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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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mercoledì 29 ottobre 2008

ALTRI ATTI PONTIFICI

CITTA' DEL VATICANO, 29 OTT. 2008 (VIS).- Il Santo Padre:

 -Ha accettato la rinuncia del Vescovo Giuseppe Bausardo, S.D.B., al governo pastorale del Vicariato Apostolico di Alessandria d'Egitto in conformità al can. 401, §2 del Codice di Diritto Canonico e ha nominato Monsignor Gennaro De Martino, finora Vicario Delegato, Amministratore Apostolico "ad natum Sanctae Sedis" del Vicariato Apostolico di Alessandria d'Egitto.

 -Ha concesso il suo assenso all'elezione fatta canonicamente dal Sinodo dei Vescovi della Chiesa Maronita, di Don Joseph Soueif come Arcivescovo di Cipro dei Maroniti (superficie 9.351, popolazione 785.000, cattolici 10.000, sacerdoti 8, religiosi 8) a Cipro. L'Arcivescovo eletto è nato nel 1962 a Chekka (Libano), è stato ordinato sacerdote nel 1987 e finora era Vicario dell'Arcieparchia di Tripoli (Libano) per la pastorale e l'applicazione degli atti sinodali.
RE:NER/.../BAUSARDO:DE MARTINO:SOUEIF                     VIS 20081029 (120)


LA CROCE HA AVUTO UN POSTO CENTRALE NELLA VITA DI PAOLO

CITTA' DEL VATICANO, 29 OTT. 2008 (VIS).- Nell'udienza generale di oggi, svoltasi in Piazza San Pietro, alla quale hanno partecipato 20.000 persone, il Papa ha parlato della teologia della Croce di San Paolo.

 Il Santo Padre ha ricordato che l'Apostolo delle Genti, dopo l'esperienza del cammino di Damasco, cambiò totalmente la sua esistenza, che "rimase segnata dal significato centrale della Croce: aveva capito che Gesù era morto e risorto per tutti e per se stesso. Nella Croce, quindi, si era manifestato l'amore gratuito e misericordioso di Dio".

 "Per San Paolo - ha continuato - la Croce ha un primato fondamentale nella storia dell'umanità; essa rappresenta il punto focale della sua teologia, perché dire Croce vuol dire salvezza come grazia per ogni creatura. Il tema della croce di Cristo diventa un elemento essenziale e primario della predicazione dell'Apostolo".

 Benedetto XVI ha messo in risalto che "lo scandalo e la stoltezza della Croce alla quale si riferisce San Paolo stanno proprio nel fatto che laddove sembra esserci solo fallimento, dolore, sconfitta, proprio lì c'è tutta la potenza dell'Amore sconfinato di Dio".

 "Se per i Giudei il motivo del rifiuto della Croce è nella rivelazione, cioè la fedeltà al Dio dei Padri, per i Greci, cioè i pagani, il criterio di giudizio per opporsi alla Croce è la ragione. Per questi ultimi, infatti, la Croce è moría, stoltezza, letteralmente insipienza, cioè un cibo senza sale (...). Decisamente inconcepibile era poi credere che un Dio potesse finire su una Croce! Oggi vediamo come questa logica greca sia anche la logica media del nostro tempo".

 " Perché San Paolo - ha domandato il Papa - ha fatto proprio della parola della Croce un punto così significativo della predicazione evangelica? La risposta non è difficile: la Croce rivela tutta "la potenza di Dio" , che è diversa dal potere umano; rivela infatti il suo amore".

 Per l'Apostolo, "Il Crocifisso è sapienza, perché manifesta davvero chi è Dio, cioè potenza di amore che va fino alla Croce per salvare l'uomo. Egli si serve di modi e strumenti che agli esseri umani sembrano solo debolezza. Il Crocifisso svela, da una parte, la debolezza dell'uomo e, dall'altra, la vera potenza di Dio, cioè la gratuità dell'amore: proprio questa totale gratuità dell'amore è la vera sapienza".

