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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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mercoledì 17 ottobre 2007

ALTRI ATTI PONTIFICI


CITTA' DEL VATICANO, 17 OTT. 2005 (VIS). Il Santo Padre:

- Ha accettato la rinuncia al governo pastorale della Diocesi di Sankt Gallen (Svizzera), presentata dal Vescovo Ivo Fürer, per raggiunti limiti d'età.

- Ha nominato il Monsignore Domenico Angelo Scotti, Vescovo di Trivento (superficie: 1.234; popolazione: 57.210; cattolici: 57.150; sacerdoti: 72; religiosi: 70; diaconi permanenti: 1), Italia. Il Vescovo eletto, finora Vicario Generale dell'Arcidiocesi di Chieti-Vasto, è nato a Pollutri (Chieti) nel 1942 ed è stato ordinato sacerdote nel 1967. Succede al Vescovo Antonio Santucci, del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima Diocesi, presentata per raggiunti limiti d'età.

  Sabato 15 ottobre è stato reso noto che il Santo Padre ha nominato:

- Il Monsignore Héctor Luis Morales Sánchez, finora Vicario Generale della Diocesi di Ciudad Valles (Messico), Vescovo Prelato di Huautla (superficie: 1.284; popolazione: 134.300; cattolici: 123.500; sacerdoti: 19; religiosi: 14; diaconi permanenti: 1), Messico. Il Vescovo eletto è nato a Tamuin (Messico) nel 1954 ed ha ricevuto l'ordinazione sacerdotale nel 1979. Succede al Vescovo Hermenegildo Ramírez Sánchez, M.J., del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima Prelatura territoriale, presentata per raggiunti limiti d'età.

- Il Vescovo Jorge Solórzano Pérez, finora Ausiliare di Managua (Nicaragua), Vescovo di Matagalpa (superficie: 6.794; popolazione: 500.000; cattolici: 480.000; sacerdoti: 27; religiosi: 70), Nicaragua.

- Il Padre Fortunato Pablo Urcey, O.A.R., finora Priore Provinciale della Provincia di "San José" in Madrid, Vescovo Prelato di Chota (superficie: 6.823; popolazione: 338.000; cattolici: 316.000; sacerdoti: 31; religiosi: 33), Perù. Il Vescovo eletto è nato nel 1947 a Estollo (Spagna). Ha emesso la professione solenne nel 1968 ed è stato ordinato sacerdote nel 1971.
NER:RE/.../...                                       VIS 20051017 (180)


INTERVISTA CONCESSA DA BENEDETTO XVI TELEVISIONE POLACCA


CITTA' DEL VATICANO, 17 OTT. 2005 (VIS). Riportiamo di seguito il testo dell'intervista concessa dal Santo Padre Benedetto XVI alla Televisione Statale Polacca (TVP), in occasione della Giornata del Papa che da cinque anni si celebra in Polonia, ogni 16 ottobre.

  L'intervista, realizzata nel Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo, dal Padre Andrzej Majewski, Responsabile della Redazione dei Programmi Cattolici della TVP, è stata trasmessa domenica 16 ottobre in Polonia e dalle 20:30 dello stesso giorno è disponibile sul sito della Radio Vaticana, nella traduzione, dall'originale in lingua italiana, in inglese, francese, tedesco, portoghese e spagnolo.

