita approvazione ed incoraggiamento quando coniuga felicemente insieme il sapere scientifico, la tecnologia più avanzata in ambito biologico e l'etica che postula il rispetto dell'essere umano in ogni stadio della sua esistenza. Le prospettive aperte da questo nuovo capitolo della ricerca (...) lasciano intravedere la possibilità di curare malattie che comportano la degenerazione dei tessuti, con i conseguenti rischi di invalidità e di morte per chi ne è affetto".

  Il Santo Padre ha esortato le persone che operano in strutture scientifiche di ispirazione cattolica "a stabilire i più stretti contatti fra loro e con quanti perseguono nei debiti modi il sollievo della sofferenza umana".

  "Mi sia lecito anche rivendicare" - ha proseguito il Pontefice - "di fronte a frequenti e ingiuste accuse di insensibilità rivolte alla Chiesa, il costante sostegno da essa dato nel corso della sua bimillenaria storia alla ricerca rivolta alla cura delle malattie e al bene dell'umanità. Se resistenza c'è stata - e c'è tuttora - essa era ed è nei confronti di quelle forme di ricerca che prevedono la programmata soppressione di esseri umani già esistenti, anche se non ancora nati".

  Il Papa ha ribadito che "La storia stessa ha condannato nel passato e condannerà in futuro una tale scienza, non solo perché priva della luce di Dio, ma anche perché priva di umanità".

  "Di fronte alla diretta soppressione dell'essere umano" - ha sottolineato il Pontefice - "non ci possono essere né compromessi né tergiversazioni; non si può pensare che una società possa combattere efficacemente il crimine, quando essa stessa legalizza il delitto nell'ambito della vita nascente".

  "Il fatto che voi, in questo Congresso" - ha concluso il Pontefice - "abbiate espresso l'impegno e la speranza di conseguire nuovi risultati terapeutici utilizzando cellule del corpo adulto senza ricorrere alla soppressione di essere umani neo concepiti, e il fatto che i risultati stiano premiando il vostro lavoro, costituiscono una conferma della validità del costante invito della Chiesa al pieno rispetto dell'essere umano fin dal concepimento. Il bene dell'uomo va ricercato non soltanto nelle finalità universalmente valide, ma anche nei metodi utilizzati per raggiungerle: il fine buono non può giustificare mezzi intrinsecamente illeciti".
AC/CELLULE STAMINALI/ACAD-V                    VIS 20060918 (430)


DICHIARAZIONE CARDINALE BERTONE REAZIONE MUSULMANI

CITTA' DEL VATICANO, 16 SET. 2006 (VIS). Il Cardinale Tarcisio Bertone, S.D.B., Segretario di Stato, ha rilasciato questa mattina la seguente dichiarazione:

  "Di fronte alle reazioni da parte musulmana circa alcuni passi del discorso del Santo Padre Benedetto XVI all'Università di Regensburg, ai chiarimenti e alle precisazioni già offerti tramite il Direttore della Sala Stampa della Santa Sede, desidero aggiungere quanto segue:

- La posizione del Papa sull'Islam è inequivocabilmente quella espressa dal documento conciliare Nostra Aetate: 'La Chiesa guarda con stima i musulmani, che adorano l'unico Dio, vivente e sussistente, creatore del cielo e della terra, che ha parlato agli uomini. Essi cercano anche di sottomettersi con tutto il cuore ai decreti nascosti di Dio, come si è sottomesso Abramo, al quale la fede islamica volentieri si riferisce. Benché essi non riconoscano Gesù come Dio, lo venerano però come profeta; onorano la sua madre vergine Maria e talvolta pure la invocano con devozione. Inoltre attendono il giorno del giudizio quando Dio ricompenserà tutti gli uomini risuscitati. Così pure essi hanno in stima la vita morale e rendono culto a Dio soprattutto con la preghiera, le elemosine e il digiuno' (n. 3).

- L'opzione del Papa in favore del dialogo interreligioso e interculturale è altrettanto inequivocabile. Nell'incontro con i rappresentanti di alcune comunità musulmane a Colonia, il 20 agosto 2005, Egli ha detto che tale dialogo fra cristiani e musulmani 'non può ridursi a una scelta stagionale', aggiungendo: 'Le lezioni del passato devono servirci ad evitare di ripetere gli stessi errori. Noi vogliamo ricercare le vie della riconciliazione e imparare a vivere rispettando ciascuno l'identità dell'altro'.

