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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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domenica 20 aprile 2008

SFIDA PIÙ URGENTE CHIESA COMUNICARE GIOIA NASCENTE FEDE


CITTA' DEL VATICANO, 19 APR. 2008 (VIS). Alle 9:15 di questa mattina, (15:00 ora di Roma), il Santo Padre ha celebrato la Santa Messa nella Cattedrale in stile neogotico di Saint Patrick. All'entrata principale Papa Benedetto XVI è stato accolto dal Cardinale Edward Egan, Arcivescovo di New York, dal Rettore della Cattedrale Monsignor Robert T. Ritchie e dal Sindaco di New York, Signor Michael Bloomberg.

  La Celebrazione della Santa Messa che ha coinciso con il terzo anniversario della Elezione al Soglio Pontificio di Benedetto XVI, è stata offerta "per la Chiesa Universale" ed è stata dedicata al Clero ed ai Religiosi in rappresentanza delle Diocesi della "East Coast" degli Stati Uniti d'America.

  "In questo Paese" - ha detto il Papa nell'omelia - "la missione della Chiesa ha sempre comportato un attrarre la gente 'di ogni nazione che è sotto il cielo' (At 2,5) entro un'unità spirituale arricchendo il Corpo di Cristo con la molteplicità dei loro doni. Mentre ringraziamo per le benedizioni del passato e consideriamo le sfide del futuro, vogliamo implorare da Dio la grazia di una nuova Pentecoste per la Chiesa in America".

  "La Chiesa" - ha proseguito il Papa "(...) è chiamata a proclamare il dono della vita, a proteggere la vita e a promuovere una cultura della vita. (...) La proclamazione della vita, della vita in abbondanza, deve essere il cuore della nuova evangelizzazione. Poiché la vera vita - la nostra salvezza - può essere trovata solo nella riconciliazione, nella libertà e nell'amore che sono doni gratuiti di Dio".

  "È questo il messaggio di speranza che siamo chiamati ad annunziare e ad incarnare in un mondo in cui egocentrismo, avidità, violenza e cinismo così spesso sembrano soffocare la fragile crescita della grazia nel cuore della gente" - ha affermato il Papa - "Forse abbiamo perso di vista che in una società in cui la Chiesa a molti sembra essere legalista ed 'istituzionale', la nostra sfida più urgente è di comunicare la gioia che nasce dalla fede e l'esperienza dell'amore di Dio".

  Successivamente Benedetto XVI, soffermandosi su alcune caratteristiche architettoniche ed artistiche della Cattedrale di "Saint Patrick" ha detto: "Il primo aspetto riguarda le finestre con vetrate istoriate che inondano l'ambiente interno di una luce mistica. Viste da fuori, tali finestre appaiono scure, pesanti, addirittura tetre. Ma quando si entra nella chiesa, esse all'improvviso prendono vita; riflettendo la luce che le attraversa rivelano tutto il loro splendore. Noi, che viviamo la vita di grazia nella comunione della Chiesa, siamo chiamati ad attrarre dentro questo mistero di luce tutta la gente".

  "Non è un compito facile" - ha rilevato il Pontefice - "in un mondo che può essere incline a guardare la Chiesa, come quelle finestre istoriate, 'dal di fuori': un mondo che sente profondamente un bisogno di spiritualità, ma trova difficile 'entrare nel' mistero della Chiesa. Anche per qualcuno di noi all'interno, la luce della fede può essere attenuata dalla routine e lo splendore della Chiesa essere offuscato dai peccati e dalle debolezze dei suoi membri. L'offuscamento può derivare anche dagli ostacoli incontrati in una società che a volte sembra aver dimenticato Dio ed irritarsi di fronte alle richieste più elementari della morale cristiana".

  "La parola di Dio, tuttavia, ci ricorda che nella fede noi vediamo i cieli aperti e la grazia dello Spirito Santo illuminare la Chiesa e portare una speranza sicura al nostro mondo".