  "Il 16 ottobre del 1978, il Cardinale Karol Wojtyla diventò Papa e da quel giorno Giovanni Paolo II, per oltre 26 anni, da Successore di San Pietro, come è Lei adesso, ha guidato la Chiesa assieme ai Vescovi e ai Cardinali. Tra i Cardinali vi era anche Vostra Santità, persona singolarmente apprezzata e stimata dal suo Predecessore; persona di cui il Pontefice Giovanni Paolo II ebbe a scrivere nel libro 'Alzatevi, andiamo' - e qui cito - 'Ringrazio Iddio per la presenza e l'aiuto del Cardinale Ratzinger. È un amico provato", ha scritto Giovanni Paolo II.
D. - Padre Santo come è iniziata questa amicizia e quando Vostra Santità ha conosciuto il Cardinale Karol Wojtyla?
R. - Personalmente l'ho conosciuto soltanto nei due Pre-Conclave e Conclave del '78. Avevo naturalmente sentito parlare del Cardinale Wojtyla, inizialmente soprattutto nel contesto della corrispondenza fra Vescovi polacchi e tedeschi nel '65. I Cardinali tedeschi mi hanno raccontato come era grandissimo il merito e il contributo dell'Arcivescovo di Cracovia e che era proprio l'anima di questa corrispondenza realmente storica. Da amici universitari avevo anche sentito della sua filosofia e della grandezza della sua figura di pensatore. Ma, come ho detto, l'incontro personale la prima volta si è realizzato per il Conclave del '78. Dall'inizio ho sentito una grande simpatia e, grazie a Dio, immeritatamente, il Cardinale di quel tempo mi ha donato fin dall'inizio la sua amicizia. Sono grato per questa fiducia che mi ha donato, senza i miei meriti. Soprattutto vedendolo pregare, ho visto e non solo capito, ho visto che era un uomo di Dio. Questa era l'impressione fondamentale: un uomo che vive con Dio, anzi in Dio. Mi ha poi impressionato la cordialità, senza pregiudizi, con la quale si è incontrato con me. In questi incontri del Pre-Conclave dei Cardinali, ha preso diverse volte la parola e qui ho avuto anche la possibilità di sentire la statura del pensatore. Senza grandi parole, era così nata un'amicizia che veniva proprio dal cuore e, subito dopo la sua elezione, il Papa mi ha chiamato diverse volte a Roma per colloqui e alla fine mi ha nominato Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede.
D. - Dunque non è stata una sorpresa questa nomina e questa convocazione a Roma?
R. - Per me era un po' difficile, perché dall'inizio del mio Episcopato a Monaco, con la solenne consacrazione a Vescovo nella Cattedrale di Monaco, vi era per me un obbligo, quasi un matrimonio con questa Diocesi ed avevano anche sottolineato che dopo decenni ero il primo Vescovo originario della Diocesi. Mi sentivo quindi molto obbligato e legato a questa Diocesi. C'erano poi dei problemi difficili che non erano ancora risolti e non volevo lasciare la Diocesi con dei problemi non risolti. Di tutto questo ho discusso con il Santo Padre, con grande apertura e con questa fiducia che aveva il Santo Padre, che era molto paterno con me. Mi ha dato quindi tempo di riflettere, egli stesso voleva riflettere. Alla fine mi ha convinto, perché questa era la volontà di Dio. Potevo così accettare questa chiamata e questa responsabilità grande, non facile, che di per sé superava le mie capacità. Ma nella fiducia alla paterna benevolenza del Papa e con la guida dello Spirito Santo, potevo dire di sì.
D. - Questa esperienza durò per più di 20 anni…
R. - Sì, sono arrivato nel febbraio dell'82 ed è durata fino alla morte del Papa nel 2005.
D. - Quali sono, secondo Lei, Santo Padre, i punti più significativi del Pontificato di Giovanni Paolo II?
R. - Possiamo avere, direi, due punti di vista: uno ad extra - al mondo -, ed uno ad intra - alla Chiesa -. Riguardo al mondo, mi sembra che il Santo Padre, con i suoi discorsi, la sua persona, la sua presenza, la sua capacità di convincere, ha creato una nuova sensibilità per i valori morali, per l'importanza della religione nel mondo. Questo ha fatto sì che si creasse una nuova apertura, una nuova sensibilità per i problemi della religione, per la necessità della dimensione religiosa nell'uomo e soprattutto è cresciuta - in modo inimmaginabile - l'importanza del Vescovo di Roma. Tutti i cristiani hanno riconosciuto - nonostante le differenze e nonostante il loro non riconoscimento del Successore di Pietro - che è lui il portavoce della cristianità. Nessun altro al mondo, a livello mondiale può parlare così nel nome della cristianità e dar voce e forza nell'attualità del mondo alla realtà cristiana. Ma anche per la non cristianità e per le altre religioni, era lui il portavoce dei grandi valori dell'umanità. E' anche da menzionare che è riuscito a creare un clima di dialogo fra le grandi religioni e un senso di comune responsabilità che tutti abbiamo per il mondo, ma anche che le violenze e le religioni sono incompatibili e che insieme dobbiamo cercare la strada per la pace, in una responsabilità comune per l'umanità. Spostiamo l'attenzione ora verso la situazione della Chiesa. Io direi che, anzitutto, ha saputo entusiasmare la gioventù per Cristo. Questa è una cosa nuova, se pensiamo alla gioventù del '68 e degli anni Settanta. Che la gioventù si sia entusiasmata per Cristo e per la Chiesa ed anche per valori difficili, poteva ottenerlo soltanto una personalità con quel carisma; soltanto Lui poteva in tal modo riuscire a mobilitare la gioventù del mondo per la causa di Dio e per l'amore di Cristo. Nella Chiesa ha creato" - penso - "un nuovo amore per l'Eucaristia. Siamo ancora nell'Anno dell'Eucaristia, voluto da lui, con tanto amore; ha creato un nuovo senso per la grandezza della Misericordia Divina; e ha anche approfondito molto l'amore per la Madonna e ci ha così guidato ad una interiorizzazione della fede e, allo stesso tempo, ad una maggiore efficienza. Naturalmente bisogna menzionare - come sappiamo tutti - anche quanto sia stato essenziale il suo contributo per i grandi cambiamenti nel mondo nell'89, per il crollo del cosiddetto socialismo reale.