 Il Santo Padre ha segnalato che nella seconda Lettera ai Corinzi, "Paolo fa in due affermazioni fondamentali una perfetta sintesi della teologia della Croce: da una parte Cristo, che Dio ha trattato da peccato in nostro favore, è morto per tutti; dall'altra, Dio ci ha riconciliati con sé, non imputando a noi le nostre colpe. E' da questo "ministero della riconciliazione" che ogni schiavitù è ormai riscattata".

 "San Paolo ha rinunciato alla propria vita donando totalmente sé stesso per il ministero della riconciliazione, della Croce che è salvezza per noi. (...) È questo che dobbiamo saper fare anche noi. Possiamo trovare la nostra forza proprio nell'umiltà dell'amore e la nostra saggezza nella debolezza di rinunciare per entrare così nella forza di Dio (...). Noi tutti dobbiamo formare la nostra vita su questa vera saggezza: non vivere per noi stessi, ma vivere nella fede di Dio del quale tutti possiamo dire: "Mi ha amato e ha dato sé stesso per me".
AG/SAN PAOLO/...                                                                        VIS 20081029 (530)


BENEDETTO XVI: GIOVANNI XXIII È STATO UOMO E PASTORE DI PACE


CITTA' DEL VATICANO, 29 OTT. 2008 (VIS).- In occasione del 50° anniversario dell'elezione al soglio pontificio del Beato Giovanni XXIII, Benedetto XVI ha evocato la figura del "Papa buono", alla fine della Santa Messa presieduta ieri pomeriggio dal cardinale Tarcisio Bertone nella Basilica di San Pietro, cui hanno preso parte circa 3000 pellegrini della diocesi di Bergamo, alla quale apparteneva Giovanni XXIII.

 Benedetto XVI ha ricordato che negli anni dell'elezione di Giovanni XXIII, "la grazia di Dio andava preparando una stagione impegnativa e promettente per la Chiesa e per la società, e trovò nella docilità allo Spirito Santo, che distinse l'intera vita di Giovanni XXIII, il terreno buono per far germogliare la concordia, la speranza, l'unità e la pace, a bene dell'intera umanità".

 Il Beato Pontefice "indicò la fede in Cristo e l'appartenenza alla Chiesa, madre e maestra, quale garanzia di feconda testimonianza cristiana nel mondo. Così, nelle forti contrapposizioni del suo tempo, il Papa fu uomo e pastore di pace, che seppe aprire in Oriente e in Occidente inaspettati orizzonti di fraternità tra i cristiani e di dialogo con tutti".

 Il Santo Padre ha in seguito sottolineato che il Concilio Ecumenico Vaticano II, "deciso, preparato e iniziato" da Giovanni XXIII, è stato "un dono veramente speciale offerto alla Chiesa" che "tutti siamo impegnati ad accogliere in modo adeguato continuando a meditarne gli insegnamenti e a tradurne nella vita le indicazioni operative".

 Poi, riferendosi al Sinodo diocesano di Bergamo che è stato dedicato alla parrocchia, il Papa ha affermato che "è in essa che si impara a vivere concretamente la propria fede, e ciò consente di mantenere viva la ricca tradizione del passato e di riproporne i valori in un ambiente sociale secolarizzato, che si presenta ostile o indifferente".

 Benedetto XVI ha ricordato l'importanza che per Giovanni XXIII ricopriva la famiglia, in cui "si impara a vivere nel quotidiano il fondamentale precetto cristiano dell'amore". "Con molta fiducia" - ha aggiunto - Papa Roncalli affidava alla parrocchia, famiglia di famiglie, il compito di alimentare tra i fedeli i sentimenti di comunione e di fraternità".

 "Plasmata dall'Eucarestia - ha concluso Benedetto XVI citando le parole del suo predecessore - la parrocchia potrà diventare fermento di salutare inquietudine nel diffuso consumismo e individualismo del nostro tempo, risvegliando la solidarietà ed aprendo nella fede l'occhio del cuore a riconoscere il Padre, che è amore gratuito, desideroso di condividere con i figli la sua stessa gioia".
AC/GIOVANNI XXIII/...                           VIS 20081029 (410)


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