  "Ciò mi conduce ad un'altra riflessione sull'architettura di questa chiesa. Come tutte le cattedrali gotiche, essa è una struttura molto complessa, le cui proporzioni precise ed armoniose simboleggiano l'unità della creazione di Dio. (...) Una simile immagine non ci fa forse venire in mente il nostro bisogno di vedere tutte le cose con gli occhi della fede, per poterle in questo modo comprendere nella loro prospettiva più vera, nell'unità del piano eterno di Dio? Ciò richiede, come sappiamo, una continua conversione e l'impegno di 'rinnovarci nello spirito della nostra mente' (cfr Ef 4,23), per acquistare una mentalità nuova e spirituale. (...) Non è forse questa costante conversione 'intellettuale' altrettanto necessaria quanto la conversione 'morale' per la nostra crescita nella fede, per il nostro discernimento dei segni dei tempi e per il nostro contributo personale alla vita e la missione della Chiesa?".

  "Una delle grandi delusioni che seguirono il Concilio Vaticano II" - ha detto il Papa - "con la sua esortazione ad un più grande impegno nella missione della Chiesa per il mondo, penso, sia stata per tutti noi l'esperienza di divisione tra gruppi diversi, generazioni diverse e membri diversi della stessa famiglia religiosa. Possiamo andare avanti solo se insieme fissiamo il nostro sguardo su Cristo! Nella luce della fede scopriremo allora la sapienza e la forza necessarie per aprirci verso punti di vista che eventualmente non coincidono del tutto con le nostre idee o i nostri presupposti. (...) In questo modo ci muoveremo insieme verso quel vero rinnovamento spirituale che voleva il Concilio, un rinnovamento che, solo, può rinforzare la Chiesa nella santità e nell'unità indispensabili per la proclamazione efficace del Vangelo nel mondo di oggi".

  "Qui, nel contesto del nostro bisogno di una prospettiva fondata sulla fede e di unità e collaborazione nel lavoro dell'edificazione della Chiesa, vorrei dire una parola circa l'abuso sessuale che ha causato tanta sofferenza. Ho già avuto modo di parlare di questo e del conseguente danno per la comunità dei fedeli. Qui desidero semplicemente assicurare a voi, cari sacerdoti e religiosi, la mia vicinanza spirituale, mentre cercate di rispondere con speranza cristiana alle continue sfide presentate da questa situazione. Mi unisco a voi pregando affinché questo sia un tempo di purificazione per ciascuno e per ogni singola Chiesa e comunità religiosa, sia un tempo di guarigione".

  "L'unità di una cattedrale gotica, lo sappiamo, non è l'unità statica di un tempio classico, ma un'unità nata dalla tensione dinamica di forze diverse che spingono l'architettura in alto, orientandola verso il cielo. Anche qui possiamo vedere un simbolo dell'unità della Chiesa che è unità - come San Paolo ci ha detto - di un corpo vivo composto da molte membra diverse, ognuno con il proprio ruolo e la propria determinazione".

  "Certo, nella struttura della Chiesa voluta da Dio occorre distinguere tra i doni gerarchici e quelli carismatici (cfr 'Lumen gentium', 4). Ma proprio la varietà e la ricchezza delle grazie concesse dallo Spirito ci invitano costantemente a discernere come questi doni debbano essere inseriti in modo giusto nel servizio della missione della Chiesa".

  "Cari fratelli e sorelle, in conformità con le tradizioni più nobili della Chiesa in questo Paese, siate anche i primi amici del povero, del profugo, dello straniero, del malato e di tutti i sofferenti! Agite come fari di speranza, irradiando la luce di Cristo nel mondo ed incoraggiando i giovani a scoprire la bellezza di una vita donata completamente al Signore e alla sua Chiesa!".

  Al termine della Santa Messa, il Papa ha improvvisato alcune parole dedicate al suo ministero.

  "In questo momento posso solo ringraziarvi per il vostro amore alla Chiesa e a Nostro Signore; ringraziarvi perché donate il vostro amore anche al povero Successore di San Pietro. Cercherò di fare tutto il possibile per essere un degno successore del grande Apostolo, il quale pure era un uomo con i suoi difetti e i suoi peccati, ma che rimane alla fine la roccia per la Chiesa. E così anch'io con tutta la mia spirituale povertà posso essere, per questo tempo, in virtù della grazia del Signore, il Successore di Pietro".

