Inizio - VIS Vaticano - Ricevere VIS - Contattaci - Calendario VIS

Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

ultime 5 notizie

VISnews anche in Twitter Anche in YouTube

mercoledì 30 maggio 2012

NON LASCIARSI VINCERE DALLA TRIBOLAZIONE E DALLE DIFFICOLTÀ

Città del Vaticano, 30 maggio 2012 (VIS). Questa mattina, in Piazza San Pietro, si è tenuta l'Udienza Generale, durante la quale il Santo Padre ha continuato la serie di catechesi dedicate alla preghiera cristiana secondo San Paolo. In queste catechesi siamo invitati a vedere la preghiera cristiana "come un  vero e personale incontro con Dio Padre, in Cristo, mediante lo Spirito Santo. In questo incontro entrano in dialogo il 'sì' fedele di Dio e l''amen' fiducioso dei credenti".

Benedetto XVI ha spiegato questa dinamica soffermandosi sulla Seconda Lettera ai Corinzi. L'Apostolo scrive: "Sia benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione! Egli ci consola in ogni nostra tribolazione, perché possiamo anche noi consolare quelli che si trovano in ogni genere di afflizione con la consolazione con cui noi stessi siamo consolati da Dio".

La consolazione, ha affermato il Papa, non è da intendersi solo come semplice conforto, "ma soprattutto come incoraggiamento ed esortazione a non lasciarsi vincere dalla tribolazione e dalle difficoltà. L'invito è a vivere ogni situazione uniti a Cristo, che carica su di sé tutta la sofferenza e il peccato del mondo per portare luce, speranza e redenzione. Così ci rende capaci di consolare a nostra volta quelli che si trovano in ogni genere di afflizione. La profonda unione con Cristo nella preghiera, la fiducia nella sua presenza, conducono alla disponibilità a condividere le sofferenze e le afflizioni dei fratelli".

"La nostra vita e il nostro cammino cristiano sono segnati spesso da difficoltà, da incomprensioni, da sofferenze. Nel rapporto fedele con il Signore, nella preghiera costante, quotidiana, noi sentiamo concretamente la consolazione che viene da Dio. E questo rafforza la nostra fede, perché ci fa sperimentare in modo concreto il 'sì' di Dio all’uomo, (...) in Cristo, la fedeltà del suo amore, che giunge fino al dono del suo Figlio sulla Croce".

La fede che è dono gratuito di Dio, "si radica nella sua fedeltà, nel suo 'sì', che ci fa comprendere come vivere la nostra esistenza amando Lui e i fratelli. Tutta la storia della salvezza è un progressivo rivelarsi di questa fedeltà di Dio, nonostante le nostre infedeltà e i nostri rinnegamenti".

Il modo di agire di Dio, ha sottolineato il Pontefice, è ben diverso dal nostro. "Di fronte ai contrasti nelle relazioni umane, spesso anche familiari, noi siamo portati a non perseverare nell’amore gratuito, che costa impegno e sacrificio. Invece, Dio non si stanca mai di avere pazienza con noi e con la sua immensa misericordia ci precede sempre, ci viene incontro per primo. (...) Nell’evento della Croce ci offre la misura del suo amore, che non calcola, che non ha misura". Questo amore fedele è capace di attendere anche quanti continuano a rispondere con il 'no' del rifiuto o dell'indurimento del cuore. "Dio cerca sempre l'uomo, lo vuole accogliere nella comunione con Sé per donargli pienezza di vita, di speranza e di pace".

"Sul 'sì' fedele di Dio s’innesta l’'amen' della Chiesa che (...) è la risposta della fede che chiude sempre la nostra preghiera personale e comunitaria, e che esprime il nostro 'sì' all’iniziativa di Dio". (...)

"Nella nostra preghiera siamo chiamati a dire 'sì' a Dio, a rispondere con l’'amen' dell’adesione, della fedeltà a Lui di tutta la nostra vita. Questa fedeltà non la possiamo mai conquistare con le nostre forze, non è solo frutto del nostro impegno quotidiano; essa viene da Dio ed è fondata sul 'sì' di Cristo (...) È in questo 'sì' che dobbiamo entrare, nell’adesione alla volontà di Dio, per giungere con san Paolo ad affermare che non siamo noi a vivere, ma è Cristo stesso che vive in noi. Allora l’'amen' della nostra preghiera personale e comunitaria avvolgerà e trasformerà tutta la nostra vita".

NONOSTANTE DEBOLEZZA DELL'UOMO, IL SIGNORE MAI FARÀ MANCARE SUO AIUTO ALLA CHIESA

Città del Vaticano, 30 maggio 2012 (VIS). Al termine dell'Udienza Generale, il Santo Padre ha fatto riferimento agli avvenimenti successi in questi giorni in Vaticano con queste  parole:

"Gli avvenimenti successi in questi giorni, circa la Curia e i miei collaboratori, hanno recato tristezza nel mio cuore, ma non si è mai offuscata la ferma certezza che, nonostante la debolezza dell’uomo, le difficoltà e le prove, la Chiesa è guidata dallo Spirito Santo e il Signore mai le farà mancare il suo aiuto per sostenerla nel suo cammino".

