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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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lunedì 2 luglio 2007

ANGELUS: LIBERTÀ E SEQUELA DI CRISTO


CITTA' DEL VATICANO, 1 LUG. 2007 (VIS). Il Papa ha dedicato le meditazioni che precedono la recita dell'Angelus domenicale al tema della libertà ed alla sequela di Cristo.

Davanti alle migliaia di pellegrini convenuti in Piazza San Pietro, Benedetto XVI ha commentato il Vangelo di Luca nel quale si narra come Gesù "si diresse decisamente verso Gerusalemme" dove "lo attende la morte di croce". "Nell'espressione 'decisamente'" - ha affermato il Papa - "possiamo intravedere la libertà di Cristo" che "in obbedienza alla volontà del Padre offre se stesso per amore".

"È in questa sua obbedienza al Padre che Gesù realizza la propria libertà come consapevole scelta motivata dall'amore". Cristo "non ha vissuto la sua libertà come arbitrio o come dominio. L'ha vissuta come servizio. In questo modo ha 'riempito' di contenuto la libertà, che altrimenti rimarrebbe 'vuota' possibilità di fare o di non fare qualcosa. Come la vita stessa dell'uomo, la libertà trae senso dall'amore".

"La libertà cristiana è" - ha sottolineato il Pontefice - "tutt'altro che arbitrarietà; è sequela di Cristo nel dono di sé sino al sacrificio della Croce. Può sembrare un paradosso, ma il culmine della sua libertà il Signore l'ha vissuto sulla croce, come vertice dell'amore. Quando sul Calvario gli gridavano: 'Se sei il Figlio di Dio, scendi dalla croce!', egli dimostrò la sua libertà di Figlio proprio rimanendo su quel patibolo per compiere fino in fondo la volontà misericordiosa del Padre".

"Questa esperienza l'hanno condivisa tanti altri testimoni della verità" - ha proseguito il Pontefice - "uomini e donne che hanno dimostrato di rimanere liberi anche in una cella di prigione e sotto le minacce della tortura. 'La verità vi farà liberi'. Chi appartiene alla verità, non sarà mai schiavo di nessun potere, ma saprà sempre liberamente farsi servo dei fratelli".

Al termine della recita dell'Angelus, Benedetto XVI ha ricordato che: "Dalla Colombia giunge la triste notizia del barbaro assassinio di undici Deputati regionali del Dipartimento del 'Valle del Cauca', che per più di cinque anni sono rimasti nelle mani delle Forze Armate Rivoluzionarie di Colombia. Mentre elevo preghiere in loro suffragio, mi unisco al profondo dolore dei familiari e dell'amata Nazione colombiana, ancora una volta funestata dall'odio fratricida. Rinnovo il mio accorato appello affinché cessi immediatamente ogni sequestro e vengano restituiti all'affetto dei loro cari quanti sono tuttora vittime di tali inammissibili forme di violenza".
ANG/LIBERTÀ:SEQUESTRI/... VIS 20070702 (400)


INTENZIONI DI PREGHIERA DEL SANTO PADRE MESE DI LUGLIO


CITTA' DEL VATICANO, 1 LUG. 2007 (VIS). L'intenzione Generale per l'Apostolato della Preghiera del Santo Padre Benedetto XVI per il mese di luglio è la seguente: "Perché sia reso possibile a tutti i cittadini, individualmente e in gruppo, di partecipare attivamente alla vita e alla gestione della cosa pubblica".

L'intenzione Missionaria è la seguente: "Perché, consapevoli del proprio dovere missionario, tutti i cristiani aiutino fattivamente quanti sono impegnati nell'evangelizzazione dei Popoli".
BXVI-INTENZIONI PREGHIERA/LUGLIO/… VIS 20070702 (80)


IN BREVE


IN UN'UDIENZA AI 46 ARCIVESCOVI METROPOLITI PROVENIENTI DA 24 PAESI che venerdì 29 giugno, Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, hanno ricevuto il Sacro Pallio, il Papa ha affermato: "Che le Croci che gli Arcivescovi Metropoliti portano sul Pallio ricordino ai membri delle diverse comunità cristiane che esse devono dare testimonianza, con la parola e con tutta la loro vita, del Cristo Risorto, in una fedeltà sempre più grande alla Chiesa, facendo di tutti i cattolici, ovunque si trovino, missionari del Vangelo".

IN UNA LETTERA INDIRIZZATA AL CARDINALE FRIEDRICH WETTER Arcivescovo emerito di München und Freising (Germania), redatta in latino e datata 1° maggio, il Santo Padre nomina il Porporato Suo Inviato Speciale alle celebrazioni per il millenario dell'Arcidiocesi di Bamberg (Germania), in programma l'8 luglio prossimo. La Missione pontificia è composta dal Reverendo Canonico Gerhard Forch, Parroco della Cattedrale di Bamberg e dal Monsignor Michael Hofmann, Parroco di "Allerheiligen" di Nüremberg.

IL CARDINALE JEAN-PIERRE RICARD, ARCIVESCOVO DI BORDEAUX (FRANCIA) E PRESIDENTE della Conferenza Episcopale di Francia, è destinatario di una Lettera del Santo Padre Benedetto XVI in occasione del primo centenario dell'apertura nell'Isola di Brownsea (Regno Unito) del primo accampamento di Scouts (1 agosto 1907). Il Papa ricorda il Fondatore degli scouts cattolici, Padre Jacques Sevin, S.J., e sottolinea che questo movimento continua a proporre ai giovani di oggi "una pedagogia che forma in essi una personalità forte, fondata sul Cristo e desiderosa di vivere ideali elevati di fede e di solidarietà umana".
.../IN BREVE/... VIS 20070702 (250)


UDIENZE


CITTA' DEL VATICANO, 2 LUG. 2007 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienze separate:

- Il Cardinale Antonio María Rouco Varela, Arcivescovo di Madrid (Spagna).

