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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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lunedì 30 settembre 2013

IL PAPA ISTITUISCE UN "CONSIGLIO DI CARDINALI" CON IL COMPITO DI AIUTARLO NEL GOVERNO DELLA CHIESA UNIVERSALE

Città del Vaticano, 30 settembre 2013 (VIS). Di seguito pubblichiamo il Chirografo con il quale il Santo Padre istituisce un "Consiglio di Cardinali" con il compito di aiutarlo nel governo della Chiesa universale e di studiare un progetto di revisione della Costituzione Apostolica "Pastor bonus" sulla Curia Romana.

"Tra i suggerimenti emersi nel corso delle Congregazioni Generali di Cardinali precedenti al Conclave, figurava la convenienza di istituire un ristretto gruppo di Membri dell'Episcopato, provenienti dalle diverse parti del mondo, che il Santo Padre potesse consultare singolarmente o in forma collettiva, su questioni particolari. Una volta eletto alla Sede romana, ho avuto occasione di riflettere più volte su questo argomento, ritenendo che una tale iniziativa sarebbe stata di notevole aiuto per svolgere il ministero pastorale di Successore di Pietro che i fratelli Cardinali avevano voluto affidarmi.

Per questo motivo, il 13 aprile scorso ho annunciato la costituzione del menzionato gruppo, indicando, in pari tempo, i nominativi di coloro che erano stati chiamati a farne parte. Ora, dopo matura riflessione, ritengo opportuno che tale gruppo, mediante il presente Chirografo, sia istituito come un 'Consiglio di Cardinali', con il compito di aiutarmi nel governo della Chiesa universale e di studiare un progetto di revisione della Costituzione Apostolica 'Pastor bonus' sulla Curia Romana. Esso sarà composto dalle medesime persone precedentemente indicate, le quali potranno essere interpellate, sia come Consiglio sia singolarmente, sulle questioni che di volta in volta riterrò degne di attenzione. Detto Consiglio, che rispetto al numero dei componenti mi riservo di configurare nel modo che risulterà più adeguato, sarà un'ulteriore espressione della comunione episcopale e dell'ausilio al 'munus petrinum' che l'Episcopato sparso per il mondo può offrire".

Dato a Roma, presso San Pietro il 28 settembre dell'anno 2013, primo di Pontificato.

ALLA COMUNITÀ DI SANT'EGIDIO: IL DIALOGO PUÒ VINCERE LA GUERRA

Città del Vaticano, 30 settembre 2013 (VIS). Questa mattina, nel Palazzo Apostolico, il Santo Padre Francesco ha ricevuto i partecipanti all'Incontro internazionale per la pace, promosso dalla Comunità di Sant'Egidio, (Roma, 29 settembre-1° ottobre), intitolato: "Il coraggio della speranza: religioni e culture in dialogo". Nel ricordare l'invito che Papa Giovanni Paolo II rivolse ad Assisi ai leader di tutte le religioni a pregare per la pace, Papa Francesco ha detto: "Si era nel 1986, in un mondo ancora segnato dalla divisone in blocchi contrapposti, e fu in quel contesto che il Papa invitò i leader religiosi a pregare per la pace: non più gli uni contro gli altri, ma gli uni accanto agli altri. Voi avete continuato tale cammino e ne avete accresciuto lo slancio, coinvolgendo nel dialogo significative personalità di tutte le religioni ed esponenti laici e umanisti".

"Non può esservi alcuna giustificazione religiosa alla violenza - ha ribadito il Pontefice - Come sottolineava Papa Benedetto XVI due anni fa, nel 25° dell’incontro di Assisi, bisogna cancellare ogni forma di violenza motivata religiosamente, e insieme vigilare affinché il mondo non cada preda di quella violenza che è contenuta in ogni progetto di civiltà che si basa sul 'no' a Dio".

"La pace è responsabilità di tutti. Pregare per la pace, lavorare per la pace! Un leader religioso è sempre uomo di pace, perché il comandamento della pace è inscritto nel profondo delle tradizioni religiose che rappresentiamo. (...) Per la pace ci vuole un dialogo tenace, paziente, forte, intelligente, per il quale niente è perduto. Il dialogo - ha sottolineato Papa Francesco - può vincere la guerra. Il dialogo fa vivere insieme persone di differenti generazioni, che spesso si ignorano; fa vivere insieme cittadini di diverse provenienze etniche, di diverse convinzioni. Il dialogo è la via della pace".

