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mercoledì 13 marzo 2013

FUMATA NERA ALLE 11.40 E TRANQUILLITÀ IN PIAZZA SAN PIETRO

Città del Vaticano, 13 marzo 2013 (VIS). I 115 Cardinali Elettori hanno lasciato la Casa Santa Marta alle 7:45 per concelebrare la Messa nella Cappella Paolina, dalle 8:15 alle 9:15. Alle 9:30 sono entrati nella Cappella Sistina e dopo la recita dell'Ora Media hanno proceduto alle votazioni della mattina. La fumata, nuovamente nera, si è potuta vedere alle 11:40 di questa mattina: circa venti minuti prima del previsto.

Alle 13:00 il Direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Padre Federico Lombardi, S.I., nella sede del Media Center, ha incontrato i rappresentanti dei mezzi di comunicazione giunti a Roma per il Conclave.

"Stiamo vivendo un momento estremamente bello e intenso - ha detto Padre Lombardi - Siamo giunti alla fase decisiva di questo mese, che è stato aperto con la rinuncia di Papa Benedetto XVI e ora si giunge, proprio nei prossimi giorni o nelle prossime ore, alle elezione del suo successore. Sentiamo salire l'emozione, l'attesa e lo vediamo e lo viviamo nella Piazza di San Pietro. ieri sera c'era moltissima gente già ad attendere la fumata: più gente - devo dire - di quanto io stesso mi sarei aspettato. Questo dice l'intensità dell'attesa. Anche questa mattina abbiamo visto tantissimi fedeli e abbiamo respirato un clima molto sereno, molto gioioso" che "mi ricorda il giorno dell'elezione, otto anni fa, di Benedetto XVI", quando "da tutta Roma la gente arrivava di corsa, a piedi" perché "il traffico era bloccato e veniva alla piazza per vedere la presentazione del nuovo Papa alla Loggia. Qui si sperimenta come la città di Roma, sia i cittadini abituali di Roma, sia i pellegrini o i turisti (...) vivono questo momento e amano anche e vogliono bene al Papa che accolgono da qualunque parte del mondo venga, con uguale amore e intensità".

Riferendosi ai primi tre scrutini che non hanno dato luogo all'elezione, Padre Lombardi ha detto: "Più o meno è quello che ci aspettavamo, perché nessuno di noi si aspettava ieri sera una fumata bianca (...). Credo che sia da considerare normale. Come ricordate - se avete studiato i Conclavi del secolo passato - c'era stato solo quello di Pio XII, verso l'inizio della Seconda Guerra Mondiale, che aveva dato risultato positivo al terzo scrutinio". Padre Lombardi ha anche detto che, a suo parere, non ci sono Cardinali ammalati nel Conclave. "Lo dimostra la rapidità del voto; con gli 'infirmari' (gli incaricati di portare la scheda ai malati), tutto il procedimento richiedeva più tempo. Perciò credo che siano tutti nella Sistina".

Dopo la grande fumata nera di ieri sera molti giornalisti hanno chiesto informazioni sulla composizione del fumo utilizzato per produrre la fumata: nel servizio di ieri il VIS ha dedicato un articolo a questo argomento. Oggi Padre Lombardi ha spiegato che: "Ci siamo anche preoccupati di sapere se questa produzione del fumo aveva oscurato gli affreschi di Michelangelo o aveva dato problemi alla salute dei Cardinali: invece no, tutto è andato normalmente. I Cardinali sono rientrati bene ieri sera e questa mattina - mi hanno detto - che sono andati di buon umore e in buona salute al Palazzo Apostolico, alcuni anche a piedi, facendo il loro percorso, senza farsi portare in automobile".