  "Sono anche le vostre preghiere e il vostro amore che mi danno la certezza che il Signore mi aiuterà in questo mio ministero. Sono quindi profondamente grato per il vostro amore, per le vostre preghiere. La mia risposta in questo momento, per tutto quello che mi avete donato nel corso di questa visita, è la benedizione che ora vi imparto, al termine di questa bella Celebrazione".
PV-USA/OMELIA:RELIGIOSI/NEW YORK                VIS 20080420 (1310)


LA FEDE CI AIUTA A VEDERE LA VITA COME DIO LA VEDE

CITTA' DEL VATICANO, 19 APR. 2008 (VIS). Al termine della colazione con i Vescovi dell'Arcidiocesi di New York, il Papa si è recato al Seminario di St. Joseph dove era ad accoglierlo il Rettore, Monsignor Gerald T. Walsh.

  Nella grande Cappella del Seminario, Benedetto XVI ha incontrato un gruppo di una cinquantina di giovani diversamente abili ed ha impartito la benedizione, e, dopo aver ascoltato il saluto di un giovane a nome di tutto il gruppo, ha pronunciato alcune parole.

  "Dio" - ha detto - "vi ha benedetto con il dono della vita e vi ha dato anche altri talenti e qualità. Attraverso questi doni voi potete servire in molti modi Dio e la società. (...) A volte è arduo trovare una ragione per quanto appare soltanto come una difficoltà da superare o un dolore da affrontare. Nonostante ciò la fede ci aiuta a spalancare l'orizzonte al di là di noi stessi e vedere la vita come Dio la vede. L'amore incondizionato di Dio, che raggiunge ogni individuo, è un indicatore di significato e di scopo per ogni uomo".

  "Cari amici" - ha esortato il Pontefice - "vi incoraggio a pregare tutti i giorni per il nostro mondo. Vi sono tante intenzioni e tanta gente per cui potete pregare, compresi coloro che devono ancora arrivare a conoscere Gesù. E vi chiedo di pregare anche per me. Come sapete, ho appena compiuto un altro anno. Il tempo vola".
PV-USA/DISABILI/NEW YORK                           VIS 20080420 (250)


GIOVANI: PREGHIERA PERSONALE, LITURGICA E CARITÀ


CITTA' DEL VATICANO, 19 APR. 2008 (VIS). Alle 16:30 di questo pomeriggio il Papa ha incontrato i giovani e i seminaristi del Seminario "St. Joseph" di New York.

  Dopo il saluto del Cardinale Edward Egan, Arcivescovo di New York, tre rappresentanti dei 20.000 giovani presenti, hanno offerto al Papa pane, riso e mais, come simbolo della ricchezza delle loro diverse tradizioni. Successivamente alcuni giovani hanno intonato Buon Compleanno in tedesco.

  "Avete davanti le immagini di sei uomini e donne che sono cresciuti per condurre delle vite straordinarie" - ha detto il Papa all'inizio del suo discorso - "La Chiesa li onora come Venerabili, Beati o Santi: ognuno ha risposto alla chiamata di Dio ad una vita di carità e ognuno Lo ha servito qui nei vicoli, nelle strade e nei sobborghi di New York. (...) Santa Elisabetta Anna Seton, Santa Francesca Saveria Cabrini, San Giovanni Neumann, la Beata Kateri Tekakwitha, il Venerabile Pierre Toussaint e il Padre Felix Varala".

  "E oggi? Chi porta la testimonianza della Buona Novella di Gesù sulle strade di New York, nei sobborghi inquieti al margine delle grandi città, nei luoghi dove i giovani si radunano alla ricerca di qualcuno di cui fidarsi? Dio è la nostra origine e la nostra destinazione, e Gesù è la via".