"I leader religiosi sono chiamati ad essere veri 'dialoganti', ad agire nella costruzione della pace non come intermediari, ma come autentici mediatori. Gli intermediari cercano di fare sconti a tutte le parti, al fine di ottenere un guadagno per sé. Il mediatore, invece, è colui che non trattiene nulla per sé, ma si spende generosamente, fino a consumarsi, sapendo che l’unico guadagno è quello della pace. (...) Questo coraggio di pace - ha auspicato infine il Pontefice - doni il coraggio della speranza al mondo".


CONCISTORO PER ALCUNE CAUSE DI CANONIZZAZIONE

Città del Vaticano, 30 settembre 2013 (VIS). Alle 10:00 di questa mattina, nella Sala del Concistoro del Palazzo Apostolico Vaticano, il Santo Padre Francesco ha tenuto il Concistoro Ordinario Pubblico per la canonizzazione dei Beati Giovanni XXIII, Papa e Giovanni Paolo II, Papa.

Nel corso del Concistoro, il Papa ha decretato che i Beati Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II siano iscritti nell'Albo dei Santi, il 27 aprile 2014, Domenica II di Pasqua e della Divina Misericordia.





DOMANI HA INIZIO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO DEI CARDINALI

Città del Vaticano, 30 settembre 2013 (VIS). Domani, 1° ottobre, si terrà la prima delle tre riunioni di Papa Francesco con il Consiglio dei Cardinali, istituito con Chirografo del 28 settembre 2013.

Il Consiglio è composto dai seguenti Cardinali: Giuseppe Bertello, Presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano; Francisco Javier Errázuriz Ossa, Arcivescovo emerito di Santiago de Chile (Cile); Oswald Gracias, Arcivescovo di Bombay (India); Reinhard Marx, Arcivescovo di München und Freising (Germania); Laurent Monsengwo Pasinya, Arcivescovo di Kinshasa (Repubblica Democratica del Congo); Sean Patrick O'Malley, O.F.M.Cap., Arcivescovo di Boston (Stati Uniti d'America); George Pell, Arcivescovo di Sydney (Australia); Oscar Andrés Rodríguez Maradiaga, S.D.B., Arcivescovo di Tegucigalpa (Honduras), con funzioni di Coordinatore ed il Vescovo Marcello Semararo, di Albano (Italia), con funzioni di Segretario.

Il Consiglio dei Cardinali - ha precisato Padre Lombardi, S.I., Direttore della Sala Stampa della Santa Sede - si riunirà per tre giorni nella Biblioteca privata della III Loggia, nell'Appartamento Papale, in sessioni di lavoro mattutine e pomeridiane, alla presenza del Santo Padre, eccetto il mercoledì mattina, giorno dell'Udienza Generale. I colloqui, essendo privati, non prevedono al termine nessuna comunicazione. Come si legge nel Chirografo reso pubblico oggi, si precisa che il Papa si riserva la facoltà di configurare il Consiglio nel modo più adeguato, può cioè aumentare il numero dei componenti.

Tutti i componenti del Consiglio, eccetto il Segretario e il Cardinale Bertello (che rappresenta la Curia) sono Arcivescovi di grandi Arcidiocesi con grande esperienza pastorale. "L'istituzione del Consiglio dei Cardinali - ha detto Padre Lombardi - è un ulteriore arricchimento che il Papa apporta al governo della Chiesa". Papa Francesco, ha ricordato Padre Lombardi, ricorre frequentemente alle consultazioni, come nel caso della riunione con i Capi Dicastero. Inoltre il Papa intende rinnovare il metodo di lavoro del Sinodo.

Il Consiglio non è in rapporto con altre istituzioni della Chiesa e costituisce un organo consultivo del Papa. Dall'annuncio, in aprile, dell'istituzione di un gruppo di otto Cardinali per assistere il Papa nel governo della Chiesa, i componenti hanno raccolto suggerimenti e proposte nelle aree di rispettiva competenza. In preparazione alla riunione di ottobre, sono pervenuti al Papa contributi di altro tipo: sono stati richiesti pareri dei Capi Dicastero e sono stati consultati la Segreteria di Stato e il Collegio Cardinalizio. "Il Consiglio ha già ottanta documenti scambiati tra i componenti e il Segretario, il Vescovo Semeraro, che ha preparato un'ampia sintesi. In questi mesi i componenti il Consiglio hanno scambiato informazioni gli uni con gli altri e, in alcune occasioni, con il Santo Padre.