Padre Lombardi ha anche ricordato che ieri, prima della cerimonia di ingresso in Conclave, ha salutato l'Arcivescovo Georg Gänswein, Prefetto della Casa Pontificia e Segretario del Pontefice emerito, che ha riferito che Benedetto XVI segue con molta attenzione gli eventi di questi giorni e che ha ascoltato la Messa "Pro eligendo Romano Pontefice" celebrata ieri nella Basilica Vaticana dal Cardinale Decano del Collegio Cardinalizio Angelo Sodano. Padre Lombardi ha informato inoltre che il Papa emerito non parteciperà alla Messa di intronizzazione del nuovo Pontefice e che l'Arcivescovo Gänswein rimarrà in Vaticano fino alla fine del Conclave, poiché Benedetto XVI a Castel Gandolfo può avvalersi dell'opera di un secondo segretario particolare.

Per dare un'idea dell'atmosfera di questo Conclave, Padre Lombardi ha citato la testimonianza del Cardinale tedesco Karl Lehman che ha partecipato al precedente Conclave, e che prima dell'inizio dell'attuale Conclave, ha spiegato che il clima nella Sistina non è freddo e formale, ma di grande spiritualità e al medesimo tempo di solennità. "Ci si avvicina lentamente all'altare per deporre il proprio voto, tenendolo ben visibile, poi si depone questo voto pronunciando un giuramento, pronunciando parole molte impegnative: 'Chiamo a testimone Cristo Signore, che mi giudicherà, che il mio voto è dato a colui che, secondo la volontà di Dio, ritengono debba essere eletto'. E poi si ritorna al posto di nuovo camminando lentamente. "E questo in un ambiente che effettivamente ispira, nella sua stessa costituzione, una grande attenzione e responsabilità perché c'è questo giudizio dominante, il Giudizio Universale di Michelangelo".

Infine, parlando di come trascorrono il tempo i Cardinali nella Casa Santa Marta, Padre Lombardi ha detto che gli Elettori hanno libertà assoluta di organizzare il tempo a loro disposizione: riposare, pregare nella cappella, scambiare pareri per maturare un giudizio, e così via.

ELEZIONE DEL PAPA

Città del Vaticano, 13 marzo 2013 (VIS). Che forma hanno le schede per eleggere il Papa? Come si fa il conteggio dei voti? Come votano i cardinali malati? A tutte queste domande e a molte altre, rispondono la Costituzione Apostolica del Beato Giovanni Paolo II "Universi Dominici Gregis" (UDG), sulla vacanza della Sede Apostolica e l'elezione del Romano Pontefice (1996) e il Motu Proprio "Normas Nonnullas", di Benedetto XVI pubblicato il 22 febbraio scorso. Di seguito riproduciamo gli articoli dal 64 al 71 della UDG - con le modificazioni apportate dal Motu Proprio agli articoli 64 e 70 - che trattano delle votazioni durante il Conclave nella Cappella Sistina.

n. 64. “La procedura dello scrutinio si svolge in tre fasi, la prima delle quali, che si può chiamare pre-scrutinio, comprende: 1) la preparazione e la distribuzione delle schede da parte dei Cerimonieri – richiamati intanto nell’Aula insieme col Segretario del Collegio dei Cardinali e col Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie – i quali ne consegnano almeno due o tre a ciascun Cardinale elettore; 2) l’estrazione a sorte, fra tutti i Cardinali elettori, di tre Scrutatori, di tre incaricati a raccogliere i voti degli infermi, denominati per brevità Infirmarii, e di tre Revisori; tale sorteggio viene fatto pubblicamente dall’ultimo Cardinale Diacono, il quale estrae di seguito i nove nomi di coloro che dovranno svolgere tali mansioni; 3) se nell’estrazione degli Scrutatori, degli Infirmarii e dei Revisori, escono i nomi di Cardinali elettori che, per infermità o altro motivo, sono impediti di svolgere tali mansioni, al loro posto vengano estratti i nomi di altri non impediti. I primi tre estratti fungeranno da Scrutatori, i secondi tre da Infirmarii, gli altri tre da Revisori.”