- Quanto al giudizio dell'imperatore bizantino Manuele II Paleologo, da Lui riportato nel discorso di Regensburg, il Santo Padre non ha inteso né intende assolutamente farlo proprio, ma lo ha soltanto utilizzato come occasione per svolgere, in un contesto accademico e secondo quanto risulta da una completa e attenta lettura del testo, alcune riflessioni sul tema del rapporto tra religione e violenza in genere e concludere con un chiaro e radicale rifiuto della motivazione religiosa della violenza, da qualunque parte essa provenga. Vale la pena di richiamare al riguardo quanto lo stesso Benedetto XVI ha recentemente affermato nel Messaggio commemorativo del XX anniversario dell'incontro interreligioso di preghiera per la pace voluto dal Suo amato predecessore Giovanni Paolo II ad Assisi nell'ottobre del 1986: ' … le manifestazioni di violenza non possono attribuirsi alla religione in quanto tale, ma ai limiti culturali con cui essa viene vissuta e si sviluppa nel tempo … Di fatto, testimonianze dell'intimo legame esistente tra il rapporto con Dio e l'etica dell'amore si registrano in tutte le grandi tradizioni religiose".

- Il Santo Padre è pertanto vivamente dispiaciuto che alcuni passi del Suo discorso abbiano potuto suonare come offensivi della sensibilità dei credenti musulmani e siano stati interpretati in modo del tutto non corrispondente alle sue intenzioni. D'altra parte, Egli, di fronte alla fervente religiosità dei credenti musulmani, ha ammonito la cultura occidentale secolarizzata perché eviti 'il disprezzo di Dio e il cinismo che considera il dileggio del sacro un diritto della libertà'.

- Nel ribadire il Suo rispetto e la Sua stima per coloro che professano l'Islam, Egli si augura che siano aiutati a comprendere nel loro giusto senso le Sue parole, affinché, superato presto questo momento non facile, si rafforzi la testimonianza all''unico Dio, vivente e sussistente, creatore del cielo e della terra, che ha parlato agli uomini' e la collaborazione per 'difendere e promuovere insieme, per tutti gli uomini, la giustizia sociale, i valori morali, la pace e la libertà' (Nostra Aetate, n. 3)".
OP/PAPA:ISLAM/BERTONE                           VIS 20060918 (610)


ALTRI ATTI PONTIFICI

CITTA' DEL VATICANO, 16 SET. 2006 (VIS). Il Santo Padre ha nominato Membro della Congregazione per i Vescovi, il Cardinale Agostino Vallini, Prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica.
NA/.../VALLINI                                     VIS 20060918 (40)

VIVO RAMMARICO DEL PAPA REAZIONI DISCORSO REGENSBURG

CITTA' DEL VATICANO, 17 SET. 2006 (VIS). Prima della recita dell'Angelus con i pellegrini convenuti nel Cortile interno nel Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo, il Santo Padre Benedetto XVI ha rievocato il suo recente Viaggio Apostolico in Baviera affermando che: "È stato una forte esperienza spirituale nella quale si sono intrecciati ricordi personali, legati a luoghi a me tanto familiari, e prospettive pastorali per un efficace annuncio del Vangelo nel nostro tempo".

  "In questo momento desidero solo aggiungere" - ha proseguito il Pontefice - "che sono vivamente rammaricato per le reazioni suscitate da un breve passo del mio discorso nell'Università di Regensburg, ritenuto offensivo per la sensibilità dei credenti musulmani, mentre si trattava di una citazione di un testo medioevale, che non esprime in nessun modo il mio pensiero personale".

  "Ieri il Signor Cardinale Segretario di Stato" - ha spiegato il Papa - "ha reso pubblica, a questo proposito, una dichiarazione in cui ha spiegato l'autentico senso delle mie parole. Spero che questo valga a placare gli animi e a chiarire il vero significato del mio discorso, il quale nella sua totalità era ed è un invito al dialogo franco e sincero, con grande rispetto reciproco".

  Successivamente il Santo padre di è soffermato su due importanti ricorrenze liturgiche la Festa dell'Esaltazione della Santa Croce, (14 settembre), e la memoria della Madonna Addolorata, (15), che, ha detto, "si possono riassumere visivamente nella tradizionale immagine della Crocifissione, che rappresenta la Vergine Maria ai piedi della Croce, secondo la descrizione dell'evangelista Giovanni, unico degli Apostoli a restare accanto a Gesù morente".

  "Ma che senso ha esaltare la Croce?" - si è domandato Benedetto XVI - "Non è forse scandaloso venerare un patibolo infamante? (...) I cristiani, però, non esaltano una qualsiasi croce, ma quella Croce che Gesù ha santificato con il suo sacrificio, frutto e testimonianza di immenso amore. Cristo sulla Croce ha versato tutto il suo sangue per liberare l'umanità dalla schiavitù del peccato e della morte. Perciò, da segno di maledizione, la Croce è stata trasformata in segno di benedizione, da simbolo di morte in simbolo per eccellenza dell'Amore che vince l'odio e la violenza e genera la vita immortale. 'O Crux, ave spes unica! O croce, unica speranza!'".

  Parimenti il dolore di Maria  "forma un tutt'uno con quello del Figlio. È un dolore pieno di fede e di amore. La Vergine sul Calvario partecipa alla potenza salvifica del dolore di Cristo, congiungendo il suo 'fiat' a quello del Figlio".