D. - Nel corso dei suoi incontri personali e dei colloqui con Giovanni Paolo II, che cosa faceva maggior impressione a Vostra Santità? Potrebbe raccontarci i suoi ultimi incontri, forse di quest'anno, con Giovanni Paolo II?
R. - Sì. Gli ultimi due incontri li ho avuti, un primo, al Policlinico "Gemelli", intorno al 5-6 febbraio; e, un secondo, il giorno prima della sua morte, nella sua stanza. Nel primo incontro il Papa soffriva visibilmente, ma era pienamente lucido e molto presente. Io era andato semplicemente per un incontro di lavoro, perché avevo bisogno di alcune sue decisioni. Il Santo Padre - benché soffrendo - seguiva con grande attenzione quanto dicevo. Mi comunicò in poche parole le sue decisioni, mi diede la sua benedizione, mi salutò in tedesco, accordandomi tutta la sua fiducia e la sua amicizia. Per me è stato molto commovente vedere, da una parte, come la sua sofferenza fosse in unione col Signore sofferente, come portasse la sua sofferenza con il Signore e per il Signore; e, dall'altra, vedere come risplendesse di una serenità interiore e di una lucidità completa. Il secondo incontro è stato il giorno prima della morte: era ovviamente più sofferente, visibilmente, circondato da medici ed amici. Era ancora molto lucido, mi ha dato la sua benedizione. Non poteva più parlare molto. Per me questa sua pazienza nel soffrire è stato un grande insegnamento, soprattutto riuscire a vedere e a sentire come fosse nella mani di Dio e come si abbandonasse alla volontà di Dio. Nonostante i dolori visibili, era sereno, perché era nelle mani dell'Amore Divino.
D. - Lei, Santo Padre, spesso nei suoi discorsi evoca la figura di Giovanni Paolo II, e di Giovanni Paolo II dice che era un Papa grande, un Predecessore compianto e venerato. Ricordiamo sempre le parole di Vostra Santità espresse alla Messa del 20 aprile scorso, parole dedicate proprio a Giovanni Paolo II. È stato Lei, Santo Padre, a dire - e qui cito - "sembra che egli mi tenga forte per mano, vedo i suoi occhi ridenti e sento le sue parole, che in quel momento rivolge a me in particolare: 'non aver paura!'". Santo Padre, una domanda alla fine molto personale: Lei continua ad avvertire la presenza di Giovanni Paolo II, e se è così, in che modo?
R. - Certo. Comincio a rispondere alla prima parte della sua domanda. Avevo inizialmente, parlando dell'eredità del Papa, dimenticato di parlare dei tanti documenti che ci ha lasciato - 14 Encicliche, tante Lettere Pastorali e tanti altri - e tutto questo rappresenta un patrimonio ricchissimo che non è ancora sufficientemente assimilato nella Chiesa. Io considero proprio una mia missione essenziale e personale di non emanare tanti nuovi documenti, ma di fare in modo che questi documenti siano assimilati, perché sono un tesoro ricchissimo, sono l'autentica interpretazione del Vaticano II. Sappiamo che il Papa era l'uomo del Concilio, che aveva assimilato interiormente lo spirito e la lettera del Concilio e con questi testi ci fa capire veramente cosa voleva e cosa non voleva il Concilio. Ci aiuta ad essere veramente Chiesa del nostro tempo e del tempo futuro. Adesso vengo alla seconda parte della sua domanda. Il Papa mi è sempre vicino attraverso i suoi testi: io lo sento e lo vedo parlare, e posso stare in dialogo continuo col Santo Padre, perché con queste parole parla sempre con me, conosco anche l'origine di molti testi, ricordo i dialoghi che abbiamo avuto su uno o sull'altro testo. Posso continuare il dialogo con il Santo Padre. Naturalmente questa vicinanza attraverso le parole è una vicinanza non solo con i testi, ma con la persona, dietro i testi sento il Papa stesso. Un uomo che va dal Signore, non si allontana: sempre più sento che un uomo che va dal Signore si avvicina ancora di più e sento che dal Signore è vicino a me in quanto io sono vicino al Signore, sono vicino al Papa e lui ora mi aiuta ad essere vicino al Signore e cerco di entrare nella sua atmosfera di preghiera, di amore del Signore, di amore della Madonna e mi affido alla sue preghiere. C'è così un dialogo permanente ed anche un essere vicini, in un nuovo modo, ma in modo molto profondo.
D. - Padre Santo, la aspettiamo ora in Polonia. Tanti domandano quando il Papa verrà in Polonia?
R. - Sì, l'intenzione di venire in Polonia, se Dio vuole, se i tempi me lo permetteranno, c'è. Ho parlato con l'Arcivescovo Dziwisz riguardo alla data e mi dicono che giugno sarebbe il periodo più adeguato. Tutto è ancora naturalmente da organizzare con tutte le istanze competenti. In questo senso è una parola provvisoria, ma sembra che forse il prossimo giugno, se il Signore lo concede, potrei venire in Polonia.
Santo Padre, a nome di tutti i telespettatori, la ringrazio di cuore per questa intervista. Grazie, Padre Santo.
Grazie a Lei".
BXVI-INTERVISTA/TV POLACCA/...                     VIS