COMUNICAZIONE AL SERVIZIO DI UNA CULTURA DELL'INCONTRO

Città del Vaticano, 30 settembre 2013 (VIS). Il Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali precisa in una Nota, resa pubblica oggi, il significato e il contesto del tema centrale della 48ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali che si tiene tutti gli anni il 1° giugno. Il tema scelto dal Santo Padre per quest'anno è: "Comunicazione al servizio di un’autentica cultura dell’incontro".

"L’essere umano - si legge nel testo - si esprime soprattutto nella capacità di comunicare. Nella comunicazione e attraverso essa possiamo, infatti, incontrare altre persone, esprimiamo noi stessi, il nostro pensiero, quello in cui crediamo, come vorremmo vivere e, forse anche più importante, impariamo a conoscere le persone con cui siamo chiamati a vivere. Una tale comunicazione richiede onestà, rispetto reciproco e impegno per imparare gli uni dagli altri; esige la capacità di saper dialogare rispettosamente con le verità degli altri. Spesso, infatti, quello che inizialmente potrebbe sembrare "diversità" rivela la ricchezza della nostra umanità e nella scoperta dell’altro incontriamo pure la verità del nostro essere.

Nella nostra epoca si sta sviluppando una nuova cultura, favorita dalla tecnologia, e la comunicazione è in un certo senso “amplificata” e “continua”. Siamo dunque chiamati a “far riscoprire, anche attraverso i mezzi di comunicazione sociale, oltre che nell’incontro personale, la bellezza di tutto ciò che è alla base del nostro cammino e della nostra vita, la bellezza della fede, la bellezza dell’incontro con Cristo.” (Discorso di Papa Francesco ai partecipanti all’Assemblea Plenaria del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, 21 settembre 2013).

In tale contesto, ciascuno di noi dovrebbe accogliere la sfida di essere autentico, testimoniando i valori in cui crede, la sua identità cristiana, il suo vissuto culturale, espressi con un nuovo linguaggio, per giungere alla condivisione.

La nostra capacità di comunicare, riflesso della nostra partecipazione al creativo, comunicativo e unificante Amore trinitario, è un dono che ci permette di crescere nei rapporti personali, che sono una benedizione nella nostra vita, e di trovare nel dialogo una risposta a quelle divisioni che creano tensioni all’interno delle comunità e tra le nazioni.

L’era della globalizzazione impone con forza che la comunicazione possa arrivare nei più remoti angoli del mondo reale, ma anche “negli ambiti creati dalle nuove tecnologie, nelle reti sociali, per far emergere una presenza … che ascolta, dialoga, incoraggia” (Discorso di Papa Francesco ai partecipanti all’Assemblea Plenaria del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, 21 settembre 2013), perché nessuno resti escluso.

Il Messaggio per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali 2014 vuole esplorare il potenziale della comunicazione, nel mondo sempre collegato e in rete, per far si che le persone siano sempre più vicine e si costruisca un mondo più giusto.

La Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, l’unica giornata mondiale stabilita dal Concilio Vaticano II (“Inter Mirifica”, 1963), viene celebrata in molti paesi, su raccomandazione dei vescovi del mondo, la Domenica che precede la Pentecoste (nel 2014, il 1° giugno).

Il Messaggio del Santo Padre per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali viene tradizionalmente pubblicato in occasione della ricorrenza di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti (24 gennaio).

IL CATECHISTA È COLUI CHE CUSTODISCE LA MEMORIA DI DIO E LA SA RISVEGLIARE NEGLI ALTRI

Città del Vaticano, 29 settembre (VIS). "Chi è il catechista? È colui che custodisce e alimenta la memoria di Dio; la custodisce in se stesso e la sa risvegliare negli altri", ha detto Papa Francesco nell'omelia della Santa Messa per la Giornata dei Catechisti, celebrata in Piazza San Pietro, con la partecipazione di più di 100.000 persone.

Nella giornata conclusiva del pellegrinaggio a Roma, nel contesto dell'Anno della fede, dei catechisti provenienti da tutto il mondo, il Santo Padre ha citato nell'omelia le parole del profeta Amos: "'Guai agli spensierati di Sion e a quelli che si considerano sicuri, … distesi su letti d’avorio', mangiano, bevono, cantano, si divertono e non si curano dei problemi degli altri'". "Parole dure queste del profeta Amos - ha affermato il Papa - ma che ci mettono in guardia da un pericolo che tutti corriamo. (...) Il rischio di adagiarsi, della comodità, della mondanità nella vita e nel cuore, di avere come centro il nostro benessere".