- Sette Presuli della Conferenza Episcopale della Repubblica Dominicana, in Visita "ad Limina Apostolorum":

- L'Arcivescovo Ramón Benito de la Rosa y Carpio, di Santiago de los Caballeros.

- Il Vescovo Antonio Camilo González, di La Vega.

- Il Vescovo Diómedes Espinal de León, di Mao-Monte Cristi, con il Vescovo emerito Jerónimo Tomás Abreu Herrera.

- Il Vescovo Julio César Corniel Amaro, di Puerto Plata.

- Il Vescovo Jesús María De Jesús Moya, di San Francisco de Macorís.

- Il Vescovo Freddy Antonio de Jesús Bretón Martínez, di Baní.

- L'Arcivescovo Michele Di Ruberto, Segretario della Congregazione delle Cause dei Santi.

Nel pomeriggio è in programma che il Santo Padre riceva il Cardinale Giovanni Battista Re, Prefetto della Congregazione per i Vescovi.

Sabato 30 giugno il Santo Padre ha ricevuto in udienze separate:

- Il Cardinale Alfonso López Trujillo, Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia.

- Il Cardinale Silvano Piovanelli, Arcivescovo emerito di Firenze (Italia).

- Il Signor Sunny Ebenyi Kingsley, Ambasciatore di Nigeria in visita di congedo.

- Il Signor Philip McDonagh, Ambasciatore d'Irlanda in visita di congedo.
AP/.../... VIS 20070702 (220)


UDIENZE


CITTA' DEL VATICANO, 2 LUG. 2007 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienze separate:

- Il Cardinale Antonio María Rouco Varela, Arcivescovo di Madrid (Spagna).

- Sette Presuli della Conferenza Episcopale della Repubblica Dominicana, in Visita "ad Limina Apostolorum":

- L'Arcivescovo Ramón Benito de la Rosa y Carpio, di Santiago de los Caballeros.

- Il Vescovo Antonio Camilo González, di La Vega.

- Il Vescovo Diómedes Espinal de León, di Mao-Monte Cristi, con il Vescovo emerito Jerónimo Tomás Abreu Herrera.

- Il Vescovo Julio César Corniel Amaro, di Puerto Plata.

- Il Vescovo Jesús María De Jesús Moya, di San Francisco de Macorís.

- Il Vescovo Freddy Antonio de Jesús Bretón Martínez, di Baní.

- L'Arcivescovo Michele Di Ruberto, Segretario della Congregazione delle Cause dei Santi.

Nel pomeriggio è in programma che il Santo Padre riceva il Cardinale Giovanni Battista Re, Prefetto della Congregazione per i Vescovi.

Sabato 30 giugno il Santo Padre ha ricevuto in udienze separate:

- Il Cardinale Alfonso López Trujillo, Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia.

- Il Cardinale Silvano Piovanelli, Arcivescovo emerito di Firenze (Italia).

- Il Signor Sunny Ebenyi Kingsley, Ambasciatore di Nigeria in visita di congedo.

- Il Signor Philip McDonagh, Ambasciatore d'Irlanda in visita di congedo.
AP/.../... VIS 20070702 (220)


ALTRI ATTI PONTIFICI


CITTA' DEL VATICANO, 2 LUG. 2007 (VIS). Il Santo Padre:

- Ha nominato il Reverendo Otto Separy, Vescovo Ausiliare della Diocesi di Aitape (superficie: 18.200; popolazione: 98.800, cattolici: 73.300; sacerdoti: 26; religiosi: 102), Papua Nuova Guinea. Il Vescovo eletto è nato a Kubila (Papua Nuova Guinea) nel 1957 ed è stato ordinato sacerdote nel 1991. È stato finora Cancelliere della Diocesi di Wewak (Papua Nuova Guinea).

- Ha accettato la rinuncia al governo pastorale della Diocesi di Alaminos (Filippine), presentata dal Vescovo Jesus A. Cabrera, in conformità al canone 401, paragrafo 2, del Codice di Diritto Canonico. Gli succede il Vescovo Marlo M. Peralta, finora Vescovo Coadiutore della medesima Diocesi.

  Sabato 30 giugno è stato reso noto che il Santo Padre:

- Ha accettato la rinuncia al governo pastorale della Diocesi di Zrenjanin (Serbia), presentata dal Vescovo László Huzsvár, per raggiunti limiti d'età.

- Ha accettato la rinuncia al governo pastorale della Diocesi di Fidenza (Italia), presentata dal Vescovo Maurizio Galli, in conformità con il canone 401, paragrafo 2, del Codice di Diritto Canonico.

- Ha nominato il Reverendo Domenica Cornacchia, Vescovo di Lucera-Troia (superficie: 1.337; popolazione: 71.031; cattolici: 70.000; sacerdoti: 81; religiosi: 114; diaconi permanenti: 5), Italia. Il Vescovo eletto è nato ad Altamura (Italia) nel 1950 ed è stato ordinato sacerdote nel 1976. Finora Parroco della Parrocchia "Santissimo Redentore" nella Diocesi di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti (Italia), il Vescovo Cornacchia succede al Vescovo Francesco Zerrillo, del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima Diocesi presentata per raggiunti limiti d'età.