65. Per questa fase dello scrutinio occorre si tengano presenti le seguenti disposizioni: 1) la scheda deve avere la forma rettangolare, e recare scritte nella metà superiore, possibilmente a stampa, le parole: 'Eligo in Summum Pontificem', mentre nella metà inferiore si dovrà lasciare il posto per scrivere il nome dell'eletto; pertanto la scheda è fatta in modo da poter essere piegata in due; 2) la compilazione delle schede deve essere fatta segretamente da ciascun Cardinale elettore, il quale scriverà chiaramente, con grafia quanto più possibile non riconoscibile, il nome di chi elegge, evitando di scrivere più nomi, giacché in tal caso il voto sarebbe nullo e piegando e ripiegando poi la scheda; 3) durante le votazioni, i Cardinali elettori dovranno rimanere nella Cappella Sistina soli e perciò, subito dopo la distribuzione delle schede e prima che gli elettori incomincino a scrivere, il Segretario del Collegio dei Cardinali, il Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie ed i Cerimonieri devono uscire dall'aula; dopo la loro uscita, l'ultimo Cardinale Diacono chiuda la porta, aprendola e richiudendola tutte le volte che sarà necessario, come ad esempio quando gli Infirmarii escono per raccogliere i voti degli infermi e fanno ritorno in Cappella".

66. "La seconda fase, detta scrutinio vero e proprio, comprende: 1) la deposizione delle schede nell'apposita urna; 2) il mescolamento ed il conteggio delle stesse; 3) lo spoglio dei voti. Ciascun Cardinale elettore, in ordine di precedenza, dopo aver scritto e piegato la scheda, tenendola sollevata in modo che sia visibile, la porta all'altare, presso il quale stanno gli Scrutatori e sul quale è posto un recipiente coperto da un piatto per raccogliere le schede. Giunto colà, il Cardinale elettore pronuncia ad alta voce la seguente formula di giuramento: 'Chiamo a testimone Cristo Signore, il quale mi giudicherà, che il mio voto è dato a colui che, secondo Dio, ritengo debba essere eletto'. Depone, quindi, la scheda nel piatto e con questo la introduce nel recipiente. Eseguito ciò, fa inchino all'altare e torna al suo posto. Se qualcuno dei Cardinali elettori presenti in Cappella non può recarsi all'altare perché infermo, l'ultimo degli Scrutatori gli si avvicina ed egli, premesso il suddetto giuramento, consegna la scheda piegata allo stesso Scrutatore, il quale la porta ben visibile all'altare e, senza pronunciare il giuramento, la depone sul piatto e con questo la introduce nel recipiente".
67. "Se vi sono dei Cardinali elettori infermi nelle loro stanze, di cui al n. 41 e seguenti di questa Costituzione, i tre Infirmarii si recano da essi con una cassetta, che abbia nella parte superiore un foro, per cui possa esservi inserita una scheda piegata. Gli Scrutatori, prima di consegnare tale cassetta agli Infirmarii l'aprano pubblicamente, in modo che gli altri elettori possano costatare che è vuota, quindi la chiudano e depongano la chiave sull'altare. Successivamente gli Infirmarii con la cassetta chiusa ed un congruo numero di schede su un piccolo vassoio, si recano, debitamente accompagnati, alla Domus Sanctae Marthae presso ciascun infermo il quale, presa una scheda, vota segretamente, la piega e, premesso il suddetto giuramento, la introduce nella cassetta attraverso il foro. Se qualche infermo non è in grado di scrivere, uno dei tre Infirmarii o un altro Cardinale elettore, scelto dall'infermo, dopo aver prestato giuramento nelle mani degli stessi Infirmarii circa il mantenimento del segreto, esegue le suddette operazioni. Dopo di ciò, gli Infirmarii riportano in Cappella la cassetta, che sarà aperta dagli Scrutatori dopo che i Cardinali presenti avranno depositato il loro voto, contando le schede che vi si trovano e, accertato che il loro numero corrisponde a quello degli infermi, le pongano una ad una sul piatto e con questo le introducano tutte insieme nel recipiente. Per non protrarre troppo a lungo le operazioni di voto, gli Infirmarii potranno compilare e deporre le proprie schede nel recipiente subito dopo il primo dei Cardinali, e recarsi, quindi, a raccogliere il voto degli infermi nel modo sopra indicato, mentre gli altri elettori depongono la loro scheda".