"È la stessa esperienza del ricco del Vangelo, che indossava vestiti di lusso e ogni giorno si dava ad abbondanti banchetti; questo era importante per lui. E il povero che era alla sua porta e non aveva di che sfamarsi? Non era affare suo, non lo riguardava. Se le cose, il denaro, la mondanità diventano centro della vita ci afferrano, ci possiedono e noi perdiamo la nostra stessa identità di uomini: guardate bene, il ricco del Vangelo non ha nome, è semplicemente 'un ricco'. Le cose, ciò che possiede sono il suo volto, non ne ha altri".

"Come mai succede questo? Come mai gli uomini, forse anche noi, cadiamo nel pericolo di chiuderci, di mettere la nostra sicurezza nelle cose, che alla fine ci rubano il volto, il nostro volto umano? Questo succede quando perdiamo la memoria di Dio. (...). Se manca la memoria di Dio, tutto si appiattisce, tutto va sull’io, sul mio benessere. La vita, il mondo, gli altri (...) non contano più nulla, tutto si riduce a una sola dimensione: l’avere. Se perdiamo la memoria di Dio, anche noi stessi perdiamo consistenza, (...) perdiamo il nostro volto come il ricco del Vangelo! Chi corre dietro al nulla diventa lui stesso nullità".

"Chi è il catechista? È colui che custodisce e alimenta la memoria di Dio; la custodisce in se stesso e la sa risvegliare negli altri (...) come la Vergine Maria che, (...) dopo aver accolto l’annuncio dell’Angelo e aver concepito il Figlio di Dio, che cosa fa? Parte, va dall’anziana parente Elisabetta, anch’essa incinta, per aiutarla; e nell’incontro con lei il suo primo atto è la memoria dell’agire di Dio, della fedeltà di Dio nella sua vita, nella storia del suo popolo, nella nostra storia. (...). Maria ha memoria di Dio.

Nel Magnificat di Maria "c’è anche la memoria della sua storia personale, la storia di Dio con lei, la sua stessa esperienza di fede. Ed è così per ognuno di noi, per ogni cristiano: la fede contiene proprio la memoria della storia di Dio con noi, la memoria dell’incontro con Dio che si muove per primo, che crea e salva, che ci trasforma. (...) Il catechista è proprio un cristiano che mette questa memoria al servizio dell’annuncio; non per farsi vedere, non per parlare di sé, ma per parlare di Dio, del suo amore, della sua fedeltà. Parlare e trasmettere tutto quello che Dio ha rivelato, cioè la dottrina nella sua totalità, senza tagliare né aggiungere. (...) Lo stesso Catechismo che cos’è se non memoria di Dio, memoria della sua azione nella storia, del suo essersi fatto vicino a noi in Cristo, presente nella sua Parola, nei Sacramenti, nella sua Chiesa, nel suo amore?".

Infine il Papa ha citato le indicazioni che San Paolo dà a Timoteo che possono segnare anche il cammino del catechista: "tendere alla giustizia, alla pietà, alla fede, alla carità, alla pazienza, alla mitezza". "Il catechista è uomo della memoria di Dio se ha un costante, vitale rapporto con Lui e con il prossimo; se è uomo di fede, che si fida veramente di Dio e pone in Lui la sua sicurezza; se è uomo di carità, di amore, che vede tutti come fratelli; se è uomo di 'hypomoné', di pazienza, di perseveranza, che sa affrontare le difficoltà, le prove, gli insuccessi, con serenità e speranza nel Signore; se è uomo mite, capace di comprensione e di misericordia".

"Preghiamo il Signore - ha concluso il Papa - perché siamo tutti uomini e donne che custodiscono e alimentano la memoria di Dio nella propria vita e la sanno risvegliare nel cuore degli altri".

PAPA FRANCESCO INVITA A PREGARE ANCORA UNA VOLTA PER LA PACE IN SIRIA

Città del Vaticano, 30 settembre 2013 (VIS). Al termine della Santa Messa celebrata per la Giornata dei Catechisti nell'ambito dell'Anno della fede e nella solennità di San Michele, Gabriele e Raffaele, Arcangeli, Papa Francesco ha guidato la recita dell'Angelus con i fedeli ed i pellegrini presenti in Piazza San Pietro. Prima dell'Angelus il Papa ha rivolto parole di saluto a Sua Beatitudine Youhanna X, Patriarca greco ortodosso di Antiochia e di tutto l’Oriente. "La sua presenza - ha detto - ci invita a pregare ancora una volta per la pace in Siria e nel Medio Oriente". Successivamente il Papa ha salutato i pellegrini venuti da Assisi a cavallo ed infine ha ricordato che sabato 28 settembre, in Croazia, è stato proclamato Beato Miroslav Bulešić, sacerdote diocesano, morto martire nel 1947.