- Ha nominato il Monsignor Michael Mulhall, Vescovo di Pembroke (superficie: 20.000; popolazione: 132.000; cattolici: 65.825; sacerdoti: 68; religiosi: 131; diaconi permanenti: 7), Canada. Il Vescovo eletto è nato a Pembroke (Canada) nel 1962ed è stato ordinato sacerdote nel 1989. Finora è stato Vicario Generale della Diocesi di Peterborough (Canada).

- Ha nominato il Vescovo Peter Remigius, finora Vescovo di Kumbakonam (India), Vescovo di Kottar (superficie: 7.823; popolazione: 2.653.000; cattolici: 207.235; sacerdoti: 175; religiosi: 572), India.

- Ha nominato il Monsignor Julius Sullan Tonel, finora Vicario Generale dell'Arcidiocesi di Davao (Filippine), Vescovo-Prelato di Ipil (superficie: 4.850; popolazione: 622.000; cattolici: 406.000; sacerdoti: 35; religiosi: 47), Filippine. Il Vescovo eletto è nato a Davao City (Filippine) nel 1956 ed è stato ordinato sacerdote nel 1980.

- Ha nominato il Padre Cástor Oswaldo Azuaje Pérez, O.C.D., finora Delegato Generale per il Venezuela dell'Ordine dei Carmelitani Scalzi, Vescovo Ausiliare dell'Arcidiocesi di Maracaibo (superficie: 11.365; popolazione: 2.045.000; cattolici: 1.898.000; sacerdoti: 128; religiosi: 379; diaconi permanenti: 10), Venezuela. Il Vescovo eletto, è nato a Maracaibo (Venezuela), nel 1951, ha pronunciato i voti solenni dell'Ordine dei Carmelitani Scalzi nel 1974 ed ha ricevuto l'ordinazione sacerdotale nel 1975.
NER:RE/.../...                                       VIS 20070702 (460)


NOTA ESPLICATIVA SULLA LETTERA AI CATTOLICI CINESI


CITTA' DEL VATICANO, 30 GIU. 2007 (VIS). In occasione della "Lettera del Santo Padre Benedetto XVI ai Vescovi, ai presbiteri, alle persone consacrate e ai fedeli laici della Chiesa Cattolica nella Repubblica Popolare Cinese", la Sala Stampa della Santa Sede ha pubblicato una Nota Esplicativa sulla Chiesa in Cina negli ultimi 50 anni.

  "La comunità cattolica in Cina ha vissuto intensamente questi ultimi 50 anni, affrontando un cammino difficile e doloroso, che non soltanto l=ha segnata in profondità ma anche le ha fatto assumere caratteristiche peculiari che la distinguono ancora oggi".

  "La comunità cattolica soffrì una prima persecuzione negli anni cinquanta, che vide l'espulsione dei Vescovi e dei missionari stranieri, l'imprigionamento di quasi tutti gli ecclesiastici cinesi e dei responsabili dei vari movimenti laicali, la chiusura delle chiese e l'isolamento dei fedeli. Alla fine degli anni cinquanta furono poi creati organismi statali quali l'Ufficio per gli Affari Religiosi e l'Associazione Patriottica dei Cattolici Cinesi, con lo scopo di guidare e 'controllare' ogni attività  religiosa. Nel 1958 ebbero luogo le prime due ordinazioni episcopali senza il mandato papale, dando inizio a una lunga serie di gesti che feriscono profondamente la comunione ecclesiale".

  "Nel decennio 1966-1976, la Rivoluzione Culturale, che era in atto in tutto il Paese, coinvolse violentemente la comunità cattolica, colpendo anche quei Vescovi, sacerdoti e fedeli laici che si erano dimostrati più disponibili verso i nuovi orientamenti, imposti dalle Autorità governative".

  "Negli anni ottanta, con le aperture promosse da Deng Xiaoping, cominciò un periodo di tolleranza religiosa con qualche possibilità di movimento e di dialogo, che permise la riapertura di chiese, di seminari e di case religiose, e una certa ripresa della vita comunitaria. Le informazioni, che pervenivano dalle comunità ecclesiali cinesi, confermavano che, ancora una volta, il sangue dei martiri era stato seme di nuovi cristiani: la fede era  rimasta viva nelle comunità, la maggioranza dei cattolici aveva dato una fervida testimonianza di fedeltà a Cristo e alla Chiesa, le famiglie erano diventate al loro interno il fulcro della trasmissione della fede. Il nuovo clima non mancò, però, di suscitare differenti reazioni in seno alla comunità cattolica".

  "Analizzando attentamente la situazione della Chiesa in Cina, Benedetto XVI è consapevole del fatto che la comunità soffre, al suo interno, di una situazione di forti contrasti che vede coinvolti fedeli e Pastori. Egli mette, però, in risalto che tale dolorosa situazione non è stata provocata da diverse posizioni dottrinali ma è frutto del 'ruolo significativo svolto da organismi, che sono stati imposti come principali responsabili della vita della comunità cattolica' (n. 7). Si tratta di organismi, le cui dichiarate finalità, in particolare quella di  attuare i principi di indipendenza, autogoverno e autogestione della Chiesa, non sono conciliabili con la dottrina cattolica. Questa interferenza ha dato luogo a situazioni veramente preoccupanti. Per di più, i Vescovi e i sacerdoti si sono visti molto controllati e coartati  nell'esercizio del proprio officio pastorale".