TELEGRAMMA DI CORDOGLIO SCOMPARSA CARDINALE CAPRIO


CITTÀ DEL VATICANO, 17 OTT. 2005 (VIS). Il Santo Padre ha fatto pervenire un telegramma di cordoglio per la morte del Cardinale Giuseppe Caprio, avvenuta nel pomeriggio di sabato. Il Porporato italiano, che avrebbe compiuto 91 anni il prossimo 15 novembre, era Titolare della Chiesa di Santa Maria della Vittoria, Gran Maestro Emerito dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme e Presidente Emerito della Prefettura per gli Affari Economici della Santa Sede.

  Il Santo Padre ricorda nel telegramma indirizzato alla sorella del Cardinale, "la lunga e ricca esperienza acquisita dal compianto Porporato, quale solerte collaboratore di ben cinque Papi, miei predecessori, che gli affidarono delicati ed importanti uffici" e rende grazie al Signore "per il fedele e generoso servizio, da lui svolto, alla Chiesa ed alla Santa Sede".

  Domani, martedì 18 ottobre, alle 11:00, il Santo Padre presiederà la Santa Messa delle Esequie all'altare della Cattedra della Basilica Vaticana.
TGR/MORTE CARDINALE CAPRIO/...                        VIS 20051017 (130)


VISITA DI BENEDETTO XVI AL PONTIFICIO COLLEGIO ETIOPICO


CITTA' DEL VATICANO, 17 OTT. 2005 (VIS). Questa mattina il Santo Padre si è recato in visita al Pontificio Collegio Etiopico, situato nello Stato della Città del Vaticano, in occasione del 75° anniversario della sua apertura.

  Nel discorso rivolto ai Presuli di Etiopia ed Eritrea al termine della visita "ad Limita Apostolorum", il Papa, ricordando l'ubicazione del Collegio all'interno della Città del Vaticano, ha detto che essa "è segno eloquente degli stretti legami di comunione che legano la Chiesa nei vostri Paesi con la sede di Roma".

  "La testimonianza di unità che voi date" - ha proseguito il Pontefice - "che trascende ogni divisione politica ed etnica, ha un ruolo di vitale importanza nel portare la riconciliazione e nel sanare la regione martoriata nella quale vivete".

  Il Papa ha esortato i Presuli ad "esprimere solidarietà, in ogni modo possibile, ai vostri fratelli e sorelle sofferenti della Somalia, dove l'instabilità politica rende quasi impossibile vivere con dignità".

  "Nei vostri Paesi" - ha detto ancora Papa Benedetto - "dove i cattolici sono una piccola minoranza, l'opera del dialogo ecumenico è particolarmente urgente e mi rallegro che la vostra Conferenza Episcopale stia affrontando tale sfida. (...) Poiché il progresso ecumenico dipende anche da un'adeguata formazione teologica, esso potrà essere validamente coadiuvato dalla creazione di una Università Cattolica in Etiopia, e rendo grazie a Dio che i lunghi negoziati relativi a questo progetto siano stati proficui".