  "Come giovani americani vi si offrono molte possibilità per lo sviluppo personale e siete stati educati con un senso di generosità, di servizio e di 'fairness'. (...) I miei anni da teenager sono stati rovinati da un regime infausto che pensava di possedere tutte le risposte; il suo influsso crebbe - penetrando nelle scuole e negli organismi civili come anche nella politica e addirittura nella religione - prima di essere pienamente riconosciuto per quel mostro che era. Esso mise Dio al bando, e così diventò inaccessibile per tutto ciò che era vero e buono".

  "Ringraziamo Dio, perché oggi molti della vostra generazione sono in grado di godere le libertà che sono emerse grazie alla diffusione della democrazia e del rispetto dei diritti umani".

  "Il potere distruttivo, tuttavia" - ha ribadito il Pontefice - "rimane. Sostenere il contrario significherebbe ingannare se stessi. Ma esso non trionferà mai; è stato sconfitto. (...) Appena qualche settimana fa, durante la bellissima liturgia della Veglia Pasquale non era per disperazione o angoscia, ma con una fiducia piena di speranza, che abbiamo gridato a Dio in favore del nostro mondo: Disperdi le tenebre del nostro cuore! Disperdi le tenebre del nostro spirito! (cfr Preghiera durante l'accensione del cero pasquale. Che cosa possono essere queste tenebre? Cosa succede quando le persone, soprattutto le più vulnerabili, incontrano il pugno chiuso della repressione o della manipolazione invece della mano tesa della speranza? Il primo gruppo di esempi appartiene al cuore. Qui, i sogni e desideri che i giovani perseguono possono essere così facilmente frantumati e distrutti. Penso a quanti sono colpiti dall'abuso della droga e degli stupefacenti, dalla mancanza di una casa e dalla povertà, dal razzismo, dalla violenza e dalla degradazione - particolarmente fanciulle e giovani donne".

  "La seconda zona di tenebre - quelle che colpiscono lo spirito - rimane spesso non avvertita, e per questa ragione è particolarmente funesta. La manipolazione della verità distorce la nostra percezione della realtà ed intorbida la nostra immaginazione e le nostre aspirazioni. (...). L'importanza fondamentale della libertà deve essere rigorosamente salvaguardata. (...) Può essere fraintesa o usata male così da non condurre alla felicità che tutti da essa ci aspettiamo, ma verso uno scenario buio di manipolazione, nel quale la nostra comprensione di noi stessi e del mondo si fa confusa o viene addirittura distorta da quanti hanno un loro progetto nascosto".

  "Avete notato quanto spesso" - ha detto ancora il Pontefice - "la rivendicazione della libertà viene fatta, senza mai fare riferimento alla verità della persona umana? (...) E al posto della verità - o meglio, della sua assenza - si è diffusa l'idea che, dando valore indiscriminatamente a tutto, si assicura la libertà e si libera la coscienza. È ciò che chiamiamo relativismo".

  "Cari amici, la verità non è un'imposizione. Né è semplicemente un insieme di regole. È la scoperta di Uno che non ci tradisce mai; di Uno del quale possiamo sempre fidarci. Nel cercare la verità arriviamo a vivere in base alla fede perché, in definitiva, la verità è una persona: Gesù Cristo. È questa la ragione per cui l'autentica libertà non è una scelta di 'disimpegno da'. È una scelta di 'impegno per'; niente di meno che uscire da se stessi e permettere di venire coinvolti nell' 'essere per gli altri' di Cristo (cfr Spe salvi, 28)".

  "Come possiamo allora da credenti aiutare gli altri a camminare sulla via della libertà che porta al pieno appagamento e alla felicità duratura? Ritorniamo ancora ai santi. In che modo la loro testimonianza ha veramente liberato altri dalle tenebre del cuore e dello spirito? La risposta si trova nel nocciolo della loro fede - della nostra fede. (...) È la magnifica visione della speranza - la luce di Cristo vi invita ad essere stelle-guida per gli altri, camminando sulla via di Cristo che è via di perdono, di riconciliazione, di umiltà, di gioia e di pace".

  "Cari amici, l'esempio dei santi ci invita, poi, a considerare quattro aspetti essenziali del tesoro della nostra fede: preghiera personale e silenzio, preghiera liturgica, carità praticata e vocazioni".