  "Negli anni novanta, da più parti e con sempre maggiore frequenza, Vescovi e sacerdoti si sono rivolti alla Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli e alla Segretaria di Stato per poter ricevere dalla Santa Sede precise indicazioni di comportamento circa alcuni problemi della vita ecclesiale in Cina. Molti chiedevano quale atteggiamento dovessero assumere nei confronti del Governo e degli organismi statali, preposti alla vita della Chiesa. Altre richieste riguardavano problemi strettamente sacramentali, quali la possibilità di concelebrare con Vescovi che erano stati ordinati senza mandato pontificio o di ricevere i Sacramenti da sacerdoti, ordinati da quei Vescovi. Alcuni settori della comunità cattolica, infine, si trovavano disorientati di fronte alla legittimazione di numerosi Vescovi, che erano stati consacrati illecitamente".

  "Durante quegli anni il papa Giovanni Paolo II ha indirizzato più volte alla Chiesa, che è in Cina, messaggi e appelli che invitavano tutti i cattolici all'unità e alla riconciliazione. Gli  interventi del Santo Padre sono stati bene accolti, creando una passione per l'unità, ma le tensioni con le Autorità e all'interno della comunità cattolica non sono, purtroppo, diminuite".

B - Iter storico della Lettera pontificia

  "Le varie problematiche, che sembrano marcare più da vicino la vita della Chiesa in Cina durante questi ultimi anni, sono state ampiamente e attentamente analizzate da un'apposita Commissione ristretta, composta da alcuni sinologi e da coloro che, nella Curia Romana, seguono la situazione di quella comunità"

  "Quando poi il Papa Benedetto XVI ha deciso di convocare, per i giorni 19-20 gennaio 2007, una Riunione che ha visto la partecipazione di vari ecclesiastici anche cinesi, la menzionata Commissione si è adoperata per preparare un documento al fine di  favorire un ampio dibattito sui vari punti, di raccogliere indicazioni pratiche dai partecipanti e di prospettare alcuni possibili orientamenti teologico-pastorali per la comunità cattolica in Cina. Sua Santità, che ha benevolmente partecipato all'ultima sessione della Riunione, tra le altre cose ha deciso di indirizzare una sua Lettera ai Vescovi, ai presbiteri, alle persone consacrate e ai fedeli laici".
OP/NOTA:LETTERA CATTOLICI CINESI/...                        VIS 20070702 (820)


LETTERA DEL PAPA AI FEDELI CHIESA CATTOLICA IN CINA


CITTA' DEL VATICANO, 30 GIU. 2007 (VIS). Nella mattinata di oggi è stata resa pubblica la Lettera del Santo Padre Benedetto XVI ai Vescovi, ai presbiteri, alle persone consacrate e ai fedeli laici della Chiesa Cattolica nella Repubblica Popolare Cinese, datata 27 maggio, Solennità di Pentecoste. La Lettera, composta di due parti, intitolate: "Situazione della Chiesa. Aspetti Teologici" e "Orientamenti di vita pastorale" e di una Conclusione, è stata pubblicata in lingua cinese, francese, inglese e italiana.

  Il Santo Padre scrive in merito allo scopo della Lettera, che: "Senza pretendere di trattare ogni particolare di complesse problematiche da voi ben conosciute, con questa Lettera vorrei offrire alcuni orientamenti in merito alla vita della Chiesa e all'opera di evangelizzazione in Cina, per aiutarvi a scoprire ciò che da voi vuole il Signore e Maestro, Gesù Cristo, 'la chiave, il centro e il fine di tutta la storia umana'".

  Ai fedeli cattolici cinesi - che secondo le statistiche nel 2007 hanno raggiunto fra gli 8 e i 12 milioni - il Papa manifesta "viva riconoscenza al Signore per la sofferta testimonianza di fedeltà, offerta dalla comunità cattolica cinese in circostanze veramente difficili. Nello stesso tempo sento, come mio intimo ed irrinunciabile dovere e come espressione del mio amore di padre, l'urgenza di confermare nella fede i cattolici cinesi e di favorire la loro unità con i mezzi che sono propri della Chiesa".

  La Santa Sede, continua il Pontefice "auspica l'apertura di uno spazio di dialogo con le Autorità della Repubblica Popolare Cinese, in cui, superate le incomprensioni del passato, si possa lavorare insieme per il bene del Popolo cinese e per la pace nel mondo".

  "Sono consapevole" - scrive ancora Papa Benedetto XVI - "che la normalizzazione dei rapporti con la Repubblica Popolare Cinese richiede tempo e presuppone la buona volontà delle due Parti. Dal canto suo, la Santa Sede rimane sempre aperta alle trattative, necessarie per superare il difficile momento presente".

  Benedetto XVI afferma che: "Le Autorità civili sono ben consapevoli che la Chiesa, nel suo insegnamento, invita i fedeli ad essere buoni cittadini, collaboratori rispettosi e attivi del bene comune nel loro Paese, ma è altresì chiaro che essa chiede allo Stato di garantire ai medesimi cittadini cattolici il pieno esercizio della loro fede, nel rispetto di un'autentica libertà religiosa".

  In merito alla comunione tra le Chiese particolari nella Chiesa universale, il Papa sottolinea che: "Nella Chiesa cattolica che è in Cina si fa presente la Chiesa universale, la Chiesa di Cristo, che nel Simbolo confessiamo una, santa, cattolica ed apostolica, vale a dire l'universale comunità dei discepoli del Signore. (...) Tutta la Chiesa che è in Cina è chiamata a vivere e a manifestare questa unità in una più ricca spiritualità di comunione, che, tenendo conto delle complesse situazioni concrete in cui la comunità cattolica si trova, cresca anche in un'armonica comunione gerarchica".