"Si sono moltiplicate, tuttavia, illazioni, amplificate da alcuni mezzi di comunicazione, del tutto gratuite e che sono andate ben oltre i fatti, offrendo un’immagine della Santa Sede che non risponde alla realtà. Desidero, per questo, rinnovare la mia fiducia e il mio incoraggiamento ai miei più stretti collaboratori e a tutti coloro che, quotidianamente, con fedeltà, spirito di sacrificio e nel silenzio, mi aiutano nell’adempimento del mio Ministero".

LE CARTE RUBATE DEL PAPA: INTERVISTA AL SOSTITUTO SEGRETERIA DI STATO

Città del Vaticano, 30 maggio 2012 (VIS). L'Osservatore Romano ha pubblicato oggi una intervista con l'Arcivescovo Angelo Becciu, Sostituto della Segreteria di Stato, relativa alla carte rubate del Papa.

L'Arcivescovo Becciu afferma di aver trovato il Papa "Addolorato, perché, stando a quanto sinora si è potuto appurare, qualcuno a lui vicino sembra responsabile di comportamenti ingiustificabili sotto ogni profilo. Certo, prevale nel Papa la pietà per la persona coinvolta. Ma resta il fatto che l’atto da lui subito è brutale: Benedetto XVI ha visto pubblicate carte rubate dalla sua casa, carte che non sono semplice corrispondenza privata, bensì informazioni, riflessioni, manifestazioni di coscienza, anche sfoghi che ha ricevuto unicamente in ragione del proprio ministero. Per questo il Pontefice è particolarmente addolorato, anche per la violenza subita dagli autori delle lettere o degli scritti a lui indirizzati".

A giudizio del Sostituto della Segreteria di Stato, la pubblicazione delle lettere trafugate è "un atto immorale di inaudita gravità. Soprattutto, ripeto, perché non si tratta unicamente di una violazione, già in sé gravissima, della riservatezza alla quale chiunque avrebbe diritto, quanto di un vile oltraggio al rapporto di fiducia tra Benedetto XVI e chi si rivolge a lui, fosse anche per esprimere in coscienza delle proteste. Ragioniamo: non sono state semplicemente rubate delle carte al Papa, si è violentata la coscienza di chi a lui si rivolge come al vicario di Cristo, e si è attentato al ministero del Successore dell’Apostolo Pietro".

Per l'Arcivescovo Becciu non si può giustificare la pubblicazione di tali carte in base a criteri di pulizia, trasparenza e riforma della Chiesa: non è lecito rubare né accettare cose rubate da altri. "Mi sembrano principi semplici, forse per qualcuno troppo semplici, ma certo è che, quando qualcuno li perde di vista, facilmente smarrisce se stesso e porta anche altri alla rovina. Non vi può essere rinnovamento che calpesti la legge morale, magari in base al principio che il fine giustifica i mezzi, un principio che tra l'altro non è cristiano"

Una parte degli articoli pubblicati dalla stampa in questi giorni segnala che le carte pubblicate rivelerebbero un mondo torbido all'interno della Chiesa, in particolare della Santa Sede. L'Arcivescovo Angelo Becciu osserva al riguardo che: "Da una parte si accusa il carattere assolutista e monarchico del governo centrale della Chiesa, dall'altra ci si scandalizza perché alcuni scrivendo al Papa esprimono idee o anche lamentele sull'organizzazione del governo stesso. Molti documenti pubblicati non rivelano lotte o vendette, ma quella libertà di pensiero che invece si rimprovera alla Chiesa di non permettere. (...) I diversi punti di vista, persino le valutazioni contrastanti sono piuttosto normali. Se qualcuno si sente incompreso ha tutto il diritto di rivolgersi al Pontefice. Dov'è lo scandalo? Obbedienza non significa rinunciare ad avere un proprio giudizio, ma manifestare con sincerità e sino in fondo il proprio parere, per poi adeguarsi alla decisione del superiore. E non per calcolo, ma per adesione alla Chiesa voluta da Cristo".

Infine l'Arcivescovo Becciu vuol dire ai cattolici che: "Nel Papa non viene meno la serenità che lo porta a governare la Chiesa con determinazione e chiaroveggenza. (...) Facciamo nostra la parabola evangelica che Papa Benedetto ci ha ricordato pochi giorni fa: il vento si abbatte sulla casa, ma questa non crollerà. Il Signore la sostiene e non vi saranno tempeste che potranno abbatterla".

ALTRI ATTI PONTIFICI

Città del Vaticano, 30 maggio 2012 (VIS). Il Santo Padre ha nominato Sacerdote Jeremias Antônio de Jesus, Vescovo della Diocesi di Guanhães (superficie: 15.047; popolazione: 278.000: cattolici: 248.000; sacerdoti: 26; religiosi: 16), Brasile. Il Vescovo eletto è nato nel 1966 ad Atibaia (Brasile) ed ha ricevuto l'ordinazione sacerdotale nel 1993. Dal 1994 al 1995 e dal 1998 al 2005 è stato Rettore del Seminario Maggiore diocesano “Imaculada Conceição”; dal 1996 al 1997 è stato Amministratore parrocchiale della Parrocchia “São Sebastião”; dal 1999  è stato Responsabile della Scuola di Teologia per i Laici ad Atibaia; dal 2006 è Parroco della Parrocchia “Cristo Rei” in Atibaia e dal 2007 è Vicario Foraneo del Decanato di Atibaia.
Copyright © VIS - Vatican Information Service