  Il Santo Padre, ricordando che la metà della popolazione dei due Paesi ha meno di venti anni, ha affermato che i Vescovi "hanno numerose opportunità di orientare nella giusta direzione la vitalità e l'entusiasmo delle nuove generazioni" ed ha incoraggiato ugualmente i Presuli "ad aiutarli a riconoscere e a rispondere con generosità se Dio li chiama a servirLo nel sacerdozio e nella vita religiosa.  Nel ringraziare le generazioni di missionari - tra i quali c'è qui qualcuno dei vostri - prego che i semi piantati continuino a produrre frutti in un ricco raccolto di vocazioni indigene".

  Infine, Papa Benedetto XVI, al termine del suo discorso, ha ricordato che la visita dei Presuli a Roma coincide con il termine dell'Anno dell'Eucaristia, ed ha detto: "Vi incoraggio ad approfondire la vostra devozione personale a questo grande mistero. (...) Il vostro popolo ha sperimentato la fame, l'oppressione e la guerra. Aiutatelo a riscoprire nell'Eucaristia l'atto centrale della trasformazione che sola può autenticamente rinnovare il mondo, convertendo la violenza in amore, la schiavitù in libertà, la morte in vita".
AL/.../ETIOPIA:ERITREA                               VIS 20051017 (410)


CATECHESI BAMBINI CHE HANNO RICEVUTO PRIMA COMUNIONE


CITTÀ DEL VATICANO, 15 OTT. 2005 (VIS). Questo pomeriggio, 150.000 persone, fra cui 100.000 bambini italiani e di altre parti del mondo che hanno ricevuto quest'anno la Prima Comunione, hanno partecipato in Piazza San Pietro ad un incontro di catechesi e di preghiera con il Santo Padre, sul tema: "Il Pane del Cielo".

  I bambini, accompagnati dai loro familiari e dai catechisti, gremivano Piazza San Pietro e parte di Via della Conciliazione. L'ingresso del Santo Padre Benedetto XVI è stato preceduto da un momento di festa con musica e spettacoli realizzati dai bambini.

  Momento culminante è stato il dialogo nel quale il Santo Padre ha risposto spontaneamente alle domande che hanno posto alcuni bambini, che erano seduti vicino.

  Nel rispondere alla prima domanda, il Santo Padre ha raccontato il giorno della sua Prima Comunione: "Una bella domenica di marzo del 1936, 69 anni fa. Era un giorno di sole, la Chiesa era molto bella, c'era musica. Il ricordo più bello è l'aver capito che Gesù era entrato nel mio cuore, aveva visitato me, e con Gesù, Dio stesso era con me. Questo è un dono di amore che realmente vale più di tutto il resto della vita". "Da quel giorno" - ha detto il Santo Padre - "ho promesso al Signore: vorrei essere sempre con te, e l'ho pregato: però Tu stai sempre con me".

  Una bambina ha chiesto al Papa perché confessarsi prima di ricevere la Comunione se si commettono sempre gli stessi peccati. Il Santo Padre, divertito dalla domanda, ha risposto: "È vero che i nostri peccati sono sempre gli stessi, ma non facciamo forse pulizia nelle nostre case, nelle nostre abitazioni, almeno ogni settimana, anche se la sporcizia è sempre la stessa? Se non lo si fa c'è il rischio che la sporcizia non si veda, ma forse si accumuli. Lo stesso succede nella nostra anima" - ha proseguito Papa Benedetto - "se non ci si confessa mai, l'anima è trascurata. Io mi sento contento di me, ma non capisco che devo sempre migliorare per andare avanti. La confessione" - ha sottolineato il Santo Padre - "è necessaria solo in caso di peccato grave, ma è molto utile confessarsi  regolarmente per coltivare la purezza e la bellezza dell'anima, e, così, maturare spiritualmente e umanamente".

  Ad un'altra domanda sulla presenza di Gesù nell'Eucaristia, nonostante non lo si veda, il Santo Padre ha risposto:"Non lo vediamo, ma ci sono tante cose che non vediamo, che esistono e che sono essenziali. Per esempio" - ha spiegato - "non vediamo la nostra ragione, la nostra intelligenza, che però esistono perché possiamo parlare e pensare. Non vediamo neanche l'elettricità, ma ne percepiamo gli effetti, come la luce. Non vediamo le cose più profonde, ma possiamo vederne e sentirne gli effetti".

  Ad un'altra bambina, che gli ha chiesto cosa fare se suo padre non va a Messa la domenica, il Papa ha suggerito di parlare con lui "con grande amore, con grande rispetto" e di dirgli: "Carissima mamma, carissimo papà, sai che è molto importante per tutti noi, anche per te? Incontriamoci con Gesù".