  "La cosa più importante è che sviluppiate un rapporto personale con Dio. Questo rapporto si esprime nella preghiera. (...)  Amici, non abbiate paura del silenzio e della quiete, ascoltate Dio, adoratelo nell'Eucaristia! Lasciate che la sua parola plasmi il vostro cammino come sviluppo della santità".

  "Mediante la liturgia" - ha ricordato il Papa - "l''opera di Gesù' viene continuamente messa in contatto con la storia; con la nostra vita, per plasmarla. Qui captiamo un'ulteriore idea della grandezza della nostra fede cristiana. Ogni volta che vi radunate per la Santa Messa, quando andate a confessarvi, ogni volta che celebrate uno dei Sacramenti, Gesù è all'opera".

  "Molti degli esempi di sofferenza ai quali i nostri santi hanno risposto con compassione, si trovano tuttora qui in questa città e dintorni. E sono emerse nuove ingiustizie: alcune sono complesse e derivano dallo sfruttamento del cuore e dalla manipolazione dello spirito; anche il nostro comune ambiente di vita, la terra stessa, geme sotto il peso dell'avidità consumistica e lo sfruttamento irresponsabile. (...) Dobbiamo rispondere con un'azione sociale rinnovata che nasca dall'amore universale che non conosce limiti".

  "Cari giovani, (...), i miei pensieri vanno ai vostri genitori, nonni e padrini. Essi sono stati i vostri primi educatori nella fede. Presentandovi per il Battesimo, essi hanno dato a voi la possibilità di ricevere il dono più grande della vostra vita. In quel giorno siete entrati nella santità di Dio stesso. Siete diventati figlie e figli adottivi del Padre. Siete stati incorporati in Cristo".

  Rivolgendosi ai 300 seminaristi provenienti dalle Diocesi della "East Coast", il Papa ha detto:  "Il Popolo di Dio si aspetta da voi che sarete sacerdoti santi (...). Vi esorto ad approfondire la vostra amicizia con Gesù, il Buon Pastore. Parlate con Lui cuore a cuore. Rigettate ogni tentazione di ostentazione, carrierismo o vanità".

  Sottolineando il generoso contributo dei religiosi, delle religiose e della Congregazioni "alla missione della Chiesa", il Santo Padre ha aggiunto che: "La meravigliosa serie di carismi propri a ogni Istituto Religioso è un tesoro spirituale straordinario. (...) Sono sicuro che, mediante la scoperta dei carismi che producono una tale vastità di sapienza spirituale, alcuni di voi giovani saranno attirati ad una vita di servizio apostolico o contemplativo".

  "Amici (...). Che cosa Dio suggerisce a voi? La speranza che mai delude è Gesù Cristo. (...) È dall'interno della Chiesa che anche voi troverete il coraggio ed il sostegno per camminare sulla via del Signore. (...) Oggi i discepoli di Cristo siete voi. Irradiate la sua luce su questa grande città e oltre".

  "Con questi sentimenti di grande speranza in voi, vi saluto con un 'arrivederci' nell'attesa di incontrarvi di nuovo a Sydney, in luglio, per la Giornata Mondiale della Gioventù!".
PV-USA/GIOVANI SEMINARISTI/NEW YORK                VIS 20080420 (1330)


"GROUND ZERO": DIO PORTA TUA PACE NOSTRO MONDO VIOLENTO


CITTA' DEL VATICANO, 20 APR. 2008 (VIS). Questa mattina, alle 9:30 ora locale, il Papa ha raggiunto il "Bed Rock" di "Ground Zero", il luogo dove, fino al settembre 2001, si ergeva il complesso commerciale ed amministrativo denominato "World Trade Center".

  Il giorno dell'attentato terrorista che causò 2.896 vittime - l'11 settembre 2001 - due aerei si schiantarono contro le Torri Gemelle, i due grattacieli più alti di New York, parte del complesso del "World Trade Center", distruggendo anche altri edifici adiacenti. Da quel giorno al posto del "World Trade Center" c'è un enorme cratere, "Ground Zero", profondo una ottantina di metri, recintato, dal fondo del quale spicca una Croce.