  Ponendo in rilievo che ai cattolici cinesi  non sfuggono i problemi che la Chiesa che è in Cina "sta affrontando per superare - al suo interno e nei suoi rapporti con la società civile cinese - tensioni, divisioni e recriminazioni", il Santo Padre afferma che: "La storia della Chiesa ci insegna, poi, che non si esprime un'autentica comunione senza un travagliato sforzo di riconciliazione. Infatti, la purificazione della memoria, il perdono di chi ha fatto del male, la dimenticanza dei torti subiti e la rappacificazione dei cuori nell'amore, da realizzare nel nome di Gesù crocifisso e risorto, possono esigere il superamento di posizioni o visioni personali, nate da esperienze dolorose o difficili, ma sono passi urgenti da compiere per accrescere e manifestare i legami di comunione tra i fedeli e i Pastori della Chiesa in Cina".

  Affrontando il capitoli relativo ai rapporti fra comunità ecclesiali ed organismi statali, Benedetto XVI scrive che: "la pretesa di alcuni organismi, voluti dallo Stato ed estranei alla struttura della Chiesa, di porsi al di sopra dei Vescovi stessi e di guidare la vita della comunità ecclesiale, non corrisponde alla dottrina cattolica, secondo la quale la Chiesa è 'apostolica', come ha ribadito anche il Concilio Vaticano II. La Chiesa è apostolica 'per la sua origine, essendo costruita sul 'fondamento degli Apostoli' (Ef 2, 20)".

  Riguardo a tale difficile situazione il Papa scrive: "Al riguardo ritengo, in primo luogo, che la doverosa e strenua salvaguardia del deposito della fede e della comunione sacramentale e gerarchica non si opponga, di per sé, al dialogo con le Autorità circa quegli aspetti della vita della comunità ecclesiale che ricadono nell'ambito civile".

  In merito all'Episcopato Cinese - il 60% degli oltre 100 Vescovi hanno più di 80 anni - il Papa afferma che: "Non si può infatti dimenticare che molti di loro hanno subito la persecuzione e sono stati impediti nell'esercizio del loro ministero, e alcuni di loro hanno reso feconda la Chiesa con l'effusione del proprio sangue".

  Il Papa rende grazie a Dio per la "presenza costante e sofferta di Vescovi, che hanno ricevuto l'ordinazione episcopale in conformità con la tradizione cattolica, vale a dire in comunione con il Vescovo di Roma, Successore di Pietro, e per mano di Vescovi, validamente e legittimamente ordinati, nell'osservanza del rito della Chiesa cattolica".

  "Alcuni di essi" - scrive ancora il Pontefice - "(...) desiderosi di mantenere una piena fedeltà al Successore di Pietro e alla dottrina cattolica, si sono visti costretti a farsi consacrare clandestinamente. La clandestinità non rientra nella normalità della vita della Chiesa (...) . Per tale motivo la Santa Sede auspica che questi legittimi Pastori possano essere riconosciuti come tali dalle Autorità governative anche per gli effetti civili - in quanto necessari - e che i fedeli tutti possano esprimere liberamente la propria fede nel contesto sociale in cui si trovano a vivere".

  "Altri Pastori, invece, sotto la spinta di circostanze particolari hanno acconsentito a ricevere l'ordinazione episcopale senza il mandato pontificio ma, in seguito, hanno chiesto di poter essere accolti nella comunione con il Successore di Pietro e con gli altri Fratelli nell'episcopato. Il Papa, (...)  in virtù della propria responsabilità di Pastore universale della Chiesa ha concesso ad essi il pieno e legittimo esercizio della giurisdizione episcopale".

  "Non mancano infine alcuni Vescovi - in un numero molto ridotto - che sono stati ordinati senza il mandato pontificio e non hanno chiesto, o non hanno ancora ottenuto, la necessaria legittimazione. Secondo la dottrina della Chiesa cattolica essi sono da ritenere illegittimi, ma validamente ordinati (...).  Essi pertanto, pur non essendo in comunione con il Papa, esercitano validamente il loro ministero nell'amministrazione dei sacramenti, anche se in modo illegittimo. Quale grande ricchezza spirituale ne deriverebbe per la Chiesa in Cina se, in presenza delle necessarie condizioni, anche questi Pastori pervenissero alla comunione con il Successore di Pietro e con tutto l'Episcopato cattolico!".

  Riguardo la nomina dei Vescovi Benedetto XVI sottolinea che: "La nomina dei Vescovi da parte del Papa è garanzia dell'unità della Chiesa e della comunione gerarchica" ed auspica che "si trovi un accordo con il Governo per risolvere alcune questioni riguardanti sia la scelta dei candidati all'episcopato sia la pubblicazione della nomina dei Vescovi sia il riconoscimento - agli effetti civili in quanto necessari - del nuovo Vescovo da parte delle Autorità civili".

  Nella Seconda Parte della Lettera "Orientamenti di Vita pastorale", il Papa offre una serie di indicazioni per la Concelebrazione Eucaristica ed invita a creare gli organismi diocesani previsti dalle norme canoniche e sottolinea anche la necessità di "un'adeguata formazione permanente del clero" e di "in più attento discernimento vocazionale". Rivolgendosi ai laici, il Papa scrive: "Voi, laici, siete chiamati, pure oggi, a incarnare il Vangelo nella vostra vita e a dare una testimonianza per mezzo di un generoso e fattivo servizio per il bene del popolo e per lo sviluppo del Paese (...). Poiché l'avvenire dell'umanità passa attraverso la famiglia, ritengo indispensabile ed urgente che i laici ne promuovano i valori e ne tutelino le esigenze".

  Nella Conclusione, in merito alla revoca delle facoltà e delle direttive pastorali, il Pontefice scrive: "Con la presente Lettera revoco tutte le facoltà che erano state concesse per far fronte a particolari esigenze pastorali, sorte in tempi veramente difficili. Lo stesso dicasi per tutte le direttive di ordine pastorale, passate e recenti. I principi dottrinali, che le ispiravano, trovano ora nuova applicazione nelle direttive, contenute nella presente Lettera".