  L'incontro si è concluso con l'Adorazione e la Benedizione Solenne con l'Eucaristia. Prima, il Santo Padre ha spiegato ai bambini che adorare è "riconoscere che Gesù è il Signore, il centro delle nostre vite. Pregare" - ha continuato il Santo Padre" - è dire: Gesù sono tuo, non voglio perdere mai questa amicizia, questa comunione con te". "L'assenza di Dio" - ha concluso Papa Benedetto - "è una lacuna distruttiva. È Lui la luce, la guida per la nostra vita, della quale abbiamo bisogno".
AC/PRIMA COMUNIONE/...               VIS 0051017 (590)


IL PAPA ANNUNCIA CONCISTORO CREAZIONE 23 NUOVI CARDINALI


CITTA' DEL VATICANO, 17 OTT. 2007 (VIS). Al termine dell'Udienza Generale di oggi, il Santo Padre Benedetto XVI ha annunciato i nomi dei 23 nuovi Cardinali che saranno creati nel Concistoro, il secondo del Suo Pontificato, il prossimo 24 novembre, vigilia della Solennità di Nostro Signore Gesù Cristo, Re dell'Universo.

  Il Collegio dei Cardinali conterà a partire da quel giorno, 202 Membri, dei quali, alla data in cui si terrà il Concistoro, 121 elettori.

  Di seguito riportiamo i nomi dei nuovi Cardinali elettori:
 
- Arcivescovo Leonardo Sandri, Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali.

- Arcivescovo John Patrick Foley, Pro-Gran Maestro dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme.

- Arcivescovo Giovanni Lajolo, Presidente della Pontificia Commissione e del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano.

- Arcivescovo Paul Joseph Cordes, Presidente del Pontificio Consiglio "Cor Unum".

- Arcivescovo Angelo Comastri, Arciprete della Basilica Vaticana, Vicario Generale per lo Stato della Città del Vaticano e Presidente della Fabbrica di San Pietro.

- Arcivescovo Stanis?aw Ry?ko, Presidente del Pontificio Consiglio per i Laici.

- Arcivescovo Raffaele Farina, Archivista e Bibliotecario di Santa Romana Chiesa.

-  Arcivescovo Agustín García-Gasco Vicente, di Valencia (Spagna).

- Arcivescovo Seán Baptist Brady, di Armagh (Irlanda).

- Arcivescovo Lluís Martínez Sistach, Arcivescovo di Barcellona (Spagna).

- Arcivescovo André Vingt-Trois, di Parigi  (Francia).

- Arcivescovo Angelo Bagnasco, di Genova (Italia).

- Arcivescovo Théodore-Adrien Sarr, di Dakar (Senegal).

- Arcivescovo Oswald Gracias, di Bombay (India).

- Arcivescovo Francisco Robles Ortega, di Monterrey (Messico).

- Arcivescovo Daniel N. DiNardo, di Galveston-Houston (Stati Uniti d'America).

- Arcivescovo Odilio Pedro Scherer, di São Paulo (Brasile).

- Arcivescovo John Njue, di Nairobi (Kenya).

  Successivamente il Papa ha annunciato di voler inoltre elevare alla dignità cardinalizia "tre venerati Presuli e due benemeriti ecclesiastici, particolarmente meritevoli per il loro impegno al servizio della Chiesa", che avendo superato gli 80 anni, saranno Membri non elettori del Collegio Cardinalizio:

- Sua Beatitudine Emmanuel III Delly, Patriarca di Babilonia dei Caldei.

- Arcivescovo Giovanni Coppa, Nunzio Apostolico.

- Arcivescovo Estanislao Esteban Karlic, emerito di Paraná (Argentina).

- Padre Urbano Navarrete, S.I., già Rettore della Pontificia Università Gregoriana.

- Padre Umberto Betti, O.F.M., già Rettore della Pontificia Università Lateranense.

  "Tra questi ultimi" - ha detto ancora il Santo Padre - "era stato mio desiderio elevare alla porpora anche l'anziano Vescovo Ignacy Jez, di Koszalin-Kolobrzeg, in Polonia, benemerito Presule, che ieri è improvvisamente mancato. A lui va la nostra preghiera di suffragio".

  "I nuovi Porporati provengono da varie parti del mondo. Nella loro schiera ben si rispecchia l'universalità della Chiesa con la molteplicità dei suoi ministeri: accanto a Presuli benemeriti per il servizio reso alla Santa Sede, vi sono Pastori che spendono le loro energie a diretto contatto con i fedeli".