IL PAPA AI CATECHISTI: NON AVERE PAURA DI USCIRE DAI NOSTRI SCHEMI PER SEGUIRE DIO, PERCHÉ DIO VA SEMPRE OLTRE

Città del Vaticano, 28 settembre 2013 (VIS). "La catechesi è un pilastro per l’educazione della fede (...). Anche se a volte può essere difficile, si lavora tanto, ci si impegna e non si vedono i risultati voluti, educare nella fede è bello! È forse la migliore eredità che noi possiamo dare: la fede! (...) Catechista è una vocazione: 'essere catechista', (...) non lavorare da catechista. Badate bene, non ho detto 'fare' i catechisti, ma 'esserlo', perché coinvolge la vita. Si guida all’incontro con Gesù con le parole e con la vita, con la testimonianza. (...) A me piace ricordare quello che san Francesco di Assisi diceva ai suoi frati: 'Predicate sempre il Vangelo e, se fosse necessario, anche con le parole'. (...) Che la gente veda nella nostra vita il Vangelo, possa leggere il Vangelo. (...) Noi dobbiamo ripartire da Cristo, da questo amore che Lui ci dà".

Nel pomeriggio di ieri, nell'Aula Paolo VI, Papa Francesco ha salutato con queste parole i partecipanti al Congresso Internazionale sulla Catechesi promosso in occasione dell’Anno della fede dal Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione.

Per ripartire da Cristo il Papa ha enumerato tre cose: "Come facevano i vecchi gesuiti… uno, due e tre! Prima di tutto, ripartire da Cristo significa avere familiarità con Lui (...): Gesù lo raccomanda con insistenza ai discepoli nell’Ultima Cena, quando si avvia a vivere il dono più alto di amore, il sacrificio della Croce. Gesù utilizza l’immagine della vite e dei tralci e dice: rimanete nel mio amore, rimanete attaccati a me, come il tralcio è attaccato alla vite. Se siamo uniti a Lui possiamo portare frutto, e questa è la familiarità con Cristo. (...) La prima cosa, per un discepolo, è stare con il Maestro, ascoltarlo, imparare da Lui. Io vi domando: Come state alla presenza del Signore? Quando vai dal Signore, guardi il Tabernacolo, che cosa fate? Senza parole… Ma io dico, dico, penso, medito, sento… Molto bene! Ma tu ti lasci guardare dal Signore? Lasciarci guardare dal Signore. Lui ci guarda e questa è una maniera di pregare. (...) Se nel nostro cuore non c’è il calore di Dio, del suo amore, della sua tenerezza, come possiamo noi, poveri peccatori, riscaldare il cuore degli altri?".

Nello spiegare il secondo elemento, Papa Francesco ha affermato: "Ripartire da Cristo significa imitarlo nell’uscire da sé e andare incontro all’altro. Questa è un’esperienza bella, e un po’ paradossale. Perché? Perché chi mette al centro della propria vita Cristo, si decentra! Più ti unisci a Gesù e Lui diventa il centro della tua vita, più Lui ti fa uscire da te stesso, ti decentra e ti apre agli altri. Questo è il vero dinamismo dell’amore, questo è il movimento di Dio stesso! Dio è il centro, ma è sempre dono di sé, relazione, vita che si comunica… (...) Il cuore del catechista vive sempre questo movimento di 'sistole - diastole': unione con Gesù - incontro con l’altro. (...) Se manca uno di questi due movimenti il cuore non batte più, non può vivere. Riceve in dono il kerigma, e a sua volta lo offre in dono".

"E il terzo elemento (...) sta sempre in questa linea: ripartire da Cristo significa non aver paura di andare con Lui nelle periferie. Qui mi viene in mente la storia di Giona, una figura davvero interessante, specialmente nei nostri tempi di cambiamenti e di incertezza. Giona è un uomo pio, con una vita tranquilla e ordinata; questo lo porta ad avere i suoi schemi ben chiari e a giudicare tutto e tutti con questi schemi, in modo rigido. (...) Perciò quando il Signore lo chiama e gli dice di andare a predicare a Ninive, la grande città pagana, Giona non se la sente. Andare là! Ma io ho tutta la verità qui!. (...) Ninive è al di fuori dei suoi schemi, è alla periferia del suo mondo. E allora scappa, (...) si imbarca su una nave".