  Infine il Papa conclude con l'annuncio di una Giornata di Preghiera per la Chiesa in Cina da celebrarsi "il giorno 24 maggio, che è dedicato alla memoria liturgica della Beata Vergine Maria, Aiuto dei Cristiani (...) Desidero che quella data sia per voi una giornata di preghiera per la Chiesa in Cina. Vi esorto a celebrarla rinnovando la vostra comunione di fede in Gesù Nostro Signore e di fedeltà al Papa, pregando affinché l'unità tra di voi sia sempre più profonda e visibile".
BXVI-LETTERA/.../CATTOLICI CINA                     VIS 20070702 (1470)


PORTO RICO: PREOCCUPAZIONE SFIDE EPOCA ATTUALE


CITTA' DEL VATICANO, 30 GIU. 2007 (VIS). Il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina in udienza i Presuli della Conferenza Episcopale del Porto Rico, al termine della quinquennale Visita "ad Limina Apostolorum".

  Il Papa ha ricordato come i resoconti dei Vescovi pongano in evidenza "la preoccupazione per le sfide e le difficoltà che occorre affrontare in questo momento storico" e che "negli ultimi anni molte cose sono cambiate nell'ambito sociale, economico e religioso, cedendo il passo a volte all'indifferentismo religioso ed a un certo relativismo morale, che influiscono sulla pratica cristiana ed, indirettamente, anche sulle strutture della società".

  "Questa situazione religiosa" - ha proseguito il Pontefice - "ci interpella in quanto Pastori e rende necessario che rimaniamo uniti per rendere più manifesta la presenza del Signore fra gli uomini attraverso iniziative pastorali congiunte che rispondano in modo migliore alle nuove realtà. (...) Specialmente voi Vescovi e sacerdoti, siete chiamati ad una missione ineludibile e che vi impegna profondamente: far in modo che la Chiesa sia un luogo dove si insegni e si viva il mistero dell'amore divino".

  Il Santo Padre ha ricordato che i sacerdoti "sono in prima linea per l'evangelizzazione", per cui il rapporto dei Vescovi con i sacerdoti non deve "essere soltanto istituzionale", ma deve "essere animato soprattutto dalla carità".  Successivamente il Papa ha chiesto di pregare perché la Chiesa in Porto Rico conti "su numerose e sante vocazioni, specialmente nella situazione attuale nella quale i giovani incontrano frequentemente difficoltà per seguire la chiamata del Signore alla vita sacerdotale o alla vita consacrata".

  Nella società portoricana il Papa ha riscontrato "la diffusione di una mentalità ispirata ad un laicismo, che in forma più o meno consapevole, porta ad un graduale disprezzo o ignoranza del sacro, relegando la fede nella sfera del privato. In proposito" - ha sottolineato ancora il Pontefice - "un retto concetto della libertà religiosa non è compatibile con questa ideologia, che a volte si presenta come l'unica voce della razionalità".

  Altra "sfida permanente", ha detto ancora Benedetto XVI - "è anche la famiglia che "si vede assediata da tante insidie del mondo moderno come sono il materialismo imperante" o "la mancanza di stabilità e di fedeltà nella coppia". Da qui "la necessità di intensificare (...) una pastorale familiare incisiva, che aiuti gli sposi cristiani ad assumere i valori fondamentali del Sacramento ricevuto".

  "Il menzionato indifferentismo religioso e la tentazione di un facile permissivismo morale, come pure l'ignoranza della tradizione cristiana (...) influiscono grandemente sulle nuove generazioni. La gioventù ha il diritto (...) ad essere educata alla fede. Perciò l'educazione integrale dei più giovani non può prescindere dall'insegnamento religioso anche a scuola".

  Benedetto XVI ha concluso il suo discorso ricordando che i cattolici "chiamati ad occuparsi delle realtà temporali per ordinarle secondo la volontà divina devono essere testimoni coraggiosi della fede nei diversi ambiti della vita pubblica. La loro partecipazione alla vita ecclesiale è, inoltre, fondamentale e, alle volte, senza la loro collaborazione il vostro apostolato di Pastori non arriverebbe a 'tutti gli uomini di tutti i tempi e luoghi'".
AL/.../PORTO RICO                                   VIS 20070702 (520)


RICONOSCERE COME PIETRO: TU SEI IL CRISTO, FIGLIO DIO VIVENTE


CITTA' DEL VATICANO, 29 GIU. 2007 (VIS). Questa mattina, Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, il Santo Padre Benedetto XVI ha presieduto nella Basilica Vaticana la Concelebrazione dell'Eucaristia con 46 Arcivescovi Metropoliti ai quali, nel corso del Sacro Rito, ha imposto i Palli presi dalla Confessione di San Pietro. Ad altri 5 Presuli il Pallio verrà consegnato nelle loro Sedi Metropolitane.

  Come di consueto in occasione della Festa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, Patroni della città di Roma, era presente alla Santa Messa una Delegazione del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli, composta, quest'anno, da Sua Eminenza Emmanuel (Adamakis), Arcivescovo greco ortodosso di Francia, Direttore dell'Ufficio della Chiesa ortodossa presso l'Unione Europea; da Sua Eminenza Gennadios (Limouris), Metropolita di Sassima, Segretario della Commissione Mista Internazionale per il Dialogo Teologico tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa, e dal Diacono Andreas (Sofianopoulos), Terzo Diacono della Sede Patriarcale di Fanar.