  Nel 2002 un concorso indetto per la ricostruzione del "World Trade Center", è stato vinto dall'architetto americano Daniel Libensky. Attualmente il sito è un cantiere e la fine dei lavori è prevista per il 2012. L'edificio centrale del nuovo complesso sarà la "Freedom Tower", alta 1.776 piedi, corrispondente all'anno dell'indipendenza americana (541 metri).

  Il Santo Padre Benedetto XVI, accompagnato dal Cardinale Edward Egan, Arcivescovo di New York, ha raggiunto il "Bed Rock" di "Ground Zero", dove erano ad attenderlo il Signor Michael Bloomberg, Sindaco di New York, il Signor David A. Paterson, Governatore di New York, il Signor John Corzine, Governatore del New Jersey e ventiquattro persone in rappresentanza dei soccorritori (Vigili del Fuoco, Protezione Civile, Polizia), dei feriti e dei parenti delle vittime.

  Il Santo Padre si è raccolto in preghiera silenziosa per alcuni minuti, ha acceso un cero in memoria delle vittime dell'attentato di "Ground Zero" e successivamente ha recitato la seguente preghiera: 

"O Dio dell'amore, della compassione e della riconciliazione,
rivolgi il Tuo sguardo su di noi, popolo di molte fedi e tradizioni diverse,
che siamo riuniti oggi in questo luogo,
scenario di incredibile violenza e dolore.

Ti chiediamo nella Tua bontà
di concedere luce e pace eterna
a tutti coloro che sono morti in questo luogo-
i primi eroici soccorritori:
i nostri vigili del fuoco, agenti di polizia,
addetti ai servizi di emergenza e personale della Capitaneria di Porto,
insieme a tutti gli uomini e le donne innocenti,
vittime di questa tragedia
solo perché il loro lavoro e il loro servizio
li ha portati qui l'11 settembre 2001.

Ti chiediamo, nella Tua compassione
di portare la guarigione a coloro
i quali, a causa della loro presenza qui in quel giorno,
soffrono per le lesioni e la malattia.
Guarisci, anche la sofferenza delle famiglie ancora in lutto
e di quanti hanno perso persone care in questa tragedia.
Concedi loro la forza di continuare a vivere con coraggio e speranza.

Ricordiamo anche coloro
che hanno trovato la morte, i feriti e quanti hanno perso i loro cari
in quello stesso giorno al Pentagono e a Shanksville, in Pennsylvania.
I nostri cuori si uniscono ai loro
mentre la nostra preghiera abbraccia il loro dolore e la loro sofferenza.

Dio della pace, porta la Tua pace nel nostro mondo violento:
pace nei cuori di tutti gli uomini e le donne
e pace tra le Nazioni della terra.
Volgi verso il Tuo cammino di amore
coloro che hanno il cuore e la mente
consumati dall'odio.

Dio della comprensione,
sopraffatti dalla dimensione immane di questa tragedia,
cerchiamo la Tua luce e la Tua guida
mentre siamo davanti ad eventi così tremendi.
Concedi a coloro le cui vite sono state risparmiate
di poter vivere in modo che le vite perdute qui
non siano state perdute in vano.
Confortaci e consolaci,
rafforzaci nella speranza
e concedici la saggezza e il coraggio
di lavorare instancabilmente per un mondo
in cui pace e amore autentici regnino
tra le Nazioni e nei cuori di tutti.

  Al termine della preghiera, Papa Benedetto XVI ha salutato i familiari delle vittime e alcuni sopravvissuti, i membri delle squadre dei soccorritori ed ha impartito la Benedizione a tutti i presenti.

  Infine il Santo Padre ha fatto ritorno alla sua residenza dove ha ricevuto l'omaggio e il saluto del personale e dei collaboratori della Missione Permanente della Santa Sede presso l'Organizzazione delle Nazioni Unite a New York
PV-USA/PREGHIERA:GROUND ZERO/NEW YORK               VIS 20080419 (690)


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