La storia di Giona "ci insegna a non aver paura di uscire dai nostri schemi per seguire Dio, perché Dio va sempre oltre. (...) Dio non ha paura! (...) È sempre oltre i nostri schemi! Dio non ha paura delle periferie. Ma se voi andate alle periferie, lo troverete lì. Dio è sempre fedele, è creativo. (...) E la creatività è come la colonna dell’essere catechista. Dio è creativo, non è chiuso, e per questo non è mai rigido. Dio non è rigido! Ci accoglie, ci viene incontro, ci comprende. Per essere fedeli, per essere creativi, bisogna saper cambiare. (...) Se un catechista si lascia prendere dalla paura, è un codardo; se un catechista se ne sta tranquillo, finisce per essere una statua da museo (...) Quello che dirò adesso lo ho detto tante volte, ma mi viene dal cuore di dirlo. Quando noi cristiani siamo chiusi nel nostro gruppo, nel nostro movimento, nella nostra parrocchia, nel nostro ambiente, rimaniamo chiusi e ci succede quello che accade a tutto quello che è chiuso; quando una stanza è chiusa incomincia l’odore dell’umidità. E se una persona è chiusa in quella stanza, si ammala! Quando un cristiano è chiuso nel suo gruppo, nella sua parrocchia, nel suo movimento, è chiuso, si ammala. Se un cristiano esce per le strade, nelle periferie, può succedergli quello che succede a qualche persona che va per la strada: un incidente. Tante volte abbiamo visto incidenti stradali. Ma io vi dico: preferisco mille volte una Chiesa incidentata, e non una Chiesa ammalata!".

"Ma attenzione! Gesù non dice: andate, arrangiatevi. No, non dice quello! - ha esclamato il Papa al termine del suo discorso - Gesù dice: Andate, io sono con voi! Questa è la nostra bellezza e la nostra forza: se noi andiamo, se noi usciamo a portare il suo Vangelo con amore, con vero spirito apostolico, con parresia, Lui cammina con noi, ci precede (...) Quando noi pensiamo di andare lontano, in una estrema periferia, e forse abbiamo un po’ di timore, in realtà Lui è già là: Gesù ci aspetta nel cuore di quel fratello, nella sua carne ferita, nella sua vita oppressa, nella sua anima senza fede".


UDIENZE

Città del Vaticano, 30 settembre (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza Sua Beatitudine Theodoros II, Patriarca Greco Ortodosso di Alessandria e di Tutta l’Africa, e Seguito.

Sabato 28 settembre il Santo Padre ha ricevuto in udienza:

- Il Cardinale Marc Ouellet, P.S.S., Prefetto della Congregazione per i Vescovi.

- Il Cardinale Raymundo Damasceno Assis, Arcivescovo di Aparecida, Presidente della Conferenza Nazionale dei Vescovi del Brasile; l'Arcivescovo José Belisário da Silva, di São Luís do Maranão, Vice Presidente ed il Vescovo Leonardo Ulrich Steiner, Ausiliare di Brasilia, Segretario Generale.

- L'Arcivescovo Salvatore Fisichella, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione.



ALTRI ATTI PONTIFICI

Città del Vaticano, 28 settembre 2013 (VIS). Il Santo Padre ha nominato:

- Il Vescovo Julito B. Cortes, Vescovo di Dumaguete (superficie: 4.955; popolazione: 1.172.000; cattolici: 1.034.000; sacerdoti: 104; religiosi: 125), Filippine. È stato finora Ausiliare di Cebu (Filippine).

- Il Vescovo Paul Bùi Văn Doc, Arcivescovo Coadiutore di Hôchimin Ville (superficie: 2.093; popolazione: 7.365.520; cattolici: 685.707; sacerdoti: 658; religiosi: 5.900), Viêt Nam ed Amministratore Apostolico sede vacante et ad nutum Sanctae Sedis della Diocesi di My Tho (Viet Nam). È stato finora Vescovo della Diocesi di My Tho (Viet Nam).

- Il Cardinale Fernando Filoni, Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, Suo Inviato Speciale alla celebrazione del IV Congresso Americano Missionario (CAM 4) e del IX Congresso Missionario Latinoamericano (COMLA 9), in programma a Maracaibo (Venezuela) dal 26 novembre al 1° dicembre 2013.




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