  "Cari fratelli e sorelle, spiritualmente uniti alla Madonna Addolorata, rinnoviamo anche noi il nostro 'sì' al Dio che ha scelto la via della Croce per salvarci. Si tratta di un grande mistero che è ancora in atto, fino alla fine del mondo, e che chiede anche la nostra collaborazione. Ci aiuti Maria a prendere ogni giorno la nostra croce e a seguire fedelmente Gesù sulla via dell'obbedienza, del sacrificio e dell'amore".
ANG/REGENSBURG:CROCE/...                           VIS 20060918 (500)


SCELTE COMUNI AUSTRIA E SANTA SEDE CEMENTO UNIONE EUROPA

CITTA' DEL VATICANO, 18 SET. 2006 (VIS). Questa mattina il Santo Padre ha ricevuto il Signor Martin Bolldorf, nuovo Ambasciatore dell'Austria presso la Santa Sede, in occasione della presentazione delle Lettere Credenziali.

  Nel suo discorso al diplomatico il Papa ha ricordato che: "L'Austria e la Santa Sede hanno una lunga storia di fruttuosa unione; questa unione è molto più che un semplice fatto storico: essa si fonda soprattutto sull'appartenenza della grande maggioranza della popolazione austriaca alla Chiesa cattolica. Già questo stesso fatto determina orientamenti, scelte e interessi comuni, che riguardano sostanzialmente l'uomo, la sua libertà e la sua dignità, il suo futuro nel tempo e nella società".

  "Da punti di vista diversi, lo Stato e la Chiesa hanno egualmente a cuore il bene dell'Uomo (...) i cui interessi e la cui dignità non dovranno mai essere sottoposti ai parametri della fattibilità, dell'utilità e della produttività".

  "Tra gli interessi comuni c'è l'Europa" - ha detto ancora il Pontefice - "soprattutto lo sviluppo del processo di unificazione europeo; in nessuna altra parte del mondo come in Europa, storia e cultura recano l'impronta del cristianesimo. L'ambito regionale e nazionale, quindi la patria più vicina e più ampia, da cui di norma la maggior parte delle persone ricava gli elementi più importanti della propria identità Culturale, viene sempre più inglobato nell'ambito europeo, la comune patria che è l'Europa".

  "Grande contributo viene dalla mobilità umana e dai mezzi di comunicazione sociale. La Chiesa guarda con favore a questo sviluppo: dove Uomini e popoli si considerano membri di una stessa famiglia, aumentano le opzioni per la pace, la solidarietà, lo scambio e l'arricchimento reciproco. Con la sua ricca storia di Stato composto da molti popoli" - ha sottolineato il Papa - "l'Austria è predestinata ad un convinto impegno per l'Europa".

  Nella strada verso l'integrazione europea "molto dipende dalla fiducia dei cittadini in questo progetto. Nelle discussioni sull'allargamento europeo e sulla Costituzione torna sempre la questione dell'identità e dei fondamenti spirituali, sui quali poggia la comunità di Stati e di popoli degli europei. Le sorgenti più profonde di un 'insieme' europeo a prova di crisi si trovano piuttosto nelle comuni convinzioni e nei valori della storia e della tradizione cristiana e umanista del continente".

  Il Santo Padre ha concluso il suo discorso ricordando che in virtù del Concordato, lo Stato austriaco è impegnato nell'insegnamento della religione che è materia obbligatoria nelle scuole ed ha affermato: "Lo Stato ha il compito di presentare a bambini e giovani - in considerazione del crescente numero di allievi senza appartenenza confessionale - le basi del pensiero occidentale e della 'civiltà dell'amore' supportata dallo spirito cristiano".
CD/LETTERE CREDENZIALI/AUSTRIA:BOLLDORF               VIS 060918 (450)


UDIENZE

CITTA' DEL VATICANO, 18 SET. 2006 (VIS). Questa mattina nel Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo il Santo Padre ha ricevuto in udienze separate:

- Cinque Presuli della Conferenza Episcopale del Ciad, in Visita "ad Limina Apostolorum":

    - L'Arcivescovo Matthias N'Gartéri Mayadi, di N'Djaména.

    - Il Vescovo Michele Russo, M.C.C.I., di Doba.

    - Il Vescovo Rosario Pio Ramolo, O.F.M.Cap., di Goré.

    - Il Vescovo Miguel Angel Sebastián Martínez, M.C.C.I., di Lai.

    - Il Vescovo Jean-Claude Bouchard, O.M.I., di Pala.

- Il Cardinale Tarcisio Bertone, S.D.B,, con i familiari.

  Sabato 16 settembre il Santo Padre ha ricevuto in udienze separate:

- Il Signor Benoît Cardon de Lichtbuer, Ambasciatore del Belgio, in visita di congedo.

- Il Signor Gerhard Friedrich Karl Westdickenberg, Ambasciatore della Repubblica Federale di Germania, in visita di congedo.

- Il Cardinale Francisco Javier Errazuriz Ossa, Arcivescovo di Santiago de Chile (Cile).
AL:AP/.../...                                               VIS 20060918 (150)

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