  "Secondo tutti gli Evangelisti" - ha detto il Papa nell'omelia - "la confessione di Simone avviene in un momento decisivo della vita di Gesù, quando, (...) Egli si dirige risolutamente verso Gerusalemme per portare a compimento, con la morte in croce e la risurrezione, la sua missione salvifica".

  "Con la duplice domanda: 'Che cosa dice la gente - Che cosa dite voi di me?'" - ha commentato Benedetto XVI - "Gesù invita i discepoli a prendere coscienza di questa diversa prospettiva. La gente pensa che Gesù sia un profeta. Questo non è falso, ma non basta; è inadeguato. Si tratta, in effetti, di andare in profondità, di riconoscere la singolarità della persona di Gesù di Nazaret, la sua novità".

  "Anche oggi è così" - ha detto ancora il Pontefice - "molti accostano Gesù, per così dire, dall'esterno. Grandi studiosi ne riconoscono la statura spirituale e morale e l'influsso sulla storia dell'umanità, paragonandolo a Buddha, Confucio, Socrate e ad altri sapienti e grandi personaggi della storia. Non giungono però a riconoscerlo nella sua unicità".

  "Spesso Gesù è considerato anche come uno dei grandi fondatori di religioni, da cui ognuno può prendere qualcosa per formarsi una propria convinzione. Come allora, dunque, anche oggi la 'gente' ha opinioni diverse su Gesù. E come allora, anche a noi, discepoli di oggi, Gesù ripete la sua domanda: 'E voi, chi dite che io sia?'. Vogliamo fare nostra la risposta di Pietro. "Tu sei 'il Cristo', 'il Figlio del Dio vivente'".

  "Anche oggi, come ai tempi di Gesù, non basta possedere la giusta confessione di fede: è necessario sempre di nuovo imparare dal Signore il modo proprio in cui egli è il Salvatore e la via sulla quale dobbiamo seguirlo. Dobbiamo infatti riconoscere che, anche per il credente, la Croce è sempre dura da accettare. L'istinto spinge ad evitarla, e il tentatore induce a pensare che sia più saggio preoccuparsi di salvare se stessi piuttosto che perdere la propria vita per fedeltà all'amore".

  "Che cosa era difficile da accettare per la gente a cui Gesù parlava? Che cosa continua ad esserlo anche per molta gente di oggi?" si è domandato il Pontefice - "Difficile da accettare è il fatto che Egli pretenda di essere non solo uno dei profeti, ma il Figlio di Dio, e rivendichi per sé la stessa autorità di Dio".

  "Nel nome dei Santi Pietro e Paolo" - ha concluso il Pontefice - "rinnoviamo oggi, insieme con i nostri Fratelli venuti da Costantinopoli - che ancora ringrazio per la presenza a questa nostra celebrazione - l'impegno ad accogliere fino in fondo il desiderio di Cristo, che ci vuole pienamente uniti".
 
  Al termine della Celebrazione Eucaristica, il Papa si è affacciato alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l'Angelus con i fedeli ed i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro.

  Nel salutare la Delegazione inviata dal Patriarca Ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I, il Santo Padre ha detto: "I nostri incontri, le visite reciproche, i dialoghi in corso non sono dunque dei semplici gesti di cortesia, o tentativi per giungere a compromessi, ma il segno di una comune volontà di fare il possibile perché quanto prima possiamo giungere a quella piena comunione implorata da Cristo nella sua preghiera al Padre dopo l'Ultima Cena: 'ut unum sint'. Tra queste iniziative si colloca anche l''Anno Paolino'" - ha ricordato il Pontefice - un anno giubilare che avrà inizio il 28 giugno del 2008 e si concluderà il 29 giugno del 2009, in coincidenza con il bimillenario della nascita di San Paolo.

  A conclusione dell'Angelus il Santo Padre Benedetto XVI ha annunciato che accogliendo l'invito del Cardinale Crescenzio Sepe, Arcivescovo di Napoli (Italia), domenica 21 ottobre prossimo si recherà in visita pastorale in questa città.
HML/.../SANTI PIETRO:PAOLO                           VIS 20070702 (780)


INCONTRO CARDINALE BERTONE E PRESIDENTE SINIORA


CITTA' DEL VATICANO, 28 GIU. 2007 (VIS). La Sala Stampa della Santa Sede ha reso pubblico nel tardo pomeriggio di oggi il seguente Comunicato:

  "Nel pomeriggio di oggi, 28 giugno, Sua Eccellenza il Signor Fouad Siniora, Presidente del Consiglio dei Ministri del Libano, ha incontrato Sua Eminenza il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, che era accompagnato da Sua Eccellenza Monsignor Dominique Mamberti, Segretario per i Rapporti con gli Stati".

  "Il cordiale colloquio è servito per passare in rassegna la delicata situazione regionale, accennando alle condizioni e ai problemi delle comunità cristiane nel Medio Oriente. Ci si è poi soffermati sulle difficoltà politiche del Libano, sulle gravi minacce alla sua sicurezza e sulle iniziative in corso per cercare di superare la presente crisi. In particolare, è stata ribadita la necessità di rilanciare il dialogo tra tutte le componenti della società, ognuna delle quali è chiamata a contribuire al bene comune del Paese. Alla Comunità internazionale si chiede di accompagnare e sostenere tale sforzo, decisivo per il Libano e per tutto il Medio Oriente".
OP/SINIORA/BERTONE                               VIS 20070702 (180)


ANNO PAOLINO CONTRADDISTINTO DIMENSIONE ECUMENICA



CITTA' DEL VATICANO, 28 GIU. 2007 (VIS). Nel pomeriggio di oggi, il Santo Padre Benedetto XVI ha presieduto nella Basilica di San Paolo fuori le Mura la Celebrazione dei Primi Vespri della Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo.