68. "Dopo che tutti i Cardinali elettori avranno deposto la loro scheda nell'urna, il primo Scrutatore l'agita più volte per mescolare le schede e, subito dopo, l'ultimo Scrutatore procede al conteggio di esse, prendendole in maniera visibile una ad una dall'urna e riponendole in un altro recipiente vuoto, già preparato a tale scopo. Se il numero delle schede non corrisponde al numero degli elettori, bisogna bruciarle tutte e procedere subito ad una seconda votazione; se invece corrisponde al numero degli elettori, segue lo spoglio così come appresso".

69. "Gli Scrutatori siedono ad un tavolo posto davanti all'altare: il primo di essi prende una scheda, la apre, osserva il nome dell'eletto, e la passa al secondo Scrutatore che, accertato a sua volta il nome dell'eletto, la passa al terzo, il quale la legge a voce alta e intelligibile, in modo che tutti gli elettori presenti possano segnare il voto su un apposito foglio. Egli stesso annota il nome letto nella scheda. Qualora nello spoglio dei voti gli Scrutatori trovassero due schede piegate in modo da sembrare compilate da un solo elettore, se esse portano lo stesso nome vanno conteggiate per un solo voto, se invece portano due nomi diversi, nessuno dei due voti sarà valido; tuttavia, in nessuno dei due casi viene annullata la votazione. Concluso lo spoglio delle schede, gli Scrutatori fanno la somma dei voti ottenuti dai vari nomi, e li annotano su un foglio a parte. L'ultimo degli Scrutatori, man mano che legge le schede, le perfora con un ago nel punto in cui si trova la parola Eligo, e le inserisce in un filo, affinché possano essere più sicuramente conservate. Al termine della lettura dei nomi, i capi del filo vengono legati con un nodo, e le schede così vengono poste in un recipiente o ad un lato della mensa".

70. "Segue quindi la terza ed ultima fase detta anche post-scrutinio, che comprende: 1) il conteggio dei voti; 2) il loro controllo; 3) il bruciamento delle schede.

Gli scrutatori fanno la somma di tutti i voti che ciascuno ha riportato, e se nessuno ha raggiunto almeno i due terzi dei voti in quella votazione, il Papa non è stato eletto; se invece risulterà che uno ha ottenuto almeno i due terzi, si ha l’elezione del Romano Pontefice canonicamente valida.”

In ambedue i casi, abbia cioè avuto luogo o no l'elezione, i Revisori devono procedere al controllo sia delle schede sia delle annotazioni fatte dagli Scrutatori, per accertare che questi abbiano eseguito esattamente e fedelmente il loro compito.

Subito dopo la revisione, prima che i Cardinali elettori lascino la Cappella Sistina, tutte le schede siano bruciate dagli Scrutatori, con l'aiuto del Segretario del Collegio e dei Cerimonieri, chiamati nel frattempo dall'ultimo Cardinale Diacono. Se però si dovesse procedere immediatamente ad una seconda votazione, le schede della prima votazione saranno bruciate solo alla fine, insieme con quelle della seconda votazione".

71. "Ordino a tutti e singoli i Cardinali elettori che, al fine di conservare con maggior sicurezza il segreto, consegnino al Cardinale Camerlengo o ad uno dei tre Cardinali Assistenti gli scritti di qualunque genere, che abbiano presso di sé, relativi all'esito di ciascuno scrutinio, affinché siano bruciati con le schede.
Stabilisco, inoltre, che alla fine dell'elezione il Cardinale Camerlengo di Santa Romana Chiesa stenda una relazione, da approvarsi anche dai tre Cardinali Assistenti, nella quale dichiari l'esito delle votazioni di ciascuna sessione. Questa relazione sarà consegnata al Papa e poi sarà conservata nell'apposito archivio, chiusa in una busta sigillata, che non potrà essere aperta da nessuno, se il Sommo Pontefice non l'avrà permesso esplicitamente".

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