  "Altre persone vi sarebbero, a me molto care, che per la loro dedizione al servizio della Chiesa ben meriterebbero di essere elevate alla dignità cardinalizia. Spero di avere in futuro l'opportunità di testimoniare, anche in questo modo, ad esse ed ai Paesi a cui appartengono la mia stima ed il mio affetto".

  "Affidiamo i nuovi eletti" - ha concluso il Pontefice - "alla protezione di Maria Santissima, chiedendoLe di assisterli nelle rispettive mansioni, affinché sappiano testimoniare con coraggio in ogni circostanza il loro amore per Cristo e per la Chiesa".
AG/CONCISTORO CARDINALI/...                       VIS 20071017 (560)


EUSEBIO DI VERCELLI: NEL MONDO MA NON DEL MONDO


CITTA' DEL VATICANO, 17 OTT. 2007 (VIS). Il Santo Padre Benedetto XVI ha dedicato la catechesi dell'Udienza Generale di oggi, tenutasi in Piazza San Pietro, con la partecipazione di 30.000 persone, a Sant'Eusebio di Vercelli.

  Sant'Eusebio, primo Vescovo dell'Italia settentrionale di cui si abbiano notizie sicure, nacque in Sardegna all'inizio del IV secolo, fu educato a Roma e nel 345 venne  eletto alla cattedra episcopale di Vercelli. "Il nuovo Vescovo" - ha detto il Papa - "iniziò subito un'intensa opera di evangelizzazione in un territorio ancora in gran parte pagano, specialmente nelle zone rurali" e "fondò a Vercelli una comunità sacerdotale, simile a una comunità monastica. Questo cenobio diede al clero dell'Italia settentrionale una significativa impronta di santità apostolica, e suscitò figure di Vescovi importanti (...), tutti venerati dalla Chiesa come santi".

  "Solidamente formato nella fede nicena, Eusebio difese con tutte le forze la piena divinità di Gesù Cristo (...). A tale scopo si alleò con i grandi Padri del IV secolo - (...) - contro la politica filoariana dell'imperatore. Per l'imperatore" Costanzo "la più semplice fede ariana appariva politicamente più utile come ideologia dell'impero".  Per la sua difesa della divinità di Gesù Cristo, Eusebio fu condannato all'esilio, prima in Palestina e successivamente in Cappadocia e nella Tebaide.
 
  Nonostante l'esilio, il Vescovo Eusebio mantenne sempre contatti epistolari con la comunità dei suoi fedeli" - ha ricordato ancora il Papa - e nelle sue lettere chiede "ai suoi figli e alle sue figlie di salutare anche quelli che sono fuori della Chiesa, e che si degnano di nutrire per noi sentimenti di amore (...). Segno evidente che il rapporto del Vescovo con la sua città non era limitato alla popolazione cristiana, ma si estendeva anche a coloro che - al di fuori della Chiesa - ne riconoscevano in qualche modo l'autorità spirituale e amavano quest'uomo esemplare".

  Quando l'Imperatore Giuliano l'Apostata successe a Costanzo, Eusebio poté ritornare in patria. "Per primo" - ha proseguito il Santo Padre - " (...) il Vescovo di Vercelli raccolse il proprio clero in 'vita communis' e lo educò alla 'osservanza delle regole monastiche, pur vivendo in mezzo alla città'. Il Vescovo e il suo clero dovevano condividere i problemi dei concittadini, e lo hanno fatto in modo credibile proprio coltivando al tempo stesso una cittadinanza diversa, quella del Cielo. E così" - ha sottolineato Papa Benedetto XVI - "hanno realmente costruito una vera cittadinanza, una vera solidarietà comune".

  "Come già gli apostoli, (...) i Pastori e i fedeli della Chiesa" - ha spiegato il Santo Padre - "'sono nel mondo', ma non sono 'del mondo'. Perciò i pastori  - ricordava Eusebio - devono esortare i fedeli a non considerare le città del mondo come la loro  dimora stabile, ma a cercare la Città futura, la definitiva Gerusalemme del cielo. Questa 'riserva escatologica' consente ai pastori e ai fedeli di salvare la scala giusta dei valori, senza mai piegarsi alle mode del momento e alle pretese ingiuste del potere politico in carica".