  Il Papa ha rivolto parole di saluto a tutti i partecipanti alla cerimonia ed ha diretto un saluto particolare ai Membri della Delegazione del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli che ricambiano la presenza della Delegazione della Santa Sede ad Istanbul, in occasione della festa di Sant'Andrea.

  "Questi incontri e iniziative" - ha affermato Papa Benedetto XVI - "non costituiscono semplicemente uno scambio di cortesie tra Chiese, ma vogliono esprimere il comune impegno di fare tutto il possibile per affrettare i tempi della piena comunione tra l'Oriente e l'Occidente cristiani".

  "Fin dall'inizio" - ha proseguito il Pontefice - "la tradizione cristiana ha considerato Pietro e Paolo inseparabili l'uno dall'altro, anche se ebbero ciascuno una missione diversa da compiere: Pietro per primo confessò la fede in Cristo, Paolo ottenne in dono di poterne approfondire la ricchezza. Pietro fondò la prima comunità dei cristiani provenienti dal popolo eletto, Paolo divenne l'apostolo dei pagani. Con carismi diversi operarono per un'unica causa: la costruzione della Chiesa di Cristo".

  "A Roma il legame che accomuna Pietro e Paolo nella missione, ha assunto sin dai primi secoli un significato molto specifico. Come la mitica coppia di fratelli Romolo e Remo, (...), così Pietro e Paolo furono considerati i fondatori della Chiesa di Roma". Essi appaiono "come gli iniziatori di una nuova città, come concretizzazione di un modo nuovo e autentico di essere fratelli, reso possibile dal Vangelo di Gesù Cristo. Per questo si potrebbe dire che oggi la Chiesa di Roma celebra il giorno della sua nascita, giacché i due Apostoli ne posero le fondamenta".

  "Dell'apostolo Pietro" - ha ricordato il Santo Padre - "faremo memoria particolarmente domani (29 giugno), celebrando il divin Sacrificio nella Basilica Vaticana (...). Questa sera il nostro sguardo si volge a San Paolo, le cui reliquie sono custodite con grande venerazione" nella Basilica di San Paolo fuori le Mura. Paolo "fu scelto 'per annunciare il vangelo di Dio' (Rm 1,1), per propagare l'annuncio della Grazia divina che riconcilia in Cristo l'uomo con Dio, con se stesso e con gli altri".

  L'Apostolo delle Genti, ha detto ancora il Papa, "fu tutt'altro che un abile parlatore; (...). Gli straordinari risultati apostolici che poté conseguire non sono pertanto da attribuire ad una brillante retorica o a raffinate strategie apologetiche e missionarie. Il successo del suo apostolato dipende soprattutto da un coinvolgimento personale nell'annunciarne il Vangelo con totale dedizione a Cristo; dedizione che non temette rischi, difficoltà e persecuzioni".

  "Da ciò possiamo trarre una lezione quanto mai importante per ogni cristiano. L'azione della Chiesa è credibile ed efficace solo nella misura in cui coloro che ne fanno parte sono disposti a pagare di persona la loro fedeltà a Cristo, in ogni situazione. Dove manca tale disponibilità, viene meno l'argomento decisivo della verità da cui la Chiesa stessa dipende. Cari fratelli e sorelle, come agli inizi, anche oggi Cristo ha bisogno di apostoli pronti a sacrificare se stessi. Ha bisogno di testimoni e di martiri come San Paolo".

  "E proprio per questo, sono lieto di annunciare ufficialmente" - ha soggiunto Papa Benedetto XVI - "che all'Apostolo Paolo dedicheremo uno speciale anno giubilare dal 28 giugno 2008 al 29 giugno 2009, in occasione del bimillenario della sua nascita, dagli storici collocata tra il 7 e il 10 d.C".

  "Questo 'Anno Paolino'" - ha spiegato il Santo Padre - "potrà svolgersi in modo privilegiato a Roma, dove da venti secoli si conserva sotto l'altare papale di questa Basilica il sarcofago, che (...) conserva i resti dell'Apostolo Paolo. Presso la Basilica Papale e presso l'attigua omonima Abbazia Benedettina potranno quindi avere luogo una serie di eventi liturgici, culturali ed ecumenici, come pure varie iniziative pastorali e sociali, tutte ispirate alla spiritualità paolina. Inoltre, una speciale attenzione potrà essere data ai pellegrinaggi che da varie parti vorranno recarsi in forma penitenziale presso la tomba dell'Apostolo per trovare giovamento spirituale. Saranno pure promossi Convegni di studio (...). Inoltre, in ogni parte del mondo, analoghe iniziative potranno essere realizzate nelle Diocesi, nei Santuari, nei luoghi di culto da parte di Istituzioni religiose, di studio o di assistenza, che portano il nome di San Paolo o che si ispirano alla sua figura e al suo insegnamento".

  Infine il Santo Padre ha sottolineato un particolare aspetto "che dovrà essere curato con singolare attenzione durante la celebrazione dei vari momenti del bimillenario paolino: mi riferisco alla dimensione ecumenica. L'Apostolo delle genti, particolarmente impegnato a portare la Buona Novella a tutti i popoli, si è totalmente prodigato per l'unità e la concordia di tutti i cristiani".

  "Voglia egli guidarci e proteggerci in questa celebrazione bimillenaria" - ha concluso il Pontefice - "aiutandoci a progredire nella ricerca umile e sincera della piena unità di tutte le membra del Corpo mistico di Cristo. Amen!".
HML/VESPRI:ANNO PAOLINO/...                       VIS 20070702 (830)


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