  "La scala autentica dei valori" - ha concluso il Papa - "sembra dire la vita intera di Eusebio - non viene dall'imperatore di ieri e di oggi, ma viene da Gesù Cristo, l'Uomo perfetto, uguale al Padre nella divinità, eppure uomo come noi. Riferendosi a questa scala di valori, Eusebio, non si stanca di 'raccomandare caldamente' ai suoi fedeli  di 'custodire con ogni cura la fede, di mantenere la concordia, di essere assidui nell'orazione'. Cari amici, anch'io vi raccomando con tutto il cuore questi valori perenni".
AG/EUSEBIO DI VERCELLI/...                           VIS 20071017 (450)


IN MEMORIAM


CITTA' DEL VATICANO, 17 OTT. 2007 (VIS). Di seguito riportiamo i dati dei Presuli mancati nelle ultime settimane:

- L'Arcivescovo Gianni Danzi, Prelato di Loreto (Italia), il 2 ottobre, all'età di 67 anni.

- Il Vescovo Ignatius D'Cunha, emerito di Aurangabad (India), l'11 ottobre, all'età di 83 anni.

- L'Arcivescovo Ambrose B. De Paoli, Nunzio Apostolico in Australia, il 10 ottobre, all'età di 73 anni.
.../DEFUNTI/...                                             VIS 20071017 (70)


ALTRI ATTI PONTIFICI


CITTA' DEL VATICANO, 17 OTT. 2007 (VIS). Il Santo Padre ha nominato il Padre João Carlos Seneme, C.S.S., finora Superiore Provinciale della Provincia "Santa Cruz" dei Padri Stimmatini, Vescovo Ausiliare dell'Arcidiocesi di Curitiba (superficie: 5.528; popolazione: 2.262.347; cattolici: 1.480.046; sacerdoti: 426; religiosi: 1.746; diaconi permanenti: 67), Brasile.  Il Vescovo eletto è nato a Gertrudes (Brasile) nel 1958, ha emesso la professione religiosa nella Congregazione delle Sacra Stimmate di Nostro Signore Gesù Cristo (Stimmatini) nel 1982 ed è stato ordinato sacerdote nel 1985.
NEA/.../SENEME                                     VIS 20071017 (90)


TELEGRAMMA PER LA MORTE DEL CARDINALE CASTILLO LARA


CITTA' DEL VATICANO, 17 OTT. 2007 (VIS). Il Santo Padre Benedetto  XVI ha fatto pervenire un telegramma di cordoglio al Cardinale Jorge Liberato Urosa Savino, Arcivescovo di Caracas (Venezuela), per la morte, avvenuta ieri all'età di 85 anni, del Cardinale venezuelano Rosalio José Castillo Lara, S.D.B., Presidente emerito della Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano.

  Il Papa esprime "le sue più sentite condoglianze" al Cardinale Urosa Savino, ai familiari del defunto e a tutto il popolo venezuelano, e raccomanda alla misericordia di Dio "questo zelante pastore che con tanto amore ha servito la Chiesa".

  "Il suo generoso e intenso lavoro pastorale, prima in qualità di Vescovo Coadiutore di Trujillo" - scrive il Papa - e poi nei diversi incarichi che ricoprì nella Curia Romana, l'ultimo come Presidente della Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano - "testimonia la sua grande dedizione alla causa del Vangelo, e dà prova del suo profondo amore per la Chiesa".
TGR/MORTE CASTILLO LARA/UROSA                    VIS 20071017 (170)


ELIMINARE CAUSE DELLA POVERTÀ E SUE CONSEGUENZE


CITTA' DEL VATICANO, 17 OTT. 2007 (VIS). Al termine dell'Udienza Generale, tenutasi in Piazza San Pietro, il Papa ha ricordato che si celebra oggi la "Giornata Mondiale del rifiuto della miseria", riconosciuta dalle Nazioni Unite sotto il titolo di "Giornata internazionale per l'eliminazione della povertà".

  "Queste popolazioni" - ha esclamato il Pontefice - "vivono ancora in condizioni di estrema povertà! La disparità tra ricchi e poveri s'è fatta più evidente e inquietante, anche all'interno delle nazioni economicamente più avanzate. Questa situazione preoccupante s'impone alla coscienza dell'umanità, poiché le condizioni in cui versa un gran numero di persone sono tali da offendere la dignità dell'essere umano e da compromettere, conseguentemente, l'autentico ed armonico progresso della comunità mondiale. Incoraggio, pertanto, a moltiplicare gli sforzi per eliminare le cause della povertà e la tragiche conseguente che ne derivano".
AG/APPELLO ELIMINAZIONE POVERTÀ/...                      VIS 20071017 (150)


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